Monday, December 29, 2008

Voci da Israele

Avrei voluto attendere, prima di commentare i recenti avvenimenti nella striscia di Gaza, di trovare sui media principali qualche resoconto equilibrato sul tema. Voglio dire, lo so che ormai il lavoro del giornalista consiste nel fare il portavoce delle zecche governative, ma potrebbero perlomeno portare anche le voci delle zecche palestinesi, e non solo di quelle israeliane. Giusto in nome della completezza dell'informazione, quella roba lì.

Ma tant'è, dobbiamo accontentarci delle parole di una ministra dall'improbabile nome da cartone animato, e prenderle per buone senza ulteriori indagini: qualsiasi altro approccio alla questione, infatti, ci esporrebbe inevitabilmente all'accusa di antisemitismo, negazionismo, e magari anche di terrorismo. Quindi, per una questione di prudenza che i lettori del Gongoro spero comprenderanno, mi limito a riportare alcuni brani da articoli del quotidiano israeliano Haaretz.
Un milione e mezzo di esseri umani, la maggior parte dei quali profughi abbattuti e disperati, vivono nelle condizioni di una gigantesca prigione, terra fertile per un altro giro di bagni di sangue. Il fatto che Hamas possa essersi spinta troppo oltre con i suoi razzi non è una giustificazione per la politica di Israele degli ultimi decenni, per la quale si merita giustamente una scarpa irachena in fronte.
(Yossi Sarid)

Israele si è imbarcata ieri in ancora un altra guerra inutile e destinata al fallimento. Il 16 luglio 2006, quattro giorni dopo l'inizio della seconda guerra del Libano, io avevo scritto: “Ogni quartiere ha un bullo spaccone che non dovrebbe essere provocato… Non che lo spaccone non abbia ragione – qualcuno gli ha fatto del male. Ma la reazione, che reazione!” Due anni e mezzo dopo, queste parole si ripetono, per il nostro orrore, con precisione raggelante. In poche ore di un sabato pomeriggio, l'IDF ha seminato morte e distruzione su una scala alla quale i razzi Qassam non si sono mai neanche avvicinati durante tutti gli anni dal loro utilizzo, e l'operazione “Cast Lead” è soltanto nella sua infanzia.
(Gideon Levy)

Sei mesi fa Israele ha chiesto e ottenuto un cessate il fuoco da Hamas. Lo ha violato unilateralmente quando ha fatto scoppiare un tunnel, mentre ancora chiedeva all'Egitto di convincere il gruppo islamico a mantenere la tregua.
(Zvi Barel)

Ci sono molti cadaveri e feriti, ogni momento un altro caso si aggiunge alla lista dei morti e non c'è più spazio all'obitorio. I parenti cercano fra i cadaveri ed i feriti per portare rapidamente i morti alla sepoltura. Una madre i cui tre bambini in età scolare sono stati uccisi e accatastati uno sull'altro all'obitorio, grida ed ancora grida, ed alla fine tace.
(Amira Hass)

Ma l'attacco su Gaza non richiede innanzitutto una condanna morale: richiede alcuni ricordi storici. Sia la giustificazione data per esso che gli obiettivi scelti sono un replay degli stessi presupposti di base che sono risultati a più riprese errati. Tuttavia Israele ancora li tira fuori dal suo cappello, ancora e d ancora, in una guerra dopo l'altra.
(Tom Segev)

La tremenda densità demografica nella Striscia di Gaza non permette “un'operazione chirurgica” su un lungo periodo che minimizzerebbe i danni per la popolazione civile. Le difficili immagini dalla Striscia presto sostituiranno quelle dei danni inflitti dai razzi Qassam nel Negev occidentale. La scala delle perdite, che funziona a “favore” dei Palestinesi, restituirà a Israele il ruolo di Golia.
(Akiva Eldar)

5 comments:

Anonymous said...

November 5th, 2008
http://www.guardian.co.uk/world/2008/nov/05/israelandthepalestinians

A four-month ceasefire between Israel and Palestinian militants in Gaza was in jeopardy today after Israeli troops killed six Hamas gunmen in a raid into the territory.

Hamas responded by firing a wave of rockets into southern Israel, although no one was injured. The violence represented the most serious break in a ceasefire agreed in mid-June, yet both sides suggested they wanted to return to atmosphere of calm.

Paxtibi said...

Il Guardian è antisemita.
È chiaro che l'IDF sapeva in anticipo che Hamas avrebbe rotto la tregua, quindi con grande intelligenza e acume strategico ha agito preventivamente per portarsi avanti col lavoro.

Natale Pellizzer said...

Mi riferisco a questa precisa frase del giornalista: "Un milione e mezzo di esseri umani, la maggior parte dei quali profughi abbattuti e disperati, vivono nelle condizioni di una gigantesca prigione".
Ecco, voglio dire che ho difficoltà a credere che si tratti in gran parte di profughi. Casomai figli (più spesso nipoti), di profughi!

... Naturalmente questo non significa che i popoli di ogni razza (ebraica, araba, o vattelapesca), non debbano avere il desiderio di ritrovare le loro radici. Ma dubito che i tanti bambini allevati all'odio (da una parte e dall'altra) possano guardare a queste cose con il distacco che è necessario in una storia che trascina da secoli!

... E prendo atto che quasi sempre si fa partire il riassunto del film dal punto in cui torna più comodo.

Anonymous said...

boh, citare haaretz non è che ti salva da un'eventuale accusa di antisemitsmo, pensa se uno all'estero citasse liberazione o il manifesto. In genere il la parola d'ordine dei quotidiani progressisti è "è tutta colpa nostra" per ogni genere di problema.

Paxtibi said...

boh, citare haaretz non è che ti salva da un'eventuale accusa di antisemitsmo

Oy!