Sunday, November 30, 2008

Povera Italia



Senza parole.

Terrore a cinque stelle

È al momento ancora molto difficile mettere insieme i pezzi della carneficina di Mumbai, eppure, anche se la “pista Al-Qaeda,” evocata immediatamente da tutti i media mainstream, pare in realtà non convincere tutti gli “esperti,” gli occhi di tutti si sono puntati sul Pakistan.

Certo, i rapporti tra i due vicini non sono dei più amichevoli, ma ci si potrebbe anche chiedere cosa avrebbe potuto mai pensare di ottenere il Pakistan organizzando questi attacchi: un risultato sempre più probabile, ad esempio, sembra essere un possibile intervento americano, che il neo presidente Obama aveva abbastanza esplicitamente già promesso in campagna elettorale.

In effetti, al momento chi sembra ottenere qualcosa dal massacro, almeno politicamente, è proprio il presidente nero: aveva localizzato nel Pakistan – oltre che nell'Afghanistan – il vero nemico, ed ecco che a stretto giro di posta arriva una sanguinosa conferma.

Al di là di questo, mi preme però sottolineare alcuni fatti, che in questi giorni non hanno ricevuto la dovuta attenzione. Una delle prime vittime delle stragi, uccisa in un vero e proprio agguato, è stato il capo dell'antiterrorismo indiano Hemant Karkare, come leggiamo sull'Indian Express:
Karkare, lo specialista Vijay Salaskar ed il commissario supplementare di polizia Ashok Kamte, che viaggiavano tutti nello stesso veicolo, sono stati uccisi insieme a tre agenti dai terroristi.

Gli alti ufficiali erano sulla strada per l'ospedale Cama, a soli 10 minuti dalla stazione del CST, per visitare un altro agente ferito, Sadanand Date.

“Quando siano stati informati che Sadanand Date era stato ferito nella sparatoria all'ospedale Cama, Karkare, Kamte, Salaskar e quattro agenti hanno lasciato il CST per recarsi lì.

“Cinque minuti più tardi, due persone che portavano fucili AK-47 sono emerse da dietro un albero ed hanno iniziato a sparare sul veicolo,” ha detto Jadhav, che è stato colpito da due pallottole al braccio destro e sta ricuperando nell'ospedale Bombay.
Karkare, considerato un eroe nazionale, aveva di recente guidato l'antiterrorismo alla scoperta di una cellula terrorista di matrice indù, che sarebbe stata responsabile di diversi attentati in origine attribuiti ad estremisti musulmani. Leggiamo:
Almeno 10 persone sono state arrestate in relazione a diversi attentati esplosivi avvenuti in settembre nella città a maggioranza musulmana di Malegaon, nello stato occidentale di Maharashtra, che hanno provocato sei morti. Ma i rapporti suggeriscono che la polizia sia convinta che la cellula possa anche aver effettuato un certo numero di attacchi precedenti, compreso il noto attentato dell'anno scorso ad un treno di frontiera in viaggio verso il Pakistan, che ha ucciso 68 persone. Fra i presunti membri della cellula vi sono un ufficiale dell'esercito in servizio e un monaco indù.

Gli attacchi con bombe non sono rari in India – ce ne sono stati una quantità negli ultimi mesi – ma la polizia li attribuisce solitamente sugli estremisti musulmani, spesso considerati in collegamento con i gruppi militanti basati in Pakistan o in Bangladesh. Di conseguenza, la recente scoperta della presunta cellula indù ha obbligato l'India ad affrontare alcune difficili questioni. Un paese che si vanta di una pretesa tolleranza religiosa e culturale – un'ambizione che in realtà è spesso tradita – è stato portato a chiedersi come questa cellula possa aver operato per tanto tempo. I militari indiani, che si vantano della propria professionalità, sono stati costretti ad ordinare un'inchiesta imbarazzante.

Lo stillicidio quasi quotidiano delle rivelazioni della polizia ha inoltre fatto arrossire la principale opposizione politica dell'India, il partito nazionalista indù Bharatiya Janata (BJP), in vista del voto nazionale e delle elezioni generali previste per l'inizio dell'anno prossimo. Il BJP ed il suo candidato a primo ministro, Lal Krishna Advani, hanno a lungo accusato il governo guidato dal Partito del Congresso di essere morbido sul terrorismo di matrice musulmana. Tuttavia, il BJP ha rifiutato di richiedere una misura repressiva per i gruppi indù e la settimana scorsa il sig. Advani ha persino criticato la polizia per il modo con cui ha interrogato uno dei presunti membri della cellula, una donna chiamata Sadhvi Pragya Singh Thakur.
A questo punto, proprio questa storia dovrebbe ispirare qualche riflessione. In primo luogo, dovrebbe suggerire una certa prudenza prima di puntare il dito sul presunto mandante, perché nella iungla dei depistaggi la fretta è una cattiva consigliera.

Secondo, bisognerebbe chiedersi se questa non sia in realtà una questione interna all'India, e non un “problema globale” come tutti i governi si sono già affrettati (appunto...) ad affermare, per la gioia di “Barrack” Obama che sembra molto ansioso di dimostrare la sua statura di statista. Del resto, della presunta “caccia all'occidentale” di cui s'è fatto un gran parlare, alla resa dei conti non pare esserci traccia: la maggior parte delle vittime sono indiane, e i resoconti dei sopravvissuti parlano di killer che sparavano nel mucchio (e in alcuni casi anche di terroristi “biondi”).

Infine, una considerazione: la strategia globale chiamata “guerra al terrore,” messa in atto dall'amministrazione Bush, abbracciata entusiasticamente da quasi tutti i governi del mondo, e confermata dal neo eletto Obama, si è dimostrata una volta di più assolutamente inutile, quando non dannosa, se lo scopo era di evitare al terrore di irrompere periodicamente nelle nostre vite. Guerre e bombardamenti non hanno reso il mondo più sicuro.

Saturday, November 29, 2008

Piloti, che gente!

C'è solo un argomento più popolare, a Laputa, delle storie di imprese aeronautiche: le storie di imprese aeronautiche condite da oscuri complotti. E il dispaccio telepatico che il nostro corrispondente dall'isola volante ci invia questa settimana tratta proprio di queste storie, al centro di innumerevoli accesi dibattiti tra i laputiani. L'intreccio è invero piuttosto stimolante, in quanto coinvolge tre capi di stato tra i più celebri e potenti, tre uomini che hanno fatto, nel bene, ma soprattutto nel male, la storia del secolo scorso.

Lasciamoci condurre allora dal nostro Pesce Volante in questo viaggio vertiginoso nei retroscena del potere, là dove l'aria e gelida e rarefatta e breve la distanza tra l'altezza del cielo e la profondità di una tomba.

Allacciate le cinture? Bene, buon viaggio quindi, e buon fine settimana a tutti.
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Di Giovanni Pesce


C’è un curioso intreccio di storie tra tre piloti della WW2 : Kennedy, Roosevelt, Dugazvili.

Il destino non è stato molto generoso con loro, se non nella consegna del cognome che, probabilmente è stato un po’ troppo ingombrante per essere portato in volo.

Joseph Patrick Kennedy, primogenito del Sen. Joseph Kennedy, era stato allevato per diventare il Presidente degli Usa, e durante la guerra era stato inviato a fare il pilota della US. Navy; il babbo infatti, oltre ad esser stato fondatore della RCA assieme a David Sarnoff, era stato Direttore della Maritime Commission.

Il 12 Giugno 1944, la US Navy organizzò un bombardamento su Mimoyecques, utilizzando un B24 particolare: riempito di esplosivo avrebbe dovuto essere portato in volo ed indirizzato verso l’obiettivo da un pilota, quindi, dopo l’abbandono dell’aeromobile da parte del pilota, avrebbe dovuto essere radiocomandato contro la postazione tedesca tramite segnali radio trasmessi da un aereo “guida” fino allo schianto finale.

Come pilota per questa missione fu scelto Joe Kennedy, che avrebbe potuto farne a meno in quanto aveva già completato il numero di missioni (30) necessarie per ottenere il rimpatrio negli USA.

Tra i vari aerei partecipanti alla missione c’era il P38 di Elliott Roosevelt, che aveva il compito di protezione e documentazione fotografica della missione.

Appena decollati, durante il controllo finale di tutti gli apparati, prima di lasciare l’Inghilterra per dirigersi verso le coste francesi, il B24 esplose “improvvisamente” in volo.

Non si sa il motivo esatto dell’esplosione, l’unica osservazione da segnalare è che i pattugliatori marittimi B24, convertiti durante la guerra in bombardieri dall’ US Navy, non erano molto amati dagli equipaggi, che avrebbero preferito i più sicuri B17 dell’ US Army.

A seguito dell’esplosione misteriosa, babbo Kennedy si adirò moltissimo con Roosevelt babbo, Presidente USA, ipotizzando una congiura contro il figlio, destinato a fare una grande carriera politica.

Kennedy babbo e Roosevelt babbo si fronteggiavano dai tempi della WW1, quando il primo era assistant manager della Fore River Shipyard di Boston e consegnava armamenti navali di guerra all’altro assistant Secretary della US Navy.

Comunque il secondogenito Kennedy, il famoso JFK, subentrò al fratello nella corsa alla Casa Bianca.

Con il nome Joe Kennedy venne battezzato un incrociatore Usa, che passò alla storia per aver diretto, nel Novembre 1961, il blocco navale di Cuba.

Elliott Roosevelt, figlio di Franklin Delano, era stato il pilota del caccia P38 coinvolto nella missione e non era assolutamente dell’opinione del complotto contro i Kennedy; ma qualche mezza idea sul successivo complotto contro i Roosevelt deve averla avuta.

Infatti quando Franklin Delano Roosevelt, “morì improvvisamente” il 12 Aprile 1945 ed il corpo del presidente venne seppellito sotto un blocco di cemento armato a Warm Springs e Joseph Dugazvili detto “Stalin” chiedeva, ai Roosevelt, spiegazioni esatte sul berrettino che nascondeva il capo del presidente defunto, probabilmente ad Elliott qualche sospetto venne in mente.

Nonostante Elliott fosse amico di Vassili Dugazvili, figlio di Joseph, ai Roosevelt furono negati nel 1945 i visti d’ingresso “turistico” in URSS; probabile punizione per non aver voluto mostrare all’ambasciatore sovietico di che morte era defunto il presidente Roosevelt.

Vasili Dugazvili, figlio di Stalin, insieme all’amico Elliott Rossevelt aveva partecipato alla Conferenza di Teheran di Novembre 1943; purtroppo nonostante un avvio veloce nella Forza Aerea Sovietica, la sua carriera fu congelata dopo un incidente alla parata della Piazza Rossa del 1952.

Con la destalinizzazione kruscioviana le cose peggiorarono e morì alcolizzato nel 1961.

Purtroppo non abbiamo attualmente informazioni sui complotti del Kremlino, ma prometto sin d’ora di aggiornarvi non appena avrò l’accesso agli archivi della Lubianka.

Stay tuned.

Friday, November 28, 2008

«I will go to Korea»

Unico nel suo genere, MASH ('70) di Robert Altman è un film sulla guerra in cui il combattimento è bandito dallo schermo. Quello che il regista ci mostra è invece il risultato: un continuo flusso di corpi straziati e sanguinanti che i protagonisti si impegnano a ricucire e a restituire in qualche modo alla vita, resistendo all'orrore grazie a generose dosi di humour. Un film storico, forse la critica della guerra più intelligente – e divertente – di sempre.

Thursday, November 27, 2008

Violenza ingiustificata

Qual è, davvero, il compito principale della polizia di stato? Al di là delle dichiarazioni d'intenti, non pare affatto che sia la protezione del cittadino e della proprietà privata, è sufficiente attraversare il parco di notte per ottenere una prova materiale. In compenso, gli agenti, così come tutto l'apparato giudiziario, sono sempre presenti e solerti quando al cittadino è possibile sottrarre del denaro, con l'impunità garantita dal distintivo.

In questo graffiante articolo William Norman Grigg espone le vere finalità del braccio armato della legge. La legge dello stato, ovviamente.
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Di William Norman Grigg

Henry Blake: Pierce.

Hawkeye Pierce: Che c'è? Cosa?

Blake: Non proverei a lasciare il campo.

Hawkeye: Ha – sono in arresto?

Blake: Non ho detto questo. Sei limitato.

Hawkeye: Questo significa che sono in arresto.

Blake: Per niente, sei limitato soltanto fino al punto in cui, ehm – in cui, ehm – sei in arresto.

Hawkeye: Henry, cosa ti è successo? Ti sei arruolato di nascosto, dietro le nostre spalle? Sei nell'esercito regolare, adesso!

Blake: Siediti Pierce, questo è un ordine!

Hawkeye: Mi stai obbligando ad alzarmi in piedi.

Blake: Per favore.

Hawkeye: Questo è un ordine che posso prendere.


Uno scambio chiave fra il Lt. Col. Henry Blake e B.F. “Hawkeye” Pierce, dall'episodio di M*A*S*H “For the Good of the Outfit.”

Il governo, come non dobbiamo mai dimenticare, è forza. E come Simone Weil osservò memorabilmente, la forza è quell'influenza misteriosa “che cambia chi vi è sottoposto in una cosa. Esercitato al limite, trasforma l'uomo in una cosa nel senso più letterale: fa di lui un cadavere.”

Ogni funzione di governo, non importa quanto mondana o apparentemente inoffensiva, porta con sé l'uso implicito (e spesso evidente) di una forza letale contro coloro che non si sottomettono. Stefan Molyneux lo descrive precisamente come il principio “della pistola nella stanza”: ogni volta che qualcuno parla della presunta virtù di una data impresa di governo, Molyneux saggiamente osserva che la domanda centrale non è se il fine è desiderabile, ma piuttosto “se mi è permesso di essere in disaccordo con voi senza che mi spariate.”

Non tutti i funzionari di governo hanno una pistola e un'autorizzazione ad uccidere altri esseri umani. Ma ogni funzionario di governo collabora molto strettamente con chi è così equipaggiato per costringere il resto di noi a sottomettersi. La gente in questione è prontamente identificabile dai vestiti blu, marroni, o neri che indossano, accessoriata solitamente con un pacchiano pezzo di chincaglieria denominato “distintivo.”

Ad un certo momento, diventa evidente per tutti salvo gli schiavi senza speranza della propaganda ufficiale che lo scopo centrale dei corpi di applicazione di legge non è di proteggere la proprietà* privata, ma piuttosto di sottrarre reddito per lo stato.

Garantito, le agenzie di polizia sono pubblicizzate come sistema per difendere la proprietà privata dalle depredazioni di criminali privati e molti agenti di polizia individualmente hanno espletato questa funzione con coraggio e compassione. Ma non è quello lo scopo istituzionale centrale di tali entità; è una funzione ancillare che fornisce alcuni benefici limitati alla società. Inoltre, come Albert Jay Nock osservò, il governo non è interessato a punire o ad impedire il crimine, ma piuttosto all'instaurazione ed alla conservazione di un monopolio criminale.

L'ordine di priorità dell'applicazione di legge del governo può essere oggi apprezzata in questo contrasto:

Nell'ambito dei precedenti giudiziari esistenti, un ufficiale di polizia non può essere considerato criminalmente o civilmente responsabile per aver mancato di aiutare uno specifico cittadino la cui persona e proprietà sia stata sottoposta ad attacchi criminali. Tuttavia, le agenzie di polizia in tutto il paese puniscono regolarmente gli agenti di polizia che non riescono a completare la loro quota di multe stradali.

Alla prima occhiata potrebbe apparire un confronto illegittimo. Ma consideratelo alla luce del principio del costo di opportunità applicato al budget temporale dell'agente di pattuglia tipico: dovrebbe organizzare il suo tempo così da essere a disposizione per aiutare una vittima del crimine violento, o nel modo migliore per approfittare dei “punti caldi” per i trasgressori automobilistici, completando così la sua quota ed aumentando le sue prospettive per un lucrativo straordinario?

Un dato agente può essere soltanto in un posto in un dato momento, dopo tutto, ed ogni ora spesa per pescare autisti disattenti rappresenta un'ora sottratta al compito di “servire e proteggere” la popolazione locale.

Qui a Payette, Idaho (popolazione circa 7.000), la forza di polizia locale ha non una o due ma non meno di tre automobili non contrassegnate (riconoscibili da alcune angolazioni dal mazzo di antenne nella parte posteriore) che circolano apparentemente attraverso la città alla ricerca di violazioni stradali. Una di esse può essere vista ogni mattina mentre circola per un “punto caldo” locale: una sezione di un'arteria commerciale che incrocia la I-95 dove il limite di velocità cade improvvisamente da 35 a 25 miglia all'ora per diversi isolati.

Questo genere di multa-per-quota – la cui esistenza è incontestabile, nonostante le angosciate smentite dei funzionari della polizia – non è “applicazione di legge”; è aumento delle entrate. Ed è sempre più comune mentre l'implosione economica accelera ed i governi a livello di contea e comunali sono affamati di reddito d'imposta.

“Quando cominciai questo lavoro 30 anni fa, il lavoro della polizia non riguardava l'aumento di reddito,” osserva Michael Reaves, capo della polizia di Utica, nel Michigan. “Ma se ’sei un capo oggi, devi controllare che il vostro reparto produca delle entrate. Questa è la realtà al giorno d'oggi.”

L'articolo del Detroit News contenente il lamento di Reaves era intitolato “le multe stradali aiutano a riempire le casse della città: gli agenti colpiscono sempre più gli automobilisti per sostenere i budget.” Il pezzo, il prima di un'inchiesta in due parti, segnalava che “annotazioni della polizia e del tribunale dal 2002 al 2007 mostrano che molti dipartimenti della Polizia Metropolitana di Detroit hanno drasticamente aumentato il numero delle violazioni stradali emesse in quello che alcuni dicono essere un tentativo di contrastare i deficit di budget causati da un'economia debole.”

Un ex ufficiale di polizia della zona di Detroit ricapitola: “una parte delle multe che i nostri agenti scrivono aiuta a pagare i loro stipendi, ma il resto è profitto per la città. Profitto potrebbe non essere la parola giusta da utilizzare nel governo, ma è praticamente di questo che si tratta.”

No, “profitto” – un termine che descrive il guadagno materiale ottenuto onoratamente per mezzo di commercio reciprocamente vantaggioso – non è la parola giusta. “Saccheggio,” sì.

Detroit e le sue periferie sono alle prese con una grave depressione sempre più profonda, e soffre di un prevedibile aumento di crimini contro la proprietà e di assalti violenti. Ma, come la perspicace Karen DeCoster (lei stessa nativa di Detroit) precisa, “i poliziotti non fanno niente per impedire i mucchi di furti domestici, di automobile ed i crimini assortiti contro la proprietà, perché sono troppo occupati nei “punti caldi” buoni per la cattura dei tipi più pericolosi, come gli amanti della velocità e gli automobilisti che non arrestano completamente allo stop di un incrocio vuoto.”

Questo è il costo di opportunità al lavoro. E questo sottolinea, ancora una volta, le vere priorità che definiscono il “lavoro” della polizia : riscuotere proventi per il governo über alles, proteggere i governati... a volte.

L'incarnazione della corruzione della polizia di Detroit è l'agente David Kanapsky, il campione penna-facile del dipartimento di Polizia di Warren. Durante il 2007, il dipartimento di Polizia di Warren ha emesso 54.100 multe stradali: un aumento del 20 per cento sul totale di 44.809 dell'anno precedente.

Kanapsky, un'insignificante palla di colesterolo invecchiata che non potrebbe inseguire un ladro o lottare contro un aggressore senza rischiare un immediato infarto coronario, ha compilato il dieci per cento delle multe di Warren durante il 2007.

La maggior parte di esse sono state emesse nel luogo di pesca favorito di Kanapsky, un incrocio con un segnale di stop dove alcuni automobilisti farebbero “un arresto in corsa.”

Tuttavia, in realtà non importa se gli automobilisti si fermano del tutto, poiché Kanapsky – in virtù della divisa che indossa per ciò che chiama “lavoro” – gode del beneficio del dubbio quando le multe vengono contestate in tribunale.

E poiché Kanapsky è pagato (nota con attenzione: non “guadagna,” ma “è pagato”) per comparire in tribunale, ha in effetti un motivo perverso per emettere multe che sa che saranno contestate. L'anno scorso ha ricevuto 21.562 dollari in ore di straordinario semplicemente per aver trascinato il suo corpo ingrassato dalle tasse in tribunale per sibilare le sue allegazioni davanti ad un giudice.

Ciascuno di quelle multe contestate era un caso della parola di Kanapsky contro quella della sua vittima – la parola di un gonfia-tasse interessato contro quella di un cittadino produttivo. Naturalmente, il giudice prende invariabilmente le parti del suo camerata nella classe dei gonfia-tasse. Così Kanapsky è libero di farsi crescere un altro mento sovvenzionato e di predare altra gente innocente; nel frattempo, coloro che hanno osato obiettare alle predazioni di Kanapsky sono sotto del costo di una multa e del tempo prezioso passato nell'inutile, infuriante, umiliante tentativo di contestarla in tribunale.

Ogni cittadino è libero di perseguire ulteriormente quel disaccordo, con il proprio tempo e a sue spese, nello stesso sistema che dipende dal supporto dei predatori armati come Kanapsky. Tuttavia, se quel cittadino scrolla le spalle semplicemente le sue spalle e dice, in effetti, “’ non avete provato niente ed io non ho intenzione di cedere i miei soldi legittimamente guadagnati sulla parola di un delinquente interessato,” imparerà alla fine che non può persistere nel suo disaccordo senza che gli sparino.

È importante riconoscere che molti agenti di polizia sono nauseati dall'impiego che ne fanno i governi che li hanno assunti.

“Le persone su cui contiamo per sostenerci ed aiutarci quando siamo sulla strada sono quelli che finiscono per pagare il conto, e sono irritate da tutto ciò,” osserva il sergente di polizia Richard Lyons di Trenton, Michigan. “Potremmo andare semplicemente di porta in porta dicendo alla gente, ‘dateci ora 100 dollari, dato che vostro figlio sedicenne finirà per pagarci in ogni caso quando comincerà a guidare.” Non potete incolpare la gente se si arrabbia. Nessun politico vuole essere quello che alza le tasse, ma se la comunità ha bisogno di più soldi dovrebbe farlo. Almeno quello è più onorevole dell'inseguire le automobili perché hanno superato di cinque miglia il limite di velocità.”

Naturalmente, nessun politico vuole alzare apertamente le tasse, e con il valore delle proprietà ed i guadagni del commercio in acuta diminuzione, le imposte sulla proprietà e sul reddito si stanno restringendo. Ecco perché la polizia nazionale viene sempre più schierata come raccoglitrice armata del reddito – e perché le file già lunghe fuori dal vostro tribunale locale diventano ogni settimana più lunghe.

I blocchi stradali della polizia non sono gli unici mezzi creativi di estrazione illecita del reddito impiegata dagli enti locali; le “citazioni per applicazione del codice” stanno similmente proliferando, spesso in nome del mantenimento del valore della proprietà in mezzo al crollo degli immobili. Dato le dimensioni dello scoppio della bolla immobiliare, è un po' come nuotare contro le correnti di Cariddi. Ma l'intenzione qui, ancora una volta, non è di aiutare i proprietari di immobili, ma piuttosto di inventare nuove opportunità per la riscossione di redditi.

Questo ci porta al caso di Ian Bernard (anche conosciuto come “Ian Freeman”) di Keene, nel New Hampshire. L'estate scorsa, Freeman ha ricevuto una citazione – consegnata, come risulta, da un agente di polizia pensionato che “lavora part-time” come agente per le ingiunzioni, mentre riceve una pensione fornita dalle tasse – per aver permesso agli occupanti di una sua proprietà di tenere un divano in giardino.

Il sig. Freeman, ricordate, possiede l'immobile. Nessuna persona rispettabile ha protestato per il divano; la fonte del reclamo era un altro funzionario municipale. Percependo, piuttosto correttamente, che si trattasse di una questione di diritti di proprietà, Freeman ha rifiutato di pagare la citazione. All'inizio di novembre Bernard si è recato al tribunale di prima istanza davanti ad un giudice antagonista alle convinzioni del sig. Bernard, ben noti a Keene.

Nell'erronea convinzione che avrebbe ottenuto un qualche tipo di vittoria, il giudice ha organizzato una piccola dimostrazione durante l'udienza di Freeman: sapendo che Freeman ed altri attivisti libertari locali rifiutano la formalità pomposa delle udienze, il giudice ha convocato parecchi ufficiali giudiziari nell'aula del tribunale istruendoli ad esser pronti ad arrestare Freeman o chiunque dei suoi soci che non avesse mostrato la deferenza prevista levandosi in piedi quando il giudice sarebbe entrato nella stanza e sedendosi subito quando ordinato.

Come Hawkeye Pierce, Freeman ed i suoi amici vivono sull'assioma che qualcuno che “ordini” di sedersi sta obbligandoli ad alzarsi in piedi, e viceversa. Questa è una cosa assolutamente lodevole.

Così è stato che il giudice ha ordinato che Freeman venisse arrestato per disprezzo per essersi alzato in piedi una frazione a malapena percettibile di secondo in più di quanto il giudice ha pensato adeguato. Uno speciale processo chiuso è stato allora tenuto, in cui Freeman ha ricevuto una sentenza di 93 giorni di prigione – tre giorni per il rifiuto di pagare la multa originale e complessivamente 90 giorni per disprezzo.

Ancora una volta: questo individuo, che non ha fatto niente per nuocere a qualcuno, passerà più di tre mesi in prigione per aver affermato il controllo sulla sua proprietà legalmente acquistata e rifiutato l'obbedienza servile ad un certo tizio con un complesso di Liberace.

Avrebbe potuto andar peggio.

Oh, diamine, sì: in un tempo in cui i raccoglitori armati di imposta considerano loro diritto e dovere sottoporre la gente alla tortura dell'elettroshock al primo segno di resistenza, può sempre andar molto peggio.

Appena due giorni fa (mercoledì 19 novembre), il residente di Houston Marvin Driver, padre del ricevitore dei Green Bay Packers Donald Driver, è stato secondo quanto riferito lasciato sanguinante ed incosciente dopo esser stato picchiato da un paio di poliziotti di Houston che lo avevano arrestato a causa di un'eccezionale multa stradale.

Marvin Driver, 56 anni, era “privo di sensi” una volta portato in prigione. Trasferito ad un ospedale locale, è stato curato per un'emorragia cerebrale derivante da un trauma violento. Ammutolito dall'assalto, Driver ha scribacchiato alcuni particolari sull'aggressione. È stato arrestato fuori della casa di sua madre; suo fratello Winston, che ha testimoniato l'arresto, dice che uno degli agenti lo ha minacciato, ordinandogli di rientrare in casa. Mentre la polizia se ne andava, Winston ha chiamato il 911.

La prossima cosa che la famiglia ha saputo, è stata che Marvin era all'ospedale. Sostiene essere stato trascinato dietro una stazione di servizio ed essere stato picchiato dalla polizia, che inoltre ha provato a spingergli qualcosa in gola. Ad un certo punto, Marvin ha ricordato, uno degli aggressori sarcasticamente gli ha detto che “stava andando a incontrare Gesù.”

Le lesioni del sig. Driver – che includono contusioni addominali provocate da ginocchiate allo stomaco – erano consistenti con la sua storia.

Mentre era chiaro che Driver ha subito un danno serio mentre era nella custodia della polizia, la reazione iniziale del dipartimento è stata che non poteva render conto o commentare lo stato di Driver prima di una lunga inchiesta. Tuttavia, il corpo ha riassegnato rapidamente i tre agenti – Bacilio Guzman, Gilberto Cruz e M. Marin – che si suppone abbiano partecipato all'assalto.

Gli agenti Cruz e Guzman sono entrambi diventati agenti di polizia giurati entro gli ultimi 18 mesi. Il sig. Driver ha detto che le botte che ha sopportato sono state meno dolorose per lui del fatto che aveva conosciuto uno degli aggressori nel quartiere prima che diventasse un agente di polizia. Avevano avuto relazioni amichevoli finché ad uno di loro è stato assegnato il compito di raccogliere reddito per il governo, ed il potere di trasformare i suoi precedenti amici in cadaveri.

Wednesday, November 26, 2008

Il clown dice di consumare...

She who measures

Tremonti di pietà

“All almsgiving inevitably tends to pauperize the recipient.”
(Ludwig von Mises, Socialism)
Il disgusto che provo alla vista dell'ultima trovata del governo per combattere la crisi è indescrivibile. Il populismo, il falso pietismo, la negazione di leggi economiche elementari, l'osceno populismo che emanano dalla cosiddetta carta acquisti, sono davvero un perfetto ritratto di quella banda di criminali parassiti che sta riducendo ad un cadavere la nostra società succhiandole il sangue fino all'ultima goccia, ma che nel farlo pretende di mostrare il volto compassionevole del benefattore.

È infatti sventolando il marcio vessillo delle politiche keynesiane, sempre fallite in quasi un secolo di applicazione, che il ministro Tremonti esibisce senza vergogna il patetico cartellino plastificato, magico amuleto in grado di contrastare una crisi sistemica senza precedenti. Come se il consumo creasse la produzione. Come se spostare qualche spicciolo da una parte all'altra potesse cambiare il volume complessivo della ricchezza, o come se 40 euro al mese potessero salvare famiglie e pensionati dallo sprofondare nella miseria più nera, o permettere a disoccupati e precari di rientrare con profitto nel mercato del lavoro.

Ma, scriveva Lew Rockwell a proposito del “pacchetto di stimolo” del presidente Bush,
gettare soldi nelle mani dei consumatori, ricavati da dovunque possano averli trovati, è l'unica maniera che questi tipi sanno sognare per portare la prosperità. Questo dimostra soltanto che non conoscono cosa determina la prosperità in primo luogo, che non è il Congresso ma la libera impresa.

L'economista Robert Higgs confronta un “pacchetto di stimolo” al togliere l'acqua dal lato profondo di una piscina per versarlo nel lato poco profondo, aspettandosi che il livello d'acqua aumenterà. Come egli sottolinea, gli economisti non dovrebbero mai stancarsi di chiedere da dove arriveranno i soldi per lo stimolo. L'umanità deve ancora inventare una macchina per crearli dal niente: saranno quindi tasse, inflazione, o debito che dovrà essere più tardi pagato (ed impedisce adesso la creazione di capitale). Non c'è altro modo.
E ad aggiungere squallore alla demenza intrinseca di questo provvedimento, c'è la limitazione paternalistica su come questi spiccioli dovrebbero essere spesi, ché il cittadino non può esser di per sé responsabile: non sia mai che voglia sperperare la ricca somma per cercare di annegare la sua disperazione in qualche bar. Paghi prima le bollette e, se avanza qualcosa, si compri un tozzo di pane!

Tale è l'attitudine di queste piattole ingrassate con i pasti gratis permessi dalla refurtiva fiscale, e vorrebbero magari applauso e assoluzione per aver concesso ai derubati di leccare le briciole cadute dal principesco desco da loro apparecchiato.

Prendete la vostra elemosina pelosa e ficcatevela là dove tenete i vostri scarsi grumi di cervello, ben in fondo agli sfinteri, e che siate maledetti voi e tutta la vostra progenie infame!

Tuesday, November 25, 2008

I pizzini di Obama

Apprendo, devo confessare senza la minima sorpresa, che la pratica di scambiarsi pizzini tra membri di schieramenti politici “opposti” non è esclusiva dei nostri rappresentanti ma affermata consuetudine anche nelle stanze del massimo potere imperiale. Secondo The Washington Note, infatti,
nel luglio 2008, i campi di McCain e Obama hanno cominciato a lavorare segretamente dietro le quinte per assemblare ampie liste di potenziali membri dell'amministrazione che soltanto uno dei due candidati avrebbe guidato.

Liste formate da democratici e da repubblicani sono state assemblate, divise per aree di esperienza politica, così che la lista potesse essere riunita dopo l'elezione dalle squadre di transizione di McCain o di Obama.
Un'ulteriore quanto superflua conferma del fatto che gli opposti schieramenti non sono altro che i ruoli di una rappresentazione che raggiunge il suo climax nella tenzone elettorale, per poi limitarsi ad un rumore di fondo allorché il designato assume il potere e comincia a governare, seguendo lo stesso copione che consegnato al suo avversario: nemmeno all'attore protagonista è concesso di modificare la sceneggiatura.

Ben Bernanke non avrà il mio scalpo

“The reason Wakan Tanka does not make two birds, or animals or human beings exactly alike is because each is placed here by Wakan Tanka to be an independent individuality and to rely upon itself.
(Shooter - Hunkpapa Lakota)
Mentre in tutto il mondo il sistema finanziario è sul punto di venir spazzato via dallo tsunami di soldi di carta, un piccolo ma glorioso popolo si appresta a varare una solida arca costruita secondo gli aurei canoni delle leggi economiche: si tratta del Popolo Libero & Indipendente di Lakota, che con un clamoroso annuncio ha lanciato la prima banca privata non a riserva frazionaria del mondo, che accetta in deposito solo valute in oro ed argento.

“Oggi è un grande giorno per noi, il giorno in cui cominciamo ad esercitare i nostri diritti come popolo sovrano con forza ed orgoglio,” è il commento di Canupa Gluha Mani, membro giudiziario del Consiglio di Tetuwan della Società Guerriera “Forte Cuore” Cante Tenza, i cui 2500 membri forniranno i servizi di sicurezza privati per la Banca Libera di Lakota. “Invitiamo la gente di qualsiasi credo, fede o origine ad unirsi in uno sforzo per riprendere il controllo della ricchezza. È nostra speranza che altre nazioni tribali e cittadini americani riconoscano l'importanza dell'argento e dell'oro come valuta e decidano di seguire il nostro sistema di commercio onesto.”

Mani, anche conosciuto come Duane Martin Sr., è un membro della delegazione che ha dichiarato l'indipendenza dei Lakota il 17 dicembre 2007. Non sarà un caso se ad affermare con forza il proprio diritto all'indipendenza fisica ed economica attraverso gli strumenti fondamentali del libero mercato sia proprio un popolo che ha provato sulla sua pelle la “benevolenza” dello stato federale e la miseria del sistema economico centralizzato. Il popolo Lakota disprezza donazioni e carità, dice ancora Mani, perché vuole “guadagnarsi la sua ricchezza creando valore per coloro che pongono la loro fiducia nel nostro sistema.”

Il lancio della Banca libera di Lakota è inoltre una grande vittoria per StrikeForce Thecnologies, gli esperti in controllo di accesso che forniscono l'autenticazione fuori banda del depositante. Poichè la Banca Libera di Lakota non richiede un nome, un'identificazione fotografica o un numero della previdenza sociale per le transazioni, la tecnologia della StrikeForce ha accettato la sfida di limitare le frodi senza richiedere la discutibile tecnologia biometrica.

Insomma, sembra proprio che i Lakota vogliano insegnare agli americani – e non solo a loro – ciò che da tempo hanno dimenticato: come essere liberi.

Monday, November 24, 2008

Gli austriaci avevano ragione

Un altro lucido intervento sulla crisi economica in corso del dott. Ron Paul alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, pronunciato il 20 novembre 2008.

Quella di Paul è ormai l'unica voce nel panorama politico americano, e forse mondiale, ad identificare correttamente l'origine della crisi, e ad avvertire di una minaccia che fino ad ora è rimasta confinata nel recinto virtuale di internet: la creazione di un governo mondiale. Digliele Doc!
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Di Ron Paul


Signora Speaker, molti Americani sperano che la nuova amministrazione risolva i problemi economici che stiamo affrontando. Questo probabilmente non accadrà, perché i consiglieri economici del nuovo presidente non hanno maggiore comprensione di come tirarci fuori da questo caos di quanto le precedenti amministrazioni e congressi avessero capito in che modo la crisi è stata determinata in primo luogo.

Tranne rare eccezioni, i membri del Congresso ignorano l'economia austriaca del libero mercato. Per gli ultimi 80 anni, i rami legislativi, giudiziari ed esecutivi del nostro governo sono stati totalmente influenzati dall'economia keynesiana. Se avessero avuto una minima comprensione della spiegazione austriaca del ciclo economico, non avrebbero mai permesso le pericolose bolle che conducono sempre a correzioni dolorose.

Oggi, un'importante crisi economica si sta dispiegando. Nuovi programmi governativi nascono quotidianamente ed ancor di più i piani per il futuro. Tutti sono basati sulla convinzione che siamo in questo caos perché il capitalismo di mercato e la moneta solida hanno fallito. L'ossessione è per maggiore spesa, salvataggi di investimenti sbagliati, più debito ed ulteriore svalutazione del dollaro. Molti stanno dicendo che abbiamo bisogno di una risposta internazionale ai nostri problemi con l'istituzione di una banca centrale mondiale e di una singola valuta fiat. Questi suggerimenti sono soltanto una dose maggiore delle stesse politiche che hanno creato il nostro caos e sono condannati a fallire.

Almeno il 90% della causa per la crisi finanziaria può essere assegnato alla Federal Reserve. È stata la manipolazione del credito, della massa monetaria e dei tassi di interesse a provocare il formarsi delle varie bolle. Il Congresso ha versato benzina sul fuoco con vari programmi e istituzioni come il Community Reinvestment Act, Fannie Mae e Freddie Mac, FDIC e HUD, tutti sostenuti da sentenze aggressive.

La Fed ha ora distribuito quasi 2 trilioni di dollari in prestiti sovvenzionati alle banche in difficoltà e ad altre istituzioni finanziarie. La Federal Reserve e il Ministero del Tesoro si vantano costantemente dell'esigenza della “trasparenza” e della “supervisione,” ma sono tutte solo parole: non vogliono nulla di tutto ciò. Vogliono la segretezza mentre i privilegiati vengono salvati a scapito della classe media.

È inconcepibile che il Congresso possa essere così negligente nel suo dovere. Non fa altro che perdonare l'arroganza della Fed per il suo rifiuto di dirci dove sono finiti i 2 trilioni di dollari. Tutti i membri del Congresso e tutti gli Americani dovrebbero sentirsi oltraggiati che le circostanze possano deteriorarsi a questo livello. Non meraviglia che un numero sempre crescente di americani stia ora richiedendo la fine della Fed.

La Federal Reserve ha creato il nostro problema, tuttavia riesce a guadagnare ancora più potere nella socializzazione dell'intero sistema finanziario. L'intero processo di salvataggio di quest'anno è stato caratterizzato dall'assenza di supervisione, limiti, attenzione, comprensione e buonsenso.

Errori simili furono fatti negli anni 30 ed introdussero l'era del New Deal, del Giusto Accordo, della Great Society e degli economisti supply-side che convinsero i conservatori che i deficit dopo tutto non avevano tutta questa importanza, poiché erano ansiosi di finanziare un costosissimo impero americano finanziato col deficit.

Tutti i programmi dalla Depressione sono stati intesi per impedire le recessioni e le depressioni. Tuttavia tutto quel che è stato fatto è piantare i semi della più grande bolla finanziaria della storia. A causa di questa mancanza di comprensione, la scena è pronta per l'ampia nazionalizzazione del sistema finanziario ed abbastanza probabilmente dei mezzi di produzione.

Anche se è evidente che i keynesiani avevano sbagliato tutto e che l'interventismo e la pianificazione economica centrale non funzionano, i consigli di chi stiamo ascoltando per tirarci fuori da questo caos? Purtroppo, dei keynesiani, dei socialisti e dei sostenitori del grande governo.

Chi viene ignorato? Gli economisti austriaci del libero mercato – proprio quelli che predissero non solo la Grande Depressione, ma anche la calamità che affrontiamo oggi. Se la crisi era prevedibile ed è spiegabile, perché nessuno ha ascoltato? Perché troppi politici hanno creduto che un pasto gratis fosse possibile e che un nuovo paradigma economico fosse arrivato. Ma abbiamo già sentito tutto ciò – come la pietra filosofale che può trasformare il piombo in oro. La prosperità senza lavoro è un sogno antico.

In aggiunta a questo ci sono coloro che capiscono che il potere politico è controllato da chi controlla la massa monetaria. I liberali ed i conservatori, i repubblicani e i democratici sono giunti a credere, come è stato insegnato loro nelle nostre università, che i deficit non hanno importanza e che il compromesso della Federal Reserve che monetizza il debito fosse legittimo e mai nocivo. È vero il contrario. La pianificazione centrale dell'economia è sempre nociva. Inflazionare la massa monetaria e svalutare di proposito il dollaro è sempre doloroso e pericoloso.

Le politiche dei sostenitori del grande governo stanno finendo la benzina. Le loro politiche hanno fallito e continueranno a fallire. Continuare a fare semplicemente ciò che ha causato la crisi difficilmente può fornire una soluzione.

La buona notizia è che gli economisti austriaci stanno guadagnando ogni giorno maggiore consenso e hanno più possibilità di influenzare il nostro futuro rispetto a quante ne hanno avute da lungo tempo.

Il problema di base è che i sostenitori del grande governo necessitano di una banca centrale per pagare furtivamente i suoi conti senza imposta diretta. Stampare i soldi necessari ritarda il pagamento. La riscossione delle tasse rivelerebbe il vero costo del grande governo e la gente si rivolterebbe. Ma il pifferaio sarà pagato e questa è la sostanza di questa crisi.

Ci sono dei limiti. Un paese non può dipendere per sempre da una banca centrale per tenere l'economia a galla e la valuta funzionante con l'accelerazione costante della crescita della massa monetaria. Alla fine le leggi dell'economia travolgeranno i politici, i burocrati ed i banchieri centrali. Il sistema non riuscirà a rispondere a meno che il debito eccedente e gli investimenti sbagliati vengano liquidati. Se si va troppo avanti e lo sperpero selvaggio non viene arrestato, il risultato sarà un'inflazione fuori controllo e sarà necessaria una valuta completamente nuova per ristabilire lo sviluppo e una ragionevole stabilità politica.

La scelta che affrontiamo è infausta: o accettiamo un governo autoritario mondiale che tiene insieme un sistema fallato, o ristabiliamo i principi della costituzione, limitiamo il potere del governo, ristabiliamo una moneta merce senza un sistema di riserva federale, rifiutiamo il governo mondiale e promuoviamo la causa della pace proteggendo la libertà ugualmente per tutte le persone. La libertà è la risposta.

Sunday, November 23, 2008

Premio Caligola - Novembre '08

Nel mese della votazione più importante al mondo dopo quella del Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa, torniamo a proporre ai nostri lettori la solita selezione di eccessi da sbornia di potere, unica merce di cui non c'è mai scarsità dato che ogni paese dotato di governo ne produce sempre in abbondanza. E infatti questa edizione vede due candidati alla loro prima partecipazione.

Il primo è Marjo Van Dijken, socialista del PvDA olandese, che propone, udite udite, il divieto di procreazione per quelle madri che lo stato giudicherà inadatte. Condita dai soliti buoni propositi e dalla solita stucchevole political correctness, questa proposta di legge rievoca fantasmi malthusiani che sempre più infestano le stanze del potere in tutto il mondo. Del resto il controllo delle nascite, il potere di decidere chi e quanto deve procreare è l'ultima frontiera, il sogno segreto di ogni Stranamore in erba, esacerbato da quei miliardi di spermatozoi che, dispettosi, sfuggono al suo paterno controllo.

La seconda new entry arriva dall'Iran, e si tratta del procuratore generale che, apprendiamo, ha bloccato l'accesso a più di cinque milioni di siti web, una specie di record. Il genere di siti caduti sotto la scimitarra censoria del paese islamico varia dalla pornografia alla semplice informazione, con grande scorno dei molti entusiasti utenti iraniani. Di solito la repressione del dissenso si trasforma in un boomerang per i governi che vi indulgono, se vi si aggiunge l'oscuramento di polpe femminili la miscela potrebbe essere esplosiva. Chissà.

A completare il nostro terzetto un candidato da un paese che ci sta davvero offrendo grandi soddisfazioni, un vero habitué del Premio Caligola: la Gran Bretagna. Questa volta il governo inglese ha deciso di dichiarare guerra agli automobilisti, categoria invero sempre più vessata dai governi di mezzo mondo: la proposta è di disabilitare alla guida chi violasse due volte il limite di velocità. Chi va piano va sano e va lontano, sembra intendere il legislatore, ma immaginate che bellezza quando nei registri del governo cominceranno a crollare gli introiti delle tasse automobilistiche: forse si passerà a tassare le suole.

A voi la decisione dunque, il vostro voto è importante, è un vostro diritto ma soprattutto un dovere verso la collettività: non sottraetevi alle vostre responsabilità!
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Guardiani dei non nati

Di Khaled Diab


Nei Paesi Bassi le donne considerate madri inadatte dallo stato dovranno essere condannate alla contraccezione per un periodo prescritto di due anni, secondo un progetto di legge all'esame del Parlamento olandese.

La legislazione proposta punirebbe inoltre i genitori che la sfidassero togliendo loro il figlio appena nato. “Designa come bersaglio coloro che sono stati soggetti a interventi giudiziari per essere stati cattivi genitori,“ ha spiegato l'autore della legge Marjo Van Dijken del PvDA socialista. “Se qualcuna rifiuta la contraccezione e rimane incinta, il bambino dev'esserle tolto subito dopo la nascita.”

Quando vedo come alcuni genitori curano i loro bambini e incontro adulti che vorrebbero non esser mai nati a causa degli abusi che hanno sopportato da piccoli, capisco da dove nasca l'idea di Van Dijken, ma la soluzione da lui proposta mi colpisce come davvero troppo draconiana.

Infatti, ho dubbi seri circa le implicazioni di questa legge proposta, e suscita un fiume di domande nella mia mente. È davvero il ruolo dello stato proteggere i non nati ed ha il diritto di controllare il corpo delle persone in tale maniera e di privarle del diritto fondamentale di procreare? Cos'è accaduto alla presunzione di innocenza? Solo perché un genitore è stato cattivo con un bambino, significa che ripeterà l'offesa?

Abbiamo il diritto di esercitare la “giustizia” preventiva – e potrebbe questo essere il primo passo verso un approccio “minority report” al precrimine genitoriale? E, forse, data l'inclinazione olandese per l'ingegneria sociale, questo potrebbe risultare essere il preludio per rendere il genitore una professione, dove nel lontano futuro soltanto a “madri” e “padri” certificati e addestrati verrà concesso di allevare i bambini in speciali strutture.

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L'Iran blocca l'accesso a più di cinque milioni di siti web


“I nemici cercano di assalire la nostra identità religiosa sfruttando internet,” ha detto Abdolsamad Khoram Abadi, un consigliere del procuratore generale iraniano, citato dal giornale Kargozaran.

Internet “infligge danni sociali, politici, economici e morali, il che è preoccupante,” ha detto, aggiungendo che “il vizio sociale causato da Internet è maggiore di quello della rete satellitare,” ha riportato l'agenzia di notizie Mehr.

Con circa 21 milioni di utenti, Internet è ampiamente popolare in Iran, che i funzionari del ministero dell'informazione dicono essere fra i 20 paesi con maggiore utenza.

Negli ultimi anni, agli internet service provider è stato ordinato di bloccare l'accesso a siti politici, sui diritti umani e delle donne, e siti e blog che esprimono dissenso o ritenuti pornografici e anti-islamici.

Il divieto inoltre ha colpito popolari siti sociali della rete come Facebook e YouTube, così come siti di notizie.
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ivieto di guida dopo due multe per eccesso di velocità


Gli automobilisti potrebbero essere automaticamente inabilitati alla guida dopo due multe per eccesso di velocità per le riforme di governo rivelate oggi.

Le misure più dure si applicherebbero ai guidatori che superassero il limite di velocità per un margine significativo. Altre proposte coinvolgono i guidatori sotto l'influenza dell'alcool e delle droghe.

Coloro che superassero due volte il limite di velocità di un grande margine – 20 miglia all'ora o più – potrebbero essere puniti con sei punti, con conseguente divieto potenziale dopo due violazioni. Un guidatore con 12 punti è automaticamente disabilitato.

Saturday, November 22, 2008

Giulino (Bonzanigo) di Mezzegra

Il dispaccio telepatico da Laputa di questa settimana è molto particolare, e credo si tratti del risultato di alcune lunghe discussioni sui misteri italiani che molto appassionano gli ospiti del Centro di Igiene Mentale dell'isola volante. Il nostro inviato in loco, l'ormai leggendario Giovanni Pesce, alias il Pesce Volante, ce le riassume in questo prezioso documento sull'uccisione del Duce e della sua compagna. Ancora una volta un volo vertiginoso sulla capsula temporale del nostro corrispondente nel passato oscuro dell'italico stivale, che talvolta ricorda davvero la celebre immagine orwelliana.

Una lettura adeguata per una lettura autunnale, magari sorseggiando un confortante grog mentre fuori infuria la bufera, con la speranza di trascorrere un sereno fine settimana nonostante tutto.
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Ricostruzione a favore della pista inglese


Di Giovanni Pesce


Il SOE (Special Operations Executive) inglese aveva preparato nella primavera 1945 una missione con l'obiettivo primario di recuperare il carteggio Mussolini-Churchill e come obiettivo secondario quello di evitare che la vicenda Mussolini si trascinasse nel tempo.
Venne formato un gruppo misto inglesi, statunitensi ed italiani; la base di partenza fu Rosignano Marittimo, vicino Livorno, la stessa dove venivano organizzati corsi per apprendere le nozioni basiche di paracadutismo militare.

Componenti della missione sono: coordinatore il colonnello SOE Vincent delle SF (Special Forces) inglesi, gli italiani il tenente Guglielmo Mozzoni, Edoardo Visconti di Modrone, Agostino (Dino) Bergamasco, Lionello Santi, un sergente italiano marconista, un colonnello dei marines USA, altri militari alleati di basso grado.

Questi uomini vengono paracadutati il 26 Aprile alle ore 2 pomeridiane sull'ippodromo di San Siro di Milano; l'aeromobile utilizzato è un C47 Dakota (la versione militare del DC3), scortato da quattro Spitfire.

La data è confermata nel libro autobiografico La vera storia del tenente Mozzoni dal 25 luglio 1943 al 30 aprile 1945 scritta e disegnata da lui (stampato a cura dell'Autore, 1981).
 In realtà, nonostante il titolo, il racconto di Mozzoni si arresta alle ore 15 del 26 aprile 1945; è opinabile che i capitoli successivi (26 aprile-30 Aprile) siano stati scritti ma non pubblicati.

L'ippodromo era in una zona sotto controllo partigiano: nel corso della notte del 28 Aprile alla luce dei fari delle automobili, all'ippodromo di San Siro sono fucilati Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, Filiberto Filippini ed altri (fonte fondazione Cipriani).

La veridicità dell'operazione è supportata da Enzo Cicchino, il quale a sua volta cita Franco Bandini: “Sembrerebbe che la Special Force inglese nella giornata del 28 aprile (sic) abbia fatto partire dall'aeroporto di Rosignano Solvay un Dakota scortato da due Spitfire con a capo il colonnello della SF Vincent (ignoriamo il suo nome) per rilevare e porre in salvo Mussolini, che a quell'ora – secondo le intenzioni degli ufficiali inglesi – sarebbe dovuto gia' essere in mani alleate.

Di questa missione farebbero parte Dino Bergamasco e Lionello Santi per il Partito d'Azione, l'architetto Guglielmo Mozzoni e Edoardo Viscardi (nickname partigiano di Visconti, nda) di Modrone per quello liberale.”


Questo intervento inglese a Mezzegra (Azzano) viene supportato da Bruno Giovanni Lonati di Brescia che scrive di aver, dietro “ordine” di John, ucciso con mitra Sten Benito Mussolini alle ore 10.30 del 28 Aprile.

Lo storico Luciano Garibaldi, dopo aver intervistato Bruno Lonati ha pubblicato un libro, La Pista Inglese, riportando questa versione dei fatti. Anche Peter Tompkins, uomo OSS in Italia, conferma nel suo libro L'altra Resistenza questa versione. Un programma Rai3, curato da Maria Luisa Fiorenza, moglie di Tompkins, ripropone nell'agosto 2004 la versione di Lonati.

Renzo De Felice, il più conosciuto storico del fascismo, invece scrive che dei “partigiani milanesi hanno completato l'azione, dietro pressione dei servizi inglesi” (Corriere della Sera 1995, intervista Panza). In altri scritti De Felice afferma di aver delle prove dell'azione del commando inglese, che avrebbe superato l'azione dei partigiani rossi.

William Scott, utilizzando fonti inglesi, conferma anch'egli questa versione fornendo una piccola suddivisione dei tempi: un'esecuzione dei due prigionieri da parte di partigiani italiani rossi, un secondo intervento di un militare inglese ed un terzo intervento dei componenti italiani della missione Soe. Sempre secondo la versione di Lonati, alle 11.40 John uccide Claretta Petacci e immediatamente dopo John fotografa Mussolini con Lonati sullo sfondo.

Un'ipotesi che potrebbe ben spiegare l'intervento inglese su Mussolini, con copertura "dell'altra resistenza" italiana, sarebbe proprio il recupero manu militari del carteggio Mussolini Churchill.


Luigi Carissimi Priori, divenuto dopo la liberazione commissario capo dell'ufficio politico della questura di Como, ha confermato infatti l'esistenza incontrovertibile del carteggio sulle cui tracce si erano messi alcuni ufficiali paracadutati nell'Italia del nord dall'Armata inglese nei pressi di Como, la cui presenza fu esattamente riferita da tutti i testimoni delle vicende riconducibili ai fatti di Dongo.


John viene anche identificato, ma senza molta convinzione, in Max Salvadori noto anche come “Capitano Sylvester” e appartenente al SOE che dal febbraio 1945 operava a Milano; infatti wikipedia scrive: “Taluni affermarono poi che a sparare fosse stato un italiano agente inglese, un tal Max Salvadori che si faceva chiamare, con poca originalità, John.”


Luciano Garibaldi propone il capitano John, da identificarsi nel capitano John Maccaroni un oriundo arruolato nell'esercito inglese. Purtroppo la pesante copertura storica dell'evento ha nascosto i nomi dei protagonisti.


I veri leaders dell'azione storica, erano l'americano Allen Dulles e l'inglese John McCaffery in rappresentanza del Soe; i due tenevano rapporti a Berna con Ferruccio Parri, Egidio Reale, Adolfo Tino e Leo Valiani (3 Novembre 1943 Certenago) all'insaputa di Luigi Longo; il CLNAI veniva raggiunto tramite Aldo Pizzoni, il Partito d'Azione tramite Filippo Caracciolo (6 Settembre 1943 Lugano); e rapporti venivano tenuti anche con Edgardo Sogno delle Brigate Franchi.


La natura dei colloqui era imperniata sul finanziamento dei gruppi della resistenza italiana; in particolare si favorivano quelli di “resistenza democratica,” rispetto a quelli più vicini ai movimenti comunisti.


Ma era aperto anche un altro canale di dialogo tra Alleati e Tedeschi, probabilmente all'insaputa degli uomini della RSI; la linea di dialogo era Wolff, Dollmann, Rauff, Bicchierai, Schuster, Dulles. Alen Dulles nel suo libro The secret surrender afferma che “creare un canale di dialogo sicuro con i leader nemici è un affare della massima importanza.”

I militari tedeschi, primo fra tutti Heinrich Gottfried von Vietinghoff-Scheel comandante a Recoaro, non gradivano la trattativa finalizzata alla resa e mandavano avanti i militari politicizzati come Wolff e Dollmann che appartenevano alle SS, e godevano di una copertura politica di tutto rispetto. Infatti Friedrich (Fritz) Schulz rifiuta la resa agli Alleati e viene rimosso da Karl Wolff.

A complemento dell'azione di Bonzanigo, occorre sottolineare l'azione della “notte del 27 Aprile 1945” con la quale uomini del Oss, delle SS e partigiani italiani a bordo di tre auto hanno liberato il colonnello Wolff, rimasto bloccato a Villa Locatelli di Como; il colonnello tedesco viene portato a Lugano in un albergo messogli a disposizione da Donald Jones, console Usa nel Canton Ticino.


Quindi, in quei giorni, erano fattibili con successo delle azioni di commando nei dintorni di Como.


In conclusione il responsabile operativo dell'uccisione Mussolini/Petacci dovrebbe essere un ufficiale inglese, che personalmente o obbligando qualcuno ha aperto il fuoco contro due prigionieri disarmati, la mattina del 28 Aprile 1945 nei pressi di casa De Maria a Bonzanigo frazione di Mezzegra.


Il coordinatore dell'azione viene indicato con vari nomi:


Colonnel Vincent
Maggiore Vincent
Colonel Valent
Capitan John
John Maccaroni.

E alla fine ma non per ultimo va notato il particolare significato dello scatto della foto; per i servizi la preparazione di un'evidenza fotografica è un “must”; questa evidenza servirà per gestire meglio la propria versione dei fatti.

In molti eventi storici c'è una foto od un filmato di parte.


Conoscete qualche evento storico recente senza alcun filmato?

Thursday, November 20, 2008

Grand Theft Auto

Non ci sono dubbi: considerare l'attuale sistema economico “capitalista” è possibile soltanto ignorando i fondamentali del libero mercato e della concorrenza. Un sistema in cui pochi grossi gruppi, con buoni contatti nella classe dirigente, si ingigantiscono a scapito di tutte le altre imprese e dei consumatori è un sistema corporativista, punto.

Non sono certo l'accumulo di risparmio – il capitale – né la proprietà privata dei mezzi di produzione a minare la nostra società concentrando le risorse in poche mani e sottraendo così la linfa vitale che anima il mercato, ma il meccanismo che utilizza i poteri dello stato per far pagare a tutti gli sprechi dei pochi eletti.

Se non lo fosse stato già a sufficienza dopo l'approvazione del piano salvabanche dell'amministrazione Bush, dovrebbe essere ormai più che palese leggendo le recenti affermazioni del direttore generale della GM Rick Wagoner, secondo il quale “gli Stati Uniti affronteranno un crollo catastrofico” se il governo non salva l'industria automobilistica.
Wagoner ha citato un recente studio che dimostra che tre milioni di posti di lavoro e più di 156 miliardi di dollari in redditi d'imposta andrebbero perduti se all'industria automobilistica nazionale verrà permesso di fallire.

“Non sono d'accordo con coloro che dicono che non stiamo facendo abbastanza per portare la GM al successo,” ha detto Wagoner, “ad esporci al rischio di fallimento è la crisi finanziaria globale, che ha limitato severamente la disponibilità di credito, e ridotto le vendite dell'industria al livello pro capite più basso dalla Seconda Guerra Mondiale.”
Ma che razza di capitalista sarà mai questo, che ignora la funzione imprenditoriale e implora l'aiuto del governo per riparare alla sua incapacità? Non è certo della “crisi finanziaria globale” la responsabilità degli investimenti sballati, semmai la crisi dovremmo ringraziarla per aver esposto questi errori fornendo anche l'occasione per porvi rimedio. Dovremmo innalzare un monumento, alla crisi, per la sua intrinseca capacità di separare gli imprenditori capaci da quelli che, per dirne una, investono in fabbriche di costosissimi succhiabenzina mentre il costo del petrolio va alle stelle.

Particolarmente disgustoso è poi il tono di minaccia di questo incapace nel prospettare la perdita di posti di lavoro negli USA, un evento che non pare averlo mai preoccupato in occasione delle estese delocalizzazioni che hanno progressivamente trasformato Motown in una città fantasma. Certo, la GM è fallita per troppa generosità, come non capirlo, povero Wagoner: lui è un benefattore!

La Casa Bianca comunque non sembra orientata a soddisfare la richiesta di un pacchetto di salvataggio per il gigante automobilistico dai piedi d'argilla. O almeno, non nei termini voluti da Wagoner, e qui c'è il secondo atto della farsa:
Sia la Casa Bianca che Segretario del Tesoro degli Stati Uniti Henry Paulson hanno espresso martedì la loro opposizione al pacchetto, dicendo che il Congresso dovrebbe preferibilmente adattare un programma esistente di prestiti da 25 miliardi di dollari puntato ad aiutare l'industria automobilistica a sviluppare veicoli più efficienti nel consumo di carburante.
Ovvero, l'aiuto si può dare, ma travestito da efficienza e sostenibilità, parole magiche alla moda dell'alchimismo economico di stato. A questo punto, giusto per ricordare cosa prevede il capitalismo in questi casi, leggiamo cosa scriveva Henry Hazlitt nel suo Economy in one lesson:
È evidente nel caso di una sovvenzione che i contribuenti dovranno perdere precisamente tanto quanto l'industria X guadagnerà. Dovrebbe essere altrettanto chiaro che, di conseguenza, le altre industrie dovranno perdere ciò che l'industria X guadagnerà. Dovranno pagare parte delle tasse usate per sostenere l'industria X. Ed i consumatori, dal momento che sono stati tassati per sostenere l'industria X, avranno molto meno reddito con il quale comprare altre cose. Il risultato sarà che le altre industrie in media dovranno essere più piccole che altrimenti affinché l'industria X possa essere più grande.

Ma il risultato di questa sovvenzione non è soltanto che c'è stato un trasferimento di patrimonio o di reddito, o che altre industrie si sono ristrette in aggregato tanto quanto l'industria X si è ingrandita. Il risultato è inoltre (e qui è dove sta la perdita netta della nazione considerata come unità) che il capitale e la forza lavoro vengono sottratti dalle industrie in cui sono impiegati più efficientemente per essere deviati ad un'industria in cui sono impiegati meno efficientemente. Meno ricchezza è generata. Il tenore di vita medio si è abbassato paragonato a quel che sarebbe potuto essere.
Da tenere a mente quando il magnate-magnaccia di turno implora l'aiuto del governo per “salvare i posti di lavoro”: l'unico posto di lavoro che vuole preservare è il suo, lautamente e ingiustificatamente retribuito, come sua è l'unica ricchezza che gli interessa salvaguardare.

Wednesday, November 19, 2008

Tuesday, November 18, 2008

«There goes my crystal!»

Non poteva mancare tra le recensioni del Gongoro il film-totem del maestro dell'animazione Hayao Miyazaki Laputa: Castle in the sky (Tenku no shiro Rapyuta, '86), l'avventura di due ragazzi alla ricerca dell'isola volante di Laputa, tra pirati, militari, congiure e una miriade di invenzioni visive e narrative. Alla fine l'isola fantastica, simbolo dei sogni e delle aspirazioni umane, rivelerà la sua doppia natura di giardino incantato e arma micidiale, ma il finale è a lieto fine, e il coraggio dei due ragazzi riuscirà infine a sgretolare la metà oscura di Laputa.


Monday, November 17, 2008

Il mito del buon governo

Sarà mai possibile che, grazie a qualche “riforma” o a delle buone intenzioni, un'organizzazione criminale si trasformi in un'opera di bene? Che una macchina di morte diventi un sostegno per la vita?

Io credo proprio di no, e così anche Lew Rockwell.
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Di Llewellyn H. Rockwell, Jr.


Uno degli errori più grandi e persistenti dei liberali classici è di credere “nel buon governo,” in un governo che faccia “quello che si suppone debba fare.”

Non c'è niente che lo stato possa fare, e di cui la società ha bisogno, che non possa essere fatto in modo ben migliore dal mercato. Un altra questione altrettanto eloquente è questo: nessuno stato con il potere di fare ciò che si presume necessario si limiterà a quello. Si espanderà fin dove l'opinione pubblica tollererà.

A volte la cosa è più facile da vedere esaminando i governi stranieri, come il tragico caso della Cina. Il governo si sta imbarcando in un'impresa esplosiva per impegnare 586 miliardi di dollari nelle “infrastrutture” in due anni. Il motivo è la classica giustificazione keynesiana: le spese sono necessarie per stimolare gli investimenti. Non importa che questo trucco non abbia mai funzionato in tutta la storia dell'umanità. Questo è piuttosto un grande programma per saccheggiare il settore privato a favore del partito comunista, che quindi spenderà i soldi per aumentare il suo potere.

Nessun paese ne sa di più della Cina sui fallimenti di questo tipo di pianificazione centrale. Ogni forma di collettivismo è stata provata su queste povere anime, e decine di milioni hanno perso le loro vite nel corso dei folli esperimenti collettivisti di Mao. Che questo nuovo programma venga promulgato nel nome di Lord Keynes piuttosto che di quello di Karl Marx è irrilevante. Gli effetti sono gli stessi: il potere si espande e la libertà si riduce.

La guarigione della Cina dal comunismo è una delle storie di maggior ispirazione nella storia dello sviluppo economico. Il paese è passato dall'essere una terra catastrofica sofferente e impoverita alla modernizzazione nel giro di appena 15 anni. Lo stato si è quasi azzerato con il continuo sviluppo del settore privato. Questo non è stato un piano. È stato il risultato de facto di una nuova tolleranza dell'attività economica libera. Lo stato è entrato in una fase protettiva per mantenere il proprio potere e non ha fatto niente per arrestare la crescita dell'azienda privata. Il risultato è stato glorioso.

Tenete presente questo punto critico: il ripristino della Cina come società civilizzata non è avvenuto a causa di un certo programma centrale, ma della sua assenza. Il fatto che lo stato non è intervenuto ha condotto alla prosperità. Di nuovo, non è stata una politica o una costituzione o una legge a fare la differenza. Non c'è stato un passaggio da un governo di tipo comunista ad uno stato-guardiano notturno. Dal momento che lo stato ha abbandonato i suoi avamposti a causa dell'opposizione e del disprezzo pubblico, la società ha potuto fiorire.

Ma lo stato non è mai andato via. È solo che le sue depredazioni sono state sporadiche e imprevedibili. Se la storia avesse preso un corso migliore, lo stato centrale si sarebbe dissolto del tutto, e la legge si sarebbe devoluta ad un livello massimamente locale. Tristemente per i cinesi, lo stato ha resistito nella sua vecchia struttura, proprio mentre il settore privato si è sviluppato sempre di più. Lo stato aveva ancora la sua mano nelle grandi industrie come l'acciaio e l'energia e, naturalmente, controllava il settore bancario.

Il governo non è mai diventato buono (un'impossibilità). Era ed è cattivo. Era soltanto meno cattivo che nel passato, perché faceva di meno. Ma tutti gli stati stanno in attesa di una crisi. Il terremoto nel sud-ovest ha fornito una grande giustificazione per l'intervento. Non c'è maggior giustificazione per espansione dello stato di una crisi economica – tranne forse la guerra. I funzionari cinesi possono contare sul supporto degli “esperti” occidentali, e la risposta assolutamente disgustosa degli Stati Uniti alla nostra crisi economica ha fornito un modello terribile per il mondo. Pensateci: il partito comunista in Cina sta ora citando gli Stati Uniti come il motivo principale per il proprio programma per saccheggiare il settore privato ed aumentare il proprio potere a scapito del paese.

Questo è quel che si dice essere un faro della libertà in un mondo tenebroso! Invece, gli Stati Uniti stanno contribuendo a spegnere le luci ed a sostenere i dispotismi decrepiti. Questa è certamente una grande ironia dell'attuale momento politico. Invece di insegnare al mondo la libertà, l'esecutivo unitario recentemente autorizzato degli Stati Uniti sta battezzando varie forme di dittatura.

Non c'è dubbio che la spesa della Cina non migliorerà lo sviluppo economico. Sottrarrà piuttosto 586 miliardi dal settore privato e li spenderà su priorità politiche. Non dimenticate mai che nessun governo ha ricchezza propria da spendere. I soldi devono venire dalle tasse, dall'inflazione monetaria, o dall'espansione del debito che deve essere successivamente pagato. E le scelte di spesa pubblica saranno sempre poco economiche rispetto a come la società userebbe quella ricchezza. Il che vuol dire che i soldi saranno sprecati.

Ma la spesa non stimolerà gli investimenti? Può provocare piccoli boom locali, ma saranno temporanei. Anche se la nuova spesa causerà una risposta di spesa da parte degli investitori e dei consumatori, questa è una prova in più di un uso poco economico di risorse limitate. Se i soldi sono usati per sostenere aziende in fallimento, questo è particolarmente dannoso poiché è un tentativo di ignorare le realtà del mercato, un tentativo con una possibilità di riuscita simile al provare a vincere la gravità lanciando delle cose in aria.

La natura dello stato – ed il centro della spiegazione razionale per la sua esistenza – è la convinzione che si erga al di là e sopra la società, per correggere i fallimenti del mercato e degli individui. Una presunzione di superiorità è al cuore stesso dello stato, sia minimo che totalitario. Chi può dire quando e dove esso dovrebbe intervenire? Bene, pensateci. Se lo stato è inerentemente più saggio e superiore rispetto alla società, capace di giudicare cosa sta funzionando e cosa no, lo stato da solo è inoltre nella posizione per decidere quando dovrebbe intervenire.

Non c'è nessun governo liberale per natura, disse Ludwig von Mises. Questa è la grande lezione che chi sostiene il “governo limitato” non ha mai imparato. Se date al governo ogni lavoro da fare, presumerà di avere il diritto di controllare il proprio comportamento e quindi, inevitabilmente, di abusare il proprio potere. Questo è vero in Cina ed è vero negli Stati Uniti.

È stata la scienza dell'economia ad aver scoperto per prima l'incapacità radicale dello stato di fare qualsiasi miglioramento nell'ordine sociale. Invocare l'economia come ragione perché il governo saccheggi e depredi in nome della “stimolazione degli investimenti” è un ribaltamento della scienza. Stimolare qui e là e dappertutto equivale ad una diminuzione della libertà, della sicurezza della proprietà, e della prosperità.

È famoso l'elogio che Keynes fece delle politiche economiche naziste nell'introduzione all'edizione tedesca del suo libro peggiore, la Teoria Generale. Dopo un secolo di orrori, gli uomini e le donne libere in Cina, negli Stati Uniti e nel mondo certamente meritano qualcosa di meglio.
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Sunday, November 16, 2008

The Gold Standard Before the Civil War

Per chiudere una settimana piuttosto “rothbardiana” niente di meglio di una lezione sul gold standard dello stesso Rothbard, tenuta nel 1983 alla prima conferenza del Mises Institute. Solo per anglofoni, purtroppo.

Saturday, November 15, 2008

Psicostoria

Dopo un paio di settimane di silenzio a causa di qualche interferenza magnetica, forse legata agli strani fenomeni osservati su Saturno, che ha impedito la trasmissione dei dispacci telepatici dall'isola di Laputa, il nostro inviato torna a farsi sentire.

Il messaggio di questa settimana riguarda una branca della scienza che noi terrestri, per il momento, siamo abituati a relegare nel campo dell'immaginario, nella fantascienza, appunto, ma che sull'isola volante pare venga considerata con grande serietà.

Lascio allora la parola all'affezionato Pesce Volante che ci “inizierà” ai misteri di quell'arte divinatoria che Isaac Asimov chiamava psicostoria, e auguro a tutti buona lettura e buon fine settimana.
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Di Giovanni Pesce

Ripartendo, per i nostri viaggi, dai racconti di Isaac Asimov, troviamo Fondazione Anno Zero, dove si prospetta ad opera di Hari Sheldon, la nascita della Psicostoria, ovvero quell’arte di statistica previsione del futuro prossimo venturo.

Notevole è il fatto che Asimov conceda ai cultori di questa nobile arte anche qualche piccola possibilità di “correzione “ dei fatti contingenti per meglio impostare gli eventi futuri.

Ma noi non ci preoccupiamo di queste cose in quanto molti fra noi pensano che questa è fantascienza, roba buona al massimo per un film; altri, in verità pochi, pensano invece che i nuovi ordinamenti sociali possano essere perseguiti con un ordinamento “inserito” all’interno dell’individuo.

Mentre altri gruppi di persone, come gli storici, con lo stesso termine Psicostoria intendono anche quel sistema di valutazione dei fatti passati, eseguita con particolare interesse puntato sulla psiche dei leaders, qui a Laputa si interpreta invece la Psicostoria come quella attività preventiva di Comando & Controllo Psichico eseguito sui leaders politici per anticipare e correggere la Storia.

Non a caso i politici hanno sempre vicino uno psichiatra che segue le loro mosse; negli anni ’80 avevamo Dr. Byrd che seguiva Jimmy Carter, Dr. Ferracuti che seguiva Cossiga, Dr. Pieczenick che seguiva il caso Moro.

In particolare il Dr. Pieczenik ha condensato i suoi metodi psicoanalitici nel libro “Massima Vigilanza” che ha come scenario il controllo della mente del presidente degli Stati Uniti da parte di uno psichiatra.

Dr. Steve Pieczenik è il coautore di alcuni libri scritti in coppia con Tom Clancy, l’uomo che scrivendo a metà tra fantascienza e realtà, prevedeva scenari molto simili a quelli dell’ 11 Settembre 2001.

Altri psichiatri importanti degli anni ’80 erano il Dr. Navarro Valls, portavoce vaticano di Giovanni Paolo II ed il Dr. Pazienza, gestore di molti casi italiani che hanno visto la partecipazione dei servizi segreti in affari internazionali e bancari.

Torniamo ad Asimov, il quale confidava nella legge dei grandi numeri, ovvero pensava che se il gruppo sociale di controllo fosse abbastanza numeroso allora sarebbero stati possibili dei particolari metodi statistici di previsione “storica”; questo suo pensiero probabilmente era influenzato dalla presenza ingombrante, in quegli gli anni (’50), delle statistiche “terribili” (megadeaths) del Dr. McNamara.

Qui si pensa invece al particolare; al controllo della mente del leader per poter piegare la storia prossima ventura verso l’obiettivo desiderato dai gestori della cospirazione.

Il tema della psiche è presente anche il Minority Report di Steven Spielberg – tratto dall’omonimo racconto di Philip Dick – che suggerisce come nel sistema giuridico statunitense, sulla base di una semplice “precognizione” di uno psichiatra possa scattare un controllo sociale come la pena di morte.

Insomma nasce il sospetto che ci sia un controllo mentale delle masse, un controllo mentale delle minoranze devianti ed un controllo mentale dei capi di governo; e tutto il sistema è corroborato da una selezione artificiosa di capi e sottocapi scelti massimamente tra coloro i quali presentino un quadro clinico-psichico adatto alla subordinazione controllata.

Per coloro i quali non si adattino all’inquadramento psichico vengono costruite delle “gogne” mentali che mettono il colpevole al ludibrio del grande pubblico.

E per il grande pubblico:
In ogni posto di lavoro, per strada o a casa ci sono i “sanity-meters” ovvero gli alienometri prodotti dalla Cahill Thomas Manufacturing: misurano il disadattamento – “la pazzia” – di ogni cittadino. Se si supera la norma (fra 0 e 3) si è sottoposti a sorveglianza; quando si arriva al livello 10 si sottostà alla “correzione chirurgica” oppure si entra per sempre nella misteriosa Accademia.
Come strumenti di correzione per una migliore igiene mentale si raccomanda l’uso della TV, prima e dopo i pasti principali; con la sua serie di suoni, immagini, la TV riesce a conquistare i cuori e le menti dei telespettatori fino ad annullare ogni volontà decisionale.

Niente più rivoluzioni nei paesi a grande diffusione del mezzo televisivo, ma la conquista del potere dall’interno: un inside job.