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Saturday, August 29, 2009

La truffa dell'influenza suina

Questo è un articolo da leggere e diffondere per contrastare l'assurda propaganda sulla pandemia suina, la terrificante minaccia che uccide meno del raffreddore per combattere la quale miliardi di dollari devono passare dalle tasche dei legittimi proprietari in quelle delle multinazionali farmaceutiche meglio collegate con il potere politico.

Un'incredibile farsa che illustra alla perfezione il funzionamento dello stato corporativo e fascista.

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Di Andrew Bosworth


L'allarme è suonato. I politici, i dirigenti delle farmaceutiche ed i conglomerati dei media vorrebbero farci credere che una pandemia stile 1918 sia una minaccia reale. La pandemia del 1918, tuttavia, si è evoluta nelle condizioni uniche della Prima Guerra Mondiale, per quattro motivi specifici.

Perché il 2009 non è il 1918

Innanzitutto, la Prima Guerra Mondiale fu caratterizzata da milioni di truppe che vivevano nelle trincee allagate lungo il fronte occidentale. Questa zona di guerra si trasformò in un terreno fertile per un virus opportunista, come la letteratura medica rivela:

“... un paesaggio contaminato da irritanti respiratori quali il cloro ed il fosgene e caratterizzato da fatica e sovraffollamento, la parziale inedia tra i civili e l'occasione per il veloce ‘passaggio’ dell'influenza tra giovani soldati avrebbe fornito l'occasione per multiple ma piccole alterazioni mutazionali in tutto il genoma virale.” [1]

Secondo, la guerra vide lo sviluppo di accampamenti e porti d'imbarco militari su scala industriale, come Etaples in Francia, permettendo al virus dell'influenza di entrare in un'altra fase di mutazione accelerata. In quei giorni Etaples era una città improvvisata di 100.000 truppe provenienti da tutto l'Impero Britannico e dai suoi ex domini. Questi soldati erano concentrati in antigieniche caserme, tende e mense.

Oggi, molte città e nazioni hanno dense concentrazioni di persone; nessuna di queste, tuttavia, è geograficamente isolata nelle stesse condizioni di una guerra di trincea e degli schieramenti stile Prima Guerra Mondiale. Naturalmente, ci sono micro-popolazioni nelle prigioni (soggette a tubercolosi resistenti ai farmaci), nelle caserme militari (soggette ad agenti patogeni respiratori ed infezioni meningococciche) e sulle navi da crociera (soggette al Norovirus) – tutte prove del legame fra isolamento umano da un lato e malattia infettiva dall'altro.

Terzo, dopo la guerra, navi come la USS Alaskan si sono trasformate in capsule di Petri galleggianti. Migliaia di soldati vennero stipati come sardine per il lungo viaggio verso casa, permettendo che il virus si riproducesse all'interno di unità ermeticamente chiuse.

Quarto, le truppe vennero ammucchiate in vagoni chiusi per il viaggio di ritorno alle basi militari, dove infettarono le nuove reclute. Più tardi, fu documentato che i reggimenti dell'esercito le cui caserme prevedevano soltanto 13 metri quadri per soldato ebbero un'incidenza di influenza fino a dieci volte quella dei reggimenti che permettevano 23 metri quadri per persona. [2]

Il virus dell'influenza del 1918 diventò pandemico perché, durante la Prima Guerra Mondiale, il normale rapporto ospite-agente patogeno venne abbandonato quando milioni di giovani furono ammucchiati in confinamento geografico. Nella Prima Guerra Mondiale, un virus influenzale si presentò con un numero apparentemente illimitato di ospiti quasi tutti giovani, maschi e con il sistema immunitario compromesso. Non limitato e non controllato dalle usuali abitudini del comportamento umano, il virus è andato canaglia.

I virus dell'influenza sono furbi, ma non sono suicidi: se l'ospite si estingue anche il virus si estinguerà. La strategia evolutiva, dalla prospettiva del virus, è di rimanere un passo avanti – ma non due – al sistema immunitario sia degli esseri umani che degli animali. Il virus dell'influenza mira ad infettare e riprodursi senza uccidere una massa critica degli ospiti, del branco, in modo che la virulenza del virus si smorza dopo essere diventata mortale per gli individui ai margini della popolazione ospite: i deboli e gli anziani. La Prima Guerra Mondiale sconvolse questo rapporto sincronizzato e co-evolutivo fra i virus dell'influenza e le popolazioni umane.

Dal 1918 non c'è stata nessuna influenza abbastanza forte da produrre, in milioni di persone, una “tempesta di citochina,” che è una reazione esagerata immunologica che conduce all'edema polmonare (i polmoni si riempiono di liquido) – la maledizione di quelli con il sistema immunitario più forte, normalmente fra i 20 e i 40 anni.

Nelle normali pandemie di influenza, anche in quelle gravi, il virus uccide una parte dei deboli e degli anziani. Questo pare sia stato il caso nel 1837 per la Germania e nel 1890 per la Russia, benché le prove mediche certe scarseggino. Fu certamente vero per l'influenza asiatica del 1957 e l'influenza di Hong Kong del 1968, nessuna delle quali fu significativamente mortale per i giovani adulti. L'influenza del 1976-1977 venne esposta come bufala, truffa, con molto più morti per il vaccino che per l'influenza in sé.

Effettivamente, il 1918 fu un'aberrazione. Da allora, nessuna influenza ha falciato via tanta gente: circa 500.000 Americani e una cifra fra i 25 e i 50 milioni di persone in tutto il mondo in tre ondate: la prima a marzo, poi ad agosto (l'ondata più mortale), quindi ancora nel novembre del 1918, fino alla primavera del 1919.

Le origini della pandemia de 1918 si possono far risalire alle trincee della fronte occidentale nel 1915, 1916 e 1917: alla prima guerra industriale ed internazionale su vasta scala del mondo. Non ci fu altra causa: se la Prima Guerra Mondiale non fosse stata combattuta, è inconcepibile che la pandemia di influenza del 1918 sarebbe stata così severa. Oggi, nel 2009, assenti le condizioni della Prima Guerra Mondiale, è assurdo che le autorità politiche e mediche sostengano che l'influenza suina sia una minaccia alla società.

Le origini misteriose del virus dell'“influenza suina” H1N1

Se l'attuale virus dell'influenza suina H1N1 diventerà anormalmente mortale, tre sarebbero le principali spiegazioni: la prima, che il virus sia stato liberato casualmente, o sia fuoriuscito, da un laboratorio; la seconda, che l'impiegato scontento di un laboratorio abbia liberato il virus (come accaduto, secondo la versione ufficiale degli eventi, con l'attacco all'antrace del 2001); la terza, che un gruppo, una società o un ente governativo abbia liberato intenzionalmente il virus per interessi di profitto e potere.

Ciascuna delle tre alternative rappresenterebbe una spiegazione plausibile se il virus dell'influenza suina dovesse diventare mortale. Dopo tutto, il virus dell'influenza del 1918 era morto e sepolto – fino a che, cioè, degli scienziati hanno dissotterrato una bara per ottenere una biopsia del cadavere in essa contenuto. Più tardi, i ricercatori hanno similmente disturbato una donna Inuit sepolta sotto il permafrost. [3]

L'Istituto di Patologia delle Forze Armate degli Stati Uniti, con uno scienziato della Facoltà di Medicina di Mount Sinai, hanno quindi cominciato a ricostruire la Spagnola del 1918. Se l'Iran o la Corea del Nord si fossero dedicati ad esperimenti da Frankenstein (con tanto di saccheggio di tombe) per ricostituire il virus del 1918 gli Stati Uniti ed il Regno Unito avrebbero fatto fuoco e fiamme al Consiglio di Sicurezza dell'ONU.

La cosa interessante è che numerosi medici e scienziati sospettano che il virus dell'influenza suina sia stato coltivato in un laboratorio. Un noto virologo australiano, Adrian Gibbs – che è stato uno dei primi ad analizzare le proprietà genetiche dell'influenza suina del 2009 – crede che degli scienziati abbiano accidentalmente creato il virus H1N1 producendo vaccini. E il dottor John Carlo, direttore medico di Dallas Co., ha detto: “questa forma d'influenza suina che è stata coltivata in laboratorio è qualcosa che non è mai stato visto prima negli Stati Uniti e nel mondo, quindi questa è effettivamente una nuova forma d'influenza che è stata identificata.” [4] A causa di ciò, il virus dell'influenza suina del 2009 – che deve ancora essere rilevata negli animali – ha un pedigree piuttosto sospetto.

La campagna di propaganda

Su tutti i media mainstream, i notiziari annunciano una morte per influenza suina dopo l'altra (anche se l'influenza ordinaria uccide circa 35.000 americani ogni anno). Ad un esame più accurato di ciò che passa per giornalismo, si scopre che le vittime avevano “problemi sanitari di fondo,” “una comune condizione della salute di fondo,” o “condizioni mediche significative.”

Un titolo ha persino strombazzato: “Madre con influenza suina muore dopo aver partorito, lasciando il suo bambino prematuro a lottare per la vita,” e soltanto più tardi, sepolto in profondità nel resoconto sottostante, si spiegava che aveva “altri problemi di salute” che includevano l'essere costretta su una sedia a rotelle a causa di un grave incidente stradale.

Cittadini in tutto il mondo sono sempre più scettici sui titoli allarmistici seguiti da spiegazioni in caratteri minuscoli. Sono a disagio di fronte ai tentativi di creare il “bispensiero” – un termine coniato da George Orwell in 1984 che si riferisce all'intrattenere due idee contraddittorie simultaneamente, paralizzando il pensiero critico.

I media non hanno mai avuto l'abitudine di segnalare casi di persone che, senza motivo, sono morte d'influenza. Dei 35.000 americani che muoiono ogni anno per malattie correlate all'influenza, alcuni sono relativamente giovani e sani. Succede. Quest'anno, tuttavia, le loro storie occupano le prime pagine.

Secondo le ultime notizie l'influenza suina H1N1 può colpire i polmoni e condurre alla polmonite. Ma questo è ciò che distingue l'influenza dal raffreddore comune in primo luogo; ed ecco perché decine di migliaia di anziani muoiono ogni anno per sintomi di tipo influenzale. Fox News ha persino sostenuto che “questo cambia e subisce mutazioni e ritorna in forme diverse...,” (come tutti i virus dell'influenza). In breve, i media ora usano gli stessi sintomi ordinari dell'influenza per alimentare la paura.

Fortunatamente, un'onda crescente di media online sfida la propaganda. Nel 1976, non c'erano voci contrastanti e gli spot manipolativi della televisione del Centro di Controllo delle Malattie dominavano le onde radio. Fortunatamente, come testamento per la sfacciataggine ufficiale, questi video sono ora archivati e reperibili su internet sotto il titolo “1976 Swine Flu Propaganda.”

Ora come allora, la politica pandemica del governo degli Stati Uniti si alterna fra il ridicolo ed il ripugnante. Il sito del governo sull'influenza è rivelatore. In primo luogo, la sezione storica sul virus del 1918 è intellettualmente disonesta, non facendo assolutamente nessun collegamento fra le condizioni uniche della Prima Guerra Mondiale e la pandemia d'influenza; al contrario, il sito propaga l'errata nozione che questo virus sia spuntato fuori all'improvviso.5

In secondo luogo, il sito annuncia un assurdo video concorso in stile American Idol: “Crea un Video sulla Prevenzione o la Cura dell'Influenza & Vinci 2500 Dollari in Contanti!” (Il Congresso ha stanziato 8 miliardi di dollari per la prevenzione dell'influenza suina e può offrirne solo 2.500 ai proles – o, piuttosto, all'unico prole che, sollevandosi sopra la mediocrità, meglio ripeterà la linea del partito.)

E terzo, il sito incoraggia l'uso di Twitter per “essere informati...” C'è qualcosa di vagamente inquietante in un governo federale degli Stati Uniti che promuove Twitter come forma di resistenza all'autoritarismo straniero, mentre, simultaneamente, usa la rete sociale per confederare e proteggere ulteriormente l'abuso di potere nel paese.

1976 + 1984 = 2009

In definitiva, sembra che la pandemia d'influenza suina del 2009 non sarà un 1918. Potrebbe però essere una truffa stile 1976, con scopi di potere e profitto, con dentro una punta di 1984 di Orwell per buona misura.
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Note

1. JS Oxford, A Sefton, R Jackson, W Innes, RS Daniels e NPAS Johnson, “World War I may have allowed the emergence of ‘Spanish’ influenza,” The Lancet/ Infectious Diseases Vol. 2 February 2002.
2. CR Byerly. 2005. Fever of War: The Influenza Epidemic in the U.S. Army During World War I. New York, NY: New York University Press.
3. Ann H. Reid, Thomas G. Fanning, Johan V. Hultin, e Jeffery K. Taubenberger, “Origin and Evolution of the 1918 Spanish Influenza Virus Hemagglutinin Gene,” PNAS Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America. Division of Molecular Pathology, Department of Cellular Pathology, Armed Forces Institute of Pathology, Washington, DC. Communicated by Edwin D. Kilbourne, New York
4. Paul Joseph Watson, “Medical Director: Swine Flu Was ‘Cultured In A Laboratory.” questa forma d'influenza suina che è stata coltivata in laboratorio è qualcosa che non è mai stato visto prima negli Stati Uniti e nel mondo, quindi questa è effettivamente una nuova forma d'influenza che è stata identificata, 26 aprile 2009.
5. http://www.flu.gov/

Friday, June 12, 2009

La cura per la sanità

And so we must conclude that “we” are not the government; the
government is not “us.”
(Murray N. Rothbard, For a new liberty)


Nell'edizione dell'aprile 1993 di The Free Market, Hans-Hermann Hoppe descriveva brevemente i quattro punti per ricreare un sistema sanitario efficiente ed economicamente sostenibile, spiegando in breve perché queste misure sono indispensabili. Questi quattro punti sono:
1. Eliminare tutti i requisiti di licenza dalle facoltà di medicina, dagli ospedali, dalle farmacie e dai medici e dall'altro personale sanitario. La loro disponibilità aumenterebbe quasi immediatamente, i prezzi scenderebbero e una maggior varietà di servizi sanitari comparirebbe sul mercato.

Agenzie di garanzia volontarie in concorrenza tra loro sostituirebbero la licenza obbligatoria del governo – sempre se i fornitori di sanità ritengono che tale garanzia possa aumentare la loro reputazione, e che i loro consumatori diano un peso alla reputazione e siano disposti a pagarla.

Dato che non sarebbero più ingannati a credere che uno “standard nazionale” della sanità esista, i consumatori aumenteranno i loro costi di ricerca ed opereranno scelte sanitarie più attente.

2. Eliminare tutte le limitazioni governative sulla produzione e sulla vendita di prodotti farmaceutici ed apparecchiature mediche. Ciò significa niente più Food and Drug Administration, che attualmente ostacola l'innovazione e aumenta i costi.

Costi e prezzi calerebbero, ed una più ampia varietà di prodotti migliori raggiungerebbe il mercato più rapidamente. Il mercato obbligherebbe i consumatori ad agire secondo la propria – piuttosto che del governo – valutazione del rischio. E produttori e rivenditori di farmaci e apparecchiature in concorrenza tra loro, sia per proteggersi contro le cause legali che per attrarre clienti, fornirebbero descrizioni del prodotto e garanzie sempre migliori.

3. Deregolamentare il campo delle assicurazioni sulla salute. L'impresa privata può offrire un'assicurazione contro eventi sul cui risultato l'assicurato non ha il controllo. Non ci si può assicurare contro il suicidio o il fallimento, per esempio, perché la causa di questi eventi è nelle mani di ciascuno.

Poiché la salute di una persona, o la mancanza di essa, si trova sempre più sotto il suo controllo, molti, se non la maggior parte dei rischi per la salute, in realtà non sono assicurabili. “Assicurarsi” contro i rischi la cui probabilità un individuo può sistematicamente influenzare ricade all'interno della responsabilità di quella persona.

Qualsiasi assicurazione, inoltre, prevede il raggruppamento di rischi individuali. Implica che gli assicuratori paghino più a qualcuno e meno ad altri. Ma nessuno sa in anticipo e con certezza quali saranno i “vincitori” e i “perdenti.” I “vincitori” e i “perdenti” si distribuiscono a caso e la ridistribuzione del reddito risultante non è sistematica. Se i “vincitori” o i “perdenti” si potessero prevedere sistematicamente, i “perdenti” non vorrebbero raggruppare il loro rischio con i “vincitori,” ma con altri “perdenti,” perché questo abbasserebbe i loro costi assicurativi. Non vorrei raggruppare i miei personali rischi di incidente con quelli dei giocatori di football americano professionisti, per esempio, ma esclusivamente con quelli di persone in circostanze simili alle mie, ad un costo più basso.

A causa delle limitazioni legali sul diritto al rifiuto degli assicuratori della salute – per escludere qualsiasi rischio individuale come non assicurabile – il sistema attuale di assicurazione sulla salute è interessato soltanto in parte all'assicurazione. L'industria non può discriminare liberamente fra i diversi rischi collettivi.

Di conseguenza, gli assicuratori della salute coprono un gran numero di rischi non assicurabili accanto, e insieme, a veri rischi assicurabili. Non discriminano fra i vari gruppi di persone che comportano rischi assicurativi significativamente differenti. L'industria opera così un sistema di ridistribuzione del reddito – avvantaggiando gli attori irresponsabili ed i gruppi ad alto rischio a scapito degli individui responsabili e dei gruppi a basso rischio. I prezzi dell'industria sono di conseguenza elevati e in aumento.

Deregolamentare l'industria significa ristabilire la libertà di contratto senza restrizioni: per permettere ad un assicuratore della salute di offrire qualsiasi tipo di contratto, che includa o escluda qualsiasi rischio e discrimini fra qualsiasi gruppo di individui. I rischi non assicurabili perderebbero la copertura, la varietà di polizze per la copertura rimanente aumenterebbe e le differenze di prezzo rifletterebbero i veri rischi assicurativi. In media, i prezzi calerebbero drasticamente. E la riforma ristabilirebbe la responsabilità individuale nella sanità.

4. Eliminare tutti i sussidi ai malati. I sussidi generano più di qualunque cosa sovvenzionano. I sussidi per la malattia coltivano la malattia e promuovono disattenzione, indigenza e dipendenza. Se li eliminiamo, rinforzeremmo la volontà di vivere una vita sana e di lavorare per vivere. In primo luogo, questo significa abolire Medicare and Medicaid.
Se si vuole ragionare legando le cause agli effetti, le argomentazioni di Hoppe sono incontestabili, del resto la sanità di stato è solo una grossa bolla che, come tutte le bolle, è destinata a scoppiare: costi e prezzi sempre più alti, qualità del servizio sempre più bassa, fino all'inevitabile implosione allorché le risorse che escono supereranno quelle che entrano. Un po' come la pensione “per tutti,” ma dai cent'anni in su. O come la “piena occupazione,” però obbligatoria.

Un appunto mi sento di farlo, però, ed è il solito discorso delle privatizzazioni, ovvero: se il sistema sanitario è stato pagato dal contribuente – non volontariamente, per giunta – con che diritto lo stato dispone di questo bene? Inoltre, ciò che accade è che i beni cosiddetti pubblici vengono svenduti proprio allo stesso entourage che ha garantito il potere agli uomini di governo, l'élite dello stato corporativo. E vengono svenduti non solo per corruzione ma anche per la congenita impossibilità di stabilire un prezzo di mercato in un mercato popolato di monopoli.

In questo modo ad ereditare uno di questi monopoli sono i clientes privilegiati degli uomini di governo, un monopolio che pur se privato non può essere considerato naturale in quanto creato con la coercizione: questo da sé limiterebbe i benefici portati dal mercato, già abbondantemente ridotti dalla presenza dell'infausto monopolio della moneta. C'è il rischio, privatizzando “a pezzi,” di creare una situazione anche peggiore, un rischio aggravato da una questione morale: se lo stato non ha il diritto di rubare, non ha nemmeno quello di vendere la refurtiva, e da una radice marcia non cresce una pianta sana.

Una possibile soluzione potrebbe essere la divisione in azioni del bene in questione, da assegnare poi proporzionatamente alle dichiarazioni dei redditi, così che ciascuno possieda una parte del bene in qualche modo corrispondente alla cifra pagata. Sembra un po' una proprietà collettiva, è vero, ma in regime di mercato niente impedisce a nessuno di acquistare quelle azioni e di prendere infine possesso dell'intero bene, a quel punto all'unico prezzo corretto secondo la logica del libero mercato, quella secondo cui entrambi gli attori si ritengono più soddisfatti al termine dello scambio.

Lo stato non siamo noi. Quindi la vera privatizzazione è quella in cui lo stato rende a noi, i privati, quello che ci ha rubato.

Wednesday, June 3, 2009

Medicina forzata

L'argomento cancro è sempre molto caldo. Mi è sembrato giusto quindi offrire un contributo traducendo questo articolo di Bill Sardi, l'autore di You Don’t Have To Be Afraid Of Cancer Anymore, in cui si occupa del caso, molto seguito al momento negli USA, di un ragazzo fuggito con la madre per evitare le cure tradizionali e a cui le agenzie di polizia – attenzione: non i mercenari pagati da Big Pharma, proprio i cari tutori dell'ordine pagati con le tasse – stanno dando la caccia manco fosse Rambo tornato dal Vietnam.
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Di Bill Sardi


Questa foto del 13 maggio 2009 mostra Colleen, a sinistra, e il tredicenne Daniel Hauser nella loro fattoria di Sleepy Eye, in Minnesota. Daniel Hauser è stato colpito dal linfoma di Hodgkin, una forma di cancro. La madre ed il figlio sono fuggiti per evitare la terapia. Billy Best, un uomo di Norwell, nel Massachusetts, che scappò di casa all'età di 16 anni per evitare la chemio e la radioterapia per il suo linfoma, sostiene gli Hauser. (AP Photo/ABC News) Un tribunale gli diede ragione nel 1994 e Best tornò a casa per proseguire le terapie alternative.

San Dimas, California (25 maggio 2009): L'immagine di un bambino americano immobilizzato e costretto a sottoporsi ad una pesante terapia per il cancro contro la volontà sua e dei suoi genitori non è un pensiero piacevole.

Tutte le agenzie di applicazione di legge degli Stati Uniti si stanno dedicando ad una caccia all'uomo, non per dei sospetti terroristi o per degli evasi dalla prigione, ma piuttosto per una madre e il suo figlio tredicenne malato di cancro.

In un certo scontro di culture, i medici temono che il ragazzo morirà se non riceve ulteriore trattamento. La maggior parte dei pazienti subiscono come trattamento una combinazione di basse dosi di radiazioni e di chemioterapia, che ha un tasso dichiarato di sopravvivenza fino a cinque anni di più del 90% per i bambini di questa età. Ma la famiglia rurale vive a Sleepy Eye, nel Minnesota, e abbraccia la medicina popolare tradizionale.

Non è semplicemente che le autorità locali abbiano dei mandati di perquisizione. L'intero apparato delle agenzie di applicazione della legge degli Stati Uniti sta dando la caccia a questo ragazzino, compresa la procura degli Stati Uniti, gli sceriffi degli Stati Uniti e la FBI.

La caccia all'uomo si allarga

La caccia all'uomo si è allargata alla California. Daniel Hauser, il teenager malato di cancro, è fuggito in California con sua madre e gli agenti delle forze dell'ordine ritengono che stia provando ad espatriare in Messico per ottenere delle cure alternative per il cancro e per nascondersi alla legge.

Daniel Hauser ha il linfoma di Hodgkin. Anche se le moderne terapie per il cancro non curano e prevedono generalmente trattamenti pesanti, la chemioterapia con basse dosi di radiazioni è efficace per i bambini. Mentre la chemioterapia contribuisce alla sopravvivenza fino a cinque anni degli adulti soltanto circa il 2-3% delle volte, i bambini sono un'eccezione alla regola. La chemioterapia nel linfoma infantile è associata con una sopravvivenza prolungata.

Tuttavia, anche con un così alto indice di successo dichiarato e benché i dati sulla sopravvivenza a lungo termine siano generalmente buoni con la chemioterapia di sostentamento, i casi più avanzati non vanno così bene ed i tassi di ricorrenza sono alti, il che potrebbe forse essere il motivo per cui Colleen Hauser ha rifiutato il trattamento ed è sfuggita alla cura dopo che le sono state mostrate alcune lastre a raggi X e le è stato suggerito il trattamento radioattivo. Avrebbe dovuto comparire in tribunale per essere scappata in California con suo figlio ed è quindi scomparsa.

Un replay della saga del 1994

Una stazione televisiva di Boston ha reso noto un rapporto su Billy Best, un uomo di Norwell nel Massachusetts che nel 1994 scappò dai suoi genitori all'età di 16 anni e tornò a casa soltanto quando i suoi genitori acconsentirono alla sua scelta delle terapie alternative. Parlando della libertà di scegliere il trattamento, Best dice “pensavo che avessimo superato tutto ciò.”

Best era apparentemente in comunicazione con gli Hauser e i giornalisti hanno ipotizzato che fosse con Colleen e Daniel Hauser. Best dice che resisterebbe di nuovo al trattamento. Una corte ha sentenziato in suo favore nel 1994.

Il trattamento radioattivo è efficace?

Ironicamente, il caso di Hauser arriva proprio nel momento in cui gli oncologi che usano le radiazioni stanno mettendo in discussione i rapporti sull'efficacia del trattamento radioattivo per il linfoma di Hodgkin. Una rassegna di 61 relazioni di prove pubblicate fra il 1998 ed il 2007, pubblicato nell'edizione del 1° febbraio 2009 del Journal of Radiation Oncology Biology Physics, la Gazzetta Ufficiale della Società Americana per l'Oncologia per Irradiazione, mostra importanti deficienze nei rapporti che convalidano questo tipo di trattamento. La domanda è se i medici del cancro possano garantire con certezza che tale trattamento abbia carattere scientifico, cosa che la nuova amministrazione a Washington sta spingendo.

Svantaggi del trattamento convenzionale del cancro

Il trattamento convenzionale del cancro consiste di farmaci pesanti e di irradiazione per uccidere le cellule tumorali nel fluido linfatico. Ma questo trattamento non attacca mai la causa del cancro, che è probabilmente la ragione per cui i tassi di ricorrenza sono alti. Il linfoma infantile di Hodgkin è associato con l'infezione di Epstein-Barr, un tipo di virus dell'erpes.

La terapia moderna del cancro ignora ogni tentativo di rafforzare il sistema immunitario. Grossolani studi intrapresi negli anni 30 hanno condotto all'abbandono delle terapie per aumentare l'attività dei globuli bianchi. Oggi, l'immunoterapia sta ritornando di moda e molte delle molecole prese in considerazione sono naturali piuttosto che artificiali.

La vitamina D, il resveratrol che si trova comunemente nel vino rosso, la quercetina trovata nella buccia della mela rossa, gli acidi grassi omega-3 nei pesci e nell'olio di semi di lino e l'allicin dell'aglio sono fra le molte molecole naturali che sono state testate per l'uso nella terapia del cancro.

Uno studio di laboratorio ha mostrato che la vitamina C endovenosa ha un profondo effetto nel reprimere tumori non-solidi come il linfoma. Il resveratrol si è dimostrato capace di inibire il cancro in tutte e tre le fasi di sviluppo: inizio, crescita e diffusione, una cosa che nessun moderno farmaco contro il cancro riesce a fare.

Rappresentazione distorta dei malati di cancro che rifiutano la cura

I malati di cancro ed in questo caso i genitori di un bambino con il cancro, non dovrebbero essere caratterizzati grossolanamente come irragionevoli o irresponsabili. La terapia moderna del cancro è piena di svantaggi e manca di serie conferme scientifiche. I pazienti sentono storie orribile delle dure prove di altra gente con il cancro.

Un rapporto pubblicato nel 2008 dice che “la maggior parte dei pazienti con linfoma di Hodgkin (HL) può essere curata con la chemioterapia, la radioterapia o il trattamento di modalità combinato. Tuttavia, il trattamento attuale è associato a gravi effetti secondari e tossicità ritardate quali la sterilità, i danni cardiovascolari e le malignità secondarie. Inoltre, una frazione dei pazienti soffre di malattie resistenti al trattamento e non può essere curata con i metodi correnti comprese la chemioterapia a dose elevata ed il trapianto di cellule staminali.” [Hematology Meeting Reports 2008; 2(5):154–158] Questo rapporto richiede il riesame dell'immunoterapia per il linfoma.

Numerosi studi dimostrano che la condizione del sistema immunitario detta la sopravvivenza per i malati di cancro. Uno studio recentemente segnalato ha mostrato che la chirurgia o il trattamento radioattivo da solo inibisce il linfocita-T nel liquido linfatico, un regolatore chiave dello sviluppo del tumore, e dettano la sopravvivenza. La combinazione di chemioterapia più radiazione ha elevato i conteggi del linfocita-T, ma così ha fatto anche l'immunoterapia sperimentale. [Anticancer Research 2009 May; 29(5):1847–52]

Non sappiamo se il tribunale sentirà mai parlare degli svantaggi della terapia moderna del cancro, né se Colleen e Daniel Hauser torneranno in Minnesota. Le organizzazioni per la libertà della salute non hanno ancora commentato questa saga che è ora ampiamente riportata dai mezzi d'informazione.

Sunday, May 10, 2009

La puerca vida!

Poteva il Gongoro non informare i suoi lettori sull'epidemia che ci ucciderà tutti? Ovviamente no, e chi meglio di Fred Reed, allora, che scrive proprio dall'epicentro dell'ecatombe, poteva aggiornarci sull'imminente catastrofe?

(Senza contare che, per chi come me è in astinenza dai consueti dispacci del nostro inviato da Laputa, un articolo da La Puta Dora è proprio quello che ci vuole...)
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Di Fred Reed


Ok, ieri, arrivando finalmente a Guadalajara, nel pieno dell'epidemia d'influenza, della pandemia, in effetti, che si prevede più letale dell'influenza assassina del 1918, forse l'inizio di quella tanto attesa peste che spazzerà via l'umanità dalla terra, senza dubbio con suo grande sollievo, ero preparato al peggio. Avevo letto i giornali, dopo tutto. Ero certo che ci sarebbero stati mucchi di cadaveri in putrefazione nelle strade, come ci si aspetterebbe dopo un'elezione nel Burundi. Avevo letto il resoconto di Defoe della peste bubbonica a Londra, e sapevo che degli uomini con delle carriole stavano raccogliendo i morti. Specialmente con le odierne leggi sui rifiuti.

Salvo che, quando chiamavo Violeta ogni notte nelle due settimane in cui ero negli Stati Uniti, mi diceva sempre “quale influenza?” Non ce n'è influenza, qui. Le scuole sono state chiuse, i bar anche, tutti si nascondono dall'influenza, ma non si riesce a trovare nessuna influenza da cui nascondersi. Il mio amico Ken, in un'altra città vicino a Guad, mi segnalava allo stesso modo un'epidemia di salute perfetta. È un'influenza dei media, sospettava.

Io ne sapevo di più. Avevo letto della diffusione lampo, delle centinaia di morti, del terrificante apparire dei casi in Nuova Zelanda, dei confronti con la morte nera del 1348. Ohmiodiomiodiomiodiomiodio. L'unica spiegazione logica era che il governo messicano si stesse silenziosamente disfando di migliaia – no, decine di migliaia – di morti per non allarmare il commercio del turismo.

Atterrammo. Un funzionario di un certo tipo stava distribuendo quelle piccole, buffe mascherine a chiunque ne volesse una, praticamente nessuno. Uscendo dalla dogana, ognuno ha dovuto mettersi in piedi per un attimo davanti ad una macchina fotografica agli infrarossi che ti fa sembrare verde su un grande schermo se non hai la febbre, che nessuno sembrava avere. Nessun cadavere. Immagino che li abbiano rimossi davvero in fretta. Nessuna tosse. Avanti, ho pensato. Avete fatto pubblicità all'influenza. Ora tiratela fuori.

Violeta e Natalia sono venute a prendermi, apparentemente non morte, e ci siamo diretti verso sud a Jocotepec. Le strade erano semi-abbandonate, il traffico scarso. Forse, ho pensato, una peste è una buona cosa. Voglio dire, trovate da parcheggiare. Il Messico sembra prendere seriamente la malattia, fa tutte le cose responsabili che si devono fare con una peste. L'unica cosa che mancava era una peste. Si potrà ordinare della peste online, mi sono chiesto, sarebbe pratico.

Quella sera siamo andati con degli amici al Tortuga Sedienta ad Ajijic per degli hamburger e del vino (non sono sicuro che si possa bere vino con gli hamburger. Il dubbio mi sta consumando). Tra questi amici c'era una dottoressa messicana, del tipo shock-trauma credo, che aveva lavorato dappertutto. In due ore di conversazione, non ha mai menzionato l'imminente estinzione, il grande CSP verso il cielo, il Cambiamento di Stazione Permanente che incombeva su di noi come un cattivo divorzio. Immagino che non abbia fatto una grande impressione su di lei. O su chiunque altro.

Questa mattina sono corso come un leprotto spaventato a La Puta Dora per controllare i titoli di Yahoo, e non menzionavano affatto la peste. Inquietante. Ho immaginato che tutti i giornalisti dovevano essere morti. Un articolo che avevo letto calcolava la mortalità della Mostruosa Influenza al dieci per cento, quindi i reporter dovevano averla contratta varie volte ciascuno per essere morti tutti. Così sopravviverle non conferisce l'immunità. Male, molto male.

Dov'è il problema? Certo, domani il virus può scoppiare con rinnovata virulenza e portarsi via intere popolazioni. Suppongo che sia più probabile dell'impatto di un asteroide. Forse. I titoli di Yahoo parlano di qualcuno nell'Illinois o da qualche altra parte sospettato di aver ucciso la sua terza moglie. Va bene, forse questo è più importante di una malattia che sta per depopolare la terra. Dovete rispettare il giudizio del redattore (uccidere vostra moglie è un affare di famiglia e di nessun altro. Un po' di rispetto per la privacy?) Ma se questo affare dell'influenza non è solo un'isteria mediatica organizzata da subdoli redattori, perché non ne sentiamo già più parlare? Com'è che non la posso trovare, e si suppone che io sia nel bel mezzo di essa? Habeas Corpus, dico io.

Wednesday, April 29, 2009

Loop

Swine flu, 1976 edition:

Sunday, December 14, 2008

La cruda verità

In questi giorni è in pieno svolgimento una campagna dei media contro il latte crudo, bollato come alimento pericoloso. Si tratta in realtà di un'ulteriore prova che i mass-media non sono altro che strumenti di consenso al servizio di interessi particolari. Se avete qualche dubbio in proposito, chiedetevi perché, nei servizi dei telegiornali, non ha trovato spazio la versione del dott. Fausto Cavalli, che potete leggere nella lettera che segue.

Da notare che a dare il via alla campagna di disinformazione è stata un’interrogazione del senatore Paolo De Castro, ex ministro per le politiche agricole nella passata legislatura Prodi, nonché attuale vicepresidente della Commissione Agricoltura al Senato. De Castro è anche presidente di Nomisma, (la società di Prodi) che tra i suoi finanziatori ha – sorpresa – il gigante del latte Granarolo.

Una vicenda vergognosa, che ha però il merito di svelare la natura corporativista del nostro sistema, in cui i grossi gruppi alleati con la politica sfruttano quest'ultima per liberarsi della concorrenza.
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Perché bevo latte crudo



La situazione inerente il latte crudo è piuttosto grave: insistenti passaggi sulle Reti e Testate nazionali stanno procurando forte discredito verso questo interessante alimento e contro gli stessi allevatori produttori.

Sostanzialmente la tesi enunciata cerca di dimostrare che l'assunzione di latte crudo, senza la preventiva pastorizzazione, sia assolutamente pericoloso per la salute; si possono contrarre malattie anche gravi, tra le quali la sindrome emolitico-uremica procurata dalla presenza di Escherichia Coli O 157 nel latte. Con la pastorizzazione, cioè con il riscaldamento del latte crudo a circa 78°C, o oltre, (processo industriale) si inattivano gli eventuali microrganismi patogeni presenti, garantendo la sicurezza dell´alimento.

Attualmente da più parti si propone e si vorrebbe imposto l'obbligo di previa bollitura del latte crudo. Apparentemente tutto logico e qual è il problema?

La questione è che il latte crudo è proposto da anni da consumarsi, appunto, crudo, perché, così come risulta da numerosi studi, solo in queste condizioni si può beneficiare di alcune interessanti proprietà nutrizionali e nutraceutiche; la pastorizzazione o la bollitura inattivano particolarmente alcuni enzimi e peptidi bioattivi, tra cui l'Acido Linoleico Coniugato (CLA), alcuni tipi di proteine, tra cui la Lattoferrina, alcune vitamine ed infine i batteri lattici ( detti “fermenti lattici”). Tutti questi microelementi sono presenti nel latte crudo, ma sono sensibili e si inattivano oltre i 50°C; pertanto la pastorizzazione o la bollitura, oltre i 70°C sono sotto questo aspetto deleterie.

Alcune recenti ricerche indicano che il CLA promuove la riduzione di grasso corporeo e lo sviluppo della massa magra. E´ stato inoltre dimostrato come dosi medioalte di CLA siano in grado di diminuire la concentrazione serica del colesterolo a livello epatico. Più recentemente la ricerca scientifica ha procurato interessanti dati su altre possibili benefiche proprietà del CLA, riguardanti soprattutto la funzione immunitaria, il sistema cardiovascolare, la salute della ossa e il tasso glicemico. Al contrario è importante sottolineare che il processo produttivo industriale di pastorizzazione, servendosi di un eccessivo riscaldamento, potrebbe dare origine a particolari isomeri trans degli acidi grassi (isomeri generalmente non presenti in natura e che il nostro organismo fatica a metabolizzare), i quali sono spesso considerati tra i fattori favorenti l'insorgenza dell'arteriosclerosi.

La lattoferrina (ed altri peptidi, tra cui immunoglobuline, β-lattoglobuline, αlattalbumine e lisozima) è oggetto di molti studi, che indagano le sue proprietà di veicolare il ferro dall'intestino al sangue e da qui alle cellule, promuovendone l'assorbimento, e le sue attività antimicrobica, antivirale, antinfiammatoria e prebiotica. Sono oltre duemila gli studi pubblicati sulle diverse funzioni biologiche della lattoferrina. Da questi si evince che questa proteina, oltre all´azione di trasportare ferro, è un naturale antiossidante e un potente attivatore di cellule natural-killer e gioca un ruolo importante nella difesa contro i tumori.

L´effetto batteriostatico della lattoferrina è stato osservato in diversi animali, così come studi realizzati dall´INRA/INA PG, in Francia, hanno dimostrato che, nei soggetti a cui è stata somministrata lattoferina bovina, vi è un aumento di immunoglobuline IgA e IgG nel fluido intestinale. Il modo più naturale di somministrare la lattoferrina è attraverso l'allattamento. Alcuni studi dimostrano che la somministrazione orale di lattoferrina bovina inibisce la carcinogenesi nel colon, nella vescica, nella lingua, nell´esofago e nei polmoni, mentre altri riportano che questa glicoproteina potrebbe essere utilizzata per il trattamento del virus dell´epatite C, come agente preventivo del cancro al fegato (fonte IL LATTE n° 3 2006).

Per quanto riguarda i batteri lattici (Lactococcus lactis, Lactobacillus bulgaricus, Lactobacillus casei, Lactobacillus helveticus e Streptococcus thermophilus), il nome deriva dalla capacità che hanno di ottenere, per mezzo di un processo enzimatico di fermentazione, acido lattico dai carboidrati. Sono definiti probiotici (il cui nome si contrappone a quello di antibiotici), cioè microrganismi in grado di modificare positivamente l'equilibrio della flora batterica intestinale. Gli antibiotici agiscono contro batteri cattivi mentre i probiotici arricchiscono la flora batterica di batteri buoni. Si trovano comunemente nel latte crudo e nel formaggio (sono importanti per la maturazione del formaggio), ma certe specie sono anche rintracciabili in grande numero nella flora intestinale dei bambini (Lactobacillus bifidus) e degli adulti; riordinano la flora batterica intestinale, ostacolando lo sviluppo di molti microrganismi dannosi, inclusi i batteri patogeni, prevengono le infezioni intestinali (in presenza di una flora batterica sana i germi non riescono ne a moltiplicarsi, ne a diffondersi) e ricostruiscono una adeguata flora batterica dopo cure con assunzioni di antibiotici.

Inoltre aiutano la scomposizione degli alimenti, prevenendo problematiche, tipiche di un processo digestivo non corretto, rafforzano le difese immunitarie, producendo immunoglobine, situazione che giustifica il ruolo primario che viene attribuito ai fermenti lattici nella prevenzione delle allergie; producono alcune Vitamine, e ciò è possibile solo se questi Lattobacilli sono presenti nell'intestino. Producono un fattore di crescita che favorisce lo sviluppo dei bambini e infine prevengono assai bene l'avvelenamento da cibi e le infezioni locali o sistemiche provocate dall'entrata dei germi nell'organismo attraverso l´intestino (es. dissenteria, tifo, colera). In presenza di una sana flora batterica intestinale questi microrganismi patogeni non sono infatti in grado di moltiplcarsi e diffondere.

Latte crudo ai bambini

Riporto, come esempio e conferma di quanto sopra esposto, il testo integrale di una lettera pervenutami e che ritengo molto istruttiva al riguardo.

“Sono una ragazza di 27 anni, residente a (località indicata nella lettera, ma omessa per motivi di privacy) e madre di due bambini, A. e G., rispettivamente di 17 e di 6 mesi di età. Entrambi sono nati prematuri e sono stati ricoverati per breve tempo per problemi respiratoti nel reparto di terapia intensiva neonatale presso l'Ospedale Civile di Brescia.

Il primo figlio è stato allattato con latte artificiale già dai primi giorni di vita e ogni pasto era seguito da getti di vomito; così a 4 mesi dalla nascita sono stata costretta a tenerlo nel seggiolone per almeno un'ora dopo ogni pasto in modo da evitare un'eccessiva quantità di latte vomitato. A 6 mesi di età ho iniziato con la somministrazione del latte fresco pastorizzato, con il quale ho trovato un certo miglioramento. Tuttavia i pasti erano inesorabilmente seguiti da rigurgiti e anche vomito, nonostante non superassi i 150 cc. di latte per ogni pasto. Il problema è stato risolto definitivamente a metà dicembre del 2006, quando a Ospitaletto è stato installato il distributore automatico di latte crudo dell'azienda Noli e presso il quale un giorno ho prelevato del latte crudo per mio figlio. Da quel giorno e solo con quel latte mangia volentieri anche 200 cc per volta e lo digerisce completamente senza alcun rigurgito!

Con il mio secondo figlio ho purtroppo dovuto affrontare ancor più problemi; infatti ho cambiato ben 5 tipi di latte artificiale, ma comunque ha avuto problemi di crescita, di vomito e di digestione, con, di conseguenza, dolori di pancia. Pochi giorni prima di compiere 5 mesi di età ho provato a dare anche a lui il latte crudo, sia pure diluito con acqua. Anche questa volta ho risolto il problema!

Ho fatto presente il mio caso al pediatra, il quale mi ha sostenuto pienamente, consigliandomi semmai di mischiare nel biberon, oltre al latte, 30cc. di acqua e solo per il bimbo più piccolo. Grazie!”

(Lettera firmata)

Per quanto riguarda gli allarmismi sul latte crudo, è bene considerare che il latte venduto presso ogni distributore automatico della Lombardia (e delle altre Regioni Italiane) è sottoposto ogni 15 giorni e mensilmente a controlli da parte dell´ Autorità Sanitaria (Servizio Veterinario), analizzandolo alla ricerca di eventuali patogeni. Per quanto riguarda il 2008 il risultato di queste analisi è stato per l´Escherichia Coli O 157, la totale assenza in tutti i 1.423 campioni. Non risultano infatti, allo stato attuale, reali e comprovati collegamenti tra casi di infezione ed il consumo di latte crudo acquistato presso i distributori automatici.

Inoltre, in Lombardia ci sono attualmente 405 punti vendita di latte crudo, mentre in tutta Italia ce ne sono circa 1.000 (non 2.000 come si trova scritto nella campagna allarmistica). A questo proposito, si noti che con la vendita di 100 litri di latte al giorno per distributore (media per difetto) moltiplicati per i mille punti vendita, e considerando che il latte crudo è venduto ad un prezzo medio di EUR 1,00 al litro, contro un prezzo del latte pastorizzato fresco di EUR 1,55 (fonte Clal.it), i numerosissimi consumatori sparsi in tutta Italia ottengono un risparmio di circa 18 milioni di euro all´anno, che, con la crisi che c´è, non sono pochi. Il risparmio invece degli imballaggi è stimabile in circa 30 milioni di bottiglie, pari a 30.000 quintali di spazzatura.

Il successo del prodotto è sempre maggiore e questo spaventa alcuni settori della trasformazione, sottraendo fatturato. Forse allora tutte queste possono essere le vere motivazioni che muovono cinicamente questa campagna denigratoria: sono soldi che non vanno all´Industria del latte, né alla Grande Distribuzione.

Brescia, 06/12/08

dott. Fausto Cavalli

Bevilatte srl agenzia di servizi per l'agricoltura.
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Bibliografia

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Mc Carty MF - Toward pratical prevention of type 2 diabetes. Med. Hypotheses 2000 May; 54 (5): 786-93

Azain MJ,Hausman DB,Sisk MB,Flatt WB,Jewell DE - Dietary conjugated linoleic acid reduces rat adipose tissue cell size rather than cell number. J.Nutr. 2000 Jun; 130 (6): 1548-54;

Dhiman TR, Satter LD, Patrizia MW, Galli MP, Albright K, Tolosa MX. - Conjugated linoleic acid (CLA) content of milk from cows offered diets rich in linoic and linoleic acid. J Dairy Sci 2000 May; 83 (5): 1140-6;

Stangl GI - Conjugated linoleic acids exhibit a strong fat to lean partitioning effect,reduce serum VLDL lipids and redistribute tissue lipeds in food-restricted rats. J.Nutr. 2000 May; 130 (5): 1140-6;

Stangl GI, Muller H, Kirchgessner M - Conjugated linoleic acid effects on circuleting hormones, metabolites and lipoproteins and its proportion in fasting serum and erytocyte membranes of swine. Eur.J.Nutr. 1999 Dec; 38 (6): 271-7;

Edward N. Baker Università di Auckland (Nuova Zelanda), sesta Conferenza Internazionale.
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Altre informazioni sulle qualità alimentari del latte crudo potete trovarle sul sito westonaprice.org