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Sunday, May 30, 2010

La loro Africa

Il colonialismo, nell'era della neolingua, si chiama “aiuto internazionale.” Questa nuova forma di colonialismo calpesta la dignità degli uomini che pretende di aiutare per mascherarsi da solidarietà.

Per questo Dambisa Moyo, l'autrice del libro La carità che uccide, propone l'immediata eliminazione degli aiuti ai cosiddetti paesi in via di sviluppo: gli aiuti ai governi fanno crescere i governi, non le economie. Infatti, nel suo libro The Bottom Billion, Paul Collier mostra come il 40% delle spese militari in Africa siano pagate con gli aiuti stranieri.
La “solidarietà” coloniale alimenta quegli stessi problemi che usa per giustificare sé stessa.

Nel continente africano, tra il 1970 e il 1998, sono stati immessi oltre un trilione di dollari in “aiuti,” e la povertà è aumentata dall'11% al 66%. Un trilione di dollari che, oggi, farebbero comodo anche nel “ricco” occidente. Il risultato non è stata una redistribuzione di ricchezza, ma una diffusione globale della miseria.





Monday, March 2, 2009

Premio Caligola - Febbraio '09: D'Alia!

Allegria, per la seconda volta sulle due di quest'anno un nostro compatriota conquista il primo scalino del podio del Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa: il senatore dell'UDC Gianpiero D’Alia ce l'ha fatta, con un sonante 48% s'è aggiudicato l'ambito premio. Ma qui c'è da fare un piccolo appunto ai ligi votanti del Gongoro. Non è forse vero che un certo campanilismo di fondo orienti sempre più spesso le scelte di voto? Cos'è questa reazione contro il naturale progresso verso un mondo che è uno, verso una più completa assimilazione dei popoli? Orsù, liberatevi da queste fruste vestigia passatiste e affrontate la vita da cittadini del mondo!

Un plauso, quindi, alla minoranza (31%) che ha votato per il candidato di colore, il nostro affezionato Robert “Champagne” Mugabe: non hanno soltanto dimostrato il giusto apprezzamento per una performance alla Maria Antonietta, ma anche una politicamente corretta attitudine antirazzista aperta alle diverse culture e bendisposta verso le etnie svantaggiate.

E bravi anche quei sette votanti, il 20%, che hanno dato la loro preferenza a Beverley Hughes e ai suoi consigli ai genitori. Perché turbare le tenere menti dei pargoli con pesanti concetti morali quando gli si insegnano i rudimenti della sessualità? Potrebbero sviluppare un ingiustificato timore, con conseguente discriminazione, verso, ad esempio, i pedofili. E la discriminazione è male: questo è un concetto morale, invece, che è giusto inculcargli a qualsiasi età.

Bene, il kit
Do it yourself: Suicide! è stato spedito a D'Alia, completo di targa ricordo, e speriamo come sempre che ne faccia buon uso. E ora che anche il carnevale è passato (almeno ufficialmente), torniamo alla consueta quaresima.

Monday, February 23, 2009

Premio Caligola - Febbraio '09

È carnevale, e anche il Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa vuole partecipare all'atmosfera festosa e scanzonata. E cosa c'è di meglio del nostro primo candidato, il nostro vecchio amico Robert Mugabe che festeggia il suo compleanno con aragoste e champagne mentre i suoi sudditi muoiono di fame sommersi da un mare di carta straccia un tempo chiamata denaro? Sicuramente il superfavorito di questa edizione, e direi anche serio candidato a diventare una maschera da Commedia dell'Arte, un Mugabe farebbe la sua porca figura tra un Arlecchino e un Pulcinella.

Parlando di Commedia dell'Arte non poteva mancare un degno rappresentante dell'Italia, paese dalle grandi tradizioni carnevalesche, e chi meglio del senatore dell'UDC Gianpiero D’Alia, autore del repellente emendamento per il filtraggio di internet, che potrebbe facilmente provocare la chiusura di popolari siti e social network. Un provvedimento che evoca in qualche modo l'immagine di un oratore che impone il silenzio in sala perché le sue parole possano essere udite più chiaramente. Immagine cui si accompagna il fastidioso sospetto che quelle parole non ci saranno affatto gradite.

Terza eccellente performance a guadagnare la candidatura, Beverley Hughes, il ministro dell'infanzia inglese – da sottolineare che l'esistenza stessa di un tale ministero dovrebbe valere almeno un Premio della Giuria – che ha pensato bene di utilizzare i soldi dei contribuenti per spiegar loro, a mezzo opuscolo, quando e come introdurre la progenie ai misteri del sesso. Il quando, i più smaliziati l'avranno già intuito, è il più presto possibile; il come, logica conseguenza, è senza inutili orpelli di tipo morale. Del resto, considerato come vengono trovati i fondi per simili pubblicazioni, raccontare ai bimbi di principi morali potrebbe confonderli irrimediabilmente, e condannarli ad un'esistenza da disadattati.

Un bel trio, non vi potete lamentare: c'è solo il piacevole imbarazzo della scelta. È il vostro turno di essere protagonisti e di sottoporre al vostro insindacabile giudizio di elettori le ambizioni dei candidati. Un voto più importante di quello sardo, forse anche di quello sanremese. Votare è un dovere, ma è anche un piacere!
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Zimbabwe alla fame, aragoste per Mugabe


Morgan Tsvangirai, leader dell’opposizione e che oggi giurerà come primo ministro nel governo di unità nazionale dello Zimbabwe, ha scelto Tendai Biti come ministro delle Finanze. Tale mossa segue l’agognato accordo stipulato l’anno scorso tra il presidente Robert Mugabe e Tsvangirai, secondo cui al primo ministro era infatti concessa la possibilità di scegliere chi avrebbe presieduto l’importante ministero delle finanze.

L’economia del Paese, in palese fallimento da tempo, ha bisogno di grossi investimenti da parte dei Paesi donatori e di personalità forti che, dopo più di un decennio, riportino lo Zimbabwe ad essere un «ottimo esempio di riuscita economica» per gli Stati dell’Africa meridionale. «Il ministero delle finanze dovrà creare un’economia stabile per tutti i cittadini, e rendere lo Zimbabwe un forte centro di investimenti» ha detto il primo ministro il cui governo di unità nazionale giurerà venerdì 13 febbraio.

Secondo il Times di Londra invece, il nipote di Mugabe, Patrick Zhuwawo, è occupato con i preparativi per la festa di compleanno dello zio che avverrà il 21 febbraio. A 85 anni, e al potere dal 1980, Robert Mugabe non ha nessuna intenzione di cedere. Sembra che agli invitati della festa sia stato proposto di donare una somma tra i 45 e 55mila dollari per il “Movimento del 21 febbraio”, la controparte giovanile del partito Zanu-PF del presidente. Per il menù sono state ordinate 2mila bottiglie di champagne, 8mila aragoste, 100 chili di gamberi, 4mila porzioni di caviale e 8mila scatole di cioccolatini.

Il tutto in un Paese in cui la disoccupazione ha raggiunto il 90% e l’inflazione i 231 milioni per cento. Inoltre, secondo le stime ufficiali dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e del ministero della Sanità di Harare, capitale del Paese, fino al 7 febbraio ci sono stati almeno 3.391 morti per colera. Una situazione «devastante», secondo John Roach, responsabile della divisione Africa della Federazione internazionale della Croce Rossa. Per il quale «il numero dei casi sospetti di colera è vicino ai 70mila ed è probabile che l’epidemia s’impadronisca anche degli Stati limitrofi con la stagione delle piogge».

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Italia, libertà filtrate?


Con il pacchetto sicurezza, potrebbero finire fuori dalla rete apologia di reato e istigazione a delinquere. Gli ISP potrebbero diventare l'ascia dell'inibizione. E Facebook potrebbe rischiare l'esilio dalla rete italiana

Roma - La sicurezza pubblica passa dalla rete: in caso di apologia di reato, in caso di istigazione a delinquere, i provider potrebbero trovarsi costretti a innescare misure per filtrare le pagine sotto indagine. Dietro l'angolo, in caso di inottemperanza, c'è la minaccia della corresponsabilità. Nelle mani dei provider ci potrebbe essere l'onere di percorrere il crinale che divide la libertà di espressione e il reato di opinione.

La disposizione che potrebbe costringere i provider a filtrare le sortite dei cittadini della rete è contenuta nel pacchetto sicurezza, il noto disegno di legge 733: sotto forma di un emendamento incastonato nel testo dal senatore Gianpiero D'Alia (UDC), si introduce nel DDL l'articolo 50-bis, "Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet". Il Senato ha approvato ieri il testo definitivo, testo che ora rimbalzerà alla Camera.

Al comma 1 si recita:
Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet, il Ministro dell'interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.
Se le parole di un cittadino della rete dovessero finire sotto indagine per essersi pronunciato riguardo a certi delitti, se il cittadino della rete dovesse essere sospettato di aver incoraggiato a commettere un reato, l'autorità giudiziaria potrebbe comunicare al Ministro dell'Interno la necessità di intervenire. "Ci sono i presupposti perché il ministro agisca in modo discrezionale" spiega l'avvocato Daniele Minotti, contattato da Punto Informatico: la formulazione del testo non sembra obbligare il Ministro a disporre il decreto per mettere in moto i provider.

Ma una volta emesso il decreto la palla passerà agli ISP: dovranno innescare "appositi strumenti di filtraggio", dei quali tracceranno i contorni tecnici e tecnologici il Ministro dell'interno, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e con quello della pubblica amministrazione e innovazione. Avranno 24 ore per isolare dalla rete la pagina indicata dal decreto del Ministro: a pendere sul capo del provider potrebbero esserci sanzioni che oscillano dai 50mila ai 250mila euro. Ma soprattutto, sottolinea l'avvocato Minotti, l'ombra dell'accusa di essere corresponsabili di "apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet". "Rischiano di essere accusati di concorso - spiega Minotti - si tratta di un meccanismo perverso: avere l'obbligo giuridico di impedire un evento e sfuggire a quest'obbligo equivale a lasciare che altri continuino a compiere il reato e si finisce per dover rispondere di reato omissivo improprio. Pagando per la stessa imputazione". Un'imputazione che, delineata dagli artt. 414 e 414 c.p., è punita con il carcere: da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali.

L'articolo 50-bis del DDL prevede in sostanza che, in caso di indagini relative a delitti di apologia di reato e di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, in caso di decreto emesso dal Ministro i provider operino così come disposto per quanto riguarda pedopornografia e gambling. Fatta eccezione per ordinanze della magistratura come quella emessa nel caso delle sigarette vendute online o nel caso di The Pirate Bay, solo per gli abusi sui minori riversati online e solo per il gambling non autorizzato mediato dalla rete è possibile ordinare ai provider di operare il filtraggio. Le sanzioni che rischiano i provider che non procedono a rendere irraggiungibile la pagina sono le stesse di quelle previste dal decreto Gentiloni in materia di pedopornografia online: in entrambi i casi incombe sugli ISP un'ammenda da 50mila a 250mila euro, in entrambi i casi i provider potrebbero rischiare la corresponsabilità.

Le poche parole contenute nell'articolo 50-bis potrebbero aprire uno squarcio su uno scenario inquietante: l'avvocato Minotti sottolinea che i reati d'opinione sono reati che non sono inquadrati dalla legge in maniera definita, che potrebbero sovrapporsi con la manifestazione del pensiero dell'individuo, un diritto tutelato dall'articolo 21 della Costituzione. I provider, concordano i consumatori, potrebbero trovarsi ad agire come setacci della libera espressione: il filtraggio può essere ordinato qualora "sussistono concreti elementi che consentano di ritenere" che sia stato commesso un reato.

Sono numerosi gli interrogativi che si configurerebbero, qualora il DDL dovesse convertirsi in legge senza che l'art.50-bis venga stralciato. L'attenzione dell'autorità giudiziaria potrebbe concentrarsi ad esempio su un video postato su una piattaforma di sharing. Nell'ipotesi che la piattaforma non rimuova il contenuto su segnalazione, dovrebbero intervenire i provider. Che potrebbero non avere i mezzi per agire in maniera chirurgica, e potrebbero trovarsi costretti a inibire l'accesso all'intero dominio. "L'applicazione del DDL appena approvato - conferma a Punto Informatico l'avvocato Guido Scorza - porta come automatica conseguenza il ritorno del paese ad un film liberticida già visto 10 anni fa: quello in cui per impedire la circolazione di un contenuto ritenuto illecito si sequestrava un intero server".

Gli ISP, in attesa del testo consolidato del DDL, manifestano apprensioni e denunce. Assoprovider, che poche settimane fa si era espressa in materia, è netta: "Lo schema ormai collaudato - spiega a Punto Informatico il presidente Dino Bortolotto - è che se qualche reato viene commesso per mezzo di Internet allora è indispensabile un intervento legislativo speciale che contenga necessariamente un coinvolgimento dei provider (ovviamente italiani) nell'azione di repressione e dove le sanzioni per i provider che non ottemperano in tempi richiesti ovviamente non tengono in nessun conto né delle capacita operative ed economiche dei provider". "Come dire - affonda Bortolotto - che con la scusa di perseguire un fine nobile (perseguire un reato) si determinino delle misure che ledono significativamente la libertà d'impresa di chi non ha commesso alcun reato". Il presidente di Assoprovider scaglia una provocazione: "ad esempio per catturare tutti i latitanti perché non obbligare tutti gli esercizi pubblici ad effettuare l'identificazione dei frequentatori e ovviamente, in caso di mancata identificazione di un latitante, erogare una multa da 50mila a 250mila euro"?

"Se fosse vero - paventa invece il presidente di AIIP Paolo Nuti - ci troveremmo di fronte ad un provvedimento che sovverte, e non sarebbe la prima volta, il concetto di sequestro". "Anziché concentrare l'attenzione su chi utilizza Internet per compiere reati e rimuovere i contenuti illecitamente diffusi - spiega Nuti a Punto Informatico - ci si limiterebbe a nasconderne l'esistenza ad un'opinione pubblica giustamente allarmata, ma sostanzialmente inconsapevole della differenza che corre tra pull e push, tra internet e la televisione, tra censura e sequestro". "Se fosse vero - denuncia Nuti - il prossimo passo potrebbe essere il ripristino della censura, espressamente esclusa dall'articolo 15 della Costituzione, delle comunicazioni interpersonali".

Ma il senatore D'Alia, che pure in passato si è fatto promotore di altre misure di controllo della rete, si mostra soddisfatto dell'integrazione dell'emendamento. Un emendamento che fa seguito alle invettive scagliate contro coloro che su Facebook inneggino a capi mafiosi, a gruppi terroristici, alla violenza. D'Alia nei giorni scorsi aveva definito Facebook "un social network che si sta rendendo complice di ogni genere di nefandezza, cavalcando per puri motivi pubblicitari i più beceri istinti emulativi". Il senatore aveva promesso "la regolamentazione di un settore che somiglia sempre più a una giungla dove tutto è tollerato". Il primo passo verso la regolamentazione è stato compiuto: "In questo modo - ha commentato D'Alia nelle scorse ore - diamo concretezza alle nostre iniziative per ripulire la rete, e in particolare il social network Facebook, dagli emuli di Riina, Provenzano, delle BR, degli stupratori di Guidonia e di tutti gli altri cattivi esempi cui finora si è dato irresponsabilmente spazio".

"L'ICT - denuncia l'esperto Stefano Quintarelli sulle pagine di Punto Informatico - è un tema specialistico non così ampiamente noto ai parlamentari. Esiste la Fondazione Bordoni che è un thinktank in materia di TLC, che ha sempre lavorato per il ministero delle Comunicazioni." "È stata consultata? - si chiede Quintarelli - Non credo proprio che avrebbero espresso parere favorevole a un provvedimento come questo. E se non è stata consultata, sarebbe cosa buona e giusta farlo, per il futuro". "Internet è uno strumento di comunicazione - ammonisce Quintarelli - non un'arma di diffusione di massa".
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Opuscolo consiglia ai genitori di evitare la moralità nell'educazione sessuale


I genitori dovrebbero evitare di cercare di convincere i loro figli adolescenti della differenza fra giusto e sbagliato quando parlano con loro di sesso, è la raccomandazione un nuovo opuscolo del governo.

Al contrario, ogni discussione sui valori dovrebbe essere mantenuta “leggera” per incoraggiare gli adolescenti a formare proprie opinioni, spiega l'opuscolo, che un critico ha chiamato “amorale.”

Parlare ai vostri figli adolescenti del sesso e delle relazioni sarà distribuito nelle farmacie a partire dal mese prossimo come parte di un'iniziativa guidata da Beverley Hughes, il ministro dell'infanzia.

L'opuscolo viene a seguito del caso di Alfie Patten, il ragazzo di 13 anni dell'East Sussex che ha generato un bambino con una ragazza di 15 anni ed ha acceso un dibattito su come abbassare le percentuali di genitori adolescenti.

Raccomanda: “Discutere i vostri valori con i vostri figli adolescenti li aiuterà a formare il loro propri. Ricordate, tuttavia, che provare a convincerli di cosa è giusto e cosa è sbagliato può scoraggiarli dall'essere aperti.”

L'opuscolo suggerisce che i genitori dovrebbero iniziare il “grande discorso” quando i bambini sono più giovani possibile, prima che prendano “informazioni sbagliate” dai loro coetanei. Dice poi che il miglior modo di introdurre il soggetto può essere mentre si effettuano mansioni quotidiane come “lavare l'automobile ... pulire, guardare la TV, ecc.”

Saturday, December 6, 2008

Afrika Vs Amerika

Quando i rigori dell'inverno cominciano a farsi sentire, l'isola di Laputa con tutti i suoi abitanti veleggia verso lidi più caldi: è la fortuna di essere un paese extraterritoriale e volante, che lascia noi poveri terrestri ai sospiri ed alla malinconia, limitati come siamo dai confini nazionali.

Ma bando ai sentimentalismi. Ci pensa il nostro inviato, il Pesce Volante, a regalarci con il suo ultimo dispaccio un assaggio di quell'Africa che al momento starà probabilmente sorvolando, un'Africa ricca, letale e misteriosa, centro di intrecci internazionali al massimo livello, di commerci illeciti e di congiure.

Voliamo allora con la nostra guida nel cuore del continente nero, per provare qualche brivido, anche se non di freddo. Buon fine settimana e... hakuna matata a tutti!
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Di Giovanni Pesce


Uncle Pom, il più esperto conoscitore delle ricchezze del sottosuolo di Laputa, mi ha raccontato un’intrigante storia relativa al Congo, dove su un substrato di avventure coloniali sono accaduti eventi come genocidi, contrasti atomici e misteriosi incidenti aerei .

Un esploratore inglese, Morton Stanley, girovagando in quella regione africana, tramite la cessione di “un pezzo di vestiario al mese,” riuscì ad ottenere dai vari capi locali alcuni diritti territoriali, che una volta ceduti a Leopoldo II del Belgio permisero a quest’ultimo la costituzione nel 1885 del Libero Stato del Congo al fine di “promuovere il libero scambio e combattere la schiavitù in quei territori.”

Con il nobile proposito di evitare che gli abitanti del Congo potessero prendere cattive abitudini, vennero massacrati (uccisi, ndr) oltre 10 milioni di congolesi, mentre altri milioni di indigeni furono semplicemente mutilati.

Questa vicenda di depopolazione del 50% degli abitanti del Congo non ha mai avuto la dovuta notorietà, forse per lo stretto controllo del mainstream mediatico da parte di Leopoldo II o forse per la totale assenza di un John Wayne belga con relativo codazzo di cineasti hollywoodiani.

La proprietà del Congo fu un’esclusiva della Corona Belga fino al 1906 e l’amministrazione fu affidata alla Societé Generale du Belgique, sorella più povera ma non meno terribile rispetto alla East Indian Company.

Nel maggio 1960 l’amministrazione Belga concesse l’autonomia politica ma tentò di conservare il controllo tecnico amministrativo e militare di quella regione africana; il leader nazionalista congolese Patrick Lumumba nel giugno 1960 fu eletto Primo Ministro del nuovo stato indipendente.

In quegli anni 60, avere accesso alle miniere di uranio congolese costituiva un punto di forza non indifferente nel Balance of Power atomico; per questa ragione le grandi potenze hanno sempre fatto “carte false” per tenere sotto controllo l’approvvigionamento atomico.

Così, nella notte del 16 gennaio 1961, Patrick Lumumba, leader nazionalista congolese, viene ucciso da ignoti.

Per l’assassinio di Lumumba venne sospettato nei primi momenti il Katanghese Tchombe ed il suo subordinato Mobuto; ma senza molte convinzioni.

Un’altra ipotesi puntava il dito contro l’invito fatto da Lumumba a Krusciov per ottenere l’invio di consiglieri sovietici; questa mossa avrebbe fatto scattare una reazione Usa.

Inoltre si ipotizzava che anche il contrasto tra Lumumba ed il segretario dell’ONU, Dag Hammarskjöld, dovesse richiedere un supplemento di istruttoria ma il 18 Settembre 1961 un DC-6B che trasportava il 56enne Dag Hammarskjöld, si schiantò nella giungla vicino a Ndola oggi Zambia.

Un’autopsia stabilì che due delle vittime erano state colpite da proiettili – ufficialmente da una scatola di munizioni esplosa dopo l’impatto. L’inchiesta invece concluse sentenziando ufficialmente un “errore del pilota.”

Lo stesso Harry S. Truman, ex presidente degli Stati Uniti, disse: "Dag Hammarskjöld era sul punto di raggiungere un risultato concreto quando fu ucciso. Notate che ho detto, ‘quando fu ucciso.’”

Quindi è evidente che i risultati ufficiali delle commissioni d’inchiesta di incidenti vadano re-interpretati con il buon senso del “judicous reader,” come diceva il buon Jonathan Swift.

Tornando all’omicidio Lumumba, solo dopo qualche decennio viene registrata questa confessione da parte di un agente belga:
«Avevamo fucilato Lumumba nel pomeriggio» racconta Soete alla commissione parlamentare belga incaricata delle indagini a 40 anni di distanza dall’omicidio. «Poi tornai nella notte con un altro soldato, perché le mani dei cadaveri spuntavano ancora dal terriccio. Prendemmo l’acido che si usa per le batterie delle automobili, dissotterrammo i corpi, li facemmo a pezzi con l’accetta; poi li sciogliemmo in un barile, facendo tutto di fretta, perché non ci vedesse nessuno.»
L’ordine portava la firma dell’allora capo della Cia, Allen Dulles, ed era stato presumibilmente visionato dal presidente statunitense uscente Dwight Eisenhower e dalla monarchia belga.
Incredibilmente il 17 Gennaio 1961, il giorno successivo all’omicidio Lumumba, Eisenhower aveva pronunciato il famoso discorso di commiato, indicando nel complesso militar-industriale l’artefice massimo della politica; un atteggiamento a “lingua biforcuta”: da una parte un attacco a parole alle corporations e dall’altra una collaborazione tramite dirty works con queste organizzazzioni.

Il 20 Gennaio 1961 JFK subentrò ad Ike Eisenhower nell’incarico di Presidente USA, ereditando molte rogne della passata presidenza.

Il pomeriggio del 17 Gennaio 2001 venne ucciso il presidente congolese Laurent Cabila, ed il 20 Gennaio GWB subentra a Bill Clinton alla Presidenza USA.

Coincidenze incredibili.

Vedremo a fine Gennaio 2009 che succederà tra GWB ed Obama.

Thursday, November 1, 2007

Premio Caligola - ottobre '07: Padoa Schioppa!

E alla fine il fuoriclasse di casa ce l'ha fatta, ma non è stata facile come pronosticato: Padoa Schioppa vince l'edizione di ottobre del Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa sul filo di lana, per un'incollatura come si usa dire. Il campione africano Robert Mugabe, beniamino ormai di questo sito alla sua seconda partecipazione ha dato battaglia fino all'ultimo voto, cedendo il passo solo nelle ultime concitate ore di votazione. Presenza soltanto folkloristica, invece, quella della delegazione nigeriana, che ha raccolto molta simpatia ma una miseria di voti.

Quindi vittoria al fotofinish di Padoa Schioppa che si è spartito il grosso dei voti con Mugabe. Il 48% contro il 44%. Come sempre sono circolati i soliti veleni, con interi pacchetti di voti giunti nel giro di poche ore, soprattutto a favore del leader africano, c'è da dire però che non ci sono state lamentele da parte dei concorrenti: si sospetta un patto tra Nigeria e Zimbabwe per portare il trofeo in Africa, che comunque non è riuscito a raggiungere lo scopo. L'impressione è che il fattore campo abbia giocato un ruolo decisivo, prendere in giro i contribuenti dopo avergli rubato i soldi necessari per arrivare a fine mese è stata senza dubbio una giocata di classe, ma bisogna riconoscere che condannare degli agricoltori per aver coltivato la terra – in un paese che muore di fame, per giunta – è veramente su un altro livello.

Complimenti a
Padoa Schioppa cui verrà consegnata come al solito la targa ricordo e il kit Do it yourself: Suicide!, anche se la sensazione è che Mugabe si sia dimostrato ancora una volta il più forte, confermandosi il candidato numero uno per la vittoria finale del 2007.

Saturday, October 27, 2007

Ian Smith, il partigiano Johnny, Mugabe

A Laputa pare ci siano problemi, il dispaccio telepatico è più stringato del solito, ma come al solito interessante. Si tratta di alcuni appunti sullo Zimbabwe, di quando ancora si chiamava Rhodesia e Mugabe poteva soltanto sognare i metodi per la trasmutazione del granaio d'Africa in una specie di ground zero alimentare.
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Di Giovanni Pesce


Anni fa lo Zimbabwe era chiamato South Rhodesia ed era stato governato dal 1965 al 1980 da tale Ian Douglas Smith.

Era una ex-colonia britannica così chiamata “in memoria di” di Sir Cecil Rhodes, (1853-1902) uomo che aveva fatto delle concessioni mineraria lo scopo della sua vita; non per nulla l’impresa monopolista della produzione dei diamanti “De Beers” è stata fonadata da Cecil.

Ian Smith, nativo della Rodesia, durante la WWII aveva fatto parte della RAF e:
…., il 22 giugno 1944, al ritorno da una missione a caccia di convogli e treni, il suo Spitfire fu colpito dalla contraerea e dovette paracadutarsi sulle montagne a nord di La Spezia. Dopo una serie di fortunate fughe in cui riuscì ad evitare la cattura, incontrò un contadino italiano che lo condusse al sicuro in una caverna vicino a Vallescura e, anche se gli fu offerto rifugio da un ricco italiano proprietario di un mulino, preferì unirsi ai partigiani e partecipare alle loro operazioni per i successivi cinque mesi. In quel periodo incontrò un prigioniero di guerra inglese evaso ed insieme ad altri tre fuggiaschi, marciarono a nord oltre le alpi per unirsi alle forze americane nel sud della Francia. Dopo un'ardua prova di 23 giorni, durante i quali soffrì anche il congelamento dei piedi, raggiunsero le linee americane.

La missione di Ian era uno “strafing” dalla valle del Po al Basso Piemonte; sulla stazione di Alessandria fu colpito dalla contraerea tedesca e decise di rientrare in Corsica ma, peggiorando le condizioni del velivolo, preferì lanciarsi in una zona collinosa (località Valle Scura della frazione S.Pietro d’Olba, del comune di Urbe-SV) dove la presenza partigiana garantiva una significativa probabilità di aiuto.
Il wealthy Italian milliner era un tale Gianni Pesce (omonimo, ndr) di Tiglieto (Ge) e i partisans erano le formazioni “azzurre” quelle composte prevalentemente da militari dell’esercito o dell’aeronautica.
Ian partecipò alla liberazione di Alba i primi giorni di Ottobre 1944 e il 23 Novembre 1944 traversò le Alpi per riunirsi alle formazioni militari alleate.
Durante la liberazione di Alba, nella stessa formazione di Ian Smith militava anche un tale Beppe Fenoglio, in seguito scrittore de “Il Partigiano Johnny”.

E’ ipotizzabile che l’idealizzazione di Ian Smith si sia stata la base per creare il personaggio del partigiano Johnny; il mulino di Johnny invece era quello di Gianni Pesce.

Il ruolo che Ian svolse in quel periodo era il collegamento con il comando alleato responsabile del Monferrato, “stecca” che a partire da marzo 1945 passò proprio a Beppe Fenoglio, in quanto cultore della lingua inglese.

Infatti il Maresciallo Alexander comandante delle operazioni militari alleate, aveva deciso di rallentare l’offensiva in Italia ed ai partigiani in montagna toccò il compito di resistere fino a primavera.

Ian Smith rientrato in Rhodesia si dedicò all’agricoltura e poi alla politica, diventando Presidente della Rhodesia nel 1965. E’ stato un governante molto discusso per via di un certo taglio con la politica inglese e per il segregazionismo ovvero un “apartheid” a favore dei bianchi.

In realtà Ian Smith aveva tagliato i legami con la British South Africa Company e stampato moneta rhodesiana così nella scena mondiale venne dipinto come un “pericoloso leader nazionalista”.

La British South Africa Company era stata creata da Cecil Rhodes avendo come riferimento la mitica Compagnia delle Indie.
Ma il peggio doveva ancora venire; il potere finanziario mondialista creò una rivolta interna ed alla fine della Rhodesian Bush War, Ian Smith stesso dovette accordarsi per consegnare, con il beneplacito mondiale, la Rhodesia nelle mani dello ZANU di Robert Mugabe.

Sic transeat gloria mundi.

Wednesday, October 24, 2007

Allons enfants de l'Eurafrique!

Si è pronunciato a favore di un nuovo ordine mondiale nel suo primo intervento all'ONU; ha tradito la volontà dei suoi compatrioti sulla costituzione europea; ha dato il suo decisivo apporto alla creazione della polizia paramilitare europea; ora monsieur le président Nicolas Sarkozy si allarga, e da Tangeri, in Marocco, rilancia in un accorato appello ai popoli del Mediterraneo la sua idea di un'unione eurafricana. Da Le Monde:
“A tutti i mediterranei (...) voglio dire che è venuto il momento di mettere tutte le loro forze e tutto il loro cuore nella costruzione dell'Unione del Mediterraneo,” ha dichiarato dinanzi a dirigenti aziendali, al corpo diplomatico e a rappresentanti delle autorità marocchine.

Il mondo mediterraneo non ha cessato da secoli “di esitare tra la civilizzazione e la barbarie,” ha sottolineato Nicolas Sarkozy in un discorso dai toni lirici, nel quale non ha esitato a drammatizzare gli argomenti.

“Ciò che è in gioco è assolutamente decisivo (...) per il futuro dell'umanità,” ha detto. “Nel Mediterraneo si deciderà se le civiltà e le religioni si faranno o meno la più terribile delle guerre (...), se il Nord ed il Sud si affronteranno (...), se il terrorismo, l'integralismo, il fondamentalismo riusciranno ad imporre al mondo il loro programma di violenza ed intolleranza.”
Chissà se secondo Sarkò l'occupazione di Iraq e Afghanistan sono da annoverare tra gli atti di barbarie o le conquiste della civiltà, o se tra i fondamentalismi rientra anche quello dello stato ebraico. Ne dubito, soprattutto se si dovesse scoprire che una certa mail non sia priva di qualche fondamento.
“Qui si guadagnerà tutto o si perderà tutto,” ha avvertito Nicolas Sarkozy, perché è anche “attraverso il Mediterraneo” che l'Africa e l'Europa potranno “pesare insieme” “sul destino del mondo ed il corso della mondializzazione.” L'Unione Mediterranea sarà “il perno dell'Eurafrica, questo grande sogno capace di sollevare il mondo,” ha dichiarato.
Eurafrica? Quale, quella che era in guerra con l'Oceania? A parte gli scherzi, proviamo a riflettere: questo bellimbusto ha già scavalcato la volontà popolare sul mini-trattato europeo, ora si inventa l'Eurafrica, che non mi pare facesse parte del programma presentato e votato dai francesi. Se è un rappresentante, di quali interessi, visto che non si tratta esattamente di quelli dei suoi elettori?
Metterà in cima alle sue priorità la cultura, l'istruzione, la sanità, il capitale umano, la lotta contro le diseguaglianze e la giustizia, ha proseguito. “Sarà inizialmente un'unione di progetti ma con uno scopo: trasformare il Mediterraneo nel più grande laboratorio al mondo del co-sviluppo, dove lo sviluppo si decide insieme e si controlla insieme.“
Ecco, se non altro ce lo dice in faccia che per lui i “popoli del Mediterraneo” non sono altro che topi da laboratorio, su cui eseguire i suoi esperimenti sociali. Se poi qualcosa dovesse andare storto poco male, l'importante è che a decidere del nostro sviluppo siano Sarkozy, Gheddafi e compagnia bella. Insieme.

Tuesday, October 23, 2007

Premio Caligola - Ottobre '07

Ancora una volta è un italiano il favorito per la vittoria del Premio Caligola (“Il potere gli ha dato alla testa”) di ottobre, anche se dovrà superare l'agguerrita concorrenza di due campioni africani. I pronostici sono tutti per lui, l'ineffabile ministro dell'Economia e Finanze Tommaso “Bamboccione” Padoa-Schioppa, che dopo aver dissanguato per bene i contribuenti italiani si lascia andare ad una serie di apprezzamenti che a molti hanno ricordato le brioches di Maria Antonietta. Doppio cognome e mezzo cervello, il ministro ha ipotecato il trofeo.

Detto del nostro rappresentante, ritroviamo una vecchia conoscenza. Avevo previsto, se ricordate, nuove partecipazioni di Robert “The Curse” Mugabe al premio, e infatti eccolo qui, impegnato a perseguire degli agricoltori per aver coltivato la terra: essendo bianchi, non ne avevano il diritto. Il razzismo misto a comunismo ed alla perniciosa follia di questo dittatore da operetta non finirà mai di stupirmi.

A completare il terzetto di finalisti il governo nigeriano, che per mano dei suoi funzionari all'immigrazione ferma alla frontiera nientepopodimeno che: Bill Gates, scambiato per un immigrato ciuccia-welfare
(!) in cerca di comoda sistemazione alle spalle dei contribuenti nigeriani. È vero, si tratta solo di un simpatico siparietto da avanspettacolo, ma illustra così bene la stolida ottusità delle burocrazie governative che gli si può ben concedere qualche chance di vittoria.

Alle urne! Alle urne!

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Padoa-Schioppa: "Le tasse? Bellissime. Un modo civile di contribuire ai servizi"

ROMA - "Le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili quali istruzione, sicurezza, ambiente e salute". Tre giorni dopo la polemica su i "bamboccioni" il ministro Tommaso Padoa-Schioppa discute su tasse e welfare nello studio di "In mezz'ora" di Lucia Annunziata sui Rai 3.

"Ci può essere insoddisfazione sulla qualità dei servizi che si ricevono in cambio - ha aggiunto - ma non un' opposizione di principio sul fatto che le tasse esistono e che si debbano pagare".

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Agricoltori bianchi in tribunale per aver coltivato la terra


Dieci agricoltori bianchi sono comparsi ieri in tribunale nello Zimbabwe accusati di coltivare raccolti sulla loro terra – in un paese in cui milioni di persone avranno bisogno di aiuti alimentari entro i prossimi mesi.

Il caso nel distretto di Chegutu, 70 miglia a sud-ovest di Harare, espone la perversità delle politiche del presidente Robert Mugabe. L'agricoltura commerciale era il sostegno dell'economia nei giorni in cui lo Zimbabwe era ancora un esportatore di cibo.

Dal 2000, quando il governo ha cominciato ad espropiare i poderi posseduti dai bianchi, in molti casi con la violenza, il settore agricolo è sprofondato e l'economia è andata in caduta libera, con un'inflazione al 6.600 per cento, la più alta nel mondo.

Il Programma Mondiale per l'Alimentazione valuta che sfamerà 4,1 milioni di Zimbabweani, un terzo della popolazione, entro la fine dell'anno.

Ora il gruppo di Chegutu è accusato di violazione del Consequential Provisions Act, che ha dato alle poche centinaia di coltivatori bianchi rimasti la scadenza finale del 30 settembre per lasciare le loro terre e case. L'aula di tribunale di Chegutu dell'era coloniale era piena dei cosiddetti “veterani di guerra,” strenui sostenitori di Mugabe e “beneficiari” che aspettano di ricevere le proprietà se i 10 dovessero essere condannati.

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Gates rifiutato dalla Nigeria


UNO degli uomini più ricchi del mondo, nonché re del software mondiale, sir William Gates, si è visto negare un visto per entrare in Nigeria perché i funzionari hanno pensato che volesse approfittare dei loro servizi sociali.

La Nigeria, che è famosa per l'incalcolabile numero di vedove con ricchi conti in banca che che necessitano di riciclaggio da parte di occidentali idioti, voleva la prova che Gates non si sarebbe stabilito in Nigeria per sempre.

Come molti paesi del terzo mondo, come il Regno Unito, la cui reputazione di essere un inferno è accompagnata dalla bizzarra convinzione dei funzionari dell'immigrazione che la gente desideri disperatamente di andare a vivere lì, sembra che Gates abbia dovuto superare parecchi ostacoli prima di riuscire a passare.

Tuesday, September 18, 2007

Stampare o non stampare, questo è il dilemma

Continuano le turpi avventure del vincitore del primo Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa. Come un re Mida al contrario, ogni volta che tocca qualcosa si trasforma in fame e miseria. Questo eroe dei poveri e degli oppressi avrebbe stanziato un budget per nutrire almeno quattro milioni di persone identificate come nutrizionalmente insicure.
Evviva quindi, la bontà trionfa! Non proprio, perché:
Il ministro delle Finanze Samuel Mumbengegwi ha annunciato all'inizio di settembre che il governo aveva messo da parte 347 miliardi di dollari dello Zimbabwe (circa 1,02 milioni di dollari USA al tasso parallelo di mercato) per comprare generi alimentari per 600.000 famiglie che erano state identificate come affamate, a causa dei poveri raccolti che sono seguiti ad una combinazione di siccità e di scarsità critiche di contributi.

La quota di bilancio pubblico allocata “potrà comprare meno,” ha detto John Robertson, un economista dello Zimbabwe, a causa della rapida svalutazione del dollaro dello Zimbabwe e della mancanza di valuta estera.

I tassi sul mercato nero stanno aumentando ripidamente, con un dollaro USA che costa ora circa 340.000 dollari dello Zimbabwe, un aumento intorno ai 120.000 Z$ per un dollaro USA da quando i fondi supplementari per l'assistenza sociale sono stati annunciati.

Renson Gasela, un esperto di agricoltura ed ex direttore generale del Grain Marketing Board (GMB), ha precisato che “in termini reali” i soldi assegnati dal governo per la distribuzione di alimenti basterebbero soltanto per circa 40.000 tonnellate metriche (mt) di cereali.

Per evitare la fame diffusa, specialmente nelle province più colpite di Masvingo e di Matabeleland sud e nord, il governo ha già comprato 500.000 tonnellate metriche (mt) di grano dallo Zambia e dal Malawi, lasciando un deficit netto di 600.000 mt per raggiungere i requisiti nazionali, secondo il quotidiano ufficiale, The Herald.
Che problema c'è? Il buon Bobby ha sempre in mano la stampante magica, tirerà fuori la banconota da un fantastiliardo di zio Paperone e tutto s'aggiusta. Oppure, basta un po' di fantasia e la soluzione si trova:
“La realtà è che le riserve di valuta estera della banca centrale sono state messe a dura prova e, come è accaduto in passato, la Reserve Bank of Zimbabwe sarà costretta ad andare al mercato nero per trovare la valuta estera tanto necessaria,” ha detto Robertson a IRIN (Integrated Regional Information Networks).
E se davvero compra la valuta estera al mercato nero per pagarsi i debiti, la candidatura anche per il prossimo Premio Caligola è assicurata!

(Approfitto per ricordare che eventuali segnalazioni per le candidature sono le benvenute).

Thursday, September 13, 2007

Lezione Somala

Ho tradotto un articolo molto interessante appena pubblicato su mises.org sulla Somalia ed in particolare sul suo sistema giudiziario. Notizie dall'Africa che, chissà perché, non trovano mai spazio sui media a larga diffusione.
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Norma di Legge senza lo Stato
Di Spencer Heath MacCallum

Se ci fosse una tal categoria, la Somalia avrebbe un posto nel Guinness dei Primati come il paese con la più lunga assenza di un governo centrale funzionante. Quando i somali hanno smantellato il loro governo nel 1991 e sono tornati alla loro condizione politica precoloniale, l'aspettativa era che ne sarebbe risultato il caos – e quella, naturalmente, sarebbe stata la cosa politicamente corretta da attendersi.

Immaginate il contrario. Immaginate una qualsiasi parte del globo non dominata da un governo centrale ed il suo popolo che sopravvive, prospera persino. Se questo dovesse accadere e l'idea si diffondesse ad altre zone dell'Africa o ad altre parti del mondo, la mistica della necessità dello stato potrebbe esserne danneggiata irreparabilmente e molti politici e burocrati potrebbero trovarsi a spasso alla ricerca di un lavoro.

Se l'aspettativa era che la Somalia sarebbe sprofondata nell'abisso del caos, qual è la realtà? Un certo numero di recenti studi affronta questo problema, compreso uno dell'economista Peter Leeson basato sui dati statistici del Progetto per lo Sviluppo delle Nazioni Unite, dalla Banca Mondiale, dalla CIA e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Confrontando gli ultimi cinque anni sotto il governo centrale (1985-1990) con i cinque anni più recenti di anarchia (2000-2005), Leeson trova questi cambiamenti nel benessere sociale:

- L'aspettativa di vita è aumentata da 46 a 48,5 anni. Questa è una scarsa aspettativa rispetto ai paesi sviluppati. Ma in qualsiasi misura del benessere, ciò che è importante da osservare non è dove una popolazione si trovi in un dato momento, ma qual è la tendenza. La tendenza è positiva, o è l'inverso?

- Il numero dei bambini di un anno completamente immunizzati contro il morbillo è aumentato del 30 - 40 per cento.
- Il numero di medici per 100.000 abitanti è aumentato da 3,4 a 4.
- Il numero di infanti con basso peso alla nascita è caduto dal 16 per mille allo 0,3 – quasi nessuno.
- La mortalità infantile per 1,000 nascite è caduta da 152 a 114,9.
- La mortalità materna per 100.000 nascite è caduta da 1.600 a 1.100.
- La percentuale della popolazione con accesso alla sanità è aumentata da 18 a 26.
- La percentuale di popolazione con accesso almeno ad una struttura sanitaria è aumentata da 28 a 54,8.
- La percentuale di popolazione in povertà estrema (meno di $1 al giorno) è caduta da 60 a 43,2.
- Le radio per mille abitanti sono aumentate da 4 a 98,5.
- I telefoni per mille abitanti sono aumentati da 1,9 a 14,9.
- Le TV per mille abitanti sono aumentate da 1,2 a 3,7.
- Le morti per morbillo sono cadute da 8.000 a 5.600.

Un altro studio ancor più completo pubblicato l'anno scorso da Benjamin Powell dell'Independent Institute, conclude: “Troviamo che gli standard di vita della Somalia sono generalmente migliorati … non solo in termini assoluti, ma anche relativamente ad altri paesi africani dal crollo del governo centrale somalo.”

L'economia pastorizia della Somalia è ora più forte di quella del vicino Kenia o dell'Etiopia. È il più grande esportatore di bestiame di tutti i paesi africani orientali. Le telecomunicazioni in Somalia sono fiorite; una chiamata da un telefono mobile è meno costosa in Somalia che in qualsiasi altro luogo in Africa. Un piccolo numero di investitori internazionali stanno trovando che il livello di sicurezza della proprietà e dei contratti garantisce il commercio in Somalia. Fra queste aziende troviamo Dole, BBC, il corriere DHL, British Airways, General Motors e la Coca-Cola, che recentemente ha aperto un grande impianto di imbottigliamento a Mogadiscio. Un Ambassador Hotel a 5 stelle è stato aperto ad Hargeisa e tre nuove università sono completamente funzionali: l'Università Amoud (1997) a Borama, l'Università di Mogadiscio (1997) e l'Università di Benadir (2002) sempre a Mogadiscio.


La pretesa di “introdurre la democrazia”

Tutto questo è terribilmente politicamente scorretto per il motivo che ho suggerito. Di conseguenza, le Nazioni Unite ormai hanno speso ben oltre due miliardi di dollari tentando di ristabilire un governo centrale in Somalia. Ma è qui l'ironia: è la presenza delle Nazioni Unite che ha causato virtualmente tutta l'agitazione che abbiamo visto in Somalia. Lasciatemi spiegare perchè.

Come la maggior parte dell'Africa precoloniale, la Somalia è tradizionalmente una società senza stato. Quando le potenze coloniali si sono ritirate, per meglio servire i loro scopi, hanno addestrato frettolosamente la popolazione locale e hanno installato governi di stile europeo al posto loro. Questi stati si supponevano democratici. Ma presto sono degenerati in brutali dittature.

La democrazia è inattuabile in Africa per parecchi motivi. La prima cosa è che votare è dividere una popolazione in due gruppi – un gruppo che regola e un gruppo che è regolato. Ciò è completamente in disaccordo con la tradizione somala. In secondo luogo, se la democrazia deve funzionare, dipende, almeno in teoria, da un popolazione che voterà su varie questioni. Ma in una società familiare quale la Somalia, votare avviene non sul merito delle questioni ma seguendo le linee di gruppo; si vota secondo la propria affiliazione di clan. Poiché l'etica del clan richiede la lealtà ai membri del proprio clan, i vincitori usano il potere del governo per avvantaggiare i propri membri, che significa lo sfruttamento dei membri di altri clan. Di conseguenza quando esiste un apparato governativo con i suoi smisurati poteri di tassare e di polizia ed il monopolio giudiziario, gli interessi dei clan sono in conflitto. Un certo clan controllerà quell'apparato. Per evitare di essere sfruttato da altri clan, ciascuno deve tentare di essere il clan dominante.

L'agitazione in Somalia è provocata dai clan che manovrano per essere nella posizione di controllare il governo ogni volta che potrebbe prodursi, e questo è stato esacerbato dai governi mondiali, in particolar modo dagli Stati Uniti, mantenendo viva l'aspettativa che un governo presto sarà stabilito e fornendo armi a chiunque sembrasse al momento più probabilmente essere in grado di “portare la democrazia” in Somalia. Il fenomeno dei “signori della guerra” si riferisce ai clan ed alle milizie indipendenti, spesso compresi i resti del governo centrale precedente, che promettono di stabilire un governo sotto il controllo del loro proprio clan. Operano spesso fuori del controllo degli anziani tradizionali ed a volte in opposizione ad essi.

Quindi gli anni più violenti in Somalia furono gli anni che seguirono il 1991 quando le Nazioni Unite erano fisicamente presenti, tentando di imporre un governo centrale. Quando le Nazioni Unite si sono ritirate nel 1995, l'aspettativa di un futuro governo centrale ha cominciato a retrocedere e le cose hanno cominciato a stabilizzarsi. Ma le Nazioni Unite hanno continuato a sforzarsi di ristabilire un governo con una serie di circa sedici “congressi di pace” falliti. Nel 2000 ha installato un governo fantoccio, il Governo Nazionale di Transizione (TNG). Tuttavia, non solo i clan della Somalia del nord non hanno riconosciuto il TNG, ma esso non poteva neanche controllare la sua progettata città capitale, Mogadiscio. Oggi una “missione di peace-keeping” di truppe del nemico tradizionale della Somalia, l'Etiopia, supportate dagli Stati Uniti e dall'Uganda sotto l'egida dell'Unione Africana è a Mogadiscio e tenta di sostenere il TNG e di assicurare il suo controllo sul resto della Somalia. La violenza cresce.

La situazione è curiosamente simile ad un evento della mitologia greca. Gli dei sul Monte Olimpo stavano godendosi una festa a cui, naturalmente, non avevano invitato Eris, la dea della discordia. Eris, comprensibilmente, la prese come un affronto personale. Si fece preparare dal fabbro Efesto una mela d'oro, su cui stava scritto καλλιστι – “al più giusto.” Socchiuse quindi la porta e fece rotolare la mela dorata nel salone della festa. In men che non si dica, gli dei si misero a lottare per l'assegnazione della mela. La mela d'oro in Somalia è l'aspettativa che ci sarà presto un governo centrale. Finchè c'è tale aspettativa, i clan devono combattere per il suo controllo.


La Somalia e la norma di legge

Ora, sono arrivato fino a qui senza dirvi molto sulla Somalia. È nel corno d'Africa, quella zona a nord-est dell'Africa che sporge nell'Oceano Indiano appena sotto la penisola araba. La zona della cultura somala include tutto il corno ed è la patria di circa 11,5 milioni di persone. Le potenze coloniali hanno spezzettato arbitrariamente questa zona culturale in modo che oggi parte di essa è caduta sotto la giurisdizione del Kenia a sud, parte in Etiopia ad ovest e parte nel Gibuti a nord. Il resto lungo il litorale è ora senza un governo funzionante.

Ciò che questa gente ha in comune, ancor più della lingua simile, dello stile di vita e delle caratteristiche fisiche è un corpo di leggi consuetudinarie, la Xeer, che differisce da clan a clan in cose non indispensabili quali i miti fondanti ma è notevolmente uniforme riguardo ai suoi provvedimenti per la protezione delle persone e della proprietà. La Xeer fornisce una norma di legge – la legge consuetudinaria – che permette sicurezza nei viaggi, commerci, matrimoni, e così via in tutta la regione. La Xeer è più intatta nel nord della Somalia, che era sotto dominio britannico; nel sud, gli italiani hanno provato a sradicarla. Ciò nonostante, sopravvive ad un grado significativo ovunque, anche nelle aree urbane, ed è virtualmente inalterata nella Somalia rurale.

La Xeer è la risposta segreta all'intera sconcertante domanda sul successo della Somalia senza un'amministrazione centrale, poiché fornisce una norma di legge autentica a sostegno del commercio e dello sviluppo economico. Fortunatamente, conosciamo qualcosa della Xeer grazie a Michael van Notten, un avvocato olandese che all'inizio degli anni '90 si è sposato nel clan di Samaron nel nord-ovest della Somalia, il quinto più grande dei clan somali e visse con loro per gli ultimi dodici anni della sua vita. Ha tratto massimo vantaggio da quell'occasione per studiare la Xeer. Il risultato è stato il suo studio pionieristico, The Law of the Somalis (Red Sea Press, 2005). Van Notten è morto quando il suo manoscritto era finito a metà. Fortunatamente, in gran parte aveva completato il montaggio del materiale etnografico. Nel suo testamento, mi chiedeva di correggere e completare il manoscritto per la pubblicazione. Il traguardo da raggiungere è di vedere il lavoro tradotto in somalo.


I punti salienti della Xeer

C'è tempo in questa breve relazione di rivelarvi soltanto alcuni dei punti culminanti della Xeer. In primo luogo, la legge, e conseguentemente, il crimine, sono definiti in termini di diritti di proprietà. La legge è compensativa piuttosto che punitiva. Poiché il diritto di proprietà richiede la compensazione piuttosto che la punizione, non c'è imprigionamento e le multe sono rare. Tali multe che potrebbero essere imposte raramente eccedono la quantità della compensazione e non sono pagabili ad alcuna corte o governo, ma direttamente alla vittima. Una multa potrebbe essere all'ordine quando, per esempio, l'uccisione di un cammello è stata intenzionale e premeditata, nel qual caso la vittima riceve non uno ma due cammelli.

Le multe sono usate in un altro modo interessante. Ci si aspetta che una figura pubblica prominente quale un dignitario religioso o politico o un poliziotto o un giudice conduca una vita esemplare. Se viola la legge, paga il doppio di quello che sarebbe richiesto ad una persona ordinaria. Inoltre, dovrebbe essere notato, siccome la legge ed il crimine sono definiti in termini di diritti di proprietà, la Xeer è inequivocabile nella sua opposizione a qualsiasi forma di tassazione.

In secondo luogo, per assicurare che la compensazione sarà versata anche nei casi in cui il perpetratore è un bambino, o indigente, o pazzo, o è fuggito all'estero, la Xeer richiede che ogni persona sia completamente assicurata contro ogni vincolo in cui potrebbe incorrere secondo la legge. Se un individuo non può effettuare il pagamento richiesto, un gruppo indicato della sua parentela è responsabile. Van Notten descrive in un modo interessante come ciò accada:
Una persona che viola i diritti di qualcuno e non può pagare la compensazione egli stesso informa la sua famiglia, che quindi paga a suo nome. Da un punto di vista emozionale, questa notifica è una procedura dolorosa, poiché nessun membro della famiglia mancherà l'occasione di dire al malfattore quanto vizioso o stupido sia stato. Inoltre, chiederanno assicurazioni che farà più attenzione in futuro. Effettivamente, tutti coloro che devono pagare le malefatte di un membro della famiglia da allora in poi lo terranno d'occhio e proveranno ad intervenire prima che incorra in un altro errore. Per esempio, non gli permetteranno più di tenere o portare un'arma. Mentre su altri continenti la rieducazione dei criminali è tipicamente un'operazione del governo, in Somalia è responsabilità della famiglia.
Se la famiglia è stanca di rimediare alle ripetute malefatte di un criminale recidivo, possono disconoscerlo, nel qual caso si trasforma in in un fuorilegge. Non essendo assicurato, è privato di ogni protezione secondo la legge e, per la sua sicurezza, deve lasciare il paese.

La legge consuetudinaria è simile in questo e in molti altri aspetti nel mondo intero. Un caso si racconta nella leggenda fondante del mio proprio clan MacCallum in Scozia. Il fondatore del clan si presume sia stato esiliato 1.500 anni fa dall'Irlanda perché era una testa calda che la sua famiglia disconobbe per il loro coinvolgimento nelle lotte. Nella solitudine del suo esilio sul Mare del Nord, diventò un uomo di pace. Non potè tornare in Irlanda, poichè non era più sotto protezione della legge e avrebbe potuto essere ucciso impunemente. Così andò invece in Scozia e fondò il nostro clan.

Un terzo punto della Xeer è che non c'è il monopolio della polizia o dei servizi giudiziari. Chiunque è libero di servire in quella funzioni a patto che non sia allo stesso tempo un dignitario religioso o politico, che comprometterebbe la marcata separazione della legge, della politica e della religione. Inoltre, chiunque ricopra un tal ruolo deve sottostare alle stesse leggi di chiunque altro – e in più: se viola la legge, deve pagare danni o multe più pesanti di chiunque altro. Dalle figure pubbliche ci si aspetta che mostrino un comportamento esemplare.

Quarto, non c'è crimine senza vittima. Soltanto una vittima o la sua famiglia può iniziare un'azione legale. Dove non c'è vittima per convocare una corte in essere, nessuna corte può formarsi. Nessuna corte può investigare di sua iniziativa qualsiasi evidenza di presunta cattiva condotta.

Infine, la procedura della corte è interessante. Dalla nascita, ogni il somalo ha il suo proprio giudice che presiederà la corte che lo giudicherà in caso trasgredisse la legge. Quel giudice è il suo oday, il capo della sua famiglia estesa che consiste di tutti i maschi discendenti dallo stesso bisnonno, insieme alle loro spose e bambini. Parecchie famiglie estese compongono un jilib, che è il gruppo responsabile del pagamento del prezzo del sangue nel caso che un membro uccida qualcuno di un altro jilib o clan. L'oday, o giudice, è scelto con attenzione, dopo settimane o mesi di discussione dagli anziani del clan. Non ha autorità sulla famiglia ma è scelto solamente per la sua conoscenza degli affari umani e la sua saggezza e può perdere la sua posizione se le sue decisioni non sono altamente considerate nella comunità.

Quando un'offesa è commessa, l'offensore va in primo luogo dal suo oday, che allora forma una corte con l'oday del querelante. Se i due oday non possono risolvere la materia, formano un'altra corte composta di oday che rappresentano le famiglie, i jilib, o i clan supplementari. Una virtù del fatto che ogni persona sa dalla nascita chi sarà uno dei suoi giudici, e viceversa, è che un oday conosce intimamente ogni persona nella sua famiglia estesa e può osservarlo e consigliarlo prima che ciò che potrebbe sembrare essere un piccolo problema si trasformi in un crimine.

Una volta che una corte si è formata ed accetta la giurisdizione su di un caso, la sua prima azione è di nominare un segretario, che ripeterà ad alta voce durante l'udienza ogni punto importante detto dai relatori. La corte allora annuncia quando e dove sentirà il caso. Quando la sessione della corte si apre, la corte invita il querelante a dichiarare il suo caso. Il querelante ha il diritto di nominare un rappresentante per fare la presentazione in suo favore. Durante la presentazione, il querelante ha la possibilità di conferire con la sua famiglia per assicurarsi di non aver dimenticato nulla. Quando il querelante ha finito, la corte gli chiede di ricapitolare il suo caso e di dichiarare le sue richieste. Infine, la corte chiede al difensore di presentare la sua difesa e tutte le controrichieste.

Quindi la corte si aggiorna per deliberare se dei testimoni debbano essere sentiti. Un fatto disputato è ammesso come prova soltanto quando tre testimoni hanno testimoniato della sua verità. Le parti possono anche nominare esperti e testimoni. Se la vittima è morta o è stata ferita, la corte istruirà un dignitario religioso a valutare come la vittima è morta o è stata ferrita. Questi dignitari valutano solitamente le lesioni applicando gli standard enumerati nel commento storico dell'erudito musulmano del dodicesimo secolo al-Nawawii's Minhaaj at-Talibiin. Quando il querelante ha elaborato il suo caso con i testimoni e le prove, al difensore è data la possibilità di confutare le accuse, le argomentazioni e le prove del querelante. Non è consueto interrogare i testimoni in contraddittorio.

Infine, la corte si aggiorna ancora per valutare le prove. Se meno di tre testimoni sostengono un fatto, o se i testimoni si contraddicono, la corte procederà al giuramento. Ci sono parecchi tipi di giuramenti. Il più semplice comincia con il giurante che dice, “giuro sulla mia virilità.” Alternativamente, può dire “giuro su Allah.” Un giuramento più forte è il cosiddetto triplice giuramento, in cui si esegue lo stesso giuramento tre volte. Un giuramento ancora più forte è quello ripetuto 50 volte. Inoltre, c'è il cosiddetto giuramento di divorzio, in cui il giurante giura sui suoi matrimoni. Se più tardi si scopre che ha mentito, i suoi matrimoni sono annullati.

Si deve notare che anche quando il querelante non riesce a convincere la corte del suo caso, la corte non deciderà solitamente a favore del difensore fino a che quest'ultimo non abbia eseguito un giuramento di innocenza.

In un colloquio più lungo, potrei discutere del ruolo della polizia e dell'esecuzione delle decisioni giudiziarie, ma questo dovrebbe bastare ad offrire una certa idea del sistema legislativo esercitato dai somali. Fornisce una norma di legge efficace interamente senza la protezione di un governo.

La Xeer occupa un posto fra i grandi sistemi legislativi del mondo quali la legge romana, la common law inglese, la legge mercantile e la legge tradizionale ebraica (Halacha). Deve essere estremamente antica e si pensa essersi sviluppata nel corno d'Africa. Non c'è prova che si sia sviluppata altrove o che sia stata notevolmente influenzata da qualche sistema legislativo straniero. Il fatto che la terminologia legale somala è praticamente priva di parole prese in prestito da lingue straniere suggerisce che la Xeer è perfettamente indigena.

Il libro di Michael van Notten che descrive questo sistema di legge merita di essere conosciuto meglio e letto diffusamente. È il primo studio su una legge consuetudinaria che la tratti non come curiosità del passato, ma come potenzialmente istruttiva per una società libera futura. Nel suo libro, Van Notten presenta alcune applicazioni pratiche per il mondo in cui ci troviamo oggi, applicazioni che non ho avuto tempo da trattare in questa sede. Se l'intervento dei governi stranieri, che si è intensificato con il rifiuto dei somali di morire o rimanere povero, frustrerà questo potenziale o meno, solo il tempo lo può dire.

Vorrei concludere con una richiesta per contribuire a far circolare maggiormente questo libro.

Se siete collegati a scuole o università, vi prego di contattarle. Molte tra loro lo troveranno altamente adatto. Una recensione di un distinto antropologo legale su Amazon.com si conclude con questa nota:
“La leggibilità e la brevità relativa del testo altamente raccomandano The Law of the Somalis per uso didattico. Si adattare confortevolmente ed è un'aggiunta rinfrescante alla tradizione di studio riflessa in testi legali-politici etnografici classici come, Tswana Law (I. Schapera), The Cheyenne Way (K. Llewellyn and E.A. Hoebel), and The Judicial Process among the Barotse (M. Gluckman).”
- Howard J. De Nike, J.D., Ph.D., reparto di antropologia, University of New Mexico
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Spencer Heath MacCallum è scrittore ed antropologo sociale a Chihuahua, Messico. Mandagli una mail. Commenta sul blog.

Questo documento è stato presentato al ventiseiesimo World Freedom Summit, International Society for Individual Liberty, Williamsburg Lodge, Williamsburg, VA, dal
l' 11 al 15 agosto 2007.


Bibliografia

De Nike, Howard J. 2006. "Customary Law Upholds Natural Law." Amazon.com Customer-Reviews

Leeson, Peter T. 2005. "Better Off Stateless: Somalia Before and After Government Collapse." West Virginia University. (PDF)

Powell, Benjamín, Ryan Ford, and Alex Nowrasteh. 2006. "Somalia after State Collapse: Chaos or Improvement?" Independent Institute Working Paper No. 64. (PDF)

Van Notten, Michael. 2005. “The Law of the Somalis: A Stable Foundation for Economic and Social Development in the Horn of Africa.” Trenton NJ: Red Sea Press.


Thursday, August 30, 2007

Premio Caligola - Agosto '07: Mugabe!

Ho il piacere di comunicarvi che l'edizione di agosto, e prima in assoluto, del Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa, è stata vinta dal presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe con il 64% dei voti. Netto il distacco dal secondo classificato Chavez, che ha raccolto il 24% dei favori del pubblico. L'idea di “combattere l'inflazione” stampando banconote da 200.000 dollari ha evidentemente conquistato la fantasia dei votanti con la sua totale incongruenza da mondo rovesciato.

Piuttosto apprezzata, comunque, oltre all'illusione di Mugabe di controllare l'economia, anche la pretesa di Chavez di comandare al tempo. Stranamente, non sembra aver impressionato più di tanto la trovata del governo cinese che decide di regolare anche l'aldilà, tant'è vero che l'unico voto è rimasto il mio (ebbene sì, amo il teatro dell'assurdo!): probabilmente ha pesato la scarsa influenza di tale interferenza sulla vita delle persone, al contrario della stampante magica di Mugabe che ha trasformato a tempo di record lo Zimbabwe – un tempo “granaio dell'Africa” – in un inferno in terra: si fosse limitato a legiferare nell'inferno vero, il popolo dello Zimbabwe non starebbe probabilmente cercando di fuggire dalla morte per fame.

Mugabe riceverà una targa ricordo e un kit Do it yourself: Suicide! completo di corda, sapone e barbiturici, oltre ad entrare nella lista dei finalisti per l'edizione annuale del Premio. Questo non gli impedirà di partecipare, eventualmente, alle prossime edizioni mensili, evento piuttosto probabile visti i precedenti: Robert Mugabe è senza dubbio un fuoriclasse tra i mad rulers attualmente in circolazione!

Tuesday, August 21, 2007

Premio Caligola - Agosto '07

Qual è la notizia più rappresentativa del potere fuori controllo, quale la migliore rappresentazione di statalismo estremo? Parte con l'edizione agostana il Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa, con una lotta serrata tra tre candidati agguerritissimi. Votate anche voi!
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Zimbabwe: Emessa banconota da 200 mila dollari locali

La banca centrale dello Zimbabwe ha emesso ieri una nuova banconota 'record' del valore di 200 mila dollari locali, nel tentativo di arginare l'inflazione. Con questa cifra, ufficialmente equivalente a 13 dollari Usa, ma pari a un solo dollaro Usa al mercato nero, si potrà acquistare un chilo di zucchero.

L'inflazione ufficiale in Zimbabwe è calcolata intorno al 5 mila percento, ma secondo stime del Fondo Monetario Internazionale diffuse ieri, in realtà è molto più alta, e potrebbe entro fine anno raggiungere il 100 mila percento. In Zimbabwe la rovina sociale, economica, sanitaria, educativa e politica è totale; il Paese è falcidiato da malattie e povertà; la disoccupazione è ormai all'80 percento, mentre oltre il 60 percento della popolazione dell'ex granaio d'Africa si ciba solo grazie agli aiuti internazionali.

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Il sigillo del Partito sulle reincarnazioni del Budda

Pechino (AsiaNews) – Dal 1° settembre tutte le reincarnazioni del Budda per essere vere dovranno avere l’approvazione del governo comunista cinese. L’Amministrazione statale per gli affari religiosi ha infatti decretato che dal prossimo mese i cosiddetti “Budda viventi” devono avere il riconoscimento del governo, se non vogliono essere bollati come “illegali” o “invalidi”. La norma stabilisce che tutte le reincarnazioni devono fare richiesta di approvazione ai dipartimenti provinciali o nazionali, a seconda “della loro fama o influenza”. La nuova regola, pubblicata sul sito governativo, serve per “mantenere ordine nel buddismo tibetano e creare una società armoniosa”.
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Venezuela, l'ultima di Chavez "Lancette avanti di mezz'ora"

L'annuncio del bizzarro provvedimento è stato dato dallo stesso Chavez nel corso di un torrenziale e non sempre lucidissimo soliloquio in diretta, della durata di ben sette ore, coinciso con la trasmissione del programma 'Alo, Presidente!' alla radio nazionale. A far da spettatore, e da occasionale interlocutore, il solo ministro per la Scienza e la Tecnologia, Hector Navarro.

Il leader di Caracas non ha fornito indicazioni approfondite per giustificare il mutamento di orario, se non uno sbrigativo: "E' una questione di metabolismo, il cervello umano è condizionato dalla luce solare". Navarro a sua volta ha giustificato la trovata del presidente spiegando che la maggiore durata del tempo diurno "agevolerà tutti i venezuelani, nel lavoro e nello studio".

Friday, August 17, 2007

L'unione fa la forza

Dal mondo animale una illuminante lezione di vita. Un video fantastico che ha collezionato più di tredici milioni di visite su YouTube nel giro di dieci mesi.

Saturday, August 4, 2007

L'eroe dei due mondi

Il 31 luglio il nuovo Primo Ministro inglese Gordon Brown ha parlato per la prima volta all'ONU. Il suo è stato un vero e proprio manifesto programmatico: ci ha avvertito che il mondo è “milioni di miglia lontano” dal mantenere le sue promesse di alleviare la povertà, l'AIDS e l'analfabetismo nei paesi poveri. Il “mondo“, che promette e, nel caso, mantiene. Il mondo decide, il mondo deve provvedere: l'impressione è che si tratti di due mondi diversi, se non altro. E che la soluzione proposta sia la solita paccata di dollari e di grano ultra-sovvenzionato utile solo ad ingrassare ulteriormente le corrottissime burocrazie del mondo in via di sviluppo e a spargere altra morte e miseria.
Leggiamo infatti dal Guardian:

Mr. Brown si è impegnato a riunire 12 leader mondiali e 20 personaggi del mondo degli affari per firmare un nuovo impegno per raggiungere gli otto obiettivi di MDG - che variano dalla mortalità materna alla diffusione della malaria.
I 12 leader mondiali (come gli apostoli, giusto per quel tocco di misticismo messianico che non ci sta mai male), più venti pescecani della finanza, più Gordon Brown: questo è il mondo che decide e promette. Non ci vuole un gran fantasia per capire qual è il mondo che dovrà mantenere. Per rendere gradevole l'indigesta pietanza, lo chef Gordon non manca di insaporirla con le ben note spezie neolinguistiche:
In linguaggio fortemente morale l'ha denominata “una coalizione della coscienza” e “una coalizione per la giustizia” in grado di alla fine rendere “la globalizzazione una forza per la giustizia su scala globale”.
È proprio quel gusto agrodolce di famosi piatti come la “coalizione dei volenterosi” e “Enduring Freedom”, serviti dagli chef neocon! Come sorprendersi, del resto, se lo stesso Brown insieme al capocuoco Blair parteciparono con entusiasmo ai grandi banchetti in Iraq ed Afghanistan. Stranamente, il neo-Primo Ministro pare essersene dimenticato:
Anche se nel discorso di 30 minuti non ha accennato all'Iraq o all'Afghanistan e si è concentrato preferibilmente sull'assistenza al mondo in via di sviluppo, Brown ha parlato del Darfur, come previsto.
Da vero maestro del bispensiero, ha fatto sparire le crisi più gravi di questi anni, quelle in cui è personalmente coinvolto come responsabile, e si presenta ripulito come paladino della pace. E siccome si vis pacem para bellum, ecco come si risolve la crisi nel Darfur: una nuova risoluzione ONU che vedrebbe una forza di peacekeeping di 20.000 uomini – la più grande al mondo – in Sudan entro il 1° ottobre.

I cosiddetti “mercanti di morte” e i “signori della guerra” stanno sicuramente già tremando all'idea di questa imponente offensiva delle forze della pace.