Wednesday, December 31, 2008

Lezione di democrazia

“It is in war that the State really comes into its own: swelling in power, in number, in pride, in absolute dominion over the economy and the society.”
(Murray N. Rothbard)

C'è una lezione importante da imparare nell'attacco a Gaza di cui dovremmo esser grati ad Israele: una lezione sull'essenza della democrazia terminale, di cui le bombe di Tsahal sono una perfetta e tragica dimostrazione.

Per comprendere la lezione è sufficiente osservare la correlazione tra il conto dei morti e delle distruzioni e la distribuzione dei seggi alla Knesset, il parlamento israeliano, alle prossime elezioni, che si terranno tra poco più di un mese.

Il bombardamento di Gaza, per buona parte dei più attenti osservatori, risponde alla necessità del partito laburista al governo, afflitto da una cronica emorragia di voti a favore del più aggressivo Likud di Netanyahu, di dare una dimostrazione di forza.

Per Israele non si tratta di una novità: i precedenti storici, come la campagna in Libano del '96, che causò la morte di 150 civili che avevano cercato riparo in una base ONU, mostrano la tendenza dei politici israeliani a diventare aggressivi intorno alle elezioni, per un chiaro calcolo politico.

Questo comportamento è certamente un'estremizzazione, ma come tale è se non altro un'ottima illustrazione della vera sostanza della democrazia: un sistema in cui anche la morte diventa un mero strumento politico, una leva per spostare voti ed equilibri.

Rispondono alla stessa logica gli interventi economici promessi da Obama o quelli operati da Bush, che si traducono nello spostare arbitrariamente, secondo un calcolo di convenienza politica, la ricchezza prodotta da alcuni nelle tasche di altri.

Gli effetti di simili interventi, seppur meno immediatamente visibili, sono altrettanto distruttivi delle più spettacolari bombe lanciate dai caccia israeliani, perché recidono il legame tra cause ed effetto dell'azione economica, creano incentivi per l'azzardo morale, e demoliscono le motivazioni di lavoratori e imprenditori.

Nella democrazia terminale, tutto è subordinato al calcolo politico di breve termine: vita, morte, lavoro, diritti, libertà. Perché nessun individuo, tantomeno un politico, avrà mai come priorità altro interesse che non sia il suo personale.

Un'attitudine comune a tutti gli uomini, che permette la diffusione di un certo benessere quando si esprime nella libera interazione del mercato, si traduce in un incubo totalitario quando a un gruppo di individui è concesso il potere di governare tutti gli altri.

Monday, December 29, 2008

Voci da Israele

Avrei voluto attendere, prima di commentare i recenti avvenimenti nella striscia di Gaza, di trovare sui media principali qualche resoconto equilibrato sul tema. Voglio dire, lo so che ormai il lavoro del giornalista consiste nel fare il portavoce delle zecche governative, ma potrebbero perlomeno portare anche le voci delle zecche palestinesi, e non solo di quelle israeliane. Giusto in nome della completezza dell'informazione, quella roba lì.

Ma tant'è, dobbiamo accontentarci delle parole di una ministra dall'improbabile nome da cartone animato, e prenderle per buone senza ulteriori indagini: qualsiasi altro approccio alla questione, infatti, ci esporrebbe inevitabilmente all'accusa di antisemitismo, negazionismo, e magari anche di terrorismo. Quindi, per una questione di prudenza che i lettori del Gongoro spero comprenderanno, mi limito a riportare alcuni brani da articoli del quotidiano israeliano Haaretz.
Un milione e mezzo di esseri umani, la maggior parte dei quali profughi abbattuti e disperati, vivono nelle condizioni di una gigantesca prigione, terra fertile per un altro giro di bagni di sangue. Il fatto che Hamas possa essersi spinta troppo oltre con i suoi razzi non è una giustificazione per la politica di Israele degli ultimi decenni, per la quale si merita giustamente una scarpa irachena in fronte.
(Yossi Sarid)

Israele si è imbarcata ieri in ancora un altra guerra inutile e destinata al fallimento. Il 16 luglio 2006, quattro giorni dopo l'inizio della seconda guerra del Libano, io avevo scritto: “Ogni quartiere ha un bullo spaccone che non dovrebbe essere provocato… Non che lo spaccone non abbia ragione – qualcuno gli ha fatto del male. Ma la reazione, che reazione!” Due anni e mezzo dopo, queste parole si ripetono, per il nostro orrore, con precisione raggelante. In poche ore di un sabato pomeriggio, l'IDF ha seminato morte e distruzione su una scala alla quale i razzi Qassam non si sono mai neanche avvicinati durante tutti gli anni dal loro utilizzo, e l'operazione “Cast Lead” è soltanto nella sua infanzia.
(Gideon Levy)

Sei mesi fa Israele ha chiesto e ottenuto un cessate il fuoco da Hamas. Lo ha violato unilateralmente quando ha fatto scoppiare un tunnel, mentre ancora chiedeva all'Egitto di convincere il gruppo islamico a mantenere la tregua.
(Zvi Barel)

Ci sono molti cadaveri e feriti, ogni momento un altro caso si aggiunge alla lista dei morti e non c'è più spazio all'obitorio. I parenti cercano fra i cadaveri ed i feriti per portare rapidamente i morti alla sepoltura. Una madre i cui tre bambini in età scolare sono stati uccisi e accatastati uno sull'altro all'obitorio, grida ed ancora grida, ed alla fine tace.
(Amira Hass)

Ma l'attacco su Gaza non richiede innanzitutto una condanna morale: richiede alcuni ricordi storici. Sia la giustificazione data per esso che gli obiettivi scelti sono un replay degli stessi presupposti di base che sono risultati a più riprese errati. Tuttavia Israele ancora li tira fuori dal suo cappello, ancora e d ancora, in una guerra dopo l'altra.
(Tom Segev)

La tremenda densità demografica nella Striscia di Gaza non permette “un'operazione chirurgica” su un lungo periodo che minimizzerebbe i danni per la popolazione civile. Le difficili immagini dalla Striscia presto sostituiranno quelle dei danni inflitti dai razzi Qassam nel Negev occidentale. La scala delle perdite, che funziona a “favore” dei Palestinesi, restituirà a Israele il ruolo di Golia.
(Akiva Eldar)

The Age of Transitions

I nostri benefattori, sempre al lavoro per un futuro migliore.

Sunday, December 28, 2008

Saturday, December 27, 2008

Branobel & Koba at Baku

Dopo una breve periodo di malfunzionamento, dovuto probabilmente al grosso buco nel campo magnetico terrestre scoperto di recente, il trasmettitore che ci mantiene in contatto con il nostro inviato a Laputa ha ricominciato a funzionare, e ci ha consegnato un nuovo dispaccio telepatico del Pesce Volante.

L'argomento della settimana tratta di una ben nota famiglia europea e di una malsana località sul Mar Caspio, famosa oggi per la sua produzione di una preziosa materia prima: il petrolio. Ed è proprio attorno ai pozzi dell'oro nero che si incrociano le vite di alcune delle personalità più notevoli del secolo scorso, responsabili direttamente e indirettamente di grani quantità di sangue versato, spesso in nome della pace e della libertà.

Vi lascio allora alla lettura – da coaudiuvare senz'altro con un bicchierino di vodka – con i consueti auguri di buon fine settimana.

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Di Giovanni Pesce


L’argomento che a prima vista potrebbe sembrare uno scioglilingua, è, questa settimana, relativo alle storie intrecciate di avventurieri nelle regioni del Caspio.

I Fratelli Ludwig, Robert e Alfred Nobel, chimici provenienti dalla Svezia, dopo aver iniziato la loro attività, commercializzando petroli americani nel Nord Europa, ed in un secondo momento aver costruito laboratori di produzione armamenti militari, per allargare la propria produzione di forniture militari, si spinsero infine a Baku nella regione del Caspio con la motivazione ufficiale di cercare dei buoni legnami per i calci dei loro fucili. In quel luogo poco adatto all’insediamento umano, costruirono una loro residenza, Villa Petrolea.

Il luogo era infernale: un lago di bitume, con forti odori e nessuna vita animale o vegetale degna di questo nome; però i Nobel con grande intraprendenza organizzarono un commercio di petroli russi e bitumi, costruirono abitazioni anche per il personale della loro impresa e cercarono di migliorare l’ambiente cittadino. Dall’altra parte del Caspio a Tsaritsyn, costruirono delle raffinerie.

Anche un'altra famiglia famosa si stabilì a Baku con l’intenzione di commercializzare i prodotti petroliferi: Alfonse Rothschild, francese, partecipò alla costruzione (1897-1907) dell’oleodotto Baku-Batum sul Mar nero per trasportare il petrolio verso il Mediterraneo.

I Nobel, da veri imprenditori, con la diversificazione della loro produzione divennero celebri per la invenzione della dinamite, un composto esplosivo derivato dal fulmicotone e dalle nitroglicerine ma di più facile uso e trasporto tanto da permettere delle guerre con un miglior numero di morti e distruzioni.

Per sdebitarsi nei confronti della storia, sentendosi un po’ colpevole, Alfred Nobel finanziò nel suo testamento (1895) un’organizzazione che scegliesse un personaggio importante a cui assegnare un premio (Nobel) per alcune particolari attività, tra le quali spiccava la Pace.

Ma l’idea che i Nobel avevano rispetto all’argomento era quella particolare detta “La Pace Armata,” ovvero: se due eserciti in contrapposizione tra di loro dovessero capire che uno scontro porterebbe alla totale distruzione di entrambi, allora un regime di pace sarebbe il risultato contingente più vantaggioso. La certezza della mutua distruzione garantirebbe la pace.

Nulla di nuovo rispetto allo scenario MAD (Mutual Assured Destruction) reso celebre dal Dr. Stranamore (peace is our profession) o alla favola dei due scorpioni.

Torniamo a Baku dove nei primissimi anni del 1900, le tensioni economiche e sociali erano fortissime ed erano alimentate anche dal desiderio di oligarchi USA bramosi di entrare in quel mercato.

Nel 1912 i Rothschild passarono le proprietà a Samuel della Royal Dutch, e contemporaneamente Rocky fece dumping di prodotti petroliferi USA sul mercato russo nel 1916.

Si sussurra che Koba (l’indomabile) fosse un ragazzotto che, in quel periodo, fomentava disordini tra i lavoratori del petrolio per boicottare la produzione ed indebolire gli oligarchi di Baku. a favore di terzi.

Nell’Ottobre 1917 il compagno Lenin prese il potere e Koba cambiò il suo soprannome in Stalin, nick dal suono più vicino a quello di Lenin.

Koba aveva nel corso di quei primi anni di rivoluzione, fatto carriera procurando finanziamenti al partito bolscevico, e non si era mai fatto scrupolo che le sue fonti di denaro fossero “pulite,” infatti la gran parte dei proventi derivava ad rapine e da sfruttamento della prostituzione femminile.

Nel 1920 il Governo Bolscevico nazionalizzò tutte le imprese petrolifere e nel 1926 fu concesso alla sola Standard Oil di Walter Teagle un diritto di estrazione di petrolio a Baku, coronando un sogno trentennale di John D. Rockefeller di entrare nel mercato russo.

Nel 1927 Stalin superò ogni ostacolo per la conquista del Kremlino.

Anche la città di Tsaritsyn, alla foce del Volga, precedentemente conosciuta con il nome di “Nobel Town” per via delle installazioni dell’industria petrolifera dei fratelli Nobel, cambiò graziosamente nome e per un certo periodo fu chiamata Stalingrado.

Cosa sia realmente avvenuto da quelle parti è ancora misterioso.

Friday, December 26, 2008

La tregua di Dio

La più bella storia natalizia di tutti i tempi, nella versione di William Norman Grigg.
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Di William Norman Grigg


Nell'agosto del 1914, le maggiori potenze d'Europa si gettarono nella guerra con gioioso abbandono. La Germania, una potenza in ascesa con vaste aspirazioni, attraversò il Belgio, cercando di dar rapidamente scacco matto alla Francia prima che la Russia potesse mobilitarsi, evitando così la prospettiva di una guerra su due fronti. Migliaia di giovani tedeschi, prevedendo un conflitto di sei settimane, salirono sulle tradotte cantando l'ottimista ritornello: “Ausflug nach Paris. Auf Widersehen auf dem Boulevard.” (“Gita a Parigi. Arrivederci sul Boulevard.”)

I francesi erano desiderosi di vendicare la perdita di Alsazia e Lorena subita a vantaggio della Germania nel 1870. Il governo britannico, preoccupato dal crescente potere della Germania, mobilitò centinaia di migliaia di giovani “per dare una lezione all'unno.” In tutto il continente, scrive lo storico britannico Simon Rees, “milioni di soldati, di riservisti e di volontari… corsero entusiasticamente sotto le bandiere della guerra…. L'atmosfera era di festa piuttosto che di conflitto.”

Ogni lato pensava di vincere entro Natale. Ma quando dicembre arrivò, gli antagonisti si trovarono inchiodati lungo il Fronte Occidentale – una statica linea di trincee che correvano per centinaia di miglia attraverso la Francia ed il Belgio. In alcuni punti lungo il Fronte, i combattenti erano separati da meno di 100 piedi. Le loro grezze ridotte erano poco più di grandi fosse scavate in un terreno melmoso e grigio-biancastro. Malamente equipaggiati per l'inverno, i soldati faticavano nell'acqua sporca troppo fredda per l'umana resistenza, ma troppo calda per congelarsi.

Il territorio non reclamato chiamato Terra di Nessuno era cosparso dei terribili residui della guerra: munizioni usate e corpi senza vita di coloro sui quali le munizioni erano state usate. I resti di molti soldati uccisi si trovavano grottescamente impigliati nei recinti di filo spinato. Di case e villaggi non rimanevano che rovine. Chiese abbandonate erano state occupate per essere utilizzate come basi militari.

Con l'aumentare delle perdite e l'indurirsi dell'impasse, la febbre della guerra cominciava a dissiparsi su entrambi i lati. Molti di quelli spinti in servizio sul Fronte Occidentale non avevano ceduto all'iniziale furiosa mania di massacro. A combattere al fianco delle truppe francesi, belghe ed inglesi c'erano indù e sikh dall'India, così come i gurkhas dal regno himalayano del Nepal. Questi coscritti coloniali erano stati strappati dalla loro terra natale e schierati in trincee scavate nei gelidi campi di cavolo del Belgio. Si trovavano al fronte anche scozzesi delle Highlands, che indossavano fieri i loro kilt sfidando il pungente freddo di dicembre.

Le truppe tedesche erano guidate da ufficiali prussiani d'élite, rappresentanti della bellicosa aristocrazia Junker. Le truppe tedesche comprendevano riservisti bavaresi, sassoni, vestfaliani, hessiani, non pochi dei quali avevano vissuto – o erano persino nati – in Inghilterra e parlavano un inglese perfetto. A dispetto degli sforzi di Bismarck per unire gli sparsi principati tedeschi, molte truppe tedesche rimasero più attaccati alle loro comunità locali che a quella che per loro era un'astratta nazione tedesca.

Camerati in armi

Sguazzare in quelle che erano in effetti fredde e fetide fogne, colpiti da pioggia gelata e circondati dai resti in decomposizione dei loro camerati, i soldati di entrambi i lati mantennero tetramente la loro disciplina militare. Il 7 dicembre, il papa Benedetto XV propose un cessate il fuoco per il Natale. Questo suggerimento ottenne poco entusiasmo tra i politici ed i leader militari di ambo i lati. Ma la storia era diversa per le truppe esauste sulla linea del fronte.

Un dispaccio del 4 dicembre dal comandante del II corpo d'armata britannico prendeva nota con disapprovazione di una “filosofia di vita vivi-e-lascia-vivere” che era discesa sul Fronte. Anche se l'aperta fraternizzazione visibile fra le forze ostili era poca, altrettanto scarsa iniziativa si mostrava nel premere per potenziali conquiste. Né l'uno né l'altro lato faceva fuoco contro il nemico durante le ore dei pasti, e commenti amichevoli venivano lanciati frequentemente attraverso la Terra di Nessuno. In una lettera pubblicata dall'Edinburgh Scotsman, Andrew Todd dei Royal Engineers segnalò che i soldati lungo la sua parte del Fronte, “separati soltanto da 60 yarde… [erano diventati] molto ‘amichevoli’ tra loro.”

Piuttosto che scagliare piombo ai loro nemici, le truppe lanciavano occasionalmente attraverso le linee giornali (appesantiti con delle pietre) e lattine di razioni. Talvolta volavano pure sbarramenti di insulti, ma pronunciati generalmente “con meno veleno che una coppia di tassisti di Londra dopo uno scontro leggero,” segnalava Leslie Walkinton dei Queen's Westminster Rifles.

A dicembre inoltrato, l'ardore combattente delle truppe sulla linea del fronte stava calando. Con il Natale che si avvicinava, i gesti sparsi e rari di benevolenza attraverso le linee nemiche aumentarono. Circa una settimana prima di Natale, le truppe tedesche vicino ad Armentières passarono una “splendida” torta di cioccolato attraverso le linee alle loro controparti britanniche. A quella squisita offerta di pace stava attaccato un invito notevole:
Ci proponiamo stasera di fare un concerto poichè è il compleanno del nostro capitano e cordialmente vi invitiamo ad assistere – a patto di avere la vostra parola d'onore come ospiti che acconsentite a cessare le ostilità fra le 7:30 e le 8:30…. Quando ci vedrete accendere le candele e le luci della ribalta sul bordo della nostra trincea alle 7:30 esatte potrete alzare in sicurezza le teste sopra le vostre trincee, noi faremo lo stesso e cominceremo il concerto.
Il concerto ebbe luogo in orario, con le baffute truppe tedesche che cantavano “come i Christy Minstrels,” secondo la versione di un testimone oculare. Ogni canzone ricevette applausi entusiasti dalle truppe britanniche, spingendo un tedesco ad invitare i tommies ad “unirsi con noi nel coro.” Un soldato britannico gridò forte, “moriremmo piuttosto che cantare in tedesco.” A questo sarcasmo rispose immediatamente la truppa tedesca: “ci uccidereste se lo faceste.” Il concerto finì con una sincera versione di “Die Wacht am Rhein” e venne chiuso con alcuni colpi deliberatamente puntati nel cielo che andava oscurandosi – un segnale che la breve tregua pre-natalizia si era conclusa.

Altrove lungo il Fronte, furono presi accordi per recuperare i soldati caduti e per dare loro le cure o la sepoltura adeguati. In una lettera a sua madre, il luogotenente Geoffrey Heinekey del 2nd Queen's Westminster Rifles descrisse un tale evento avvenuto il 19 dicembre. “Alcuni tedeschi sono usciti con le mani alzate ed hanno cominciato a prendere i loro feriti e così anche noi siamo immediatamente usciti delle nostre trincee ed abbiamo cominciato a prendere i nostri feriti,” ricordava. “I tedeschi allora ci hanno chiamati e molti di noi sono andati a parlare con loro, e loro ci hanno aiutati a seppellire i nostri morti. Questo è durato l'intera mattina ed ho parlato con diversi di loro e devo dire che mi sono sembrati uomini straordinariamente buoni…. Sembrava troppo ironico per le parole. Là, la notte prima abbiamo avuto una terribile battaglia, e la mattina dopo stavamo fumando le loro sigarette e loro le nostre.”

Partita di calcio nella Terra di Nessuno

Presto cominciò a circolare lungo il Fronte la prospettiva di una cessazione formale delle ostilità in onore del Natale. Di nuovo, questa idea incontrò resistenza dall'alto. Commenta lo storico Stanley Weintraub, nel suo libro Silent Night: The Story of the World War I Christmas Truce:

La maggior parte degli alti gradi avevano guardato dall'altra parte quando precedentemente si erano verificate sparse fraternizzazioni. Una tregua di Natale, tuttavia, era un'altra questione. Ogni allentamento dell'azione durante la settimana di Natale avrebbe potuto insidiare qualsiasi spirito sacrificale fra truppe che difettavano di fervore ideologico. Malgrado gli sforzi dei propagandisti, i riservisti tedeschi mostravano ben poco odio. Spinti a disprezzare i tedeschi, i tommies [britannici] non vedevano impellente necessità nel riprendere snodi e campi di cavoli francesi e belgi. Piuttosto, entrambi i lati combattevano come i soldati hanno combattuto nella maggior parte delle guerre: per la sopravvivenza e per proteggere gli uomini che erano diventati la loro famiglia allargata.

In un certo senso, la guerra in sé era stata intrapresa all'interno di una famiglia allargata, poiché sia il Kaiser Guglielmo II di Germania che il re Giorgio V d'Inghilterra erano nipoti della regina Vittoria. Cosa più importante, le nazioni in guerra facevano tutte parte di ciò che era conosciuto una volta come Cristianità. L'ironia di questo fatto non sfuggiva a coloro che erano stati condannati a trascorrere il Natale sul Fronte.

Entro la notte di Natale, il lato tedesco del Fronte era illuminato da brillanti Tannenbeume – piccoli alberi di Natale sistemati, a volte sotto il fuoco nemico, da truppe determinate a commemorare il giorno santo. “Per la maggior parte dei soldati britannici, l'insistenza tedesca nella celebrazione del Natale fu uno shock dopo la propaganda sulla bestialità teutonica, mentre i tedeschi avevano a lungo considerato i britannici così come i francesi senz'anima e materialisti, ed incapaci di apprezzare la festa con lo spirito adeguato,” scrive Weintraub. “Considerati dai francesi e dai britannici dei pagani – dei selvaggi, persino – i pragmatici tedeschi non ci si aspettava che rischiassero la vita per ogni amato Tannenbaum. Tuttavia, quando alcuni di questi furono abbattuti da sporadici colpi di arma di fuoco, i sassoni di fronte [alla linea britannica] si arrampicarono testardi sui parapetti per alzare di nuovo gli alberi in pericolo.”

I luminosi alberi di Natale ricordavano ad alcuni coscritti indiani le lanterne utilizzate per celebrare il “Festival delle Luci” indù. Alcuni di loro dovevano essere sconcertati dal trovarsi congelati, malnutriti e di fronte ad una morte solitaria migliaia di miglia dalle loro case come soldati in una guerra che metteva le nazioni cristiane una contro l'altra. “Non penso che questa sia una guerra,” scrisse un soldato del Punjabi in una lettera ad un parente. “Questa non è una guerra. È la fine del mondo.”

Ma c'erano da ogni lato di quel conflitto fratricida anime determinate a conservare il decoro della cristianità, anche in mezzo al conflitto. Non appena il Natale albeggiò, le truppe sassoni tedesche gridarono saluti alle unità britanniche dall'altra parte: “ felice Natale a voi, inglesi!” Quel saluto benvenuto provocò una risposta fintamente insultante da uno dei soldati scozzesi, leggermente irritati per esser stati chiamati inglesi: “lo stesso a voi Fritz, ma a pranzo mangiatevi con le vostre salsicce!”

Un freddo improvviso aveva lasciato il campo di battaglia congelato, che era in effetti un sollievo per le truppe che affondavano nel fango fradicio. Lungo il Fronte, i soldati uscirono dalle trincee e dai rifugi, avvicinandosi prima con prudenza e quindi calorosamente, attraverso la Terra di Nessuno. Si scambiarono saluti e strette di mano, così come regali estratti dai pacchetti ricevuti da casa. Souvenir tedeschi che normalmente sarebbero stati ottenuti soltanto attraverso il massacro – come gli elmetti a punta pickelhaube, o le fibbie da cintura Gott mit uns – vennero barattati per simili gingilli britannici. Canti natalizi furono intonati in tedesco, inglese e francese. Furono prese alcune fotografie di ufficiali britannici e tedeschi affiancati, disarmati, nella Terra di Nessuno.

Vicino al saliente di Ypres, i tedeschi e gli scozzesi cacciarono delle lepri selvatiche che, una volta catturate, servirono per un pranzo di Natale inatteso. Forse l'improvviso esercizio dell'inseguire le lepri selvatiche spinse alcuni soldati a pensare do fare una partita di calcio. A quel punto, ben poco sforzo sarebbe stato necessario per ispirare degli uomini giovani e competitivi – molti dei quali erano gioventù inglese reclutata nei campi di calcio – a organizzare una partita. In ogni caso, i numerosi resoconti in lettere e pubblicazioni attestano il fatto che nel Natale del 1914 soldati tedeschi ed inglesi giocarono a calcio, sul campo congelato della Terra di Nessuno.

Il tenente britannico John Wedderburn-Maxwell dell'artiglieria da campo ha descritto l'evento come “probabilmente l'evento più straordinario dell'intera guerra – una tregua dei soldati senza alcuna alta sanzione da parte degli ufficiali e dei generali….” Questo non equivale a dire che l'evento incontrò un'approvazione assoluta. Scambi casuali di colpi di arma di fuoco lungo il Fronte ricordarono letalmente che la guerra era ancora in corso.

Dalla sua posizione dietro le linee, “un soldato scarno e terreo con dei baffi spessi e scuri e gli occhi socchiusi” assistette all'eruzione spontanea di amicizia cristiana con disprezzo pieno di odio. Il messaggero tedesco di nascita austriaca disprezzava i suoi camerati che si scambiavano gli auguri di Natale con le loro controparti britanniche. “Una tal cosa non dovrebbe accadere in tempo di guerra,” brontolava il caporale Adolf Hitler. “Non vi è rimasto alcun senso dell'onore tedesco?” “Era implicato qualcosa di più degli scrupoli patriottici” nella reazione di Hitler, nota Weintraub. “Anche se era un cattolico battezzato, lui rifiutava ogni vestigia di osservanza religiosa mentre la sua unità celebrava la festa nella cantina del monastero di Messines.”

E se…?

In un resoconto del 2 gennaio 1915 della tregua di Natale, il Daily Mirror di Londra considerò che “il vangelo dell'odio” aveva perso il suo fascino tra i soldati che avevano fatto conoscenza.

“Il cuore del soldato raramente ha dell'odio in sé,” commentava il giornale. “Egli va a combattere perché quello è il suo lavoro. Ciò che è venuto prima – le cause della guerra e il perché ed il percome – lo interessa poco. Combatte per il suo paese e contro i nemici del suo paese. Collettivamente, devono essere condannati e fatti a pezzi. Individualmente, sa che non sono cattivi.”

“Molti soldati e ufficiali di linea britannici e tedeschi, si videro come signori ed uomini d'onore,” scrive Weintraub. La truppa è giunta a capire che l'uomo all'altra estremità del fucile, piuttosto che il mostro senz'anima rappresentato nella propaganda ideologica, era spaventato e disperato per sopravvivere a tornare alla sua famiglia. Per molti lungo il Fronte, queste realtà divennero chiare per la prima volta alla luce diffusa dal Tannenbaum tedesco.

Nel simbolo comune dell'albero di Natale – un ornamento dalle origini pagane appropriato dai cristiani secoli fa – soldati britannici e tedeschi trovarono “un legame improvviso e straordinario,” osservò l'autore britannico Arthur Conan Doyle dopo la guerra (un conflitto che reclamò la vita di suo figlio). “Era uno spettacolo stupefacente,” Doyle rifletteva, “e deve suscitare un amaro pensiero riguardo ai cospiratori d'alto lignaggio contro la pace nel mondo, che nella loro pazza ambizione hanno istigato tali uomini a prendersi per la gola piuttosto che a darsi mano.”

In una notevole lettera pubblicata dal Times di Londra il 4 gennaio, un soldato tedesco dichiarò che “come mostrano le scene meravigliose nelle trincee [durante il Natale], non c'è malizia da parte nostra, e neanche in molti di coloro che sono stati schierati contro di noi.” Ma questo non era certamente vero per coloro che orchestrarono la guerra, “i cospiratori d'alto lignaggio contro la pace del mondo.” Come precisa lo storico britannico Niall Ferguson, i programmi dei guerrafondai per il mondo richiedevano “massimo massacro a minima spesa.” La tregua informale tenne il Natale e, in alcuni punti lungo il fronte, anche il giorno seguente (conosciuto come “Boxing Day” tra i soldati britannici). Ma prima di Capodanno la guerra aveva ripreso in tutta la sua furia maligna ed il suicidio della Cristianità continuò rapidamente.

La maggior parte delle guerre sono esercizi insensati di omicidio di massa e distruzione inutile. La Prima Guerra Mondiale, tuttavia, è notevole non solo per essere stata più evitabile e meno giustificabile della maggior parte delle guerre, ma anche per il suo ruolo nell'apertura dei cancelli dell'inferno. La fame di massa e la rovina economica inflitte sulla Germania dalla guerra e dalle sue conseguenze hanno coltivato il movimento nazional-socialista (nazista). La quasi identica rovina creata in Russia portò Lenin e i bolscevichi al potere. Benito Mussolini, un agitatore socialista considerato un tempo come l'erede di Lenin, salì al potere in Italia. Varianti radicali del nazionalismo totalitario intollerante ulcerarono l'Europa. I semi di future guerre e terrorismo furono piantati profondamente nel Medio Oriente.

Cosa sarebbe successo se la tregua di Natale del 1914 avesse tenuto? Sarebbe potuta seguire una pace negoziata, salvando la Cristianità almeno per un istante in più? Non lo sappiamo. È dubbio che “i cospiratori d'alto lignaggio contro la pace nel mondo” sarebbero stati dissuasi a lungo dal perseguire i loro folli piani. Ma la tregua – una fermata benvenuta nella sinfonia della distruzione – ha illustrato una verità senza tempo della natura dell'anima umana come progettata dal suo Creatore.

Riflettendo sulla tregua di Natale, lo storico scozzese Roland Watson scrive: “lo Stato muggisce gli ordini ‘Uccidi! Distruggi! Conquista!” ma un istinto più profondo nell'individuo non fa sparare subito una pallottola contro un altro che non abbia fatto grande offesa, ma che piuttosto dice con loro, ‘che cosa sto facendo qui?’” Per un periodo tragicamente ridotto, lo Spirito del Principe della Pace sommerse le richieste assassine dello Stato.

Wednesday, December 24, 2008

Καλά Χριστούγεννα

Premio Caligola - Dicembre '08

Edizione allegra e festosa, come si addice al periodo, quella del Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa, di dicembre, e ultima dell'anno in corso: i nostri tre concorrenti, infatti, si presentano con tre perfette performance di quella che potremmo chiamare “gonzo-politics,” ovvero quel tipo di delirio da potere che sconfina nel mondo dei sogni psichedelici e che farebbe la sua figura in ogni istituto per l'igiene mentale del mondo. Ma dal momento che – ormai è chiaro – è il mondo stesso ad esser stato trasformato in una casa di matti, giustamente questi fuoriclasse della demenza occupano posti di governo, offrendo a tutti noi un viaggio premio sull'ottovolante delle loro psicosi.

Ma bando ai sentimentalismi, e procediamo con la presentazione di questi campioni. I primi due arrivano entrambi da un paese relativamente nuovo per il nostro concorso, ma che sembra davvero promettere bene: l'Australia. Il primo dei due è il ministro della salute Nicola Roxon, dell'Australian Labor Party, che, pensate, se la prende con la penna rossa delle maestrine. Pare infatti che tale colore, oltre ad eccitare eventuali tori vaganti, provochi pericolose turbe psichiche nei giovani studenti. E poiché non tutti potranno poi diventare presidenti o ministri della repubblica l'ovvia soluzione è di bandire le correzioni in rosso dai compiti in classe. Geniale.

La dott.ssa Helen Szoke, della commissione per le pari opportunità australiana, combatte invece più tradizionalmente contro il maschio bianco dominante – non è specificato se in questa definizione rientrino o meno i gay, ma non essendosi levato il solito coro di proteste è possibile ne siano esclusi. La proposta è, un po' banalmente, bisogna riconoscerlo, di discriminarli “positivamente,” per rimediare – ci sarete già arrivati da soli – alle discriminazioni subite dai gruppi minoritari. Quando arriveranno ad estirpare gli occhi ai vedenti per garantire le pari opportunità dei ciechi, avvertitemi: ho già pronto il premio speciale “Harrison Bergeron” per l'egualitarismo terminale.

E per chiudere degnamente il 2008 non poteva mancare la partecipazione del buon vecchio George Dabliu Bush, uno che non delude mai, e che chiude in bellezza il suo doppio mandato, pronto per essere a sua volta chiuso a doppia mandata in una confortevole cella imbottita. Il vecchio ubriacone si segnala per una delle sue migliori esternazioni di sempre: ho rinunciato al libero mercato per salvare il libero mercato, dice il povero demente, suscitando l'ilarità generale, e l'estensore dell'articolo che riporta le sue parole rincara la dose blaterando del suo sostegno di lunga data per un mercato totalmente libero (a questo punto in molti si rotolano sul pavimento e alcuni necessitano delle cure degli infermieri).

Chiudiamo allora l'anno in bellezza dedicandoci alla più alta attività di cui l'umanità è capace: votare, votare, e ancora votare! Se votiamo abbastanza, vedete, forse anche la crisi economica scomparirà. Basta crederci.
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L'Australia dice stop alle correzioni con la penna rossa


Sydney - In Australia, nei nuovi provvedimenti decisi dal Ministro della Salute, viene specificata la necessità di evitare di correggere gli errori delle prove scolastiche con penne di colore rosso.

In particolare nel Good Mental Health Rocks kit, destinato a 30 scuole dello stato del Queensland e finalizzato a smorzare il disagio sociale e l’aggressività nei giovanissimi, si offre ai docenti una serie di strumenti e consigli per migliorare lo stato psicologico degli allievi e si bandisce la penna di color rosso, considerato un colore che stimola la violenza e amplifica lo stress.

Le decisioni sono state prese alla luce del crescente stato di disagio vissuto tra i giovani australiani. Infatti la quota più significativa di malattia mentale viene riscontrata soprattutto tra i ragazzi che vanno dai 18 ai 24 anni e il 14% dei giovanissimi soffre di una qualche forma di disagio psicologico, con una percentuale maggiore tra i maschi che tra le femmine e una prevalenza delle sindromi depressive.

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Presto incoraggiata discriminazione contro i maschi bianchi


La discriminazione contro i maschi bianchi dominanti sarà presto incoraggiata allo scopo di migliorare la condizione delle donne, delle minoranze disabili, culturali e religiose.

Tale discriminazione positiva – trattare le persone diversamente per ottenere uguaglianza per i gruppi emarginati – è pronta per essere legalizzata nell'ambito dei cambiamenti previsti alla legge delle pari opportunità preannunciata la settimana scorsa dal procuratore generale dello stato Rob Hulls.

La legge inoltre è pensata per proteggere il diritto al lavoro di persone con precedenti giudiziari, quando i loro misfatti passati sono irrilevanti rispetto al lavoro cercato.

La dott.ssa Helen Szoke, a capo della Commissione per le pari opportunità, ha detto che i maschi sono stati “la più grande storia di successo negli affari, nei beni e servizi.”

“Chiaramente, la loro posizione cambierà perché competeranno in un modo diverso con queste persone tradizionalmente emarginate,” ha detto.

“Procediamo così che tutti possano avere una giusta partenza.”
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Bush ha sacrificato i principi del libero mercato per salvare l'economia


Il Presidente degli Stati Uniti George W. Bush ha dichiarato martedì in un'intervista di esser stato costretto a sacrificare i principi del libero mercato per salvare l'economia “dal crollo.”

“Ho abbandonato i principi del libero mercato per salvare il sistema del libero mercato,” ha detto Bush alla CNN, dicendo di aver preso la decisione “per assicurarsi che l'economia non sprofondasse.”

Le osservazioni di Bush riflettono un allontanamento straordinario dal suo lungo sostegno per un mercato completamente libero, allorché la sua amministrazione ha disposto un intervento del governo senza precedenti di fronte ad una crisi finanziaria terribile.

“Mi spiace doverlo fare,” ha detto Bush.

Ma Bush ha detto che l'azione governativa si è resa necessaria per limitare gli effetti della crisi, offrendo forse la sua più dura valutazione finora dell'economia del paese.

“Mi ritengo obbligato verso il mio successore di assicurare che non ci sia, sapete, un'enorme crisi economica. Guardate, noi siamo ora in una crisi. Voglio dire, questa è – siamo in un'enorme recessione, ma non voglio renderla ancora peggiore.”

Tuesday, December 23, 2008

Il vecchio e il mare

Questo film d'animazione tratto dal famoso romanzo breve di Hemingway è un capolavoro che valse al suo autore Aleksandr Petrov l'Academy Award per i corti d'animazione e il Grand Prix all'Annecy International Animated Film Festival. Realizzato con pastelli ad olio su vetro, è costato due anni di lavoro – dal '97 al '99 – per dipingere tutte le 29.000 immagini che lo compongono.



Monday, December 22, 2008

Madoff come metafora

La truffa di Madoff, per quanto colossale possa apparire, e in effetti sia, non è che una riproduzione in scala della truffa più grande di tutte, il “truffone” dei soldi di carta e l'illusione da esso generata che la ricchezza non sia sempre e solo il prodotto del duro lavoro ma che sia possibile crearla per decreto, con i poteri magici dello stato e della banca centrale.

Lo illustra con la consueta chiarezza Lew Rockwell nel suo articolo sul tema.

Chissà che il disastro dello schema di Madoff non serva a far aprire gli occhi sul disastro incombente dello schema, del tutto simile, dei soldi di carta a corso legale.
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Di Llewellyn H. Rockwell, Jr.


Il mistero di Bernard Madoff tra cento anni sarà leggenda. Come il più grande criminale finanziario della storia, ha preso un semplice imbroglio da dilettanti – lo schema di Ponzi – e lo ha trasformato in un impero globale da circa 50 miliardi di dollari.

Un ingrediente base è stato l'intelligenza finanziaria. Madoff ne possedeva a secchi. All'inizio della sua carriera, era un genio, un vero innovatore. Ha unito questo con una stupefacente assenza di coscienza, dato che il suo raggiro era basato fondamentalmente sulla menzogne e sul furto. La differenza fra lui e tutti quelli che l'hanno preceduto è stata la sua dimensione grandiosa, la più grandiosa dimensione immaginabile.

C'è un detto nel mondo dell'economia austriaca sul ciclo economico. La sfida non è di spiegare i fallimenti aziendali. Essi fanno parte del normale corso della vita e sono il segno di un'economia sana. La sfida è di spiegare “il grappolo di errori” che si verifica all'inizio di una recessione. Come potrebbero così tanti sbagliare così tanto tutti all'incirca nello stesso momento? Il ciclo economico è un fallimento sistemico, non soltanto un errato giudizio di pochi.

Così è con lo schema di Madoff. Il mistero non è come una persona abbia potuto imbrogliarne poche altre. Lo schema in cui gli “investitori” di ieri sono pagati con i soldi delle nuove vittime è noto ovunque e probabilmente da sempre – e sempre va a gambe all'aria fino al disonore totale del suo creatore. È un esempio classico di come le leggi morali siano auto-imposte nel mondo dell'economia.

La differenza critica questa volta è che Madoff ha messo in atto il suo schema durante un boom economico, un periodo in cui il normale senso d'incredulità della gente è relegato in soffitta. Ciò fa parte della grave distorsione culturale introdotta dal denaro allegro. Il denaro è il bene più ampiamente richiesto nella società e la Fed ne produce nuove quantità non come riflesso di una nuova ricchezza reale, ma puramente per decreto amministrativo.

In un certo senso il denaro allegro fa letteralmente impazzire tutti, conducendo a ciò che talvolta viene chiamato “follia delle folle.” Guido Hulsmann spiega tutto ciò nel suo nuovo libro notevolmente attuale e rivelatore: The Ethics of Money Production. Con lo stimolo artificiale della macchina del credito, le moltitudini sono disposte a credere in qualcosa che non potrebbe mai essere vero. Nel caso di Madoff, che egli avrebbe potuto, anche con i mercati in calo, guadagnare il 15-20% l'anno senza rischio.

Perché no? Quasi tutti hanno creduto in una certa versione del mito. Abbiamo creduto che i prezzi delle case sarebbero aumentati sempre di più malgrado la realtà che le case sono cose fisiche che si deteriorano a partire dall'instante in cui sono finite, proprio come le automobili o i computer o qualsiasi altra cosa. Perché abbiamo creduto questo delle case? Di nuovo, dovete guardare al sistema monetario fraudolento per capire il perché.

E abbiamo creduto di poter diventare tutti milionari mettendo i nostri soldi nelle azioni di aziende che in realtà non stavano guadagnando o pagando dividendi, aziende la cui ricchezza era interamente basata sulle infusioni di contanti dal mercato azionario che a loro volta erano basate sulla convinzione che altri avrebbero comprato le azioni ecc. Cioè abbiamo creduto che ottenere qualcosa dal nulla fosse possibile e che chiunque non lo credeva fosse un fesso. È esattamente ciò che la gente ha creduto durante le altre grandi inflazioni della storia.

Peggio ancora, abbiamo creduto che comprare quelle azioni non costituisse un consumo, ma un risparmio per il futuro. Infatti, la gente ha attaccato regolarmente i dati ufficiali sul risparmio perché non includevano quel che la gente stava “risparmiando” nei termini dei loro portafogli azionari. In modo simile, la gente misurava la nostra ricchezza nazionale non in termini di capitale accumulato, ma piuttosto con i dati del consumo, come se i ripiani da cucina in granito in case più grandi fossero una misura di ricchezza anziché l'opposto: un consumo della ricchezza.

La sinistra è brava ad attaccare gli stipendi delle banche d'investimento ed essi erano effettivamente fuori dal mondo. Ma anche questi non rappresentavano un problema unico, ma un'ulteriore prova di una finanza inflazionistica. In un'economia di bolla, i soldi inseguono cos'è più di moda e i servizi finanziari lo erano. Così gli stipendi erano mercato. Ad essere sfrenatamente distorto era il mercato in sé.

Parliamo ora della finanza governativa durante questi anni. Il mercato ha provato a correggersi a partire dal 1999-2001, ma il governo non lo avrebbe tollerato. Al contrario, ha usato ogni segno di discesa come giustificazione per mantenere l'illusione, creando miliardi e miliardi di nuovi dollari. La Fed ha abbassato sempre più i tassi di interesse malgrado l'inesistenza di risparmio disponibile che li giustificasse.

(I tassi a basso interesse in un sistema monetario sano sono un riflesso di capitale accumulato e consumo rinviato. Quando la Fed li abbassa durante un boom, sta creando un pericoloso miraggio.)

Si è fermato qualcuno a chiedersi dove il governo trovava tutti questi soldi per pompare il sistema? Sì, gli economisti austriaci ci avevano avvertiti. Le pagine di Mises.org e di LewRockwell.com erano piene di allarmi. Ma era qualcosa che la gente non voleva sapere. Stiamo parlando della natura umana: il desiderio di credere in cose che non esistono. Il governo era felice di alimentare questo desiderio perché dava alla Fed, alle sue industrie collegate ed allo stato più potere e denaro a breve termine.

Lo schema di Madoff ha sfruttato la credenza che non fosse necessario lavorare per ottenere la ricchezza, ma che bastasse progettarla. Che poteva essere creata giocandosi bene le proprie carte, agganciandosi nelle giuste reti e trovando i giusti “investimenti.” Le persone con le quali ha trattato avevano, così risulta, una qualche sensazione interna che ci fosse qualcosa un po' oscuro nell'intera operazione. Ma si sbarazzavano di questa sensazione all'arrivo dei grassi assegni e concludevano che qualunque cosa facesse funzionare questa macchina del moto perpetuo, funzionava.

Ma ascoltate: il governo sta ora usando la stessa tattica per convincervi che vi sta salvando dalla recessione. L'intero piano condivide quello stesso rifiuto della realtà che caratterizzava lo schema di Madoff. E non sto parlando solo della previdenza sociale, che è quasi una replica esatta della versione di Ponzi, salvo che almeno Charles Ponzi non obbligava la gente a dargli i soldi. Sto parlando di qualcosa di più vasto. L'intero sistema finanziario sorretto dal Ministero del Tesoro e dalla Fed è basato sulla stessa idea: che ottenere qualcosa dal nulla sia possibile.

Così metteranno Madoff in galera. Wall Street lo frusterebbe se potesse. Per la storia sarà un disgraziato. Ma nel frattempo, i Bush, i Bernanke, i Paulson, gli Obama e tutti gli altri volano ancora alti, anche se il loro schema è ben più grande e pericoloso.

Alla maggior parte di noi piace credere che non siamo stati ingannati da Madoff. Ma non siete forse ingannati dalle élite che sostengono di poter far apparire come per incanto trilioni di dollari per stabilizzare la nostra economia pigiando alcuni tasti sulla tastiera di un computer? La maggior parte della gente lo è. Certamente la stampa sembra essersela bevuta. Molte persone sono state fregate da Madoff. Molte altre oggi vengono fregate dal governo e dalla sua banca centrale. E finirà tutto nel disonore e nel disastro, solo su una scala molto, molto più grande.

Collective Hope #3

Sunday, December 21, 2008

Saturday, December 20, 2008

Io, la matita

Sono passati 50 anni da quando Leonard E. Read scrisse questo breve racconto, ma forse mai come oggi il suo messaggio è attuale e urgente: si potrebbe in effetti sostituirlo a buona parte dei testi in uso nei corsi di economia, con il risultato di diffondere quella conoscenza del mercato oggi sommersa dal fiume in piena della dottrina della pianificazione centrale. Non a caso l'autore fu anche fondatore della Foundation for Economic Education, nata nell'immediato dopoguerra proprio per contrastare la diffusione del virus statalista nell’economia statunitense.

Il sito della fondazione ha reso disponibile il pdf dell'edizione speciale del cinquantenario.
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Di Leonard E. Read


Sono una matita di grafite – la comune matita di legno familiare a tutti i ragazzi e ragazze ed adulti che leggono e scrivono.

Scrivere è sia la mia vocazione che la mia occupazione; questo è tutto quel che faccio.

Potreste domandarvi perché dovrei scrivere una genealogia. Beh, tanto per cominciare, la mia storia è interessante. E, poi, io sono un mistero – più grande di un albero o di un tramonto o anche di un lampo. Ma, sfortunatamente, sono accettata come un dato da chi mi usa, come se fossi un semplice episodio senza antecedenti. Questo atteggiamento superficiale mi relega al livello del banale. Questo è un esempio del grave errore in cui l’umanità non può più a lungo persistere senza pericolo. Poiché, osservò il saggio G.K. Chesterton, “periamo per mancanza di stupore, non a causa di stupori”.

Io, matita, per quanto sembri semplice, merito il vostro stupore e rispetto, una rivendicazione che cercherò di provare. Difatti, se potete comprendermi – no, è chiedervi troppo – se poteste divenir coscienti del carattere miracoloso che io simbolizzo, aiutereste a salvare quella libertà che l’umanità sta infelicemente smarrendo. Ho una profonda lezione da impartirvi. E posso darvela meglio di un auto o di un aereo o di una lavastoviglie perché – beh, perché sono apparentemente tanto semplice.

Semplice? Eppure non una singola persona sulla faccia della terra sa come fabbricarmi. Questo pare inverosimile, no? Specialmente quando ci si rende conto che ci sono circa un miliardo e mezzo di miei simili prodotti ogni anno negli USA.

Prendetemi ed osservatemi. Cosa vedete? Non molto – c’è del legno, della lacca, la marca stampata, della grafite, un poco di metallo e una gomma.


Innumerevoli antecedenti

Proprio come voi non potete risalire troppo all’indietro col vostro albero genealogico, così mi è impossibile nominare e spiegare tutti i miei antecedenti. Ma vorrei suggerirne abbastanza perché su di voi si imprima la ricchezza e complessità dello sfondo.

Il mio albero genealogico comincia con quel che è proprio un albero, un cedro di quelli dritti che crescono nella California del Nord e in Oregon. Adesso pensate a tutte le seghe, ai camion, alle corde e agli innumerevoli altri attrezzi usati per raccogliere e trasportare i ceppi di cedro verso i binari della ferrovia. Pensate a tutte le persone e alle svariate competenze occorse alla loro fabbricazione: l’estrazione del minerale, la fabbricazione dell’acciaio e la sua trasformazione in seghe, asce, motori; la coltivazione della canapa e i vari stadi fino ad ottenere una corda pesante e forte; gli accampamenti nel bosco con i letti e le mense, la cucina e la preparazione delle vivande. Diamine, migliaia di persone hanno avuto un ruolo in ogni tazza di caffè bevuta dai taglialegna!

I ceppi vengono spediti allo stabilimento di San Leandro, California. Riuscite ad immaginare gli individui che hanno prodotto i carri e i binari e i locomotori ed hanno costruito ed installato i sistemi di comunicazione che essi presuppongono? Queste legioni sono tra i miei antecedenti.

Considerate il lavoro a San Leandro. I ceppi di cedro sono tagliati in asticelle piccole, lunghe quanto una matita, meno di un quarto di pollice di spessore. Queste sono asciugate in un forno e poi tinte per lo stesso motivo per cui le donne si mettono il rossetto. La gente vuole che io sembri carina, non pallidamente bianca. Le aste sono incerate e di nuovo asciugate. Quante sono le competenze che concorrono alla tinta e all’asciugatura, alla fornitura del calore, della luce e dell’energia, delle cinghie, dei motori e di tutte le altre cose richieste da una fabbrica? Spazzini dello stabilimento tra i miei antenati? Sì, e vi sono inclusi gli uomini che versarono il calcestruzzo per la diga di una centrale Pacific Gas & Electric Company che fornisce l’energia agli impianti!

Non scordate gli avi vicini e lontani che hanno aiutato a trasportare sessanta carichi di aste attraverso il paese.

Una volta nella fabbrica – 4 milioni di dollari di attrezzature e costruzioni, tutto capitale accumulato da progenitori economi e avveduti- a ogni assicella sono date otto scanalature con una complessa macchina, dopo di che un’altra macchina sistema grafite in un’asta su due, applica colla e pone sopra un’altra asta – un sandwich alla grafite, per così dire. Io e sette fratelli siamo meccanicamente ritagliati da questo sandwich di legno.

La grafite stessa è complicata. Viene estratta a Ceylon. Pensate ai minatori e a chi fa i loro tanti utensili e i sacchi di carta in cui si trasporta la grafite e a chi produce le corde che legano i sacchi e a quelli che li portano sulle navi e che quelle navi costruiscono. Anche il guardiano del faro lungo la rotta ha assistito alla mia nascita – e il pilota del porto.

La grafite è mischiata con argilla del Mississippi di cui viene usato l’idrossido d’ammonio nel processo di rifinitura. Poi sono aggiunti agenti inumidenti come il sego sulfonato- grassi animali che hanno reagito chimicamente con acido solforico. Dopo il passaggio attraverso svariate macchine, la mistura si presenta infine come una lunga estrusione – come per una macchina da salsicce – tagliata su misura, seccata e cotta per molte ore a 1850 gradi Fahrenheit. Per aumentarne la forza e la levigatezza la grafite e poi trattata con una mistura calda che comprende cera del Messico, paraffina e grassi naturali idrogenati.

Il mio cedro riceve sei strati di lacca. Conoscete gli ingredienti della lacca? Chi penserebbe che coltivatori di semi di ricino e raffinatori di olio di ricino ne facciano parte? E’ proprio così. Ebbene, anche i processi attraverso cui la lacca assume un bel color giallo richiedono l’abilità di più persone di quanto se ne possa enumerare!

Osservate la marca. E’ una pellicola ottenuta scaldando nerofumo misto a resine. Com’è che ricavate le resine e, ditemi, cos’è il nerofumo?

Il mio pezzo di metallo – la ghiera – è d’ottone. Pensate alle persone che estraggono zinco e rame e a quelle che sanno ricavare lucidi fogli d’ottone da questi prodotti della natura. Quegli anelli scuri sulla ghiera sono nickel nero. Cos’è il nickel nero e come viene applicato ? Ci vorrebbero pagine per spiegare solo perché il centro della ghiera non è ricoperto di nickel nero.

Infine c’è il mio supremo motivo di gloria, cui nel commercio con poca eleganza ci si riferisce come al “tampone”, la parte che si usa per cancellare gli errori che si fanno con me. Un ingrediente chiamato “factice” è quel che cancella. E’ un prodotto simile a caucciù prodotto dalla reazione di olio di ravizzone delle indie olandesi e di cloruro di zolfo. Il caucciù, contrariamente a quanto si crede, serve solo a scopo di coesione. Poi ci sono ancora numerosi agenti di vulcanizzazione e accelerazione. La pietra pomice arriva dall’Italia; e il pigmento che dà il suo colore alla “gomma” è solfuro di cadmio.


Nessuno sa

Qualcuno vuol mettere in dubbio la mia precedente affermazione secondo cui nessun singolo sulla faccia della terra saprebbe come costruirmi?

Effettivamente, milioni di esseri hanno partecipato alla mia creazione, nessuno dei quali sa degli altri se non poche cose. Bene, potrete dire che vado troppo lontano collegando la mia creazione al raccoglitore di caffè nel lontano Brasile e ai coltivatori di cibo di altre parti, che questa è una posizione estremista. Devo ribadire quanto sostenuto. Non c’è una singola persona tra questi milioni, incluso il presidente della fabbrica di matite, che contribuisca per più di una piccola, infinitesima parte di competenza. Dal punto di vista del saper fare la sola differenza tra il minatore di grafite di Ceylon e il boscaiolo dell’Oregon è nel tipo di abilità tecnica. Non ci si può dispensare né del minatore né del boscaiolo, non più che del chimico di fabbrica o dell’operaio nel campo di petrolio- essendo la paraffina un derivato del petrolio,

Ecco un fatto sbalorditivo: né il lavoratore petrolifero né il chimico né l’estrattore di grafite né chi equipaggia o costruisce le navi o i treni o i camion né chi manovra la macchina che rifinisce il mio pezzo di metallo né il presidente della compagnia assolve il suo singolare compito perché mi voglia. Ciascuno mi vuole meno, forse, di un bambino nei primi giorni di scuola. In effetti, ci sono molti, in questa vasta moltitudine, che non hanno mai visto una matita né saprebbero come usarla. La loro motivazione è altra da me. Forse è qualcosa del tipo: ognuno di questi milioni vede che così può scambiare il suo piccolo saper fare con beni e servizi di cui abbisogna o che desidera. Io posso rientrare o no tra questi.


Nessuna mente pianificatrice

C’è un fatto ancor più sorprendente: è l’assenza di una mente superiore, di qualcuno che detta o con forza dirige quelle numerose azioni che mi portano ad esistere. Non si può trovare nessuna traccia di una tale persona. Invece, troviamo al lavoro la Mano Invisibile. Questo è il mistero a cui mi riferivo prima.

E’ stato detto che “solo Dio può creare un albero.” Perché concordiamo su questo ? Non è perché capiamo che noi stessi non potremmo farlo? In effetti, possiamo anche solo descrivere un albero ? Non possiamo, eccetto in termini superficiali. Possiamo dire, per esempio, che una certa configurazione molecolare si presenta come albero. Ma quale mente umana potrebbe registrare, non parliamo di dirigere, i continui mutamenti molecolari che avvengono nel corso della vita di un albero ? Una tale evenienza è assolutamente impensabile!

Io, matita, sono una complessa combinazione di miracoli: albero, zinco, rame, grafite e così via. Ma a questi miracoli che si manifestano in Natura s’aggiunge un miracolo anche più straordinario: la configurazione delle energie umane creatrici – milioni di piccoli saper fare che ingranano naturalmente e spontaneamente in risposta al desiderio e alla necessità umani e in assenza di ogni pianificazione umana! Poiché solo Dio può creare un albero, insisto nel dire che solo Dio potrebbe farmi. L’uomo non può dirigere quei milioni di abilità per darmi vita più di quanto possa riunire molecole per creare un albero.

Questo è quanto intendevo quando scrivevo: “se poteste divenire coscienti del carattere miracoloso che io simbolizzo, potreste aiutare a salvare quella libertà che l’umanità sta infelicemente perdendo.” Perché se ci si rende conto che queste abilità si organizzeranno naturalmente, sì, automaticamente, in modelli creativi e produttivi come risposta al desiderio e alla necessità umani – vale a dire, in assenza di qualsiasi dirigismo governativo o coercitivo – allora si possiederà un ingrediente assolutamente essenziale per la libertà: una fede nelle persone libere. La libertà è impossibile senza questa fede.

Una volta che un governo abbia avuto il monopolio di un’attività creatrice come, per esempio, la consegna della posta, la maggior parte degli individui crederà che la posta non possa essere efficacemente distribuita da uomini che agiscono liberamente. E questo è il motivo: ognuno riconosce di non sapere tutte le cose che concorrono alla consegna postale. Egli ammette pure che nessun altro individuo potrebbe saperlo. Tali supposizioni sono corrette. Nessun singolo possiede abbastanza conoscenze per effettuare la distribuzione nazionale della posta più di quanto possegga abbastanza sapere per produrre una matita. Ora, senza la fede nelle persone libere – nell’inconsapevolezza che milioni di piccole abilità si formerebbero e cooperebbero, in modo naturale e miracoloso, alla soddisfazione di questa necessità – l’individuo non può impedirsi di giungere all’errata conclusione che la posta può essere consegnata solo da uno “pianificazione” governativa.


Testimonianze a profusione

Se io, matita, fossi l’unico articolo a poter dare testimonianza di quel che donne e uomini possono fare quando siano liberi di provare, allora gli scettici avrebbero un giusto motivo. C’e’ però abbondanza di testimonianze; sono dovunque intorno a noi. La distribuzione della posta è estremamente semplice se paragonata, per esempio, alla produzione di un’auto o di una calcolatrice o di una mietitrebbia o di una fresatrice o a decine di migliaia di altre cose. Distribuzione? Bene, nel campo in cui gli uomini sono stati lasciati liberi di tentare, essi diffondono la voce umana intorno al mondo in meno di un secondo; distribuiscono un avvenimento visivamente e in movimento in ogni casa mentre si sta verificando; trasportano 150 passeggeri da Seattle a Baltimora in meno di quattro ore; forniscono gas dal Texas al fornello o alla caldaia di New York a tariffe incredibilmente basse e senza sovvenzioni; forniscono ciascuno quattro libbre di petrolio del golfo persico alla nostra costa orientale – metà del giro del mondo – per meno soldi di quelli chiesti dal governo per consegnare una lettera di un’oncia dall’altro lato della strada!

La lezione che voglio darvi è questa: lasciate fluire liberamente tutte le energie creative. Organizzate solo la società perché agisca in armonia con questa lezione. Fate che l’apparato legale della società rimuova ogni ostacolo meglio che può. Permettete a questi saperi creativi di scorrere liberamente. Abbiate fiducia nell’obbedienza di donne e uomini liberi alla Mano Invisibile. Questa fiducia sarà confermata. Io, matita, per quanto semplice appaia, offro il miracolo della mia creazione come testimonianza di questa fede pratica, pratica come il sole, la pioggia, un cedro, la buona terra.

Friday, December 19, 2008

Collective Hope #2

Collusi e contenti

L'incredibile storia del hedge fund di Bernard L. Madoff, in realtà un classico “schema Ponzi” di dimensioni enormi, è il classico caso che, si può esserne certi, verrà portato ad esempio nel richiedere maggiori poteri di controllo da parte dello stato. Eppure, a scavare un poco più a fondo rispetto alla superficiale narrativa massmediatica, si scopre come questa colossale truffa sia stata in realtà un caso classico di fallimento del controllo pubblico, contrapposto al successo di quello privato.

Il fatto è che un'agenzia di analisi privata (due-diligence), la Aksia LLC, che aveva investigato i movimenti del fondo Madoff, aveva scoperto diverse stranezze, tra cui anche una lettera alla SEC del 2005 che avvisava appunto che quello di Madoff era uno schema Ponzi. La Aksia prontamente consigliò tutti i suoi clienti di stare alla larga da Madoff. Allora non era impossibile capire cosa stava succedendo, ma nonostante ciò la SEC (Securities and Exchange Commission) non è riuscita a fare quello che una relativamente piccola agenzia privata non ha avuto difficoltà a fare.

Inoltre sarebbe bene non trascurare tutti i vari collegamenti che legano la famiglia Madoff, i cui membri erano impiegati nel fondo di papà Bernard, agli stessi organi di controllo che avrebbero dovuto sorvegliare le loro attività. Mark Madoff, uno dei figli, era stato assunto nel 2001 da Mary Schapiro alla National Adjudicatory Council, una divisione della Financial Industry Regulatory Authority (Finra). Eric Swanson, marito di Shana Madoff, figlia del fratello di Bernard, Peter, è invece un ex legale della SEC.

In conclusione, non certo di fallimento del mercato o di assenza di regole e controlli si tratta, quanto della perversa commistione di interessi e della collusione che ogni istituzione pubblica che si rispetti coltiva abitualmente sotto l'ala protettiva della sua posizione di monopolista. Ma state pur tranquilli che il neo-eletto presidente – che così tanto stima Mary Shapiro da averla scelta per guidare proprio la SEC – sfrutterà anche questa storia per invocare maggiori poteri per lo stato. Poteri che gli verranno accordati, molto probabilmente, con grande entusiasmo. Del resto, lo stesso Bush ha confessato di aver rinunciato al libero mercato. Per salvarlo, ovviamente.
“Ogni passo era così piccolo, così insignificante, così ben spiegato o, occasionalmente, ‘fatto a malincuore’ che, a meno che non si fosse stati distanti dall'intero processo dal principio, a meno che non si fosse capito cosa fosse tutto ciò fin dal principio, a cosa avessero un giorno portato tutte queste ‘piccole misure’ di cui nessun ‘tedesco patriottico’ avrebbe potuto risentirsi, non si poteva vederlo svilupparsi di giorno in giorno più di quanto un contadino veda il suo grano crescere nel suo campo. Un giorno ne sei sommerso.”
(Milton Mayer, They Thought They Were Free)

Thursday, December 18, 2008

Demopatia

Non lo fanno apposta. Non sono davvero cattivi, o stupidi. Sono solo malati.
In un recente esperimento, lo psicologo Drew Weston ha lavorato con due gruppi di persone che avevano sostenuto con forza differenti candidati in un'elezione. Ad ogni individuo sono stati mostrati due video, uno in cui il loro candidato si contraddiceva chiaramente e l'altro in cui a contraddirsi era il candidato a cui si erano opposti. Interrogati su ciò che avevano visto, i sostenitori di ogni candidato hanno notato le contraddizioni del candidato a cui si erano opposti, ma non quelle del loro candidato. Weston segnala che “i soggetti di entrambi i fronti hanno raggiunto conclusioni completamente polarizzate ignorando informazioni che non potrebbero essere scartate razionalmente.”

Durante gli esperimenti, i cervelli dei soggetti sono stati scansionati e Weston dice, “non abbiamo visto alcuna maggiore attivazione delle parti del cervello normalmente impegnate durante il ragionamento.” Al contrario, le parti del cervello che si sono illuminate erano quelle connesse con le emozioni. Così i soggetti sembra si siano affidati alle loro emozioni per guidarli nella formazione delle loro conclusioni. E la parte più affascinante è che, piuttosto che essere disturbati dalle contraddizioni del loro candidato, i soggetti sembravano ottenere un significativo piacere nel distorcere le informazioni per farle combaciare con quello che volevano credere. Come Weston conclude, “essenzialmente, sembra che i faziosi ruotino il caleidoscopio cognitivo finché non ottengono le conclusioni che vogliono, e quindi ottengono un massiccio rinforzo su di esse, con l'eliminazione delle condizioni emozionali negative e l'attivazione di quelle positive.”

Wednesday, December 17, 2008

Ground Zero

“Imprudent granting of credit is bound to prove just as ruinous to a bank as to any other merchant.”
(Ludwig von Mises)

Ci siamo arrivati: la Federal Reserve ha portato il tasso di interesse interbancario ad un livello tra lo 0 e lo 0,25 per cento. Siamo quasi al punto in cui le banche pagheranno per prestare denaro, ultima frontiera dell'economia di bolla, l'economia della crescita fittizia su cui prospera la politica. Il presidente della Fed Bernanke ha promesso di utilizzare “tutti gli strumenti disbonibili,” ma in realtà il tasso d'interesse azzerato significa che almeno uno strumento se l'è già giocato.

Ma la cosa più interessante è che la crisi del credito che si suppone questa decisione debba combattere in realtà pare non esista, come riportato dalla Reuters (ma qui l'avevo già segnalato) pochi giorni fa:
Un rapporto reso noto giovedì rivela che la crisi del credito non è affatto così severa come le autorità USA sembrano credere e i dati pubblici mostrano in realtà che i mercati creditizi mondiali stanno funzionando notevolmente bene.

Come risultato, i governi stanno pompando masse di denaro pubblico nell'economia in tutto il mondo per le difficoltà di poche grandi banche e industrie come quelle automobilistiche, che sarebbero in difficoltà comunque, secondo un rapporto della Celent, una ditta di consulenza sui servizi finanziari.
In altre parole, la Fed tenta il tutto per tutto per “stimolare l'economia” nell'unica maniera corretta secondo l'ortodossia statalista: spingere i consumi facilitando il credito, fino alle più assurde conseguenze come il costo del denaro azzerato, rifiutandosi di prendere atto della realtà. Una realtà che dice chiaramente che proprio le politiche delle banche centrali hanno ingannato i mercati distorcendo i segnali fondamentali che li guidano, quelli dei prezzi.

E un aspetto benefico della crisi è che i prezzi, a dispetto dei tentativi della politica, stanno tornando ad essere fedeli indicatori della realtà economica, rivelandoci che non siamo davvero così ricchi, e soprattutto che la ricchezza non si crea dal nulla ma con la fatica, l'impegno e la dedizione. Semplici concetti ovviamente non graditi dai sacerdoti del tempio, perché demoliscono la fede popolare nel loro potere di regalare alle masse la ricchezza senza lavoro.

Tuesday, December 16, 2008

Collective Hope

Comincio oggi la pubblicazione, a ricorrenza casuale, di una mia nuova creazione: la serie di strisce Collective Hope, epica saga spaziale che spero apprezzerete. Dopo tutto, è gratis.

Il gioco delle tre carte

Non c'è niente da fare: di fronte al collasso sempre più veloce dell'economia, contrariamente ad ogni logica ed al buonsenso, lo spendere di più sembra essere diventata l'ossessione di ogni governo. In questo delirio keynesiano, lo stato vorrebbe persino sostituirsi al consumatore, regalando alle imprese i cui prodotti non sono richiesti dal mercato il denaro di cui hanno bisogno per continuare a produrre inutilità.

Tutto ciò ci condurrà senza dubbio ad un disastro epocale, i cui motivi spiegò Bastiat già nel 1850, quando uscì il libretto Quello che si vede e quello che non si vede, l'ultimo che Bastiat abbia scritto, e di cui riporto l'ultimo capitolo, nel quale si svela con semplicità il trucco della spesa di governo, una specie di gioco delle tre carte. Un gioco in cui il banco vince sempre.
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Diritto al lavoro, diritto al profitto.


Fratelli, pagate delle tasse per darmi lavoro al vostro prezzo. È il diritto al lavoro, il socialismo elementare o di primo grado.
Fratelli, pagate delle tasse per darmi lavoro al mio prezzo. È il diritto al profitto, il socialismo raffinato o di secondo grado.

L'uno e l'altro vivono per mezzo di quegli effetti che si vedono. L'uno e l'altro moriranno a causa di quegli effetti che non si vedono. Ciò che si vede, sono il lavoro ed il profitto stimolati dalle tasse. Ciò che non si vede, è il lavoro al quale darebbero luogo quelle stesse tasse se le si lasciasse ai contribuenti.

Nel 1848, il diritto al lavoro si mostrò per un momento con due facce. Ciò basta a rovinarlo nell'opinione pubblica. Una faccia si chiamava: fabbrica nazionale. L'altra: quarantacinque centesimi. In milioni andavano tutti i giorni dalla rue de Rivoli alle fabbriche nazionali. È il lato bello della medaglia.

Ma ecco l'altro lato. Affinché milioni di franchi escano, bisogna che siano entrati. È per questo che gli organizzatori del diritto al lavoro si rivolsero ai contribuenti. I contadini dicevano: bisogna che paghi 45 centesimi: dunque, mi priverò di un abito, non marnerò il mio campo, non riparerò la mia casa. E gli operai delle campagne dicevano: poiché il nostro borghese si priva di un abito, ci sarà meno lavoro per il sarto; poiché egli non marna il suo campo, ci sarà meno lavoro per il terrazziere; poiché non fa riparare la sua casa, ci sarà meno lavoro per il carpentiere ed il muratore.

Allora fu provato che non si traggono da un solo sacco due macinate, e che il lavoro pagato dal governo è realizzato a spese del lavoro pagato dal contribuente. Fu la morte del diritto al lavoro, che apparve come una chimera, così come un'ingiustizia. E tuttavia, il diritto al profitto, che è soltanto l'esagerazione del diritto al lavoro, vive ancora e si porta a meraviglia.

C'è qualcosa di imbarazzante nel ruolo che il protezionista fa giocare alla società? Dice: bisogna che tu mi dia del lavoro, e, di più, del lavoro lucrativo. Ho intelligentemente scelto un'industria che mi lascia un dieci per cento di perdita. Se tu prendi un contributo di venti franchi sui miei compatrioti e se tu me lo trasferisci, la mia perdita si convertirà in profitto. Ora, il profitto è un diritto; dunque, me lo devi.

La società che ascolta questo sofista, che si carica di tasse per soddisfarlo, che non si accorge che la perdita coperta da un'industria non è meno una perdita, perché si obbligano gli altri a coprirla, questa società, dico io, merita il carico che le si infligge.

Così, lo si vede con i numerosi argomenti che abbiamo attraversato: non conoscere l'economia politica, vuol dire lasciarsi abbagliare con l'effetto immediato di un fenomeno; conoscerla, vuol dire comprendere nel proprio pensiero e nelle proprie previsioni tutti gli effetti.

Potrei sottoporre una quantità di altre questioni alla stessa prova. Ma mi fermo di fronte alla monotonia di una dimostrazione sempre uguale; e concludo, applicando all'economia politica ciò che Chateaubriand disse della storia:
Ci sono, dice, due conseguenze nella storia: una immediata e che al momento è conosciuta, l'altra distante e che non si scorge inizialmente. Queste conseguenze spesso si contraddicono; le une vengono dalla nostra breve saggezza, gli altri della saggezza di lungo termine. L'evento provvidenziale appare dopo l'evento umano. Dio si alza dietro gli uomini. Negate finché vorrete il consiglio supremo, non acconsentite alla sua azione, disputate sulle parole, chiamate forza delle cose o ragione ciò che il popolo chiama provvidenza; ma osservate alla fine di un fatto compiuto, e vedrete che ha sempre prodotto l'opposto di ciò che se ne attendeva quando non è stato stabilito inizialmente sulla morale e la giustizia.
(Chateaubriand; Mémoires d'outre-tombe.)

Monday, December 15, 2008

Technical problems

Capita di rado di veder interpellato da un canale televisivo un esperto di economia di ispirazione austriaca, ma quando accade, be'... succede qualcosa di strano.



(Segnalato da Cryptogon)

Sunday, December 14, 2008

La cruda verità

In questi giorni è in pieno svolgimento una campagna dei media contro il latte crudo, bollato come alimento pericoloso. Si tratta in realtà di un'ulteriore prova che i mass-media non sono altro che strumenti di consenso al servizio di interessi particolari. Se avete qualche dubbio in proposito, chiedetevi perché, nei servizi dei telegiornali, non ha trovato spazio la versione del dott. Fausto Cavalli, che potete leggere nella lettera che segue.

Da notare che a dare il via alla campagna di disinformazione è stata un’interrogazione del senatore Paolo De Castro, ex ministro per le politiche agricole nella passata legislatura Prodi, nonché attuale vicepresidente della Commissione Agricoltura al Senato. De Castro è anche presidente di Nomisma, (la società di Prodi) che tra i suoi finanziatori ha – sorpresa – il gigante del latte Granarolo.

Una vicenda vergognosa, che ha però il merito di svelare la natura corporativista del nostro sistema, in cui i grossi gruppi alleati con la politica sfruttano quest'ultima per liberarsi della concorrenza.
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Perché bevo latte crudo



La situazione inerente il latte crudo è piuttosto grave: insistenti passaggi sulle Reti e Testate nazionali stanno procurando forte discredito verso questo interessante alimento e contro gli stessi allevatori produttori.

Sostanzialmente la tesi enunciata cerca di dimostrare che l'assunzione di latte crudo, senza la preventiva pastorizzazione, sia assolutamente pericoloso per la salute; si possono contrarre malattie anche gravi, tra le quali la sindrome emolitico-uremica procurata dalla presenza di Escherichia Coli O 157 nel latte. Con la pastorizzazione, cioè con il riscaldamento del latte crudo a circa 78°C, o oltre, (processo industriale) si inattivano gli eventuali microrganismi patogeni presenti, garantendo la sicurezza dell´alimento.

Attualmente da più parti si propone e si vorrebbe imposto l'obbligo di previa bollitura del latte crudo. Apparentemente tutto logico e qual è il problema?

La questione è che il latte crudo è proposto da anni da consumarsi, appunto, crudo, perché, così come risulta da numerosi studi, solo in queste condizioni si può beneficiare di alcune interessanti proprietà nutrizionali e nutraceutiche; la pastorizzazione o la bollitura inattivano particolarmente alcuni enzimi e peptidi bioattivi, tra cui l'Acido Linoleico Coniugato (CLA), alcuni tipi di proteine, tra cui la Lattoferrina, alcune vitamine ed infine i batteri lattici ( detti “fermenti lattici”). Tutti questi microelementi sono presenti nel latte crudo, ma sono sensibili e si inattivano oltre i 50°C; pertanto la pastorizzazione o la bollitura, oltre i 70°C sono sotto questo aspetto deleterie.

Alcune recenti ricerche indicano che il CLA promuove la riduzione di grasso corporeo e lo sviluppo della massa magra. E´ stato inoltre dimostrato come dosi medioalte di CLA siano in grado di diminuire la concentrazione serica del colesterolo a livello epatico. Più recentemente la ricerca scientifica ha procurato interessanti dati su altre possibili benefiche proprietà del CLA, riguardanti soprattutto la funzione immunitaria, il sistema cardiovascolare, la salute della ossa e il tasso glicemico. Al contrario è importante sottolineare che il processo produttivo industriale di pastorizzazione, servendosi di un eccessivo riscaldamento, potrebbe dare origine a particolari isomeri trans degli acidi grassi (isomeri generalmente non presenti in natura e che il nostro organismo fatica a metabolizzare), i quali sono spesso considerati tra i fattori favorenti l'insorgenza dell'arteriosclerosi.

La lattoferrina (ed altri peptidi, tra cui immunoglobuline, β-lattoglobuline, αlattalbumine e lisozima) è oggetto di molti studi, che indagano le sue proprietà di veicolare il ferro dall'intestino al sangue e da qui alle cellule, promuovendone l'assorbimento, e le sue attività antimicrobica, antivirale, antinfiammatoria e prebiotica. Sono oltre duemila gli studi pubblicati sulle diverse funzioni biologiche della lattoferrina. Da questi si evince che questa proteina, oltre all´azione di trasportare ferro, è un naturale antiossidante e un potente attivatore di cellule natural-killer e gioca un ruolo importante nella difesa contro i tumori.

L´effetto batteriostatico della lattoferrina è stato osservato in diversi animali, così come studi realizzati dall´INRA/INA PG, in Francia, hanno dimostrato che, nei soggetti a cui è stata somministrata lattoferina bovina, vi è un aumento di immunoglobuline IgA e IgG nel fluido intestinale. Il modo più naturale di somministrare la lattoferrina è attraverso l'allattamento. Alcuni studi dimostrano che la somministrazione orale di lattoferrina bovina inibisce la carcinogenesi nel colon, nella vescica, nella lingua, nell´esofago e nei polmoni, mentre altri riportano che questa glicoproteina potrebbe essere utilizzata per il trattamento del virus dell´epatite C, come agente preventivo del cancro al fegato (fonte IL LATTE n° 3 2006).

Per quanto riguarda i batteri lattici (Lactococcus lactis, Lactobacillus bulgaricus, Lactobacillus casei, Lactobacillus helveticus e Streptococcus thermophilus), il nome deriva dalla capacità che hanno di ottenere, per mezzo di un processo enzimatico di fermentazione, acido lattico dai carboidrati. Sono definiti probiotici (il cui nome si contrappone a quello di antibiotici), cioè microrganismi in grado di modificare positivamente l'equilibrio della flora batterica intestinale. Gli antibiotici agiscono contro batteri cattivi mentre i probiotici arricchiscono la flora batterica di batteri buoni. Si trovano comunemente nel latte crudo e nel formaggio (sono importanti per la maturazione del formaggio), ma certe specie sono anche rintracciabili in grande numero nella flora intestinale dei bambini (Lactobacillus bifidus) e degli adulti; riordinano la flora batterica intestinale, ostacolando lo sviluppo di molti microrganismi dannosi, inclusi i batteri patogeni, prevengono le infezioni intestinali (in presenza di una flora batterica sana i germi non riescono ne a moltiplicarsi, ne a diffondersi) e ricostruiscono una adeguata flora batterica dopo cure con assunzioni di antibiotici.

Inoltre aiutano la scomposizione degli alimenti, prevenendo problematiche, tipiche di un processo digestivo non corretto, rafforzano le difese immunitarie, producendo immunoglobine, situazione che giustifica il ruolo primario che viene attribuito ai fermenti lattici nella prevenzione delle allergie; producono alcune Vitamine, e ciò è possibile solo se questi Lattobacilli sono presenti nell'intestino. Producono un fattore di crescita che favorisce lo sviluppo dei bambini e infine prevengono assai bene l'avvelenamento da cibi e le infezioni locali o sistemiche provocate dall'entrata dei germi nell'organismo attraverso l´intestino (es. dissenteria, tifo, colera). In presenza di una sana flora batterica intestinale questi microrganismi patogeni non sono infatti in grado di moltiplcarsi e diffondere.

Latte crudo ai bambini

Riporto, come esempio e conferma di quanto sopra esposto, il testo integrale di una lettera pervenutami e che ritengo molto istruttiva al riguardo.

“Sono una ragazza di 27 anni, residente a (località indicata nella lettera, ma omessa per motivi di privacy) e madre di due bambini, A. e G., rispettivamente di 17 e di 6 mesi di età. Entrambi sono nati prematuri e sono stati ricoverati per breve tempo per problemi respiratoti nel reparto di terapia intensiva neonatale presso l'Ospedale Civile di Brescia.

Il primo figlio è stato allattato con latte artificiale già dai primi giorni di vita e ogni pasto era seguito da getti di vomito; così a 4 mesi dalla nascita sono stata costretta a tenerlo nel seggiolone per almeno un'ora dopo ogni pasto in modo da evitare un'eccessiva quantità di latte vomitato. A 6 mesi di età ho iniziato con la somministrazione del latte fresco pastorizzato, con il quale ho trovato un certo miglioramento. Tuttavia i pasti erano inesorabilmente seguiti da rigurgiti e anche vomito, nonostante non superassi i 150 cc. di latte per ogni pasto. Il problema è stato risolto definitivamente a metà dicembre del 2006, quando a Ospitaletto è stato installato il distributore automatico di latte crudo dell'azienda Noli e presso il quale un giorno ho prelevato del latte crudo per mio figlio. Da quel giorno e solo con quel latte mangia volentieri anche 200 cc per volta e lo digerisce completamente senza alcun rigurgito!

Con il mio secondo figlio ho purtroppo dovuto affrontare ancor più problemi; infatti ho cambiato ben 5 tipi di latte artificiale, ma comunque ha avuto problemi di crescita, di vomito e di digestione, con, di conseguenza, dolori di pancia. Pochi giorni prima di compiere 5 mesi di età ho provato a dare anche a lui il latte crudo, sia pure diluito con acqua. Anche questa volta ho risolto il problema!

Ho fatto presente il mio caso al pediatra, il quale mi ha sostenuto pienamente, consigliandomi semmai di mischiare nel biberon, oltre al latte, 30cc. di acqua e solo per il bimbo più piccolo. Grazie!”

(Lettera firmata)

Per quanto riguarda gli allarmismi sul latte crudo, è bene considerare che il latte venduto presso ogni distributore automatico della Lombardia (e delle altre Regioni Italiane) è sottoposto ogni 15 giorni e mensilmente a controlli da parte dell´ Autorità Sanitaria (Servizio Veterinario), analizzandolo alla ricerca di eventuali patogeni. Per quanto riguarda il 2008 il risultato di queste analisi è stato per l´Escherichia Coli O 157, la totale assenza in tutti i 1.423 campioni. Non risultano infatti, allo stato attuale, reali e comprovati collegamenti tra casi di infezione ed il consumo di latte crudo acquistato presso i distributori automatici.

Inoltre, in Lombardia ci sono attualmente 405 punti vendita di latte crudo, mentre in tutta Italia ce ne sono circa 1.000 (non 2.000 come si trova scritto nella campagna allarmistica). A questo proposito, si noti che con la vendita di 100 litri di latte al giorno per distributore (media per difetto) moltiplicati per i mille punti vendita, e considerando che il latte crudo è venduto ad un prezzo medio di EUR 1,00 al litro, contro un prezzo del latte pastorizzato fresco di EUR 1,55 (fonte Clal.it), i numerosissimi consumatori sparsi in tutta Italia ottengono un risparmio di circa 18 milioni di euro all´anno, che, con la crisi che c´è, non sono pochi. Il risparmio invece degli imballaggi è stimabile in circa 30 milioni di bottiglie, pari a 30.000 quintali di spazzatura.

Il successo del prodotto è sempre maggiore e questo spaventa alcuni settori della trasformazione, sottraendo fatturato. Forse allora tutte queste possono essere le vere motivazioni che muovono cinicamente questa campagna denigratoria: sono soldi che non vanno all´Industria del latte, né alla Grande Distribuzione.

Brescia, 06/12/08

dott. Fausto Cavalli

Bevilatte srl agenzia di servizi per l'agricoltura.
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Bibliografia

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Azain MJ,Hausman DB,Sisk MB,Flatt WB,Jewell DE - Dietary conjugated linoleic acid reduces rat adipose tissue cell size rather than cell number. J.Nutr. 2000 Jun; 130 (6): 1548-54;

Dhiman TR, Satter LD, Patrizia MW, Galli MP, Albright K, Tolosa MX. - Conjugated linoleic acid (CLA) content of milk from cows offered diets rich in linoic and linoleic acid. J Dairy Sci 2000 May; 83 (5): 1140-6;

Stangl GI - Conjugated linoleic acids exhibit a strong fat to lean partitioning effect,reduce serum VLDL lipids and redistribute tissue lipeds in food-restricted rats. J.Nutr. 2000 May; 130 (5): 1140-6;

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Edward N. Baker Università di Auckland (Nuova Zelanda), sesta Conferenza Internazionale.
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Altre informazioni sulle qualità alimentari del latte crudo potete trovarle sul sito westonaprice.org