Sunday, March 9, 2008

Inflazione: una politica fiscale inattuabile

Per chiarire ulteriormente la natura e le nefaste conseguenze dell'inflazione sulle nostre vite riporto le osservazioni fatte da Mises alla Conferenza sull'Economia della Mobilitazione, tenuta a White Sulphur Springs, in West Virginia, il 6-8 aprile 1951, e contenute nel libro Economic Freedom and Interventionism.

Per chi volesse riconoscere i punti analizzati da Mises nella situazione attuale consiglio il recente e bellissimo articolo di Francesco “Barbarie keynesiana” pubblicato da Usemlab.

(Scarica il pdf.)
___________________________

Di Ludwig von Mises


Trattando dei problemi riguardanti l'economia della mobilitazione, è innanzitutto necessario rendersi conto che le politiche fiscali hanno raggiunto un punto di svolta.

Negli ultimi decenni tutte le nazioni hanno considerato il reddito ed il patrimonio dei cittadini più ricchi come una riserva inesauribile che può essere sfruttata liberamente. Ogni volta che c'è stata un'esigenza di fondi supplementari, si è provato a raccoglierli riscuotendo tasse pagate dalle fasce di alto reddito. Sembra che ci siano abbastanza soldi per qualsiasi spesa immaginata perché “tartassare i ricchi” un po' di più non pare una cosa dannosa. Dato che i voti di questi ricchi non contano molto nelle elezioni, i membri dei corpi legislativi sono sempre stati pronti ad aumentare la spesa pubblica a loro spese. C'è una citazione francese che dice: les affaires, c'est l'argent des autres. “Gli affari sono i soldi degli altri.” In questi ultimi 60 anni gli affari politici e fiscali sono stati virtualmente soldi “degli altri.” Lasciate che paghino i ricchi, era lo slogan.

La fine di un'era

Oggi questo periodo di storia fiscale è terminato. Con l'eccezione degli Stati Uniti e di alcuni dei domini britannici, quella che è stata chiamata capacità di pagare dei cittadini ricchi è stata completamente assorbita dalle tasse. Da essi non è possibile ottenere nessun fondo ulteriore di qualche importanza. D'ora in poi tutta la spesa pubblica dovrà essere finanziata tassando le masse.

Le nazioni europee interessate non sono ancora ben consapevoli di questo fatto perché hanno trovato un sostituto. Stanno ricevendo gli aiuti del Piano Marshall; il contribuente degli Stati Uniti colma quella lacuna.

In questo paese le cose non sono ancora al punto in cui sono arrivate in altri paesi. È ancora possibile raccogliere 2 o 3 miliardi di dollari supplementari, o forse persino 4 miliardi, aumentando le imposte sulle società e le “tasse sui sovraprofitti” e rendendo l'Imposta sui redditi individuali più progressiva. Ma nelle circostanze attuali, persino 4 miliardi sarebbero soltanto una frazione di ciò di cui il Ministero del Tesoro ha bisogno. Quindi, in questo paese siamo anche alla fine di un periodo di politiche fiscali. L'intera filosofia delle finanze pubbliche deve subire una revisione. Nella considerazione dei pro e dei contro di una proposta di spesa i membri del Congresso non potranno più pensare: i ricchi hanno abbastanza; fate pagare loro. In futuro, dovranno pagare gli elettori dal cui voto i membri del Congresso dipendono.

L'inflazione, un incremento di moneta e credito, non è certamente un mezzo per evitare o posporre per più di un periodo ridotto la necessità di ricorrere a tasse imposte su persone diverse da coloro che appartengono alla minoranza ricca. Se, a titolo d'esempio, mettiamo da parte tutte le obiezioni che possono essere sollevate contro qualsiasi politica inflazionistica, dobbiamo considerare il fatto che l'inflazione non può mai essere qualcosa di più di un espediente provvisorio. L'inflazione non può continuare su un lungo periodo di tempo senza annullare il suo scopo fiscale e concludersi in un completo sfacelo come nel caso della valuta Continental in questo paese, dei mandats territoriaux in Francia e del marco nel 1923 in Germania.

Ciò che permette ad un governo di aumentare i propri fondi con l'inflazione è l'ignoranza del pubblico. La gente deve ignorare il fatto che il governo abbia scelto l'inflazione come sistema fiscale e programmi di mantenere l'inflazione all'infinito. Deve attribuire il rialzo generale dei prezzi a cause diverse dalla politica del governo e deve supporre che i prezzi scenderanno di nuovo in un futuro non troppo lontano. Se questa idea svanisce, l'inflazione porta ad un crollo catastrofico.

Il comportamento della casalinga

Se la casalinga che ha bisogno di un nuovo tegame pensa: “ora i prezzi sono troppo alti; posporrò l'acquisto fino a che non scenderanno di nuovo,” l'inflazione può ancora adempiere il suo scopo fiscale. Finché condivide questa idea, la gente aumenta le proprie giacenze monetarie e i propri conti bancari e una parte dei soldi di recente creazione è assorbita da queste giacenze monetarie e questi conti bancari supplementari; i prezzi sul mercato non aumentano in proporzione all'inflazione.

Ma poi – presto o tardi – arriva una svolta. La casalinga scopre che il governo progetta di continuare ad inflazionare e che conseguentemente i prezzi continueranno ad aumentare sempre di più. Allora ragiona: “oggi non ho bisogno di un nuovo tegame; ne avrò bisogno soltanto l'anno prossimo. Ma dovrei comprarlo ora perché l'anno prossimo il prezzo sarà molto più alto.” Se questa idea si diffonde, che l'inflazione continuerà, allora tutti corrono a comprare. Ognuno è ansioso di ridurre i contanti in suo possesso perché non vuole essere colpito dal calo nel potere d'acquisto dell'unità monetaria. Fa la sua comparsa allora il fenomeno che in Europa è stato chiamato il “fuga nei valori reali.” La gente corre a scambiare i propri soldi di carta in via di svalutazione per qualcosa tangibile, qualcosa reale. La campana suona a morto per il sistema di valuta in questione.

In questo paese ancora non abbiamo raggiunto questo secondo e terminale stadio di ogni inflazione prolungata. Ma se le autorità non abbandoneranno molto presto ogni ulteriore tentativo di aumentare la quantità di denaro in circolazione e di ampliare il credito, un giorno arriveremo allo stesso spiacevole risultato. Non è questione di scegliere fra le tasse e il debito pubblico da un lato e l'inflazione dall'altro per finanziare l'aumento della spesa pubblica. L'inflazione non potrà mai essere uno strumento di politica fiscale sul lungo periodo. L'inflazione continuata conduce inevitabilmente alla catastrofe.

Di conseguenza, non dovremmo sprecare il nostro tempo discutendo dei metodi per controllare i prezzi. Il controllo dei prezzi non può impedire il loro rialzo se c'è l'inflazione. Neppure la pena capitale riuscì a far funzionare il controllo dei prezzi ai tempi dell'imperatore Diocleziano o durante la Rivoluzione Francese. Dobbiamo concentrare i nostri sforzi sul problema di come evitare l'inflazione, non su inutili schemi per celare le sue inesorabili conseguenze.

Le tasse sono la chiave

Quello che serve in tempo di guerra è deviare la produzione ed il consumo dai canali pacifici agli obiettivi militari. Per realizzare ciò, è necessario che il governo tassi i cittadini, per toglier loro i soldi che altrimenti spenderebbero per cose che non devono più comprare e consumare, così che il governo possa spenderli per condurre la guerra.

Al tavolo della prima colazione di ogni cittadino in tempo di guerra si siede un ospite invisibile, per così dire, un soldato che condivide il suo pasto. Nel garage del cittadino è parcheggiata non solo l'automobile di famiglia, ma anche – invisibilmente – un carro armato o un aereo. Il fatto importante è che un soldato ha bisogno di più cibo, vestiti ed altre cose di quelle che usava consumare come civile. E le attrezzature militari si consumano molto più rapidamente delle attrezzature civili. I costi di una guerra moderna sono enormi.

Il metodo adeguato per fornire i fondi di cui il governo ha bisogno per la guerra è, naturalmente, la tassazione. Parte dei fondi può anche essere fornita prendendo in prestito dal pubblico, dai cittadini. Ma se il Ministero del Tesoro aumenta la quantità di denaro in circolazione o i prestiti dalle banche commerciali, inflaziona. L'inflazione può funzionare per un tempo limitato. Ma è il metodo più costoso per finanziare una guerra; è socialmente disgregativo e dovrebbe essere evitato.

Inflazione: un espediente conveniente

Non è necessario soffermarsi sulle conseguenze disastrose dell'inflazione. Tutti concordano su questo. Ma l'inflazione è un espediente molto conveniente per chi sta al potere. È un pratico metodo per deviare il rancore della gente dal governo. Agli occhi delle masse, le grandi aziende, i “profittatori,” i commercianti – non l'amministrazione – appaiono essere i responsabili del rialzo dei prezzi e della conseguente necessità di limitare i consumi.

Forse qualcuno considererà ciò che sto dicendo qui come antidemocratico, reazionario e realismo economico. Ma la verità è che l'inflazione è una misura tipicamente antidemocratica. È una politica di quei governi che non hanno il coraggio dire onestamente alla gente quali sono i costi reali della loro conduzione degli affari.

Un governo veramente democratico dovrebbe dire apertamente agli elettori che devono pagare alte imposte perché le spese sono aumentate considerevolmente. Ma è molto più piacevole per un governo presentare al popolo solo una parte del conto e ricorrere all'inflazione per il resto della sua spesa. Che trionfo se possono dire: il reddito di tutti sta aumentando, ora ognuno ha più soldi in tasca, gli affari vanno a gonfie vele.

Le spesa di deficit non è una nuova invenzione. Durante la maggior parte del diciannovesimo secolo è stato precisamente il metodo fiscale preferito di quei governi che allora non erano considerati democratici e progressivi: l'Austria, l'Italia e la Russia. Il bilancio dell'Austria mostrò un deficit annuo dal 1781 in poi, fino ai tardi anni 80 del diciannovesimo secolo, quando un professore di economia ortodosso, Dunajewski, come ministro delle finanze, ristabilì l'equilibrio di bilancio. Non c'è motivo di essere fieri della spesa di deficit, né di chiamarla progresso.

Alla caccia delle fasce più basse

Se si desidera raccogliere più tasse, sarà necessario porre un peso maggiore sulle classi di reddito più basse, gli strati della società i cui membri consumano la maggior parte della somma totale consumata in questo paese. Finora è stato consueto tassare principalmente le società e gli individui con i redditi più alti. Ma persino una vera confisca di questi redditi coprirebbe soltanto una frazione dei fondi supplementari di cui il paese ha oggi bisogno.

Alcuni esperti hanno dichiarato che è necessario tassare il popolo finché non fa male. Sono in disaccordo con questi sadici. Lo scopo delle tasse non è di far male, ma di raccogliere i fondi di cui il paese ha bisogno per riarmarsi e combattere in Corea. È un triste fatto che gli affari mondiali oggi rendano necessario che il governo obblighi gente abituata a comprare calze di nylon e camice a spostarsi su altri prodotti di Du Pont, vale a dire le munizioni.

Nel suo libro sulla Pace Perpetua, il filosofo tedesco Immanuel Kant (1724-1804) suggerì che al governo dovrebbe essere vietato di finanziare le guerre con il debito. Si aspettava che lo spirito guerresco sarebbe diminuito se ogni paese avesse dovuto pagare in contanti le sue guerre. Tuttavia, nessun'obiezione seria può essere sollevata contro il prestito dal pubblico, da gente che ha risparmiato ed è pronta ad investire nei titoli di Stato. Ma il prestito dalle banche commerciali equivale a stampare banconote supplementari e ad ampliare la quantità di depositi contabili. Quella è inflazione.

Confusione semantica

C'è al giorno d'oggi una confusione semantica molto biasimevole, persino pericolosa, che rende estremamente difficile afferrare la situazione reale per il non esperto. L'inflazione, secondo come questo termine è stato sempre utilizzato dappertutto e particolarmente in questo paese, significa l'aumento della quantità di moneta e di banconote in circolazione e della quantità di depositi bancari. Ma la gente oggi usa il termine “inflazione” per riferirsi al fenomeno che è una conseguenza inevitabile dell'inflazione, la tendenza di tutti i prezzi e tassi salariali ad aumentare. Il risultato di questa deplorevole confusione è che non c'è più un termine per indicare la causa di questo aumento nei prezzi e negli stipendi. Non c'è più alcuna parola disponibile per indicare il fenomeno che, fino ad ora, è stato chiamato inflazione. Ne consegue che nessuno si preoccupa per l'inflazione nel senso tradizionale del termine. Dato che non potete parlare di qualcosa che non ha nome, non potete combatterla. Coloro che fingono di combattere l'inflazione in effetti stanno combattendo soltanto la conseguenza inevitabile dell'inflazione, l'aumento dei prezzi. I loro tentativi sono condannati a fallire perché non attaccano la radice del male. Cercano di tenere i prezzi bassi mentre sono fermamente impegnati in una politica di aumento della quantità di moneta che li farà necessariamente salire. Finché questa confusione tecnologica non sarà interamente eliminata, non ci potrà essere alcun modo per fermare l'inflazione.

Guardate allo sciocco termine, “pressioni inflazionistiche.” Non esiste nessuna “pressione inflazionistica.” O c'è inflazione o l'assenza di inflazione. Se non c'è un aumento nella quantità di moneta e se non c'è espansione del credito, il livello medio dei prezzi e degli stipendi generalmente rimarrà identico. Ma se la quantità di moneta e di credito è aumentata, i prezzi e gli stipendi devono aumentare, qualunque cosa il governo possa decretare. Se non c'è inflazione, il controllo dei prezzi è superfluo. Se c'è inflazione, il controllo dei prezzi è un inganno, un'impresa disperata.

È il governo che produce la nostra inflazione. La politica del Ministero del Tesoro, e nient'altro.

Si è molto parlato della necessità, e delle virtù, del controllo diretto.

Abbiamo imparato che preservano la libertà dell'individuo di scegliere il droghiere che preferisce. Non voglio esaminare che valore può essere legato al controllo diretto da un punto di vista metafisico. Voglio soltanto sottolineare un fatto: come mezzo per impedire e combattere l'inflazione o le sue conseguenze, il controllo diretto è assolutamente inutile.

No comments: