Saturday, September 29, 2007

«... e di pensieeeer!»

L'epoca d'oro dei translatlantici, la guerra, la lirica. Dal film – uno degli ultimi – di Federico Fellini E la nave va ('83), la divertente scena della sfida canora in sala macchine. Peccato per la fastidiosa voice-over in russo, ma non ho trovato di meglio.

Doctor Jekyll

Eccoci nuovamente all'appuntamento del fine settimana con il resoconto dell'inviato a Laputa Giovanni Pesce. Questa volta il discpaccio telepatico ci trasporta nel magico mondo delle crociere transatlantiche. Buona lettura.
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Giovanni Pesce, Laputa, 21/11/ 1916.


Nel nostro ultimo viaggio ci eramo fermati sull'isola di Negroponte - Eubea popolata da gongori di grande portamento.

Navigammo quindi verso il canale dell'isola di Kea, sul lato opposto del mare Egeo e lì i nostri pensieri andarono al prodigioso bastimento inglese Britannic colato a picco in quei paraggi.

Fu allora che chiesi l'aiuto del mio servitore hawaiano di nome Wikipedia:
Il transatlantico HMHS Britannic fu il fratello minore dell'RMS Titanic e dell'Olympic. Fu costruito a Belfast nel cantiere Harland & Wolff, il più grande cantiere navale dell'Irlanda del nord, con acciaio proveniente dalla Scozia.

I tre stupendi transatlantici erano stati ideati da Joseph Bruce Ismay, amministratore delegato della White Star Line e Lord James Pirrie, socio dei cantieri navali Harland & Wolff. Il Britannic era il più grande dei tre e anche il più sicuro, essendo stato progettato per resistere ad un incidente simile a quello del Titanic. La costruzione iniziò il 30 novembre 1911.

I nomi designati per le tre navi gemelle, ispirati alle potenze della mitologia greca, rispecchiavano il periodo di positivismo tecnico di matrice ottocentesca che si respirava nei primi anni del nuovo secolo. Dopo l'affondamento del Titanic i lavori di costruzione del Britannic furono interrotti per cercare di eliminare la vulnerabilità che aveva causato la catastrofe; il progetto fu modificato per resistere ad un allagamento di un maggior numero di compartimenti stagni. Fu rafforzato lo scafo e migliorato il sistema di bracci e carrucole per lo sgancio in mare delle scialuppe, sebbene il numero delle scialuppe fosse lasciato invariato. Come sul Titanic, infatti, erano sufficienti solo per un terzo delle persone trasportabili. Le leggi dell'epoca prevedevano per le navi con stazza superiore a 10.000 tonnellate l'obbligo di mezzi di salvataggio per almeno un terzo del totale delle persone trasportabili.

..................omissis
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Poco dopo il varo, all'inizio della prima guerra mondiale fu requisito dalla Marina Militare Britannica e convertito in nave ospedale esercitando compiti di soccorso tra il 1914 e il 1916; di qui il prefisso HMHS, sigla di Her Majesty Hospital Ship.

Il Britannic fu affondato il 21 novembre 1916 da una mina navale tedesca al largo dell'isola di Kea, nel mar Egeo, pur riportando chiaramente le croci di soccorso che la contraddistinguevano come nave ospedale. L'esplosione che squarciò la nave si verificò in prossimità della zona macchine. Nonostante lo scafo fosse rinforzato, l'ingente danno lo fece affondare irrimediabilmente in 55 minuti.

L'affondamento causò la morte di 30 persone. La nave era scortata da altri mezzi navali che riuscirono a salvare 1070 persone. Alcune testimonianze non confermate da fonti ufficiali riportano che l'esplosione fu esacerbata da materiale esplosivo trasportato a bordo (non necessariamente destinato ad uso bellico) sebbene la nave fosse solo un mezzo di soccorso.

Storie leggendarie sulla maledizione dei tre colossi della White Star Line notano che al momento dell'esplosione l'infermiera Violet Jessop lavorava sul Britannic; ella era anche a bordo dell'Olympic, speronato dall'Hawke, e soprattutto, faceva anche parte dell'equipaggio del Titanic
Qui termina il racconto di Wikipedia.

Insomma il bastimento sarebbe stato ancora in garanzia (se allora fosse stata valida la clausola della garanzia europea dei due anni)!

Una spiegazione più tecnica dell'incidente al Britannic la trovate su hospitalshipbritannic.com.

Non penserete miei cari amici che il Titanic e il Britannic siano affondati per cause naturali; vedo infatti dai modi vostri di ragionare che avete da tempo superato le colonne d'ercole della dissonanza cognitiva.

Due scrittori olandesi Gardiner e Van Der Vat ci raccontano di una storia di truffa assicurativa: i cantieri navali di Dublino hanno costruito prima l'Olympic, l'hanno varata e mentre questa nave compiva i primi (disastrosi) viaggi veniva completato il Titanic.
Gli incidenti dell'Olympic erano tanti e tali da far organizzare una truffa alle assicurazioni: scambiando i nomi delle navi e facendo affondare quella più sgangherata si sarebbe potuto recuperare qualche soldo.

Purtroppo non abbiamo molte prove che le cose siano andate realmente così, (però a pensare male a volte ci si azzecca ndr), le cose potrebbero essere andate anche in peggior modo. Le secondary explosions sul Britannic (nave ospedale!) vi ricordano qualcosa?

Per l'altra nave potremmo intervistare David Sarnoff il telegrafista che avrebbe ricevuto il SOS del Titanic. Il destino riservò per questo giovane telegrafista un cursus honorum eccezionale; la creazione della TV sembra che sia farina del suo sacco.

Simone Colzani scrive di Sarnoff:
È oggettivamente impossibile trascriverne l’intera carriera, limitiamoci a ripercorrere le tappe essenziali della sua vita. Nato nel 1891 a Minsk (Russia) da una famiglia della piccola borghesia ebraica e trasferitosi presto negli Stati Uniti, David Sarnoff si mise ben presto in luce nel mondo del lavoro, all’interno della "Marconi Wireless Company" (la compagnia fondata da Guglielmo Marconi per commercializzare le proprie invenzioni): fu lui il telegrafista che ricevette l’SOS dal Titanic, il 14 Aprile 1912. Ne ottenne promozioni fulminanti, sino ai vertici dell’azienda. Nel 1919, quando la General Electric fondò la RCA, venne nominato Presidente (carica che mantenne sino al 1969) ed in pochi anni, grazie al suo spirito d’iniziativa fece decollare il marchio, commercializzando prima la radio (nel 1921) e poi la TV (nei tardi anni ‘40). Grazie ai suoi meriti, venne reclutato dall’Esercito USA, che negli anni della 2a Guerra Mondiale gli affidò la Divisione "Guerra Psicologica" (propaganda) con il grado di Generale di Brigata. Fin qui arriva il Sarnoff che ci tramanda l’Enciclopedia Britannica. Ma ci sono eventi che la Storia non ha affidato alle cronache ufficiali, come quelli accaduti in Svezia nel 1946 e alle Bahamas nel 1966. Nel primo caso, come scrive l’ufologo italiano Andrea Liberati, Sarnoff era interessato ad argomenti "non convenzionali". "Nel 1946 le autorità svedesi, riguardo ai cosiddetti ‘razzi fantasma’ si consultarono anche con esperti militari americani, quali il ten. gen. Doolittle ed il gen. Sarnoff...". Il Generale, dunque, era considerato un "esperto" in materia, il che gli sarebbe stato poi molto utile nella conduzione della RCA, come si vedrà nel secondo caso.
Grazie Kolza.

Ci stiamo avvicinando al regno del Potere Mediatico: (Psicologico) Mondiale La Compagnia della Radio d'America.

Sempre Simone Colzani:
La più coinvolta delle due, la National Broadcasting Company, fu fondata nel 1927 dalla RCA, Radio Corporation of America, a sua volta costituita nel 1919 dalla General Electric (G.E.) Co. La G.E. nacque nel 1892 ad opera del celebre inventore Thomas Alva Edison e dell’altrettanto famoso finanziere John Pierpoint Morgan. Sin dalla sua nascita, la G.E. rappresentò il punto di riferimento scientifico e commerciale per tutto ciò che riguardava l’elettricità, e non a caso uno degli sponsor più munifici del geniale scienziato Nikolas Tesla fu proprio J.P. Morgan. Quando nel 1919 venne costituita la RCA, apparve subito chiaro che questa doveva assumere il ruolo di "testa di ponte" nel mercato "consumer": nel 1920-21 vennero inaugurate le prime trasmissioni radio, unitamente al lancio commmerciale del primo set radio ricevente. La potenza di trasmissione raggiunta fece sì che nel 1927 la divisione radiofonica della RCA venne ripartita in due unità: il network rosso e quello blu. Il primo costituì la NBC, mentre il secondo venne venduto all’ABC, tuttora uno dei network più importanti negli States. La RCA aveva raggiunto, grazie ad un’ottima politica commerciale, un’invidiabile posizione nel panorama economico nazionale e mondiale. Con gli anni della 2a Guerra Mondiale, la sua importanza crebbe ulteriormente, diventando parte integrante della macchina bellica statunitense, come racconta il giudice Jim Garrison, autore del libro sull’omicidio di Kennedy JFK "On the Trail of the Assassins", che all’epoca era Procuratore Distrettuale di New Orleans.
Arigrazie Kolza.

Non meravigliatevi cari amici se sia stato riutilizzato l'antico nome "Compagnia": a Venexia esisteva la Compagnia di Gesù, a Londra esisteva la Compagnia delle Indie,e a New York nascevano le Companies; manco si sono sprecati per cambiare il nome.

A New York, a quel tempo i Gorgori vivevano tranquilli; più attivi vivevano i Robber Barons di Wall Street che stavano applicando i primi punti dell' Aldrich Plan, preparato da J.P.Morgan e discusso a Jekyll Island.
E J.P. Morgan era il proprietario del Titanic:
Il naufragio scampato. La vita di Morgan sembra aver attraversato gli eventi più importanti e famosi della storia americana tra '800 e '900. È stata una serie incredibile di coincidenze a tenere lontano dal disastro del Titanic il facoltoso finanziere. Infatti, a causa di alcuni contrattempi d'affari, non riuscì a salire a bordo il 15 aprile 1912, giorno del viaggio inaugurale. A Morgan, uno dei finanziatori più importanti del Titanic, era stata naturalmente riservata la migliore suite di bordo. Possiamo immaginare con quale disappunto fu costretto a cancellare la prenotazione per un viaggio così importante a bordo del transatlantico di cui lui stesso aveva reso possibile la costruzione. La fortuna sembrò baciarlo nuovamente e quel 15 aprile 1912 Morgan rimase con i piedi sulla terraferma.
Attualmente abbiamo sviluppato una discussione all'interno della Società Reale delle Scienze di Laputa proponendo un legame tra affondamento del Titanic e il Jekyll Island Club.
Un supplemento di istruttoria non si nega a nessuno.

Se non fossimo stati attardati da questo contrattempo del Titanic saremmo sbarcati nel West Side giusto in tempo per vedere i successivi steps dell' Aldrich Plan o "Wall Street Plan".

Nella prossima puntata vi racconterò che cosa hanno visto i gongori che hanno dato un'occhiata all'interno del piano.

Friday, September 28, 2007

Piccolo Glossario della Neolingua #11

Our instinct is against it. We object to the taking of our property by organized society just as we do when a single unit of society commits the act. In the latter case we unhesitatingly call the act robbery, a malum in se. It is not the law which in the first instance defines robbery, it is an ethical principle, and this the law may violate but not supersede.
(Frank Chodorov)
La breve analisi di questo lemma la potremmo considerare un'appendice del già analizzato “contribuire, utile per coglierne meglio il lato oscuro: questi contributi non devono essere allora così volontari, se l'evitare di versarli viene definito evasione...
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Evasione
Significato originario:
1 l’evadere; fuga da un luogo di detenzione: e. di un detenuto dal carcere
2 il sottrarsi a una situazione opprimente: e. dalla realtà, dai problemi quotidiani
3 distensione, svago: dopo tanto lavoro ti ci vuole un momento di e.
4 dir. ⇒evasione fiscale
5 burocr., risposta: dare e. a una lettera; non com., esecuzione: dare e. a una pratica
6 allontanamento, liberazione


Questo è uno dei termini che nella neolingua si distinguono per una certa inaspettata sincerità: se non pagare le imposizioni fiscali è un'evasione, se ne deduce che il fisco dev'essere un tipo di prigione. E in effetti si tratta di una specie di prigione economica, dove il valore del nostro denaro, delle nostre risorse, è deciso arbitrariamente dal direttore, i nostri movimenti sono limitati dalle regole della prigione, e le nostre volontà sempre subordinate a quelle dei secondini.

Ma non si tratta solo di una metafora, dal momento che i soldi che possediamo sono il risultato del nostro lavoro, e la possibilità di scambiarli liberamente lo strumento per sopravvivere e raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti: imponendo su di essi la loro “legge carceraria” ad essere limitata è la nostra libertà di movimento, e con essa la possibilità di programmare il nostro futuro, che non possiamo fare altro che affidare alla clemenza del direttore. Il tutto condito di moduli da riempire, code in cui perdere disciplinatamente il nostro tempo, complicazioni burocratiche assortite dalle quali bisogna passare e senza sbagliare, se non si vuole peggiorare la propria posizione.

Nulla di più giusto quindi, se il sottrarsi al fisco si chiama evasione: l'unico sistema, cioè, di recuperare la libertà negata. E nessuna sorpresa se per tutti i lavoratori dipendenti la sottrazione avviene direttamente nella busta paga: il “privilegio” di ricevere mensilmente il corrispettivo del lavoro si equilibra con l'impossibilità pratica di evadere. All'estremità opposta della scala gerarchica della galera troviamo invece i pezzi grossi, i “capitani d'industria,” i grandi banchieri, che grazie alla loro connivenza con la direzione entrano ed escono a loro piacimento e comandano anzi ai secondini, proprio come il Don Raffaè della celebre canzone di De Andrè.

Thursday, September 27, 2007

La sconfitta degli onesti - Update

Così, a quanto pare, la notizia del pensionato di Cagliari costretto a rubare era una bufala. E dire che avevo controllato diverse fonti prima di scrivere il pezzo, ma a quanto pare la notizia era già stata rilanciata da tutto l'universo mediatico e dall'intera blogosfera. Evidentemente, a tutti è parsa una notizia altamente simbolica e rappresentativa del momento che stiamo vivendo.

Rimedio riportando alcune notizie meno recenti (ma più affidabili) sulla stessa lunghezza d'onda, per ribadire che i concetti espressi nel mio post continuo a ritenerli validi.
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“Ci chiede aiuto gente disperata rischiamo un disastro sociale”

Antonio Lombardi, direttore tecnico del Caf Cgil del centro Italia, che produce 280mila dichiarazioni fiscali l’anno, è durissimo contro gli effetti collaterali dell’offensiva fiscale del governo.

Ricevete molte proteste?

Moltissime, e purtroppo non siamo in grado di seguirle. Da noi viene gente letteralmente disperata. Se il governo non corregge subito il tiro sarà un disastro sociale. [...]

Chi sono le persone disperate?

Un esempio tra tanti: un pensionato riceve la notifica che gli è stata ipotecata casa, con minaccia di vendita se non paga 10mila euro di tasse arretrate, canoni tv, Ici e vecchie multe.

Se non li ha?

Può solo chiedere di rateizzare, di solito in 6 o 12 rate mensili o bimestrali. Decide il funzionario della riscossione.

Rate da 500 o mille euro l’una…

Pesantissime. Va in banca, ma lì vedono subito che ha la casa ipotecata e non gli prestano un euro. Allora cede il quinto della pensione, come gli ha concesso il governo. E non arriva più a fine mese.

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A Milano tornano i “libretti del pane”
«Tutto è cominciato - dice il fornaio Eraldo - circa un anno fa. I libretti del pane erano spariti già quando nel forno c´era mio padre, nei primissimi anni '50. Poi si sono fatte vive le prime signore. "Signor Eraldo, ho dimenticato i soldi a casa, posso pagare domani?". Si sa, nei negozi come il nostro si viene per fare la spesa ma anche per fare due chiacchiere. E poi c´è confidenza, non siamo in un supermercato dove al massimo dicono buongiorno o buonasera consegnando lo scontrino. Con alcuni clienti ci conosciamo da trent´anni. E così salta fuori la verità. C´è la signora che racconta di non avere più un soldo in tasca. C´è il pensionato che mi spiega che, con cinquecento euro al mese, non sa più dove sbattere la testa. Duecento euro fra luce, gas, telefono, Ici e tutto il resto. Con i 300 che restano, deve vivere con 10 euro al giorno. Un minimo inconveniente, come un tubo rotto o l´assicurazione da pagare, e non restano nemmeno i soldi per il pane. E allora fanno il debito, giorno dopo giorno. Io segno tutto nel libro, e al cliente consegno lo scontrino. Alcuni lo conservano per fare i conti, ma i più si fidano di me».

Fa impressione, il libro dei debiti del forno Pizzochero. Si capisce che anche qui, in questo pezzo di città senza case popolari e dove pochissimi non hanno la casa in proprietà, c´è chi vive giorni e giorni senza un euro nel portafogli.

«Signor G.: 0,51. Signora F.: 1,05. Signor M.: 0,60».
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Alla Caritas per un tozzo di pane

Le pensioni non aumentano allo stesso ritmo dei prezzi e così cresce il numero degli anziani che si rivolgono agli sportelli della Caritas alla ricerca di un aiuto, soprattutto di un sostegno finanziario. “Il fenomeno lo toccano con mano - afferma don Livio Corazza, direttore dell’istituzione diocesana - soprattutto le Caritas parrocchiali, alle quali si rivolge un sempre maggiore numero di anziani che chiedono un aiuto perché non arrivano a fine mese con lo stipendio erogato dall’Inps”.

Si tratta, in particolare, di donne che vivono da sole, con l’unico reddito rappresentato magari dalla pensione di reversibilità del marito e che si arrangiano con l’aiuto dei parenti o perché non devono pagare l’affitto. “Quando per particolari eventi - sottolinea don Livio - le spese aumentano, allora vanno subito in difficoltà, trovando nelle parrocchie un punto di riferimento”.

Tanti i casi di anziani che chiedono un sostegno finanziario perché non riescono a pagare le medicine o i trattamenti che devono effettuare dopo aver subito una malattia. Un problema sociale che spesso non emerge, perché in Friuli è ancora radicato l’orgoglio personale. Non si chiede aiuto agli altri e, spesso, si risparmia anche sui beni essenziali pur di non dimostrare di essere poveri.

Wednesday, September 26, 2007

Naso, Pancia e Sederino

“Fallacies do not cease to be fallacies because they become fashions.”
(G. K. Chesterton)
Sono tutti convinti che lo stato combatta la pedofilia, anzi che questo sia uno dei motivi più importanti per cui valga la pena di tenerselo. In caso contrario i pedofili sarebbero liberi di fare quello che gli pare. La propaganda funziona fin troppo bene, tanto che chi sostiene simili tesi è convinto non solo della loro esattezza ma anche di esserci arrivato da solo.

Ed è incredibile, perché non sarebbe affatto complicato comprendere la fallacia di questo dogma: partendo dal principio di non aggressione (per questo si chiama principio, perché da lì si parte) arrivare per deduzione logica al giudizio sulla pedofilia la via è breve. Non c'è bisogno di un organismo superiore che dichiari illegale la pedofilia, in assenza del quale la libertà del pedofilo sarebbe assoluta: la sessualità nei bambini non è ancora sviluppata, di conseguenza ogni atto sessuale con essi non può per definizione essere consenziente. Un bambino non sa neanche a cosa dovrebbe acconsentire, né prova stimoli sessuali. Il pedofilo infatti impone la sua sessualità facendola passare per un gioco, ma tutti – noi adulti – sappiamo bene che non di gioco si tratta.

Quindi l'atto sessuale con un bambino si identifica con un'aggressione non provocata in piena regola, e come tale illegittima. È piuttosto con lo stato che si può sperare di modificare la legge e farla accettare. Questo lo sanno bene i pedofili, tant'è vero che sono passati al contrattacco. E, grazie anche alle ramificazioni della lobby nelle stanze del potere, hanno capito che lo stato stesso è lo strumento migliore per veicolare la loro propaganda. In particolare, in Germania, una sussidiaria del ministero per gli affari familiari (brivido!), il Centro Federale Tedesco per l'Educazione Sanitaria (Bundeszentrale für gesundheitliche Aufklärung - BZgA) ha pubblicato un doppio opuscolo, che trovate sul loro sito, indirizzato ai genitori di bambini da uno a sei anni: “L'amore, il corpo, e giocare al dottore” (Körper, Liebe, Doktorspiele).
I padri non dedicano abbastanza attenzione al clitoride ed alla vagina delle loro figlie. Le loro carezze interessano troppo raramente queste regioni, mentre questo è l'unico modo per le bambine di sviluppare un senso d'orgoglio del loro sesso.
E ancora:
il bambino tocca tutte le parti del corpo di suo padre, a volte eccitandolo. Il padre dovrebbe fare lo stesso.
Non è ovvio? Spingere i genitori a “risvegliare” la sessualità precocemente, ecco la soluzione. Se fosse possibile riuscire nell'intento, i bambini potrebbero essere considerati coscienti della loro – presunta – sessualità e, nel caso, consenzienti: vale la pena di tentare, data la possibilità di diffondere largamente queste pratiche, con la legittimazione dello stato.

E non c'è solo l'opuscolo, tra i prodotti del BZgA indirizzati ai bambini di quattro anni o poco più c'è un libro di canzoni che include parecchi testi che promuovono la masturbazione. Il libro, intitolato “Naso, Pancia e Sederino” (Nase, Bauch und Po) include una canzone con i seguenti versi:
Quando tocco il mio corpo, scopro che cos'ho. Ho una vagina, perché sono una bambina. La vagina non serve solo a far pipì. Quando la tocco, sento un piacevole formicolio.
Il formicolio è venuto anche a me, alle mani però...

«We play games.»

I tre giorni del condor (3 Days of Condor, 1975) di Sidney Pollack è a mio avviso uno dei migliori thriller mai girati. Questa è la scena finale, in cui Higgins spiega a Turner come funziona la “democrazia.”

Tuesday, September 25, 2007

La sconfitta degli onesti

Ci sono notizie che danno la vera misura del disastro causato dallo stato nella società, notizie che fan venire voglia di piangere per la loro desolazione. Questa è una di quelle:
CAGLIARI (25 settembre) - Non sapeva più come fare. La magra pensione da artigiano questa volta era già finita e non aveva nemmeno la possibilità di comprarsi il pane. Così un settantacinquenne di Cagliari, vedovo, questa mattina è andato nel solito negozio e ha messo nella borsa un pacco di pasta. La scatola gli è caduta proprio davanti alla cassa e l'uomo è scoppiato a piangere. Più mortificata di lui la proprietaria dell'alimentari che gli ha regalato il cibo e anzi tutti gli abitanti del quartiere venuti a conoscenza della situazione hanno deciso di mettere in moto una gara di solidarietà per cui l'anziano non resterà più senza cibo.

«Il pacco di pasta gli è caduto per terra proprio davanti alla cassa - ha raccontato la negoziante, che gestisce assieme al marito il piccolo market - mi ha guardato e si è messo a piangere. È sempre stato un buon cliente, mi ha detto che non lo aveva mai fatto ma è stato costretto a rubare per fame. Mi ha spiegato tutto e se lo avessi saputo prima avremmo fatto qualcosa».
Incredibile a dirsi, i malvagi commercianti, quelli che“ vivono per il profitto”, non solo perdonano il furto ma si mobilitano per aiutare un loro simile, messo in ginocchio dall'incapacità dello stato di mantenere le sue promesse. Una vita di lavoro onesto, per essere costretto in vecchiaia a diventare ladro per sopravvivere: un crimine enorme, inaudito che grava sulle spalle dei parassiti di stato, sui ladri legalizzati, su questo flagello biblico chiamato stato sociale.

E ancor di più, a lasciare con l'amaro in bocca, con un groppo di rabbia in gola, è l'ingiusta vergogna che il poveretto ha dovuto subire, la rinuncia ad una dignità duramente mantenuta in lunghi anni di lavoro, soprattutto se confrontata con l'assenza totale di vergogna – che sarebbe tra l'altro pienamente giustificata – da parte di chi lo ha derubato per tutta la vita promettendogli, mentendo, di occuparsi di lui quando non avrebbe più potuto lavorare.
Questa è dell'anno scorso:
Pensavate che i senatori fossero da meno dei deputati? Quest’ultimi si sono aumentati l’indennità mercoledì scorso, e i “padri” hanno atteso soltanto una settimana per adeguarsi. Sai com’è, tocca ai giovani sfondare. Ma se alla Camera la busta paga parlamentare se l’erano aumentata del 4% abbondante per l’anno prossimo, visto che quest’anno l’avevano tagliuzzata rispetto al 2005 (totalizzando però un aumento dell’8,2% nel 2008), a Palazzo Madama che di tagliarsi qualcosa non ci pensan proprio se l’aumentano anch’essi e allegramente del 4,23%. [...]

Al Senato, con lo stesso candore - è un eufemismo, ovviamente - di Montecitorio: perché anche qui i senatori questori hanno il coraggio di dire che «è prevista una riduzione del 10% sull’indennità e i vitalizi dei senatori, con un risparmio di 24 milioni di euro».
Dov’è il mendacio? Lasciamo parlare le cifre del bilancio interno approvato ieri dall’aula del Senato pressoché all’unanimità. Spesa complessiva per lo stipendio dei 322 senatori, comprensiva di indennità parlamentari, diarie e compensi vari, nel 2006: 80 milioni 360 mila euro. Per il 2007: 83 milioni 760 mila. Nel 2008: 86 milioni 760 mila. Insomma, 3 milioni di euro all’anno in più. Però va detto che l’anno prossimo, sì quello della stangata per la gente comune, un senatore ci costerà 260.124 euro, imponibili solo in parte limitata. Mentre un deputato, anch’egli a tassazione paritariamente molto ridotta, ci costerà 10 mila euro in più, per l’esattezza 272.120.
Davvero non ci sono parole: solo maledizioni.

Doh...a!

Il ciclo di colloqui di Doha sul commercio mondiale organizzato dal WTO avrebbe dovuto essere la “soluzione finale” per le nazioni del mondo più povere, ma dopo quasi sei anni i progressi sono stati minimi. Ma... sorpresa! Il segretario generale del Commonwealth Don McKinnon ha svelato il mistero della povertà: sono le sovvenzioni agli agricoltori europei a mantenere milioni di persone intrappolate nella povertà nel terzo mondo. Ha aggiunto che Europa e Stati Uniti hanno molte responsabilità:
“Se un leader africano decidesse di produrre televisori a cinque volte il prezzo mondiale, tutto il pianeta riderebbe di lui, tuttavia i prodotti agricoli possono essere prodotti in Europa a cinque volte il prezzo mondiale e nessuno dice che è un problema reale.”
Ma come, ma cosa sta dicendo!? È la mano dello stato che regola il mercato e corregge gli errori, altrimenti sarebbe la jungla!
“Se eliminate le sovvenzioni agricole in Europa e negli Stati Uniti, libererete 160 milioni di persone da povertà, domani. Se la gente in Europa è davvero preoccupata per i rifugiati economici, bene, meglio che continui a preoccuparsi, perché finchè mantiene quei paesi nella povertà con le sue sovvenzioni, continuerà a ottenere rifugiati economici”
Sorvoliamo sul tono vagamente minaccioso di quest'ultima frase, e chiediamoci: ma erano davvero necessari sei anni per rendersene conto? Meglio tardi che mai, verrebbe da dire, ma superato il primo momento di shock e d'entusiasmo una riflessione è d'obbligo: mettiamo il caso che l'Europa smetta di sovvenzionare la sua agricoltura (magari cominciando dal biofuel), salvando milioni di persone dalla povertà nei paesi in via di sviluppo e limitando così il problema dell'immigrazione; cosa ne sarà degli agricoltori europei privati delle sovvenzioni, senza neanche più le braccia a buon mercato degli emigranti, e con un costo della vita enormemente superiore?

Un bel casino: da una parte non si riesce più a nascondere qual è il vero problema dell'economia mondiale, dall'altra si vuole continuare a pianificare, a botte di miliardi di euro, nonostante il risultato sia sempre, regolarmente, la fame e la miseria per qualcuno. In altre parole, i pianificatori si riuniscono periodicamente e discutono per anni solo per giungere alla conclusione che il problema sono loro. Però il prezzo della loro follia lo pagano milioni di poveri diavoli, che muoiono di fame a turno.

Chissà, forse le nuove generazioni europee finiranno per fornire le loro braccia per il raccolto di banane da qualche parte vicino all'Equatore. Che mondo meraviglioso!

Monday, September 24, 2007

Socialismo papale

“... ces actes, que ces actions font partie d'un plan, un plan qui a été élaboré assez tôt, au moins au début du siècle, si ce n'est un peu plus tôt, et notamment l'établissement d'un gouvernement mondial, avec une religion mondiale.”
(Mons. Bernard Fellay)
Una cosa bisogna dirla su Benedetto XI: è sicuramente una persona intelligente. Ha capito qual è la religione del nuovo millennio, e ha già cominciato a diffonderne la dottrina. Evidentemente giudica più conveniente incorporare il cristianesimo nella nuova religione laica, fornendole un puntello spirituale per giustificare la sua bella fetta di torta: l'otto per mille? L'esenzione ICI? Soldi meritati, sentite un po' cosa ci dice da Velletri:
“La logica del profitto, se prevalente, incrementa la sproporzione tra poveri e ricchi, come pure un rovinoso sfruttamento del pianeta.”
Ottima padronanza della neolingua, non c'è che dire. Un Peccei non avrebbe potuto esprimersi meglio. Ciò che sfugge al rappresentante (occupazione che va per la maggiore, a quanto pare) di Dio in terra, è che ogni essere umano che si alza la mattina per andare a lavorare lo fa per ottenere un profitto, disattenzione comprensibile da parte di chi è abituato ai lussi e alle comodità del Vaticano. Ancora:
“Quando invece prevale la logica della condivisione e della solidarietà, è possibile correggere la rotta e orientarla verso uno sviluppo equo, per il bene comune di tutti.”
A questo punto non so più se è il papa a parlare o Napolitano, propenderei per il secondo visto che per Gesù Cristo la solidarietà e la condivisione dovrebbero essere spontanee, e qui non se ne fa cenno. Impressionante comunque la quantità di paroline magiche concentrate in sole due righe.
“In fondo si tratta della decisione tra egoismo e amore, tra giustizia e disonestà, in definitiva tra Dio e Satana.”
Se non altro si è accorto anche lui della dualità dell'animo umano, peccato che egoismo e disonestà non vengano attribuite, come sarebbe logico, a chi ha fatto un'arte del vivere alle spalle altrui, ma a chi – ahilui – pretende di lavorare per "ottenere profitto", invece di farlo per far "ottenere profitto" a qualcun altro.
Il Papa ha poi ricordato che la Bibbia “stigmatizza uno stile di vita tipico di chi si lascia assorbire da una egoistica ricerca del profitto in tutti i modi possibili e che si traduce in una sete di guadagno, in un disprezzo dei poveri e in uno sfruttamento della loro situazione a proprio vantaggio.”
Mi par di ricordare che Gesù e il suo padre terreno fossero artigiani, che vendevano i loro manufatti alla ricerca di profitto (probabilmente anche per evitare in futuro i problemi di quel certo 25 dicembre...) mentre la più celebre incazzatura del figlio di Dio, sempre se non ricordo male, fu causata dai mercanti nel tempio, da coloro cioè che sfruttavano la fede del popolo per arricchirsi. Senza parlare del fatto che sempre lui predicava, sì, l'umiltà e la povertà, ma lo faceva da povero vagabondo mediorientale, cosa questa che gli conferiva se non altro quel minimo di coerenza che un tizio bardato come una matrona romana non potrà mai avere. “I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce”( Luca 16, 8 ). Sarebbe divertente vedere come stigmatizzerebbe il nazareno lo stile di vita di Ratzinger, ma andiamo avanti:
“Il cristiano - ha rimarcato - deve respingere con energia tutto questo, aprendo il cuore, al contrario, a sentimenti di autentica generosità”. Per giungere a questo, il Papa ha invitato alla preghiera e ha ricordato che già san Paolo nella prima lettera a Timoteo “invita in primo luogo a pregare per quelli che rivestono compiti di responsabilità nella comunità civile, perchè, egli spiega, dalle loro decisioni, se tese al bene comune, derivano conseguenze positive, assicurando la pace e una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità per tutti".
San Paolo, questo simpatico maneggione. San Paolo piace sempre molto ai rappresentanti. In contrasto con la protervia dei poveri diavoli che – ahiloro – lavorano alla ricerca del profitto (sempre meno facile da trovare, sia detto per inciso), San Paolo glorifica la santità di coloro i quali rivestono compiti di responsabilità, dai quali, se si prega a sufficienza, ci si può attendere la pace e la tranquillità. A questo punto vorrei sperare anche il pane quotidiano, visto che il profitto è peccato.

Sunday, September 23, 2007

«I am... a god»

Non postare questo film era fuori discussione, anche se il giudizio complessivo non può essere molto positivo bisogna riconoscere che potenzialmente avrebbe potuto essere un capolavoro. Invece è soprattutto un perfetto esempio di come si può rovinare un film in fase di montaggio. Scritto da Gore Vidal, girato da Tinto Brass, entrambi lo hanno poi disconosciuto, il primo perché Brass avrebbe cambiato il punto di vista della sceneggiatura; il secondo, incredibile a dirsi, per essere stato escluso dal montaggio dove furono aggiunte le scene di sesso più spinte. Chissà, se Brass non fosse stato così ossessionato dalle donne e dal denaro, forse sarebbe diventato un grande regista... Caligula (Caligola, '79):


Premio Caligola - Settembre '07

Ed eccoci arrivati al momento più atteso, il Premio Caligola di settembre. E, udite: doppietta italiana (po-po-po-poo-poo...), con i campioni nostrani che dimostrano tutta la loro indubbia classe.

La prima candidatura è per nientepopodimenoché Romano Prodi, che consegna il premio di “Nessuno tocchi Caino” a Kagame, uno dei più sanguinari capi di stato africani. La notizia è del 30 agosto, ma non avendo potuto rientrare nell'edizione precedente eccolo qua. Riuscirà ad essere premiato per aver consegnato un premio? Chissà!


Il secondo italiano in corsa, l'avrete già indovinato da soli. È lui o non è lui? Ma certo che è lui! Don Clemente Mastella, il satrapo di Monza e il suo volo galeotto.


Chiude il terzetto il presidente brasiliano Lula. Un pizzico di esotismo con il suo annuncio di aumentare la produzione di armi e di rimodernare e rafforzare l'esercito. Quanto è squisitamente sudamericano tutto ciò! Immagino siano proprio le cose che più servono ai brasiliani, insieme al biofuel. Non male Lula, ma può fare di più, per esempio distruggere la foresta amazzonica... come? già fatto?? Oops.


Votate!
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Che "non si tocchi un Caino, d’accordo, ma che lo si premi..."


“Nessuno tocchi Caino”, l'associazione presieduta da Marco Pannella ha pensato bene di premiare il presidente Kagame, perché ha abolito la pena di morte. Il premio gli verrà consegnato oggi pomeriggio dal presidente del consiglio Romano Prodi. [...]


A questo riguardo, segnaliamo la reazione di padre Aurelio Boscaini, un missionario comboniano che ha lavorato a lungo in quell'area e che ieri ha inviato una protesta agli organizzatori del premio. Ne diamo alcuni stralci.

«Esprimo tutto il mio sdegno nell'apprendere che oggi verrà consegnato il premio “L'abolizionista dell'anno 2007” al presidente del Rwanda, Paul Kagame. È come se mi si volesse raccontare – a me che sono stato missionario in Rwanda – una blague (barzelletta)! Mi sono chiesto se conoscete veramente questo assassino, che dovrebbe avere sulla coscienza qualche milione di morti. O credete che questo generale sia il Caino convertito? Magari!!! Chi ha ammazzato i milioni di persone nella Repubblica democratica del Congo, dopo il genocidio del 1994? Chi ha scatenato la guerra contro Kabila padre? Chi ha abbattuto l'aereo su cui si trovava Habyarimana? O siete di quelli che credono al film Hotel Rwanda?!».
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"Libero" volo (parte prima)


Ho ricevuto molte proteste e molti commenti. Molti insulti. E credo che sia comprensibile l'indignazione che accompagna una notizia sbagliata e data in un modo quanto meno singolare. Un aereo di Stato utilizzato per motivi personali. Ma le cose non stanno così. Voi siete liberi di credermi o no ma le cose non stanno in questo modo. Invitato ad essere presente alla premiazione nel gran premio di formula 1 ho verificato le possibilità di arrivare in tempo. E un aereo di Stato era già stato previsto per il viaggio. Ho chiesto un passaggio e sono arrivato a Roma per partire. Ho portato mio figlio con me, anche se Elio il biglietto per un volo di linea già l'aveva acquistato. Ma non capisco qual'è il problema. C'era posto. [Non capisce dov'è il problema: impagabile!]
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Il Brasile riprende la produzione di armi


[Lula] Ha detto che “il budget militare brasiliano è piccolo,” aggiungendo che ci sono più del doppio di militari di riserva rispetto a quelli in servizio attivo.


Il Brasile progetta di aumentare la spesa del 50% il prossimo anno. Ha in programma di modernizzare i suoi sottomarini, costruire missili in cooperazione con il Sud Africa ed acquistare aerei di seconda mano.

Lula è arrivato in Spagna venerdì per una tre-giorni organizzata per approfondire i legami commerciali al termine del suo viaggio in Europa.

Lula terrà dei colloqui con il primo ministro spagnolo Jose Luis Rodriguez Zapatero su temi come l'aumento dell'uso di biocarburanti. [Non potevano mancare]

Saturday, September 22, 2007

Oligarchia Mondiale e la conquista del Far East

“The world is governed by very different personages from
what is imagined by those who are not
behind the scenes.”
(Benjamin Disraeli, primo ministro inglese nel 1844)
È appena arrivato per posta telepatica un dispaccio del nostro inviato a Laputa, l'esperto di cospirazioni Giovanni Pesce, che ci informa sugli ultimi sviluppi. Una lettura rilassante ideale per il week-end.
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Venexia 1200/1700 – Londra 1650/1945 – Washington 1917/2xxx


Attualmente il sistema politico mondiale è governato unicamente dagli USA e gli Stati Uniti sono, a loro volta, gestiti da un’oligarchia su base familiare.


In pratica, le direttive politiche vengono preparate da una serie di organizzazioni private ben precise: CFR, Bildberger, PNAC, Foundations familiari ed altre che inviano i loro piani operativi alle organizzazioni statali, le quali a loro volta provvedono all’ufficializzazione delle decisioni.


Ma a comporre e presiedere tali organizzazioni private e pubbliche, ci sono uomini provenienti da un gruppo ristretto di famiglie; non per niente ci sono stati 2 Presidenti Bush, 2 Presidenti Roosevelt e molti Rockefeller, Morgan Vanderbilt nel mondo degli affari e delle Foundations USA.

E’ evidente che tale sistema politico USA sia stato concepito su un originario sistema inglese; ma Londra a sua volta aveva ereditato nel 1700 tale organizzazione da Venezia, tanto che i sostenitori di questo originale gruppo inglese erano conosciuti come il Venetian Party.

Nel 1700 l’ambasciatore di Venezia presso la corte Inglese era un nobile venexiano tal Pallavicini; in quei tempi i Pallavicini iniziarono dei rapporti commerciali con il mondo anglo-sassone ed ora una Paravicini Bank fa affari tra Houston Ginevra e Johannesburg. Il leggendario Cromwell era imparentato tre volte con Horatio Pallavicini. Anche i simboli vengono trasferiti: il leone di San Marco diventa il cavallo di San Giorgio, protettore d’Inghilterra.

Anche nelle arti l’influenza veneziana su Londra è notevole: Shakespeare ambienta Othello, Il Mercante di Venezia e Giulietta e Romeo nel Veneto, senza esserci mai stato.

A Venezia il mercanteggio e il governo facevano parte di un unico complesso, e le famiglie “potenti” gestivano i mercati ed i governi attraverso un Doge da loro scelto con un particolare metodo detto “la cabala venexiana”; in particolare le famiglie al potere erano 16, 12 dette “apostoliche” (Badoer, Barozzi, Contarini, Dandolo, Falier, Gradenigo, Memmo, Michiel, Morosini, Polani, Snudo e Tiepolo) e 4 dette “evangeliche” (Giustinian, Bragadin, Bembo, Corner) come nelle migliori tradizione cattoliche.

“Questo xe el vostro Doge, se ve piase”. Era la formula di presentazione del Doge de Venexia al popolo subito dopo la scelta effettuata dal Consiglio tramite quel particolare metodo della cabala dove decisioni governative, familiari e sorteggi vari si intrecciavano senza possibilità alcuna di risalire ai nomi di coloro che avevano proposto i candidati.

A Londra, invece, le famiglie potenti erano i Churcill gli Spencer i Montagu e cosi via. Negli Usa spuntano i nomi delle famiglie Kennedy, Bush Dulles Harriman Rockefeller tra coloro che decidono i governi ed i governanti. Punto comune per le tre oligarchie è il traffico commerciale con l’EST, e questo obiettivo è fondamentale a tutti i tre sistemi politici: Venezia puntava al Medio Oriente, l’Inghilterra alle Indie ed ora gli Usa puntano alla Cina (amata da Marco Polo e dalle cannoniere britanniche).

Altro punto comune è l’amministrazione del lavoro altrui senza un adeguato compenso monetario; a Venexia esiste ancora una Riva degli Schiavoni, e negli Usa lo schiavismo è finito pochi anni fa.

Stesso metodo, stessi interessi e certe volte gli stessi nomi; il mondo non cambia!

Invece, per il mondo che cambia, vengono adottate delle metodologie che non variano; ad esempio per il problema della crescita demografica la tradizione di pensiero inizia con il venexiano Gian Maria Ortes, che viene reinterpretato in Inghilterra da Malthus, istruttore presso la Compagnie delle Indie e completato da Rockefeller e Kissinger che nel documento NSSM 200 scelgono la limitazione numerica delle altre popolazioni come obiettivo irrinunciabile per la sopravvivenza delle loro economia.

A Londra aveva operato, fine ‘500 primi ‘600, Paolo Sarpi come divulgatore del pensiero teologico commerciale veneziano dando origine all’ Ontologismo.

In quegli anni, invece, a Londra si consolida la Massoneria sotto un’unica loggia e nel 1694 la Banca d’Inghilterra, su suggerimento di Charles Montagu, ottiene il diritto di battere la moneta nazionale inglese e di lucrare sugli interessi del debito. Negli Usa la moneta viene emessa dalla Federal Reserve, che è un organismo assolutamente privato, nonostante il nome faccia pensare ad un organizzazione pubblica.

Per quanto riguarda il potere economico politico, si può vedere come a Washington, negli ultimi dieci anni, si sia formato un gruppo di potere molto attivo che integra comandamenti economici con pratiche religiose; questo gruppo è conosciuto con il nome di teo-cons, e un punto di riferimento è il cardinale Avery Dulles, ex ufficiale dei servizi dell’US Navy, figlio di un ex Segretario di Stato, nipote del Direttore dell’ OSS/CIA. Il cardinale in questione ha come i riferimento i Gesuiti, ordine fondato da Sant’Ignazio di Loyola, il quale frequentando piazza San Marco aveva instaurato un buon rapporto di “clientela” con i Contarini.

Un buon rapporto con il Padreterno è di fondamentale importanza per l’esercizio del potere economico; Venezia, con un concetto machiavellico di libera Chiesa, ha sempre cercato un equilibrio di forze con lo Stato Pontificio. A Roma, infatti, arriva nel 1760 (?) come ambasciatore della Repubblica Veneta Andrea Memmo, amico di ventura di Giacomo Casanova, che curerà a Palazzo Venezia gli interessi veneti. E’ proprio piccolo il mondo: prima vengono i soldi poi le navi (galere, cannoniere, portaerei) e se avanza un po’ di tempo la gestione della cosa pubblica, senza dare troppo nell’occhio, senza fare troppa scena repressiva; la politica ha altre cartucce da sfruttare: soldi, corruzione e segreti servizi.

A Londra è ancora famosissima la squadra di calcio dell’Arsenal, che ha fatto sopravvivere il nome arabo-veneziano fino ai giorni nostri.
Le altre famiglie vanno escluse dalla gestione il potere con tutti i trucchi del caso, vedi Casanova e i suoi segreti servizi.

I governi dei paesi satellite vanno gestiti corrompendo il leader locale per avere poi un ritorno economico più significativo dei soldi investiti nella corruzione; qualora poi il corrotto si comporti in maniera diversa da quella concordata basta poco per eliminarlo politicamente, giustizialmente o fisicamente, gettando il corpo nel Canal degli Orfani.

La tecnica di adescamento del leader locale può essere attuata là dove i rapporti di forza sono chiaramente a favore di un paese; invece le tecniche per dominare quando i rapporti di forza sono sfavorevoli prevedono un’alleanza con altri “compagni di nemicizia” da abbandonare appena possibile.

Per tutto ciò occorre una coordinazione eccezionale da parte di chi gestisce il potere, l’oligarchia delle famiglie (veneziane, londinesi, USA). Il governo centrale si deve adattare alle decisioni presi dalle 16 famiglie; per maggiore garanzia il leader viene quasi sempre scelto all’interno delle 16 famiglie. I poveri diavoli o si adattano al sistema o restano ai margini del potere e se si oppongono rischiano di essere travolti dallo tsunami del potere.

L’opinione pubblica invece viene costruita a tavolino, poi viene venduta e comprata come se fosse una normale merce del mercato mondiale; Ortes aveva scritto un interessante libro sull’argomento.

Un metodo di governo spietato nella sostanza, ma ingentilito nelle forme, occultato nei veri obiettivi economici ma manifesto nei falsi obiettivi popolari, democratico nelle apparenze e personalizzato nelle decisioni definitive.

Unico legame tra i cittadini, di ogni ordine e grado, avrebbe dovuto essere la gloria di Venezia, ma la storia ci ha mostrato come questo obiettivo sia stato solo temporaneo. Londra e Venexia hanno avuto i suoi agenti con licenza di uccidere e sicuramente nel corso degli anni avrà usufruito dei loro servizi, che hanno agito per la gloria dell’Impero.

Washington non è da meno delle due sorelle ed è maestra nell’arte del fingere, non tanto per qualità di interpretazione quanto per prepotenza di rappresentazione; Hollywood e le TV ci dipingono un mondo ad immagine e somiglianza degli USA “ideali”.

Attualmente gli USA sono alla conquista del Far Est e stato dopo stato si stanno indirizzando verso la Cina, cercando di conquistarla con un commercio mondiale come fecero, in tempi diversi, Marco Polo e le cannoniere inglesi.

Questo è quello che accade e che è sempre accaduto.

Chi ha tempo e voglia può cercare su Internet le azioni di Kermit Roosevelt in Iran nel 1953 assieme a Norman Schwarzkopf; due nomi celebri, un un’unica metodologia.

Qualora questo sistema non “ve piase”, non arrabbiatevi, “questo xe il vostro Doge”!

At last, but not least, l’ex ambasciatore Usa in Irak era Negroponte; e Negroponte è il nome con il quale i Veneziani chiamavano l’isola di Eubea. Sic transeat gloria mundi.

Scienziati pazzi

Godetevi questa scena da L'uovo del serpente (The Serpent's Egg, 1977) di Ingmar Bergman, poi leggete la notizia che segue. Per chi non lo sapesse, il film è ambientato nella Berlino del 1923...



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MOSCA -- Il futuro della tecnologia anti-terrorismo degli Stati Uniti potrebbe trovarsi vicino al capolinea di una linea della metropolitana di Mosca in una stanza circolare simile ad una segreta con una sola porta e nessuna finestra. Qui, all'istituto di ricerca di Psicotecnologia, soggetti umani si sottopongono ad esperimenti di manipolazione del loro subconscio. [...]

Il Department of Homeland Security (DHS) è andato in molti strani luoghi alla ricerca di sistemi per identificare i terroristi preventivamente, ma forse nessuno è più strano di questo laboratorio alla periferia della capitale russa. L'istituto lavora da anni come centro di un campo oscuro dello studio umano del comportamento – una forma di psicoecologia – le cui radici risalgono alla ricerca sul controllo mentale dell'era sovietica.

Ad attirare l'attenzione del DHS è stato il lavoro dell'istituto su un sistema denominato Semantic Stimuli Response Measurements Technology [Tecnologia di Misurazione della Risposta a Stimoli Semantici, NdT], o SSRM Tek, un lettore mentale basato su un software che si presume verifichi la risposta involontaria del soggetto a messaggi subliminali.

Friday, September 21, 2007

Demonocrazia

I demòni sono usciti dall'uomo russo e sono entrati nel branco dei porci, e cioè nei Necàev, nei Serno-Solov'ëvic e così via. Quelli sono affogati, o affogheranno senza dubbio, e l'uomo ormai guarito, da cui sono usciti i demòni, siede ai piedi di Gesù"
(F. M. Dostoevski, lettera a Màjkov a proposito de I Demòni)
C'è qualcosa di pernicioso nella brama di potere, qualcosa che tutti percepiscono come sbagliato, eppure sono tanto pronti ad abbandonarvisi se solo ne avessero l'opportunità. Non a caso la retorica dello stato continua a ripetere il mantra del servizio, dello stato siamo noi, tanto che persino gli oppositori più estremi obbediscono alla stessa logica, quella dei governanti “dipendenti”. E il gioco funziona, perché aveva ragione Goebbels, le cose basta ripeterle, non c'è bisogno che siano vere, e nemmeno plausibili: quanto lo è il credere che un uomo, conquistato il potere, si metta al servizio degli altri? Allora davvero, non è l'anarchia ad imporre l'avvento dell'Uomo Nuovo, liberato dal peccato e dalla tentazione, è la democrazia ad averlo già proclamato. È il trionfo del pensiero circolare: l'uomo è una bestia feroce, pronta ad aggredire i suoi simili alla prima occasione, con in testa solo il suo interesse personale; ma si trasfigura accogliendo su di sé l'investitura del potere, diventa un benefattore la cui unica preoccupazione è l'interesse collettivo.

Invero, già nelle sue radici hobbesiane la dottrina statalista mostrava la sua natura mitologica, con lo stato a rappresentare il corpo unico della collettività come organismo semidivino, il Leviatano. Poco è cambiato da allora. Anzi, i tentacoli della creatura si sono allargati fino a permeare totalmente la società. Se si accetta il dogma per cui lo stato ha il potere di risolvere i problemi che gli uomini, lasciati liberi, non sarebbero in grado di risolvere da soli, non ci sono più ostacoli alla sua espansione. Ma se gli uomini non avessero in sé, nella loro natura, la capacità di comprendere, preferire, ed esercitare la collaborazione, la prima cosa da evitare sarebbe proprio l'assegnare il potere a qualcuno di questi esseri antisociali ed aggressivi. Perché il potere regala l'impunità, rende l'uomo un ubermensch come in un vero e proprio patto col demonio; con la conquista del potere l'uomo ottiene una libertà assoluta e nefasta, e di conseguenza la schiavitù per tutti gli altri.

Guardate al passato, nominateli uno per uno, gli uomini di potere: tutti hanno mentito, rubato, ucciso, imprigionato altri uomini. Quanti hanno pagato? Così pochi che se ne scrive sui libri di storia: sono i capri espiatori del potere, il sacrificio rituale del capo che serve a perpetuare il loro dominio, provando il buon funzionamento del sistema. La democrazia non è che questo, è il mondo della tentazione, costruito per sfruttare la doppia natura dell'animo umano e far prevalere il lato oscuro, quello che gli fa preferire le lusinghe della prevaricazione alla sicurezza della collaborazione.

Le civiltà fioriscono finché tra gli uomini la collaborazione prevale, decadono e precipitano nel caos quando a vincere è il desiderio di prevaricare, di vivere sulle spalle altrui, di godere privilegi. Allora l'uomo cambia se stesso e con lui cambia la società. L'istinto del massimo risultato col minimo sforzo, che in condizioni normali non è che uno strumento, non viene più controllato dal raziocinio, dalla previdenza e come uno scalpello comincia a erodere la pietra angolare della società: la fiducia. L'uomo diventa demoniaco, ovvero lavora alla propria distruzione: si sottrae e sottrae risorse necessarie alla società, diventa parassita, contro natura, quindi destinato all'estinzione.
Lo aveva ben chiaro Dostoevski, quando scriveva ne “I Demoni”:
"Voi pensate, forse, che io dubiti ancora che il personaggio che mi appare nell'allucinazione sia io stesso e non sia davvero il diavolo"
"E... lo vedete realmente? Vedete realmente una figura ben definita?"
"Sì lo vedo, lo vedo così, come vedo ora voi... e talvolta lo vedo e non sono persuaso di vederlo, benché lo veda... talvolta non so chi dei due realmente esista: io o lui..."
È la presa di coscienza del nichilista Stavrogin che, assaporata l'ebbrezza della distruzione e del potere vede il demone che lo possiede, l'ombra del se stesso libero dai vincoli naturali, senza limiti, che come il diavolo chiede molto all'uomo in cambio del sogno della superiorità: la sua parte migliore. quella che agli altri vuole offrire e non sottrarre, perché solo così gli sarà offerto alla stessa maniera spontaneamente, e solo così la società umana potrà renderlo felice. Ed è triste pensare invece all'infelicità che la società infligge agli uomini, proprio la società così necessaria alla loro vita. Per questo il confronto tra potere e anarchia non è un problema politico. È un problema biologico. È in gioco la sopravvivenza.

Thursday, September 20, 2007

Qualcuno ci vuole morti

"Non puoi tenere un gregge che non riesci a nutrire. In altre parole la conservazione può esigere la cernita e l'eliminazione per mantenere l'equilibrio tra il numero di ciascuna specie in rapporto ad un dato habitat.
Mi rendo conto che si tratta di un argomento scottante, ma resta il fatto che l'umanità è parte del mondo vivente".

(Filippo d'Edimburgo fondatore e presidente del WWF)
I più smaliziati hanno già capito da tempo che il nobile scopo dei cosiddetti verdi – salvare l'ambiente – deve necessariamente passare per la drastica riduzione della popolazione. La buona notizia è che, se per loro il nemico è l'umanità, non devono considerare se stessi come parte di essa, e possiamo quindi passare alle vie di fatto cacciandoli come abbiamo sempre fatto con tutti gli animali nocivi e molesti, senza troppe remore di coscienza.

È già stato scritto molto – inutilmente, a quanto pare – sulla letale ingerenza di stati e organismi transnazionali nella produzione di biocarburanti, su come questa provocherà una scarsità di generi alimentari e il conseguente aumento dei prezzi, con immediati riscontri soprattutto tra le fasce più povere della popolazione. Ora però stanno venendo fuori notizie sempre più allarmanti – ne trovate un paio qua sotto – che indicano come lo stesso ambiente finirà per essere danneggiato gravemente dall'aumento di produzione del biocarburante. Evidentemente, l'unico ambiente gradito a queste malsane bestiole è quello ripulito dal loro nemico naturale: l'uomo.

Prima di passare alle ultime notizie facciamo un breve ma sempre utile ripassino sulle mortifere parole del ministro Pecoraro Scanio. Leggiamo:
E' evidente che noi dobbiamo o abolire la quota esente, o almeno abbassare significativamente le accise sui biocarburanti. Dobbiamo defiscalizzare il carburante usato in agricoltura e dobbiamo garantire agli agricoltori che una parte dei fondi Ue serva alla produzione di biocarburanti, che portrebbero essere usati dalle aziende di trasporto pubblico urbano, in modo da contribuire a migliorare la qualita' dell'aria nelle città.
Lo spettacolo può cominciare.
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Secondo gli esperti il biocarburante peggiora la siccità in Ungheria

BUDAPEST, 20 settembre (Reuters) - La produzione di biocarburanti e la combustione di sottoprodotti agricoli nelle centrali elettriche ha contribuito alla severa siccità verificatesi quest'anno in Ungheria, ha detto giovedì un esperto accademico.

La siccità ha ridotto drasticamente il raccolto del mais in Ungheria dalla metà di quest'anno ma il tempo asciutto avrebbe avuto un effetto minore sui raccolti se i coltivatori avessero lasciato i gambi delle piante e la paglia sui campi come protezione dal sole e dall'evaporazione, invece di venderla come biomassa.

“C'è un'abbondanza di biomassa da bruciare là fuori e molti lotti di campi a maggese per coltivare piante a fini energetici,” ha detto il professor Marta Birkas dell'università di Szent Istvan ad un congresso dell'agricoltura.

“Avverto tutti di non vendere la paglia ed i gambi alle centrali elettriche,” ha detto. “Il terreno ne ha bisogno come protezione dalla siccità.”

I produttori di biocarburanti trasformano le granaglie ed i semi oleiferi in benzina e molti bruciano i sottoprodotti dell'azienda agricola per soddisfare le esigenze energetiche dei loro impianti, spesso molto alte, per processi come la fermentazione.

I biocarburanti sono propagandati come un modo per ridurre l'emissione dei gas serra che contribuiscono al riscaldamento globale, ma Birkas ha detto che la produzione di biocarburante sta peggiorando i problemi causati dai fenomeni meteorologici estremi che molti imputano al cambiamento climatico.
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L'etanolo cerealicolo & le sue impreviste conseguenze sulla California

Lo sviluppo dell'industria dell'etanolo cerealicolo in California è carico di conseguenze non intenzionali, nessuna delle quali è di beneficio all'economia o all'ambiente dello stato. Comprendono gli effetti sulle nostre risorse idriche sovrasfruttate, sulla qualità della nostra aria, sul prezzo dei generi alimentari e sulla difficoltà finanziaria dei cittadini mentre gli investitori privati guadagnano.

Ci sono già 235 impianti per l'etanolo in costruzione o in fase di progettazione in tutta la contea, oltre a 111 impianti in funzione. E non c'è semplicemente abbastanza grano in giro. Se tutte le fabbriche in costruzione o progettate entrano in funzione, inghiottiranno nientemeno che la metà dell'intero raccolto di grano entro il 2008.

Tutti i sistemi idrici da cui lo stato dipende, servono sia l'agricoltura che il settore urbano, sono oltre la loro capacità. L'etanolo richiede grandi quantità di acqua sia per coltivare il cereale che per processarlo, mettendo il grano in concorrenza diretta con la nostra industria agricola che sfama metà della nazione con tutti i i suoi prodotti ortofrutticoli.

L'etanolo cerealicolo richiede 3,7 - 5 galloni di acqua per produrre appena un gallone di etanolo nel processo di fabbricazione. L'etanolo cellulosico da altre materie vegetali è lontano a venire e richiederà 6 galloni di acqua per ogni gallone di etanolo, benché la produzione di energia sia 4-5 volte più grande rispetto all'etanolo cerealicolo.

Stati ricchi d'acqua come il Minnesota e lo Iowa lamentano che l'industria dell'etanolo sta estraendo la loro acqua freatica, inducendo alcuni impianti a chiudere perché il rifornimento d'acqua freatica si è così esaurito. In molti posti in California, particolarmente nella valle di San Joaquin, la terra già si è abbassata di molti piedi a causa dell'estrazione mineraria di acqua freatica.

Circa il 14 per cento del grano negli Stati Uniti è irrigato e questa superficie in acri irrigata consuma quasi 18 milioni di acri cubici all'anno [1 acro cubico=1233,5 metri cubici, NdT] di acqua – molta della quale è prelevata dallo strato acquifero di Ogallala nei Great Plains. Per mettere questo fabbisogno d'acqua in prospettiva, il flusso annuale medio del Colorado River a Lee's Ferry è soltanto di circa 14 milioni di acri cubici all'anno.

Quasi tutta l'agricoltura della California dipende dall'irrigazione. Deviando milioni di galloni d'acqua dai poderi della California all'etanolo si impedirà la crescita dell'approvvigionamento di generi alimentari alla nazione poiché la coltivazione del grano richiede molta acqua ed inoltre peggiorerà il problema dello scolo dei fertilizzanti da combustibili fossili e degli antiparassitari che inquinano i nostri canali navigabili. Questo spostamento del nostro importante terreno coltivabile dalle verdure alla mono-coltivazione di grano sta già accadendo nella contea di Kern.
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Vedi anche:
Bioimbecilli, Il caropasta

Wednesday, September 19, 2007

Piccolo Glossario della Neolingua #10

“To the brooding leftist, it is inconceivable that people can work out their own problems, that trade can be to people's mutual advantage, that society can be essentially self managing, or that attempts to use government power to reshape and manage people might backfire. Their faith in government knows few limits; their faith in people is thin or nonexistent. This is why they are a danger to liberty.”
(Llewellyn H. Rockwell, Jr.)
L'ordine è nella dottrina statalista un bene che la società non può produrre e che solo lo stato può garantire grazie al monopolio della violenza. Per quanto strano possa sembrare, la maggior parte delle persone con le quali vi capiterà di parlarne accetterà questo dogma senza ulteriori discussioni, nonostante la logica e la stessa realtà dimostrino il contrario.
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Ordine
Significato originario:
1a disposizione, collocazione di ogni cosa nel luogo che le compete, secondo un determinato criterio: mettere, rimettere in o. i vestiti nell’armadio; tenere in o. la scrivania, tenerla ordinata; mettere, fare o. in casa, in una stanza, riordinarla; anche fig.: mettere o. nella propria vita
1b il criterio, il modo stesso su cui si basa tale disposizione: o. alfabetico, cronologico
1c condizione di ciò che è tenuto ordinato, razionalmente disposto: in casa tua c’è sempre un grande o.
2 sequenza, serie ordinata di cose: invertire l’o. delle cifre di un numero
3 attitudine a essere ordinato nel riporre le proprie cose, nel gestire le proprie attività, le proprie abitudini e sim.: ammiro molto il tuo o.
4 osservanza delle regole, disciplina: richiamare all’o. qcn.
5a assetto politico e sociale di uno stato: o. democratico, repubblicano; sovvertire l’o.
5b ordine pubblico
6 sistema di leggi e relazioni che determina l’organicità e l’armonia di un insieme: o. naturale, o. dell’universo


C'è una serie di telefilm americana, una delle tante che ha per protagonisti dei poliziotti (chissà come mai sembra così impossibile per la tv avere dei protagonisti che non siano dipendenti pubblici), il cui titolo è Law and Order. Niente di speciale, se non che, ad una più attenta riflessione, traspare una certa distorsione della realtà perfettamente funzionale all'ideologia statalista: la società è una jungla, i pochi cittadini onesti sono in balia delle forze preponderanti del caos, l'unico baluardo a loro difesa è l'eroico braccio armato dello stato (tralascio per pietà il particolare che, anche nel telefilm, la storia comincia allorché il crimine è avvenuto, con buona pace dell'opera di protezione da parte delle forze dell'ordine). Dov'è quindi la distorsione? Semplicemente nel punto di vista della camera da presa: protagonisti sono i poliziotti, co-protagonisti i delinquenti, la società civile è relegata al ruolo della vittima. Questa è la visione del mondo osservato dalla stazione di polizia, niente di stupefacente, ma certo si tratta di un osservatorio sulla realtà piuttosto limitato, soprattutto se pretende di fornire un giudizio di valore sulla società tutta.

Ma è solo un esempio di come la propaganda si insinui in mille rivoli nella percezione della realtà, confermando ogni volta l'equazione stato/ordine e anarchia/caos ormai largamente accettata dogmaticamente: quando si sentono ripetere concetti come "ma senza lo stato saremmo alla mercè dei criminali" è spontaneo chiedersi quanto di tale ragionamento proviene dall'osservazione della realtà e dalla necessaria riflessione, e quanto dagli spettacoli televisivi o cinematografici. Del resto, una società di persone prevalentemente violente e decise ad aggredire non potrebbe che essere una società violenta e caotica, e le eventuali leggi che imporrebbe non potrebbero che essere quelle a tutela dei più forti e più aggressivi. I leoni seguono le loro regole da leoni, allo stesso modo, se prendiamo per buona la teoria di chi considera l'uomo alla stregua di un feroce predatore non ci si può certo attendere che imponga leggi a protezione delle prede. Per dirla con Rothbard:
in un senso profondo, nessun sistema sociale, sia anarchico che statale, può funzionare a meno che la maggior parte delle persone siano "buone", nel senso che non siano tutte desiderose di assaltare e rapinare il loro prossimo. Se tutti fossero così disposti, nessuna quantità di protezione, sia statale che privata, potrebbe riuscire ad evitare il caos. Ancora, più la gente è disposta ad essere pacifica e a non aggredire il prossimo, più tutto il sistema sociale funzionerà con successo e meno le risorse dovranno essere dedicate alla protezione della polizia.
In effetti, ciò che l'osservazione della realtà suggerisce, è piuttosto l'esistenza di una doppia natura dell'animo umano, quella che nei cartoni animati viene rappresentata con il diavoletto e l'angioletto appollaiati sulle spalle del protagonista: la scelta di una strada piuttosto che un'altra è sempre e comunque il risultato di una decisione operata soppesando i pro e i contro delle proprie azioni. Se ne deduce quindi che l'ordine sociale dipende innanzitutto da quanto redditizia sia l'attività criminale nei confronti di altre attività non aggressive. Da questo punto di vista appare chiaro che 1) lo stato fornisce da una parte una quantità di sistemi per arricchirsi facilmente illegalmente, mentre dall'altra diminuisce la redditività delle attività pacifiche e costruttive, e 2) sanziona l'irregolarità di una qualsiasi attività non aggressiva alla stessa maniera – se non peggio – dell'attività autenticamente criminale: l'evasore fiscale è per lo stato un pericoloso fuorilegge a tutti gli effetti, molto più del rapinatore di tabaccherie. O ancora, punisce attività non aggressive ma contrarie alla sua morale imposta alla stregua dell'aggressione contro l'individuo o la sua proprietà, svilendo tragicamente i concetti di morale e di giustizia. Cito da un articolo di Anthony Gregory:
Sì, ci opponiamo all'aggressione: questa è la base del comportamento civile. È la base della moralità civile. E l'aggressione non è una buona soluzione ai problemi sociali, per quanto reali. Non è che l'abuso di droga, l'inganno coniugale e le famiglie spaccate non siano problemi sociali reali. È semplicemente che minacciare di chiudere la gente in gabbie o di derubarli ulteriormente dei loro soldi duramente guadagnati è ancora peggio. Consideriamo tale immorale coercizione contro persone pacifiche, per quanto disorientate o poco illuminate possano essere, come inammissibile. La virtù senza il libero arbitrio è impossibile – un'altra verità che gli statalisti di destra o di sinistra nasconderanno anche al costo di credere in estreme contraddizioni.

Che tipo di contraddizioni? Il credere che uccidere una persona innocente sia sbagliato ma che lo stato possa ucciderne un milione in guerra e tutt'al più essere considerato in errore. Il credere che rubare è sbagliato ma che le tasse non lo sono. Il credere che è più accettabile rinchiudere un adolescente fragile in una gabbia in cui potrebbe essere violentato e picchiato, piuttosto di lasciare che impari, attraverso l'esperienza e i consigli della famiglia, i pericoli dell'abuso di droga. Il credere che i giovani devono essere protetti dal peccato del bere fino ai 21 anni, a meno che si trovino in una base militare e occupati come assassini professionali per lo stato. Il credere che senza un'organizzazione da 3 trilioni di dollari dedita al saccheggio, all'omicidio, alla prevaricazione e all'ubiquitaria corruzione non avremmo un esempio morale da seguire.
In pratica lo stato, lungi dal garantire l'ordine sociale, pone le basi per la creazione del caos, e su di esso prospera. Ogni proibizione arbitraria diventa un opportunità per un redditizio mercato nero, ogni disoccupato a cui viene impedito l'ingresso nel mercato del lavoro un potenziale membro di associazioni criminali, ogni regolazione economica è automaticamente occasione di guadagno per chi ne può approfittare. Inoltre, il monopolio della legge subordina la giustizia al potere politico, impedendole di rappresentare adeguatamente il comune sentire della popolazione. E ovviamente, last but not least, la legalizzazione del furto – sotto il nome di tassazione – ne trasforma la percezione da crimine ad attività legittima e redditizia. Sotto il dominio dello stato, c'è poco da fare: il crimine paga, e bene.