Sunday, August 31, 2008

Facciamoci del male

Gaia, la Madre Terra, soffre, e pare disposta a non concederci più i suoi preziosi frutti: la causa del suo male siamo noi, l'uomo, la specie parassita. Quante volte avete sentito ripetere dai nuovi sacerdoti dell'ambientalismo misantropo questa predica, seguita da ammonimenti alla contrizione ed alla mortificazione fisica? Tante?

Consolatevi: non siete stati i primi, né sarete gli ultimi.
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Di Sean Corrigan


La stampa locale svizzera ha pubblicato il sunto di un rapporto compilato da un gruppo di cosiddetti “esperti” dell'Accademia Svizzera di Scienza Ingegneristica (SATW) il cui sensazionale proclama è che la benzina “dovrebbe” d'ora in poi costare, per decreto, non meno di quattro franchi per litro – più o meno il doppio del prezzo di mercato corrente che sarebbe, per un americano, il desolante equivalente di circa 14 dollari al gallone.

Il motivo dato da questi claustrali menagramo per raccomandare una riduzione così brutale del benessere materiale delle persone? È incredibilmente attorcigliato: poiché – secondo il loro nobile parere – la domanda svizzera di benzina supererà inevitabilmente le scorte disponibili ad un certo punto dei prossimi due decenni, è meglio anticipare la risultante sofferenza economica “scoraggiando” il consumo, piuttosto che permettere di rimandare a data futura una così dolorosa (seppur oltremodo ipotetica) delusione.

Presumibilmente, su questa base, per diminuire la probabilità che precipiti da una scogliera durante la prossima migrazione di massa, dovremmo costringere il lemming prudente a lanciarsi oggi dalla finestra di un grattacielo.

Né è questo l'unico caso in cui una tale retorica interventista emana da una burocrazia svizzera chiaramente discordante dal solido equilibrio Bürgerlich che caratterizza una nazione i cui talenti ingegneristici ed abilità imprenditoriali a lungo hanno permesso di fiorire in una terra minuscola, chiusa da picchi sterili e gelati e dotata di troppo poche risorse naturali per mantenerla in ogni tipo di comodità.

No, lungi dal considerare il successo dei loro concittadini meritorio di elogio, gli autori governativi a Berna lo condannano acidamente come atto di spoliazione e furto. Certamente, non si può pensare niente di diverso sul seguente passo, emanante un'aura di sprezzante superiorità, preso dritto dalle pagine dell'annuario statistico ufficiale per il 2008:
L'impronta ecologica della Svizzera è tre volte più grande della sua biocapacità… L'impronta ecologica esprime il consumo in termini di quanta superficie (in ettari globali) è richiesta per sostenere questo consumo. Mostra se ed in che misura il nostro uso delle risorse naturali supera la capacità rigeneratrice della biosfera…

Quando il consumo supera la nostra biocapacità, le risorse naturali nel paese si esauriscono o devono essere importate da altri paesi. In tali casi, finiamo per vivere a scapito di altre regioni del pianeta o delle generazioni future.
Parecchie pagine di discussione potrebbero essere spese dissipando la penosa ignoranza economica qui espressa su argomenti di base come l'offerta, la domanda, i costi di opportunità e i segnali dei prezzi, ma limitiamoci ad una semplice osservazione che sembra sfuggire ai nostri ingegneri e burocrati politicamente corretti: benché tutti noi ordinariamente nutriamo desideri che superano di molto i nostri mezzi per soddisfarli, la maggior parte di noi ha malvolentieri finito per accettare che sia il nostro destino terreno il dover rinunciare ad alcuni piaceri per assaporarne altri – un'epifania che abbiamo raggiunto da qualche parte fra la fine del nostro addestramento alla toilette e la realizzazione che Babbo Natale era soltanto il frutto della fertile immaginazione di un venditore di giocattoli.

Anche se ci fosse qualche validità nel terrore del “Picco del Petrolio” (terrore largamente ipotetico, nella valutazione di questo autore), gli svizzeri – proprio come tutti gli altri popoli – si adatteranno molto più prontamente permettendo a ciò che chiamiamo processo I² E² S² E (Innovazione, Economizzazione e Sostituzione, che conduce all'Investimento guidato dall'Imprenditoria e alimentato dal Risparmio) di filtrare attraverso il libero mercato, piuttosto che per mezzo di qualcosa sognato da guru della pianificazione e da filibustieri politici, rispettivamente, nelle loro torri d'avorio e nelle stanze piene di fumo.

È estremamente importante, inoltre, riconoscere un tal caso di “presunzione fatale” come perfettamente caratteristico di coloro che si compiacciono della moderna danse macabre dell'esaurimento e della penuria collettiva che così tanto pervade sia i verdi anti-umanisti che i cacciatori di sussidi, che ipocritamente si mettono in fila ruffianeggiando questi Savonarola dei giorni nostri.

Per esempio, al di là dell'Atlantico, una congiura davvero sinistra sembra essersi formata fra un predone corporativo trasformatosi in sognatore di mulini a vento, il repubblicano T. Boone Pickens; il fantasista seriale e allarmista climatico, il democratico Al Gore; ed il magnate dei media ed elitista globale Ted Turner: questa empia trinità ha messo da parte le presunte differenze ideologiche per l'elevato scopo di meglio tosare la moltitudine di pecore credulone spaventate dai loro racconti intessuti di tempeste assassine, di banchine di ghiaccio che fondono e di sceicchi del petrolio maniaci e terroristi.

Si è tentati di chiedere se anche il vecchio Noè fosse riuscito ad intimorire una cittadinanza male informata per sovvenzionare il suo piccolo giardino zoologico galleggiante, o se l'arca – che avrebbe trasportato i frutti della terra a lui ed alla sua discendenza soltanto – già esponesse sul suo pennone l'ingannevole immagine del tenero panda di quei genocidi aspiranti proprietari di parco a tema del WWF.

Ma benché tutto ciò appaia così spaventosamente contemporaneo ed in accordo con il Gaio zeitgeist suburbano, la disperante tirannia del surrogato inefficiente, la spinta verso l'autarchia e la ricerca del Lebensraum che stanno alla base hanno un oscuro precedente.

Per poterlo scorgere, dobbiamo prima di tutto riconoscere che la lingua di serpente della propaganda impiega oggi una semiotica differente.

Quindi, “surrogato” indossa le vesti dell'“energia alternativa” e della “tecnologia sostenibile” mentre “autarchia” si traduce in concetti come “cibo a basso chilometraggio” e “ridotta impronta del carbonio.” A sua volta, gli stessi vecchi timori malthusiani che non ci siano sufficienti risorse naturali per tutti sono stati cambiati dal giustificare una spinta all'esterno per conquistare con le armi prezioso spazio vitale, nella promozione di misure di controllo della popolazione puntate sulla riduzione dell'impatto “canceroso” dell'uomo, la “specie parassita” sul nostro “malato” pianeta madre.

Il nostro uso di vecchie frasi può aver già allertato il lettore sulla loro provenienza, ma, a mostrare che è implicato qualcosa di più di una mera generalizzazione, citiamo a conferma alcuni dettagli dallo studio magistrale di Adam Tooze sull'economia nazista, The Wages of Destruction.

Anche se Carl Bosch fu indubbiamente un genio della chimica industriale, come Tooze riferisce, fu proprio la sua ineffabile fissazione moderna che il mondo fosse sull'orlo del “Picco del Petrolio” non meno di ottant'anni fa ad aver condotto direttamente al patto diabolico firmato fra il suo conglomerato in espansione, la IG Farben, ed il nascente regime di Hitler:
[N]el 1928, nelle sue installazioni di Leuna… IG Farben intraprese la costruzione del primo stabilimento per idrogenazione del carbone, il processo alchemico con cui il carbone si trasformava in petrolio… L'investimento di 330 milioni di marchi… avrebbe pagato quando i pozzi di petrolio si sarebbero prosciugati e i prezzi del combustibile si sarebbero impennati.
Purtroppo per Bosch, quello stesso prospetto di una scarsità imminente ispirò un'ondata di imprenditorialismo che condusse a nuovi, importanti sviluppi nei giacimenti di petrolio in Venezuela, California, Oklahoma e nel bacino permiano del Texas, culminati nella scoperta del famoso “gigante nero,” nei tardi anni 30 – e quindi alla saturazione del mercato mondiale.
Per Carl Bosch questa fu chiaramente una grave battuta d'arresto, ma la IG avrebbe potuto certamente ritirarsi dall'idrogenazione. La perdita di alcune centinaia di milioni non avrebbe distrutto l'azienda. Una tal ritirata, tuttavia, sarebbe stata del tutto contraria rispetto alla visione della ditta di Carl Bosch, che ora dipendeva dalla compiacenza del governo tedesco nell'imporre elevate imposte sul petrolio importato.
Non si può non essere colpiti dalle somiglianze non solo con Pickens e la sua campagna cinicamente populista per l'energia del vento, o con Gore ed il suo multimiliardario fondo “eco,” ma anche con gli odierni avidi cacciatori di sovvenzioni fra i promotori dell'energia solare ed i membri dell'ampia lobby dei biocombustibili che hanno trovato un nuovo modo di penalizzare i semplici e laboriosi consumatori di cereali e semi oleiferi per imbottire i lussuosi nidi dei baroni dell'agricoltura del Midwest.

Né i paralleli finiscono qui, perché, negli anni 30, una volta intrapresa questa strada, entrambe le parti rimasero disperatamente legate alla necessità di mantenere artificialmente il prezzo del combustibile ad un livello che era, in precisa coincidenza con le ultime idee del SATW, circa il doppio del prezzo mondiale.

Questo imperativo – che assicurò a Bosch profitti corporativi mentre aumentava i redditi del Reich – forgiò una aggrovigliata catena di conseguenze non intenzionali, come tutte le “iniziative” de haut en bas tendono a fare. Non ultimo il successivo effetto disastroso sull'ambizione di Hitler di emulare le realizzazioni del “fordismo” realizzando un'automobile acquistabile da ogni famiglia tedesca.

Il “Maggiolino” Volkswagen di Ferdinand Porsche può ben essere stato un duraturo trionfo del design ingegneristico, ma poiché la benzina era così inutilmente costosa, fu necessario trovare un sistema per ridurre il costo capitale dell'automobile, di modo che il costo di esercizio totale potesse rientrare nello scarno bilancio della famiglia media. La risonanza con le attuali proposte di offrire una gamma di riduzioni fiscali e di sovvenzioni statali per la produzione di automobili ibride colpisce troppo per essere ignorata.

Trovando il tetto feticcio di 1.000 Reichsmarks per automobile impossible da realizzare in ambito puramente commerciale (la creatura di Porsche era, infatti, non meno costosa dell'attuale modello meno caro della Opel), la produzione del veicolo venne presto affidata ad un impianto da costruire appositamente usando i fondi originalmente donati all'allora proscritto movimento dei sindacati, integrati da un'imposizione obbligatoria continuativa su tutti gli operai tedeschi.

Afflitta dai sovraccarichi di costo inevitabili in una società chiusa, eccessivamente affidata alle merci autoprodotte, e già tesa alla costruzione del suo monumentale programma di riarmo, l'entità responsabile, il Deutsche Arbeitsfront, più avanti tentò di finanziarsi offrendo ai propri membri un piano di risparmio a lungo termine, sostenuto da un'importante e obbligatoria sottoscrizione di una polizza d'assicurazione biennale sul veicolo, pagabile dai suoi potenziali proprietari.

Anche se circa 340.000 anime fiduciose alla fine firmarono il programma, esso scivolò sempre di più negli arretrati ed in perdite nascoste in continuo aumento.

Alla fine, malgrado tutte le pose da podio e le sbandierate isteriche, non una singola VW fu mai consegnata ad un membro del pubblico tedesco. La fabbrica semi-finita venne convertita all'uso militare e i 275 milioni di Reichsmarks in risparmi così duramente raccolti caddero vittime dell'orrenda inflazione del dopoguerra.

Tutto questo dovrebbe avvertirci di stare in guardia quando sentiamo le zuccherose parole degli odierni politici e le blandizie dei loro alleati corporativi che distorcono il lodevole desiderio di evitare la spensierata distruzione del nostro ambiente in uno strumento di espansione imperiale, di controllo dello Stato e di arricchimento improprio.

Né dovremmo permetterci di essere intimoriti dai carbofobi del IPCC quando usano dubbia scienza e peggiore economia per spingerci a credere che l'intero pianeta sia in imminente pericolo di un crollo cataclismatico a meno che la gente comune (quantunque, naturalmente, non i coccolati membri dello stesso Sanhedrin Verde) rinunci a qualsiasi speranza di un tenore di vita migliore.

Più enfaticamente, dovremmo rifiutare ogni suggerimento per cui, con l'arroganza alla Canuto di credere di poter impedire in qualche modo questa falsa catastrofe, i pianificatori centrali offriranno una via non solo alla salvezza terrena, ma anche ad un più veloce sviluppo economico ed a maggior prosperità materiale mentre lottiamo duramente per sormontare gli handicap che cercano di imporci. Se ad ogni maschio adulto si amputa la gamba destra per ordine dello stato, il fatto che si venderanno più membra artificiali non è esattamente un segno di progresso.

Per fortificare la nostra risoluzione di resistere a tali insidiosi programmi, potrebbe anche essere utile pensare allo spiacevole destino di quelli che ci hanno preceduto, che, persa la loro fede nel libero scambio e nella divisione internazionale del lavoro in una tempesta di follia monetaria, si convertirono alla visione messianica della penuria imminente e dell'inevitabile conflitto – con il risultato di provare la rabbia del cielo sulle loro teste.
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Sean Corrigan è Chief Investment Strategist alla Diapason Commodities Management di Losanna, in Svizzera. Mandagli una mail. Leggi i suoi articoli. Commenta sul blog.
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Saturday, August 30, 2008

All'armi

Arriva l'autunno, e i venti di guerra cominciano a soffiare con sempre maggiore insistenza, come in preparazione di una “Tempesta Perfetta.” Uno di questi refoli non esattamente rassicuranti è arrivato dall'Olanda:
L'agenzia di intelligence olandese AIVD ha condotto un'operazione ultrasegreta in Iran allo scopo di infiltrare e sabotare l'industria delle armi nella repubblica islamica.

L'operazione, ritenuta un grande successo, è stata recentemente annullata a causa di un imminente attacco aereo all'Iran. Gli obiettivi includono i siti collegati allo spionaggio olandese. …

Uno degli agenti coinvolti, che si è infiltrato nell'industria iraniana sotto la supervisione del AIVD, è stato di recente richiamato perché gli Stati Uniti hanno preso la decisione di attaccare l'Iran con UAV nel giro di qualche settimana. Gli obiettivi potenziali comprendono non solo gli impianti nucleari, ma anche le installazioni militari che sono state mappate dal AIVD. Secondo le fonti le informazioni ottenute dall'operazione del AIVD sono state condivise con l'agenzia di intelligence americana CIA.
Si attendono conferme, ma le strane notizie recentemente circolate sul mercato dei metalli preziosi, con misteriosi grossi compratori che fanno incetta d'oro e d'argento, aggiungono una sfumatura inquietante all'atmosfera già di per sé piuttosto pesante:
Rand Refinery Ltd., la più grande raffineria d'oro del mondo, è rimasta insolitamente senza Krugerrands sudafricani dopo un ordine “insolitamente grande” di un compratore in Svizzera.

L'ordine era per 5.000 once e bisognerà attendere fino al 3 settembre perché le scorte siano ricostituite, ha detto Johan Botha, portavoce per la Rand Refinery a Germiston, ad est di Johannesburg. Ha rifiutato di identificare il compratore.

Le monete e i lingotti di metalli preziosi stanno attraendo gli investitori come porto sicuro contro un dollaro in caduta ed il conflitto fra Russia e la confinante Georgia. La Zecca degli Stati Uniti ha sospeso le vendite delle monete d'oro American Eagle da un'oncia, Johnson Matthey Plc non accetta più ordini alla sua raffineria di Salt Lake City per i lingotti d'argento da 100 once e Heraeus Holding Gmbh ha una lista di attesa di consegna di fino a due settimane per gli ordini di lingotti d'oro in Europa.
Che sia davvero il segno di un prossimo colpo di coda neocon? Intanto il generale russo Ivashov, mentre la NATO aumenta la sua flotta nel Mar Nero, ha già dichiarato che gli USA e la NATO hanno armato la Georgia proprio in vista di un attacco in Iran, ed ha avvisato che un'eventuale ulteriore assistenza militare alla Georgia per operazioni in Abcazia e Ossezia sarà considerata un atto di guerra.

Friday, August 29, 2008

Tyrannosaurus Debt!

Una gustosa animazione...

Thursday, August 28, 2008

Guerra e inflazione

Questo è il testo del discorso di Lew Rockwell alla conferenza della Future of Freedom Foundation dal titolo Restoring the Republic: Foreign Policy and Civil Liberties,” svoltasi il 2 giugno 2008 a Reston, in Virginia.

Un esauriente riassunto della storia della Fed e un'appassionata lezione sulla centralità della creazione di moneta da parte delle banche centrali nelle guerre moderne. (La traduzione è di Vincenzo D'Urso.)
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Di Llewellyn H. Rockwell, Jr.


La banca centrale americana, chiamata Federal Reserve, fu istituita nel 1913. Nessuno promosse questa istituzione con lo slogan che avrebbe aumentato le probabilità di guerre e garantito che quasi mezzo milioni di americani sarebbero morti in guerre su terre straniere, insieme a milioni di soldati e civili stranieri.

Nessuno fece notare che questa istituzione avrebbe permesso agli americani di finanziare, senza tasse, la distruzione di città all'estero e rovesciare governi a volontà. Nessuno disse che la banca centrale avrebbe reso possibile per gli USA trovarsi in guerre di larga scala ogni quattro anni per un intero secolo. Non fu mai fatto notare che questa istituzione avrebbe fatto si che gli USA stabilissero un impero globale da far apparire benigni l'impero romano e quello britannico.

Si possono prendere 100 storici della guerra e scienziati politici per discutere del 20° secolo, ed è probabile che nessuno farà menzione del ruolo della Fed nel finanziare il militarismo americano. Eppure è vero: la Fed è l'istituzione che ha creato denaro per finanziare le guerre. In questo ruolo, ha risolto uno dei più grandi problemi che lo stato ha dovuto affrontare nella storia dell'umanità. Uno stato senza soldi o uno stato che deve tassare i suoi cittadini per raccogliere denaro per le sue guerre, è per forza di cose limitato nelle sue ambizioni militari. Bisogna ricordare che questo è un problema solo per lo stato. Non è un problema per la gente. Per la gente, l'incapacità dello stato di finanziare le sue illimitate ambizioni, vale molto di più di ogni tipo di assegno. E' più importante di ogni costituzione mai scritta.

Lo stato non possiede alcuna ricchezza. Non è un'azienda redditizia. Tutto ciò che possiede dev'essere preso dalla società in un gioco a somma zero. Questo solitamente signfica tasse, ma le tasse infastidiscono la gente. Possono destabilizzare lo stato e minacciare la sua leggittimità. Ispirano rabbia, rivolta, ed anche rivoluzione. Piuttosto che rischiare tuttò ciò, lo stato, dal medio evo all'alba dell'era delle banche centrali, era piuttosto cauto nelle sue ambizioni globali semplicemente perché era cauto nel derubare la gente, apertamente e direttamente, per pagare i propri conti.

Per essere chiari: non c'è bisogno di una banca centrale per uno stato che preferisca scegliere l'inflazione piuttosto che le tasse come mezzo per finanziarsi. Tutto quello di cui ha bisogno è il monopolio della creazione di moneta. Tale monopolio, una volta acquisito, porta ad un processo sistematico di deprezzamento della moneta, sia con la limatura ed il deprezzamento sia con l'introduzione della cartamoneta, che può essere stampata senza limiti. La banca centrale assiste in questo processo in modo cruciale: monopolizza il sistema bancario, il condotto essenziale attraverso il quale la moneta è prestata al pubblico ed allo stesso governo. Il sistema bancario in tal modo diventa l'agenzia primaria di finanziamento dello stato e, in cambio dei suoi servigi, è garantito contro l'insolvenza e i fallimenti economici mentre trae profitti dall'inflazione. Se l'obiettivo dello stato è il completo monopolio della moneta in un sistema infinitamente flessibile di cartamoneta, per lo stato non c'è miglior strada da seguire se non la creazione di una banca centrale. Questo è il più grande successo per la vittoria del potere sulla libertà.

Il legame tra guerra ed inflazione, quindi, viene molto prima della creazione della Fed. Infatti, è datato alla fondazione della stessa. Il destino della valuta Continental durante e dopo la guerra di indipendenza, per esempio, fu un brutto presagio per il nostro futuro, e l'intera nazione pagò un prezzo altissimo. Fu questa esperienza che più tardi portò alla “clausola dell'oro” nella costituzione USA. Tranne che per gli hamiltoniani, quell'intera generazione di attivisti politici comprendevano l'unità di libertà e moneta reale, e consideravano la cartamoneta il carburante della tirannia.

Secondo Thomas Paine:
la carta moneta è come una leggera bevuta, disseta per un attimo ingannando le sensazioni, ma gradualmente diminuisce il caldo naturale, e lascia il corpo peggio di prima. Se non fosse questo il caso, e la moneta potrebbe essere creata a piacere, ogni stato sovrano in europa sarebbe ricco... La cartamoneta sembrò a prima vista un grosso risparmio, o meglio, non costava niente; ma è la moneta più cara che c'è. La facilità con la quale inizialmente viene emessa da un'assemblea, alla fine serve per intrappolare la gente. Funziona come un anticipo delle tasse del prossimo anno.
Ma la saggezza di questa generazione, attaccata da Lincoln, fu infine spazzata via dall'Era Progressista. Si ritenne che un'era di politica pubblica scientifica necessitava di un meccanismo monetario scientifico che potesse essere controllato da potenti élite. L'alba dell'era della banca centrale fu anche l'alba dell'era della pianificazione centrale, in quanto non può esserci un controllo sulla vita commerciale di una nazione senza il controllo della moneta. Ed una volta che lo stato ha il denaro e il sistema bancario, le sue ambizioni possono essere realizzate.

Prima della creazione della Fed, l'idea che l'America entrasse nel conflitto che divenne poi la Prima Guerra Mondiale sarebbe stato inconcepibile. Infatti, era un'idea davvero impopolare, e lo stesso Woodrow Wilson fece una campagna elettorale dove promise di tenerci fuori dalla guerra. Ma con il monopolio della moneta tutto sembra possibile. Fu solo quattro anni dopo la creazione della Fed che, sotto la falsa apparenza di una pianificazione scientifico-politica, il vero piano si palesò. La Fed finanziò gli USA per entrare nella Prima Guerra Mondiale.

Non solo fu possibile l'entrata nel conflitto mondiale; la prima guerra mondiale fu la prima guerra totale. Coinvolse metà del mondo civilizzato, e non solo i governi, ma anche la popolazione civile, entrambe come combattenti e obiettivi. E' stata descritta come la guerra che ha messo fine alla civilizzazione così come intesa nel 19° secolo. Vale a dire, fu la guerra che mise fine alla libertà come la conoscevamo. Fu la Fed a rendere tutto ciò possibile. E non solo la banca centrale americana, ma anche le sue controparti europee. Fu una guerra finanziata sotto le mentite spoglie di una politica monetaria scientifica.

Riflettendo sulla calamità di questa guerra, nel 1919 Ludwig von Mises scrisse:
Si può dire senza esagerare che l'inflazione è uno strumento indispensabile del militarismo. Senza il quale le ripercussioni della guerra sullo stato sociale diventano chiare e penetranti molto più velocemente. La stanchezza per la guerra subentrerebbe molto prima.
C'è sempre un prezzo da pagare quando si finanzia una guerra attraverso la banca centrale. La situazione nel dopo guerra americano è un classico caso. Ci fu inflazione. Ci furono ampie dislocazioni. Ci fu una recessione o quella che poi fu chiamata depressione, un risultato diretto della dislocazione di capitale che si mascherò come un boom economico, che fu poi seguito dal suo fallimento. La depressione colpì nel 1920, ma non è un evento famoso nella storia economica americana. Perché? Perché la Fed non aveva ancora acquisito gli strumenti per fabbricare un tentativo di salvare l'economia. Invece, né la Fed né il Congresso e né il presidente fecero qualcosa – una risposta davvero lodevole! Come risultato, la depressione fu breve e diventò una nota a piè di pagina nella storia. Lo stesso sarebbe successo nel 1930 se Hoover non avesse tentato di usare il governo come mezzo per la rinascita.

Tristemente, il facile recupero del 1920-22 tentò la banca centrale a rientrare nel business dell'inflazione, con il risultato finale di un boom del mercato azionario seguito dal suo collasso, quindi dalla depressione, e infine dalla distruzione dello stesso gold standard. FDR capì che nemmeno una pianificazione economica e inflazione di tipo fascista non poteva riportare la prosperità, allora si rifece al vecchio metodo di cercare di entrare in una guerra. Qui è dove la storia degli USA e della Fed si intersecano con il ruolo tragico della banca centrale tedesca.

Anche il governo tedesco finanziò la sua Grande Guerra con l'inflazione. Entro la fine della guerra, la moneta in circolazione era quadruplicata. I prezzi salirono del 140%. Eppure, sugli scambi internazionali, il marco Tedesco non aveva sofferto tanto quanto ci si sarebbe potuto aspettare. Il governo Tedesco guardò tutto ciò con coraggio e prontamente tentò di costruire un totale recupero economico attraverso l'inflazione. Incredibilmente, entro il 1923, il marco era sceso a un-trilionesimo del suo valore in oro nel 1914. Un dollaro americano valeva 4,2 trilioni di marchi. Fu un esempio di distruzione di una valuta che resta leggendario nella storia del mondo – reso possibile dalla banca centrale che obbligò il governo e monetizzò il suo debito di guerra.

Ma la gente incolpa forse la stampante? No. La spiegazione diffusa aveva a che fare col Trattato di Versailles. Fu la pace duramente imposta dagli alleati che portò la Germania sull'orlo della distruzione – o così si credette. Lo stesso Mises scrisse un intero libro che sperava potesse spiegare che la Germania doveva la sua sofferenza alla guerra e al socialismo, non a Versailles in quanto tale. Esortò la popolazione tedesca a guardare alle cause reali e a instaurare un mercato libero per timore che una dittatura potesse essere la fase successiva di un tale sviluppo politico. Ma fu ignorato.

Il risultato, lo sappiamo tutti, fu Hitler.

Passando alla Russia, la verità non detta riguardo la rivoluzione bolscevica è che lo strumento più grande della propaganda di Lenin coinvolse la sofferenza dei russi durante la Prima Guerra Mondiale. Gli uomini furono arruolati e uccisi orribilmente. Lenin lo chiamò sfruttamento capitalista. Basato sulla visione che la guerra era il risultato di interessi capitalistici. In effetti, fu una premonizione del mondo che il socialismo avrebbe portato, un mondo nel quale tutte le persone e proprietà sono trattati come mezzi per fini statalisti. E a prolungare il ruolo della Russia nella Prima Guerra Mondiale fu un'istituzione creata nel 1860 chiamata Banca di Stato dell'Impero Russo – la versione Russa della Fed.

La guerra Russa fu finanziata attraverso la creazione di denaro, che portò anche ad un massiccio aumento di prezzi, controlli e scarsità durante la guerra. Non sono dell'opinione, a differenza dei neocons, che la monarchia russa fu un regime particolarmente malvagio, ma la tentazione che la macchina stampasoldi forniva al regime era troppo invitante. Trasformò una monarchia relativamente benigna in una macchina da guerra. Una nazione che era stata a lungo integrata nella divisione del lavoro globale ed usava il gold standard diventò una macchina omicida. E così, orribile e catastrofica come furono i caduti in guerra per il morale Russo, l'inflazione colpì ogni singola persona e ispirò grande rivolta che portò al trionfo del Comunismo.

A questo punto della storia possiamo vedere quello che la banca centrale ci ha portato. Non la fine per il ciclo economico. Non semplicemente maggiore liquidità per il sistema bancario. Non la fine delle corse in banca e del panico bancario. Certamente non una politica pubblica scientifica. Le maggiori economie mondiali iniziavano ad essere dominate dai monopoli monetari, ed i loro leader erano diventati i peggiori despoti nella storia del mondo. Si preparavano a combattersi l'un l'altro con tutti i mezzi a loro disposizione. Le risorse che non erano a loro disposizione sarebbero state pagate con il loro amato marchingegno: la banca centrale.

Durante la guerra, la stampante faceva gli straordinari, ma con un livello totalitario di razionamento, controllo dei prezzi e socializzazione delle risorse in tutto il mondo occidentale, il risultato dell'inflazione non fu semplicemente un aumento dei prezzi, ma grandi sofferenze e scarsità in Gran Bretagna, Russia, Germania, Italia, Francia, Impero Austro-Ungarico, Stati Uniti e quasi in tutto il mondo.

Così possiamo vedere, con sorprendente ironia, la banca centrale al lavoro. L'istituzione che fu promossa da economisti che lavoravano con banchieri al fine di portare razionalità e scienza per affrontare problemi monetari, aveva dato i natali alle più malvagie tendenze politiche nella storia del mondo: comunismo, socialismo, fascismo,
nazismo e il dispotismo della pianificazione economica nel mondo capitalista. La storia delle banche centrali è ad un passo dalla storia delle bombe atomiche e dei campi di concentramento. C'è una ragione se lo stato ha perso ogni freno negli ultimi 100 anni, e la ragione è proprio quella che molta gente pensa essere una questione puramente tecnica troppo complicata per i comuni mortali.

Passiamo velocemente alla guerra in Iraq, che ha tutti i connotati di un conflitto nato dal potere di stampare denaro. C'è stato un tempo in cui la decisione di andare in guerra prevedeva un vero dibattito alla Camera dei Comuni o alla Camera dei Rappresentanti americana. E su cosa si dibatteva? Sulle risorse e sul potere di tassare. Ma una volta che lo stato esecutivo fu libero dalla necessità di contare sulle tasse e non doveva preoccuparsi di trovare acquirenti per i suoi strumenti di debito non coperti, il dibattito sulla guerra venne messo a tacere.

Per tutto il percorso verso la guerra, George Bush aveva semplicemente assunto come dato politico che spettasse a lui solo la decisione di invadere l'Iraq. Le obiezioni di Ron Paul e di altri membri del Congresso e di una gran parte del popolo americano furono ridotte a poco più che nulla. Immaginate se avesse dovuto racimolare il denaro per la guerra attraverso le tasse. Non sarebbe mai avvenuta. Ma non ne aveva bisogno. Sapeva che i soldi ci sarebbero
stati. Quindi, malgrado 200 miliardi di dollari di deficit, 9 trilioni di dollari di debito, 5 trilioni di dollari in titoli di debito pubblico, un budget federale di 3 trilioni di dollari e la diminuzione delle entrate nel 2001, Bush ha progettato una guerra costata 525 miliardi di dollari – ovvero 4.681 dollari per famiglia. Immaginiamo se fosse andato dagli Americani a chiedere questi soldi. Cosa sarebbe accaduto? Credo che conosciamo la risposta a questa domanda. E queste sono cifre del governo; il costo attuale di questa guerra sarà molto più alto – forse 20.000 dollari per famiglia.

Ora, quando i liberali di sinistra parlano di queste cifre, gli piace paragonarle con quello che lo stato avrebbe potuto fare con tali risorse in termini di sanità, scuole pubbliche, centri per l'infanzia o buoni alimentari. Questo è un errore perché dimostra che la sinistra non è un'alternativa vera alla destra. Ha semplicemente diverse priorità su come usare tali risorse raccolte con l'inflazione. E' vero che le scuole pubbliche, rispetto alla guerra, sono meno onerose in termini di vite e proprietà. Ma lo stato sociale finanziato con l'inflazione ha un effetto altrettanto corrosivo sulla società. Il grande sogno che il mostro dell'inflazione possa essere usato per fare del bene invece che del male dimostra una certa ingenuità sulla natura stessa dello stato. Se lo stato ha il potere e gli viene chiesto di scegliere tra fare del bene o fare una guerra, cosa sceglierà? Di sicuro, nel contesto americano, la scelta è stata sempre quella della guerra.

E allo stesso modo è ingenuo per la destra parlare di limitare il governo mentre desidera una guerra globale. Dato che lo stato ha un accesso illimitato alla stampante, può ignorare gli appelli dei gruppi ideologici riguardo a come il denaro verrà speso. E' altrettanto sciocco per la destra credere che possa avere la sua guerra, il suo militarismo, il suo nazionalismo e la sua belligeranza, senza dipendere dal potere della Fed. Questa istituzione è il vero meccanismo con il quale i sogni dei fanatici di destra e Sinistra si realizzano.

L'effetto della macchina stampa soldi va ben oltre il finanziamento dei programmi indesiderati del governo. La Fed crea bolle finanziarie che portano a dislocazioni economiche. Pensate allo scoppio della bolla tecnologica alla fine degli anni 90 o alla bolla immobiliare. O al boom che ha preceduto la crisi in corso. Sono tutte conseguenze del monopolio sulla moneta.

In questi giorni, gli Americani sono stati colpiti duramente dall'aumento del prezzo di petrolio, indumenti, cibo e molto altro ancora. Per la prima volta in decenni, la gente lo patisce e lo patisce in modo duro. E proprio come in ogni altra inflazione avvenuta in passato, la gente ricerca il colpevole trovando tutti quelli sbagliati. Credono che le compagnie petrolifere ci stiano estorcendo denaro o che stiano diminuendo le forniture, o che i benzinai stiano approfittando della crisi a nostre spese.

Non escluderei interamente la possibilità che il controllo dei prezzi sia dietro l'angolo. Quando Nixon lo impose nel 1971, né lui né i suoi consiglieri credevano che sarebbero riusciti a controllare l'inflazione. Piuttosto, l'obiettivo era quello di reindirizzare il bersaglio della rabbia pubblica dal governo e dalla sua banca ai negozianti, che sarebbero poi diventati il capro espiatorio. In questo senso il controllo dei prezzi funziona. Fa credere alla gente che il governo stia cercando di abbassare i prezzi mentre il settore privato sta cercando di alzarli. Questa è la vera dinamica politica alle spalle del controllo dei prezzi.

La domanda è se vi farete raggirare da queste tattiche. E' giunto il momento per noi di prendere nota che la cause del vero problema non sono gli industriali, o la guerra in quanto tale, ma l'agenzia alla quale è stato concesso il diritto di contraffarre a volontà e abbassare il valore della moneta mentre alimenta ogni tipo di programmi statalisti, sia di welfare che di warfare. Dobbiamo guardare la Fed e dire: questo è il nemico.

Notate che la Fed non è un partito politico. Non è un gruppo di interesse riconosciuto. Non è una famosa lobby a Washington. Non è neppure un settore della pubblica opinione. Appare perfettamente corazzato contro ogni forte dibattito pubblico. Se veramente crediamo nella libertà e biasimiamo lo stato-leviatano, questa situazione non può essere tollerata.

Dico alla vera destra, se vuoi davvero limitare lo stato, devi finirla di sognare un mondo in guerra perenne. Avere guerre e governo limitato è impossibile. Inoltre, devi smetterla di ignorare la politica monetaria. E' una questione tecnica, certo, ma è una questione che tutti dobbiamo studiare e capire se vogliamo ripristinare qualcosa che ricordi la libertà americana dei padri fondatori.

Dico alla vera sinistra, se davvero vuoi fermare le guerre e fermare lo spionaggio di stato, e mettere fine alla persecuzione dei dissidenti politici e alla prigione di Guantánamo, e porre fine alla cultura del nazionalismo e del militarismo, devi unirti a noi per puntare l'attenzione
sulla politica monetaria. La stampante deve essere staccata. È vero che questo colpirà programmi cari alla sinistra, come la sanità pubblica ed il programma di educazione federale. Ma fin quando aspetterai che lo stato finanzi i tuoi sogni, non puoi pretendere che cessi di finanziare le persone che odi.

E lasciatemi dire alcune parole ai libertari, a chi sogna un mondo con un governo limitato sotto il dominio della legge, un mondo dove la libertà di impresa regna e dove lo stato non ha potere di interferire nelle nostre vite finché ci comportiamo pacificamente. È del tutto assurdo che questo possa avvenire senza una fondamentale riforma monetaria. E nonostante ciò, fino alla più recente campagna di Ron Paul – a parte Murray Rothbard e i 26 anni di lavoro del Mises Institute – non ricordo libertari che si siano granché preoccupati di quest'argomento.

Nel 1983,il Mises Institute tenne un'ampia conferenza accademica sul gold standard, a Washington (ci furono carte di studio e Ron Paul discusse con un governatore della Fed. Ron vinse). Anche allora, ricordo che i libertari di Washington ci ridicolizzarono perchè tenevamo un incontro sulla Fed e sulla sua sostituzione con una moneta solida. Dissero che questo avrebbe fatto apparire il Mises Institute ridicolo, che ci saremo resi ridicoli. Ma noi la facemmo in ogni caso. E anni dopo, il libro che ne venne fuori rimane una fonte primaria per capire il ruolo della moneta nella creazione del dispotismo o sul come resisterlo, e un progetto per il futuro.

Naturalmente la tradizione austriaca ha combattuto la cartamoneta e la banca centrale sin dall'inizio. Menger fu un sostenitore del gold standard. Böhm-Bawerk lo stabilì come ministro delle finanze della monarchia asburgica. Il libro di Mises del 1912 sull'argomento fu il primo a mostrare il ruolo della moneta nel ciclo economico e ad avvertire del pericolo di una banca centrale. Haeyek scrisse forti parole contro l'abbandono dell'oro negli anni 30. Hazlitt avvertì dell'inevitabile fallimento di Bretton Woods e sostenne un gold standard reale. E Rothbard fu uno strenuo sostenitore della moneta reale e il più grande nemico che la Fed abbia mai avuto.

Generalmente, ho spesso rilevato una tendenza ad ignorare tale argomento nei circoli libertari, in parte per le ragioni sopra citate: non è rispettabile.

Bene, vi dirò perché questo argomento non è rispettabile: è la più importante priorità per lo stato tener nascosta la macchina stampasoldi dietro le tende. Chiunque osi tirare vie le tende è accusato in ogni maniera di crimine intellettuale. Questa è precisamente la ragione per la quale dobbiamo parlarne in ogni occasione. Dobbiamo porre fine alla cospirazione del silenzio su questo argomento.

Mi ha intrigato il modo con cui Ron Paul, durante la sua campagna, portava costantemente la questione sotto i riflettori. Molti politici giocano con il loro pubblico, così dicono cose che la gente vuol sentire. Vi posso assicurare che all'inizio della campagna nessuno voleva sentirlo
parlare della Fed. Ma lo fece comunque. Ha lavorato per abituare il suo pubblico alla necessità di una riforma monetaria. Ed ha funzionato. Per la prima volta nella mia vita c'è un diffuso movimento pubblico in questa nazione che prende la questione sul serio.

L'economista Joseph Salerno è stato chiamato da C-Span l'altro giorno perché volevano intervistarlo in televisione sulla necessità di ristabilire l'oro come base della nostra valuta. Quando ho visto questa intervista sono rimasto colpito, è veramente un trionfo della libertà che questo argomento sia di nuovo al centro di un dibattito nazionale. Nel 19° secolo questo argomento era nella testa di tutti. Può esserlo di nuovo oggi purché non si nasconda la verità del nostro messaggio.

Si porebbe dire che promuovere la privatizzazione sia politicamente irrealistico, e quindi una perdita di tempo. Di più, potremmo dire che se insistiamo sull'argomento, ci emarginiamo, dimostriamo di essere marginali. Ma credo che non ci sia modo migliore per garantire che un argomento venga sempre tenuto fuori dalla porta che smettere di parlarne.

Lungi dall'essere una questione arcana e anacronistica, quindi, il gold standard e le questioni che suscita puntano direttamente al cuore del dibattito in corso riguardante il futuro della guerra e l'economia mondiale. Perché il governo e i suoi sostenitori sono contrari al gold standard? Perché rimuove il potere discrezionale della Fed mettendo rigidi limiti alle possibilità della banca centrale di inflazionare l'offerta di moneta. Senza quel potere discrezionale, il governo ha molti meno strumenti a sua disposizione per la pianificazione centrale. Il governo può ancora regolamentare, è una funzione del potere politico. Può tassare, ovvero sottrarre proprietà dalla gente. E può spendere, che significa redistribuire la proprietà di altre persone. Ma le sue attività nella sfera finanziaria sono radicalmente limitate.

Pensate ai vostri stati e governi locali. Tassano e spendono. Manipolano ed intervengono. Come tutti i governi mai esistiti, generalmente ritardano il progresso sociale e rovinano quante più cose possibili. Quello che non fanno tuttavia è dichiarare enormi guerre mondiali, creare vasti deficit, accumulare trilioni di debiti, ridurre il valore della moneta, aiutare governi stranieri, stanziare credito senza fine per imprese in fallimento, amministrare programmi di sicurezza sociale enormemente costosi e distruttivi o causare immense oscillazioni nelle attività commerciali.

Stati e governi locali sono terribili e devono essere incessantemente controllati, ma non sono paragonabili alla minaccia del governo federale. Né sono arroganti e convinti della propria infallibilità e indispensabilità. Mancano dell'aura di invincibilità della quale il governo centrale gode.

E' la banca centrale, e solo la banca centrale, che funziona da macchina stampa soldi per il governo, e questo fa la differenza. Ora, non è impossibile che la banca centrale esista assieme al gold standard, un prestatore di ultima istanza che resiste alla tentazione di distruggere ciò che lo limita. Allo stesso modo, è possibile per qualcuno con un appetito insaziabile per il vino, sedersi ad un banchetto di vini d'annata e non farsi un sorso. Diciamo pure che l'esistenza di una banca centrale fornisce al governo l'occasione di peccare. Questa è la ragione per la quale con il gold standard non ci sarebbe una banca centrale, le monete d'oro circolerebbero liberamente come i loro sostituti e regole contro frodi e furti proibirebbero alle banche di creare credito illimitato sui conti dei correntisti.

Dato che staimo costruendo il sistema perfetto, il conio sarebbe privato. Le banche sarebbero trattate come normali imprese: nessun privilegio speciale, nessun incentivo, nessun sussidio assicurativo, e nessun legame col governo a nessun livello.

Questo è il sistema del libero mercato della gestione monetaria, che significa, restituire interamente le istituzioni monetarie all'economia di mercato. Come ogni istituzione in una società libera, non è imposta dall'alto e dettata da un gruppo di esperti, ma è de facto il risultato che esce da una società che rispetta consistentemente il diritto alla proprietà privata, incoraggia le aziende e promuove la pace.

Alla fine è semplice. Se odi la guerra, opponiti alla Fed. Se odi le violazioni alla tua libertà, opponiti alla Fed. Se vuoi limitare il dispotismo, limita la Fed. Se vuoi garantire libertà a te ed ai tuoi discendenti, abolisci la Fed.
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Link all'articolo originale.

Wednesday, August 27, 2008

911 Taboo

Il Leviatano ha due braccia: uno è il potere militare, l'altro il potere dell'informazione.
Entrambi sono armati.
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“Il giornalista della NBC spiega perché solo i principali network stanno trasmettendo dal vivo: i canali locali sono oscurati perché le antenne sono sul World Trade Center. ...
Alcuni sono impossibilitati a trasmettere, altri trasmettono soltanto il materiale fornito dai 5 network principali.”

(September Clues, parte 7)


“Un Opcentre è una struttura di comando per le comunicazioni strategiche.


In questo ambiente sempre pronto i ricercatori possono identificare target di pubblico usando modelli statistici altamente avanzati, gli strateghi possono orchestrare campagne usando i metodi scientifici più efficaci ed i produttori dei media hanno accesso a tecniche di produzione innovative.


Queste unità di esperti si combinano per creare una delle ‘armi’ più dinamiche e più influenti al mondo.


Un Opcentre rimette l'influenza, il controllo ed il potere nelle mani del governo e dei militari, dando loro un maggior potere di influenzare il nemico in tempo di conflitto ed aumentando l'accesso ai loro cittadini durante una crisi. Per esempio, un Opcentre può essere destinato a sovrapporsi a tutte le trasmissioni radio e televisive nazionali, permettendo al governo ed ai militari di comunicare con il pubblico all'occorrenza.


L'Opcentre è un formidabile strumento per la sicurezza della patria, la riduzione dei conflitti, la diplomazia pubblica internazionale e le comunicazioni dirette del governo.”

(Laboratori Strategici di Comunicazione)



WorldNetDaily ha confermato con parecchie fonti a Fort Bragg ed altrove che l'anno scorso la CNN ha impiegato esperti in operazioni psicologiche dell'esercito degli Stati Uniti in servizio attivo.

Il maggiore Thomas Collins, del servizio d'informazione degli Stati Uniti, ha confermato che personale “psyops” (di operazioni psicologiche), soldati ed ufficiali, ha lavorato nella sede di Atlanta della CNN. L'esercitazione lend/lease fa parte di un programma dell'esercito denominato “Addestramento con l'Industria.” Secondo Collins, i soldati e gli ufficiali, “ … hanno lavorato come normali impiegati della CNN. In teoria, avrebbero lavorato su diverse storie durante la guerra del Kosovo. Hanno aiutato nella produzione di news.” …

Il personale militare della CNN faceva parte del Quarto Gruppo di Operazioni Psicologiche Aerotrasportato, di stanza a Fort Bragg, nella Carolina del Nord. Uno dei compiti principali di questo gruppo di quasi 1200 soldati ed ufficiali è di spargere 'informazioni selezionate’; I critici dicono che questo significa diffusione di propaganda.
(WorldNetDaily, 3 marzo 2000, Army 'psyops' at CNN)













(Sottotitolato da TrickyRE)

Tuesday, August 26, 2008

La notizia che non c'è

In questo articolo pubblicato dall'Independent il 24 gennaio del 2000 si pone il problema della manipolazione della realtà ad opera dei canali televisivi, che usando tecnologia digitale alterano le trasmissioni dal vivo, senza escludere – già da allora – neppure i telegiornali.

Se non fosse praticamente un tabù, sarebbe bene chiedersi quanto di quello che pensiamo essere la realtà non sia invece la creazione di qualche studio di grafica digitale, e se davvero, tra le due pillole di Matrix abbiamo scelto quella giusta (a proposito: pare che il passaporto di Neo sia scaduto l'undici settembre 2001).
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Se la TV riporta le notizie come non sono accadute


Gli spettatori che si sono sintonizzati nella recente copertura mediatica dell'americana CBS delle celebrazioni per il nuovo millennio a New York sono stati testimoni di un gioco di prestigio televisivo che ha permesso alla CBS di alterare la realtà di ciò che hanno visto. Usando la tecnologia “virtual imaging,” il canale ha modificato in modo scorrevole le immagini dal vivo per comprendere una propria promozione apparentemente reale in Times Square. La mossa ha acceso il dibattito circa l'etica di utilizzare i progressi nella tecnologia televisiva per alterare la realtà senza dire agli spettatori che ciò che stanno vedendo nella realtà non c'è.

Anche se non è una grande sorpresa che i progressi nella tecnologia televisiva permettano ai canali di manipolare meglio le immagini esistenti e di crearne di nuove, ad essere sorprendente è che sia stato fatto durante una trasmissione in diretta ed in un programma di notizie. Il notiziario serale della CBS ha sostituito il marchio della rete rivale NBC con il marchio CBS su un grande schermo in Times Square. La NBC si è dichiarata “oltraggiata” dall'uso della tecnologia e perfino il presentatore di Evening News della CBS, Dan Rather, ha ammesso che è stato un “errore”.

La tecnologia necessaria viene dall'industria della difesa dove, a seguito della fine della Guerra Fredda, un certo numero di aziende hanno sviluppato nuovi sistemi per sfruttare commercialmente la loro esperienza militare di navigazione e puntamento.

Il sistema usato dalla CBS è stato messo a punto da un'azienda degli Stati Uniti chiamata Princeton Video Images (PVI). Altri giocatori in questo campo comprendono Symah Vision – parte della difesa francese per il gruppo mediatico Lagadere; l'israeliana Orad Hi Tech Systems, e SciDex, un'altra ditta israeliana con uffici in Europa e negli Stati Uniti. Ogni sistema, seppur simile, ha le sue differenze. Nessuna delle aziende discuterà pubblicamente come lavora. Ma il principio è comune: tutte alterano l'immagine video in diretta nell'istante prima che venga trasmessa.

“L'uso principale del nostro sistema è di inserire immagini promozionali nelle trasmissioni in diretta, o come applicazione di post-produzione per show preregistrati – per esempio, per inserire nell'azione prodotti che in realtà non c'erano, per il product placement,” spiega Denny Wilkinson, direttore generale della PVI. “La pubblicità, tuttavia, ha di gran lunga e il più grande potenziale per questo. È lì che sono i soldi.”

L'uso di questa tecnologia sta già diventando familiare nelle trasmissioni sportive. Un certo numero di organizzatori di sport internazionali hanno riconosciuto il potenziale per generare più profitti pubblicitari rivendendo – in effetti – lo stesso spazio sui tabelloni per le affissioni nei loro stadi. Con la creazione di immagini virtuali, marchi di diversi prodotti possono essere visti in diversi paesi che ricevono la diretta.

Un certo numero di canali europei compreso Sky TV hanno già trasmesso prove di “pubblicità virtuale.” I canali messicani, nel frattempo, hanno abbracciato completamente i sistemi di creazione di immagini virtuali. E diversi sport – in particolare la Formula 1 – ora riconoscono il potenziale nella gestione delle limitazioni alla pubblicità del tabacco sostituendo le marche di sigarette con altre immagini in alcuni paesi.

L'uso di questa tecnologia per scopi editoriali tuttavia è più discutibile. Altri proprietari di media – soprattutto giornali – hanno già dovuto affrontare delle proteste per la manipolazione digitale delle immagini fotografiche utilizzate nelle pagine di cronaca. Il ritocco da parte del Mirror delle fotografie della principessa del Galles e di Dodi Fayed in vacanza insieme è stato forse l'esempio di più alto profilo.

Ora viene espressa preoccupazione sul fatto che gli spettatori televisivi credano di vedere qualcosa che in realtà non c'è. Che è il motivo per cui è difficile trovare qualcuno nella televisione britannica pronto ad ammettere che – come la CBS – stiano considerando il potenziale di questa tecnologia al di là della pubblicità. Sky, tuttavia, vede l'uso della tecnologia come un modo di migliorare l'“aspetto” delle sue trasmissioni sportive. “Usiamo il sistema ORAD per una combinazione di uso editoriale e promozionale,” spiega Phil Madge, soprintendente dello studio grafico di Sky TV “ora lo stiamo usando per costruire schermi virtuali appesi alla copertura di vari stadi di football americano per mostrare i prossimi eventi, filmati registrati e le promozioni di Sky Sport.”

Sky ha comprato il sistema all'inizio della corrente stagione di football, anche se aveva fatto precedentemente un certo numero di prove, ha aggiunto Madge. È stato usato meno per la pubblicità virtuale a causa di una combinazione di limitazioni della Commissione per la Televisione Indipendente e di preoccupazioni della Football Association. Tuttavia, è anche stato usato da Sky News per generare uno studio virtuale per la copertura dei festeggiamenti per il nuovo millennio.

“C'è un grande potenziale per l'utilizzo di immagini virtuali in altre maniere ma rimane uno strumento il cui più grande vantaggio è la trasmissione in diretta.” dice Madge. “Ci sono ovvi vantaggi negli studi virtuali poiché non avete bisogno di un set fisico, ma solo di un blue screen contro cui il presentatore viene ripreso e un modello 3-D elaborato al computer. Potete cambiarli molto rapidamente – non c'è bisogno di spostare il paesaggio. Il lato negativo è che può apparire abbastanza “computerizzato” e un po' di cattivo gusto.”

I problemi della CBS sono dovuti al fatto che il suo uso del sistema PVI è andato un po' oltre il “miglioramento” dell'aspetto della propria presentazione: ha alterato la realtà di un evento reale che stava descrivendo in un notiziario, dando vita allo spettro dei reporter di notizie TV che riportano dal “vivo” intorno al mondo quando sono in realtà molto più vicino a casa. Il canale – che ha anche usato immagini virtuali per modificare il paesaggio urbano di New York – si è difeso affermando: “gli standard interni di CBS News proibiscono la manipolazione digitale o altra contraffazione delle immagini dei notiziari.”

Tuttavia, un portavoce della CBS ha ammesso che la tecnologia di inserzione virtuale deve ancora essere coperta dalla guida di riferimento del canale. Ma Dan Rather pensa che dovrebbe esserlo. “Per lo meno dovremmo informare gli spettatori che lo stavamo facendo,” ha detto al New York Times. “Non ho afferrato le possibili implicazioni etiche e questo è stato un errore da parte mia.”

La CBS non è l'unico canale che utilizza questa tecnologia nei notiziarii televisivi. La rivale ABC ha recentemente trasmesso un resoconto dal Congresso di un reporter con indosso un soprabito davanti a quello che agli spettatori è sembrato essere il Campidoglio degli Stati Uniti. L'intero resoconto è stato girato in uno studio.

I creatori di programmi britannici, tuttavia, dubitano che la tecnologia dell'immagine virtuale richieda una guida di riferimento diversa da quelle già esistenti che concernono l'equilibrio editoriale, l'esattezza e l'imparzialità. “Ogni forma di effettiva produzione di programmi coinvolge una qualche forma di manipolazione degli eventi. Non è difficile presentare la stessa situazione in modi diversi,” spiega un creatore di documentari. “Ma spetta all'integrità del creatore del programma di farlo con integrità in un modo che sia responsabile ed accurato. Lo stesso metodo deve applicarsi ad ogni metodo di produzione.”

È un'opinione che sembra essere condivisa dall'ITC, le cui guide di riferimento si riferiscono all'uso delle immagini virtuali da parte degli inserzionisti – nessuna si riferisce specificamente all'uso editoriale. “È una questione che attraversa un certo numero di zone regolarici – potrebbe essere un aspetto di inaccuratezza, o di importanza eccessiva, o di imparzialità. Se si presentasse, dovremmo considerare ogni caso nella sua particolarità,” dice un portavoce.

Il problema, per il momento almeno, è che la responsabilità di segnalare ogni esempio di alterazione della realtà all'attenzione del regolatore, che quindi lo studierebbe in modo retrospettivo, ricade sugli spettatori. Presupponendo, ovviamente, che si rendano conto che ciò che stanno vedendo non è reale.

«I don't see a car!»

Piccolo intermezzo comico con questo spassoso corto originariamente allegato come extra al gioco per XBox Midtown Madness.

Monday, August 25, 2008

Dolci vizi al foro georgiano

Mentre le forze NATO aumentano la loro presenza nel Mar Nero, e un treno carico di greggio di un'azienda azera salta per aria, dall'altra parte del mondo qualcuno sta brindando: sappiamo bene che la guerra è la salute dello stato (e degli azionisti del complesso militar-industriale): di conseguenza, una guerra grossa – contro un nemico potente – è molto meglio di tante guerre più piccole, contro nemici sfuggenti e imprendibili.

In questo agile articolo Robert Higgs svela le ragioni alla base delle accuse da parte americana verso i russi per la loro ritorsione in risposta all'aggressione georgiana, una scaramuccia che inopinatamente sembra avere le carte in regola per un escalation di proporzioni al momento inimmaginabili.
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Di Robert Higgs


Bene, forse non sono davvero così dolci, specialmente se qualcuno a voi caro è stato ucciso o ferito nella recente zuffa nel Caucaso del sud, ma gli azionisti corporativi che hanno investito pesantemente in azioni di appaltatori militari degli Stati Uniti se la stanno ridendo mentre vanno all'incasso. Nel loro mondo, niente ha successo quanto un po' di sparatorie e di saccheggi in uno stato cliente degli Stati Uniti alle porte della Russia.

Chiunque abbia speso più di cinque minuti leggendo attentamente i dati sui contratti militari degli Stati Uniti capisce che c'è lo spazio per costruire delle fortune nella produzione di programmi di armi ad alta tecnologia, di avanguardia, supertroniche, del tipo che ha arricchito parecchie generazioni di appaltatori durante la guerra fredda. Ma – maledizione! –– la Guerra Fredda ha avuto l'impudenza di prosciugarsi e svanire nel nulla all'inizio degli anni 90, sembrava per non ritornare mai più. Naturalmente, gli appaltatori potrebbero sempre usare le loro astuzie ed i loro budget di lobby ricordando ai membri del Congresso che non possiamo sapere quando un altro Grande Nemico Malvagio salterà fuori. Per un momento la Cina è stata la minaccia emergente preferita da servire ai banchetti dell'industria della difesa ed alle riunioni delle associazioni militari. Tuttavia, trovare un degno sostituto per l'URSS si è rivelato essere un compito straordinariamente difficile. La Cina è apparsa essere più interessata ad assicurare forniture a Wal-Mart ed a rifornire di fondi il Ministero del Tesoro USA che ad attaccare gli Stati Uniti.

L'inizio della guerra in Iraq ha deviato i ragazzi dell'industria della difesa dai loro divertimenti e giochi abituali, ma solo un po'. Anche se KBR, Blackwater, Dyncorp, Bechtel, Fluor, Triple Canopy e molti altri hanno fatto un macello di soldi in Iraq, i profitti davvero colossali nei contratti militari si continuano a fare piegando il metallo per i velivoli, le navi, i missili, i satelliti ed i veicoli di combattimento e fornendo gli innumerevoli articoli relativi come software, manutenzione, ritocchi, aggiornamenti, addestramento e così via, cose che da sole possono far correre uno di questi grandi progetti per decenni in un ambiente protetto dalla concorrenza e con un potenziale illimitato per escogitare –cambiamenti di ordinazioni: per “rimpinguare il contratto,” come si dice nel commercio. (Il progetto B-52, per esempio, sta andando forte da più di 60 anni e non se ne vede la fine. Se siete un contribuente degli Stati Uniti, la Boeing Company vi ringrazia molto).

I russi non sono stati molto cooperativi nel resuscitare la Guerra Fredda. Non che si siano dimostrati essere i signori Bravi Ragazzi, particolarmente in Cecenia, ma nei loro rapporti con l'occidente, hanno mostrato maggior interesse nel sollecitare investimenti stranieri, nell'esportazione di petrolio e gas e nell'acquisto di palazzi a Cipro, che nella distruzione di Londra e Washington. È – vero – ed è un fatto che si dovrebbe ricordare più spesso – che ancora possiedono migliaia di armi nucleari e di missili per trasportarle esattamente dovunque sulla terra nel giro di un'ora. Ma dal crollo dell'URSS, non stanno parlando in modo abbastanza minaccioso per mantenere la minaccia russa come una fobia terribilmente seria nelle menti dei contribuenti americani.

Il che ci riporta alla piccola nazione-stato conosciuta come la Georgia. Avviciniamoci insieme alla mappa e vediamo dove si trova questo lontano paese. Ah, sì, eccolo, incuneato discretamente fra Turchia e Russia all'estremità orientale del Mar Nero. Quanti di voi ci sono stati? Nessuno! Bene, questa non è una sorpresa, suppongo, perché ben pochi Americani si sono mai interessati di questo posto insignificante e poco invitante, meglio noto come il luogo di nascita di Iosef Vissarionovich Dzhugashvili, un tizio ambizioso che più tardi cambiò il suo nome in Joseph Stalin e diventò piuttosto famoso.

Nel Caucaso del sud, molte persone non vanno, diciamo, molto d'accordo con gli altri. Per dirla tutta, alla prima mezza occasione si taglierebbero la gola a vicenda. Le loro faide etniche a malapena li porterebbe sullo schermo radar degli Stati Uniti, tuttavia, solo che il bacino caspico ha molti e produttivi pozzi di petrolio ed un oleodotto costruito attraverso la Georgia che permette al petrolio di essere portato dal Mar Caspio ai mercati occidentali senza passare per la Russia. I tizi che occupano alte cariche nel Dipartimento della Difesa, nel Dipartimento di Stato e nell'ufficio del vice presidente ammirano questa caratteristica della Georgia. Così, senza grande sorpresa, hanno cominciato qualche tempo fa a coltivare la “democrazia” in questo remoto angolo di mondo e guarda guarda, sono riusciti a mettere il loro figliodiputtana nel posto di presidente debitamente scelto. Questo tipo di cose è lavoro quotidiano per i responsabili di politica estera degli Stati Uniti, ma questa volta è riuscito a rendere un dividendo straordinariamente grande e inatteso.

Poiché nella notte del 7 agosto 2008, il suddetto figliodiputtana, tale Mikhail Saakashvili, s'è messo in testa di mandare le sue forze armate in una piccola regione conosciuta come Ossezia del sud (pop. 70.000), dove il popolo aveva dichiarato la sua indipendenza dalla Georgia all'inizio degli anni 90 ed in seguito avevano mantenuto un'esistenza politica semi-autonoma con le peacekeeper russi e georgiani come assistenza per conservare la disposizione attuale in attesa di una risoluzione più definita della questione. I locali, la maggior parte dei quali si dice preferiscano la Russia alla Georgia, sono fuggiti dagli invasori georgiani ed il giorno successivo l'esercito russo è entrato rapidamente in Georgia con forza considerevole, sbaragliando le truppe georgiane e poi vagando liberamente per il paese per dare una lezione ai parvenu georgiani.

Il governo degli Stati Uniti e la sua compagnia di giro nei cosiddetti mezzi di informazione hanno immediatamente lanciato i loro strali per la campagna russa in Georgia ed hanno cominciato ad esprimere ogni tipo di minacce velate e non-così-velate circa le contromisure degli Stati Uniti. Chiunque con un grammo di formazione strategica avrebbe visto, tuttavia, che gli Stati Uniti occupavano una posizione molto debole in questa situazione. Al di là del nuclearizzare i russkies, l'esercito degli Stati Uniti aveva ben poca capacità di difendere i georgiani, e anche solo il tentativo di agire in tal modo sarebbe entrato di diritto nella lista dei più stupidi e grossolani errori di politica estera di tutti i tempi. La realtà della situazione, tuttavia, non è bastata a moderare la tremenda quantità di ringhi e di soffi che il presidente, il segretario di stato, ed i buffoni delle talk-radio hanno sputato fuori da costa a costa.

Questa sfuriata ha avuto un effetto sull'opinione pubblica e quindi sui membri del Congresso, che sono sempre in cerca della grande occasione. Il che ci riporta al nostro tema centrale: come diventare oscenamente ricchi vendendo inutili armi da Guerra Fredda ad un mercato chiuso di contribuenti statunitensi.

In un articolo del Wall Street Journal datato 16 agosto 2008, il reporter August Cole non mastica le parole: “L'attacco della Russia alla Georgia si è trasformato in una fonte inattesa di supporto ai grandi programmi di armamenti degli Stati Uniti, compresi i fiammanti caccia e i cacciatorpedinieri ad alta tecnologia, che quest'anno hanno dovuto lottare per i finanziamenti perché appaiono obsoleti per gli odierni conflitti contro nemici di tipo irregolare.” Come spiega Cole, “alcuni analisti azionari di Wall Street inizialmente hanno visto l'invasione come un motivo per chiamare al rialzo nel settore della difesa.” Ci si domanda cosa ci fosse di storto negli analisti che non hanno chiamato al rialzo.

Comunque, qui siamo tutti scienziati economici, andiamo quindi a controllare i dati. Considerate Lockheed Martin, per esempio, la prima azienda della difesa nazionale ed appaltatore principe per il caccia F-22 – la più pura arma da Guerra Fredda in circolazione. Le azioni Lockheed Martin fruttavano circa 104$, con una tolleranza di 5$ in più o in meno, per l'anno scorso. Il 7 agosto, il giorno prima del contrattacco russo, le azioni hanno chiuso a 108,29$. Otto giorni più tardi, il 15 agosto, hanno chiuso a 116,67$, dando agli azionisti un reddito di capitale pulito del 7,7 per cento, ovvero circa il 350 per cento su base annualizzata – un tasso di rendimento apprezzabile persino per il titano di Wall Street più di successo.

Per non essere sospettati di selezionare i dati, consideriamo l'indice del settore della difesa della borsa di Philadelphia, che comprende i prezzi di diciassette importanti aziende della difesa e dello spazio aereo, incluse Lockheed Martin, Boeing, Northrop Grumman, General Dynamics e Raytheon, i leader di questo branco di lupi affamati. Il 7 agosto, l'indice ha chiuso a 365,59$. Otto giorni più tardi, il 15 agosto, ha chiuso a 382,50$, il 4,6 per cento in più, o circa il 210 per cento su base annualizzata.

Naturalmente, il post hoc ergo propter hoc è una fallacia logica e forse questi balzi nei prezzi delle azioni sono solo una coincidenza. Ma non penso sia così. Mi sembra ci sia dietro una solida logica economica ed un'ampia esperienza storica. Gli azionisti hanno percorso questa strada molte volte in precedenza; sanno che fiammate come il violento episodio in Georgia aumentano la probabilità che il Congresso aggiunga dei soldi al budget militare per le armi ad alto costo. Quando l'orso russo ringhia, gli investitori del settore della difesa degli Stati Uniti stappano lo champagne e festeggiano lungo Wall Street.

Sì, nel Caucaso del sud centinaia di persone sono state uccise e migliaia hanno abbandonato le loro case. Molte proprietà sono state distrutte o saccheggiate. Ma tutto ciò non è un piccolo prezzo da pagare per consentire al potente motore dell'industria militare degli Stati Uniti di girare al massimo? Guardiamo in faccia la realtà: la Georgia (pop. 4,6 milioni) è un insignificante buco di minima importanza a parte per chi ci vive e per i pseudo-capitalisti che vi hanno impiantato oleodotti. Il P.I.L. del paese è di circa 20 miliardi di dollari, neppure sufficiente per comprare una dozzina di bombardieri B-2. Ma un confronto teso fra i russi ed il governo degli Stati Uniti vale centinaia di miliardi per gli investitori e per altri committenti del complesso militar-industrial-congressuale.
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Robert Higgs [mandagli una mail] è membro anziano dell'Independent Institute and editore di The Independent Review. È inoltre un cronista per LewRockwell.com. Il suo libro più recente è Neither Liberty Nor Safety: Fear, Ideology, and the Growth of Government. È inoltre l'autore di Depression, War, and Cold War: Studies in Political Economy, Resurgence of the Warfare State: The Crisis Since 9/11 e Against Leviathan: Government Power and a Free Society.

Copyright © 2008 Robert Higgs

Sunday, August 24, 2008

Premio Caligola - Agosto '08

Più atteso della consegna di un oro olimpico, è arrivato il momento dell'edizione agostana del Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa, il riconoscimento mensile ai campioni dello sport più amato e praticato al mondo: l'abuso di potere. Ed è un'edizione dal sapore squisitamente estivo, una vera e propria incursione nel mondo dei giochi e della fantasia, quella che andiamo a presentare.

Il primo concorrente (già segnalato su Era Volgare) arriva dal Sudamerica, precisamente dall'Argentina, dove il fisco, preoccupato evidentemente dalla scarsità delle entrate, ha deciso di spenderne una parte per convincere i giovani della bellezza dell'essere derubato. Detto che il metodo scelto è un videogioco, è da vedersi se i giovani argentini troveranno il tempo da dedicarci: difficile immaginare che preferiranno trastullarsi pagando soldi virtuali per sussidiare l'agricoltura piuttosto che sterminare allegramente armate di alieni. Forse rendere il gioco materia obbligatoria di studio potrebbe migliorarne l'efficacia, oltre a rafforzarne la candidatura per il nostro ambito Premio.

Abbiamo poi un campione nostrano, l'ineffabile ministro (dei) Maroni, selezionato dalla giuria per il suo decreto sui superpoteri dei sindaci, che ha già provocato un'insorgenza di norme e divieti degni di Gotham City, ciascuno dei quali sarebbe di per sé meritevole di premiazione. Ma è giusto riconoscere al ministro il merito di questa fantasmagorica esplosione che rende ormai difficile distinguere l'Italia da Gardaland.

Non poteva mancare, infine, un concorrente dal Regno Unito, un luogo che ci dà sempre grandi soddisfazioni. Anche in questo caso, l'evento segnalato è alquanto frivolo, ma il sequestro nell'ambito di una delle tante operazioni anti-terrorismo – sempre indirizzate verso innocui manifestanti, of course – di un gioco da tavolo sulla guerra al terrorismo è una coincidenza così esilarante che i giurati non hanno avuto esitazioni nell'includerla nel trio delle meraviglie.

È il grande gioco del potere, e noi, pur essendo semplici ed ininfluenti pedine, possiamo dare il nostro piccolo contributo nell'unico modo possibile: esprimendo il nostro voto, gioia e dovere di ogni fedele suddito democratico.
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Argentina: videogioco educa giovani a pagamento tasse


L'Agenzia per le entrate fiscali argentina (Afip) ha lanciato un videogioco interattivo per educare i giovani a pagare le tasse. Denominato Perfil de Riesgo (Profilo di rischio), il videogioco affida ad una giovane ed avvenente Martina dai capelli rossi la missione di abbattere i pregiudizi esistenti fra il cittadino e il pagamento delle tasse. Destinato ai ragazzi tra i dieci e i 16 anni, il videogioco e' gratuito ed e' scaricabile da internet a partire da settembre.
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Tolleranza zero, è l'estate dei divieti


Attenti ai piccioni. A Lucca, dargli da mangiare può costare caro: fino a 500 euro di multa. Frenate, poi, le vostre effusioni: per un bacio in auto a Eboli si sborsano 500 euro. Organizzate una festa con fuochi d'artificio? Ricordate che a Positano sono vietati ogni giorno, tranne il sabato. E poi, dite addio ai massaggi sui litorali. Ogni estate ha i suoi divieti, si sa. Ma questa del 2008 rischia di diventare un percorso a ostacoli. Complice il decreto Maroni, che incoraggia la "creatività" dei sindaci a colpi di ordinanze.

In effetti i primi cittadini, ora "ufficiali di governo", stanno dando prova di grande fantasia. I divieti? Dai più seri, ai più futili. Tra i primi, quelli che colpiscono l'accattonaggio (ad Assisi, Verona, Venezia, Firenze), la prostituzione di strada con maximulte ai clienti (a Padova, Verona, Silvi, Pescara), gli ambulanti abusivi e il trasporto di merce in borsoni (a Venezia, Alassio, Roma, Cortina d'Ampezzo, Forte dei Marmi).

Un pacchetto d'ordinanze, questo, che è direttamente figlio del decreto legge del 5 agosto scorso, relativo ai nuovi poteri dei sindaci. Altri divieti, che colpiscono a pioggia i comportamenti più vari, sono invece usciti dai cassetti dei Comuni ben prima del via libera dato dal Viminale. Capostipite, l'ordinanza anti-lavavetri di Firenze, del 27 agosto 2007.

A Positano, da fine giugno scorso i "botti" sono vietati nelle feste private, tutti i giorni a eccezione del sabato dalle 20.30 alle 23. Le multe? Da 50 a 500 euro. Il sindaco di Forte dei Marmi, Umberto Buratti, invece, ha deciso di vietare l'uso del rumoroso tagliaerba nel pomeriggio e durante il weekend. Ben oltre si è spinto il 2 agosto scorso, il sindaco di Eboli: ha infatti deciso di istituire una multa fino a 500 euro per chi viene trovato in auto in atteggiamenti amorosi.

A Lucca, il nemico è il piccione e chi gli dà da mangiare: la multa può andare da 25 a 500 euro. Sotto attacco sono poi le panchine di mezza Italia: a Voghera, il vicesindaco Graziano Percivalle (Udc) le vieta a partire dalle 23 a gruppi composti da più di tre persone; a Viareggio, invece, nei mesi di luglio e agosto è vietato appoggiarvi sopra i piedi. A Novara, il primo cittadino Massimo Giordano proibisce la sosta notturna nei parchi a più di due persone.

Attenti anche in spiaggia: a Massa Carrara non si può cucinare dentro le cabine degli stabilimenti; ad Eraclea, guai a costruire castelli di sabbia; a Is Aruttas (Olbia) multa fino a 360 euro per chi fuma in spiaggia. Non va meglio in città: a Genova dall'8 agosto scorso, non si può passeggiare con una bottiglia di bevanda alcolica in mano, tra i carrugi del centro storico. Vietato, poi, in molte città (ad esempio Capri) girare a torso nudo o in bikini.

Per non essere da meno degli enti locali, anche il governo nazionale impone i suoi divieti estivi. Con un'apposita ordinanza, infatti, il sottosegretario al Welfare, Francesca Martini, ha proibito qualche giorno fa i massaggi lungo i litorali, per "prevenire gli effetti pericolosi che possono essere generati dalla pratica sulle spiagge di prestazioni estetiche o terapeutiche, da parte di soggetti ambulanti non in possesso di adeguata preparazione e competenza".

C'è invece chi i divieti decide di toglierli. Il 13 agosto, un uomo che leggeva un libro sdraiato sul prato di Campo Marzo a Vicenza è stato multato di 50 euro, in base a un'ordinanza del 2002, che vietava di adagiarsi sull'erba di alcuni giardini pubblici. Divieto, che il Comune ha deciso però di togliere per permettere di "stendersi sull'erba: cosa che tranquillamente avviene in tutti i più bei parchi del mondo".
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Gioco da tavolo bollato come criminale


Potrebbe non essere un divertimento per tutta la famiglia – bene, non come il Monopoli, il Trivial Pursuit o il Mousetrap, diciamo. I temi della costruzione di un impero e degli attacchi terroristici agli avversari probabilmente potrebbero far andar di traverso il pranzo di Natale.

È raro, tuttavia, che un gioco da tavolo sia sequestrato dalla polizia. Questa settimana questo è quello che è accaduto con War on Terror: The Boardgame; un esemplare è stato confiscato ai dimostranti per il clima nel Kent.

A seguito di una serie di incursioni nell'accampamento dei dimostranti vicino alla centrale elettrica di Kingsnorth, gli ufficiali hanno esposto un campionario delle presunte armi strappate ai dimostranti: lame, scalpelli, trinciatrici, una stella da lancio – e una copia del gioco satirico, che satirizza la “guerra al terrore” di Washington.

Per i creatori del gioco, Andrew Sheerin ed Andy Tompkins, web designer di Cambridge, l'inclusione del loro gioco è stata uno shock.

“Quando ho visto le foto sui giornali sono andato in confusione,” ha detto il 32enne Sheerin; ho pensato: chi può credere che un gioco da tavolo possa essere usato come arma?” [...]

Proprio come in giochi quali il Risiko o Diplomacy, in War on Terror i giocatori creano imperi in competizione ed intraprendono guerre aperte per le risorse e la terra. La sua controversa funzione è la possibilità di “istruire” cellule terroriste che attacchino i vostri nemici o, se siete sfortunati, potrebbero rivolgersi contro di voi – come alcuni gruppi terroristici anti-occidentali hanno fatto.

C'è uno “Spinner” dell'asse del male inteso a parodiare la diplomazia internazionale designando a caso quale giocatore sarà il terrorista. Il prescelto allora deve portare un passamontagna (incluso nella scatola) con la parola “Evil” cucita sopra. La polizia del Kent ha detto di aver confiscato il gioco perché il passamontagna avrebbe potuto essere usato per celare l'identità di qualcuno o nel corso di un azione criminale. Sheerin non è convinto. “È irragionevole,” ha detto. “Anche una barba può celare l'identità di qualcuno. La polizia comincerà a vietare le barbe?”

Saturday, August 23, 2008

John Law, i daneé e le Banco note

Il nostro inviato da Laputa ha proprio tuti i vizi: questa settimana è andato – volando attraverso i secoli nella sua capsula temporale – a farsi qualche puntatina nelle eleganti sale da gioco del XVIII secolo. Non ha comunque mancato di spedire l'abituale dispaccio telepatico, ancora una volta molto interessante (a parte la curiosa richiesta, in calce, di un “piccolo” prestito...) soprattutto alla luce degli avvenimenti correnti che vedono i soldi di carta raggiungere velocemente il loro valore reale, cioè poco più di nulla.

Il dispaccio del Pesce volante ci aiuta a capire perché il mercato valutario mondiale sembra sempre di più il tavolo di una roulette impazzita, dove i molti vedono svanire i loro averi a velocità vorticosa e i pochi fortunati accumulano fortune impressionanti dall'oggi al domani. Il motivo, banale, è che proprio così tutto ha avuto inizio: al tavolo da gioco.

Invitandovi a pensarci bene prima di affidare ai capricci della sorte beni durevoli come la vostra casa, vi auguro un fortunatissimo fine settimana. “Faites vos jeux! Les jeux son faits? Rien ne va plus!”
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Di Giovanni Pesce


Vediamo come, all’inizio del ‘700, sono stati abbandonati i denari a favore delle moneta di carta (fiat-money).

Conoscevamo il sistema di conio delle monete con l’argento prelevato dalle miniere cecoslovacche di St. Joachimstal ed avevamo intuito che la vera motivazione dell'accettazione in Europa di tali monete fosse la certezza data dal valore del metallo prezioso in essa contenuto, certificato dall’istituto che aveva coniato la moneta.

Le monete avevano un “peso” (pesos, libra=lira, pound) tecnico ed un valore facciale convenzionale; ed i due valori più o meno si equivalevano.

Tra la fine del 1600 e l’inizio del 1700, un certo signor John Law, scozzese, pensò di sganciare i due valori: quello del contenuto in metallo prezioso da quello del valore facciale della moneta.

Egli era un frequentatore delle sale da gioco europee ed era abituato a giocare con delle fiches o con dei pezzi di carta che nel breve periodo sostituivano la moneta, rendendo più semplici le operazioni di gioco e permettendo l’incremento delle poste in gioco; in particolari occasioni, si poteva giocarsi tutte le proprietà senza mettere sul tavolo l’equivalente in monete: bastava un foglietto di carta firmato.
Anche i re potevano in particolari occasioni, giocandosi il tutto per tutto, firmare dei pezzi di carta.

Oltre alle sale da gioco il nostro simpatico John frequentava le galere londinesi, esattamente come il suo amico Daniel Defoe; i due tra l'altro scrissero separatamente diversi trattati d’economia,

Con l’applicazione del sistema brevettato “John Law” gli Stati, qualora avessero avuto bisogno, avrebbero potuto mettere in giro molte fiches “monetarie”, garantendo il cambio con monete di metallo pregiato con il valore dei “beni al sole”.

Il Grande Gioco era semplice: l’applicazione pratica era un pochino più complessa.
Con questo sistema gli Stati avrebbero potuto avere a disposizione risorse “liquide” di valore più o meno uguale a quello dei possedimenti “terrieri”; e con queste risorse potevano essere catturate la fiducia e il lavoro di molte persone; creando una nuova classe sociale, più dinamica e non più legata alle terre: avventurieri, commercianti, bancari; in pratica i Whigs.

L’attuazione del Grande Gioco prevedeva due partecipanti principali: il Re che doveva garantire con la sua faccia la convertibilità della carta in monete, ed un Istituto di Emissione (Banca Centrale) che doveva garantire la convertibilità anche in assenza del Re (morte, perdita del regno etc.).

Nulla vietava che il Re fosse proprietario dell’Istituto di Emissione, ma questa evenienza comportava il rischio che il Re, senza alcun ritegno, facesse stampare più banconote di quante gli utenti ne domandassero.

Così, nel 1716, John Law creò dapprima la Banque Generale che, in Francia, incassava monete ed emetteva biglietti di banca (bank-notes).

Nel 1717 John Law acquisì il controllo della Compagnia del Mississippi (des Indes [occidentali]) che accettava dai privati fiduciosi di scoperte di nuovi Eldoradi Americani, dei pagamenti in monete in cambio di azioni della Compagnia operante in Luisiana, terra del Bourbon (Luigi di Borbone).
Nel 1718 viene fondata La Nouvelle Orleans (New Orleans).
Nello stesso anno il Governo Francese acquisisce la Banque Generale, la rinomina Banque Royale e partecipa alle azioni della Compagnia del Mississippi non mettendo però monete ma titoli di debito statale.

Nel 1720 John Law divenne Ministro delle Finanze Francesi, concentrando su di sé troppi incarichi e quando le azioni della Compagnia del Mississippi crebbero di valore fino allo scoppio della bolla tra l’estate del 1720 ed il settembre 1721 fu costretto a fuggire in quanto le colpe furono attribuite unicamente a lui.

Contemporaneamente il Direttore della Zecca Reale di Londra era un tale Isaac Newton, che perse negli stessi mesi tutti i suoi averi nelle speculazioni della South Sea Company.
E’ probabile che il prototipo di caricatura di matematico-astronomo incapace di seguire le cose del mondo presente a Laputa fosse proprio il grande Isaac ed il suo predecessore Thomas Neale, altro giocatore incallito quanto perdente.
Neale commissionava al suo “amico” DeFoe articoli a benefico dell’immagine del pubblico erario Inglese che in quegli anni aveva avuto la licenza esclusiva di stampare denaro.
Gli obiettivi degli scritti di Defoe sono abbastanza dichiarati: “l’ammaestramento del lettore”, la propaganda a favore del profitto economico ed una pubblicità della South Sea Company.
DeFoe scriveva a propositi dei finanzieri “privati”:

«Svolgono un' attività fatta di trucchi, imbrogli, moine e illusioni, coniando false notizie, bisbigliando paura, speranze, aspettative immaginarie, vivendo alle spalle di quelli di cui si sono lavorate le fantasie.»

Ma anche lui, e Isaac erano “pezzi” del regime.
E’ mia opinione che l’opera letteraria su Robinson Crusoe dipinto come uomo che riesce a sopravvivere “senza denaro” sia in realtà un’operazione di false flag; nell’animo del lettore resta l’immagine che l’uomo evoluto con molti contatti sociali abbia invece bisogno del denaro.
In questa maniera Daniel deFoe crea così domanda per questa merce particolare.

I risultati economici dell’azione di John Law nel lungo periodo sono sintetizzabili in:

- Minimizzazione dell’uso di monete di metallo prezioso (abbandono del gold-coin standard)
- Creazione di finanziamenti per imprese il cui ritorno economico sta “nel mondo delle idee”
- Maggior Dinamicità sociale con:
- impoverimento di ricchi babbei che investono in imprese valide solo “nel mondo delle idee”
- arricchimento di persone “sveglie” che sfruttano il possesso di informazioni “tempestive”
- Governo dell’economia tramite l’uso disinformativo del mainstream e controllo delle umane genti tramite il denaro di carta estratta da un mondo di idee.

E con le idee si costruisce il piano per amministrare il mondo

Attualmente stanno sostituendo le banconote (fiat-money) con il plastic-money, ma non c’è nulla di nuovo sotto al sole.

Prima nelle nazioni geografiche si costituivano gli “Stati” che imponevano l’uso delle banconote, ora nei continenti si costruiscono i SuperStati che impongono il solo uso di plastic-money.

Non penso che lo facciano a fin di bene.

Alla prossima riunione chiederò di utilizzare come carta moneta le etichette del Brunello di Montalcino… Con quello che costano non dovrebbero sorgere problemi, almeno ci consoliamo con il Brunello, parente ricco del Sangiovese.