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Sunday, June 6, 2010

La generazione perduta

L'autore del seguente articolo, che descrive efficacemente i problemi che l'economia spagnola sta affrontando, si chiama Jaime Levy Moreno ed è solo uno studente universitario spagnolo.

Ma la sua impietosa analisi è più chiara di qualsiasi altra possiate trovare su quelle raccolte di veline chiamate giornali, ed è ugualmente valida per illustrare la situazione di un'altra triste nazione: è sufficiente sostituire la parola Spagna con Italia.
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Di Jaime Levy Moreno


Negli ultimi due decenni nell'Europa mediterranea e particolarmente in Spagna, è emerso un nuovo gruppo sociale, chiamato jovenes (giovani). I membri di questo gruppo esibiscono parecchie caratteristiche specifiche. Per prima cosa, i jovenes sono solitamente maschi, tra i 25 e i 35 anni, anche se alcuni membri sono nei 40. Secondo, sono in una condizione perpetua fra la scuola ed il loro primo lavoro. Terzo, vivono solitamente con i loro genitori per risparmiare i soldi che gli permettono di uscire almeno tre volte la settimana. Quarto, lavorano occasionalmente part-time – se non altro per la pressione imposta loro dai genitori. Infine, la cosa più importante, ricevono sussidi di disoccupazione e rinnovano la loro iscrizione alla “lista di disoccupazione” di tanto in tanto, di modo che le sovvenzioni statali non si esauriscono durante il loro letargo “provvisorio.”

Sarebbe molto ingiusto dar loro tutta la colpa per la loro mancanza di iniziativa. Hanno una parte vitale in quella che è chiamata la “generazione di Atlante.” Hanno il peso del mondo sulle loro spalle, e saranno quelli che dovranno pagare i peccati economici dei loro genitori. È importante analizzare le ragioni per le quali è apparso questo gruppo sociale, qual è la situazione oggi e quali saranno le conseguenze di questo fenomeno in futuro.

Per gli ultimi dieci anni e particolarmente da quando la recente crisi finanziaria è cominciata, la disoccupazione spagnola è aumentata astronomicamente, raggiungendo il record di circa il 20 per cento. Questo, naturalmente, non comprende le migliaia di immigrati illegali, che non compaiono nelle statistiche ufficiali di stato.

Oltre all'ampio numero di disoccupati, un altro significativo gruppo di persone lavora part-time con “ contratti spazzatura” o stipendi molto bassi. I membri di questo gruppo sono chiamati mileuristas (coloro che guadagnano solo 1,000€/mese). Questo gruppo appare sopra i jovenes nella piramide sociale. I mileuristas normalmente vivono in casa dei genitori e sognano di diventare alla fine economicamente autosufficienti, o vivono in appartamenti in affitto poco costosi finanziati da soldi dello stato, che vengono direttamente dalle tasche dei contribuenti.

Infine, troviamo un gruppo più piccolo in cima alla piramide. Questo gruppo è costituito o da pochi fortunati, o in alcuni casi, da giovani laboriosi e in genere eccezionali. Questo gruppo ha impieghi molto rispettabili (normalmente con stipendi iniziali intorno ai 2,000€/mese) e sono i figli e le figlie di famiglie ricche che ricevono normalmente un'istruzione privata di qualità più o meno alta. Finiscono impiegati nell'azienda di famiglia o in qualche ditta con cui i loro genitori o familiari hanno dei contatti.

Al di fuori di questa piramide troveremo inoltre un gruppo di persone che decidono di studiare per un “oposición” (esame di stato) per lavorare per il governo. Secondo la complessità della loro formazione ed il loro successo all'esame, finiranno per lavorare per la prima volta fra i 26 e i 35 anni e saranno pagati decentemente, o persino molto bene, per il resto delle loro vite.

È inoltre molto importante prestare una particolare attenzione al numero di anni in cui si viene chiamati “studenti” in Spagna. La qualità di una laurea si è svalutata negli ultimi anni al punto in cui un datore di lavoro non sarà affatto impressionato da un diplomato in un'intervista di lavoro. Di conseguenza, è richiesta almeno una laurea o un certo genere di specializzazione accompagnato dalla competenza in almeno tre lingue. Questo, naturalmente, significa più anni da passare come studente e, per i più privilegiati, un anno o due per vivere e studiare le lingue straniere all'estero.

Non molto tempo fa in Spagna, era un onore avere un diploma e ancor più prestigioso l'avere una laurea, che soltanto poche persone poteva ottenere a causa del costo e del duro lavoro che comportavano. Ora studiare in un'università pubblica spagnola è quasi gratis. Questo è visto come un grande successo che offre opportunità alle persone delle classi più basse, che a volte finiscono per far parte del gruppo dei “giovani eccezionali e duri lavoratori.” Ma, per essere onesti, questo gruppo è abbastanza piccolo. Lo sforzo per rendere più facile essere uno studente è in gran parte un modo per il governo di abbassare il tasso di disoccupazione.

Per spiegare perché per i neo-laureati è così difficile ottenere un lavoro rispettabile in Spagna, è importante sapere che il costo della manodopera è molto alto per i datori di lavoro – una conseguenza delle leggi rigorose che proteggono i lavoratori. Una vacanza di quattro settimane l'anno è il minimo obbligatorio. Un salario minimo artificialmente alto pone un limite sotto l'offerta di lavoratori e la domanda di impieghi, generando uno squilibrio devastante. Ciò significa che c'è un'enorme domanda di lavoro e poca voglia da parte dei datori di lavoro di soddisfarla.

I motivi supplementari per la mancanza di offerte di lavoro in Spagna includono l'eccessivo finiquito, la paga finale a cui un lavoratore ha diritto per la legge spagnola una volta licenziato: 45 giorni di stipendio per ogni anno passato nell'azienda. Ancora, le tasse sui datori di lavoro sono molto alte – almeno il 50 per cento dello stipendio annuale di ogni lavoratore, il che significa che se qualcuno è pagato 20,000€ l'anno, ne costa al suo datore di lavoro almeno 30,000€. Tutto questo rende un datore di lavoro molto riluttante ad impiegare qualcuno, il che genera un tasso alto di disoccupazione ed un gran numero di “contratti spazzatura.” Queste tasse promuovono inoltre le attività del mercato nero, che o schivano le regole stabilite o le ignorano completamente.

Le tasse sugli stipendi degli impiegati sono anch'esse molto alte, il che ci riporta alla condizione sociale di mileurista. Queste tasse generano un effetto sostitutivo: le ditte cercano disperatamente di ridurre l'impatto del lavoro con le nuove tecnologie. Un esempio recente in Spagna è la mossa di McDonald's di cominciare a sostituire i lavoratori con delle nuove macchine che prendono gli ordini per il cliente, riducendo il numero degli operai. L'obiettivo è di lasciare soltanto due gruppi di impiegati: quelli in cucina e quelli che vi passano i cibi al banco.

Le sfortune della Spagna sono state complicate dall'entrata nell'eurozona. La possibilità di ottenere tassi d'interesse molto bassi per prendere soldi in prestito – gli stessi tassi d'interesse di economie più potenti e orientate al risparmio – come la Germania – ha incentivato le aziende a prendere prestiti per costruire alloggi e infrastrutture. Circa 800.000 case sono state costruite ogni anno in Spagna, più di Francia, Germania ed Inghilterra insieme. Questo si è trasformato in un impulso nell'offerta di lavoro nell'industria edilizia. Purtroppo, questa domanda di manodopera è stata soddisfatta principalmente da immigrati che ora si trovano disoccupati con poche possibilità. Gli enormi prestiti per finanziare questo boom immobiliare, in particolare delle “cajas” (casse di risparmio) spagnole, ora non possono essere ripagati e sono risultati in un enorme operazione di salvataggio del governo.

Di conseguenza, il governo spagnolo ha creato un debito sempre più grande, finanziato con l'emissione continua di nuovi bond. Questi prestiti ha spossato le finanze pubbliche spagnole, abbassato il suo rating, e ridotto la domanda degli investitori per continuare a finanziare questa spesa di deficit.

Allo stesso tempo, la crisi ha causato un severo declino negli introiti fiscali, particolarmente nelle tasse come l'IVA (imposta sul valore aggiunto). Di conseguenza lo stato ha ricevuto meno redditi ed in risposta ora sta aumentando le imposte sui consumi per coprire il deficit (effettivo il mese prossimo). Questo aumento delle tasse, alla fine, si tradurrà in minore spesa e profitti ridotti per tutti i produttori. Renderà inoltre la Spagna un posto non molto attraente per le aziende mondiali che volessero iniziare o continuare la loro attività.

Tutti questi effetti, infine, significheranno più disoccupazione, che ci riporta alla giovane “generazione di Atlante.” Ironicamente, molti membri di questa generazione hanno una fiducia totale che il governo si prenderà cura di tutte questi problemi per loro. Scelgono di stare a casa dei genitori fino alla mezza età e rimandano il matrimonio e il farsi una famiglia fino ad oltre i 30 anni. Inoltre hanno il problema di un debito sempre più enorme, di cui alla fine dovranno occuparsi.

Se le attuali tendenze continuano, entro pochi anni in Spagna ogni impiegato dovrà pagare un pensionato della previdenza sociale. Soltanto 40 anni fa, dieci impiegati si prendevano cura di un pensionato con i loro contributi della sicurezza sociale. La generazione di Atlante, rinviando matrimonio e figli, ha peggiorato questo squilibrio tra lavoratori e pensionati. Il tasso annuale di nascite per donna fertile in Spagna è soltanto l'1,2, uno dei più bassi nel mondo e probabilmente diminuirà durante gli anni venturi.

L'unico modo per risolvere questo problema sarebbe di abbassare drasticamente le tasse, in particolare le tasse sull'occupazione. Agire in tal modo incoraggerebbe i datori di lavoro ad offrire più posti di lavoro e gli impiegati ad avere famiglie più grandi. Purtroppo, questa opzione non interessa molto i politici spagnoli, che preferiscono mantenere lo status quo socialista a prescindere da quale partito politico è al potere.

Tuesday, May 11, 2010

Volete una rivoluzione?

La crisi greca non è solo la storia del fallimento di uno stato; è anche il segnale del crollo imminente di un sistema economico basato sul debito, sul prendere in prestito dal futuro per creare l'illusione di una prosperità presente. È l'inizio della fine dell'irresponsabilità elevata a sistema e incoraggiata dai trucchi da prestigiatore delle élite finanziarie e politiche.

Chiunque dotato di semplice buonsenso sa che prendere in prestito per ripagare debiti precedenti di cui si fatica a rendere gli interessi è una follia. Ma per i nostri benefattori, i grandi sacerdoti delle banche centrali e gli illuminati leader delle potenze europee, gli adepti del mistico moltiplicatore keynesiano, questo è esattamente ciò che serve per far ripartire un'economia grippata come un motore spinto per anni oltre i suoi limiti strutturali.

Ora i greci hanno perso la fiducia nei loro governanti, ma la protesta appare in gran parte indirizzata malamente verso il mantenimento dei privilegi assurdi e insostenibili goduti nell'ultimo ventennio da una larga fetta di popolazione. Nell'articolo che segue, Bill Bonner, analista autore dell'ottimo sito Daily Reckoning, consiglia ai greci – ma anche a tutti coloro che li seguiranno nell'inevitabile domino del debito – una diversa e più logica direzione per la loro rivoluzione.
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Di Bill Bonner


“Popoli d'Europa: sollevatevi,” dice il loro striscione.

I comunisti greci sono solitamente un sicuro bastione di errori e tenebre. Le loro idee sono spaventose. Le loro proposte, assurde. L'unica cosa su cui non sbagliano è la loro opinione delle classi dirigenti – che considerano idioti.

Ma questa volta è differente. Le folle di sinistra, che ora lanciano molotov ai poliziotti di Atene, sono in posizione di vantaggio. Devono solo lavorare sul loro scopo.

L'ultima cucchiaiata di grasso finanziario è stata annunciata due settimane fa. Ad un costo di 110 miliardi di euro, l'Europa fingerà di proteggere la Grecia dai suoi creditori e gli ellenici fingeranno di mettere in ordine i loro affari finanziari. Invece, il caso greco scivolerà in una crisi più grande. Come abbiamo spiegato la settimana scorsa, tutta la moderna macro-finanza può essere compresa come un tentativo di spingere i problemi nel futuro e su persone non responsabili di averli causati. Ora vediamo la formula in azione in Europa.

I greci hanno preso in prestito soldi non potevano ragionevolmente pensare di poter ripagare. I banchieri stranieri – in gran parte francesi e tedeschi – avevano sperato di guadagnare rendimenti oltre misura assumendosi una rischio sul debito greco. Un governante giusto li lascerebbe tutti crollare, prendendoli a calci nel sedere mentre cadono. Invece, i furfanti hanno goduto del loro bottino. E, secondo i termini dell'operazione di salvataggio, si suppone che questi pazzi, dopo tutto, otterranno i loro soldi; saranno spremuti dai contribuenti di tutta Europa.

I piani delle classi dirigenti non sono solo ingiusti. Sono inattuabili. Nel corso dei tre anni futuri, la Grecia aggiungerà 50 miliardi di dollari nei deficit, stabilizzando il debito al 150% del P.I.L. Inoltre dovrà fornire 70 miliardi di dollari per ripagare il debito che maturerà nel corso dei due anni futuri. Questo è più dell'importo offerto nel salvataggio. Il che significa che la Grecia dovrà prendere in prestito più soldi fin dall'anno prossimo, innescando probabilmente un'altra crisi. In più, ci sono le altre sorelle deboli e gli altri fratelli spendaccioni nella famiglia europea. Salvarli tutti potrebbe costare fino a un trilione di euro.

Ma il problema reale è molto più profondo. È filosofico come pure matematico. Il troppo debito, come il troppo morire, non è una condizione di transizione. È una condizione terminale. Ed una volta che l'anima ha lasciato il corpo, non ha senso cercare di mantenere viva la carcassa. Alla stessa maniera, quando un debito non può essere rimborsato, non serve a nulla fingere. Quando non potete star dietro all'interesse di un debito, questo aumenta. Il debito cresce, diventando sempre più incontrollabile. È meglio ammettere appena possibile l'errore e cominciare ad organizzare i particolari del vostro funerale finanziario.

Attualmente, i greci devono un importo circa uguale al 120% del P.I.L. Grazie al salvataggio, si prevede che salga. Il piano sul tavolo arresta la crescita del debito solo dopo averlo aumentato di un altro 30% del P.I.L.

Qui c'è un problema. Oggi, i poveri greci vacillano. Che cosa accadrà quando avranno un peso ancora più gravoso? Gli imbroglioni sognano che si alzeranno, romperanno un piatto e balleranno un sirtaki. Immaginano persino che i prestatori – che avevano richiesto un rendimento fino al 18% sulle note di due anni quando Zorba si reggeva ancora in piedi – chiederanno soltanto una frazione di quella cifra dopo che si è rotto la schiena.

Facciamo finta di credere che questo sia possibile. Diciamo che la Grecia sia in grado di prendere in prestito in futuro ad un interesse di appena l'8%. Al 150% del P.I.L., questo porta il costo annuale dell'interesse (assumendo che l'intero debito fosse all'8%) a circa il 12% del P.I.L. Cioè un euro ogni 8 dovrebbe essere usato per pagare il costo del debito accumulato. La Grecia raccoglie soltanto circa il 5% del suo P.I.L. dai redditi di imposta sul reddito – neppure metà di quanto sarebbe necessario per pagare l'interesse. Si suppone che raccoglierà un altro 4% con le tasse. Già, fino al 30% dell'economia greca è fuggita nel nero per evitare la tassazione; immaginate come diventerà affollato il sommerso quando i contribuenti si renderanno conto che ogni penny che pagano d'imposta sul reddito è usato per proteggere i banchieri stranieri dalle loro insensate speculazioni. E immaginate cosa accadrà quando, invece di aggiungere il 10% al P.I.L. prendendo in prestito, i greci lo sottrarranno per ripagare il debito.

La settimana scorsa le scuole, gli aeroporti, gli ospedali ed altri servizi in Grecia sono stati interrotti. Un tumulto ha fatto scorrere il sangue. Il cinquantuno per cento dei greci ha detto che non accetteranno il programma di austerità. Gli altri vi si rivolteranno contro una volta che avranno visto come funziona. Erano abituati ad avere la loro torta ed anche a mangiarla. Ora, non l'avranno né la mangeranno più.

Sollevatevi, greci! Non avete altro da perdere che le catene del debito! Le rivoluzioni servono a questo.

Monday, March 1, 2010

Saturday, July 4, 2009

Premio Caligola - Giugno '09: polizia veronese!

Questa volta la consegna del Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa avviene con un po' di ritardo, per problemi logistici, ma poco male, perché stiamo parlando di una delle edizioni del concorso più appassionanti e combattute, conclusasi con la vittoria dell'outsider, la polizia di Verona, e la disfatta di uno dei favoriti, l'Imperat. Gr. Figl. di Putt. Obama I, che ha pagato la sua per ora ancora scarsa esperienza raccogliendo un misero 7%. Che fosse questo il “test” di cui parlava Biden? Chissà, nel frattempo, per rimediare alla sconfitta, il presidente pacifista ha pensato bene di lanciare in Afghanistan una delle più grandi operazioni di terra della storia.

Ma lasciamo Obama al suo Risiko, e occupiamoci piuttosto dei trionfatori, i baldi agenti di Verona, che senza alcun timore reverenziale hanno affrontato a viso aperto i più blasonati avversari. Il loro geniale piano per incastrare i clienti delle prostitute, nella sua lineare semplicità, ha conquistato i cuori degli e/lettori del Gongoro per la sua efficacia nel palesare la vera natura della polizia di stato. un grazie quindi all'affezionato lettore Gatto Rognoso che ha segnalato la notizia alla giuria del premio.

Menzione d'onore per l'Unione Europea, il favorito numero uno che ha lottato fino alla fine e si è dovuto accontentare della seconda piazza, staccato di un solo punto percentuale. Evidentemente al loro piano sicurezza, seppur ambizioso, è mancato quel pizzico di fantasia, quello slancio creativo che distingue i veri campioni. Ma siamo certi che già nel prossimo futuro i nostri benefattori europei sapranno rifarsi alla grande: le qualità ci sono tutte, una volta acquisita la necessaria fiducia nei propri mezzi ci daranno grandi soddisfazioni.

Chiudiamo dunque questa edizione con la targa ricordo e il Do it yourself: Suicide! già sulla strada per la città dell'amore negato, che ringraziamo per averci dimostrato una volta di più qual è la vera minaccia al pacifico svolgersi delle nostre vite.

Thursday, June 25, 2009

Premio Caligola - Giugno '09

C'è poco da fare, il potere è un gran bel vizio. Come si fa a non abusarne? E infatti anche questa volta, nonostante persistenti problemi di connessione, abbiamo tre degni candidati per il Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa, un concorso che è anche la cartina di tornasole che ci illustra a che punto della strada per la schiavitù ci troviamo. Un punto piuttosto avanzato, direi, se la polizia di Verona arriva a corrompere una prostituta per “incastrare” un suo cliente. In casi come questo sorge spontanea la domanda: cosa ha a che fare questo con il “servizio di sicurezza” che si suppone staremmo pagando? Ovviamente nulla: è solo che il potere, appunto, piace, e non basta mai. Proprio come la roba per la prostituta di Verona.

Sempre a proposito di sicurezza, che dire delle proposte della UE? Un programma che pare uscito dalle pagine di Orwell, che si propone di controllare tutto e tutti con ogni mezzo a disposizione, perché nulla possa rimanere nascosto allo sguardo benevolo del regolatore. Se posso fare un'ipotesi, immagino che la scelta della prostituta da corrompere potrebbe diventare così più accurata: già mi sento molto più sicuro, ho solo strane sensazioni quando vado in bagno.

Mania di controllo, si diceva. Ecco allora colui che pare destinato ad esser ricordato come uno dei più grandi control-freak della storia. L'impresa che gli ha garantito un posto nel nostro terzetto di campioni è il piano di revisione delle regole finanziarie, un piano che, privo di qualsiasi base economica solida promette di caricare costi insostenibili soprattutto su banche e finanziarie di piccola dimensione, quelle cioè che hanno in generale meno responsabilità per la crisi. Tante belle parole sull'equità e sulla solidarietà, poi chissà com'è la famosa ridistribuzione distribuisce sempre dai più poveri ai più ricchi. È davvero uno dei misteri della natura.

Ma ora è il momento di un altro mistero glorioso, quello dell'organismo collettivo che esprime la sua volontà. Evochiamo ancora una volta il corpo mistico della collettività, in comunione con il tutto che è uno e uno per tutti, abbandoniamoci al fetido abbraccio della Bestia. In una parola: votiamo!
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Verona, trappola da marciapiede


Era andato a Verona per una cena, e sulla via del ritorno ha scorto in un viale frequentato da prostitute, una sua giovane amica, anch'essa mantovana, tossicodipendente, stazionante sul marciapiede in attesa di clienti. Ma il breve dialogo di circostanza è stato interrotto dall'arrivo della Polizia, che nel tentativo di multarlo ha addirittura sfidato il codice.

Il fatto è avvenuto venerdì sera, quando un cinquantenne di città, M.C., pubblico funzionario, si è recato a Verona in un ristorante brasiliano gestito da alcuni suoi conoscenti. Una cenetta di prammatica in vista delle imminenti vacanze che l'uomo sta per trascorrere in terra carioca. Sulla via del ritorno, transitando per i viali attigui alla stazione Fs di Porta Nuova, ha scorto una sua malinconica conoscenza: R. C., 28enne, anch'essa di Mantova, (sebbene oggi residente a Zevio), tossicodipendente con qualche precedente penale per reati di microcriminalità afferenti al consumo di droga.


Un'amicizia disinteressata, che nulla ha a che fare con la "professione" che suo malgrado la giovane amica è costretta a esercitare nel capoluogo scaligero per far fronte alla impietosa "scimmia" - come si dice in gergo l'assuefazione da sostanze stupefacenti.


Ma il breve conciliabolo dal finestrino dell'automobile non passa inosservato alle forze dell'ordine veronesi: un'auto della polizia davanti e un furgoncino di agenti dietro stoppano il presunto "cliente". Al quale da subito viene contestato il reato di "adescamento", secondo le restrittive disposizioni anti-prostituzione imposte dal sindaco veronese Flavio Tosi. Ma l'accusa non regge. Il 50enne protesta. Manifesta la conoscenza diretta della giovane prostituta sciorinandone il nome, la residenza, persino il nome dei genitori di lei...


In breve, tutto dovrebbe sortire il chiarimento richiesto, ma agli agenti le spiegazioni non bastano. Perquisiscono anche la giovane prostituta, senza però trovare elementi per un fermo. Alla fine congedano l'uomo che riprende la via di casa. Ma qui, mentre questi si trova alle porte di Mantova, viene raggiunto da una telefonata dell'amica: "Sai, i poliziotti volevano che ti incastrassi e negassi di conoscerti; in tal modo ti avrebbero dato una multa di 500 euro per esserti fermato con me", dice, lasciando capire che, in cambio, non l'avrebbero ostacolata per un pò nella sua professione. Insomma, una vera "trappola da marciapiede", cui i clienti habituè (o innocenti amici) delle lucciole scaligere devono abituarsi.

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Proposte UE per la sicurezza pericolosamente “autoritarie”


I ministri della giustizia europei s'incontreranno il 15 luglio per discutere sulle “politiche di sicurezza interna” e sulle proposte della rete di sorveglianza, conosciute nelle cerchie di Bruxelles come “programma Stoccolma,” allo scopo di chiudere i lavori sulla prima politica di sicurezza interna dell'UE per la fine del 2009.

Jacques Barrot, il commissario europeo per la sicurezza e la giustizia, ieri ha dichiarato pubblicamente che lo scopo era di “sviluppare una strategia di sicurezza interna per l'UE,” considerata una volta come una zona politica rigorosamente di ambito nazionale.

“Le frontiere nazionali non dovrebbero più limitare le nostre attività,“ ha detto.
Mark Francois, portavoce conservatore in Europa, ha richiesto “chiarezza immediata su dove si pone il governo in merito.”

“Queste sono proposte potenzialmente pericolose in grado di interferire nella sicurezza interna della Gran-Bretagna,” ha detto.

“Il caos e la divisione nel governo di Gordon Brown sta paralizzando la capacità della Gran-Bretagna di far sentire la sua voce in Europa.”

I critici dei programmi sostengono che i passi per creare una nuova “architettura del sistema d'informazione” di banche dati della polizia e di sicurezza a livello europeo creeranno “uno stato di sorveglianza.”

Tony Bunyan, della Rete Europea per le Libertà Civili (ECLN), ha avvertito che i funzionari della sicurezza della UE stanno cercando di sfruttare uno “tsunami digitale” di nuova tecnologia dell'informazione senza farsi “ prima delle domande politiche e morali.”

“Un apparato di sicurezza interno ed esterno sempre più specializzato sta crescendo sotto gli auspici dell'UE,” ha detto.

Bunyan ha suggerito che le attuali e nuove proposte porteranno ad un registro delle carte d'identità UE, a sistemi per controllare Internet, ad una sorveglianza satellitare, a sistemi automatizzati di uscita-entrata ai confini azionati da macchine capaci di leggere la biometria e di calcolare i rischi.

“Tra cinque o dieci anni quando avremo lo stato della sorveglianza e delle banche dati la gente guarderà indietro e si chiederà, “che cosa facevate nel 2009 per fermare questo evento?,” ha detto Bunyan.

I gruppi per le libertà civili sono specialmente preoccupati dalle proposte sulla “convergenza” che preannunciano tecniche europee standardizzate di sorveglianza e permettono una scelta di sistemi comuni per la raccolta di dati da azionare a livello comunitario.

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Obama presenta una revisione radicale delle regole finanziarie


Il presidente Barack Obama ha proposto la più radicale revisione del sistema di regolamentazione finanziaria degli Stati Uniti da 75 anni, nel tentativo di correggere una “cascata di errori” che ha rovesciato società finanziarie importanti, congelato i mercati del credito e distrutto in tutto il mondo 26,4 trilioni di dollari in valore di mercato dei titoli.

La proposta, di cui gran parte sarà sottoposta all'approvazione del Congresso, aggiunge uno strato supplementare di regolamentazione per le più grandi ditte finanziarie.
Creerebbe un'agenzia per controllare i prodotti finanziari, renderebbe la Federal Reserve supervisore di aziende ritenute troppo grandi per cadere, e sottoporrebbe gli hedge fund e i fondi d'investimento privati all'accurato esame federale.

“Questo è stato il fallimento di un intero sistema,” ha detto Obama ad un evento alla Casa Bianca a cui hanno partecipato i leader del Ministero del Tesoro, della Fed e di altre agenzie regolarici. “Un'assenza di controllo ha generato un abuso sistematico e sistemico.”

L'annuncio segna l'inizio di quella che promette di essere una battaglia politica che probabilmente farà cambiare il piano del presidente, con i repubblicani che lo criticano come un'espansione del potere del governo nell'economia. Obama, che ha definito la “radicale revisione” delle regolamentazioni una delle sue massime priorità interne, ha detto che vuole firmare la legislazione per la fine dell'anno.

La proposta dell'amministrazione viene dopo un anno di shock a Wall Street e di prosciugamento del credito che hanno contribuito alla peggior recessione degli Stati Uniti in mezzo secolo. Da settembre, il governo è stato costretto a spendere miliardi di dollari per salvare ditte come Citigroup Inc., Bank of America Corp., American International Group Inc, General Motors Corp. e le istituzioni finanziarie immobiliari Fannie Mae e Freddie Mac.

Sunday, April 26, 2009

Disintossicati dalla repressione

Il Cato Institute ha pubblicato un libro bianco di Glenn Greenwald – avvocato costituzionale e collaboratore di Salon.com, autore di A Tragic Legacy (2007) e di How Would a Patriot Act? (2006) – sulla depenalizzazione delle droghe in Portogallo ed i suoi effetti. Sorpresa: il consumo di droga non è aumentato, Lisbona non è diventata un ricettacolo di tossici, e ovviamente tribunali e polizia hanno potuto così occuparsi di crimini veri, e non di punire chi si fa per i fatti suoi, senza danneggiare nessuno.

Come sempre, ogni volta che l'apparato repressivo si ritira dalle attività umane, ciò che emerge è uno spiraglio di luce proveniente da un mondo migliore, più libero, più tollerante e, soprattutto, possibile.
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Depenalizzazione della droga in Portogallo:
una lezione per la creazione di politiche sulla droga giuste e di successo


Di Glenn Greenwald


Il 1° luglio 2001 entrava in vigore in Portogallo una legge nazionale che depenalizzava tutte le droghe, comprese cocaina ed eroina. Nel nuovo quadro giuridico, tutte le droghe sono state “depenalizzate,” non “legalizzate.” Quindi, il possesso per uso personale e l'uso stesso della droga sono ancora proibiti legalmente, ma le violazioni di quelle proibizioni sono considerate esclusivamente amministrative e sono state quindi rimosse completamente dal regno criminale. Il traffico di droga continua ad essere perseguito come delitto.

Mentre altri stati dell'Unione Europea hanno sviluppato varie forme di depenalizzazione de facto – per cui le sostanze percepite come meno pesanti (come la cannabis) conducono raramente al procedimento penale – il Portogallo rimane l'unico stato membro della UE con una legge che definisce esplicitamente “depenalizzate” le droghe. Dato che più di sette anni sono ora trascorsi dalla promulgazione del sistema di depenalizzazione del Portogallo, ci sono ampi dati che permettono di valutare i suoi effetti.

Da notare che in Portogallo la depenalizzazione è diventata sempre più popolare dal 2001. Tranne alcuni politici di estrema destra, pochissime fazioni politiche nazionali spingono per un'abrogazione della legge del 2001. E anche se c'è una percezione diffusa che debbano essere fatti dei cambiamenti burocratici alla struttura della depenalizzazione portoghese per renderla più efficiente ed efficace, non c'è un vero dibattito per criminalizzare nuovamente le droghe. Più significativamente, nessuno degli scenari da incubo suggeriti prima della promulgazione dagli avversari della depenalizzazione – dall'aumento sfrenato nel consumo di droga fra i giovani alla trasformazione di Lisbona in un porto sicuro per i “turisti della droga” – si è verificato.

Il consenso politico per la depenalizzazione non è sorprendente alla luce dei dati empirici relativi. Quei dati indicano che la depenalizzazione non ha avuto effetti negativi sui tassi del consumo di droga in Portogallo, i quali, in numerose categorie, sono ora fra i più bassi della UE, specialmente se paragonati agli stati con i più severi regimi di criminalizzazione. Anche se i tassi del consumo post-depenalizzazione sono rimasti approssimativamente gli stessi o sono persino diminuiti un po' rispetto ad altri stati della UE, le patologie correlate alla droga – come le malattie trasmesse sessualmente e le morti dovute all'uso di droga – sono diminuiti drammaticamente. Gli esperti in politiche sulla droga attribuiscono queste tendenze positive all'aumentata capacità del governo portoghese di offrire programmi di cura ai propri cittadini – aumento permesso, per diversi motivi, dalla depenalizzazione.

Questo rapporto comincia con un esame della struttura portoghese di depenalizzazione come disposta nella legge e nei termini di come funziona in pratica. Inoltre è esaminato il clima politico in Portogallo sia prima che dopo la depenalizzazione riguardo alle politiche sulla droga, e l'impeto che ha condotto la nazione ad adottare la depenalizzazione.

Il rapporto valuta quindi la politica portoghese sulla droga nel contesto dell'approccio della UE verso le droghe. I diversi quadri giuridici, così come la tendenza generale verso la liberalizzazione, sono esaminati per permettere una valutazione comparativa significativa fra i dati portoghesi ed i dati di altri stati della UE.

Il rapporto presenta inoltre i dati riguardanti le tendenze relative alla droga in Portogallo sia prima che dopo la depenalizzazione. Gli effetti della depenalizzazione in Portogallo sono esaminati sia in termini assoluti che rispetto ad altri stati che continuano a criminalizzare le droghe, specialmente all'interno della UE.

I dati indicano che, secondo virtualmente ogni metro, la depenalizzazione portoghese è stata un successo clamoroso. In questo successo si trovano delle lezioni manifeste che dovrebbero guidare i dibattiti sulle politiche sulla droga in tutto il mondo.

Download the Full White Paper (PDF) (4 MB)
Drug Decriminalization in Portugal: Lessons for Creating Fair and Successful Drug Policies, Cato White Paper

Wednesday, April 1, 2009

Premio Caligola - Marzo '09: Porritt!

Incuranti dei problemi tecnici e del ridotto tempo a disposizione per votare, anche stavolta gli e/lettori del Gongoro hanno partecipato numerosi ed entusiasti al rito del voto, dimostrando un'invidiabile maturità: non sfugge loro, evidentemente, l'importanza del voto come atto supremo del cittadino coscienzioso. D'altro canto, ha di certo aiutato lo spessore delle candidature, in particolare quella del vincitore dell'ambito Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa, il consigliere verde britannico Jonathon Porritt, che ha raccolto il 55% dei voti imponendo un pesante distacco agli altri concorrenti, che pur non hanno sfigurato.

Ha ottenuto infatti un buon riscontro di pubblico la legge anticappuccio del governo greco (31%), ovvero la cabarettistica risposta governativa alla sommossa popolare degli ultimi mesi. Un giusto e dovuto riconoscimento per una gag d'alta scuola che avrebbe meritato il premio ed ha dovuto cedere solo dinanzi alla classe di Jonathon “Antiuomo” Porritt.

Solo l'ultimo gradino del podio, invece, per l'anticornetto romano Davide Bordoni, che ha ricevuto solo il 13% delle preferenze. Eppure la sua guerra contro i piccoli peccati di gola nelle ore notturne illustra splendidamente la vera funzione sociale del politico: distruggere tutto ciò che rende più dolce la vita su questo sfortunato pianeta, rendere peccato-reato – e quindi privilegio di pochi – ogni nostra piccola gioia quotidiana. Ringraziamo dunque Bordoni per questo.

Il kit
Do it yourself: Suicide! è stato spedito a , completo di targa ricordo, è già stato spedito al vincitore, che invitiamo alla coerenza e quindi a dare un seguito pratico alle sue teorie: se pensa che essere di meno al mondo sia fondamentale, ce lo dimostri con l'esempio. Chissà, magari ci convince.

Thursday, March 26, 2009

Premio Caligola - Marzo '09

I problemi di connessione hanno intralciato anche i lavori della giuria del Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa, che questo mese arriva con un po' di ritardo: ci sarà meno tempo per votare, ma il rito democratico potrà essere celebrato anche questa volta. Ed è un sollievo, perché i candidati sono stati ancora una volta capaci di prestazioni all'altezza.

Per cominciare, e ormai è un classico, uno dei tanti provvedimenti a cui i “nuovi poteri” dei comuni ci hanno abituati, e parlo del “divieto di cornetto” dell'assessore al Commercio di Roma Davide Bordoni. Tranquilli, non si tratta di una nuova politica sulla fedeltà coniugale – non ancora, perlomeno – ma del disgustoso divieto di vendere cornetti e gelati nelle ore notturne. Un perfetto esempio di come l'unico metodo che questi dittatori in erba sappiano usare nell'affrontare qualsiasi problema è il divieto di ogni piccolo piacere quotidiano, colorando così la nostra cosiddetta democrazia di tinte parodisticamente religiose.

Anche il nostro secondo concorrente si presenta con un classico del Premio, ovvero il “problema demografico,” ed ovviamente proviene dalla Gran Bretagna. Si tratta di Jonathon Porritt, consigliere verde di Gordon Brown, e la sua proposta di riduzione della popolazione, seppur poco originale, gli assicura la candidatura per almeno due motivi: il primo è la completezza della sua performance. Troviamo infatti nell'articolo del Times praticamente tutti i temi tradizionali della più fondamentalista dottrina verde: scientismo, terzomondismo, pauperismo, ingegneria sociale, il tutto generosamente condito di strabordante arroganza. Il secondo motivo è la verità che involontariamente Porritt ci rivela: tali sedicenti “adoratori della natura” in realtà la natura – in primis quella umana – la odiano. Non accettano la vita come così come offerta dalla natura, sono convinti di doverla piegare alla propria pianificazione “illuminata,” non rispettano la legge naturale ma osservano dall'alto in basso gli altri esseri viventi e ne vogliono – munificamente – decidere le sorti.

Chicca finale, la risposta ellenica alla rivolta popolare dei mesi scorsi, una legge che ha suscitato ilarità generale anche oltre i confini greci. Il governo greco sta infatti promulgando una norma che mette fuorilegge cappucci e passamontagna. I dettagli della legge non sono ancora chiari – si prospettano massicce retate sulle piste da sci e coprifuoco nelle giornate di pioggia – ma non può sfuggire l'assoluta inadeguatezza, e il senso di irrealtà che ne deriva, di chi vorrebbe risolvere le questioni suscitate dai più gravi disordini di piazza dai tempi della dittatura militare vietando alla gente di coprirsi il volto. È anche vero, però, che per risolvere i problemi alla radice avrebbe dovuto usare il nostro kit, che a questo punto gli auguriamo sinceramente di vincere.

Adeste fidelis, votate e ricordate: affrettatevi, per la cerimonia di marzo il rito è abbreviato.

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Roma: «coprifuoco» per gelati e cornetti caldi.


ROMA - E dopo l'una di notte, mai più. Mai più cornetto caldo dal fornaio verso l'alba, niente gelati artigianali tirando tardi nelle serate primaverili, o un pezzo di pizza e una birra alle ore piccole. Cambiano le regole della «movida» notturna romana e non solo nel centro storico: dalla metà di marzo i laboratori artigianali dovranno chiudere un'ora dopo la mezzanotte in tutta la città. All'interno del locale si potrà continuare a lavorare, ma niente più vendite fino alle cinque del mattino e oltre. E «per laboratorio artigianale — puntualizza l'assessore al Commercio Davide Bordoni — si intende cornettifici, paninerie, panifici, gelaterie, yogurterie, friggitorie, pizze a taglio... L'una di notte ci sembra un orario congruo, che permette di esercitare bene la propria attività e che dovrebbe soddisfare tutti».

Anche se in realtà non è così: gli abitanti del centro chiedevano che le serrande dei laboratori fossero abbassate alle 22 «come in tutta Europa»; i titolari di bar e ristoranti volevano come orario massimo di apertura per questo tipo di attività la mezzanotte. Un cornetto caldo di notte o all'alba? «Va bene la mattina a colazione», per Viviana Piccirilli Di Capua, leader degli abitanti del centro. «Si può andare al bar, oppure al forno alle sei di mattina — è la risposta di Dino Gasperini, il delegato del sindaco Gianni Alemanno per il centro storico — Il problema è che i laboratori artigiani con la scusa di questa dizione vendevano alcol, vino e birra ben oltre le due di notte, quando chiudono i bar e i ristoranti». «Non c'era alcuna regola — aggiunge ancora l'assessore Davide Bordoni — la legge regionale prevede addirittura la chiusura alle 22 di notte, noi gli diamo la possibilità di restare aperti fino all'una. Sono laboratori, possono continuare a lavorare. Ma chi vendeva kebab o piazza al taglio stava aperto fino all'alba e creava problemi di sicurezza e di ordine pubblico». La decisione del Campidoglio arriva esattamente alla vigilia dello scadere di altri divieti: da domani sera, infatti, nei luoghi del divertimento serale della capitale, da Campo de' Fiori a San Lorenzo, da Trastevere a Testaccio, dopo quasi due mesi si ritorna alla vendita di bevande in bottiglia e di alcolici anche dopo le nove di sera. Erano stati proibiti il 17 gennaio, in seguito alle risse di Campo de' Fiori. «Dopo un periodo di forte stretta per rimettere in tranquillità Campo de' Fiori — ha spiegato Gianni Alemanno — pensiamo di poter allentare per non creare problemi agli albergatori e agli esercizi commerciali. Ma se c'è una ripresa della "movida" incontrollata, torneremo alla situazione precedente». E l'opposizione ironizza: «Si priva Roma della tradizione del cornetto o del gelato — afferma il capogruppo del Pd Umberto Marroni — e si ridà l'alcol in bottiglia. Ormai le ordinanze sono in base agli umori degli assessori ».

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La popolazione britannica deve scendere a 30 milioni, dice Porritt


Jonathon Porritt, uno dei principali consiglieri verdi di Gordon Brown, avvertirà che la Gran-Bretagna deve drasticamente ridurre la sua popolazione se vuole costruire una società sostenibile.

La richiesta di Porritt verrà fatta alla conferenza annuale di questa settimana della Optimum Population Trust (OPT), di cui è mecenate.

L'associazione rilascerà una ricerca che suggerisce che la popolazione britannica dev'essere portata a 30 milioni se il paese vuole alimentarsi in modo sostenibile.

Porritt ha detto: “La crescita demografica, più lo sviluppo economico, sta mettendo il mondo sotto una terribile pressione.

“Ogni abitante della Gran Bretagna ha molto più effetto sull'ambiente di quelli dei paesi in via di sviluppo, quindi tagliare la nostra popolazione è un modo per ridurre quell'effetto.”

La crescita demografica è uno dei problemi ambientali politicamente più sensibili. Le questioni che solleva, comprese la religione, la cultura e le politiche sull'immigrazione, si sono dimostrate troppo tossiche per la maggior parte dei gruppi verdi.

Tuttavia, Porritt sta conquistando sostegno scientifico. Il professor Chris Rapley, direttore del Museo della Scienza, userà il congresso dell'OPT, che si terrà alla Società Statistica Reale, per avvertire che la crescita demografica potrebbe contribuire a far deragliare i tentativi di tagliare le emissioni di gas serra.

Rapley, che precedentemente ha guidato l'indagine antartica britannica, ha detto che l'umanità stava emettendo ogni anno l'equivalente di 50 miliardi di tonnellate di CO2 nell'atmosfera.

“Dobbiamo tagliarla dell'80% e la crescita demografica lo renderà molto più difficile,” ha detto.

Tali opinioni sulla popolazione hanno spaccato il movimento verde. George Monbiot, un autore prominente sulle questioni verdi, ha criticato i sostenitori del problema demografico, spiegando che l'“implacabile” sviluppo economico è una minaccia maggiore.

Molti esperti credono che, dal momento che gli europei e gli americani hanno un effetto tanto squilibrato sull'ambiente, il mondo trarrebbe giovamento più dalla riduzione delle loro popolazioni che di quelle dei paesi in via di sviluppo.

Questo fa parte del pensiero dietro la richiesta dell'OPT che la Gran-Bretagna tagli la popolazione a 30 milioni – approssimativamente dov'era nella tarda epoca vittoriana.

Si calcola che la popolazione della Gran Bretagna crescerà dagli attuali 61 ai 71 milioni entro il 2031. Alcuni politici sostengono una riduzione.

Phil Woolas, il ministro dell'immigrazione, ha detto: “Non potete avere sostenibilità con un aumento della popolazione.”

Il leader conservatore, David Cameron, inoltre ha suggerito i bisogni della Gran Bretagna “una strategia coerente” sulla crescita demografica.

Malgrado queste osservazioni, tuttavia, questo fine settimana sia il governo che i portavoce dei conservatori hanno preso le distanze da ogni politica demografica.

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Il governo greco vuole arrestare i dimostranti che portano cappucci o maschere


Il governo greco ha detto mercoledì di voler dare alla polizia il potere di arrestare i dimostranti che portano cappucci o maschere.

L'obiettivo sarebbe di ridurre la violenza pubblica che è seguita ai gravi tumulti della fine dell'anno scorso, ha detto il governo.

I funzionari del ministero della Giustizia hanno detto che il progetto di legge sarà presentato al Parlamento nelle prossime settimane.

La Grecia è stata turbata in dicembre dai tumulti seguiti all’uccisione da parte della polizia di un ragazzo di 15 anni.

Da allora, la violenza dei gruppi anarchici e gli attacchi dei militanti di estrema sinistra hanno generato un dibattito sulle regole su sorveglianza e privacy in un paese tradizionalmente tollerante delle dimostrazioni pubbliche.

Ma gli attacchi dai gruppi locali anarchici alle proprietà del governo ed altri obiettivi considerati simboli del capitalismo sono diventati sempre più comuni ad Atene.

L'ufficio centrale di Atene di un deputato conservatore è stato fatto oggetto di incendio doloso, che ne ha danneggiato l'entrata ma non ha provocato feriti, ha rivelato la polizia mercoledì sera.

Il deputato, Kyriakos Mitsotakis, è il figlio di un ex primo ministro e fratello del ministro degli affari esteri Dora Bakoyannis, entrambi conservatori.

Il venerdì, giovani anarchici incappucciati con asce e mazze hanno attaccato il quartiere dello shopping dell'alta società di Atene, danneggiando più di 60 negozi.

“Quello che è accaduto venerdì è stata l'ultima goccia. Questo non può più continuare,„ ha detto mercoledì il portavoce parlamentare conservatore Panos Panayiotopoulos. “Deve finire adesso. Questo significa che qualcosa dev’essere fatto: devono essere approntate delle misure e quelle misure devono essere efficaci.„

I partiti d’opposizione hanno criticato la proposta come tentativo di distrarre l'attenzione del pubblico dalla sicurezza inadeguata.

“Santo cielo, davvero pensano che questo genere di misura risolva il problema?„ l’anziano socialista Evangelos Venizelos ha detto al Parlamento.

Il governo ha promesso di riorganizzare parti della forza di polizia, con l’aiuto della polizia di Londra, a seguito dei tumulti di dicembre.

Molti legislatori conservatori stanno richiedendo una revisione del divieto per la polizia di entrare nei campus universitari - dove i rivoltosi si rifugiano spesso - e di vaste limitazioni per quanto riguarda l'uso della videosorveglianza.

Tuesday, December 9, 2008

Το αίμα κυλάει, εκδίκηση ζητάει

“Il sangue scorre, vendetta vuole,” questo lo slogan scandito dagli studenti greci nelle tante manifestazioni seguite all'uccisione da parte di un poliziotto del quindicenne Alexi Grigoropoulos. Ma la vendetta, non potendo compiersi sull'assassino, colpisce tutto ciò che la massa trova a portata di mano, senza far distinzione tra stazioni di polizia e negozi di privati cittadini, assumendo l'inquietante aspetto di un'autopunizione.

È il trionfo del caos, pervicacemente voluto dal potere che da tempo lavorava proprio per questo, aumentando, senza validi motivi, la presenza della polizia nel quartiere più frequentato da studenti e a più alta densità antiautoritaria in attesa dell'inevitabile scintilla, che puntuale è arrivata, dando il via alla rabbia ed alla violenza distruttrice che covavano, figlie di un crescente disagio, sotto la calma apparente della normalità.

Si può pensare che tutto ciò sia l'involontario risultato di una serie di errori e di coincidenze, e in una certa misura sicuramente è così. Ma è necessario anche chiedersi per quale motivo si è voluta creare e rendere percepibile una tale spaccatura tra i cosiddetti tutori dell'ordine e gli studenti, i primi reclutati nelle campagne disagiate, i secondi spesso figli di famiglie privilegiate – come la giovane vittima – praticamente “costretti” allo scontro dopo averli ammucchiati nello stesso quartiere.

Obbligati a specchiarsi gli uni negli altri hanno scoperto di odiarsi: per lo sbirro l'invidia del mondo studentesco ovattato e gaudente, per lo studente il disprezzo per l'ignoranza dello sbirro, per la sua sottomissione, e insieme la rabbia per la sua impunità. Nel quadriennio 2003-2007, su 238 denunce a carico di agenti di polizia, solo una è risultata nell'espulsione dal corpo, mentre solo 127 casi sono giunti alla fase del processo, per solo due condanne. Questo non è un caso, ma il risultato di scelte politiche ben precise.

Il “manuale” massonico A Bridge to Light (pubblicato nel 1988 dal Supremo Consiglio del Rito Scozzese) ci ricorda della teoria di Albert Pike secondo cui le crisi e i disordini “renderanno possibile, ed alla fine realizzeranno, il Sacro Impero della vera Fratellanza Massonica.” Da cui il motto massonico “Ordo ab Chao,” l'ordine dal caos. Un nuovo ordine che dovrà nascere dal travaglio provocato dal precedente, e che sarà alfine invocato dai suoi stessi sudditi, inermi e sconvolti dal crollo del sistema, e pronti a cedere ogni residua libertà in cambio di pace e sicurezza.

Monday, December 1, 2008

Premio Caligola - Novembre '08: Van Dijken!

Quasi un plebiscito, in questa edizione del Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa. Proprio così, i lettori del gongoro hanno tributato un 76% di preferenze al socialista olandese Marjo Van Dijken, un nome d'artista per un virtuoso del potere, che vorrebbe poter decidere chi è degno di procreare e chi no (visti i risultati, si potrebbe anche concludere che difficilmente sua madre lo era, ma questo è un altro discorso). Un trionfo meritato, comunque, considerato che una volta ottenuto tale potere la società si trasformerebbe in allevamento di bestiame.

Al secondo posto il governo inglese, la cui proposta di togliere la patente dopo due infrazioni per eccesso di velocità ha conquistato un onorevole 17%. Ha forse pesato sul risultato il fatto che ormai sempre più persone stanno rinunciando all'automobile, a causa di costi diventati quasi insostenibili. A questo punto l'idea britannica potrebbe persino essere gradita, come dire, un bel modo per chiudere la propria carriera automobilistica sfrecciando a 150 all'ora per le vie cittadine: poi prendetevi la licenza e chi s'è visto s'è visto!

Tra questi campioni l'esordiente iraniano ha faticato non poco, ma un seppur misero 5% è comunque un buon viatico per, speriamo, più fruttuose future partecipazioni.

La targa ricordo e il kit
Do it yourself: Suicide!, corredato stavolta da un cd con la colonna sonora di MASH (come suggerito dall'inviato da Laputa), perfetto sottofondo per accompagnare degnamente l'addio a questo mondo crudele del campione olandese: siamo certi che si sacrificherà volentieri e darà l'esempio per il nobile scopo di ridurre la sovrappopolazione.

Sunday, November 23, 2008

Premio Caligola - Novembre '08

Nel mese della votazione più importante al mondo dopo quella del Premio Caligola - Il potere gli ha dato alla testa, torniamo a proporre ai nostri lettori la solita selezione di eccessi da sbornia di potere, unica merce di cui non c'è mai scarsità dato che ogni paese dotato di governo ne produce sempre in abbondanza. E infatti questa edizione vede due candidati alla loro prima partecipazione.

Il primo è Marjo Van Dijken, socialista del PvDA olandese, che propone, udite udite, il divieto di procreazione per quelle madri che lo stato giudicherà inadatte. Condita dai soliti buoni propositi e dalla solita stucchevole political correctness, questa proposta di legge rievoca fantasmi malthusiani che sempre più infestano le stanze del potere in tutto il mondo. Del resto il controllo delle nascite, il potere di decidere chi e quanto deve procreare è l'ultima frontiera, il sogno segreto di ogni Stranamore in erba, esacerbato da quei miliardi di spermatozoi che, dispettosi, sfuggono al suo paterno controllo.

La seconda new entry arriva dall'Iran, e si tratta del procuratore generale che, apprendiamo, ha bloccato l'accesso a più di cinque milioni di siti web, una specie di record. Il genere di siti caduti sotto la scimitarra censoria del paese islamico varia dalla pornografia alla semplice informazione, con grande scorno dei molti entusiasti utenti iraniani. Di solito la repressione del dissenso si trasforma in un boomerang per i governi che vi indulgono, se vi si aggiunge l'oscuramento di polpe femminili la miscela potrebbe essere esplosiva. Chissà.

A completare il nostro terzetto un candidato da un paese che ci sta davvero offrendo grandi soddisfazioni, un vero habitué del Premio Caligola: la Gran Bretagna. Questa volta il governo inglese ha deciso di dichiarare guerra agli automobilisti, categoria invero sempre più vessata dai governi di mezzo mondo: la proposta è di disabilitare alla guida chi violasse due volte il limite di velocità. Chi va piano va sano e va lontano, sembra intendere il legislatore, ma immaginate che bellezza quando nei registri del governo cominceranno a crollare gli introiti delle tasse automobilistiche: forse si passerà a tassare le suole.

A voi la decisione dunque, il vostro voto è importante, è un vostro diritto ma soprattutto un dovere verso la collettività: non sottraetevi alle vostre responsabilità!
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Guardiani dei non nati

Di Khaled Diab


Nei Paesi Bassi le donne considerate madri inadatte dallo stato dovranno essere condannate alla contraccezione per un periodo prescritto di due anni, secondo un progetto di legge all'esame del Parlamento olandese.

La legislazione proposta punirebbe inoltre i genitori che la sfidassero togliendo loro il figlio appena nato. “Designa come bersaglio coloro che sono stati soggetti a interventi giudiziari per essere stati cattivi genitori,“ ha spiegato l'autore della legge Marjo Van Dijken del PvDA socialista. “Se qualcuna rifiuta la contraccezione e rimane incinta, il bambino dev'esserle tolto subito dopo la nascita.”

Quando vedo come alcuni genitori curano i loro bambini e incontro adulti che vorrebbero non esser mai nati a causa degli abusi che hanno sopportato da piccoli, capisco da dove nasca l'idea di Van Dijken, ma la soluzione da lui proposta mi colpisce come davvero troppo draconiana.

Infatti, ho dubbi seri circa le implicazioni di questa legge proposta, e suscita un fiume di domande nella mia mente. È davvero il ruolo dello stato proteggere i non nati ed ha il diritto di controllare il corpo delle persone in tale maniera e di privarle del diritto fondamentale di procreare? Cos'è accaduto alla presunzione di innocenza? Solo perché un genitore è stato cattivo con un bambino, significa che ripeterà l'offesa?

Abbiamo il diritto di esercitare la “giustizia” preventiva – e potrebbe questo essere il primo passo verso un approccio “minority report” al precrimine genitoriale? E, forse, data l'inclinazione olandese per l'ingegneria sociale, questo potrebbe risultare essere il preludio per rendere il genitore una professione, dove nel lontano futuro soltanto a “madri” e “padri” certificati e addestrati verrà concesso di allevare i bambini in speciali strutture.

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L'Iran blocca l'accesso a più di cinque milioni di siti web


“I nemici cercano di assalire la nostra identità religiosa sfruttando internet,” ha detto Abdolsamad Khoram Abadi, un consigliere del procuratore generale iraniano, citato dal giornale Kargozaran.

Internet “infligge danni sociali, politici, economici e morali, il che è preoccupante,” ha detto, aggiungendo che “il vizio sociale causato da Internet è maggiore di quello della rete satellitare,” ha riportato l'agenzia di notizie Mehr.

Con circa 21 milioni di utenti, Internet è ampiamente popolare in Iran, che i funzionari del ministero dell'informazione dicono essere fra i 20 paesi con maggiore utenza.

Negli ultimi anni, agli internet service provider è stato ordinato di bloccare l'accesso a siti politici, sui diritti umani e delle donne, e siti e blog che esprimono dissenso o ritenuti pornografici e anti-islamici.

Il divieto inoltre ha colpito popolari siti sociali della rete come Facebook e YouTube, così come siti di notizie.
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D
ivieto di guida dopo due multe per eccesso di velocità


Gli automobilisti potrebbero essere automaticamente inabilitati alla guida dopo due multe per eccesso di velocità per le riforme di governo rivelate oggi.

Le misure più dure si applicherebbero ai guidatori che superassero il limite di velocità per un margine significativo. Altre proposte coinvolgono i guidatori sotto l'influenza dell'alcool e delle droghe.

Coloro che superassero due volte il limite di velocità di un grande margine – 20 miglia all'ora o più – potrebbero essere puniti con sei punti, con conseguente divieto potenziale dopo due violazioni. Un guidatore con 12 punti è automaticamente disabilitato.

Friday, October 31, 2008

Mercato geneticamente modificato

Il giornale inglese The Independent on Sunday ha reso noti i contenuti di documenti relativi ad una serie di meeting tra i rappresentanti di 27 governi europei riunitisi per discutere su come spingere l'introduzione di OGM e su come affrontare la resistenza del pubblico in proposito. Ora, in linea di principio non ci sarebbe motivo di opporsi alla coltivazione di organismi geneticamente modificati, ma è chiaro che il fatto che i nostri benefattori si riuniscano per decidere come imporci le loro decisioni – “per il nostro bene” – giustifica senz'altro qualche sospetto.

Soprattutto considerati gli interessi in gioco, e la semi-segretezza in cui queste riunioni si sono svolte. Leggiamo dall'Independent:
Le riunioni segrete sono state convocate da Jose Manuel Barroso, il presidente pro-GM della Commissione e sono state presiedute dal suo capo di Gabinetto, Joao Vale de Almeida. Ai primi ministri di ciascuno dei 27 stati membri dell'UE è stato chiesto di nominare un rappresentante speciale.

Nè l'insieme dei membri del gruppo, nè i suoi obiettivi, né i risultati delle sue riunioni sono stati resi pubblici. Ma l'IOS [The Independent on Sunday]ha ottenuto i documenti confidenziali, compreso un elenco delle presenze e le conclusioni delle due riunioni tenute finora – il 17 luglio ed appena due settimane fa il 10 ottobre – scritte dal presidente.

La lista mostra che il presidente francese Nicolas Sarkozy ed il cancelliere tedesco Angela Merkel hanno mandato stretti collaboratori. La Gran-Bretagna è stata rappresentata da Sonia Phippard, direttore per l'alimentazione e l'agricoltura al ministero dell'ambiente, degli alimenti e degli affari rurali.
Sappiamo che i prodotti modificati devono essere approvati dall'UE prima di poter essere seminati o venduti in Europa. Questa è ovviamente una limitazione arbitraria e indebita, ma lo è altrettanto il fatto che le multinazionali biotech detengano i brevetti sulle proprie sementi, obbligando gli agricoltori a riacquistarle ogni anno come già accade in Iraq, dove l'Ordine 81 prevede che
Per qualificarsi per la PVP [protezione di varietà vegetale], i semi devono rispondere ai seguenti test di verifica: devono essere “nuovi, distinti, uniformi e stabili.”
E come spiega Jeffrey Smith, autore di Order 81: Re-Engineering Iraqi Agriculture:
è impossibile per i semi sviluppati dalla popolazione irachena rispondere a questi test di verifica. I loro semi non sono “nuovi” poiché sono il prodotto di millenni di sviluppo. Né sono “distinti.” Il libero scambio dei semi esercitato per secoli assicura che le caratteristiche siano disperse e condivise nelle varietà locali. E sono l'opposto di “uniformi” e “stabili” per la natura stessa della loro biodiversità.
Quindi quello che viene spacciata come una protezione della varietà vegetale, e come un progresso per il libero mercato, è in realtà tutto il contrario: ciò che si vuole ottenere è un'uniformità delle sementi e la fine del libero scambio tra agricoltori con i benefici che ne derivano per la ricchezza loro e della varietà biologica. Il tutto a vantaggio di un unico fornitore – la Monsanto, in questo caso – che ottiene così una posizione di monopolio.

Anche in questo campo l'intervento dello stato – in due fasi: la concessione e protezione dei brevetti, e la regolamentazione dell'agricoltura – riesce a provocare una vera e propria modificazione genetica del mercato togliendo ai produttori la libertà e la responsabilità di scegliere cosa e come produrre, e ai consumatori il diritto di decretare il successo o meno di un particolare prodotto, a esclusivo vantaggio di un ristretto gruppo privilegiato.

Sunday, August 31, 2008

Facciamoci del male

Gaia, la Madre Terra, soffre, e pare disposta a non concederci più i suoi preziosi frutti: la causa del suo male siamo noi, l'uomo, la specie parassita. Quante volte avete sentito ripetere dai nuovi sacerdoti dell'ambientalismo misantropo questa predica, seguita da ammonimenti alla contrizione ed alla mortificazione fisica? Tante?

Consolatevi: non siete stati i primi, né sarete gli ultimi.
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Di Sean Corrigan


La stampa locale svizzera ha pubblicato il sunto di un rapporto compilato da un gruppo di cosiddetti “esperti” dell'Accademia Svizzera di Scienza Ingegneristica (SATW) il cui sensazionale proclama è che la benzina “dovrebbe” d'ora in poi costare, per decreto, non meno di quattro franchi per litro – più o meno il doppio del prezzo di mercato corrente che sarebbe, per un americano, il desolante equivalente di circa 14 dollari al gallone.

Il motivo dato da questi claustrali menagramo per raccomandare una riduzione così brutale del benessere materiale delle persone? È incredibilmente attorcigliato: poiché – secondo il loro nobile parere – la domanda svizzera di benzina supererà inevitabilmente le scorte disponibili ad un certo punto dei prossimi due decenni, è meglio anticipare la risultante sofferenza economica “scoraggiando” il consumo, piuttosto che permettere di rimandare a data futura una così dolorosa (seppur oltremodo ipotetica) delusione.

Presumibilmente, su questa base, per diminuire la probabilità che precipiti da una scogliera durante la prossima migrazione di massa, dovremmo costringere il lemming prudente a lanciarsi oggi dalla finestra di un grattacielo.

Né è questo l'unico caso in cui una tale retorica interventista emana da una burocrazia svizzera chiaramente discordante dal solido equilibrio Bürgerlich che caratterizza una nazione i cui talenti ingegneristici ed abilità imprenditoriali a lungo hanno permesso di fiorire in una terra minuscola, chiusa da picchi sterili e gelati e dotata di troppo poche risorse naturali per mantenerla in ogni tipo di comodità.

No, lungi dal considerare il successo dei loro concittadini meritorio di elogio, gli autori governativi a Berna lo condannano acidamente come atto di spoliazione e furto. Certamente, non si può pensare niente di diverso sul seguente passo, emanante un'aura di sprezzante superiorità, preso dritto dalle pagine dell'annuario statistico ufficiale per il 2008:
L'impronta ecologica della Svizzera è tre volte più grande della sua biocapacità… L'impronta ecologica esprime il consumo in termini di quanta superficie (in ettari globali) è richiesta per sostenere questo consumo. Mostra se ed in che misura il nostro uso delle risorse naturali supera la capacità rigeneratrice della biosfera…

Quando il consumo supera la nostra biocapacità, le risorse naturali nel paese si esauriscono o devono essere importate da altri paesi. In tali casi, finiamo per vivere a scapito di altre regioni del pianeta o delle generazioni future.
Parecchie pagine di discussione potrebbero essere spese dissipando la penosa ignoranza economica qui espressa su argomenti di base come l'offerta, la domanda, i costi di opportunità e i segnali dei prezzi, ma limitiamoci ad una semplice osservazione che sembra sfuggire ai nostri ingegneri e burocrati politicamente corretti: benché tutti noi ordinariamente nutriamo desideri che superano di molto i nostri mezzi per soddisfarli, la maggior parte di noi ha malvolentieri finito per accettare che sia il nostro destino terreno il dover rinunciare ad alcuni piaceri per assaporarne altri – un'epifania che abbiamo raggiunto da qualche parte fra la fine del nostro addestramento alla toilette e la realizzazione che Babbo Natale era soltanto il frutto della fertile immaginazione di un venditore di giocattoli.

Anche se ci fosse qualche validità nel terrore del “Picco del Petrolio” (terrore largamente ipotetico, nella valutazione di questo autore), gli svizzeri – proprio come tutti gli altri popoli – si adatteranno molto più prontamente permettendo a ciò che chiamiamo processo I² E² S² E (Innovazione, Economizzazione e Sostituzione, che conduce all'Investimento guidato dall'Imprenditoria e alimentato dal Risparmio) di filtrare attraverso il libero mercato, piuttosto che per mezzo di qualcosa sognato da guru della pianificazione e da filibustieri politici, rispettivamente, nelle loro torri d'avorio e nelle stanze piene di fumo.

È estremamente importante, inoltre, riconoscere un tal caso di “presunzione fatale” come perfettamente caratteristico di coloro che si compiacciono della moderna danse macabre dell'esaurimento e della penuria collettiva che così tanto pervade sia i verdi anti-umanisti che i cacciatori di sussidi, che ipocritamente si mettono in fila ruffianeggiando questi Savonarola dei giorni nostri.

Per esempio, al di là dell'Atlantico, una congiura davvero sinistra sembra essersi formata fra un predone corporativo trasformatosi in sognatore di mulini a vento, il repubblicano T. Boone Pickens; il fantasista seriale e allarmista climatico, il democratico Al Gore; ed il magnate dei media ed elitista globale Ted Turner: questa empia trinità ha messo da parte le presunte differenze ideologiche per l'elevato scopo di meglio tosare la moltitudine di pecore credulone spaventate dai loro racconti intessuti di tempeste assassine, di banchine di ghiaccio che fondono e di sceicchi del petrolio maniaci e terroristi.

Si è tentati di chiedere se anche il vecchio Noè fosse riuscito ad intimorire una cittadinanza male informata per sovvenzionare il suo piccolo giardino zoologico galleggiante, o se l'arca – che avrebbe trasportato i frutti della terra a lui ed alla sua discendenza soltanto – già esponesse sul suo pennone l'ingannevole immagine del tenero panda di quei genocidi aspiranti proprietari di parco a tema del WWF.

Ma benché tutto ciò appaia così spaventosamente contemporaneo ed in accordo con il Gaio zeitgeist suburbano, la disperante tirannia del surrogato inefficiente, la spinta verso l'autarchia e la ricerca del Lebensraum che stanno alla base hanno un oscuro precedente.

Per poterlo scorgere, dobbiamo prima di tutto riconoscere che la lingua di serpente della propaganda impiega oggi una semiotica differente.

Quindi, “surrogato” indossa le vesti dell'“energia alternativa” e della “tecnologia sostenibile” mentre “autarchia” si traduce in concetti come “cibo a basso chilometraggio” e “ridotta impronta del carbonio.” A sua volta, gli stessi vecchi timori malthusiani che non ci siano sufficienti risorse naturali per tutti sono stati cambiati dal giustificare una spinta all'esterno per conquistare con le armi prezioso spazio vitale, nella promozione di misure di controllo della popolazione puntate sulla riduzione dell'impatto “canceroso” dell'uomo, la “specie parassita” sul nostro “malato” pianeta madre.

Il nostro uso di vecchie frasi può aver già allertato il lettore sulla loro provenienza, ma, a mostrare che è implicato qualcosa di più di una mera generalizzazione, citiamo a conferma alcuni dettagli dallo studio magistrale di Adam Tooze sull'economia nazista, The Wages of Destruction.

Anche se Carl Bosch fu indubbiamente un genio della chimica industriale, come Tooze riferisce, fu proprio la sua ineffabile fissazione moderna che il mondo fosse sull'orlo del “Picco del Petrolio” non meno di ottant'anni fa ad aver condotto direttamente al patto diabolico firmato fra il suo conglomerato in espansione, la IG Farben, ed il nascente regime di Hitler:
[N]el 1928, nelle sue installazioni di Leuna… IG Farben intraprese la costruzione del primo stabilimento per idrogenazione del carbone, il processo alchemico con cui il carbone si trasformava in petrolio… L'investimento di 330 milioni di marchi… avrebbe pagato quando i pozzi di petrolio si sarebbero prosciugati e i prezzi del combustibile si sarebbero impennati.
Purtroppo per Bosch, quello stesso prospetto di una scarsità imminente ispirò un'ondata di imprenditorialismo che condusse a nuovi, importanti sviluppi nei giacimenti di petrolio in Venezuela, California, Oklahoma e nel bacino permiano del Texas, culminati nella scoperta del famoso “gigante nero,” nei tardi anni 30 – e quindi alla saturazione del mercato mondiale.
Per Carl Bosch questa fu chiaramente una grave battuta d'arresto, ma la IG avrebbe potuto certamente ritirarsi dall'idrogenazione. La perdita di alcune centinaia di milioni non avrebbe distrutto l'azienda. Una tal ritirata, tuttavia, sarebbe stata del tutto contraria rispetto alla visione della ditta di Carl Bosch, che ora dipendeva dalla compiacenza del governo tedesco nell'imporre elevate imposte sul petrolio importato.
Non si può non essere colpiti dalle somiglianze non solo con Pickens e la sua campagna cinicamente populista per l'energia del vento, o con Gore ed il suo multimiliardario fondo “eco,” ma anche con gli odierni avidi cacciatori di sovvenzioni fra i promotori dell'energia solare ed i membri dell'ampia lobby dei biocombustibili che hanno trovato un nuovo modo di penalizzare i semplici e laboriosi consumatori di cereali e semi oleiferi per imbottire i lussuosi nidi dei baroni dell'agricoltura del Midwest.

Né i paralleli finiscono qui, perché, negli anni 30, una volta intrapresa questa strada, entrambe le parti rimasero disperatamente legate alla necessità di mantenere artificialmente il prezzo del combustibile ad un livello che era, in precisa coincidenza con le ultime idee del SATW, circa il doppio del prezzo mondiale.

Questo imperativo – che assicurò a Bosch profitti corporativi mentre aumentava i redditi del Reich – forgiò una aggrovigliata catena di conseguenze non intenzionali, come tutte le “iniziative” de haut en bas tendono a fare. Non ultimo il successivo effetto disastroso sull'ambizione di Hitler di emulare le realizzazioni del “fordismo” realizzando un'automobile acquistabile da ogni famiglia tedesca.

Il “Maggiolino” Volkswagen di Ferdinand Porsche può ben essere stato un duraturo trionfo del design ingegneristico, ma poiché la benzina era così inutilmente costosa, fu necessario trovare un sistema per ridurre il costo capitale dell'automobile, di modo che il costo di esercizio totale potesse rientrare nello scarno bilancio della famiglia media. La risonanza con le attuali proposte di offrire una gamma di riduzioni fiscali e di sovvenzioni statali per la produzione di automobili ibride colpisce troppo per essere ignorata.

Trovando il tetto feticcio di 1.000 Reichsmarks per automobile impossible da realizzare in ambito puramente commerciale (la creatura di Porsche era, infatti, non meno costosa dell'attuale modello meno caro della Opel), la produzione del veicolo venne presto affidata ad un impianto da costruire appositamente usando i fondi originalmente donati all'allora proscritto movimento dei sindacati, integrati da un'imposizione obbligatoria continuativa su tutti gli operai tedeschi.

Afflitta dai sovraccarichi di costo inevitabili in una società chiusa, eccessivamente affidata alle merci autoprodotte, e già tesa alla costruzione del suo monumentale programma di riarmo, l'entità responsabile, il Deutsche Arbeitsfront, più avanti tentò di finanziarsi offrendo ai propri membri un piano di risparmio a lungo termine, sostenuto da un'importante e obbligatoria sottoscrizione di una polizza d'assicurazione biennale sul veicolo, pagabile dai suoi potenziali proprietari.

Anche se circa 340.000 anime fiduciose alla fine firmarono il programma, esso scivolò sempre di più negli arretrati ed in perdite nascoste in continuo aumento.

Alla fine, malgrado tutte le pose da podio e le sbandierate isteriche, non una singola VW fu mai consegnata ad un membro del pubblico tedesco. La fabbrica semi-finita venne convertita all'uso militare e i 275 milioni di Reichsmarks in risparmi così duramente raccolti caddero vittime dell'orrenda inflazione del dopoguerra.

Tutto questo dovrebbe avvertirci di stare in guardia quando sentiamo le zuccherose parole degli odierni politici e le blandizie dei loro alleati corporativi che distorcono il lodevole desiderio di evitare la spensierata distruzione del nostro ambiente in uno strumento di espansione imperiale, di controllo dello Stato e di arricchimento improprio.

Né dovremmo permetterci di essere intimoriti dai carbofobi del IPCC quando usano dubbia scienza e peggiore economia per spingerci a credere che l'intero pianeta sia in imminente pericolo di un crollo cataclismatico a meno che la gente comune (quantunque, naturalmente, non i coccolati membri dello stesso Sanhedrin Verde) rinunci a qualsiasi speranza di un tenore di vita migliore.

Più enfaticamente, dovremmo rifiutare ogni suggerimento per cui, con l'arroganza alla Canuto di credere di poter impedire in qualche modo questa falsa catastrofe, i pianificatori centrali offriranno una via non solo alla salvezza terrena, ma anche ad un più veloce sviluppo economico ed a maggior prosperità materiale mentre lottiamo duramente per sormontare gli handicap che cercano di imporci. Se ad ogni maschio adulto si amputa la gamba destra per ordine dello stato, il fatto che si venderanno più membra artificiali non è esattamente un segno di progresso.

Per fortificare la nostra risoluzione di resistere a tali insidiosi programmi, potrebbe anche essere utile pensare allo spiacevole destino di quelli che ci hanno preceduto, che, persa la loro fede nel libero scambio e nella divisione internazionale del lavoro in una tempesta di follia monetaria, si convertirono alla visione messianica della penuria imminente e dell'inevitabile conflitto – con il risultato di provare la rabbia del cielo sulle loro teste.
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Sean Corrigan è Chief Investment Strategist alla Diapason Commodities Management di Losanna, in Svizzera. Mandagli una mail. Leggi i suoi articoli. Commenta sul blog.
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