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Tuesday, April 6, 2010

Come la sinistra ha imparato a non preoccuparsi e ad amare la FBI

La geniale idea di divisione dei sudditi tra destra e sinistra è il modo migliore per ottenere un sostegno popolare per il sistema repressivo dello stato. Grazie infatti al clima di perenne guerra civile strisciante ogni sopruso e crimine delle sedicenti “forze dell'ordine” trova sempre una discreta quantità di sostenitori più o meno entusiasti, pronti ad acclamarli come difensori della sicurezza e/o della civiltà, salvo denunciarli con orrore allorché il campo preso a bersaglio sia il loro.

Il problema alla base è che tutti, ma proprio tutti, sono sempre così convinti di essere dalla parte della ragione da giustificare qualsiasi mezzo nell'imposizione del proprio punto di vista. Una dinamica ben illustrata da Anthony Gregory nel seguente articolo.
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Di Anthony Gregory


Alla fine della Prima Guerra Mondiale, il governo federale creò la General Intelligence Division, un'agenzia che finirà per diventare l'attuale FBI. Uno dei compiti principali della GID fu la compilazione di una lista di centinaia di migliaia di socialisti radicali, anarchici, attivisti sindacali e agitatori pacifisti. Migliaia furono arrestati come sospetti comunisti. Centinaia di anarchici furono deportati nella Russia bolscevica, il lato positivo di ciò fu che anarchici di sinistra come Emma Goldman scoprirono e scrissero del puro orrore del leninismo e del fatto che la “dittatura del proletariato” non era in nessun modo un miglioramento rispetto al corporativismo bellico degli Stati Uniti sotto Woodrow Wilson.

Verso la fine degli anni 20, la rinominata Bureau of Investigation spiò minacce “socialiste” come Albert Einstein. Sotto Franklin Roosevelt, pur continuando a controllare la sinistra radicale, la FBI trovò un nuovo nemico negli oppositori del New Deal. FDR usò la FBI per spiare un gran numero di pacifici sostenitori della destra, liberando un Terrore Nero che più tardi si rivoltò contro la sinistra con il Terrore Rosso dell'era McCarthy. Roosevelt spiò persino il suo avversario presidenziale repubblicano, Wendell Willkie.

Ma durante la Guerra Fredda, le amministrazioni repubblicane e democratiche riportarono l'attenzione della FBI, generalmente, sulla disgregazione della sinistra. La sua operazione COINTELPRO – un programma per “controllare, esporre, disgregare, deviare, screditare, o comunque neutralizzare le attività” dei politici radicali – fu un grande successo. Il COINTELPRO della FBI falsificò lettere per causare la violenza fra Black Panthers e United Slaves. Nel 1976, un rapporto del senato mostrò che la FBI si era vantato che “anche se nessuna azione specifica di controspionaggio può essere accreditata di aver contribuito a questa situazione generale, si ritiene che una notevole quantità di agitazione [fra i gruppi radicali di sinistra] fosse direttamente attribuibile a questo programma.”

Mentre era usata per infiltrare attivisti di destra anti-diritti civili e anti-integrazione, la FBI era anche puntata contro gli uomini simbolo del movimento per i diritti civili. La FBI controllava tutti da Martin Luther King negli anni 60 a John Lennon negli anni 70. Verso la fine dei 70, i rapporti del Comitato Church al senato culminarono in un certo sforzo per porre un freno a questo ente federale orribilmente abusivo.

Negli anni 90, la FBI era al centro del terrore delle milizie, con i suoi cecchini e gorilla rivolti contro il pacifico separatista Randy Weaver e la sua famiglia e, successivamente, a Waco, in Texas, nello scontro con i Branch Davidians, al termine del quale gli agenti della FBI intossicarono, spararono ed uccisero dozzine di seguaci di David Koresh nella loro sede a Mount Carmel. Utilizzarono ordigni incendiari, che avrebbero potuto provocare l'incendio, quindi mentirono a questo proposito.

È stato in questo periodo che la sinistra moderna s'innamorò dello stato di polizia federale e particolarmente della FBI. Quasi nessuno di essi si levò in difesa dei Branch Davidians. Cominciarono a pensare agli agenti della FBI come una forza professionale, nazionale ed illuminata popolata da figure come il personaggio di Jodie Foster ne Il silenzio degli agnelli, un'agenzia che faceva rispettare i diritti civili, proteggeva il paese dagli “estremisti di destra” e rimediava alle ingiustizie di tutori dell'ordine locali e pieni di pregiudizi.

Ma durante l'era di Bush II, quando l'amministrazione è stata accusata di aver rimesso in funzione COINTELPRO, anche la diffidenza della sinistra per le forze di polizia nazionale è rinata. Nell'ottobre 2003, la FBI spiò estesamente i dimostranti pacifisti contro la guerra in Iraq, concentrandosi in particolar modo sugli “anarchici... capaci di violenza.” Le attività della FBI di Bush sono state un ritorno alla passata ossessione anarchica della General Intelligence Division dopo la Prima Guerra Mondiale. Nel 2005, la ACLU denunciò in tribunale di essere stata controllata dalla FBI, che aveva mille pagine di documentazione sull'organizzazione, così come Greenpeace ed altre organizzazioni politicamente di sinistra. Anche gruppi pacifisti religiosi sono stati spiati ed infiltrati. E un presunto “complotto terroristico dopo l'altro,” scoperto e neutralizzato dall'amministrazione, in breve tempo si è rivelato essere formato da gruppi di poveri disgraziati di intelligenza inferiore alla media spinti dagli informatori federali a dire, minacciare o “pianificare” attacchi terroristici alle infrastrutture americane senza probabilità alcuna di riuscire, e probabilmente nessuna probabilità persino di immaginarsi l'idea stessa senza l'incitamento e la spinta dei federali. La preoccupazione per il ritorno dell'infiltrazione nei gruppi estremisti della FBI dell'era della Guerra Fredda era di nuovo visibile a sinistra.

Ora siamo di nuovo al Terrore Nero, all'isteria per le milizie, alla paura che la destra extraparlamentare antigovernativa, i gruppi cristiani, i separatisti, i possessori di armi, gli oppositori dei programmi sociali nazionali, i resistenti contro il censimento e le tasse e così via siano una grande minaccia contro la sicurezza americana. Con tutte l'isteria anti-musulmana e l'autoritarismo della guerra al terrore dell'era Bush ancora in vigore, abbiamo sotto Obama un ravvivamento della paranoia stile 1990 per i “gruppi d'odio,” i survivalisti ed effettivamente tutta la destra populista. Proprio come i conservatori di Bush non potevano far differenza tra Saddam Hussein e Osama bin Laden, o tra un musulmano innocente di un istituto di carità in Pakistan e un pianificatore del 9/11, o tra un attivista per la pace americano e un nemico anti-americano all'estero, così anche la sinistra di Obama confonde i separatisti pacifici con i razzisti violenti, i pacifici miliziani survivalisti con Timothy McVeigh.

Ogni atto di violenza o presunto piano per commettere violenza o persino il risoluto attivismo antigovernativo che possa essere assgnato alla “destra estremista” – il tiratore che ha assassinato una guardia al museo dell'Olocausto, l'uomo che ha assassinato un medico abortista in chiesa, l'uomo che ha pilotato un aereo in un edificio dell'IRS, alcuni membri della “milizia” che si presume progettino violenza antigovernativa – tutto ciò è visto come parte di una tendenza generale, persino di una cospirazione della destra, una tanto coerente quanto i neoconservatori che ammassano tutti i musulmani anti-USA sotto la bandiera “dell'islamofascismo.” Effettivamente, sono sorpreso che non molti abbiano ancora hanno ammonito contro la minaccia “cristofascista” all'America, anche se c'è stata un'abbondanza di discorsi che paragonano il movimento del Tea Party alle camicie brune naziste ed altri secondo cui questo genere di attività delle milizie sarebbe associata spesso con la “guerra della razza,” anche quando gli stessi soggetti particolari non sono neppure accusati di essere razzialmente motivati.

E così quando una progressista come Rachel Maddow acclama il fatto che i membri della milizia del Michigan possono essere incriminati e incarcerati senza aver compiuto atti violenti, quando segnala che la FBI si è infiltrata in questo gruppo per mesi e subito si è mossa per arrestarli, non dovremmo allo stesso modo essere sorpresi quando non riesce a fare l'evidente collegamento, e non riesce ad essere almeno un pizzico scettica verso degli agenti di polizia del governo federale che si infiltrano in un gruppo per mesi solo per scoprire che i membri di tale gruppo stanno dicendo cose sul governo che ammontano ad una “cospirazione sediziosa.” Che genere di mondo orwelliano è questo quando il governo può arrestare persone accusate soltanto di progettare di usare violenza contro gli agenti del governo e dare il via ad una “guerra civile” che tutti sappiamo essere soltanto una fantasia? Che genere di mondo è questo quando gli stessi media che denunciarono la “guerra preventiva di Bush e l'adozione di Obama del metodo “pre-crimine” sempre di Bush di imprigionare i “combattenti nemici” in “detenzione prolungata” prima che commettano la violenza sono felici di vedere che un gruppo incriminato sulle accuse federali di parlare di violenza – parole che, possiamo immaginare con sicurezza, probabilmente sono state incitate dalla FBI stessa, da mesi infiltrata in questo gruppo? Per quale genere di assurda distopia la sinistra strepita quando un cittadino privato si infiltra nella ACORN, ma non ha simile apprensione per l'infiltrazione di gruppi “estremisti” ed il loro arresto da parte della FBI per “cospirazione sediziosa”? Com'è possibile che qualcuno che riuscì a vedere attraverso le bugie sulla guerra ed i giri di vite di Bush in nome della “sicurezza nazionale” e della necessità di fermare dei pazzi dall'ottenere “armi di distruzione di massa” creda realmente che meno di una dozzina di americani con qualche fucile e qualche bomba artigianale stessero progettando di utilizzare delle “armi di distruzione di massa” in modo tale da costituire una minaccia contro il governo degli Stati Uniti? E che dire dell'accusa di avere armi collegate ad un crimine – un crimine che sarebbe l'intenzione di, un giorno, commettere un crimine?

Naturalmente, prevenire della gente dal commettere atti di violenza criminale è giusto e a volte necessario, ma la lista delle discutibili accuse rivolte contro queste persone, dopo mesi di infiltrazione della FBI, sembrerebbe essere in una categoria diversa, e almeno richiedere un esame più critico prima del giudizio. Si può aborrire e condannare l'idea della violenza ed opporrsi con veemenza al tipo di azione che questi uomini e donne sono accusati di aver progettato – e certamente, io lo faccio – sentendo comunque odore di bruciato nel modo con cui tali operazioni di polizia sono condotte, o almeno mostrando un certo scetticismo giornalistico verso il fatto che la versione governativa della storia sia al 100% esatta e giustifichi l'imprigionamento di questa gente e l'isteria su cui questo genere di attività di governo prospera.

Ma ancora una volta, con i propri uomini al timone dello stato, la sinistra ha deciso di abbracciare la FBI, le crede sulla parola, suppone che le persone sono colpevoli finché non è provata la loro innocenza una volta accusate di colpevolezza dallo stato di polizia che ora vedono come il guardiano dell'ordine contro l'estremismo di destra. Particolarmente strana è la tendenza della sinistra di temere la destra fuori dal potere ancor più di quando è al potere. La stessa dinamica è visibile sul lato opposto. La sinistra e la destra amano il potere, e anche se quel potere è spesso diretto contro loro stessi quando l'altro lato è al comando, non possono abbandonare l'idea che lo stato di polizia possa essere indirizzato soltanto contro quelli che odiano e non contro quelli con cui simpatizzano. La cosa responsabile, indipendente ed effettivamente americana da fare è di mantenere uno scetticismo estremo verso lo stato quando esso spia, infiltra, arresta ed imprigiona chiunque, ma specialmente quelli il cui presunto crimine è la “sedizione” o la “cospirazione” o in ogni caso quando è un nemico dello stato.
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Una nota sulle fonti: Molta di questa storia è discussa in Perilous Times di Geoffrey Stone. Molto materiale sulla storia della FBI l'ho letto anni addietro in Bureau: The Secret History of the FBI di Ronald Kessler. Una buona trattazione sul COINTELPRO si trova in Terrorism and Tiranny di James Bovard. Su Waco vedi The Davidian Massacre di Carol Moore ed i miei archivi su Waco. E vedi la ACLU su alcuni degli abusi della sorveglianza sotto l'amministrazione Bush.

Sunday, August 23, 2009

Obiettivo Manhattan

Nella guerra moderna, sempre meno uno scontro di eserciti e sempre più cambiamento politico imposto con l'uso della forza, il fattore psicologico ha acquistato sempre maggior importanza: da qui l'esigenza di colpire con azioni rappresentative obiettivi prevalentemente civili dal grande valore simbolico. La Seconda Guerra Mondiale ci ha offerto numerosi tragici esempi di questa nuova tecnica bellica, culminata nelle carneficine atomiche di Hiroshima e Nagasaki, ma molti altri piani vennero studiati e mai messi in pratica dagli stati maggiori delle nazioni in guerra.

Il nostro corrispondente da Laputa, il Pesce Volante, ce ne ricorda alcuni tra quelli scaturiti dalle fervide menti dei generali italiani, con obiettivo il cuore di New York, quell'isola che darà il nome al più grande piano di morte e distruzione della storia.
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Di Giovanni Pesce


Nel breve periodo di WWII nel quale Italia ed Usa erano schierati su fronti opposti, c’è stato un susseguirsi di preparazioni di azioni militari ad alto esplosivo mediatico, in particolare i Comandi italiani prepararono due o tre piani per attaccare gli USA.

“La miglior difesa è l’attacco” pensarono i comandi della Regia Marina e della Regia Aeronautica quando ricevettero l’ordine di preparare dei piani per colpire il cuore degli USA: l’isola di Manhattan, la parte più conosciuta di New York.

Alla storia sono rimasti documenti relativi a due tentativi: quello dell’Aeronautica che prevedeva l’uso di un quadrimotore, e quello della Marina che ipotizzava l’uso di sommergibili tascabili.

Furono studiate anche le conseguenze politiche delle due imprese, ed un gruppo di ufficiali fece presente che era più conveniente perdere la guerra piuttosto che incattivire i rapporti con il gigante USA il quale avrebbe poi imposto un “escalation” nei bombardamenti sulle città italiane.

L’Aeronautica quindi pianificò un bombardamento “umanitario” con il lancio di arance siciliane, una copia aggiornata del bombardamento “virtuale” effettuato con volantini dagli italiani su Vienna nella WWI.

Venne approntato un velivolo Savoia Marchetti 95 serie B che probabilmente avrebbe portato a termine la missione dopo l’attuazione di un certo numero di modifiche tecniche se gli eventi dell’'8 Settembre 1943 non avessero fermato quell'azione.

La Marina, da parte sua, approntò un progetto più ardito: un sommergibile atlantico avrebbe accompagnato alla foce dell’Hudson due sommergibili tascabili CA1 e CA2, costruiti dalla soc. Caproni; questi due sommergibili avrebbero dovuto risalire il fiume fino a portare degli uomini-rana a sbarcare a Manhattan con un compito particolare: minare l’Empire State Building.

Il progetto era ad un buon livello esecutivo: alla base Betasom sull’Atlantico un gruppo di marinai faceva esperienza per il trasporto atlantico dei due sommergibili tascabili, ed anche i Caproni Ca1 e Ca2 vennero adattati all’impresa tramite i suggerimenti di incursori della Decima Flottiglia Mas scelti per quella azione, ma gli eventi della storia travolsero questi progetti italiani.

Nel corso degli anni la storia fu più complicata; l’Empire State Building venne colpito da un “kamikaze amico” a fine Luglio 1945 e i grattacieli più alti di Manhattan furono abbattuti con altre tecniche distruttive nel Settembre 2001.

Ironia della sorte; il Governo Usa aveva ideato un progetto di distruzione globale conosciuto con un nome fantasioso: il Progetto Manhattan.

Wednesday, August 19, 2009

Non dovrei leggere i giornali. No, davvero.

La guerra in Afghanistan non è una guerra voluta, è una guerra giusta e necessaria. L'ha dichiarato Obama, mica Georgino Bush. Le dichiarazioni dei suoi stati maggiori sono ancor piu deliranti, e non c'è di meglio di Fred Reed per commentarle (e spero che la traduzione sia all'altezza...).
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Di Fred Reed


Mi fa impazzire. Quella che segue è una dichiarazione dell'ammiraglio Mike Mullen, presidente dei Capi Congiunti del Personale, fatta parlando con Albert Jazeera:
Quando gli è stato chiesto perché gli Stati Uniti non fossero andati nelle FATA (Aree Tribali ad Amministrazione Federale) malgrado sapessero che Al Qaeda era presente, [l'ammiraglio Mullen] ha detto, ‘perché le FATA sono in Pakistan e il Pakistan è un paese sovrano, e noi non entriamo nei paesi sovrani.’
Eh? Un accidente non ci entriamo. A cosa stava pensando questo allegro cannibale? Gli Stati Uniti amano entrare nei paesi sovrani. Quasi non fanno altro. Suppongo che l'Iraq non fosse sovrano. Non lo è ora, ma lo era. E che dire di Panama, del Laos, della Cambogia? Abbiamo dato al Pakistan, fino a poco tempo fa paese sovrano, la scelta di invitarci ad uccidere il suo popolo con i droni, od essere rispediti a suon di bombe all'Età della Pietra. Recentemente abbiamo bombardato la Somalia, tecnicamente sovrana.

Quando lo stronzo-alfa del Pentagono dice qualcosa di così palesemente assurdo, così chiaramente falso, vien da chiedersi: sta semplicemente mentendo, o in qualche maniera davvero crede a questa roba? Voglio dire, si suppone che l'uso di droghe sia scoraggiato dalla Marina.

A seguire, un'altra leadership morale da fumetto, offerta stavolta da Ralph Peters, il Clausewitz pay-per-view di Fox News. Walphie, un colonnello in pensione, è fortemente a favore di una guerra contro l'Islam. Grrrrr. È feroce. È un ufficiale pensionato dell'“intelligence,” quindi un tuttologo di cose militari. Ed è irritato. Bene.

Prima di esplorare la sua irritazione, potremmo notare che Walph è di quella scuola di ferocia marziale secondo cui gli altri dovrebbero andare a farsi uccidere. Non Walph. Lui è quello che in una dimenticata guerra in Asia chiamavamo un REMF. Ovvero un Rear-Echelon Motherfucker (Fottimadre delle Retrovie). Che sarebbero i passacarte seduti al sicuro ben dietro la linea del fronte mentre i militari combattono. Walph ha passato la sua carriera in gran parte in Europa, un posto davvero scomodo. Voglio dire, talvolta il vostro Martini non è freddo a dovere. Un vero Tamerlano del circolo dei cocktail, Walph.

Ma non lo sottovalutate. La sete di sangue di un bombolone da podio è una cosa da tener da conto, lo ammetto. Re svengono. Imperi tremano.

Un altro punto degno di considerazione è che “ufficiale dell'intelligence” non significa “ufficiale intelligente.” Esclusa la Seconda Guerra Mondiale, gli analisti dell'intelligence hanno un ben misero palmares. Per dire la prima cosa che mi viene in mente, l'intelligence della Marina non sapeva dov'era la flotta giapponese nel 1941, oops. La Guerra di Corea colse le spie in mutande, così come l'entrata in guerra dei cinesi. I cocchini dell'intelligence non predissero che i vietnamiti avrebbero combattuto, benché l'esperienza francese non fosse un segreto. Ci fu l'opera comica dell'incursione di Son Tay, in cui i militari entrarono a Hanoi per salvare i prigionieri americani, solo per scoprire che le spie non avevano notato che i prigionieri erano stati spostati. La CIA non predisse che i cubani non sarebbero riusciti a ribellarsi a Castro nella Baia dei Porci. Fu sorpresa quando il muro di Berlino venne eretto, fu sorpresa quando venne distrutto, e lo fu ancora quando l'URSS, il suo principale oggetto di studio, andò a gambe all'aria. Ci fu l'affare clownesco del Glomar Explorer. L'aeronautica bombardò l'ambasciata cinese a Belgrado perché i cocchini non sapevano dov'era (provare le Pagine Gialle, magari?). Non avvertirono che gli arabi avrebbero potuto combattere in Iraq, non avendo forse mai sentito parlare di Israele. Non predissero il 9/11, e non sono In grado di trovare Bin Laden.

Sono impressionato, Walph. Sei un ufficiale dell'intelligence.

Ora, perché Peters è tutto agitato? Sembra che un soldato americano di nome Bowe Bergdahl sia stato catturato dai talebani in Afghanistan, o che si sia stancato di uccidere gli afgani ed abbia disertato, o qualcos'altro. Bergdahl è poi apparso ovunque in internet mentre beve il tè con i suoi rapitori in un video in cui supplica l'America di riportare a casa le truppe. Peters si è mostrato furente per questa “slealtà,” ed ha suggerito che sarebbe stata una buona cosa se i talebani avessero ucciso il ragazzo per risparmiare il costo di un processo.

C'è qualcosa di sconveniente in questo impiegato promosso più del dovuto, per il quale una ferita di guerra è come tagliarsi con un foglio di carta, che attacca un giovane nelle mani dei talebani. Se Bergdahl è stato catturato contro la sua volontà e i talebani sono cattivi come i vari Walphies ci dicono, se non coopera dovrà affrontare la tortura. Quanto è virile Walph mentre chiede che Bergdahl sia spellato vivo e le sue giunture spezzate. Un tipico ufficiale.

Dopo la morte di mio padre, un veterano del Pacifico nella Seconda Guerra Mondiale, trovai una lettera pubblicata che aveva scritto al Washington Post durante la guerra di Corea. Papà, che passò la sua vita come matematico nello sviluppo degli armamenti, non era un pacifista. Diceva che ai soldati americani catturati dovrebbero esser detto di confessare qualsiasi cosa piuttosto che essere torturati.

Sei un vero uomo, Walph. Davvero.

Ma supponete che Bergdahl si sia stancato di uccidere della gente che non aveva motivo di uccidere, e sia fuggito dai talebani. In che modo questa sarebbe slealtà verso gli Stati Uniti? Dov'è il beneficio della guerra per l'America? Il Pentagono sta uccidendo GI dopo GI dopo GI senza motivo. Sta anche uccidendo gli afgani, senza motivo. La lealtà verso l'America sembrerebbe consistere nel rifiutarsi di farlo.

Ci sono colonnelli in pensione che controbilanciano. Prendete ad esempio il col. Karen Kwiatkowski, (ha un archivio su lewrockwell.com). Lei sospetta che Peters sia preoccupato perché l'affare Bergdahl potrebbe mostrare che le truppe si stanno stancando e si preparano a filarsela in un modo o nell'altro. Vero? Non so. Tuttavia deve essere l'incubo prevalente nella Scatola della Morte a Cinque Lati. Questo è sicuramente accaduto nella nostra incursione asiatica per diffondere la democrazia. L'omicidio di ufficiali è stata la forma più frequente di dissenso, ma ci sono stati parecchi ammutinamenti e rifiuti di combattere non riportati.

Poi trovo questo: “Un portavoce militare in Afghanistan, il comandante statunitense Christine Sidenstricker, ha detto che il talebano stava [sic] usando il loro prigioniero per fare propaganda. ‘Stanno sfruttando il soldato in violazione del diritto internazionale,’ ha detto. Il portavoce dell'esercito colonnello degli Stati Uniti Greg Julian ha aggiunto, “condanniamo l'uso di questo video e l'umiliazione pubblica dei prigionieri.”

Molto brontolona, la Christine. Questo ci riporta alla questione dell'asserzione ovviamente falsa dell'ammiraglio Mullen. Umiliazione dei prigionieri? Questa squinzia Christine Qualcosa ha compartimentalizzato il suo cervello a tal punto da non essere informata di Guantanamo? Per quanto riguarda il diritto internazionale, ho come l'impressione che la tortura dei prigionieri la trasgredisca. La tortura è una politica nazionale americana. In ogni modo, chi è stato umiliato, il prigioniero o il Pentagono? Christine naturalmente dirà qualsiasi cosa le venga detto di dire, che è il compito dei galloppini, essendo i galloppini quei Goerings a prezzi modici che sono.
Ho bisogno di un drink.

Sunday, July 5, 2009

27 Giugno: Ustica

Dopo un lungo silenzio, forse causato da alcuni disturbi alle comunicazioni dovuti alla persistente assenza di macchie solari, è finalmente arrivato un nuovo dispaccio telepatico da Laputa, un dispaccio in cui il nostro fidato corrispondente dall'isola volante racconta di un triste evento nella storia della nostra penisola che ha cambiato la sua vita.

Da quelle parti, sapete, nulla è più doloroso di un volo spezzato: è la negazione di tutto ciò che Laputa è.
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Di Giovanni Pesce


L’accidente di Ustica ha segnato, nella mia vita, un momento di passaggio fondamentale; prima di questo evento pensavo che lo Stato fosse la massima espressione della collettività; le azioni dello Stato erano per me paragonabili a quelle del Padre di Famiglia, quello che manda avanti le cose in qualunque condizione con il solo pensiero del bene comune.

Ma in quella terribile notte avvenne qualcosa di terribile e ancora più terribile fu quello che avvenne dopo: lo Stato negò sé stesso, non permise alcun accertamento efficace di cosa fosse avvenuto e lasciò la vicenda ammantata da un velo di amarezza.

Da allora, ogni sera ho pensato a ciò che poteva essere accaduto; ho tentato mille e mille combinazioni aviatorie, militari e politiche ma tutte avevano un difetto tale da non essere completamente accettabili.

A casa mia, anni fa, era usuale che dopo i pasti si discutesse di incidenti aerei, esattamente come in altre famiglie si parlava di calcio o di ciclismo; da noi le frasi più ricorrenti erano “si è dimenticati i flap” o “il rubinetto del carburante era su off” o “stallo della semiala destra” e le persone coinvolte erano il vicino di casa o quel pilota che era stato da noi la domenica precedente e così via.

Nonostante avessi un certo allenamento sugli incidenti aerei, su Ustica non riuscivo a trovare una soluzione.

L’unica informazione supplementare che ho avuto è stata “l’aereo era stato comprato di seconda mano da una compagnia del Pacifico e trasportando pesce sotto sale aveva avuto un degrado strutturale.” Informazione brutta e depistante.

Ho letto, quindi, quasi tutto quello che è stato scritto sull’argomento, senza trovare molta soddisfazione; ho però capito come si muovono in queste circostanze, gli attori della vicenda, all’interno del copione da rispettare.

Ho visto nomi comuni ad altre circostanze come l’ 11 Settembre ed il caso Moro e così ho capito come funziona veramente lo Stato.

Non “lo Stato italiano” o di un altro paese ma “Lo Stato” quello privo di ogni bandiera ed ogni territorio.

Lo Stato non è quel buon Padre di Famiglia che pensavo, bensì è un baluardo per tenere lontane le masse dall’organizzazione della vita.

Lo Stato è un metodo di giustificazione di imposizioni altrui sulle proprie vite.

Ho capito solo dopo venticinque anni, come sia andate le cose:; è una vicenda a mio parere molto complessa dove ci sono molti piani operativi legati tra di loro:

1) Un gruppo di persone aveva come compito quello di creare platealmente un “punto di tensione” caldo da riutilizzare dopo come giustificazione di un’azione di ritorsione;
2) Un altro gruppo aveva il compito di muoversi sul piano militare, compiendo l’azione di abbattimento;
3) Ai radaristi restava il compito di “non vedere” “non sentire” “non parlare” e soprattutto “non ricordare”;
4) Ad altri era affidato il compito di depistamento, raccontando mezze verità;
5) Un altro gruppo aveva il compito di insabbiamento delle inchieste.

Questa associazione di gruppi indipendenti ma coordinati tra loro si chiama Stato.


Thursday, June 11, 2009

Faccia nuova, stessa politica

Bella intervista a Ron Paul pubblicata dal sito liberal Huffingtonpost.com sulla politica estera di Obama e la questione della tortura. Il sospetto è che l'unica differenza tra l'attuale presidente ed il suo predecessore sia effettivamente nel colore della pelle. Fosse poi vero, come si diceva, che “Barracks” Obama sia un lontano cugino di Dick Cheney, molte cose si spiegherebbero: buon sangue non mente...
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Kathleen Wells: Come membro della Commissione per gli Affari Esteri della Camera dei Deputati degli Stati Uniti, qual è la vostra opinione su questa questione della tortura?

Ron Paul: Be', è contro la legge – sia la nostra che il diritto internazionale. Quindi, non dovremmo usarla. E sono contro per motivi personali e morali. Penso che sia una cosa orribile. E per quanto riguarda i motivi pratici, penso che abbia assolutamente alcun valore. E se vogliamo sul serio ottenere delle informazioni, usando altre tecniche, in realtà, ne otteniamo di più.

Kathleen Wells: Quindi credete che stessimo usando la tortura nei nostri interrogatori a Guantanamo?

Ron Paul: Non penso che le foto che ho visto fossero false – quelle che sono state rese pubbliche un anno o due fa. E, ovviamente, ci sono altre foto di torture che attirano maggiore attenzione perché rifiutano di rilasciarle, il che significa che deve trattarsi di un vero atto d'accusa per ciò che facevano.

Kathleen Wells: Cosa pensate della decisione del presidente Obama di rendere pubblici i documenti sulla tortura?

Ron Paul: Penso che sia stato un gesto puramente politico. Penso che abbia tradito le promesse. È stato scelto come cambiamento ma è la stessa vecchia roba ed ora, su questa ed altre questioni, è tanto neo-con quanto lo è stato Bush. La guerra è stata ampliata. Continua a tener aperta Guantanamo. Probabilmente si fanno ancora, per quanto ne sappiamo, dei voli segreti di tortura . Abbiamo solo spostato parte di questo procedimento oltremare. Non saremo informati di ciò nel dettaglio.

Kathleen Wells: Ritenete che il presidente Obama sia neo-con come Bush? Non vedete una distinzione fra le due amministrazioni?

Ron Paul: Il tono è diverso, ma le politiche non cambiano. Stiamo spargendo la guerra. La guerra si sta espandendo. Non stiamo perseguendo quelli che hanno eseguito le torture. Guantanamo non verrà chiusa. Quindi no, non la vedo.

Obama ha aumentato il budget del DOD [Dipartimento della Difesa]. È certo che potremmo spendere alcuni di quei soldi nel nostro paese dove la gente sta davvero soffrendo. Ma abbiamo aumentato il budget del DOD, mi sembra, del 10 per cento. Non posso vedere alcun cambiamento significativo nella politica estera. La promessa di lasciare l'Iraq era una piccola promessa e prevedo che non accadrà. Ci saranno truppe in Iraq con questa amministrazione, ne sono convinto.

Kathleen Wells: Perché ne siete convinto?

Ron Paul: Perché penso che nessuno voglia affrontare le difficoltà che potrebbero seguire. I problemi li abbiamo creati noi andando là e quando ce ne andremo, i problemi probabilmente peggioreranno un po'. Allora daranno la colpa all'essercene andati, ma il vero problema è stato andarci. Così, penso che la pressione internazionale che sopportiamo da vari alleati sia così grande che non ce ne andremo. E non aspettatevi che le politiche cambino.

Tutto si svolge come ho detto per anni. La politica estera non cambia con i repubblicani o i democratici. In generale, sono pochissime le politiche che cambiano. C'è molto dibattito e molta retorica, ma le cose continuano come sempre.

Quando c'era Clinton, i repubblicani condannarono il suo problema somalo. Bush disse che non sarebbe stato un costruttore di nazioni e un poliziotto mondiale e appena fu eletto si rivelò molto peggio. Obama dice che Bush è terribile e viene eletto, e improvvisamente, indovinate chi sta incoraggiando Obama adesso? Gente come Lindsay Graham. I veri falchi del Partito Repubblicano si stanno godendo tutto questo. Calcolano di stare vincendo questi scontri.

Kathleen Wells: Potete dirmi cosa pensate del recente discorso dell'ex-vice presidente Dick Cheney sulle tecniche di interrogazione e sulla sicurezza nazionale?

Ron Paul: Non mi aspettavo niente di totalmente nuovo. Ha solo provato a difendere ciò che ha fatto e la sua partecipazione nel corso degli anni. Continuerà a dire che ha salvato molte vite torturando – una cosa a cui non credo neanche per un secondo.

È più probabile che creda a Matthew Alexander ed alla sua posizione sulla tortura. Matthew Alexander era un funzionario implicato. Era nell'aeronautica, ma era là ed ha eseguito oltre 300 interrogatori, ed aveva molto, molto successo. Ma si è rifiutato di obbedire all'ordine di partecipare a qualsiasi cosa di violento o che odorasse di tortura. Quella è la prova che potete ottenere più informazioni, piuttosto che di meno [senza usare la tortura].

Penso che la prova ora la stiano fornendo persone che dicono che la tortura non era intesa per ottenere informazioni. Hanno ottenuto molte informazioni da questi individui – questi pochi, questi tre che ora sono ben noti. Hanno ottenuto molte informazioni da loro prima che fossero torturati. Cercavano di convincerli di dire che c'era un collegamento fra Al-Qaeda e Saddam Hussein per giustificare questa guerra illegale.

Kathleen Wells: Spiegate perché credete che non ci sia differenza fra l'amministrazione Obama e l'amministrazione Bush?

Ron Paul: Nello stile, sono differenti. Il tono è diverso e penso che ci sia un beneficio in questo. Ma le sue politiche non cambiano. Alla fine, sono le politiche che contano. Le forti dichiarazioni contro l'Iran ci sono ancora. E, proprio ora, passando per la nostra commissione (la Commissione Congressuale delle Relazioni Internazionali/Commissione degli Affari Esteri) saranno imposte all'Iran sanzioni più pesanti – in cerca di un altro scontro. E abbiamo preso la posizione di non permetter loro di continuare con i test nucleari, anche se nell'ambito della legge ed anche se fatti pacificamente. Non lo consentiremo. Così no, quella posizione non è cambiata.

Come ho detto prima, in Iraq la guerra non si sta spegnendo. La violenza sta aumentando. E la guerra si sta espandendo in Afghanistan, mandandoci più truppe. Ed ora stiamo cominciando con il Pakistan. E, davvero, tutto il problema del Pakistan è solo un riflesso della nostra politica estera molto, molto sbagliata. Diamo la caccia ai talebani ed alcuni entrano in Pakistan, quindi invitiamo pubblicamente il loro governo a fare questo e quello, insomma stiamo lavorando molto duramente per avere un'altra guerra nel Pakistan.

Kathleen Wells: Cosa avreste fatto di diverso se foste stato presidente? So che eravate uno dei principali candidati presidenziali.

Ron Paul: Avrei riportato le truppe a casa. Li avrei semplicemente riportati tutti a casa. Li porterei via dalla Corea. Li porterei via dalla Germania. Risparmierei centinaia di miliardi di dollari e questo sarebbe un vero stimolo. Per stimolare l'economia, sospenderei immediatamente l'imposta sul reddito per tutti.

Sarebbero soldi nelle mani della gente – che costerebbe meno di queste centinaia di miliardi di dollari per i salvataggi che entrano nelle tasche dei privilegiati che poi ottengono i loro benefit pensionistici e tutte le loro indennità. Farei tutto in modo molto diverso.
La politica estera, tuttavia, sarebbe la grande questione. Bisogna superarla. Togliere le sanzioni ed iniziare a commerciare con Cuba. Non parlarne soltanto, ma cominciare a farlo.

Kathleen Wells: E l'Iran?

Ron Paul: Li tratterei come trattammo i sovietici. Parlammo con loro. I sovietici avevano 30.000 armi nucleari. L'Iran non bombarderò nessuno. Hanno diritto ad avere un po' di protezione. Hanno armi nucleari al nord, al sud, all'est ed all'ovest e qualunque cosa facciano vengono respinti. Ci sono un po' di tizi cattivi laggiù, ma ci sono un po' di tizi cattivi dappertutto.

Khrushchev non era esattamente il tipo più piacevole del mondo ed affermò che ci avrebbe seppellito, addirittura. Persino tipi come Ronald Reagan parlarono con lui e riuscimmo a risolvere i problemi. Il loro sistema economico crollò.

Ciò che dobbiamo fare è prestare più attenzione agli obiettivi di Osama bin Laden. Ha detto, “vi faremo inginocchiare davanti al vostro fallimento trascinandovi qui e prosciugandovi, ed alla fine provocheremo una crisi economica nel vostro paese.” In questo momento sta vincendo. In questo momento gli iracheni si sono schierati molto vicini agli iraniani. Gli sciiti stanno vincendo. I sunniti sono in rotta. Abbiamo armato l'intera regione. Sempre più armi spedite laggiù dal contribuente americano. I sunniti tutti sono tutti armati. È solo una politica estera molto, molto ridicola.

Monday, May 25, 2009

“Prolonged detention”

Daily intake of change & hope.

Friday, May 22, 2009

I “nemici dello stato” siamo noi

Come molti già sapranno, il dipartimento di Homeland Security ha reso nota una lista di potenziali terroristi che in pratica comprende tutti coloro che si oppongono all'espansione ed ai soprusi dello stato, inclusi costituzionalisti e libertari in genere.

Michael Gaddy ne approfitta per ricordare che demonizzare gli oppositori è essenzialmente la vera natura di questa organizzazione, una pratica abituale fin dagli albori quanto l'abitudine allo sterminio. E che tali pratiche erano il pane quotidiano di colui nel cui “tempio” si reca sempre ogni nuovo presidente a prestare omaggio, la divinità laica Abraham Lincoln.
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Di Michael Gaddy


Dalla sua prima infanzia, il nostro governo ha reso parte vitale della sua esistenza il furto di proprietà appartenente ad altri e la demonizzazione di coloro che gli resistono, o di coloro che vedono lo stato per quel che è realmente. Dagli indiani americani ai veterani che hanno combattuto le guerre illegali dello stato, resistere o parlare apertamente contro la criminalità dello stato provocherà lo scatenarsi della sua furia, fino all'eliminazione completa.

Henry Clay, che era un protetto di Abraham Lincoln, disse degli indiani americani, “la scomparsa degli indiani dalla famiglia umana non sarà una grande perdita per il mondo. Non li considero, come razza, degni di esser salvati.” Clay vedeva gli indiani come ostacolo alla volontà dello stato: l'acquisizione delle terre da essi possedute.

Le convinzioni e gli obiettivi politici di Clay portarono al trasferimento forzato dei Cherokee dalle montagne del Tennessee, del North Carolina e della Georgia in Oklahoma durante l'inverno del 1838. Oltre 20.000 Cherokee furono strappati dalle loro case, che vennero quindi saccheggiate e bruciate. Furono obbligati a marciare, la maggior parte di loro a piedi nudi, fino all'Oklahoma nel gelo dell'inverno. Oltre 4.000 Cherokee morirono in questa marcia. I Cherokee la ricordano come la “Pista delle Lacrime.”

Abraham Lincoln istigò, promosse e condusse una guerra che avrebbe consumato le vite di più di 600.000 americani. Lo scopo della guerra non era di abolire la schiavitù, come sostengono gli idolatri dello stato, ma di assicurarsi le proprietà dei cittadini del sud, una confisca violenta dei loro patrimoni nota come Morrill Tariff. Lincoln rivelò la sua intenzione di invadere il sud per assicurarsi queste ricchezze e la sua mancanza di interesse per la schiavitù nel suo primo discorso inaugurale.

Per eseguire questo sequestro di beni, i cittadini del sud dovevano essere demonizzati; in questo il criminale di guerra generale William Tecumseh Sherman e sua moglie si dimostrarono espertissimi: “Sterminio, non dei soldati soltanto, che è la parte meno difficile, ma del popolo [del sud].” Sua moglie Ellen scrisse che il suo più grande desiderio era una guerra “di sterminio e che tutti [i sudisti] venissero rigettati in mare come maiali.”

Il professor Tom DiLorenzo documenta qui in modo superbo la demonizzazione sia dei sudisti che degli indiani da parte della famiglia Sherman.

Un altro criminale di guerra di Lincoln, il generale John Pope, disse dei Santee Sioux, immediatamente prima della sua campagna contro di loro, “è il mio scopo sterminare completamente i Sioux. Devono essere trattati come fanatici o bestie selvatiche e in nessun caso come persone con le quali si possano fare trattati o compromessi.” Ironicamente, Lincoln ordinò a Pope di sottomettere i Santee Sioux quando si rivoltarono nel 1862. La rivolta iniziò quando il governo rifiutò di pagare le somme promesse ai Sioux per la vendita di milioni di acri della loro terra.

Il generale Pope affermò una volta che il suo “quartier generale sarebbe sempre stato nella sella,” al che Stonewall Jackson rispose, “il suo quartier generale è dove dovrebbe stare il suo posteriore.” Questo potrebbe certamente esser detto della guida di tutti i progetti di governo.

Dopo che i Sioux furono stati sottomessi, si tennero immediatamente i processi di 303 maschi catturati. Tali processi durarono circa 10 minuti ciascuno, tutti vennero trovati colpevoli e condannati all'impiccagione.

Nel dicembre del 1862, 38 Santee Sioux furono impiccati come ordinato dal presidente Abraham Lincoln, altrove conosciuto come il “Grande Emancipatore.” Questa fu la più grande impiccagione di massa nella storia americana. I Sioux restanti vennero espulsi dal Minnesota. I Santee Sioux impararono una lezione brutale sull'ergersi come ostacolo contro lo stato e i suoi furti di proprietà altrui, e sul modo in cui lo stato onora le sue promesse.

In tutta la nostra storia, lo stato ha ripetutamente demonizzato, molto spesso utilizzando i suoi scagnozzi nei media, coloro contro i quali ha mosso guerra. Dai Rossi Selvaggi; ai Ribelli; ai Krauti; ai Giappi; agli Slopes; ai Dinks; alle Teste di Stracci, è stato fatto uno sforzo intenso per disumanizzare gli ’ avversari reali o inventati dello stato.

Il dipartimento di Homeland Security (DHS), i rapporti sulla Milizia del Missouri e sul terrorismo domestico in Virginia hanno dato il via ad un attacco progettato per demonizzare e disumanizzare gli oppositori della tirannia. Le liste non classificate di coloro che sono visti come potenziali minacce e terroristi include oppositori dell'aborto, gruppi contro l'immigrazione clandestina, sostenitori politici di terzi partiti, sostenitori del secondo emendamento, quelli che accumulano cibo, acqua e munizioni, costituzionalisti, veterani, critici delle Nazioni Unite e del governo mondiale e chiunque possa rientrare nel profilo di “estremista di destra.”

Notevole nella sua assenza nel rapporto del DHS è qualsiasi menzione di maoisti, marxisti, leninisti, stalinisti, trotskysti, o nazional-socialisti come minacce terroristiche. In breve, il nostro governo non mostra di temere né socialismo né fascismo. Teme soltanto coloro che lo giudicherebbe in base alla costituzione ed alla norma di legge.

Ciò che sappiamo dal dipartimento di Homeland Security e dei suoi “Fusion Centers,” ora presenti in almeno 25 stati, a proposito di chi lo stato vede come suo nemico, è effettivamente allarmante. A dover destare cosa ancora maggior preoccupazione è ciò che che non sappiamo tra quanto è contenuto nella sezione segreta dei loro rapporti alle agenzie di pubblica sicurezza in tutto il paese. Le informazioni sono segrete per mantenere le informazioni al sicuro dal nemico; perché al pubblico americano non è permesso sapere chi altri questo governo considera come suoi nemici e come intende occuparsi del problema?

È il momento di prestare attenzione. Siamo stati nominati come nemici dello stato. C'è indubbiamente un piano in progresso per occuparsi di noi. I membri dei gruppi menzionati sono già stati designati come bersagli? Ho recentemente ricevuto informazioni dalla California secondo le quali alcune città hanno dichiarato tutti i membri di un club di motociclisti membri di gang. Qual è l'origine di questa decisione? Posso assicurarvi che una delle strategie che saranno impiegate dallo stato è “divide et impera.” È per noi di importanza assolutamente fondamentale unirsi su questa questione. Le parole del pastore Martin Niemöller sono oggi più che mai importanti:
In Germania vennero prima per i comunisti,
e io non dissi nulla perché non ero un comunista.

Poi vennero per gli ebrei,
e non dissi nulla perché non ero un ebreo.

Poi vennero per i sindacalisti,
e non dissi nulla perché non ero un sindacalista.

Poi vennero per i cattolici,
e non dissi nulla perché ero un protestante.

Poi vennero per me.
E a quel punto non era rimasto nessuno che potesse dire qualcosa.
Kit, un caro amico e vero patriota, mi ha detto di recente, “saremo obbligati ad unirci se vogliamo sopravvivere.” Questo è un saggio consiglio.

Le ruote dell'economia stanno per far deragliare il vagone chiamato lo stato. Seguiranno rivolta sociale e caos. Patrioti e costituzionalisti sono stati scelti come il nemico. Coloro che mancano di un piano, falliranno.

Saturday, May 16, 2009

Uno strano twist of fate

Mentre il papa si recava “a parlare di pace” in Palestina, a Laputa si è tenuta una conferenza sugli esplosivi, che manco a dirlo, secondo quanto leggiamo nel dispaccio telepatico che il nostro inviato ci ha trasmesso, ha portato a discutere proprio delle radici piuttosto turbolente dello stato d'Israele. Eh sì, perché fin dai suoi inizi questa storia, così contorta, è una storia di armi e di esplosivi, e dobbiamo sperare che, alla fine, non si concluda come è cominciata: con dei gran botti.

E non si può non provare un pizzico di invidia per gli abitanti dell'isola volante, che tali complicate situazioni le possono osservare a distanza di sicurezza, con quell'etereo distacco che a noi terrestri non è concesso.

Ci rimane la ricerca della serenità di un fine settimana, che auguro a tutti possa aver successo, per affrontare in forze le prossime dure prove di questa nostra vita da terrestri.

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Di Giovanni Pesce


Nella Reale Società delle scienze di Laputa si è tenuta una conferenza sull’uso degli esplosivi.

Sin dai tempi dei cinesi la polvere nera ha svolto il suo ruolo di componente base di fuochi d’artificio e di esplosivo propellente per proiettili; nel XIX secolo è intervenuta la chimica a proporre nuove tecnologie e Vieille, un tecnico francese creò la polvere bianca con collodio e nitrocellulosa.

Con l’acido nitrico e la cellulosa, invece, venne creato il fulmicotone, grande protagonista della guerra civile nordamericana.

Con l’acido nitrico e la glicerina fu creata la balistite, con il brevetto di Alfred, uno dei fratelli Nobel.

Con nitroglicerina, nitrocellulosa ed oli minerali, venne prodotta la cordite, esplosivo per uso militare, ideato da due tecnici inglesi Abel e Dewar; quest’ultimo è passato alla storia anche per l’invenzione del pacifico “Thermos,” grande protagonista di molti picnic.

Alfred Nobel si incazzò moltissimo per quest’ultima scoperta, in quanto pensava che i suoi diritti fossero estensibili pure a questa sostanza non molto dissimile dai suoi prodotti.

Alfred si trasferì nel 1880 in Italia dove collaborò alla modernizzazione delle armi in dotazione al Regio Esercito, creando uno stabilimento di produzione di balistite.

In quegli anni il R.E. abbandonò il fucile M1870 a polvere da sparo per passare al fucile Vetterli 1890 a balistite ed organizzò il concorso per un nuovo fucile il “Modello 1891” meglio conosciuto come Mod. 91.

I migliori cospirazionisti già saranno in piedi con le orecchie dritte ed il cervello posizionato a Dealey Square di Dallas dove un Carcano Mod 91/38, in mano a Lee Oswald, avrebbe colpito il presidente Kennedy.

Ma l’incazzatura di Nobel non trovo soddisfazione perché Alfred perse la vertenza civile, e si ritirò a San Remo per passare i suoi ultimi anni.

Nel frattempo i tempi correvano e WWI era alle porte.

Il sottosegretario alla Royal Navy, tale Winston Churchill, desiderava avere grandi quantità di esplosivo e insisteva sui suoi tecnici Abel e Dewar per aumentare la produzione di cordite, così chiamata perché poteva essere prodotta in “corde”.

Purtroppo per produrre grandi quantità di cordite sarebbe stata necessaria una grandissima quantità di legno, impossibile ad essere reperita in Gran Bretagna in quel particolare momento.

Un allievo di Dewar, tale Cheim Weizmann, aveva scoperto un bacillo che organicamente avrebbe prodotto un solvente, l’acetone, utile per incrementare la produzione della cordite, senza l’utilizzo della cellulosa.

L’accordo tra Weizmann e Churchill fu immediato, Winston promise a Chaim una distilleria di whisky e gin, per aiutarlo nello sviluppo della produzione di esplosivi. L’accordo fu perfezionato con la creazione della fabbrica di cordite di Holton Heath, vicino Bornemouth.

Si racconta che un’ulteriore conseguenza dell’accordo fu la concessione della dichiarazione Balfour, che gettò le basi dell’occupazione delle terre palestinesi da parte di emigrati russi come Weizmann.

Alla fine di WWII, venne creato con l’uso di esplosivi un nuovo stato, quello d’Israele e come primo presidente venne scelto proprio Cheim Weizmann, l’esperto di cordite.

Un nipote di Cheim, Ezer Weizmann, giovane pilota, invece fondò sul finire degli anni ’40, l’Aviazione Israeliana utilizzando residuati bellici, come vecchi Spitfire. Anche Ezer Weizmann diventò presidente d’Israele nel 1993-2000.

Con presidenti di tale portate, può Israele essere un paese pacifico?

Tuesday, May 12, 2009

Il governo degli “esperti”

Per chi pensava, salutato Bush, di liberarsi dal Partito della Guerra e dalle deliranti dottrine imperialiste dei neocon, la nuova amministrazione è stata una spiacevole sorpresa. Perché è cambiato tutto per non cambiare nulla, e una nuova legione di sacerdoti di morte e distruzione è sorta dalle fetide caverne della politica americana, pronta a diffondere una falsa religione di violenza e a travolgere qualsiasi ostacolo ai loro sogni imperiali.

Anche Antiwar.com ha dovuto subire l'attacco, goffo e scoordinato, di questi esseri che Justin Raimondo, nel seguente articolo, definisce giustamente “neocon di sinistra,” ma che io chiamerei semplicemente “troll ufficiali.”

Attaccare Antiwar.com? Ha, buona fortuna cocchi, forse vi andrà meglio in Afghanistan!

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Di Justin Raimondo


L'idea che dovremmo essere governati dagli “esperti” arriva da molto lontano, fin da Platone, fautore del governo dei re-filosofi, i quali, nella loro saggezza, regnerebbero sopra il gregge dell'umanità – per il nostro bene, naturalmente. Più di recente, l'idea è stata ripresa dai vari potenziali salvatori dell'umanità sia a destra che a sinistra. Durante la Grande Depressione, un periodo in cui ogni genere di ottusi “esperti” spuntò fuori armato di panacee, l'idea raggiunse la sua apoteosi nella forma della Tecnocrazia, un movimento fondato da Howard Scott che sosteneva una dittatura di scienziati e ingegneri. Loro sì che avrebbero saputo come riparare gli ingranaggi rotti di un'economia distrutta e sistemare le cose!

Simili idee erano nell'aria, un sottoprodotto di una società che aveva perso i suoi ammortizzatori economici e sociali e stava sfuggendo al controllo. L'intero concetto di perizia, di una classe di so-tutto-io professionali la cui saggezza collettiva poteva essere estratta ed utilizzata per ricostruire la struttura socio-economica, venne adottato dall'amministrazione Roosevelt. FDR ed i suoi consiglieri si compiacevano della definizione dei media di “Brain Trust” del presidente, la cui materia grigia avrebbe salvato la nazione. Da allora siamo stati infestati dalla piaga degli “esperti,” tutti autonominatisi, che vengono tirati fuori ogni volta che il Potere vuole gettare fumo negli occhi del popolo americano.

Abbiamo visto questo tipo di operazione durante la preparazione all'invasione dell'Iraq, quando l'amministrazione Bush ha liberato i propri “esperti” nelle onde radio e negli editoriali dei giornali della nazione. Estratti dalla palude dei think-tanks neoconservatori e dei “giornalisti” segretamente sovvenzionati di Washington, questo organico di sedicenti iraqologisti, di bombardieri da tastiera e generali in poltrona erano sicuri che Saddam stesse nascondendo delle armi di distruzione di massa. Non solo, essi avevano solide “prove” dei suoi collegamenti con al-Qaeda e sapevano – semplicemente sapevano – che se non l'avessimo fermato l'intera regione sarebbe stata trascinata in una generale conflagrazione.

Oggi, naturalmente, sappiamo che non c'erano armi di distruzione di massaalcun collegamento con al-Qaeda, e che la generale conflagrazione che si sta delineando nella regione è direttamente imputabile alla nostra invasione dell'Iraq. Tutto quello che si poteva sbagliare, questi esperti l'hanno sbagliato. Guidato da Bill Kristol e dal suo Progetto per un Nuovo Secolo Americano, il Partito della Guerra ha fornito prontamente i copioni a CNN, MSNBC e Fox con tutti gli “esperti” di cui avrebbero avuto bisogno, e ancor di più, dalla saltimbanco Laurie Mylroie, che incolpava Saddam Hussein di tutto tranne che dell'assassinio di Kennedy e dello scandalo di Teapot Dome, allo stesso piccolo gnomo presuntuoso, che gioiosamente assicurava i telespettatori che gli iracheni ci avrebbero accolti come “liberatori,” piangendo lacrime di gioia.

Talvolta queste teste parlanti riunite si sarebbero differenziate fra di loro, ma soltanto su particolari specifici, non mettendo mai in discussione i presupposti di base dietro la politica in Medio Oriente – una politica apparentemente impegnata ad imporre un dominio statunitense-israeliano nella regione. Nessuna altra opinione era permessa nelle televisioni nazionali, e quando Phil Donahue fu uno dei pochi a sollevare la testa e sfidare il consenso degli esperti, venne rapidamente silurato dalla MSNBC, la sua lunga storia come presentatore di talk show di successo e innovatore sacrificata sull'altare del dio della guerra (a proposito: uno degli esempi più nauseabondi di ipocrisia che conosco è che la MSNBC, che ora si presenta come di estrema sinistra – quando non fa propaganda per l'amministrazione Obama, cioè – non ha reintegrato Donahue al suo giusto posto nella televisione americana. Invece, ci viene dato – ugh! – The Ed Show. Che vigliacchi codardi e senza cervello sono questi tizi!)

Comunque, ora che i neocon sono stati cacciati dalla città su una rotaia – si presume – abbiamo un nuovo mucchio di Esperti Ufficiali. E se avete odiato il Progetto per un Nuovo Secolo Americano preparatevi a disprezzare il Centro per una Nuova Sicurezza Americana (CNAS), il comitato di esperti di Washington di fresca nomina ai quali sembra sia stata assegnata l'esclusiva della politica estera dall'amministrazione Obama.

Ho scritto abbondantemente della loro dottrina di controinsurrezione e nation-building: è basata sul presunto successo dell'aumento di truppe in Iraq – o Surge, come lo chiama il nostro cronista Kelley Vlahos – ed il suo autore principale è il generale David Petraeus, il simil-Cesare dell'amministrazione Bush le cui imprese ora sono rivendicate da entrambi i partiti.

I bushisti possono aver perso il potere, ma il loro sogno di una trasformazione regionale in Medio Oriente sopravvive nella strategia COIN del CNAS e di Petraeus, i cui fautori si vantano della loro capacità di imporre il cambiamento su intere società. È una versione liberale dello stesso vecchio gioco imperialista, questa volta giocato in nome dell'elevazione morale globale. È neoconservatorismo dal volto umano.

Questi neocon di sinistra hanno il loro proprio organico di esperti, che vengono liberati per aspergere la nostra attuale stolida politica di intensificare la guerra afgana e di trascinarvi dentro il Pakistan con un'aura di falsa credibilità. Il più importante fra questi è Tom Ricks, il corrispondente dal Pentagono del Washington Post e membro anziano del Centro per una Nuova Sicurezza Americana. Come la maggior parte dei nostri vantati esperti, Ricks odia quando la sua credibilità viene sfidata ed odia particolarmente quando… be', lasciamo che sia lui a dirlo:
Antiwar.com accorre a pubblicizzare il col. Gian Gentile come non riconosciuto salvatore e stronca il CNAS per avere diverse persone (Nagl, Kilcullen, Exum, me) concentrate sulla controinsurrezione. Nota ai bloggers: Questo è quel che accade quando qualcuno scrive su una zona di cui non conosce assolutamente un fottuto niente. Questo è il motivo, ad esempio, per cui cerco di evitare di scrivere, tra le altre cose, sul basket, il golf, i gatti, gli oboe, l'immersione con le bombole, la fisica, il demone di Maxwell, le automobili elettriche, l'agricoltura, la scultura astratta, le opere di Anthony Powell, il Sudamerica, o il buddismo.
Notate la risposta caratteristica dell'Esperto Professionista quando inciampa su un'idea che non si inserisce nel suo paradigma: l'argomento ad auctoritatem. Fateci caso, questa è la risposta dell'esperto a qualsiasi cosa ed a chiunque sfidi i suoi presupposti di base: non sanno di cosa stanno parlando! Dopo tutto, io sono l'esperto!

Ricks è il prodotto di un'élite tecnocratica congenita, Washington-centrica, coi paraocchi, così prigioniera del sogno sbiadito di un impero americano da non poter riconoscere quanto rapidamente si sta disintegrando, proprio mentre elabora i suoi audaci programmi per espanderlo. Essi sono così completamente dimentichi della realtà che davvero non possono comprendere come qualcuno potrebbe mai essere in disaccordo con i loro programmi estremamente ragionevoli per sottomettere ampie fette dell'Asia centrale:
Qual è l'argomento di Antiwar? Male il CNAS, immagino, per essere interessato in questioni come la protezione della popolazione. Voglio dire, Antiwar.com capisce cosa sta sostenendo? Ho visto come i militari degli Stati Uniti hanno operato in Irak nel 2003-06 e davvero penso che non vogliamo tornare a quel metodo (sono stato effettivamente embedded con l'unità del col. Gentile nel febbraio 2006 e mi ricordo di avergli chiesto perché la sua unità operasse in un grande FOB invece di far base fuori fra la gente).
L'articolo che ha irritato Ricks era di Kelley Vlahos, che ha intervistato il col. Gentile – direttore della divisione di storia militare a West Point ed ex comandante dello squadrone di cavalleria in Iraq – ed ha dato una base alla sua critica tagliente delle dottrine ultra-interventiste di nation-building promosse dal CNAS e da Ricks, il cui aroma si può assaporare in questo frammento dal suo pezzo [.pdf] nell'ultimo Joint Forces Quarterly:
L'ex tenente colonnello John Nagl, autore di Learning to Eat Soup With a Knife, è così assolutamente certo dell'efficacia della potenza di combattimento dell'esercito da credere che abbia la capacità non solo di dominare la guerra di terra in generale ma anche di “cambiare intere società”… Ci stiamo organizzando intorno al principio di nation-building piuttosto che al combattimento. Per i pensatori della difesa come Nagl, quel principio si è trasformato in un consenso sintetico. Per ripetersi, come altrimenti si può spiegare la sua tanto profonda e profondamente preoccupante dichiarazione che l'esercito, in futuro, avrà la capacità di “cambiare intere società”? In questo senso, la caricatura di Nagl come “crociato” sembra corretta.
Nagl è il nuovo presidente del CNAS, ora che il co-fondatore Michele Flournoy è stato nominato per la vecchia posizione di Doug Feith al Pentagono. Con questi allievi del CNAS che inondano l'amministrazione Obama, è di nuovo come ai vecchi tempi – a parte le facce ed i nomi. C'è un qualcosa “Nuovo e Americano” che opera non troppo nascosto dietro le quinte, armato di una dottrina [.pdf] che giustifica una politica di guerra perpetua. È la stessa roba vecchia, anche se questo volta presentata sotto l'etichetta di liberalismo “pragmatico.”

Ricks vuole sapere “qual è l'argomento?” D'accordo, ecco qual è: siamo contro la vostra guerra. Non importa quanto la sua esecuzione possa essere progressista, non importa quanto illuminata, siamo contro di essa e continueremo ad esserlo a prescindere da quanti esperti autoproclamati si rendono garanti per essa. Ci opponiamo perché, al contrario di Obama, di voi stessi, di Nagl, Flournoy ed altri, i raggruppamenti tribali che abitano nelle zone isolate che abbiamo designato come bersaglio non presentano alcuna minaccia credibile contro la sicurezza degli Stati Uniti continentali. Ci viene detto che Osama bin Laden è nella zona, tuttavia nessuna prova di ciò è stata presentata al pubblico dai politici degli Stati Uniti. Se sanno dov'è, perché non vanno semplicemente là, non lo prendono – o uccidono – e non la fanno finita con lui? Ma naturalmente non sarebbero finita con lui, perché non sarà mai finita con lui – a meno che e finché il popolo americano non si leverà e dirà “basta così!”

Ricks, semplicemente, non ci arriva, ma ci dovrebbe essere un indizio nel nostro indirizzo: Antiwar.com. So che è sottile, ma vi aspettereste che un tipo sveglio come Ricks – un riconosciuto esperto-tra-tutti-gli-esperti – riuscisse a coglierlo. Nel suo post sul sito del magazine Foreign Policy, cita “un collega” – senza dubbio un collega esperto – che pare abbia detto:
Allora diciamolo chiaro: Antiwar.com promuove il col. Gian Gentile, che sostiene che dovremmo condurre il COIN nella forma delle incursioni punitive britanniche del diciannovesimo secolo, come la luce più brillante dell'esercito. Ergo, Antiwar.com è in favore di più attacchi di droni Predator e del controterrorismo ad “azione diretta”?
Da parte sua, Ricks aggiunge: “Buona domanda, Antiwar.com.”

È così che dovremmo inquadrare la domanda: non se dovremmo bombardare l'Afghanistan, ma come. Entro quei parametri, il “dibattito” è privo di significato, ma risponderò comunque a Ricks. Sì, date le nostre preferenze, siamo per delle operazioni militari su scala ridotta che bersaglino nemici reali, ovvero specifici malfattori come Osama bin Laden. La nostra storia è chiara: vedi la nostra prima risposta all'11 settembre postata il giorno stesso di quell'evento orribile. “Ucciderli e andarsene” – questa era la nostra prescrizione e se avessimo seguito quella strada invece di spargere la nostra furia militare nel Medio Oriente come un branco di delinquenti in una violenta spedizione, staremmo tutti molto meglio.

Ci opponiamo agli attacchi dei Predator, tuttavia, perché ci opponiamo alla nostra stessa presenza in Afghanistan ed alla nostra violazione della sovranità del Pakistan, una politica che può solo destabilizzare un già fragile stato pakistano e portare al punto di ebollizione il torbido calderone della politica di quel paese fino ad una catastrofe regionale. Gli Stati Uniti dovrebbero congedare il Pakistan, ritirarsi dall'Afghanistan, ed affrettarsi a svignarsela dall'Irak. Se gli obamiani sanno dov'è Bin Laden, che spediscano un'unità operativa speciale per eliminare lui ed i suoi seguaci, anche se questo non distruggerà la Jihad globale che ha lanciato contro di noi. Ma risponderà all'esigenza politica dell'eseguire la vendetta – che è il vero motivo della guerra in Afghanistan – e farà fare ad Obama un balzo enorme nei sondaggi.

Il nation-building, varietà moralmente elevata da benpensanti dell'imperialismo, è attualmente in gran voga a Washington, ma suona sospettosamente come la prima propaganda bellica dell'amministrazione Bush, che continuava a cianciare su quante maledette scuole stesse costruendo mentre i terroristi suicidi facevano esplodere mezza Bagdad e gli insorti – già noti come gli “irriducibili” – conquistavano intere province.

A dare particolarmente sui nervi è questa pretesa che il nostro esercito d'occupazione in Afghanistan sia incaricato di “proteggere” la gente di quel paese dilaniato dalla guerra. Il che riporta in mente il vecchio lamento levato contro gli aspiranti despoti “benevoli” in tutto il mondo: chi ci proteggerà dai nostri protettori? Naturalmente a Ricks ed ai suoi colleghi teorici della dottrina liberale della controinsurrezione non passa neanche per la testa che quella gente non avrebbe dovuto esser protetta dagli effetti della guerra se non avessimo invaso ed occupato il loro paese.

Eliminare, tenere e costruire: questa è l'essenza della dottrina della controinsurrezione che Ricks ha così tanta voglia di difendere. Ripulire il paese di tutta l'opposizione, tenere il territorio e costruire un regime compiacente del tutto dipendente dagli Stati Uniti per la sua difesa militare e la sua sopravvivenza economica, un protettorato americano in una regione dove Russia, Cina e India si guardano in tralice attraverso confini spesso disputati. È un processo che richiederà decenni e fornirà abbondanza di lavoro e di sussidi governativi per un bel mucchio di persone – non ultimi Ricks e i suoi compagni del CNAS.

Il governo degli “esperti” autoproclamati – Dio, sono così stanco e nauseato da tutto ciò che potrei vomitare. E scommetto che anche voi lo siete. Bene, un modo per sfidare la loro regola ed irritare i tipi alla Tom Ricks, è di fare una donazione a questo sito. Vedete, diversamente da Ricks e dai suoi colleghi nel Partito della Guerra, non abbiamo fondazioni generosamente finanziate con milioni di dollari alle nostre spalle che garantiscono di mantenerci in funzione. Non abbiamo il “prestigio” del Washington Post, che sostiene la politica estera americana dell'infinito intervento dappertutto, tuttavia ritengono di doverci attaccare comunque. E naturalmente devono, perché presentiamo la più valida, la più coerente e la più letta critica della politica estera degli Stati Uniti al mondo, 24/7. Stiamo sempre sul collo del Partito della Guerra, e loro lo sanno fin troppo bene.

Ecco perché è importante che non diventiamo appena un altra vittima della contrazione economica. Quella contrazione, a proposito, a lungo prevista in queste pagine: è il logico risultato delle nostre spese ridicolmente esagerate in sussidi militari ed esteri, considerati sacrosanti dai membri del Congresso (che, per il loro supporto, ricevono dalle lobby grosse somme nelle loro campagne).

Quello che Ricks e la sua razza vogliono dal popolo americano è un assegno in bianco – dopo tutto, sono gli “esperti,” ne sanno più di noi e noi peones chi siamo per metterli in dubbio? Bene, Ricks ed i suoi colleghi “esperti” possono baciarmi il c***, perché ho una notizia per loro: il regno degli “esperti” è finito.

Ricks & i Co. non ci arrivano. Non capiscono internet, non capiscono le sue implicazioni per il sacerdozio degli esperti, e quel ch'è peggio non vogliono capirlo. Bene, lasciamoli cuocere nel loro universo autoconclusivo, in cui l'aranciata è sempre fresca e quella costruzione di fiammiferi che è l'impero americano si ergerà per sempre. Il nostro lavoro non è di convertire Ricks. È un caso disperato. Il nostro lavoro è di istruire il popolo americano, e stiamo avendo un impatto – altrimenti ci ignorerebbero semplicemente, o no?

Date quel che potete, non appena potete. Antiwar.com è un'istituzione degna di essere salvata e non solo perché infastidisce i tromboni come Ricks – anche se questo, di per sé, è una ragione assolutamente buona (per quanto mi riguarda) per raddoppiare il vostro usuale contributo. O, se non avete mai contribuito, per stimolarvi a considerare la cosa seriamente.