Saturday, November 29, 2008

Piloti, che gente!

C'è solo un argomento più popolare, a Laputa, delle storie di imprese aeronautiche: le storie di imprese aeronautiche condite da oscuri complotti. E il dispaccio telepatico che il nostro corrispondente dall'isola volante ci invia questa settimana tratta proprio di queste storie, al centro di innumerevoli accesi dibattiti tra i laputiani. L'intreccio è invero piuttosto stimolante, in quanto coinvolge tre capi di stato tra i più celebri e potenti, tre uomini che hanno fatto, nel bene, ma soprattutto nel male, la storia del secolo scorso.

Lasciamoci condurre allora dal nostro Pesce Volante in questo viaggio vertiginoso nei retroscena del potere, là dove l'aria e gelida e rarefatta e breve la distanza tra l'altezza del cielo e la profondità di una tomba.

Allacciate le cinture? Bene, buon viaggio quindi, e buon fine settimana a tutti.
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Di Giovanni Pesce


C’è un curioso intreccio di storie tra tre piloti della WW2 : Kennedy, Roosevelt, Dugazvili.

Il destino non è stato molto generoso con loro, se non nella consegna del cognome che, probabilmente è stato un po’ troppo ingombrante per essere portato in volo.

Joseph Patrick Kennedy, primogenito del Sen. Joseph Kennedy, era stato allevato per diventare il Presidente degli Usa, e durante la guerra era stato inviato a fare il pilota della US. Navy; il babbo infatti, oltre ad esser stato fondatore della RCA assieme a David Sarnoff, era stato Direttore della Maritime Commission.

Il 12 Giugno 1944, la US Navy organizzò un bombardamento su Mimoyecques, utilizzando un B24 particolare: riempito di esplosivo avrebbe dovuto essere portato in volo ed indirizzato verso l’obiettivo da un pilota, quindi, dopo l’abbandono dell’aeromobile da parte del pilota, avrebbe dovuto essere radiocomandato contro la postazione tedesca tramite segnali radio trasmessi da un aereo “guida” fino allo schianto finale.

Come pilota per questa missione fu scelto Joe Kennedy, che avrebbe potuto farne a meno in quanto aveva già completato il numero di missioni (30) necessarie per ottenere il rimpatrio negli USA.

Tra i vari aerei partecipanti alla missione c’era il P38 di Elliott Roosevelt, che aveva il compito di protezione e documentazione fotografica della missione.

Appena decollati, durante il controllo finale di tutti gli apparati, prima di lasciare l’Inghilterra per dirigersi verso le coste francesi, il B24 esplose “improvvisamente” in volo.

Non si sa il motivo esatto dell’esplosione, l’unica osservazione da segnalare è che i pattugliatori marittimi B24, convertiti durante la guerra in bombardieri dall’ US Navy, non erano molto amati dagli equipaggi, che avrebbero preferito i più sicuri B17 dell’ US Army.

A seguito dell’esplosione misteriosa, babbo Kennedy si adirò moltissimo con Roosevelt babbo, Presidente USA, ipotizzando una congiura contro il figlio, destinato a fare una grande carriera politica.

Kennedy babbo e Roosevelt babbo si fronteggiavano dai tempi della WW1, quando il primo era assistant manager della Fore River Shipyard di Boston e consegnava armamenti navali di guerra all’altro assistant Secretary della US Navy.

Comunque il secondogenito Kennedy, il famoso JFK, subentrò al fratello nella corsa alla Casa Bianca.

Con il nome Joe Kennedy venne battezzato un incrociatore Usa, che passò alla storia per aver diretto, nel Novembre 1961, il blocco navale di Cuba.

Elliott Roosevelt, figlio di Franklin Delano, era stato il pilota del caccia P38 coinvolto nella missione e non era assolutamente dell’opinione del complotto contro i Kennedy; ma qualche mezza idea sul successivo complotto contro i Roosevelt deve averla avuta.

Infatti quando Franklin Delano Roosevelt, “morì improvvisamente” il 12 Aprile 1945 ed il corpo del presidente venne seppellito sotto un blocco di cemento armato a Warm Springs e Joseph Dugazvili detto “Stalin” chiedeva, ai Roosevelt, spiegazioni esatte sul berrettino che nascondeva il capo del presidente defunto, probabilmente ad Elliott qualche sospetto venne in mente.

Nonostante Elliott fosse amico di Vassili Dugazvili, figlio di Joseph, ai Roosevelt furono negati nel 1945 i visti d’ingresso “turistico” in URSS; probabile punizione per non aver voluto mostrare all’ambasciatore sovietico di che morte era defunto il presidente Roosevelt.

Vasili Dugazvili, figlio di Stalin, insieme all’amico Elliott Rossevelt aveva partecipato alla Conferenza di Teheran di Novembre 1943; purtroppo nonostante un avvio veloce nella Forza Aerea Sovietica, la sua carriera fu congelata dopo un incidente alla parata della Piazza Rossa del 1952.

Con la destalinizzazione kruscioviana le cose peggiorarono e morì alcolizzato nel 1961.

Purtroppo non abbiamo attualmente informazioni sui complotti del Kremlino, ma prometto sin d’ora di aggiornarvi non appena avrò l’accesso agli archivi della Lubianka.

Stay tuned.

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