Sunday, October 12, 2008

La sicurezza non è mai troppa

Da un articolo di USA Today vengo a sapere che in molte città e paesi americani, mentre alla polizia mancano i mezzi per opporsi efficacemente ad un crimine quantitativamente e qualitativamente in aumento, il governo distribuisce fin troppi soldi per attrezzature anti-terrorismo d'emergenza che raramente vengono usate.

Uno dei tanti casi in cui è evidente lo spreco di risorse accompagnato dall'inadeguatezza dei servizi forniti che è la caratteristica principale di un'economia pianificata e paranoica. Leggiamo:
Sette anni dopo il 9/11, qualcuno sta chiedendo al governo di riesaminare la spesa di centinaia di milioni di dollari in robot artificieri, in tute per la guerra chimico-biologica, e in attrezzature che raccolgono spesso la polvere nei magazzini.

“La semplice verità è che l'americano medio è molto più probabile diventi vittima del crimine che di un attacco terroristico,” dice l'Associazione Internazionale dei Capi della Polizia (IACP) in un nuovo rapporto che chiede al prossimo presidente di spostare i soldi di nuovo alla lotta contro il crimine.
Il problema si trascina dal 2003, ovvero quando venne creato lo Homeland Security Department, e il governo distribuì quasi 23 miliardi di dollari per prepararsi all'emergenza. Ma, se ne accorgono ora anche i responsabili della sicurezza, quelle risorse sono state male indirizzate:
Dal 9/11, secondo lo IACP, 99.000 persone sono state uccise negli U.S.A. e 1,4 milioni sono ogni anno le vittime di crimini violenti. “In termini di lotta quotidiana al crimine, siamo in una condizione ben peggiore rispetto a prima del 9/11,” ha detto Ronald Ruecker della IACP.
Sicuramente però sono in una condizione migliore le finanze delle ditte fornitrici di costose attrezzature e corsi anti-terrorismo, tra le quali si trovano spesso alcune delle aziende di punta israeliane: combinazione lo stato più di ogni altro attivo nel mantenere viva la paura della “minaccia terrorista” e i lucrosi finanziamenti che essa produce.

Purtroppo oggi non usa più la nota massima “cui bono”, né la sua moderna traduzione “follow the money,” altrimenti potremmo forse cominciare a farci un'idea su cosa sia in realtà la minaccia del terrorismo, soprattutto quando saltano fuori notizie come quella, recente anch'essa, della cellula terrorista sgominata in Yemen, che a quanto dice il presidente yemenita avrebbe avuto contatti con l'intelligence israeliana.

Ciò che usa oggi è credere senza dubbi di sorta alle parole di chi occupa un posto più vicino al trono dell'imperatore, in questo caso il ministro degli esteri israeliano, che per mezzo di un suo portavoce ha dichiarato: “Credere che Israele potrebbe creare una cellula islamista nello Yemen è davvero esagerato. Questa è un'altra vittoria per i promotori di teorie cospirazioniste.”

E dato che cospirazionista è ormai un sinonimo di negazionista, e che per negazionismo si va in galera, non posso che affermare: ha sicuramente ragione lui.

1 comment:

Anonymous said...

"...dice l'Associazione Internazionale dei Capi della Polizia (IACP) in un nuovo rapporto che chiede al prossimo presidente di spostare i soldi di nuovo alla lotta contro il crimine.
Beata innocenza! :-D
Se si accorgessero per chi lavorano smetterebbero di sprecar carta in simili ridicoli appelli (e magari un paio cambierebbe pure lavoro...).

Il dubbio amletico è dunque: "meglio fessi o cattivi"? Meglio fingersi utili idioti, o palesarsi come volontari al soldo di criminali?


Jorge Perro Liberista.