Thursday, October 16, 2008

Creditismo terminale

Il miglior successo della neolingua è stato, a mio avviso, la trasformazione del termine “capitalismo” in una specie di maledizione, un flagello divino che rovescia miseria e distruzione sull'uomo il cui peccato è stato di voler “ottenere profitto” dal suo lavoro. Si può esser certi, a volerne difendere la validità, di guadagnarsi gli sguardi pieni di disprezzo degli occasionali interlocutori.

Ma di quale capitalismo parliamo, se ciò su cui dovrebbe poggiare le sue fondamenta, il capitale, è stato praticamente dissolto dalla moneta creata dal nulla, e sostituito dalle illusioni del credito?
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Capitalismo senza capitale?

Di Ron Paul


Abbiamo da tempo capito che il nostro governo federale sta sprofondando nel debito, alzando costantemente il tetto del debito e dimostrando sfrenatezza fiscale. Negli ultimi anni, gli aumenti del tetto del debito sono stati inseriti in legislazioni “obbligate” per garantire che i repubblicani come pure i democratici li avrebbero votati quando il Congresso era sotto controllo repubblicano.

Inoltre sappiamo che il “tasso di risparmio negativo” della nostra nazione riflette le abitudini dei privati cittadini, mostrandoci che tali abitudini non sono così immensamente differenti da quelle del settore pubblico. Tuttavia, i segni del declino stanno diventando sempre più palesi. Così palesi, in effetti, che sembra improbabile che i prestiti o altri espedienti abbiano successo, anche solo di breve durata. Una maggiore inflazione e creare azzardo morale salvando egregi malfattori, è una ricetta per il disastro. Queste attività possono dar l'impressione di fornire un certo sollievo a breve termine, ma a quanto pare siamo ora ad un punto significativo della crisi, in cui gli espedienti di politica monetaria non funzionano da cerotti come hanno fatto in passato.

Non solo la nostra nazione è sull'orlo del fallimento, ma così è anche il suo popolo e le istituzioni private. Ora sentiamo parlare ripetutamente di aziende “che hanno bisogno di accedere al mercato creditizio per pagare i salari.” Questo è un segno inequivocabile di più terribili conseguenze per l'economia che ci aspettano. Se le aziende devono prendere in prestito solo per pagare i salari, questa è prova di una grave sotto-capitalizzazione insostenibile, anche a breve scadenza.

Accostate a questi fatti oggetti come l'esplosione dell'industria dei “prestiti giorno-di-paga” e lo smascheramento del falso senso di benessere economico è quasi completo. Queste compagnie di prestiti giorno-di-paga usano l'accesso preferenziale al credito facile per iniettare contanti nelle mani di lavoratori poveri. Sono situate quasi sempre nei quartieri a più basso reddito. Questa gente, che sta lottando per comprare il cibo e pagare l'affitto, diventa dipendente della droga del credito. Il loro tenore di vita viene solo ulteriormente depresso dai pagamenti dell'interesse su questi prestiti che li rendono vantaggiosi per i loro fornitori. Alla fine i destinatari sono ancor meno capaci di pagare cose come il cibo e la casa a lungo termine, senza usare questo credito ancora ed ancora.

Queste persone sono molto spesso le stesse che sono pagate dalle aziende che “prendono in prestito per pagare i salari.” Questo è l'oscuro punto debole della moneta fiat, dell'economia prendi-in-prestito-e-spendi che questa nazione ha costruito. Con il governo che assume la direzione di sempre più funzioni dell'economia molti vedono nel sorgere del socialismo un antidoto a questo fallimento del “capitalismo.” Tuttavia, rimane il fatto che la nostra economia è sempre più fondata sul debito, non sul capitale. Non esiste capitalismo senza capitale e il debito non è, non è mai stato e mai non sarà una forma di capitale. Solo ora stiamo vedendo le più terribili implicazioni di un'economia senza capitale.

2 comments:

Santaruina said...

Non c'è niente da fare Pax, questa che stiamo osservando è "la fine del mito del libero mercato" e "il fallimento del capitalismo".

E a prescindere dalle idee di ognuno, qui è proprio una questione di termini..

Paxtibi said...

Chi scrive il libro, sceglie anche i titoli dei capitoli...