Sunday, March 21, 2010

Banana

Se definire l'Italia una “repubblica delle banane” è ormai pratica alquanto frequente, l'origine di tale definizione è una conoscenza assai meno comune.

Eppure, come illustra l'ultimo dispaccio speditoci da Laputa del nostro corrispondente Giovanni Pesce, proprio indagando la storia della banana e delle “repubbliche” ad essa dedicate si può comprendere meglio come funziona il sistema corporativista che governa il nostro mondo: un intreccio perverso di violenza e potere economico e politico nel quale non è più nemmeno possibile distinguere tra soggetti privati e pubblici ma solo tra vittime e carnefici, un sistema in cui i governi sono solo il braccio armato di grandi interessi particolari, l'impresa non è più al servizio del consumatore ma solo dei suoi azionisti, e un oppressivo conformismo si impone alla natura variegata di un mercato davvero libero.
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Di Giovanni Pesce


A prima vista le banane sembrano un prodotto naturale di una pianta (Musa acuminata) tipica della natura lussureggiante ma la realtà è ben diversa: le banane da noi conosciute e mangiate (Cavendish) sono state create dall’ uomo.

Fino a 150 fa, molte specie di banane hanno popolato le giungle del mondo ed hanno costituito la base del consumo locale. Alcune erano dolci, altre erano acide, altre erano verdi o viola o gialle o rosse.

Ma una società USA denominata United Fruit sviluppò un particolare tipo di banana – il Michael Gros – e decise di produrre banane industrialmente utilizzando questo modello “standard”: giallo, cremoso e pratico per il cesto da picnic.

Zona di produzione individuata: i paesi caraibici del Centro America.

Ottima scelta dal punto di vista imprenditoriale, direbbe un economista – ma a parere dei popoli la soluzione non sarebbe più tanto valida in quanto la United Fruit aveva sviluppato un particolare modello di business attuativo.

Come lo scrittore Dan Koeppel ci spiega nella sua brillante storia: Banana: il destino del frutto che ha cambiato il mondo, l’elenco dei passi operativi è stato questo:
  • Trovare un Paese povero e debole.
  • Assicurarsi che il governo nazionale debba servire gli interessi aziendali. Altrimenti, rovesciarlo e sostituirlo con uno completamente servile.
  • Bruciare le foreste pluviali nazionale e creare lì delle piantagioni di banane.
  • Rendere la gente del luogo dipendente dagli interessi aziendali.
  • Schiacciare ogni barlume di sindacalismo.
  • Poi, purtroppo, potrebbe essere necessario prendere atto di come le piantagioni di banani muoiano per una malattia strana che attacca i banani in tutto il mondo.
  • Se questo accade, irrorare tonnellate di sostanze chimiche sulle piantagioni di banane per studiarne l 'effetto.
  • Se non funziona, ricominciare dal punto (1) utilizzando il prossimo paese.
Se infatti ripercorriamo la storia della banana, vediamo che le cose sono andate più o meno così:

Nel 1870 ancora le banane non erano conosciute dal grande pubblico e venivano vendute negli USA solo in occasioni particolari.

Nel 1911, il magnate delle banane Samuel Zemurray decise di trasformare l’Honduras in una piantagione privata; radunò alcuni gangster internazionali come Guy "Machine Gun" Maloney, killer di un esercito privato, e organizzò l'ascesa politica di un suo amico verso la poltrona di presidente della repubblica.

Le altre nazioni centro-americane ebbero un uguale trattamento.

Il termine "repubblica delle banane" è stato così coniato per descrivere le dittature servili del Centro America che sono state create per compiacere le società di banane.

Nei primi anni 1950, un insegnante di scienze di nome Jacobo Arbenz fu eletto presidente del Guatemala, con l’impegno di ridistribuire ai milioni di contadini senza terra, parte dei terreni delle società delle banane.

Ma il presidente Eisenhower e la CIA emanarono delle istruzioni su come dovevano essere uccisi i “comunisti”, e stabilirono che gli strumenti adatti erano "un martello, un’ ascia, una chiave, un cacciavite, un coltello da cucina, il poker o il fuoco".
Così il governo Arbenz fu messo da parte.

Nel 1960, a causa di una malattia fungina iniziò a sparire dalla circolazione il modello Gros Michel della United Fruit, che era stato presentato come The One True Banana.

Nel tentativi di trovare un sostituto, immune da quella malattia, venne scelta la “Cavendish”, anche se questo tipo di banana era più piccola e meno cremosa.
Ma come in un film dell’horror, il killer è tornato.
A partire dal 1980 una malattia la sta attaccando ed ora la Cavendish sta morendo, nonostante la sua immunità fosse un mito.

Ci sono delle banane che potremmo adottare come Banana 3.0 – ma sono così diverse dalle banane che conosciamo ora.
Il modello vincitore probabile è il “Goldfinger,” che è croccante e il “Tangeri”: quest'ultimo è noto come “la banana acida.”

Già non molto tempo dopo che la malattia “Panama Disease” aveva iniziato a uccidere le banane dagli inizi del 20, gli scienziati della United Fruit avevano ipotizzato una causa "genetica": l'attuazione di un'unica gigantesca monocultura. Se tutte le banane provengono da una unica specie, una malattia che entra nella catena sarà presto diffusa ovunque.

Riassumendo, che cosa è successo? C'è stata una buona idea imprenditoriale ovvero quella di spremere ogni goccia dall'operazione pur di trarne profitto, e contemporaneamente gli “imprenditori” in combutta con i “politici” hanno distrutto le società, hanno bruciato foreste pluviali, e finito per uccidere il frutto stesso.

Incredibilmente, lasciando perdere la parte economico-politica, possiamo prendere atto che dal punto di vista di catalogazione scientifica i banani sono delle erbe ornamentali e perfino alcuni fiori fanno parte della famiglia delle banane; per chi volesse cimentarsi nelle ricerche può cercare informazioni o immagini di:

Musa Acuminata
Musa Cheesmani
Musa Ornata
Musa Velutina
Musa Sikkimensis
Strelitzia Nicolai
Ravenala Madasgascariensis
Strelitzia Reginae

Per tutti gli altri non impegnati in queste ricerche, un doppio "Cuban 8"!

7 comments:

Gatto rognoso said...

( Stato + imprenditoria ) X Tempo = Prodotti di merda

è matematico -_-

Anonymous said...

http://failblog.files.wordpress.com/2010/03/epic-fail-bridge-fail.jpg

Hiei

Pike Bishop said...

A proposito della United Fruit Company, sarebbe meglio, per chiarezza, citare il suo corrente nome: CHIQUITA.

La UFC che era stata cosi' sputtanata da articoli, libri etc. nel 1970 cambio' nome in United Brands Company per un merger che non mi risulta ci sia veramente stato e che se rammento bene e' stata solo una acquisizione di uno speculatore con fondi liquidi, per poi negli '80 seguire la pubblicita' ossessiva che dal 1940 in poi che ci impone di comprare roba col magico bollino e chiamarsi Chiquita, sotto la guida di un altro finanziere caimano d'assalto che ha spostato la sede a Cincinnati dopo che il precedente caimano era saltato da un grattacielo di New York poco prima del Bananagate.

Che brava gente.

Quando vedo il bollino blu mi passa tutta la voglia di comprare la frutta.

E anche quando Grillo parla di bollini e stellette...

Pike Bishop said...

Bella l'immagine della Venere Nera Josephine Baker vestita solo da un gonnellino di banane.
Quando comincio' a mostrarsi a Parigi vestita (o svestita) cosi' alle Folies Bergeres, perfette tette in bella mostra e fighetta cespugliosa non abbastanza nascosta dal filo di banane, i parigini che avevano esposto le donne ottentotte nude al museo come l'evidente prova che i negri fossero tutti scimmie divennero improvvisamente nemici del razzismo e la nipote di schiavi e di indiani che si era nutrita di avanzi dai bidoni dell'immondizia di St. Louis divenne un'icona della Cultura Francese.

Il piu' grande contributo alla civilta della banana fu quello: il permettere di esporre la figa nera in pubblico.
Per quella bianca abbiamo invece dovuto aspettare il bagnoschiuma...

MauroC said...

"Ravenala Madasgascariensis" molto bella, ma c'è una "s" di troppo

GianniPesce said...

Sono, ahimè, stato tirati in inganno da:

http://www.readytogrow.co.uk/index_pages/bananas.html

Succede anche nelle migliori famiglie!

enemimene said...

bisogna dire che se anche le banane fossero biologiche non sarebbero salutari perche' la maturazione non e' naturale, vengono raccolte acerbe e poi fatte fradiciare e noi crediamo che quelle siano mature.
non penso che le banane commerciali siano necessarie al sostentamento di nessuno, cambiamo economia con le nostre scelte.
mi viene in mente il bollino di grillo, sarebe bello avere la banana dalla parte del manico, per una volta, e usarla bene.