Sunday, March 28, 2010

I Tulipani

La primavera, anche a Laputa, porta con sé la fragranza dei fiori appena sbocciati ed è un'occasione per parlare di un'antica bolla economica, quella ricordata con il nome di “Tulipmania.”

Era senza dubbio un'altra epoca, più romantica della nostra in cui l'illusione del facile guadagno è legata alle fredde cifre dei titoli del debito pubblico o alle azioni di qualche improbabile dotcom.

In quel tempo, furono i bulbi di fiori affascinanti a suscitare il sogno di una ricchezza infinita. C'è bolla e bolla, insomma, lasciamo allora che il nostro inviato da Laputa ci racconti di questa versione poetica del ciclo economico.
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Di Giovanni Pesce


L’argomento scelto questa settimana per i lettori del Gongoro, è la terapia dei malanni economici: ovvero vediamo cosa avviene quando l’economia ha le bolle.

La prima bolla classica è quella conosciuta con il nome “dei tulipani” avvenuta in Olanda nel 1636.

I mercanti olandesi avevano riportato in patria un nuovo fiore: il Tulip della Turchia di Solimano il Magnifico.

I botanici reali, veri opinion leaders, descrissero con grande enfasi le caratteristiche di questo fiore con tutte le sfumature di colori e forme; seguendo la moda del momento tutti i nobili cercarono di ottenere un certo numero di tulipani per inserirli nei loro giardini.

Il top per i collezionisti era il “Tulipano Nero”, fiore ricercatissimo; in attesa di questo gli aficionados si accontentavano anche di una speranzosa attesa, così puntavano sui bulbi “particolari.”

Tra collezionisti c’era infatti un interessante scambio di soldi contanti contro bulbi “probabili” produttori di costosi tulipani. I prezzi iniziarono a salire in una forma di spirale crescente.

Chiunque poteva arricchirsi in quei tempi con i tulipani, fenomeno esattamente identico al pre-1929 di New York quando chiunque poteva fare buoni affari con la Borsa.

Ma anche nel paese dei tulipani, dopo un periodo di crescita “folle” i prezzi crollarono all’improvviso riducendo sul lastrico tutti gli investitori.

Alcuni autori ipotizzano cause psicologiche:
  1. Euforia iniziale per la fine della Guerra dei cent’anni
  2. Crollo finale correlato alla nuova ondata di peste nera
In realtà la bolla si era gonfiata e sgonfiata perché si era svincolato il mercato finanziario dal mondo del lavoro: tutto era puntato ad ottenere dei guadagni “veloci” sui futures tralasciando la vita reale di tutti i giorni.

Come la non-convertibilità di una moneta da un qualcosa di certo, sicuro e inalterabile (l’oro) lascia la moneta stessa libera di gonfiarsi e sgonfiarsi per via di certe “bollicine.”

Naturalmente in quella occasione dei tulipani chi perse tutto furono le new entries del mercato. Quei pochi che in realtà avevano cavalcato le prime fasi della bolla riuscirono a portare a casa un discreto gruzzoletto, come in tutte le storie Ponzi/Madoff. I conoscitori della speculazione avevano fatto in tempo a ritirarsi e a lasciare il cerino acceso ad altri.

A fine bolla il Governo equiparò i debiti provenienti dal gioco in Borsa sui tulipani (“commercio del vento”) al debito dal tavolo di gioco: il debitore era esentato dal pagamento del debito.

E’ mia opinione che anche il capitalismo sia una bolla che ha fatto il suo tempo ed ora stia scoppiando.

Si salvi chi può!

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