Friday, September 28, 2007

Piccolo Glossario della Neolingua #11

Our instinct is against it. We object to the taking of our property by organized society just as we do when a single unit of society commits the act. In the latter case we unhesitatingly call the act robbery, a malum in se. It is not the law which in the first instance defines robbery, it is an ethical principle, and this the law may violate but not supersede.
(Frank Chodorov)
La breve analisi di questo lemma la potremmo considerare un'appendice del già analizzato “contribuire, utile per coglierne meglio il lato oscuro: questi contributi non devono essere allora così volontari, se l'evitare di versarli viene definito evasione...
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Evasione
Significato originario:
1 l’evadere; fuga da un luogo di detenzione: e. di un detenuto dal carcere
2 il sottrarsi a una situazione opprimente: e. dalla realtà, dai problemi quotidiani
3 distensione, svago: dopo tanto lavoro ti ci vuole un momento di e.
4 dir. ⇒evasione fiscale
5 burocr., risposta: dare e. a una lettera; non com., esecuzione: dare e. a una pratica
6 allontanamento, liberazione


Questo è uno dei termini che nella neolingua si distinguono per una certa inaspettata sincerità: se non pagare le imposizioni fiscali è un'evasione, se ne deduce che il fisco dev'essere un tipo di prigione. E in effetti si tratta di una specie di prigione economica, dove il valore del nostro denaro, delle nostre risorse, è deciso arbitrariamente dal direttore, i nostri movimenti sono limitati dalle regole della prigione, e le nostre volontà sempre subordinate a quelle dei secondini.

Ma non si tratta solo di una metafora, dal momento che i soldi che possediamo sono il risultato del nostro lavoro, e la possibilità di scambiarli liberamente lo strumento per sopravvivere e raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti: imponendo su di essi la loro “legge carceraria” ad essere limitata è la nostra libertà di movimento, e con essa la possibilità di programmare il nostro futuro, che non possiamo fare altro che affidare alla clemenza del direttore. Il tutto condito di moduli da riempire, code in cui perdere disciplinatamente il nostro tempo, complicazioni burocratiche assortite dalle quali bisogna passare e senza sbagliare, se non si vuole peggiorare la propria posizione.

Nulla di più giusto quindi, se il sottrarsi al fisco si chiama evasione: l'unico sistema, cioè, di recuperare la libertà negata. E nessuna sorpresa se per tutti i lavoratori dipendenti la sottrazione avviene direttamente nella busta paga: il “privilegio” di ricevere mensilmente il corrispettivo del lavoro si equilibra con l'impossibilità pratica di evadere. All'estremità opposta della scala gerarchica della galera troviamo invece i pezzi grossi, i “capitani d'industria,” i grandi banchieri, che grazie alla loro connivenza con la direzione entrano ed escono a loro piacimento e comandano anzi ai secondini, proprio come il Don Raffaè della celebre canzone di De Andrè.

3 comments:

Anonymous said...

A rieccome...
condivido quanto detto riguardo alla disparità di trattamento sui dipendenti e i non-dipendenti. La cosa simpatica è che, non potendo beccare quelli che hanno soldi a suifficienza per trovare sistemi di evasione, rompono le palle ai "tesoretti" più facilmente raggiungibili...quelli dei dipendenti!
A proposito (e il discorso non venga preso per un appoggio all'attuale governo): io sto ancora aspettando i soldi di Berlusconi in busta paga e soprattutto la mazzata di Prodi sempre in busta paga. E' solo esempio di quanto le grosse discussioni (finte) in TV, in periodo di finanziaria, poco cambino gli equilibri del singolo cittadino
TETE

Paxtibi said...

non potendo beccare quelli che hanno soldi a suifficienza per trovare sistemi di evasione, rompono le palle ai "tesoretti" più facilmente raggiungibili...quelli dei dipendenti!

Non solo quelli... ci sono anche quelli dei liberi professionisti troppo piccoli per trovare sistemi sicuri per evadere. È forse una situazione ancor peggiore dei dipendenti: oltre a dover pagare tutto ti devi pure smazzare tu i calcoli (o pagarti un commercialista) e muovere il culo per portargli il bottino a domicilio!

Ariciao Tete!

Anonymous said...

Non solo quelli... ci sono anche quelli dei liberi professionisti troppo piccoli per trovare sistemi sicuri per evadere.

Il libero professionista e il dipendente hanno dunque un unico nemico biologico in comune: la zecca del welfare, l'elettore "democratico" che vota per il proprio tornaconto, il parassita, il liberatore di paesi lontani, il sindacalista di professione, lo scarafaggio politicizzato per cui tutto il commercio e l'iniziativa privata sono melma, il quale eleva a modello tutto ciò che per tradizione e per natura è ritenuto statisticamente poco gradito alla società (il ladro, il fancazzista, il pederasta lagnoso con la mano tesa, lo zingaro molesto e strafottente per il quale non si applica l'obbligo scolastico, destinato invece alle fasce di popolazione più rilevanti dal punto di vista demografico quindi politico, con buona pace del "diritto alla cultura").

Speriamo che la Madonna mi distragga con mille conigliette di Playboy prima che la mannaia del megapost si abbatta su questa melma e soprattutto sui relativi mandanti.

Speriamo che la Madonna distragga il cittadino medio prima che cominci ad appendere gente ai lampioni come risposta alla dottrina del "siamo tutti una grande famiglia, ma voialtri siete colpevoli per nascita".