Thursday, September 18, 2008

Predator contro tutti

Gli aerei senza pilota come il Predator sono un terribile strumento nelle mani del presidente americano, che può mettere a morte in qualsiasi momento qualsiasi persona sulla faccia del globo, con il bonus di qualche “effetto collaterale” (leggi: innocenti il cui torto era di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato – sfiga!) a corredo. Eppure ben pochi sembrano preoccupati da questo sviluppo nefasto della “giustizia” nelle mani dello stato.

Tra questi pochi, Robert Higgs, del quale traduco l'articolo in tema pubblicato su LewRockwell.com, che si chiede quale legittimità possa avere una condanna a morte eseguita a distanza, e decretata unilateralmente senza un regolare processo. È questa, dunque, la cosiddetta “superiorità occidentale?”
___________________________

Quindi il presidente può uccidere chi vuole, giusto?

Di Robert Higgs


Fra le molte storie incoerenti raccontate dall'amministrazione Bush nel corso della marcia di avvicinamento al suo attacco all'Iraq c'era quella sugli infami droni della morte. Più tardi, è diventato abbastanza evidente che questa presunta minaccia non aveva più sostanza delle altre che l'amministrazione ed i servili media tradizionali hanno servito ad un pubblico credulone.

Anche se i ridicolmente primitivi droni iracheni non avevano alcuna capacità di nuocere al pubblico americano, la letalità dei droni degli Stati Uniti è un'altra questione. I droni Predator forniti di missili Hellfire ora forniscono al governo degli Stati Uniti la possibilità di volare sul territorio che le truppe terrestri degli Stati Uniti non osano penetrare, osservando le attività sul terreno ed uccidendo la gente con, diciamo, un minimo di processo dovuto.

Nel novembre 2002, per esempio, BBC News riportava: “La CIA ha effettuato un attacco in Yemen uccidendo sei sospetti membri della rete al-Qaeda di Osama bin Laden, secondo i funzionari degli Stati Uniti. Secondo fonti degli Stati Uniti gli uomini sono morti quando la jeep su cui stavano viaggiando è stata colpita da un missile lanciato da un –velivolo senza equipaggio della CIA – probabilmente un drone Predator.”

Le forze USA inoltre hanno utilizzato attivamente il Predator in Afghanistan e, recentemente, nella regione del Waziristan in Pakistan. Oggi, ho letto il resoconto dell'attacco di un drone vicino alla città di Miramshah nel Waziristan del nord che si riporta abbia “ucciso almeno 14 persone e ferite altre 12,” compresi “almeno sei donne e bambini.”

In Afghanistan, tali attacchi aerei, non sempre di droni, naturalmente, hanno creato non sempre un delicato dilemma per il governo di Karzai che finge di essere un vero governo, invece del fantoccio degli Stati Uniti che realmente è. Le proteste ufficiali sono diventate sempre più rumorose, tuttavia non s'è visto segno che le forze USA intendano cambiare le loro operazioni in risposta.

Che potere impressionante ha il presidente e, con la sua autorizzazione, i suoi subordinati: possono uccidere gente a volontà, compreso le mogli e i bambini di quelle persone, senza alcun rischio di ricevere fuoco di ritorno o altra punizione. Certamente questo è il culmine a lungo cercato dai repubblicani per stabilire “la legge e l'ordine.”

A condurmi a riflettere su questa materia, tuttavia, non sono i suoi risvolti tecnologici o il suo collegamento con le relazioni padrone-burattino nel sud-ovest asiatico, ma piuttosto la completa indifferenza con cui il pubblico americano accoglie i rapporti delle morti da drone. Non esagero se dico che la reazione generale è “annoiata.” Be', dice l'americano medio, questo sistema decentemente i “cattivi.” L'omicidio gratuito dei membri della famiglia del cattivo, dei vicini e di altre persone innocenti nei dintorni sembra non provocare segnale di ritorno sullo schermo radar morale dell'americano medio. Forse gli americani non considerano gli yemeniti, gli afgani ed i pakistani come veri esseri umani il cui diritto alla vita siamo obbligati a rispettare?

La morte da drone è semplicemente una altra occasione in cui il presidente, avendo etichettato un insieme di azioni come “guerra,” crede e agisce come se avesse carta bianca per distribuire morte e distruzione volente o nolente?

Naturalmente, i rapporti degli attacchi dei droni si riferiscono solitamente a militanti, a forze dei talibani, o a membri di Al-Qaeda. A queste informazioni, potremmo ben rispondere: certo, chi lo dice? Se siamo soddisfatti dall'assumere che gli agenti segreti degli Stati Uniti, che ottengono quasi sempre le loro informazioni da collaboratori nei territori dell'obiettivo, realmente sappiano chi stanno designando come bersaglio, allora davvero è facile soddisfarci. Non è necessario fare una grande indagine sulle affermazioni del governo degli Stati Uniti su Iraq, Afghanistan, Pakistan, e altre località nel sud-ovest asiatico nei sette anni passati per vedere che generalmente i comandanti degli Stati Uniti, dal Comandante in Capo giù fino al più sudato sottufficiale di pattuglia, o sono – chi più chi meno – all'oscuro di tutto, oppure i più grandi bugiardi del pianeta. Non scarto che possano essere entrambe le cose.

Il risultato è che chi coopera per arrivare al punto in cui qualcuno spinge il pulsante per spedire lo Hellfire verso il suo obiettivo designato non può in effetti sapere per certo chi sta per uccidere, o quanti altri saranno uccisi insieme a questo presunto “nemico” o chi sono questi altri.

Senza lanciarsi in una grande inchiesta geopolitica, potremmo fare una bella pausa di tanto in tanto per chiedere, cosa stanno facendo le forze USA in Afghanistan e in Pakistan, in ogni caso? Certamente non sono là per catturare o uccidere le persone responsabili dei crimini del 9/11, perché già hanno dimostrato oltre ogni dubbio di essere incapaci di farlo (come i video di Osama bin Laden ci ricordano periodicamente). Sono, tuttavia, fin troppo capaci di divergere le loro energie da quell'obiettivo verso altri non correlati, come l'attacco e l'occupazione dell'Iraq.

Noi americani osserviamo, quindi, con estremo disimpegno morale mentre il presidente ed i suoi subalterni assassinano persone le cui identità rimangono incerte insieme a varie altre il cui unico crimine è di essere nella stessa zona degli individui designati – dopo tutto, lo Hellfire, che provoca un'esplosione molto grande, può a malapena essere descritto come strumento di morte chirurgicamente preciso.

Inoltre, l'uso presidenziale di questo dispositivo di esecuzione a distanza non ha apparentemente limiti geografici, perché, come ci ha assicurato, “la guerra contro il terrore” non ne ha. Oggi, una mulattiera in Waziristan; domani, l'autostrada a Santa Monica. Sarà interessante vedere, quando gli attacchi dei droni saranno eseguiti in questo paese, se il pubblico americano se ne curerà.
___________________________

Robert Higgs [mandagli una mail] è membro anziano per l'economia politica all'Independent Institute ed editore della The Independent Review. È inoltre un cronista per LewRockwell.com. Il suo libro più recente è Neither Liberty Nor Safety: Fear, Ideology, and the Growth of Government. È inoltre autore de Depression, War, and Cold War: Studies in Political Economy, Resurgence of the Warfare State: The Crisis Since 9/11 e Against Leviathan: Government Power and a Free Society.

2 comments:

Anonymous said...

Quando quei cazzoni degli americani smetteranno di guardare tutto il tempo il football e il baseball mangiando porcherie grasse e birra sul loro divano?Quando quei cazzoni di italiani smetteranno di leggere la gazzetta dello sport e passare il tempo libero a guardare il calcio e giocare alla playstation e al fantacalcio?Il popolo e' bue gente,non c'e' speranza!

Paxtibi said...

Concordo, non c'è nessuna speranza.

Però è divertente osservare il collettivismo che ci trascina tutti all'inferno.