Thursday, June 12, 2008

Qualità della morte

A Berlino, il presidente americano George Bush ha parlato dei progressi sostanziali realizzati in Iraq e degli sforzi per aiutare il paese che cambieranno il Medio Oriente in meglio.

E, puntuale come la morte, arriva subito la realtà a smentire i vaneggiamenti del patetico alcolizzato:
C'è di nuovo Zurigo in cima alla lista delle città con la migliore qualità di vita, mentre Lussemburgo risulta la più sicura. Baghdad, invece, è ultima in entrambe le categorie.

Stando alla società di management consultancy Mercer, le città europee sono ai primi posti nel sondaggio Qualità di Vita nel Mondo 2008, con Zurigo che mantiene il primato come l'anno scorso, seguita da Vienna. Un'altra città svizzera, Ginevra, si piazza al terzo posto. Vengono poi Vancouver in Canada e Auckland in Nuova Zelanda.

La Germania ha ben tre città nella top 10, con Dusseldorf sesta seguita da Monaco e Francoforte a pari merito.

Praga si posiziona al 71esimo posto, prima tra le città dell'Europa dell'Est, e la bielorussa Minsk è quella più in basso nella graduatoria tra le città europee, al numero 183.

L'elaborazione della lista segue 39 criteri determinanti per la qualità della vita come stabilità politica, scuole, ambiente socio-culturale, tempo libero, abitazioni e ambiente naturale.

Per gli Stati Uniti la prima città è Honolulu al 28esimo posto, seguita a ruota da San Francisco.

In Asia la città migliore risulta Singapore, al 32esimo posto, e in Africa Città del Capo, all'80esimo.

Le città con la peggiore qualità di vita sono invece Ndjamena in Chad al numero 211, seguita da Khartoum in Sudan, Brazzaville nella Repubblica del Congo e Bangui nella Repubblica Centroafricana. Baghdad mantiene l'ultima posizione.

Mercer spiega che c'è anche una lista di città individuate in base al livello di sicurezza personale. Lussemburgo è al primo posto seguita da Berna, Ginevra, Helsinki e Zurigo, tutte al secondo posto a pari merito.

Anche in questo caso, all'ultimo posto si piazza la capitale irachena.

Non era facile, ma c'è riuscito: ha fatto peggio di Saddam.

5 comments:

Anonymous said...

Notizie di città italiane?

Anonymous said...

ok tibi.. io t aspetto sempre qui, quando rientri e hai tempo e voglia di fart un giro in veneto.. o altrimenti la solita birretta in piemonte (abbiamo un concetto dello spazio tutto nostro..)

Anonymous said...

da www.movisol.org

Senatori USA cercano di arginare la speculazione petrolifera

12 giugno 2008 – Il 2 giugno si sono tenute al Senato le udienze sull’impennata dei prezzi del petrolio e il prof. Michael Greenberg dell’Università del Maryland ha riferito agli esponenti della Commissione Commercio del Senato che il 35% dei future di Intermediate Crude del West Texas trattati negli USA sono finiti nel “mercato nero”, quello in cui non ci sono regole di sorta ma è completamente controllato dagli inglesi.

All’inizio della seduta la sen. Maria Cantwell ha detto: “L’America può rimanere sorpresa dall’apprendere che i nostri mercati dei future petroliferi sono stati sostanzialmente deregolamentati dalle decisioni prese a porte chiuse dalla U.S. Commodity Futures Trading Commission (CFTC). Questa ‘scappatoia di Londra’ insieme alla ‘scappatoia del Dubai’ tengono allo scuro importanti fette del mercato dell’energia. E senza una giusta luce, i manipolatori hanno troppo spazio di manovra”.

Riferendosi alla stessa agenzia di controllo governativa statunitense CFTC un altro testimone ha detto “si è inginocchiata di fronte agli inglesi” quando ha permesso che una grossa parte della speculazione sui future del mercato petrolifero USA sia “regolamentata” dalle autorità di Londra e del Dubai, invece che da quella Americane.

Il 25 maggio la sen. Maria Cantwell e 22 colleghi senatori hanno sottoscritto una lettera in cui si chiede al CTFC di chiudere “la scappatoia di Londra”. Il presidente Walter Lukken ha risposto il 29 maggio assicurando di prendere iniziative, in autunno! Ma questo scambio epistolare da solo è bastato a frenare la folle corsa al rialzo dei prezzi, ha spiegato Greenberger, che sono passati dai 135 ai 125 dollari. A conclusione della seduta la sen. Cantwell ha detto “adesso ci saranno tanti firmatari in più e sono convinta che il CFTC prenderà le misure richieste dall’economia e dalla moralità della popolazione americana”. In caso contrario ha detto che il senato interverrà per imporre con la legge al CFTC di agire.



“La scappatoia di Londra” dietro l’aumento del petrolio

Quando il petrolio raggiungerà i 200 dollari al barile non sarà colpa dei cinesi che vogliono avere l’automobile ma degli speculatori di Londra, hanno spiegato gli esperti alla Commissione Commercio del Senato USA il 2 giugno. Gli esperti hanno confermato che i prezzi petroliferi sono stati spinti in alto dagli speculatori del mercato off-shore delle materie prime che fa capo a Londra, sotto la supervisione delle autorità britanniche, evidentemente consenzienti. A questo fenomeno è stato dato il nome di “scappatoia di Londra”.

Gli esperti ascoltati hanno spiegato che il 35% dei future sul greggio chiamato “West Texas Intermediate” sono trattati sulla piazza di Atlanta, in Georgia, presso la Intercontinental Exchange (ICE) attraverso una sussidiaria di Londra, la International Petroleum Exchange. Quest’ultima fu fondata nel 1980 da un gruppo di speculatori del settore energetico e delle materie prime e fu poi fusa con la ICE nel 2001. Giuridicamente è un off-shore del mercato di Londra sotto la supervisione della British Financial Services Authority (FSA) ed è pertanto al di fuori della giurisdizione della Commodities Futures Trading Commission (CFTC)!

Il prof. Greenberger ha spiegato che nei mercati off-shore controllati dai britannici, un gruppo di banche e di hedge funds “stanno continuando e replicando il crac dei ‘subprime’, con tutti i loro derivati, sui mercati delle materie prime”. Secondo Greenberger circa il 70% dei future del petrolio trattati negli USA sono pura speculazione e il 30% sono fatti da Goldman Sachs, Morgan Stanley e JP Morgan Chase. Greenberger ha aggiunto molto ironicamente che si capisce come mai chi controlla il prezzo del petrolio “abbia previsto” che passerà dai 130 ai 200 dollari il barile.

Le stesse banche ed hedge funds acquistano inoltre grandi quantità di prodotti petroliferi e li tengono fuori dal mercato mentre spingono il dollaro al ribasso, in maniera da spingere al rialzo i prezzi petrolieri. Queste operazioni di incetta non sono solo speculazione, ma manipolazione dei mercati, un fenomeno che è negato dalla CFTC e dalla SEC. Ma “il maggior proprietario di gasolio da riscaldamento nel Nordest è la Morgan Stanley” ha riferito Greenberger.

La FSA britannica ha inoltre consentito a queste banche ed hedge funds di designarsi come traders “commerciali” piuttosto che “finanziari" — presentandosi cioè come se fossero compagnie aeree o distributori di carburanti che hanno bisogno di acquistare prodotti petroliferi a termine, cioè con futures. Di conseguenza non ci sono limiti alle posizioni speculative che essi finiscono per assumere.

Paxtibi said...

Notizie di città italiane?

Le città italiane le hanno tolte dalla classifica per eccessivo ribasso!

:)

chimicionline said...

Molto interessante!