Monday, November 3, 2008

Golpe, dollari e banane

Lo stato è un'organizzazione criminale: estorce denaro alle sue vittime e – fatta salva una percentuale investita in “servizi” di scarsa qualità che servono da “vetrina” – lo utilizza per operazioni criminose da cui gruppi selezionati di persone riescono ad ottenere lauti profitti. È normale quindi che chi si trova più vicino alla cupola dove le decisioni vengono prese abbia la possibilità di trarne profitto. E non è detto che si tratti solo di membri o associati della cupola: talvolta, chissà anche qualche “mistress” d'alto bordo, o qualche cognato o cugino riesce a fare il colpo.

Com'è successo nei casi raccontati in questo articolo, dove i vari golpe orditi dalla CIA si sono trasformati in ottime occasioni per sbancare il mercato azionario.
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Di Ray Fisman


Nel 1951, Jacobo Árbenz Gúzman diventò il secondo presidente democraticamente eletto del Guatemala. Gli autoritari predecessori di Árbenz erano stati molto graditi agli interessi commerciali americani, specialmente quelli della United Fruit Co. (ora Chiquita), che aveva comprato a basso costo titoli sulla terra dall'élite corrotta del Guatemala per il proprio impero della banana in continua espansione. Una volta eletto, il presidente Árbenz cercò di riprendersi tutto, nazionalizzando i beni guatemaltechi della UFC e ridistribuendoli ai poveri.

Ma la UFC aveva amici molto in alto – l'assistente del ministro per gli affari interamericani, John Moor Cabot, era fratello del presidente Thomas Cabot della UFC. Il ministro stesso, John Foster Dulles, aveva svolto compiti legali per la UFC e suo fratello Allen Dulles era direttore della CIA ed era membro del consiglio della UFC. Grazie alla Legge sulla Libertà di Informazione, ora sappiamo che il vari Cabot e Dulles tennero una serie di riunioni top-secret in cui decisero che Árbenz se ne doveva andare e finanziarono un golpe che allontanò Árbenz dalla presidenza nel 1954.

Con un burattino degli Stati Uniti di nuovo nel palazzo presidenziale, i profitti della UFC erano sicuri. Ma sembra che l'azienda non sia stata l'unico beneficiario di questa diplomazia mantello e coltello da Guerra Fredda: uno studio recente degli economisti Arindrajit Dube, Ethan Kaplan e Suresh Naidu sostiene che coloro che erano implicati nel processo di progettazione hanno inoltre tratto sostanziosi profitti. Seguendo i prezzi delle azioni della UFC e di altre ditte politicamente vulnerabili nei mesi che portano ai golpe organizzati dalla CIA in Guatemala, Cile, Cuba e Iran, i ricercatori forniscono le prove che qualcuno – forse uno dei Dulles, dei Cabot, o degli altri che sapevano – trattava azioni basandosi su informazioni segrete di questi golpe in nuce.

Questa rivelazione è un contributo al campo in veloce espansione dell'“economia legale,” che prova a capire il chi, il cosa, e il perché delle transazioni illecite. Poiché queste sono attività che avvengono di nascosto (quando sono fatte bene, almeno), i ricercatori sono costretti a cercare le impronte digitali lasciate nei dati da contrabbandieri, politici corrotti ed altri trasgressori.

Dube, Kaplan e Naidu esaminano come il mercato azionario ha reagito ad eventi di cui nessun trader di Wall Street avrebbe dovuto sapere niente: riunioni top-secret di congiure che ordivano colpi di stato nelle sedi della CIA e approvazioni presidenziali di invasioni organizzate dalla CIA. Questi eventi avrebbero aumentato i futuri profitti di aziende come la UFC – se il golpe della CIA in Guatemala fosse riuscito, per esempio, la UFC si sarebbe ripresa le sue piantagioni. Se i trader di azioni fossero stati informati del processo di progettazione del golpe, ci si dovrebbe attendere che avrebbero scommesso sul rialzo dei prezzi delle aziende coinvolte in previsione di questi più alti profitti. Queste riunioni ed autorizzazioni erano tuttavia tutte altamente segrete, e poiché non si può trattare sulla base di informazioni che non si hanno, il prezzo delle azioni della UFC non avrebbe dovuto muoversi fino a che il golpe non fosse realmente avvenuto ed il mondo degli investimenti non avesse saputo del cambio di regime.

A meno che, ovviamente, alcuni tra i Cabot, i Dulles, o altri insider stessero usando le loro informazioni privilegiate per trarre profitto personalmente dal futuro golpe. Per capire come l'insider trading avrebbe alzato il prezzo delle azioni di un'azienda, supponete che qualcuno interno alla progettazione – forse nella UFC o nello stesso State Department – avesse cominciato silenziosamente a comprare a basso costo le azioni UFC in previsione del balzo dei prezzi che sarebbe avvenuto dopo il golpe (o che avesse avvertito i suoi cugini trader così che lo facessero loro). Tutti questi acquisti pre-golpe avrebbero aumentato la domanda di azioni UFC, facendo alzare il loro prezzo ben prima che gli operatori della CIA avessero cominciato il loro lavoro per rovesciare il governo guatemalteco.

Tale commercio sulla base di informazioni riservate è illegale, e quando coinvolge dettagli altamente segreti su un futuro golpe della CIA, scivola verso il tradimento. Tuttavia i ricercatori hanno scoperto che i prezzi delle aziende influenzate dagli sforzi della CIA per rovesciare regimi – UFC in Guatemala, Anglo-Iranian (petrolio) in Iran, Anaconda (estrazione mineraria) in Cile e American Sugar a Cuba – erano saliti nelle settimane e nei mesi che precedettero i colpi di stato. (Gli autori limitano la loro analisi ai golpe per i quali hanno avuto accesso ai documenti di progettazione desecretati e dove aziende degli Stati Uniti avevano visto nazionalizzare dai regimi designati le loro proprietà.)

Ancora, questi guadagni erano concentrati in giorni che seguivano cruciali autorizzazioni o piani governativi per il colpo di stato (suggerendo che gli acquisti non erano semplicemente il risultato di giusta previsione circa un possibile golpe). Per esempio, nella settimana in cui il presidente Eisenhower diede l'approvazione completa all'operazione PBFortune per rovesciare Árbenz, il prezzo delle UFC salì del 3,8 per cento; e il mercato azionario, quella settimana, era piatto.

In tutto, le azioni delle aziende influenzate dai golpe salirono complessivamente del 10 per cento a seguito di autorizzazioni top-secret, sommergendo il guadagno del 3,5 per cento che arrivò nel periodo immediatamente successivo ai golpe. Se le informazioni non fossero filtrate nel mercato azionario con l'insider trading, l'intero impatto del golpe sarebbe apparso soltanto quando le invasioni pubbliche furono avvenute e le notizie del cambiamento di regime ebbero raggiunto infine il mondo degli investimenti. Purtroppo, ci sono limiti a ciò che questa indagine del mercato azionario può scoprire. Quando i ricercatori si sono messi in contatto con la Commissione delle Operazioni di Borsa per scoprire chi stava acquistando in quei giorni, hanno scoperto che ci sono limiti a quello che la Legge sulla Libertà di Informazione può ottenere. Così, non possiamo far risalire l'apparente insider trading a qualcuno in particolare.

C'è inoltre qualche prova, anche se sperimentale, che il mercato era molto bravo a prevedere il successo e il fallimento di un golpe – un'indicazione ulteriore che i trader che spingevano in alto il prezzo avevano conoscenza dettagliata dei piani segreti (e dei loro risultati previsti). L'invasione CIA di Cuba viene a ragione ricordata attualmente come il fiasco della Baia dei Porci, e chiunque fece insider trading in quella occasione sembrava sapere bene il fatto suo: l'aumento del prezzo delle azioni American Sugar nel periodo pre-invasione fu molto più basso dei guadagni su aziende influenzate dagli altri, riusciti golpe nella ricerca.

E cosa dice l'economia legale dell'amministrazione di Bush? I ricercatori hanno già valutato quanto vale per le aziende collegate ai repubblicani avere George W. Bush nella Casa Bianca esaminando quello che è accaduto ai prezzi delle azioni di aziende con ex legislatori repubblicani nei loro consigli d'amministrazione quando Al Gore rinunciò alla sua lotta per la presidenza il 13 dicembre 2000 (salirono; i prezzi delle società collegate ai democratici, invece, scesero).

Se e quando la storia dietro all'invasione dell'Iraq da parte degli Stati Uniti diventerà pubblica, i ricercatori certamente analizzeranno anche i prezzi delle azioni delle molte aziende che hanno tratto profitto da un Iraq occupato dagli Stati Uniti. E nessuna sarà esaminata più accuratamente del gigante Halliburton, il cui ex CEO Dick Cheney lasciò l'azienda per diventare vice presidente nel 2000 ed indubbiamente partecipò alla pianificazione dell'invasione (alcuni dicono che fu l'uomo chiave nella decisione di invadere). Nel periodo successivo all'invasione dell'Iraq, Halliburton ha ricevuto miliardi in contratti di ricostruzione senza concorso, aumentando i suoi profitti e conducendo alle accuse di corruzione.

Il prezzo delle azioni Halliburton balzò del 7,6 per cento il giorno in cui il Senato autorizzò l'uso della forza in Iraq, quindi gli investitori hanno anticipato chiaramente che la guerra sarebbe stata buona cosa per l'azienda. Hanno inoltre profittato gli insider dalla comunicazione preliminare di questi dolci affari futuri? I teorici della cospirazione senza dubbio saranno interessati a ciò che è accaduto alle azioni Halliburton nei giorni in cui le riunioni riservate hanno avuto luogo. Cheney stesso certamente non avrebbe potuto acquistare su informazioni riservate – il controllo sull'insider trading e sulle transazioni azionarie è oggi molto più sofisticato di quanto fosse negli anni 50. Ma forse altri nell'ufficio del vice presidente o alla Halliburton (o i loro cugini, o i cugini dei loro cugini) può essere che abbiano avuto l'occasione di fare qualche operazione sleale. In caso affermativo, potrebbero aver lasciato ai ricercatori delle tracce nei dati da seguire.

2 comments:

Anonymous said...

E' mia opinione che i vantaggi economici derivati dall' insider trading collegati a "colpi di mano" governativi siano ben poca cosa rispetto al colpo di mano stesso.

Sicuramente gli organizzatori aggiungono una ciliegina sulla torta, ma la torta è la torta e la ciligiena è la ciliegina.

Ben altri erano i flussi di denaro gestiti dai fratelli Dulles: ascesa di Hitler, pagamento di molti partiti della resistenza italiana (Allen Dulles a Berna), fondi CIA etc etc.

Qualche guadagno supplementare non guasta.

Paxtibi said...

Sicuramente gli organizzatori aggiungono una ciliegina sulla torta, ma la torta è la torta e la ciligiena è la ciliegina.

Sono d'accordo. Infatti sulla torta non ti lasciano indagare così liberamente...