Wednesday, October 15, 2008

Il pranzo è servito

“If you are not at the table, you are on the menu.”
La citazione qua sopra è di Robert Wenzel, del sito Economic Policy Journal, e si riferisce alla notizia del meeting organizzato tra i responsabili del ministero del Tesssoro e i capi delle cinque principali banche americane, più altri tre da varie non precisate banche regionali.

Wenzel si chiede, e da qui la citazione, perché ad una riunione per “decidere i dettagli” del già nefasto piano di salvataggio si invitano i rappresentanti di soltanto otto banche quando la FDIC esamina e supervisiona 5.250 istituti di credito? Ma ecco la
notizia:
La portavoce Brookly McLaughlin del ministero del Tesoro ha annunciato che funzionari del ministero e della Riserva Federale avrebbero partecipato alla riunione al ministero. Le discussioni sono puntate a finalizzare i particolari del pacchetto di salvataggio passato il 3 ottobre al Congresso.

Il pacchetto si è allargato rapidamente dall'acquisto del cattivo debito delle imprese finanziarie fino a comprendere la proprietà parziale di banche da parte del governo, tra altri punti possibili.

Durante il fine settimana, Paulson ha chiamato a Washington i direttori delle cinque più grandi banche degli Stati Uniti per un colloquio faccia a faccia sul programma di salvataggio, secondo persone informate dei fatti. Non sono state autorizzate a parlare pubblicamente a causa della delicatezza delle trattative.

Il CEO di Goldman Sachs Lloyd Blankfein, il CEO di Morgan Stanley John Mack, il CEO di Citigroup Vikram Pandit, il CEO di JPMorgan & Co. Jamie Dimon, ed il CEO di Bank of America Corp. Kenneth Lewis, sono stati tutti invitati. Ci sono state alcune speculazioni che Paulson avrebbe potuto ampliare l'invito ad almeno altri tre CEO da varie banche regionali, le stesse persone hanno detto.
Leggendola, ho avvertito il solito effluvio di stantio, di deja-vu. E mi sono trovato a pensare, cosa mi ricorda tutto ciò? Poi, l'illuminazione:
FDR era stato eletto sotto la promessa che avrebbe posto un freno alla grande spesa dell'amministrazione Hoover. L'aria cambiò una volta preso il potere. Come Hoover prima di lui, denunciò i ricchi e potenti speculatori, banchieri e società che accusò per il cattivo periodo economico. Proprio mentre diceva queste cose, convocò insieme le stesse persone che considerava come i più potenti e più importanti interessi corporativi, bancari e del lavoro – insieme ad un branco di professori dalla Columbia – ed essenzialmente chiese loro che cosa volevano per far andare avanti l'economia. [...]

Cosa chiesero le élite riunite intorno a FDR? Prezzi più alti (naturalmente), codici industriali uniformi sul lavoro e sui prezzi, controlli della produzione, la fine della concorrenza dal basso, sicurezza per i sindacati, credito garantito, dazi di importazione – ed anche i poteri di polizia necessari per far rispettare tutto questo. Il modello era l'Italia di Mussolini, che era considerata allora come il sistema ideale dell'amministrazione industriale. Naturalmente, le leggi antitrust furono accantonate mentre il governo stesso si impegnava nella creazione di quanti più cartelli possibile.
Stesso male, stesso “rimedio”: perché cambiare, quando la medicina ha dimostrato di funzionare così bene? No, non per “risolvere” la crisi – a chi importa risolverla? – ma per arricchire i soliti noti, la cerchia di squali privilegiati a rimorchio della baleniera statale. La crisi? Be', poco male, nella peggiore delle ipotesi salterà fuori un qualche rappresentante del male assoluto e il problema disoccupazione si risolverà, definitivamente.

2 comments:

Anonymous said...

Sei il solito inguaribile mistificatore!

Quello che stanno facendo ora non ha niente a che vedere con il New Deal di F D Roosevelt!

Capisco che profetizzare un futuro di felicità e di capitalismo anzichè intravedere l'oceano di merda che sta' per piombare sull'umanità può far male, però...

Paxtibi said...

Quello che stanno facendo ora non ha niente a che vedere con il New Deal di F D Roosevelt!

Dici? A me pare proprio la stessa cosa, invece. Marcia come il fascismo, puzza come il fascismo, mena come il fascismo: è fascismo!

"I do my part!"