Friday, June 4, 2010

La Guerra del Wall Street Journal Contro l'Oro

Se tra voi che leggete c'è qualcuno con dei soldi da parte, preoccupato per come fare a salvaguardarne il valore, non cerchi le risposte ai suoi problemi sul Wall Street Journal.

Piuttosto, legga
Gary North.
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Di Gary North


Brett Arends scrive per il Wall Street Journal. È il classico giornalista finanziario che appartiene all'establishment. Sono tutti ostili all'oro. Ho letto quello che scrive questa gente per 50 anni. Non cambiano mai. I loro argomenti non cambiano mai: sempre stupidi. Il loro timing non cambia mai: sempre sbagliato.

Ignorano l'oro quando il suo valore è basso. Lo ignorano quando il prezzo raddoppia. Quando triplica, scrivono articoli sul perché non è un buon investimento, o sul perché è in ipercomprato. Quando quadruplica, dicono che è in bolla.

Arends porta l'invettiva contro l’oro ad un nuovo livello. Chiama l'oro uno schema di Ponzi.

L'oro era a 105 dollari nel 1976. Raggiunse un picco a 850 per un giorno nel gennaio 1980. Non ricordo alcuna serie del Wall Street Journal di allora sul perché comprare oro.

Arends sta scrivendo adesso una serie in tre parti sull’oro per il Wall Street Journal, giornale che per tutto il corso della mia vita si è sempre schierato contro l'oro. Il fatto che il Wall Street Journal pubblichi una serie di articoli ostili all'oro non mi sorprende. E’ come se il New York Times si schierasse contro un surplus del budget federale.

La ragione principale per sostenere uno standard monetario in oro è semplice: non ci possiamo fidare né del governo degli Stati Uniti né del sistema della Federal Riserve: nelle loro mani, dal 1914 a oggi, il dollaro ha perduto il 96% del suo potere d'acquisto. Come Casey Stengel usava dire, lo potete ben vedere. A differenza di Casey, io vi mostrerò bene dove guardare. Qui!

La ragione per scegliere l’oro come strumento di investimento è differente. Innanzitutto l’oro protegge dall’inflazione nei lunghi periodi, anche se nel medio termine potrebbe non funzionare, come ad es. tra il 1980 e il 2001. Secondo, esso offre una protezione quando i mercati internazionali dei capitali sono parecchio agitati (o quando lo è il dollaro).

L’oro non protegge dalla deflazione. Lo ha fatto tra il 1930 e il 1933, quando era controllato dal Tesoro che lo comprava a 20$ l’oncia. Lo ha fatto tra il 1934 e il 1971 quando il Tesoro lo comprava a 35$ dalle banche centrali e dai governi stranieri. Adesso non più.

C'è un argomento legittimo contro un rialzo dell'oro in dollari nei prossimi mesi, basato sulla mossa recente della Federal Reserve che, insieme al Tesoro, sta cercando di ridurre il proprio bilancio (o base monetaria). Lo potete vedere qui in un grafico pubblicato dalla Fed di St. Louis.

Per capire Brett Arends, dovete leggere il suo articolo, riga per riga. Di seguito lo commenterò io punto per punto. Nota: ho sfidato Milton Friedman su questa materia in numerose occasioni. E Brett Arends non è certo Milton Friedman.

Cominciamo.

UN TRISTE, TRISTE GIORNO

L'articolo comincia: “Questo è un giorno molto triste per me.” Io spero di renderglielo ancora più triste.
Nella Parte Prima di questa serie (dal titolo: è l'oro in bolla?) ho sostenuto che l'oro potrebbe essere sulla rampa di lancio pronto a decollare e mi sono fatto un sacco di nuovi amici fra gli amanti del metallo. Adesso con quel che sto per scrivere li perderò tutti.

Anche se penso che l'oro potrebbe essere vicino al decollo, io non vi suggerisco di correre a mettere tutti i vostri soldi in lingotti d'oro o in fondi d'investimento che detengono lingotti.
Questo è un trucco retorico. Lo usano i sabotatori che hanno un'agenda nascosta che non vogliono rivelare. Lo utilizzano anche gli specialisti delle previsioni economiche alla buona, che vogliono coprirsi il fondoschiena quando il mercato va contro di loro – in un senso o nell'altro, verso l'alto o verso il basso.

Primo, usa la parola “potrebbe.” “L'oro potrebbe essere vicino al decollo” Vuole coprirsi il culo nel caso succedesse veramente. Dopo che sarà successo, potrà dire a tutti i critici, “visto? L'avevo detto che sarebbe potuto decollare”. Yuppy-dù. La vera questione invece è: “Brett, quando è che hai detto alla gente di comprare oro? A che prezzo? E quanto?”

Io ho detto alla gente di comprare nell'ottobre del 2001, subito dopo il 9-11. Bill Bonner, il mio editore, ha detto alla gente di comprare nel 2000. Allora potevate comprare oro sotto i 300 dollari. Chi ha suggerito l'oro dopo aver superato i 400 l'oncia è già tra gli ultimi arrivati.

Secondo, notate questa fioritura retorica: “Non vi suggerisco di correre a mettere tutti i vostri soldi in lingotti d'oro o in fondi d'investimento che tengono lingotti.”

Allarme boiata! Allarme boiata!

Brett crea un uomo di paglia: qualcuno che dice di mettere tutti i vostri soldi nei lingotti d'oro (i bullion, quelli da 400 once). Chi è questo qualcuno? E chi può permettersi dei lingotti da 400 once a 1.200 dollari l'oncia?

Non conosco alcun autore pro-oro che suggerisca ai suoi lettori di correre a mettere tutti i soldi oro. Ok, io l'ho fatto nel 1999. Misi il 90% dei miei soldi in monete d'oro. Ne vendetti la metà quando fecero il picco nella terza settimana del marzo 2008. Chiamai il picco entro 24 ore dal massimo di 1.033$. Avvertii i miei abbonati che i prezzi di oro e argento sarebbero calati. E’ scritto nero su bianco. I prezzi del metalli precipitarono. Nel 2008 capii che quando si fa il 300% su un investimento e si pensa che il prezzo abbia esaurito la corsa, è giunto il momento di raccogliere un po' di profitti. Tuttavia non ho mai detto ai miei abbonati di mettere il 90% dei loro soldi in oro. Lo feci io per fare una scommessa quasi d’azzardo.

Vinsi. Sì, avrei dovuto rimanere dentro, ma sono un conservatore. Seguo la regola di Jimmy Napier: “quando qualcuno vi mette un milione di dollari in mano, chiudete il pugno e prendeteveli” Inoltre, dissi ai miei abbonati di non vendere le monete d’oro, di vendere soltanto l'oro non in moneta.

Mi domando quale sia la storia del sig. Arends riguardo all'oro. Mi domando che percentuale del suo portafoglio sia in oro o se ne abbia mai comprato. Penso di sapere la risposta. Andiamo avanti:
E questo per un motivo semplice: A certi livelli, l'oro, come investimento, è assolutamente ridicolo.
Warren Buffett lo spiegato bene. “L'oro viene estratto in Africa, o da qualche altra parte, quindi lo fondiamo, scaviamo un altro buco, lo seppelliamo nuovamente e paghiamo della gente perché lo custodisca. Non ha alcuna utilità. Chiunque ci guardasse da Marte si gratterebbe la testa perplesso.”
Warren Buffett stava semplicemente citando Milton Friedman, che usò lo stesso identico argomento. Friedman odiò l'idea di uno standard aureo per la maggior parte della sua carriera. Per un buon riassunto della sua guerra contro l'oro, leggete il necrologio di Hans Sennholz.

Sennholz mi insegnò la teoria monetaria nel 1962. Ho sempre preso le sue parti contro la posizione di Friedman, favorevole invece alla moneta fiat, creata dal nulla.

Friedman sosteneva che uno standard monetario aureo è dispendioso. Il Wall Street Journal scrisse le stesse cose in un editoriale del 1969. Risposi a quella discussione nel 1969 con un articolo intitolato “Polvere d'oro.” Sostenni che l'oro ha una funzione economica importante: limitare il potere di creare denaro dal nulla che hanno governi e banche centrali. Questo mio articolo potete leggerlo qui.

Per tutta la sua vita Warren Buffett è stato in rivolta contro l'eredità politica di suo padre. Suo padre era il Ron Paul della fine degli anni '40. Nel secolo scorso abbiamo avuto soltanto due libertari nel congresso che si sono schierati a favore del gold-standard: Howard Buffett e Ron Paul. Warren Buffett ha sempre rifiutato la posizione del padre.

E lo stesso ha sempre fatto il Wall Street Journal, opponendosi sempre all'idea di un sistema monetario, legittimo e possibile, basato sull’oro. Questa ostilità verso l'oro è alla base dell'accettazione del moderno sistema bancario a riserva frazionaria. È alla base dell'accettazione delle banche centrali. È ostile all'idea che le masse possano controllare la politica monetaria attraverso uno standard basato sulle monete d'oro, uno standard generato dal libero mercato e fatto rispettare con le leggi che regolano i contratti.

Occasionalmente può succedere che il Journal pubblichi un articolo sull'oro come potenziale buon investimento, ad esempio questo, ma come politica il Journal ha sempre sostenuto uno standard monetario fiat, basato sul denaro cartaceo creato dal nulla.

Arends continua:
“E questa non è che la metà. L'oro è volatile. È difficile da valutare. Non genera reddito.”
Questo è un altro cliché standard contro l'oro. L'oro è volatile. Giusto. Così come il mercato azionario. Così come lo sono generalmente tutte le merci. E allora?

È difficile da valutare”. Ma davvero?
Non genera reddito.” Quale materia prima lo genera? La terra non paga dividendi.

Arends sa tutto questo. Come giustificazione offre questo:
Sì, è “un assett solido,” ma così come un sacco di altre cose – come la terra, dei sacchetti di riso, persino l'acqua in bottiglia.

È un “sostituto” monetario, ma è inutile. In prigione, almeno, usano le sigarette: se tutto il resto fallisce, possono fumarle. Immaginate un gruppo di salutisti in una prigione in cui sia vietato fumare che tentino di saldare i loro debiti con le sigarette. Questo è l'oro. Non ha senso.
State cominciando a percepire che due soggetti del rango di Arends non fanno un imbecille intero?

Noi non siamo in prigione. Siamo fuori dalla prigione. Se abbiamo dell'oro, abbiamo un bene divisibile e commerciabile. Con un mercato molto ampio. La terra, un sacchetto di riso, non hanno queste proprietà.
Per quanto riguarda l'essere “una riserva di valore,” chi avesse comprato oro verso la fine degli anni 70 e l'avesse tenuto avrebbe perso quasi tutto il suo potere d'acquisto nel corso dei 20 anni successivi.
Abbastanza vero. E chi lo ha comprato nel 2000 ha quadruplicato i suoi soldi. Brett, parlami invece del Dow, che dal 2000 a oggi è negativo. Parlami del Nasdaq, che è molto, molto più giù. Guardate con i vostri occhi.

Ha mai detto il Wall Street Journal ai suoi lettori di uscire del mercato azionario per entrare sull'oro nel marzo del 2000? No? Ha almeno detto loro nel febbraio e nel marzo 2000 che il mercato azionario era in bolla? Io ai miei abbonati l'ho detto. Il Nasdaq raggiunse il picco la settimana che ricevettero il mio REMNANT REVIEW di marzo che li avvertiva a riguardo.
Mi preoccupo quando vedo la gente puntare sull'oro a 1.200$ l'oncia. Che succederà se il prezzo tornasse dov'era solo pochi anni fa, a 500$ o a 600$ l'oncia? Ne comprereste ancora? O lo vendereste?
Me lo vedo, mentre si preoccupa per questo.Tanto, tanto preoccupato. Preoccupato più o meno come lo sono io per i fondi pensione degli imbroglioni anti-oro del Wall Street Journal quando l'oro sarà a quota 3.000 insieme al Dow, anch’esso a 3.000.
“Le mie preoccupazioni sull'oro vanno persino oltre.”
Ma davvero? Le meraviglie non finiscono mai!
“Facciamo un passo all'interno del mercato dell'oro per un momento.”
Sì. Facciamolo.
Tutti sanno che il prezzo è aumentato circa cinque volte nella decade passata. Ma questo non è dovuto a una qualche verità mistica o ad un atto magico di levitazione. È semplicemente perché ci sono stati più compratori che venditori.

Banale, ma vero – e a volte degno di essere ripetuto.
Banale e per niente degno di essere ripetuto. Banale perché l'imbroglione anti-oro non ha mai detto agli investitori di comprare, per tutto il tempo che è salito. Gli imbroglioni come lui hanno perso il treno. Se questi tipi sapessero qualcosa sull'oro, direbbero ai lettori di comprare sui minimi. Non lo fanno mai. Perché prestar loro attenzione quando dicono che è troppo alto?

Più compratori che venditori”. È questo che serve per guadagnare uno stipendio al “Wall Street Journal”? Quando si tratta di scrivere un pezzo contro l'oro, sì. È successo per oltre 40 anni.

La domanda importante è questa: PERCHÉ ci sono stati più compratori che venditori (al prezzo di ieri)? Che cosa è accaduto nei mercati internazionali per persuadere i compratori a puntare sul rialzo del prezzo dell'oro? Avevano capito cosa sarebbe accaduto all'euro ed alle finanze della UE meglio degli esperti del Wall Street Journal? (Nota: è una domanda retorica.)
“Se il prezzo di un bene aumenta sareste portati a pensare che ci sia scarsità di quel bene”.
Se aveste capito l'oro, no, non sareste portati a pensare questo!

La maggior parte dell'oro che è stato estratto in oltre 2.000 anni è ancora sopra la terra, nella cassaforte di qualcuno o addosso la moglie di qualcun altro. Il problema non è la scarsità. La questione è: la quantità offerta per la vendita al grande pubblico comparata alla domanda richiesta dal grande pubblico.

Se il prezzo è aumentato, allora c'era più domanda che disponibilità. O Adam Smith si è sbagliato riguardo a questa cosa della domanda e dell'offerta?
“Ma i dati forniti dal World Gold Council, un'organizzazione dell'industria, raccontano una storia interessante.”

In quel periodo il mondo ha prodotto – o, più esattamente, recuperato – molto più oro di quanto si volesse usare realmente. Dal 2002, per esempio, la domanda totale di oro di orafi e gioiellieri e dentisti e dell'industria in generale, è arrivata a circa 22.500 tonnellate.
Non mi dire, questo è davvero molto interessante. Tutti quei compratori d'oro là fuori stavano comprando più oro – e cito – “di quanto si volesse usare.” Questo fatto è talmente interessante che mette in dubbio una di queste due cose: (1) la teoria economica, o (2) l'abilità di ragionamento di Brett Arends. Sapete già quale è la risposta.
“Ma durante lo stesso periodo, più di 29.000 tonnellate sono arrivate sul mercato.”
In primo luogo, nessuno conosce quanto ne è arrivato sul mercato tramite i prestiti fatti dalle banche centrali, che non sono segnati come vendite quando in effetti lo sono.
L'eccedenza da sola è sufficiente per produrre circa 220 milioni di monete American Buffalo da un oncia d'oro. Questo in otto anni.
Arends ignora gli acquisti indiani. Ignora gli acquisti cinesi. Ignora gli acquisti delle banche centrali. Si concentra sulle monete americane, a malapena comprate da qualche americano (purtroppo).
“La maggior parte della nuova disponibilità è venuta dalla produzione mineraria. Una parte, benché in diminuzione, arriva dalle banche centrali.”
Non lo può sapere. Il GATA sta cercando di ottenere queste informazioni da 11 anni.
E un importo crescente è venuto dal riciclaggio di vecchi gioielli e simili che vengono fusi per lo scarto (questa è un questione perenne con l'oro. Non capirò mai perché i suoi fans pensino che l'incredibile durevolezza dell'oro – non si spreca o non si corrode – sia una proprietà favorevole al rialzo del suo prezzo. È il contrario). Così se la disponibilità di oro offerta ha superato costantemente la domanda degli utenti, come mai il prezzo dell'oro sta ancora aumentando?

In una parola, accumulazione.
Accumulazione! Orrore! C'è della gente là fuori che accumula oro. Ma quanti? Ci sono pochissimi negozi di monete d'oro. Ci sono pochissimi compratori attivi di monete di oro. Se la gente sta comprando dei lingotti da 400 once, è gente che ha molti più soldi dei giornalisti del Wall Street Journal. E' gente molto ricca, molto di buon senso e con molta ricchezza da proteggere. Hanno allocato una piccola percentuale della loro ricchezza nei lingotti d'oro.

Il sig. Arends, come autore stipendiato in un'industria morente, compara il prezzo dell'oro al suo stipendio ed alla sua futura pensione. Oh quanto costa l'oro, è così caro!

No, se siete un principe saudita, non è affatto caro.
Chi investe in oro, chi lo accumula, ha fatto tutta la differenza. È l'unico motivo per cui la “domanda” totale ha superato la disponibilità.
Ditemi perché questo principio non si dovrebbe applicare ad ogni categoria di investimento. Ha usato la parola “investire,” come appunto è giusto fare. La gente compra e mette da parte, sperando che il prezzo salga. Che concetto stupefacente!
Un sacco di gente sta comprando oro nella speranza che aumenti. Ma l'unico modo in cui può aumentare è se sempre più gente lo compra, sperando che aumenti ancora di più. Ecc.
E dovremmo credere che questo non si applichi ad ogni azione, ad ogni bond e ad ogni attività finanziaria di cui tratta il Wall Street Journal?

Questo uomo sta trattando i suoi lettori come degli imbecilli economici. Se i suoi lettori continuano a prenderlo sul serio dopo aver letto il suo articolo, allora sono davvero degli imbecilli economici.
Come chiamiamo uno schema di investimento dove i rendimenti dei membri attuali dipendono interamente dai nuovi soldi portati dai nuovi membri?

Uno schema di Ponzi.
Ci sono gli imbroglioni. Ci sono quelli molto confusi. Poi ci sono gli imbroglioni moralmente corrotti.

Uno schema di Ponzi è una situazione in cui il venditore di un investimento dice che l'investimento produrrà alti tassi di rendimento. Quindi usa ii soldi raccolti dai successivi compratori per pagare gli investitori iniziali. Si tratta di una frode. È qualcosa di illegale, tranne quando viene realizzata con i fondi dell'Assistenza Sanitaria statale e del sistema della Sicurezza Sociale.

Ci possono essere bolle di ogni tipo. Sono governate dalla teoria di investimento dell’ultimo arrivato, il più stupido di tutti. Ma una bolla non è uno schema di Ponzi. O Arends è moralmente corrotto oppure è un ignorante che non sa distinguere una bolla da uno schema di Ponzi. Decidete voi.
Sì, come ho scritto prima, l'oro può ben essere la prossima grande bolla. E questo può significare che si possono fare molti soldi con la speculazione.

Ma non ne ho fiducia come investimento.
Io invece non mi fido dell'abilità analitica di Brett Arends. Suggerisco che manteniate lo stesso scetticismo.
Come potete far quadrare questo cerchio dorato? Lo dirò nella Terza Parte.
Non vedo l'ora. Darò un altro colpo a questo imbroglione incompetente.

CONCLUSIONE

Nel mio libro The War on Gold, che offro gratuitamente, ho scritto a lungo su questo tipo di giornalismo ostile all’oro. Sono stato in guerra con esso per oltre 45 anni. Avrò un sacco di occasioni per combattere ancora di queste battaglie, eventualmente con gente dotata di maggior potenza di fuoco intellettuale di Brett Arends.

L'industria della stampa sta morendo. Gli imbroglioni come il sig. Arends dovranno trovare un'attività remunerata facendo qualcosa di più produttivo. Ma la guerra contro l'oro continuerà. Continuerà per la stessa ragione per cui è continuata finora: l'elevato odio di certa gente verso i tentativi del largo pubblico di proteggersi dalla distruzione monetaria orchestrata da banche centrali e governi.
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(Traduzione revisionata da Francesco Carbone)

1 comment:

Anonymous said...

http://www.prezzo-dell-oro.com/index.php

http://tv.repubblica.it/mondo/abu-dhabi-il-bancomat-dei-lingotti/47100?video

http://www.labanchetta.it/