Sunday, September 20, 2009

Genzai Bakudan

Qual è la massima ambizione di un'organizzazione criminale che abbia come scopo il dominio assoluto (leggi: di uno stato)? Facile: possedere la bomba “Fine di Mondo,” l'arma definitiva, simbolo e garanzia del potere politico.

Non appare strano, quindi, se alla ricerca atomica dedicarono ingenti risorse tutte le maggiori potenze coinvolte nell'ultimo conflitto mondiale. È strano semmai che della storia della bomba giapponese non se ne sappia nulla o quasi.

Poco male, i lettori del Gongoro possono sempre far affidamento sulle preziose notizie che il nostro corrispondente, il Pesce Volante, ha raccolto negli archivi di Laputa. Giusto per ricordarci quanto i governi amino la Bomba.
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Di Giovanni Pesce


Nella prima metà del secolo scorso, anche i giapponesi volevano l’atomica ed alla fine di WWII ottennero qualche piccolo risultato.

Si organizzarono, già a partire dagli anni 20, con tecnici molto bravi che portarono avanti due progetti: uno con la Marina Imperiale ed un altro con l’Esercito.

L’organizzazione soffrì a causa dei bombardamenti USA ed il governo nipponico decise di trasferire la produzione in Corea, a Konan.

Lì, come ad Auschwitch, si combinarono tra di loro delle risorse particolari:
  • il lavoro non pagato di schiavi locali e di prigionieri di guerra,
  • l’abbondanza di metallo uranifero della regione,
  • l’abbondanza di acque (Yalu Chosin e Fusan) per il processamento dell’uranio e per la fornitura di energia elettrica.
Questa combinazione di risorse portò alla nascita del primo ordigno nipponico.

Un difetto di questa operazione fu la tempificazione; infatti il risultato fu raggiunto solo dopo le esplosioni di Hiroshima e Nagasaki, utilizzando talaltro molte parti di tecnologia tedesca. Si presume che gran parte dell’uranio arricchito provenisse dalle centrifughe tedesche.

Il 12 agosto 1945, pochissimi giorni dopo Hiroshima e Nagasaki, i tecnici giapponesi decisero di far brillare l’unica bomba che avevano a disposizione.

Non avendo un vettore aereo adeguato alle necessità e non disponendo di un poligono nucleare, i tecnici del Sol Levante optarono per il posizionamento della bomba su una nave giapponese sulla quale, al largo del porto di Hungman, venne fatta esplodere l’atomica, probabilmente per il doppio motivo di studiarne gli effetti e di sottrarre quest’arma ai nuovi vincitori (USA e URSS).

Dalle esame delle risultanze dell’esperimento emergono chiari indizi sul tipo dell’esplosione:
  • Grandissima luce
  • Poca esplosione
  • Molto calore
  • Grande vento
  • Fall-out radioattivo
Sembrerebbe tutto finito qui; invece coincidenza delle coincidenze, pochi anni dopo USA ed Cina si affrontarono in uno scontro epico sul fiume Yalu, come se il controllo del territorio della Corea fosse determinante per il controllo del mondo.

Come al Gen. Patton fu dato l’incarico di recuperare la tecnologia nucleare tedesca così al Gen. MacArthur venne affidato il compito di recuperare il recuperabile dai siti nucleari coreani, durante la “strana” guerra di Korea.

Mac Arthur avrebbe utilizzato le atomiche in Corea, ma il governo USA preferì evitare; così l’11 Aprile 1951 il presidente Truman tolse l’incarico a Mac Arthur, il quale nella vita civile raggiunse alti traguardi diventando anche presidente della RAND Corporation.

Nel corso degli anni anche la Corea del Nord è entrata a far parte del Club Atomico a partire dal 9 Ottobre 2006, anche se una forte esplosione era forse avvenuta a Ryongchon già nell’aprile 2004.

3 comments:

Gatto rognoso said...

la bombetta a mandorla mi mancava... :)
Va quante robine interessanti che si imparano alle volte..

rumenta said...

qui un libro davvero interessante, se vuoi imparare qualcos'altro ;-)

se poi chiediamo a gianni credo ci possa consigliare tante letture da tenerci occupati per almeno un paio d'anni....

Anonymous said...

Hai di nuovo taggato male...