Monday, August 20, 2007

Da Padilla alla brace

"No citizen shall be imprisoned or otherwise detained by the United States except pursuant to an Act of Congress."
(Title 18, section 4001(a) of the U.S. Code)
Con il verdetto emesso il 16 agosto da una giuria abbigliata “patriotticamente” di bianco, rosso e blu contro Josè Padilla la giustizia di stato si allontana sempre più dal concetto stesso di giustizia, avviandosi sempre più decisamente verso il puro arbitrio esercitato da chi può, ovvero da chi detiene il potere.

In realtà semplice teppista di strada, utile idiota su cui montare un caso progettato per puntellare l'idea del “nemico tra noi” propagandata dallo stato, Padilla venne accusato inizialmente di aver cospirato per far esplodere una
”bomba sporca” sul territorio degli Stati Uniti, ma di tale accusa tanto strombazzata all'epoca non c'è più traccia nella sentenza finale. Sentenza che si basa sul concetto di “supporto materiale”, che in pratica consente di accusare di terrorismo chiunque sia entrato in contatto con membri di organizzazioni terroristiche o sospette tali (ma spesso questi sedicenti terroristi si rivelano essere agenti dei servizi segreti, la cui principale occupazione, ad una ricerca appena approfondita, pare essere proprio la continua creazione di minacce esterne ed interne), a prescindere dalla sua effettiva appartenenza e dalle sue azioni. Il procedimento di giustizia trasformato in un processo alle intenzioni.

Se a questo aggiungiamo l'utilizzo di informazioni estorte per mezzo di tortura, e di altre palesemente
costruite, il quadro che abbiamo di fronte è quello di una vera e propria inquisizione, che va molto al di là del singolo caso: il suo vero scopo è la ridefinizione della giustizia da applicazione imparziale della legge a strumento nelle mani dello stato, che viene di fatto dichiarato ad essa superiore. Del resto, se i diritti sono emessi dallo stato e non ad esso preesistenti, lo stato in qualsiasi momento può revocarli, invocando il bene comune come giustificazione. Quale sarebbe questo bene nel momento in cui mi vengono negati i miei diritti non è dato sapere: mistero della fede.

Ad oggi a finire nelle rete sono stati perlopiù piccoli
delinquenti, sbandati, paranoici e visionari di ogni tipo, soggetti deboli di fronte alla giustizia e facili da accusare conquistando un certo consenso, ma l'obiettivo vero siamo tutti noi e i nostri diritti, che si vengono a trovare in una posizione sempre più subordinata rispetto alla volontà dello stato, unico soggetto davvero libero nella nostra società. Allo stato, infatti, nulla può essere imposto.

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