Tuesday, May 5, 2009

Mozart era un rosso

Questa “commedia morale in un solo atto” è stata scritta da Rothbard all'inizio degli anni 60; Justin Raimondo ha scritto il suo commento per il Rothbard-Rockwell Report. Di seguito la traduzione del testo.





Introduzione


“Mozart era un rosso” è, per quanto ne so, l'unica commedia di Murray N. Rothbard. È una forma insolita per lui, ma ben adeguata al suo oggetto: il culto che si sviluppò intorno alla scrittrice Ayn Rand e fiorì negli anni 60 ed all'inizio degli anni 70. Perché le figure principali dell'effimero movimento oggettivista della Rand erano effettivamente come i protagonisti di una qualche farsa teatrale.


Con la sua mantellina al vento, gli occhi intensi e il lungo bocchino, la Rand era l'immagine stessa dell'eccentricità; a volte portava un cappello a tricorno e ad un punto usò un bastone col pomolo d'oro. Il suo forte accento russo aumentava l'esotismo. È una misura della potente personalità della Rand – e la vera chiave per capire il culto della Rand – che, dopo un certo periodo, molti dei suoi principali seguaci cominciarono a parlare con un evidente accento, anche se ciascuno di loro era nato nell'America del Nord.


Questo processo di russificazione era particolarmente pronunciato in Nathaniel Branden, il suo primo discepolo. Branden pronunciava i suoi discorsi sui “Principi di Base dell'Oggettivismo” con una sonora e monotona voce con una molto precisa sfumatura slava. Pomposo, dogmatico ed assolutamente innamorato di sé stesso, Branden era il secondo nella linea di comando ed il garante di un culto che richiedeva obbedienza ed accordo totali su ogni soggetto immaginabile – in nome dell'individualismo. Qualsiasi deviazione dalla linea randiana – ed avevano una linea su tutto – erano prese come prova di “cattive premesse” e motivo per l'espulsione dal circolo ristretto.


L'esperienza personale di Murray con i randiani fu un caso esemplare. Verso la fine degli anni 50, Murray e un gruppo di suoi amici libertari a New York City si interessarono all'allora fiorente movimento oggettivista, nato come conseguenza del successo del romanzo della Rand La rivolta di Atlante.


Murray scrisse alla Rand una lettera in cui si complimentava per il romanzo, e presto si tennero delle riunioni congiunte del “Collettivo Superiore” randiano e del Circolo Bastiat di Rothbard. Come fautori del capitalismo laissez-faire, dichiaratamente dedicati alla supremazia della ragione, sembrava che i randiani potessero essere alleati importanti.


Ma i randiani non capivano il concetto di “alleati”: nel loro universo, o condividevate tutte le loro posizioni, oppure eravate consegnati alla Remota Oscurità. (Stranamente, al livello di macro-politica, i randiani erano grossolanamente opportunistici.)


L'ideologia randiana non era tanto un sistema filosofico integrato come un mythos, basata com'era sui romanzi della Rand. Purtroppo, invecchiando, ella immaginò di essere un filosofo e smise di scrivere romanzi per diventare il leader di un movimento.


Nelle sue filippiche saggistiche, la Rand cita pricipalmente dalle sue proprie opere; ciò era dovuto non solo alla sua gonfiata autostima, ma anche ad un'ignoranza colossale. Non leggeva quasi nient'altro che romanzi gialli, ed i suoi seguaci, di solito considerevolmente più giovani, erano ancora peggio. Anche se la sua filosofia dell'interesse personale razionale era un'eccentrica variazione moderna di una tradizione filosofica molto più antica, l'unico precedente che riconosceva era Aristotele.


Pur sostenendo di non essere un'atea militante – “sarebbe come fare alla religione un complimento che non merita” – denunciava i conservatori per la loro devozione alla religione ed alla tradizione, denigrandoli come “mistici antiquati.”


La religione era inoltre la questione principale negli eventi che portarono alla rottura di Murray con i randiani: anche se Murray era un agnostico, sua moglie, JoAnn, era (ed è) una presbiteriana. Informata di questo, la Rand sottopose Joey ad un severo interrogatorio sulle ragioni della sua fede e le suggerì di leggere un opuscolo stampato dai randiani che “confutava” l'esistenza di Dio.


Quando Joey rifiutò di rinnegare la sua eresia, a Murray venne detto che avrebbe dovuto trovarsi una compagna più “razionale.” Questo era troppo per Murray. La rottura fu completata dal suo “processo” formale tenuto dal Collettivo Superiore Randiano, a cui Murray rifiutò di assistere.


Il vero talento di Murray come autore di satira viene fuori nelle sue abili descrizioni: in Carson Sand, l'imperiosa autrice di La Fronte di Zeus, Murray ritrae alla perfezione la Rand. Con una pennellata ben piazzata – “il naso di Jonathan è permanentemente inclinato ad un angolo di 45 gradi” – dipinge una vivida immagine del capo del culto Nathaniel Branden. La sua sottile rappresentazione del marito della Rand, il quieto, amabile e piuttosto intelligente Frank O'Connor, nel carattere di George, è immaginativo e strutturalmente ingegnoso: nei punti chiave nel dramma, è George, parlando sempre tranquillamente in mezzo all'istrionica recitazione degli altri, a fare le domande chiave a Keith Hackley, il neofita sconcertato, e fa procedere l'azione.


Ecco, allora, “Mozart era un rosso,” che rappresenta il lato più leggero di Murray Rothbard, il lato che quelli di noi che lo hanno conosciuto sempre apprezzeranno e ricorderanno.


~ Justin Raimondo

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Di Murray N. Rothbard



La commedia

SCENA:

Il salotto di un moderno appartamento di lusso nell'upper East Side di New York. Le pareti sono di un lussureggiante verde tropicale. Il sofà (c), diverse poltrone e le sedie componibili (r) sono tutti sovradimensionati, così progettati perché nessuno possa sedervisi confortevolmente. Sedendosi indietro, nessuno più basso di due metri e mezzo potrebbe poggiare i piedi sul pavimento. Di conseguenza, per chiunque nella stanza, ci sono soltanto due alternative: (a) appollaiarsi rischiosamente sul bordo del sofà o della sedia, agganciandosi ad uno dei braccioli per supporto, o (b) raggomitolarcisi dentro, i piedi premuti tra la coscia ed il rivestimento.

Per CARSON SAND, la proprietaria dell'appartamento, questa scelta non è un problema. Ora è raggomitolata in una delle componibili (lc), il bocchino della sigaretta in alto. Questo per simbolizzare beffardo disprezzo ed ostilità verso gli uomini, e quindi razionalità e standard romantici elevati.


CARSON è una piccola donna con capelli lisci che scendono su un lato della sua fronte. La sua figura può essere descritta soltanto come protoplasmica, amorfa; anche la sua età è indeterminata, ma dev'essere presumibilmente intorno ai 50 anni. Porta un vestito informe con spalline militari, alla moda (Mosca, 1925). I suoi occhi sono piccoli, luccicanti ed intensi, e quando parla, è invariabilmente raggomitolata, pronta a colpire.


CARSON è arrivata alla fama come autore grazie ad un romanzo, comprato entusiasticamente per un'impressionante scena di stupro. Crede che la sua popolarità dimostri devozione totale al suo messaggio filosofico.


Seduti alla sua destra, anch'essi raggomitolati, stanno i suoi due discepoli, JONATHAN e GRETA. Sono ventenni ma già caratterizzati dall'arroganza della loro guida. Il naso di JONATHAN è permanentemente inclinato ad un angolo di 45 gradi ed i suoi lisci capelli marroni sono evidenziati nella parte anteriore da una ciocca bionda. GRETA è una bionda carina, con la pelle scura e una generale aria felina. Anche senza somigliare fisicamente a CARSON, ostenta lo stesso tipo di bocchino e la stessa marca di piccoli fiammiferi di quest'ultima. Non maneggia ancora il bocchino con altrettanta maestria.


Sul sofà all'estrema destra, GEORGE KELLY sta dormendo. GEORGE è alto e magro, la sua fronte un tempo bella permanentemente segnata da un'espressione di grande gentilezza, languore e noia. GEORGE è marito di CARSON. Dietro, al centro, sta un televisore di lusso a 27 pollici. Raggomitolato davanti ad esso sta un voluttuoso gatto nero-e-grigio, ALFONSO III.


Sopra la mensola del caminetto (rc) vicino alla tv c'è una doppia fotografia incorniciata di JONATHAN e GRETA, dedicata a CARSON.


GRETA ha scritto: “Grazie, CARSON, per avermi dato un universo rotondo.” JONATHAN ha scritto, furbescamente: “Alla donna con il bel gatto.”


Entra: KEITH HACKLEY, un giovane piacevole, sincero, benvestito, di 25 anni. Hackley, un dottorando in storia, cammina titubante da sinistra. GEORGE, svegliandosi, gli si fa incontro e lo introduce.


GEORGE: Di qui, prego.


GEORGE conduce KEITH nella stanza.


GEORGE: Keith Hackley – Jonathan, Greta e… Carson Sand.


JONATHAN e GRETA annuiscono impercettibilmente. CARSON tende il suo braccio in un gesto di benvenuto ed indica il sofà in cui siede KEITH. GEORGE riprende il suo sonno a destra.


CARSON (che parla con un forte accento russo, per esempio, la sua “t” suona come una “s”): Bene, sig. Hackley, sono felice che siate potuto venire.


KEITH: Grazie, ah (titubante, è una sig.na o una sig.ra….?) … Sig.na Sand. (Dopo una pausa.) Vorrei dirvi che piacere è per me che abbiate voluto vedermi.


CARSON: Oh, Keith, come avrei potuto non chiedervi di venire dopo che mi avete spedito una lettera così splendida per il mio romanzo?


KEITH: Oh, non è stato davvero niente.


CARSON (infastidita): Oh?


KEITH (un po' imbarazzato): Vorrei dire, benché, sig.na Sand, quel vostro libro sia stato un'ispirazione. La Fronte di Zeus è uno dei migliori romanzi che io abbia letto da anni.


(Esclamazioni di costernazione e di incredulità da JONATHAN e GRETA. JONATHAN e GRETA, a proposito, parlano in un tono pomposo con una traccia di accento russo-canadese.)


GRETA (acutamente): Sig. Hackley, avete detto uno dei migliori romanzi?


KEITH (imbarazzato): Come… sì.


JONATHAN (con rancore ben controllato): Vi dispiace dirci il nome di un qualsiasi romanzo che abbiate letto da anni che possa anche solo lontanamente esser paragonato alla Fronte di Zeus?


KEITH (sudando): Be' – io – in realtà non…


JONATHAN: Se c'è una cosa che non possiamo tollerare, sig. Hackley, è l'imprecisione del linguaggio. Avete detto uno dei romanzi migliori: quali erano gli altri?


KEITH: Bene, io – Hemingway era piuttosto emozion…


JONATHAN e GRETA (all'unisono): Hemingway! Buon Dio! (poi rapidamente):


JONATHAN: (in un basso e veloce mormorio ritualistico) Naturalmente, sapete che quando diciamo “Dio,” non implichiamo un accordo con il concetto. Stiamo soltanto usando il termine come forte metafora idiomatica.


CARSON (trattenendo la sua furia interiore): Oh, Keith, non potete vedere le premesse di morte di Hemingway in ogni riga che quell'uomo scrive?


KEITH: Be', la lotta dell'uomo contro il toro, il momento di…


JONATHAN: Hemingway è anti-vita, anti-mente, anti-realtà.


CARSON (guardando affettuosamente JONATHAN): Jonathan, Greta. Avanti, penso che dovremmo dare al sig. Hackley un'altra possibilità. Dopo tutto, è un amante della Fronte di Zeus e questo è un grande segno positivo.


GRETA: Sì, hai ragione, Carson.


JONATHAN: Naturalmente, Carson.


CARSON (girandosi verso KEITH): Keith, gradite una sigaretta? Ecco, questa è una marca particolarmente razionale.


KEITH (un po' stupefatto): “Razionale…?” (Una breve pausa) Oh, sono spiacente, grazie. Non fumo.


(Esclamazioni di disapprovazione da JONATHAN e GRETA.)


GRETA (aspramente): Non fumate! Perché no?


KEITH (arretrando): Be', uh… perché non mi piace.


CARSON (con furia a stento controllata): Non vi piace! Consentite ai vostri meri capricci soggettivi, ai vostri sentimenti (questa parola detta con il massimo disprezzo) di ostacolare la ragione e la realtà?


KEITH (sudando di nuovo): Ma certamente, sig.na Sand, quali altri motivi è possibile avere per fumare che il semplice piacere?


(Espressioni di furia, costernazione da GRETA, JONATHAN e CARSON, “oh!”, “ah!”, ecc.)


JONATHAN (balzando in piedi): Sig. Hackley, Carson Sand non fa mai, mai, alcuna cosa per i suoi sentimenti soggettivi; soltanto seguendo la ragione, ovvero: la natura obiettiva della realtà. Avete insultato grossolanamente questa grande donna, Carson Sand, avete abusato della sua cortesia e della sua ospitalità. (si siede)


KEITH: Ma... ma… che ragione può mai esserci…?


CARSON: Sig. Hackley, perché state eludendo il fatto manifesto? Il fumo è un simbolo del fuoco nella mente, il fuoco delle idee. Colui che rifiuta di fumare è quindi un nemico delle idee e della mente.


KEITH: Un simbolo? Ma allora un fiammifero è ancor di più un simbolo…


(Ulteriori espressioni di furia, rabbia, esasperazione.)


JONATHAN (saltando su, avvicinandosi a KEITH): Basta così! Come osate farvi beffe di Carson Sand in questa maniera da teppista? Non vi beffereste di Dio!


CARSON (ancora una volta in stretto controllo): Aspetta, Jonathan,aspettiamo prima di emettere il giudizio finale. Forse il suo problema è ad un livello più profondo.


JONATHAN: Naturalmente, Carson. (JONATHAN torna indietro, si siede)


CARSON (girandosi verso il completamente irritato KEITH): Ora, Keith, e questo è molto importante, siete un razionalista?


KEITH (di nuovo imbarazzato): Be', io – io, è molto difficile…


CARSON: Su, su, credete alla ragione come assoluto?


KEITH: Be', sì, ma io – dipende da come definite il razionalismo. Penserei…


JONATHAN (saltando su, ravviando i suoi lunghi capelli e camminando su e giù): Un razionalista è un uomo che vive esclusivamente secondo la sua ragione, che significa: secondo il potere della sua mente di afferrare la realtà, che significa: secondo il potere della sua mente di pensare, che significa: secondo il suo proprio potere di pensare, che significa…


CARSON: Aspetta, Jonathan. (
JONATHAN smette di camminare, si siede di nuovo.) Bene, Keith, siete un razionalista?

KEITH: Bene, approvo la ragione e – e il pensiero, naturalmente, ma non sono abbastanza sicuro che cosa…


CARSON (la collera aumenta): Sig. Hackley, siamo molto pazienti con voi perché estendiamo ogni cortesia ed ogni margine ad un amante della Fronte di Zeus. Mettiamola in questi termini: siete un mistico? (Questa domanda scoccata con occhi infiammati, l'odio nella voce.)


KEITH: Un mistico? Ma no, io non crede in questo affare di zen buddista, o…


CARSON (contorcendosi indignata): Oh! Davvero, Keith, sto provando a tenere una conversazione seria con voi.


KEITH: Be', sì, ma…


CARSON: Vi prego di farmi la cortesia di non interrompermi nel mezzo di un pensiero.


KEITH: Mi spiace, io…


CARSON: Certamente, dovete capire che non sto parlando dei vagabondi asiatici storti e lebbrosi che si siedono da qualche parte su un pannolino – che è soltanto il genere più ovvio, più palese di mistico.


KEITH: Lo so; Los Angeles è piena di tipi strani…


JONATHAN: Sig. Hackley, perché persistete, ancora e ancora, nell'evadere coscientemente ed intenzionalmente la domanda franca e aperta della sig.na Sand? Sappiamo entrambi che state correndo in circolo.


KEITH: Guardate, io non so di cosa stiate parl…


CARSON: Keith, facciamola semplice, un mistico è qualcuno che permette a qualcos'altro di intromettersi fra la sua ragione e la sua realtà, che mette qualcosa più in alto della sua ragione. Capite?


(C'è una pausa spiacevole.)


GEORGE (morbidamente, alzando appena la sua testa dal sofà di destra): Siete religioso, Keith?

KEITH (lanciando un'occhiata riconoscente nella direzione di George): Oh, se sono religioso? Capisco – bene, non terribilmente. Vado in chiesa due volte l'anno, Natale e Pasqua, sapete – ma la religione ha una parte molto piccola nella mia vita.

Il silenzio ora è più profondo, più minaccioso. Un suono sibilante proviene dalla direzione di GRETA.


GRETA: Soltanto due volte l'anno, dice.


(GRETA si gira verso JONATHAN)


GRETA: Sai che significa…


JONATHAN: Naturalmente. C'è un passaggio a pagina 236, paragrafo 2 dello Zeus che spiega perfettamente questa sindrome.


GRETA: Sì. E nota come cerca di ottenere il nostro favore per i mistici.


JONATHAN: Naturalmente.


KEITH: Guardate, non sapevo che voi foste così amari verso la religione.


CARSON: Keith, i nostri sentimenti qui non contano affatto. La nostra ragione ci dice che la religione è male.


JONATHAN (saltando su e camminando): La religione è male, che significa anti-mente, che significa anti-vita, che significa anti-ragione, che significa anti-realtà. (Si risiede.)


CARSON (guardando affettuosamente JONATHAN): Ben detto, camerata.


KEITH: Bene, guardate, vi ho detto che non prendo molto seriamente la religione.


(La pausa che ora si posa nella stanza è mortale.)


CARSON (esplode, agitata. Salta su): Mio Dio, stiamo parlando di questioni di vita e di morte e lui non… Oh!! (CARSON affonda indietro sulla poltrona, coprendosi la testa furiosa.)


GRETA (a bassa voce, minacciosa): Sig. Hackley, prendete qualcosa seriamente?


(Un'altra lunga pausa.)


(KEITH inizia ad alzarsi per andarsene. CARSON raccoglie le ultime riserve della sua pazienza e lo ferma.)


CARSON: Aspettate, sig. Hackley, forse possiamo avvicinarci al vostro problema con l'estetica. Che compositori vi piacciono, per esempio?


KEITH (riaffonda indietro, una po' sollevato, credendosi erroneamente su un terreno più sicuro): Bene, i soliti, sapete. Non sono un gran musicista…


CARSON (rapidamente): Va tutto bene. Quello non importa. Il vostro gusto rivela le vostre premesse musicali.


KEITH (imbarazzato): Oh? Be', mi piacciono Beethoven, Bach, Mozart, i soliti...

GRETA: Oh!

CARSON: Keith, come potete? Io, che conosco la profondità della depravazione in cui la maggior parte degli uomini affondano, persino io devo chiedermi, come possono? Beethoven, Mozart, che trasudano naturalismo, il cui intero lavoro calpesta i valori, di cui ogni nota mostra le premesse ostili dell'universo.


KEITH (stordito): Ostil…?


CARSON: Oh, Keith, non potete vedere l'odio della vita in ogni brano della loro musica?


JONATHAN: Sig. Hackley, avete scritto a Carson nella vostra lettera che vi è piaciuto La Fronte di Zeus perché si oppone al collettivismo ed al totalitarismo.


KEITH (si illumina): Sì, sì, esattamente. Io…


JONATHAN: Bene, com'è possibile che non vediate, in nome della ragione, che un compositore come Mozart, sulle premesse ostili dell'universo, è sulle stesse premesse dei collettivisti che sostenete di disprezzare? Fanno tutti parte del Nemico anti-mente, anti-vita.


KEITH (di nuovo stordito): Sta-state dicendo che Mo-Mozart era un collettivista?


CARSON: Oh, non in quel tipo molto primitivo di senso. Ma il sistema delle premesse è interconnesso, a un livello più profondo, e quindi più importante. Capite?


(KEITH, sempre più convinto di dover uscire rapidamente da questo posto, comincia di nuovo ad alzarsi.)


(GEORGE KELLY si alza, lo intercetta con un tono gentile.)


GEORGE: Keith, chiediamo sempre ad ogni nuova persona che ci incontriamo qual è il suo personaggio preferito ne La Fronte di Zeus. Qual è il vostro?


KEITH: Oh, mi è piaciuto Joey Fontana.


CARSON, GRETA, JONATHAN (all'unisono): Joey Fontana!!!


KEITH: Sì, perché?


CARSON (sotto stretto controllo): Perché lo avete preferito, Keith?


KEITH: Bene, era sul lato buono, per la libertà, ed era un tipo piacevole, intelligente, buono, amabile.


CARSON: Ohhhh!! (Incapace di sopportare oltre, CARSON balza in piedi, corre dietro le quinte a destra.)


GRETA (in tono di mortale minaccia): Joey Fontana! L'immagine stessa dell'uomo piacevole, di terza classe, comune. E lo avete scelto sopra un eroe come Kyle Crane o Sebastian del Rey!


KEITH: Bene, erano tutti a posto; mi sono sembrati appena un po' legnosi e monodimensionali…


JONATHAN (cade ai suoi piedi, si porta al centro e declama a KEITH): Basta così! Keith Hackley, avete avuto il privilegio raro di spendere una sera con le più grandi menti che avreste mai potuto sperare di incontrare: Carson Sand, Greta Landsdowne ed io stesso. E soprattutto avete incontrato la Carson Sand, la mente più grande, più originale del nostro tempo e di tutti i tempi, il più grande essere umano che mai abbia vissuto o viva. E come avete trattato questo privilegio? Soprattutto, come avete trattato Carson Sand? Ero seduto qui mentre avete commesso una serie di peccati irrazionali e imperdonabili contro Carson Sand. La avete interrotta continuamente, dandole appena la possibilità di parlare; avete eluso apertamente ogni domanda che Carson o io vi abbiamo posto. Avete provato a mostrare deferenza a noi ed ai mistici, a noi e a Mozart, a noi e a tutte le depravazioni della nostra società.


Avete criticato, invece di fare domande. Avete deriso come un teppista, invece di mostrare l'adeguata riverenza. E a chi? A questa donna che ha portato al mondo la conoscenza che A è A e che 2 più 2 è uguale a 4. E per concludere, dopo che la vostra scortesia ha fatto fuggire da questa stanza questa donna con la pazienza di Giobbe, avete completato i vostri crimini dicendo che il vostro personaggio favorito è Joey Fontana, il mediocre, il tipo piacevole (con disprezzo assoluto), l'uomo di seconda mano. Quindi, Keith Hackley, vi siete maledetto per sempre. Avete operato la vostra scelta, Keith Hackley e quindi non mi lasciate che un'alternativa: chiedervi di lasciare questa casa e non tornarvi mai più.


(KEITH si alza vacillante, pallido, agitato. Va alla porta. Là, GEORGE KELLY passa a Keith il cappello e il cappotto.)


KEITH: Sig. Kelly, perdonatemi, ma sembrate come un tipo a posto. Come potete sopportare tutto ciò?


GEORGE (morbidamente): Oh, questo genere di cose succedono quasi ogni sera. Ci si abitua.


KEITH: Ma come potete…?


GEORGE: Oh, dopo pochi anni riuscite a passarci sopra. Non ci fate caso, dormite sul sofà, dite “sì” occasionalmente. Diavolo, è la vita.


Cade il sipario.


FINE

2 comments:

Thomas Morton said...

Mi ricorda certi ambienti...

Ma a parte le polemiche scontate, è un post molto bello e interessante.

Paxtibi said...

In effetti certe dinamiche di gruppo tendono a replicarsi...