“Non è mai tutto da buttare, ma se il prezzo di quanto di buono ho visto nella mia vita è la libertà, allora non salvo nulla.”
(Yoani Sanchez)
Al Salone del Libro inaugurato ieri al Lingotto di Torino, Yoani Sanchez, blogger cubana dissidente, non sarà presente: il presidente cubano Raúl Castro le ha negato il diritto d'espatrio. La Sanchez era stata invitata per presentare il suo ultimo libro, Cuba libre. Vivere e scrivere all'Avana (Rizzoli, pp. 237, €17), ma ancora una volta è stata costretta a rinunciare.
La dinastia Castro non può perdonarle il poco lusinghiero ritratto della società cubana che tratteggia nel suo blog, ma soprattutto il desiderio insopprimibile di libertà che ne trapela. Da noi, ovviamente, è subito diventata oggetto di scontro ideologico. Se da una parte c'è Fini, che al Lingotto firma la petizione per chiedere a Castro il permesso di espatrio – come se non facesse parte di quella stessa coalizione di governo che vorrebbe mettere il bavaglio ai blogger de noantri – dall'altra troviamo il galloppino del regime castrista Gianni Minà, che la definisce sprezzantemente “bloggera di moda,” lanciandosi poi in una ridicola celebrazione delle “conquiste” del regime. Sentite che roba:
Questi presidenti, da Lula a Chavez, a Evo Morales, a Correa, ma anche dall’argentina Kirchner alla cilena Bachelet, o all’ex vescovo Lugo, sanno perfettamente che Cuba ha raggiunto in questi anni standard d’eccellenza nell’educazione, nella sanità, nella protezione sociale, nella cultura, nello sport, che questi premiers ancora sognano per i loro paesi, pur essendo più ricchi e non feriti da un blocco economico insensato e ingiusto.I ragazzi cubani che Yoani Sanchez sostiene vivono solo privazioni sanno perfettamente, infatti, che queste conquiste sociali rendono Cuba, pur con tutti i suoi errori, diversa, più libera, dai paesi che invece, negli anni, sono stati prigionieri del neoliberismo e del mercato, come quelli delle villas miserias delle grandi città o come i trenta milioni di bambini randagi del continente.
Ora io non mi metto neanche a smentire questa serie di idiozie, non credo serva a qualcosa stare a fare classifiche di chi è messo peggio sul piano della libertà che anche da noi è ormai in prognosi riservata. E non c'entra nulla l'ignobile embargo imposto dagli USA all'isola rossa (che peraltro neanche il nuovo messia Obama sembra intenzionato ad eliminare). Mi permetto però, essendo l'argomento in questione la libertà d'espressione, di far notare al signor Minà che il suo blog è, almeno per il momento, ancora libero, e lo può aggiornare con comodità nell'intimità della sua cameretta, mentre a Cuba, le tessere per entrare in rete
“non ce le danno più, sono solo per gli stranieri ed è come rivietarci Internet. L’accesso sarebbe tra le presunte innovazioni concesse da Raúl Castro, ma di fatto non esiste un cubano che possa permettersi un collegamento a casa e dall’inizio di maggio noi non possiamo più accedere ai wireless pubblici.”
Certo, come no, magari la Sanchez è una quinta colonna dell'imperialismo americano, una disinformatrice prezzolata (ma quanto la pagheranno mai, per starsene lì?). Ma questo, caro Minà, è il bello della libertà d'espressione: ognuno è libero di dire quello che gli pare, e tutti sono altrettanto liberi di confutare ciò che dice. Pare, curiosamente, che questo libero confronto – vogliamo chiamarlo dialettica, così lo capiscono anche i nipotini di Stalin? – abbia il potere magico di arricchire le coscienze, e di avvicinare alla verità. Ci pensi, il signor Minà, prima di accusare gli altri di diffondere propaganda.
6 comments:
Bene. Visto che siamo d'accordo, su questa e altre cose (anche se non su tutte), permettimi un po' di spam:
http://alberodimaggio.blogspot.com/2009/05/ricoperta-menchu.html
ciao
Letto e... commentato. :-D
OK....
A quando un articolo sulla sanità guatemalteca o sull'istruzione salvadoregna?
La nuova linea morbida "Obama" nei confronti di Cuba inizia a fare proseliti.
La Sanchez, prezzolata o meno, è l'utile idiota di turno.
A quando un articolo sulla sanità guatemalteca o sull'istruzione salvadoregna?.
Cioè sul sistema manutenzione schiavi e l'apparato d'indottrinamento collettivista?
La Sanchez, prezzolata o meno, è l'utile idiota di turno.
Però dico, perché appena uno osa lamentarsi del suo padrone diventa un “utile idiota”? Dobbiamo starcene tutti zitti ed accettare stoicamente le catene, magari intonando dei gospel?
“No-booody know... the troouble I've seen.
No-booody knows but Jesus.
No-booody knows... the trouble I've seen.
Glory Hallelujah!”
"I ragazzi cubani che Yoani Sanchez sostiene vivono solo privazioni sanno perfettamente, infatti, che queste conquiste sociali rendono Cuba, pur con tutti i suoi errori, diversa, più libera, dai paesi che invece, negli anni, sono stati prigionieri del neoliberismo e del mercato, come quelli delle villas miserias delle grandi città o come i trenta milioni di bambini randagi del continente." - Ecco perché i messicani indigenti sono tutti in fila a Miami per sbarcare a Cuba!
A quando un articolo sulla sanità guatemalteca o sull'istruzione salvadoregna? -
E anche uno sulla ricerca aerospaziale in Rwanda, per favore... mi raccomando.
Post a Comment