Sunday, May 3, 2009

Abbasso il primitivismo! #2

Di Murray N. Rothbard


Un altro difetto fondamentale in tutte le società di casta – ignorato da Polanyi – è il problema della crescita demografica. Lo stregone, i costumi della tribù, il capo o il re ed il prof. Polanyi, possono tutti decretare che X e il figlio di X sono panettieri, Y e il figlio di Y coltivatori, ecc., ma cosa accade quando la popolazione aumenta, come quasi inevitabilmente tende a fare? Cosa farà il figlio più giovane? Polanyi deride Malthus ma il problema malthusiano è sempre supremamente evidente nella società di casta. Che cosa accade quando il “controllo naturale” della carestia e della malattia non funziona a sufficienza? Ecco perché la società di casta-in comune di Sparta mandava i suoi bambini nel bosco per una “prova di esposizione,” non perché gli spartani fossero inerentemente un popolo crudele, ma perché dovevano affrontare quello che era, nel contesto della loro struttura sociale, un problema insolubile: che cosa fare con l'aumento della popolazione. Fu la crescita demografica, ancora, che stava distruggendo l'Europa mercantilista. La crescita demografica fu il motivo dell'aumento di mendicanti e ladri di sana costituzione nell'Inghilterra del XVIII secolo. Non c'era lavoro che potessero fare. Fu la nascita del capitalismo, il progresso del capitale che fornì loro il lavoro, l'espansione del mercato per produrre merci poco costose per le masse, che non solo aumentò enormemente il tenore di vita delle masse, ma fornì anche il lavoro per questa popolazione sempre più in “eccesso.”

Ancora, Polanyi ripete il vecchio ritornello anticapitalista secondo cui la Rivoluzione Industriale fu resa possibile dal movimento delle enclosures, che si presume spinse uomini robusti fuori dalle loro terre e nelle città. Questa è un'assurdità; non solo il movimento delle enclosures accluse i “terreni comuni” e non la gente, e grazie al grande aumento nel rendimento agricolo fornì le risorse necessarie ed il reddito per la Rivoluzione Industriale, ma inoltre le enclosures non spinsero la gente fuori dalla terra. La popolazione in eccedenza nelle zone rurali era una conseguenza della crescita demografica; fu questo aumento della popolazione rurale a spingere questa gente disperata nelle città per cercare lavoro.

Il capitalismo, quindi, interruppe tragicamente, come direbbe Polanyi, i caldi, amorevoli rapporti “sociali” dell'era pre-capitalista. Il capitalismo prese gli emarginati della società: i mendicanti, gli uomini della strada, i rurali in eccedenza, gli immigranti irlandesi e diede loro il lavoro e gli stipendi che permise loro di allontanarsi dalla destituzione verso un tenore di vita e di lavoro ben più alto. È abbastanza facile torcersi le mani per il lavoro infantile nelle nuove fabbriche britanniche; è, apparentemente, ancora più facile dimenticare cosa stava facendo la popolazione dei bambini dell'Inghilterra rurale prima della rivoluzione Industriale – e durante la Rivoluzione, in quelle numerose regioni dell'Inghilterra in cui essa ed il nuovo capitalismo ancora non erano penetrati: quei bambini morivano come le mosche e vivevano in condizioni infinitamente più misere. Ecco perché leggiamo al giorno d'oggi, e ci sembra inspiegabile, testi britannici ed americani del periodo che elogiavano le nuove fabbriche per aver dato lavoro alle donne ed ai bambini! Questo elogio non era dovuto al fatto che fossero dei mostri inumani; era dovuto al fatto che, prima che tale lavoro fosse disponibile ed in quelle regioni dove non era condizioni, le donne ed i bambini vivevano e soffrivano in circostanze infinitamente peggiori. Le donne, i bambini, gli immigrati, dopo tutto, non furono guidati nelle fabbriche con le fruste; vi si recarono volontariamente e felici, e quello è il motivo.

Ci sono ancora più vasti aspetti del problema della popolazione che Polanyi ignora. Perché il capitalismo fu responsabile, in un certo senso, dell'enorme aumento della popolazione nel mondo moderno. L'aumento nei livelli di vita provocato dal capitalismo gli ha permesso di liberare il mondo dalla regola malthusiana, dai sinistri mali della sovrappopolazione ed ha consentito una rapida moltiplicazione della popolazione a livelli di vita ancora più elevati di prima. Così quando Polanyi, in effetti, ci chiede che di scartare il mercato per tornare ad una società di casta o comune o persino tribale, non ci sta solo chiedendo di abbandonare i lussi della civiltà e di tornare al livello di sussistenza della tribù primitiva; ci sta anche chiedendo la liquidazione e l'estirpazione di gran parte della popolazione mondiale. Perché se un sistema di casta o tribale potrebbe “funzionare,” anche se al minimo livello di sussistenza, esso funzionerebbe soltanto per una piccola, molto piccola minoranza della popolazione; il resto di noi morirebbe di fame en masse. Il fatto notato sopra, di un piccolo numero di tribù primitive, prende, allora, un nuovo e più terribile significato.

(Per una confutazione del mito delle enclosures e un riconoscimento dell'aumento della popolazione come chiave, vedi A Concise Economic History of Britain, di W.H.B. Court [Cambridge University Press, 1954].)

In tutte le sue proteste contro il laissez-faire ed il mercato libero, Polanyi in qualche modo trascura la singola funzione probabilmente più importante di questo sistema: la libertà. In una società libera, nessuno costringe Polanyi né chiunque altro ad associarsi al mercato libero. Se Polanyi o qualunque altro critico è così ostile alla presunta tirannia, “l'instabilità,” ecc. del mercato, la società libera li lascia liberi di uscirne. Chiunque, in qualunque momento, può lasciare il mercato: può andare fuori nel bosco e vivere di bacche in una caverna, può comprare la sua propria azienda agricola ed essere completamente autosufficiente, tagliato dal resto del mondo, o può variare la sua partecipazione a suo piacimento. Chiunque lo voglia, in una società libera, può persino unirsi ad una comune volontaria, come Brook Farm, o un kibbutz israeliano, e condurre la vita comunistica che lui o lei desiderano. Dato che tutti hanno ancora l'opzione di agire in tal modo, che chiunque ha l'opzione di andare a vivere su un'isola deserta o di far parte di una comune, perché Polanyi è così amaro a proposito del mercato??

In effetti, la società libera lascia a ciascuno tali opzioni. Perché, in quel caso, il mercato libero è fiorito quando la gente è stata lasciata libera, fino a portare la civiltà capitalista? Il motivo è precisamente che la grande massa delle persone, nei tempi passati e in quelli presenti, non è d'accordo con Polanyi: hanno preferito in larga misura la cosiddetta instabilità, infelicità, ecc. del mercato alla presunta felice vita di sussistenza di un selvaggio in una comune. Perché, se non l'avessero preferita in larga misura, non avrebbero fatto parte del mercato; avrebbero sacrificato il reddito monetario per la loro vita tribale o agricola e autosufficiente. Tuttavia non l'hanno fatto. Non c'è migliore modo di confutare completamente il pianto di Polanyi per le glorie perse della “società” che osservare gli innumerevoli milioni che hanno scelto il sistema del mercato quando hanno avuto la libera scelta.

In effetti, sono precisamente tali intellettuali di sinistra alla Polanyi che piangono in continuazione la “Coca-Colizzazione” del resto del mondo, lamentando le presunte glorie perdute della “cultura popolare” nei paesi non sviluppati. Perché, non appena ne hanno la possibilità, i popoli di ogni parte del mondo, a prescindere dalla tradizione culturale, abbandonano la loro presumibilmente amata cultura, per adottare il modo di vita occidentale, i vestiti occidentali, per ottenere un lavoro di tipo occidentale o servire i turisti occidentali e guadagnare denaro occidentale – e pure bere Coca-Cola e andare a vedere i film di Hollywood. Ci sono voluti soltanto alcuni anni, per esempio, perché il popolo giapponese abbandonasse la sua vecchia cultura e i costumi tradizionali millenari per rivolgersi ardentemente verso questi beni presunti decadenti portati dal mercato dell'occidente. Perché? È “l'imperialismo” occidentale? Le truppe americane li stanno drogando tutti a forza con la Coca-Cola?

(Per un'argomentazione accademica e ispiratrice sull'enorme sviluppo di un'economia di scambio e di mercato fra i nativi illetterati dell'Africa occidentale, suggerisco vivamente West African Trade di P.T. Bauer, Cambridge University Press, 1954).

Anche in paesi arretrati ostili al capitalismo: come l'India, il Ghana, ecc., questi paesi non rifiutano affatto i frutti della civiltà occidentale in nome delle loro apparentemente felici tradizioni tribali. Al contrario, vogliono i prodotti e le comodità occidentali; è solo che non hanno ancora capito che è necessario il capitalismo per ottenerli.

Data una scelta, allora, quasi tutti scelgono l'economia di mercato e la sua civiltà avanzata, persino, abbastanza stranamente, il prof. Polanyi stesso, che con tutta evidenza non se l'è filata in qualche tribù o comune.

Perché, allora, consideriamo il mercato libero “naturale,” come Polanyi chiede beffardamente? Il motivo è che il mercato libero è (1) ciò a cui gli uomini si sono rivolti quando hanno avuto la libertà di scelta e (2) ciò a cui gli uomini dovrebbero rivolgersi se vogliono godere dell'intera statura dell'uomo, se vogliono soddisfare i loro desideri e modellare la natura per i loro scopi. Perché è il mercato che ci porta il tenore di vita della civiltà.

Nel suo libro, Polanyi ci assicura continuamente che i suoi amati nativi primitivi non fanno niente per il “guadagno” personale; soltanto per magia, per ciò che chiama “reciprocità,” ecc. Che cosa c'è di così sbagliato nel guadagno, che Polanyi virtualmente presuppone essere una parola ostile? Il principio del mercato libero è lo scambio volontario per il beneficio reciproco. Questo beneficio reciproco costituisce il guadagno. Il mercato libero è, in realtà, quel rapporto tra le persone che assicura il beneficio reciproco da tutte le parti di riferimento. Perché Polanyi trova questo così antipatico? Perché, ad ogni punto, sembra preferire soltanto un rapporto tra persone dove guadagni solo una parte? Perché se solo una parte guadagna segue che l'altra parte perde; in breve, segue che per Polanyi, il rapporto ideale fra le persone non è il guadagno reciproco, ma lo sfruttamento: il guadagno di uno a scapito di un altro. È questo il rapporto “morale,” “sociale” per il quale si vorrebbe che abbandonassimo l'economia di mercato e la civiltà stessa? Perché ogni socialista odia e condanna il rapporto di scambio – il rapporto supposto “calcolatore” e “inumano,” dove entrambe le parti guadagnano? Considerano più morale che A si lasci sfruttare da B e che B sfrutti A?? Perché, non vi sbagliate, quando il socialista condanna A perché non dei soldi a B senza ricevere qualcosa, materiale o spirituale, nello scambio, sta chiedendo ad A di essere un animale sacrificale a favore dello sfruttamento di B.

Nella sua discussione sulle sue amate tribù primitive, il prof. Polanyi dice che trattano a vicenda, non in base al (Ugh!) guadagno reciproco, ma in base alla “reciprocità” ed alla “ridistribuzione.” Il “principio della ridistribuzione” è, naturalmente, lo stesso principio dello sfruttamento. È la “ridistribuzione,” forzata dallo Stato o dalla tribù, dai produttori alla classe parassita favorita dai capi dello Stato o tribali. Per quanto riguarda il “principio della reciprocità,” Polanyi è certamente poco chiaro su ciò che richiede. In qualche piccola misura, fino al punto in cui il processo è razionale, questo è semplicemente scambio o baratto, introdotto di nascosto dalla porta di servizio concettuale. Nella misura in cui non è razionale, o è un gioco o uno sport – che non ha bisogno di ulteriore commento, o è magia rituale, su cui ho commentato sopra. È apparentemente quest'ultimo aspetto della “reciprocità” che Polanyi esalta, dato che è apparentemente affascinato dal “commercio di Kula,” nel quale l'isola dà determinati oggetti ad un'altra isola e ne riceverà soltanto di simili (o gli stessi?) anni o decenni più tardi da una qualche altra isola dell'arcipelago. Quello che piace in particolar modo a Polanyi di tutto ciò è la sua mancanza di reciproco vero guadagno – o è la sua evidente inutilità? E, ancora, dobbiamo seguire i passi di un gruppo di selvaggi guidati dalla magia?
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