Questa critica della dottrina marxista della lotta di classe di Ludwig von Mises si trova in Economic Freedom and Interventionism, ristampato da Christian Economics del 3 ottobre 1961. In essa Mises smaschera l'assenza di fondamento nella definizione di classe secondo il credo marxista.
Quasi 50 anni dopo è ancora attuale: il materialismo dialettico è sopravvissuto al crollo del blocco comunista. L'uso corrente della neolingua ne è una delle conseguenze.
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La dottrina marxista della lotta di classe
Di Ludwig von Mises
Il più popolare tra gli insegnamenti di Marx è la dottrina dell'inconciliabile conflitto tra le classi sociali.
Status o Casta nella Società Precapitalista
Nell'era precapitalista il segno caratteristico dell'organizzazione sociale era lo status. Nella società a caste o status prevalevano le differenze legali fra gli individui. La posizione dell'individuo nella vita era fissata dal suo status. Aveva ereditato dai suoi genitori alla nascita la sua appartenenza di casta e la sua posizione nella vita era rigidamente determinata da leggi e da consuetudini che assegnavano ad ogni suo membro privilegi, funzioni e svantaggi ben definiti. Una eccezionale buona o cattiva fortuna poteva in alcuni rari casi elevare un individuo ad un rango più alto o degradarlo ad uno più basso. Ma in generale, la condizione dei membri di un preciso ordine o rango poteva migliorare o deteriorarsi soltanto con un cambiamento nelle condizioni dell'insieme dei membri. L'individuo non era innanzitutto un cittadino di una nazione; era un membro di uno stato (estate in inglese - Stand in tedesco - ètat in francese).
Questo sistema, che in Inghilterra era già stato sostanzialmente temperato ed umanizzato nel Medio Evo, è incompatibile con i metodi capitalisti dell'economia di mercato. Fu infine abolito nei paesi del continente europeo dalla rivoluzione francese e dalle rivoluzioni e riforme che dalla rivoluzione francese vennero suscitate. Le sue ultime vestigia nella parte capitalista del mondo sparirono quando la schiavitù venne abolita per gradi nelle Americhe e nelle colonie d'oltremare delle potenze europee.
Nella società castale prevale, da una parte, una solidarietà di interessi di tutti i membri della stessa casta e, d'altra, un conflitto inconciliabile di interessi fra i membri di caste differenti. Tutti gli schiavi, per esempio, sono uniti nella lotta per l'abolizione della schiavitù mentre i loro padroni vi si oppongono. Tutti i membri della nobilità europea si opposero all'abolizione della loro esenzione fiscale, dalla quale la gente del Terzo Stato si attendeva un rilassamento delle proprie difficoltà. Ma simili conflitti non sono presenti in una società in cui tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Nessuna obiezione logica può essere avanzata al distinguere varie classi fra i membri di una tal società; ogni classificazione è logicamente ammissibile, anche se il segno distintivo può essere scelto arbitrariamente. Ma è assurdo classificare i membri di una società capitalista secondo la loro posizione nel quadro della divisione sociale del lavoro ed identificare quindi queste “classi” con le caste di una società di status. È precisamente questo che fa la dottrina marxista dell'inconciliabile lotta delle classi.
Le “Classi” Marxiste
Le “classi” che Marx distingue in una società capitalista hanno un insieme dei membri che fluttua continuamente. L'affiliazione di classe sotto il capitalismo non è una qualità ereditaria. È assegnata a ciascun individuo tramite un plebiscito giornalmente ripetuto, come se fosse, di tutta la gente. Il pubblico d'acquisto, i consumatori, con i loro acquisti ed astenendosi dall'acquistare, determinano chi dovrebbe possedere e dirigere le fabbriche, chi dovrebbe lavorare nelle fabbriche e nelle miniere, chi dovrebbe recitare negli spettacoli teatrali e chi dovrebbe scrivere articoli. Lo fanno in un modo simile a quello determinato con la loro facoltà di elettori chi dovrebbe fare il presidente, il governatore, o il giudice. Per diventare ricco in una società capitalista e conservare la propria ricchezza una volta acquistata è necessario soddisfare i desideri del pubblico. Coloro che hanno acquistato la ricchezza come pure i loro eredi devono provare a mantenerla difendendo i loro beni contro la concorrenza delle ditte già presenti e degli ambiziosi nuovi arrivi.
In un'economia di mercato senza interferenze, non sabotata da concessioni ed esenzioni concesse ai potenti gruppi di pressione, non ci sono privilegi, nessuna protezione degli interessi acquisiti, nessuna barriera che impedisca a qualcuno di darsi da fare a qualsiasi prezzo. L'accesso alle classi secondo la definizione marxista è aperto a tutti. I membri di ogni classe competono tra loro. Non sono uniti da un interesse comune di classe e non sono opposti ai membri di altre classi alleandosi nella difesa di un privilegio comune, che coloro che ne sono danneggiati desiderano vedere abolito, o nel tentativo di abolire uno svantaggio legale, che quelli che ne derivano guadagno desiderano conservare.
I campioni della moderna libertà politica e del “laissez faire” hanno affermato: se le vecchie leggi che stabiliscono i privilegi e gli svantaggi di status vengono abolite e nessuna nuova pratica dello stesso carattere – quali le sovvenzioni, la tassazione discriminatoria, l'indulgenza garantita ad agenzie non governative come i sindacati all'uso di coercizione ed intimidazione – viene introdotta, ci sarà l'uguaglianza di tutti i cittadini sotto la legge. Nessuno è impedito nelle sue aspirazioni ed ambizioni da ostacoli legali. Ognuno è libero di competere per qualsiasi posizione sociale o funzione per la quale le sue abilità personali lo qualificano.
Ma Marx ha visto le cose in una luce diversa. Ha affermato che il capitalismo non ha abolito le catene e non ha eliminato la servitù delle masse dei lavoratori. Non ha emancipato l'uomo comune. La gente ha soltanto cambiato padroni. Precedentemente sono stati costretti a mantenere i principi e gli aristocratici; ora sono sfruttati dalla borghesia. La divisione della società in “classi sociali” è, secondo Marx, sociologicamente ed economicamente non diverso dalla divisione in caste della società castale. Il borghese dell'era moderna non è un minor depredatore dei nobili e degli schiavisti delle ere passate.
Ma cosa caratterizza la “classe sociale” come tale e cosa autorizza ad identificarle con le caste della società castale? A questo problema Marx non ha mai dato una risposta. Tutti i suoi libri, opuscoli e scritti girano intorno al concetto della classe sociale e l'essenza del suo programma politico ed economico è l'abolizione delle “classi sociali” e dell'istituzione di ciò che chiama una società senza classi. Ma non ci ha mai detto che cosa aveva in mente quando impiegava il termine “classe sociale” e cosa giustifica l'attribuzione alla divisione della società in “classi sociali” degli stessi effetti che aveva la divisione in caste.
Il trattato principale di Karl Marx è Das Kapital. È stato progettato per fornire una giustificazione scientifica alle idee che Marx aveva espresso nei suoi numerosi opuscoli e manifesti. Soltanto il primo volume di questo libro è stato pubblicato da Marx stesso nel 1867. Due anni dopo la morte di Marx il suo amico Engels pubblicò il secondo volume e per concludere, nel 1894, undici anni dopo la morte di Marx, il terzo volume, che consiste di due parti, per 870 pagine complessive. Tuttavia il libro è rimasto non finito. Il terzo volume contiene 51 capitoli; quindi segue un cinquantaduesimo capitolo di una pagina con titolo “Le Classi.” In essa, Marx dichiara che la prima domanda a cui dare risposta è cosa costituisce una classe. Ma non fornisce una risposta. Invece possiamo leggere una nota dal redattore, Engels, che dice: qui il manoscritto si interrompe.
Si sarebbe tentati di dire: è davvero tragico. Ecco un autore al quale il destino ha negato l'occasione di definire e spiegare il concetto fondamentale della sua filosofia, il concetto da cui dipende tutto ciò che ha detto, discusso e progettato. Nell'ora in cui doveva scrivere la cosa più importante che aveva da dire all'umanità, la morte lo portò via. Che tristezza!
Ma un'indagine più approfondita rivela un differente aspetto del caso. L'abbondante materiale biografico su Marx raccolto e pubblicato dai suoi seguaci e dall'istituto Marx-Engels-Lenin a Mosca rivela il fatto che Marx aveva cessato di lavorare al suo libro molti anni prima della sua morte. Non ci può essere alcun dubbio sul motivo. Una volta di fronte al compito di dire in parole precise ciò che aveva in mente quando predicava di “classi sociali” e forniva ragioni per la sua dottrina dell'inconciliabile conflitto di interessi fra le “classi sociali,” Marx venne a mancare completamente. Dovette riconoscere a di essere perplesso e di essere arrivato al limite del suo spirito. Non sapeva cosa dire nel previsto cinquantaduesimo capitolo del terzo volume e questo imbarazzo lo indusse a desistere dal finire il suo grande trattato. Il dogma essenziale della filosofia di Marx, la dottrina del conflitto di classe che lui ed il suo amico Engels avevano diffuso per molte decadi, si era rivelata un fiasco.
Dottrina Ideologica Marxista
L'unica risposta che Marx, Engels e tutti i loro seguaci fino ai bolscevichi russi e gli ammiratori professorali europei ed americani di Marx sapevano contrapporre ai loro critici era la nota dottrina ideologica. Secondo questo espediente l'orizzonte intellettuale dell'uomo è completamente determinato dalla sua affiliazione di classe. L'individuo è costituzionalmente inadatto a raggiungere ed afferrare qualunque altra dottrina di quella che avanza gli interessi della propria “classe” a scapito di altre “classi.” Per un proletario è quindi inutile prestare qualsiasi attenzione a quello che gli autori borghesi possono dire e perdere tempo a confutare le loro dichiarazioni. Tutto ciò che è necessario è di smascherare la loro appartenenza borghese. Questo chiude la questione.
Questo è il metodo a cui Marx ed Engels ed altri marxisti facevano ricorso nel trattare tutti i dissidenti. Non intrapresero mai la disperata operazione di difendere il loro sistema auto-contradittorio contro il devastante criticismo. Tutto ciò che facevano era di chiamare i loro avversari stupidi borghesi e di attribuire la loro opposizione alla loro affiliazione alla classe borghese.
Ma Marx ed Engels hanno anche contraddetto la loro stessa dottrina a questo proposito. Entrambi erano rampolli di famiglie borghesi, cresciuti e vissuti in un tipico ambiente della classe media. Marx era il figlio di un benestante membro della barra e sposò la figlia di un nobile prussiano. Suo cognato era ministro del gabinetto dell'interno e come tale capo della Reale Polizia Prussiana. Engels era il figlio di un ricco industriale e ricco uomo d'affari egli stesso; si dedicò a divertimenti dell'elite britannica come la caccia alla volpe in giacca rossa e con snobismo rifiutò di sposare la sua amante perché era di umile origine. Dallo stesso punto di vista marxista si dovrebbe qualificare il marxismo come dottrina di origine borghese.
La Distruzione delle Idee Marxiste Richiede una Critica Vigorosa
L'enorme potere di cui le idee marxiste ed i partiti politici da esse guidati godono nel presente non è dovuto alcun merito inerente della dottrina. È una conseguenza dell'indifferenza e della apatia morale ed intellettuale di coloro il cui dovere deve essere di offrire indefessa resistenza alle false dottrine e rilevare la loro falsità. Alcuni eminenti filosofi ed economisti hanno fornito inconfutabili argomenti per mostrare la perversione, la distorsione dei fatti e le auto-contraddizioni della dottrina religiosa marxista. Ma i loro libri non sono letti da chi ha responsabilità di illuminare il pubblico. Così le masse oggi indolentemente sottoscrivono tutti gli slogan socialisti e vedono ogni passo in avanti sulla via verso il totalitarismo come un progresso verso l'istituzione di un paradiso terrestre. Sono l'inerzia e la pigrizia da parte di molti dei nostri più eminenti colleghi cittadini a permettere l'impetuosa avanzata del potere comunista.
Il compito di combattere il materialismo dialettico Marxista e di tutte le varie dottrine epistemologiche, filosofiche, economiche e politiche da esso derivate può essere portato a termine solo da gente bene informata. Coloro che desiderano contribuire seriamente alla difesa della civilizzazione occidentale contro l'attacco dei dittatori devono informarsi sulle dottrine che progettano di combattere e devono studiare con ogni vigore i testi di quegli autori che da lungo tempo hanno interamente demolito tutte le fiabe e le distorsioni di Marx. Bisogna ammettere che non è una facile questione. Tuttavia, in questo mondo, non ci sono grandi cose che non si possano realizzare con risoluzione morale e strenuo impegno.
Quasi 50 anni dopo è ancora attuale: il materialismo dialettico è sopravvissuto al crollo del blocco comunista. L'uso corrente della neolingua ne è una delle conseguenze.
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La dottrina marxista della lotta di classe
Di Ludwig von Mises
Il più popolare tra gli insegnamenti di Marx è la dottrina dell'inconciliabile conflitto tra le classi sociali.
Status o Casta nella Società Precapitalista
Nell'era precapitalista il segno caratteristico dell'organizzazione sociale era lo status. Nella società a caste o status prevalevano le differenze legali fra gli individui. La posizione dell'individuo nella vita era fissata dal suo status. Aveva ereditato dai suoi genitori alla nascita la sua appartenenza di casta e la sua posizione nella vita era rigidamente determinata da leggi e da consuetudini che assegnavano ad ogni suo membro privilegi, funzioni e svantaggi ben definiti. Una eccezionale buona o cattiva fortuna poteva in alcuni rari casi elevare un individuo ad un rango più alto o degradarlo ad uno più basso. Ma in generale, la condizione dei membri di un preciso ordine o rango poteva migliorare o deteriorarsi soltanto con un cambiamento nelle condizioni dell'insieme dei membri. L'individuo non era innanzitutto un cittadino di una nazione; era un membro di uno stato (estate in inglese - Stand in tedesco - ètat in francese).
Questo sistema, che in Inghilterra era già stato sostanzialmente temperato ed umanizzato nel Medio Evo, è incompatibile con i metodi capitalisti dell'economia di mercato. Fu infine abolito nei paesi del continente europeo dalla rivoluzione francese e dalle rivoluzioni e riforme che dalla rivoluzione francese vennero suscitate. Le sue ultime vestigia nella parte capitalista del mondo sparirono quando la schiavitù venne abolita per gradi nelle Americhe e nelle colonie d'oltremare delle potenze europee.
Nella società castale prevale, da una parte, una solidarietà di interessi di tutti i membri della stessa casta e, d'altra, un conflitto inconciliabile di interessi fra i membri di caste differenti. Tutti gli schiavi, per esempio, sono uniti nella lotta per l'abolizione della schiavitù mentre i loro padroni vi si oppongono. Tutti i membri della nobilità europea si opposero all'abolizione della loro esenzione fiscale, dalla quale la gente del Terzo Stato si attendeva un rilassamento delle proprie difficoltà. Ma simili conflitti non sono presenti in una società in cui tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge. Nessuna obiezione logica può essere avanzata al distinguere varie classi fra i membri di una tal società; ogni classificazione è logicamente ammissibile, anche se il segno distintivo può essere scelto arbitrariamente. Ma è assurdo classificare i membri di una società capitalista secondo la loro posizione nel quadro della divisione sociale del lavoro ed identificare quindi queste “classi” con le caste di una società di status. È precisamente questo che fa la dottrina marxista dell'inconciliabile lotta delle classi.
Le “Classi” Marxiste
Le “classi” che Marx distingue in una società capitalista hanno un insieme dei membri che fluttua continuamente. L'affiliazione di classe sotto il capitalismo non è una qualità ereditaria. È assegnata a ciascun individuo tramite un plebiscito giornalmente ripetuto, come se fosse, di tutta la gente. Il pubblico d'acquisto, i consumatori, con i loro acquisti ed astenendosi dall'acquistare, determinano chi dovrebbe possedere e dirigere le fabbriche, chi dovrebbe lavorare nelle fabbriche e nelle miniere, chi dovrebbe recitare negli spettacoli teatrali e chi dovrebbe scrivere articoli. Lo fanno in un modo simile a quello determinato con la loro facoltà di elettori chi dovrebbe fare il presidente, il governatore, o il giudice. Per diventare ricco in una società capitalista e conservare la propria ricchezza una volta acquistata è necessario soddisfare i desideri del pubblico. Coloro che hanno acquistato la ricchezza come pure i loro eredi devono provare a mantenerla difendendo i loro beni contro la concorrenza delle ditte già presenti e degli ambiziosi nuovi arrivi.
In un'economia di mercato senza interferenze, non sabotata da concessioni ed esenzioni concesse ai potenti gruppi di pressione, non ci sono privilegi, nessuna protezione degli interessi acquisiti, nessuna barriera che impedisca a qualcuno di darsi da fare a qualsiasi prezzo. L'accesso alle classi secondo la definizione marxista è aperto a tutti. I membri di ogni classe competono tra loro. Non sono uniti da un interesse comune di classe e non sono opposti ai membri di altre classi alleandosi nella difesa di un privilegio comune, che coloro che ne sono danneggiati desiderano vedere abolito, o nel tentativo di abolire uno svantaggio legale, che quelli che ne derivano guadagno desiderano conservare.
I campioni della moderna libertà politica e del “laissez faire” hanno affermato: se le vecchie leggi che stabiliscono i privilegi e gli svantaggi di status vengono abolite e nessuna nuova pratica dello stesso carattere – quali le sovvenzioni, la tassazione discriminatoria, l'indulgenza garantita ad agenzie non governative come i sindacati all'uso di coercizione ed intimidazione – viene introdotta, ci sarà l'uguaglianza di tutti i cittadini sotto la legge. Nessuno è impedito nelle sue aspirazioni ed ambizioni da ostacoli legali. Ognuno è libero di competere per qualsiasi posizione sociale o funzione per la quale le sue abilità personali lo qualificano.
Ma Marx ha visto le cose in una luce diversa. Ha affermato che il capitalismo non ha abolito le catene e non ha eliminato la servitù delle masse dei lavoratori. Non ha emancipato l'uomo comune. La gente ha soltanto cambiato padroni. Precedentemente sono stati costretti a mantenere i principi e gli aristocratici; ora sono sfruttati dalla borghesia. La divisione della società in “classi sociali” è, secondo Marx, sociologicamente ed economicamente non diverso dalla divisione in caste della società castale. Il borghese dell'era moderna non è un minor depredatore dei nobili e degli schiavisti delle ere passate.
Ma cosa caratterizza la “classe sociale” come tale e cosa autorizza ad identificarle con le caste della società castale? A questo problema Marx non ha mai dato una risposta. Tutti i suoi libri, opuscoli e scritti girano intorno al concetto della classe sociale e l'essenza del suo programma politico ed economico è l'abolizione delle “classi sociali” e dell'istituzione di ciò che chiama una società senza classi. Ma non ci ha mai detto che cosa aveva in mente quando impiegava il termine “classe sociale” e cosa giustifica l'attribuzione alla divisione della società in “classi sociali” degli stessi effetti che aveva la divisione in caste.
Il trattato principale di Karl Marx è Das Kapital. È stato progettato per fornire una giustificazione scientifica alle idee che Marx aveva espresso nei suoi numerosi opuscoli e manifesti. Soltanto il primo volume di questo libro è stato pubblicato da Marx stesso nel 1867. Due anni dopo la morte di Marx il suo amico Engels pubblicò il secondo volume e per concludere, nel 1894, undici anni dopo la morte di Marx, il terzo volume, che consiste di due parti, per 870 pagine complessive. Tuttavia il libro è rimasto non finito. Il terzo volume contiene 51 capitoli; quindi segue un cinquantaduesimo capitolo di una pagina con titolo “Le Classi.” In essa, Marx dichiara che la prima domanda a cui dare risposta è cosa costituisce una classe. Ma non fornisce una risposta. Invece possiamo leggere una nota dal redattore, Engels, che dice: qui il manoscritto si interrompe.
Si sarebbe tentati di dire: è davvero tragico. Ecco un autore al quale il destino ha negato l'occasione di definire e spiegare il concetto fondamentale della sua filosofia, il concetto da cui dipende tutto ciò che ha detto, discusso e progettato. Nell'ora in cui doveva scrivere la cosa più importante che aveva da dire all'umanità, la morte lo portò via. Che tristezza!
Ma un'indagine più approfondita rivela un differente aspetto del caso. L'abbondante materiale biografico su Marx raccolto e pubblicato dai suoi seguaci e dall'istituto Marx-Engels-Lenin a Mosca rivela il fatto che Marx aveva cessato di lavorare al suo libro molti anni prima della sua morte. Non ci può essere alcun dubbio sul motivo. Una volta di fronte al compito di dire in parole precise ciò che aveva in mente quando predicava di “classi sociali” e forniva ragioni per la sua dottrina dell'inconciliabile conflitto di interessi fra le “classi sociali,” Marx venne a mancare completamente. Dovette riconoscere a di essere perplesso e di essere arrivato al limite del suo spirito. Non sapeva cosa dire nel previsto cinquantaduesimo capitolo del terzo volume e questo imbarazzo lo indusse a desistere dal finire il suo grande trattato. Il dogma essenziale della filosofia di Marx, la dottrina del conflitto di classe che lui ed il suo amico Engels avevano diffuso per molte decadi, si era rivelata un fiasco.
Dottrina Ideologica Marxista
L'unica risposta che Marx, Engels e tutti i loro seguaci fino ai bolscevichi russi e gli ammiratori professorali europei ed americani di Marx sapevano contrapporre ai loro critici era la nota dottrina ideologica. Secondo questo espediente l'orizzonte intellettuale dell'uomo è completamente determinato dalla sua affiliazione di classe. L'individuo è costituzionalmente inadatto a raggiungere ed afferrare qualunque altra dottrina di quella che avanza gli interessi della propria “classe” a scapito di altre “classi.” Per un proletario è quindi inutile prestare qualsiasi attenzione a quello che gli autori borghesi possono dire e perdere tempo a confutare le loro dichiarazioni. Tutto ciò che è necessario è di smascherare la loro appartenenza borghese. Questo chiude la questione.
Questo è il metodo a cui Marx ed Engels ed altri marxisti facevano ricorso nel trattare tutti i dissidenti. Non intrapresero mai la disperata operazione di difendere il loro sistema auto-contradittorio contro il devastante criticismo. Tutto ciò che facevano era di chiamare i loro avversari stupidi borghesi e di attribuire la loro opposizione alla loro affiliazione alla classe borghese.
Ma Marx ed Engels hanno anche contraddetto la loro stessa dottrina a questo proposito. Entrambi erano rampolli di famiglie borghesi, cresciuti e vissuti in un tipico ambiente della classe media. Marx era il figlio di un benestante membro della barra e sposò la figlia di un nobile prussiano. Suo cognato era ministro del gabinetto dell'interno e come tale capo della Reale Polizia Prussiana. Engels era il figlio di un ricco industriale e ricco uomo d'affari egli stesso; si dedicò a divertimenti dell'elite britannica come la caccia alla volpe in giacca rossa e con snobismo rifiutò di sposare la sua amante perché era di umile origine. Dallo stesso punto di vista marxista si dovrebbe qualificare il marxismo come dottrina di origine borghese.
La Distruzione delle Idee Marxiste Richiede una Critica Vigorosa
L'enorme potere di cui le idee marxiste ed i partiti politici da esse guidati godono nel presente non è dovuto alcun merito inerente della dottrina. È una conseguenza dell'indifferenza e della apatia morale ed intellettuale di coloro il cui dovere deve essere di offrire indefessa resistenza alle false dottrine e rilevare la loro falsità. Alcuni eminenti filosofi ed economisti hanno fornito inconfutabili argomenti per mostrare la perversione, la distorsione dei fatti e le auto-contraddizioni della dottrina religiosa marxista. Ma i loro libri non sono letti da chi ha responsabilità di illuminare il pubblico. Così le masse oggi indolentemente sottoscrivono tutti gli slogan socialisti e vedono ogni passo in avanti sulla via verso il totalitarismo come un progresso verso l'istituzione di un paradiso terrestre. Sono l'inerzia e la pigrizia da parte di molti dei nostri più eminenti colleghi cittadini a permettere l'impetuosa avanzata del potere comunista.
Il compito di combattere il materialismo dialettico Marxista e di tutte le varie dottrine epistemologiche, filosofiche, economiche e politiche da esso derivate può essere portato a termine solo da gente bene informata. Coloro che desiderano contribuire seriamente alla difesa della civilizzazione occidentale contro l'attacco dei dittatori devono informarsi sulle dottrine che progettano di combattere e devono studiare con ogni vigore i testi di quegli autori che da lungo tempo hanno interamente demolito tutte le fiabe e le distorsioni di Marx. Bisogna ammettere che non è una facile questione. Tuttavia, in questo mondo, non ci sono grandi cose che non si possano realizzare con risoluzione morale e strenuo impegno.
4 comments:
Grazie Pax. ;-)
Mondiale questa:
"Sono l'inerzia e la pigrizia da parte di molti dei nostri più eminenti colleghi cittadini a permettere l'impetuosa avanzata del potere comunista."
:-D
carloooooo
Hai tradotto ancora una volta?
Comunque sullo stessa linea ti segnalo questo pezzo, penso che lo apprezzerai:
http://tinyurl.com/ys9e7q
E' un copia-incolla preso da un sito che adesso l'ha cancellato...
Ottima segnalazione, grazie!
Quasi quasi lo posto anche qui...
Eh, volevo dirtelo che "cerca casa", ma mi sembrava invadente :)
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