Saturday, December 8, 2007

Washington Consensus

Fresco fresco, ecco il nuovo dispaccio telepatico da Laputa, la nostra piacevole e rilassante lettura per il fine settimana. Ancora uno sguardo indiscreto al fantastico mondo dell'ingegneria sociale e della grande finanza, nelle segrete stanze in cui si decidono le vite di milioni di persone, a loro insaputa, è ovvio.

Anche a Laputa sanno che se si lascia che qualcuno guidi l'economia, la cosa più probabile è che la guidi dove fa comodo a lui.

Con questa amara riflessione, il Gongoro augura a tutti un buon fine settimana.

___________________________

Di Giovanni Pesce


Eravamo fermi sul Nilo per la valutazione economica dell’impresa delle Piramidi ed ora trasferiamoci sulle rive del Potomac per valutare gli aspetti finanziarie dell’opera.

Questo passaggio è dovuto al fatto che esistono due economie: quella reale e quella finanziaria, dove la prima è un punto d’appoggio su cui la seconda può “fare leva”.

Con la prima si ammazza di fatica per racimolare il 5%, con la seconda si possono toccare rendimenti del 300%.

Per ottenere un finanziamento per tirare avanti nell’economia reale (arrivare a fine mese - ndr.) occorre conquistare un consenso di un creditore, il quale lo concede solo in particolari condizioni.

Ho trovato tra le pubblicità finanziarie un interessante documento chiamato “Washington Consensus”.

Il “Consenso di Washington” è un insieme di politiche per la promozione dello sviluppo economico in paesi poveri (in primis era dedicato all’ America Latina).

E’ stato presentato da John Williamson dell'istituto per economia internazionale nel 1989.

Il piano includeva 10 punti chiave che avrebbero dovuto essere perseguiti per ottenere la continuazione dei buoni rapporti con la Banca Mondiale.

Queste riforme inoltre sono state riutilizzate dalla banca mondiale nel rapporto 2000.

E’ mia impressione che siano le linee guida stabilite attualmente anche per paesi dell’Europa Latina.

I punti sono:

1. Disciplina di politica fiscale di spesa pubblica;

2. Reinstradazione della riforma di imposta sugli investimenti per quanto riguarda: formazione, salute e infrastrutture;

3. Appiattire la curva di imposta: Abbassando i tassi di imposta sulla parte alta della curva Irpef (tipicamente sopra il reddito mediano) e alzando i tassi di imposta sulla parte bassa (tipicamente sotto reddito mediano); abbassamento del tasso di imposta marginale;

4. Tassi di interesse che siano determinati dal mercato e moderatamente positivi;

5. Tassi di cambio reali;

6. Liberalizzazione commerciale competitiva;

7. Apertura a privatizzazione straniera;

8. Svendita della aziende di Stato;

9. Abolizione delle regolazioni che frenino la concorrenza, tranne quelle giustificate per motivi di tutela ambientale, di sicurezza del consumatore, e per prudenziale tutela delle istituzioni finanziarie;

10. Certezza finanziaria per i diritti di proprietà.

Con qualunque motore di ricerca (Google, ad es.) si può trovare materiale sull’argomento cercando “il consenso di Washington” o “Washington Consensus”.

Un paio d'esempi possono essere:

Washington Consensus (in inglese)

Il “Washington Consensus” ha distrutto le loro economie

Purtroppo negli ultimi 15 anni, la politica latino-europea, e italiana in particolare, ha seguito questi 10 binari, indipendentemente dal tipo di governo in carica.

Attualmente si parla di un Augmented Washington Consensus o di un Washington Consensus Plus, ovvero una versione più forte del piano originale. Evidentemente il piano non aveva avuto un grosso successo; ma dato che gli obiettivi erano interessanti ecco che hanno deciso di rincarare la dose di “medicine” per le economie malate.

Se, alla guisa di CTRL+ALT+CANC, pigiate contemporaneamente il tasto “Washington Consensus Plus” con i corrispondenti piani politici (Piano di rinascita democratica, NSSM 242) o sociali (NSSM 200) avrete un accesso immediato ad un iperspazio mentale da dove potrete ammirare come i “local leaders” si organizzino tra di loro per il successo dei progetti statali che portano molti benefici alla loro vita privata e lasciano dannati buchi a carico della collettività.

No comments: