Monday, February 25, 2008

L'incantesimo monetario

Non lo si ripeterà mai abbastanza: la ricchezza non si può creare dal nulla per mezzo di una magica stampante. Ricordo che i miei genitori, quand'ero ancora un bambino capriccioso come tutti i bambini, solevano ripetermi che “i soldi non crescono sugli alberi,” intendendo che la soddisfazione di qualsiasi desiderio fosse necessariamente subordinata ad un certo sacrificio, ad una certa quantità di lavoro.

Del resto, se i soldi crescessero davvero sugli alberi, d'autunno seccherebbero e cadrebbero a terra e nessuno si preoccuperebbe di raccoglierli. Il loro numero e la facilità con la quale sarebbe possibile reperirli li renderebbe del tutto inutili per lo scopo per il quale sono stati inventati: facilitare lo scambio di merci tra le persone. Eppure i cosiddetti “esperti di economia” ed i politici continuano a diffondere questo pensiero magico per cui la creazione di ricchezza dal nulla è possibile ed anzi necessaria alla crescita economica.


E nonostante il progressivo impoverimento della larga maggioranza delle persone a beneficio dei pochi, la gente – come ipnotizzata – continua a credere a questo gioco di prestigio, ed a richiedere a gran voce altre magie da quello che possiamo ben definire il “Regno degli Incantesimi:” lo stato.
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È possibile creare qualcosa dal nulla?

Di Frank Shostak


Nella sua testimonianza al Comitato del bilancio della Camera dei rappresentanti il 17 gennaio 2008, il presidente Ben Bernanke della Riserva Federale ha dato il suo forte sostegno al pacchetto dello stimolo fiscale del presidente Bush per rafforzare l'economia. Fra le varie misure di imposta il pacchetto offre anche uno sgravio fiscale diretto per gli individui con reddito medio e basso. Secondo Bernanke c'è buona evidenza che i contanti che vanno agli individui di reddito medio-basso è più probabile che vengano spesi a breve scadenza, e che quindi, da questo punto di vista, favoriscano lo sviluppo economico. [1]

Per la maggior parte degli economisti e dei commentatori finanziari il cuore dello sviluppo economico è l'aumento nella domanda di merci e servizi. Si presuppone che aumenti o diminuzioni nella domanda creino aumenti e diminuzioni nella produzione di merci e servizi. Inoltre si presuppone che la resa economica in generale aumenti di un multiplo della variazione nella spesa del governo, dei consumatori, o degli affari.

Un esempio illustrerà come una spesa iniziale aumenti il rendimento generale di un multiplo di tale spesa. Supponiamo che, di un dollaro supplementare ricevuto, gli individui spendano 90¢ e conservino 10¢. Inoltre, supponiamo che i consumatori abbiano aumentato la loro spesa di $100 milioni. Come conseguenza, il reddito dei rivenditori aumenta di $100 milioni. I rivenditori in risposta all'aumento nel loro reddito consumano il 90% dei $100 milioni, cioè, aumentano la spesa in merci e servizi di $90 milioni. I destinatari di questi $90 milioni a loro volta spendono 90% dei $90 milioni, cioè, $81 milioni. Quindi i destinatari degli $81 milioni spendono il 90% di questa somma, cioè $72.9 milioni e così via. Si noti che la chiave in questo modo di pensare è che la spesa di una persona si trasforma nel reddito di un'altra.

In ogni fase della catena di spesa, la gente spende il 90% del reddito supplementare che riceve. Questo processo finalmente si conclude, così si suppone, con un rendimento totale di $1 miliardo in più (10*$100 milioni) rispetto a prima che i consumatori aumentassero la loro spesa iniziale di $100 milioni.

Osservate che più viene speso dal reddito supplementare maggiore è il moltiplicatore, quindi l'effetto della spesa iniziale sulla resa generale è più grande. Per esempio, se le persone cambiano le loro abitudini e spendono il 95% di ogni dollaro, il moltiplicatore si trasformerà in 20. Per contro, se decidono di spendere soltanto l'80% e risparmiare il 20% allora il moltiplicatore sarà 5. Questo significa che meno si risparmia, più grande è l'effetto di un aumento nella domanda generale sul rendimento generale.

Il divulgatore del potere magico del moltiplicatore, John Maynard Keynes, scrisse,
Se il Ministero del Tesoro dovesse riempire vecchie bottiglie di banconote, seppellirle a profondità opportune nelle miniere di carbone in disuso che quindi saranno riempite fino alla superficie di rifiuti cittadini e lasciasse all'impresa privata secondo gli sperimentati principi del "laissez faire" di scavare fuori le banconote (il diritto di farlo essendo ottenuto, naturalmente, offrendo contratti d'affitto dei territori in cui si trovano le banconote), non ci sarebbe più disoccupazione e con l'aiuto delle ripercussioni, il reddito reale della comunità, ed anche la sua ricchezza capitale, probabilmente diventerebbe molto più grande di quanto lo sia realmente.[2]

Il moltiplicatore è una cosa reale?

Un maggior risparmio è un male per l'economia come implica il modello del moltiplicatore? Prendete per esempio Bob l'agricoltore che ha prodotto venti pomodori e ne consuma cinque. Ciò che resta a sua disposizione sono quindici pomodori risparmiati (risparmio reale). Con l'aiuto dei quindici pomodori risparmiati Bob può ora assicurarsi varie altre merci. Per esempio, compra una pagnotta da John il panettiere pagandola con cinque pomodori. Bob inoltre compra un paio di scarpe da Paul il calzolaio pagandole con dieci pomodori.
Si noti che il risparmio reale a sua disposizione limita la quantità di beni di consumo che Bob può assicurarsi. In breve, il potere di acquisto di Bob è imposto dall'importo del risparmio reale, cioè, dai pomodori a sua disposizione, a parità di circostanze (allo stesso modo se John il panettiere ha prodotto dieci pagnotte e ne consuma il suo risparmio reale è di otto pagnotte. Ugualmente, se da una produzione di due paia di scarpe Paul ne tiene un paio per sé allora il suo risparmio reale è un paio di scarpe).

Quando Bob l'agricoltore esercita la sua domanda di una pagnotta ed un paio di scarpe sta trasferendo cinque pomodori a John il panettiere e dieci pomodori a Paul il calzolaio. I pomodori risparmiati da Bob mantengono e migliorano la vita ed il benessere del panettiere e del calzolaio. Inoltre la pagnotta di pane ed il paio di scarpe risparmiati provvedono alla vita ed al benessere di Bob l'agricoltore. Si noti che sono i beni finali di consumo risparmiati che sostengono il panettiere, l'agricoltore ed il calzolaio – che rende possibile mantenere il flusso della produzione.

Ora, i proprietari dei beni finali di consumo, piuttosto che scambiarli per altri beni di consumo, potrebbero decidere di usarli per assicurarsi attrezzi e macchinari migliori. Con gli attrezzi ed i macchinari migliori, è possibile produrre un rendimento maggiore e una qualità migliore dei beni di consumo in un certo tempo nel futuro.

Scambiando una parte dei beni di consumo risparmiati per attrezzi e macchinari, i proprietari dei beni di consumo in effetti stanno trasferendo il loro risparmio reale agli individui specializzati nel costruire questi attrezzi e macchinari. In breve, il risparmio e reale sostiene questi individui mentre sono occupati a costruirli.

Una volta che questi attrezzi e macchinari sono costruiti, consentono un incremento nella produzione dei beni di consumo. L'espansione del flusso di produzione consente un maggiore risparmio, a parità di circostanze, che a sua volta consente un ulteriore accrescimento nella produzione di attrezzi e macchinari. Questo a sua volta rende possibile alzare ulteriormente la produzione dei beni di consumo, cioè aumenta il potere di acquisto nell'economia. Così, contrariamente alla vulgata comune, il maggiore risparmio in realtà espande e non contrae il flusso di produzione dei beni di consumo.

Può l'aumento nella domanda dei beni di consumo condurre ad un aumento nel rendimento generale di un multiplo dell'aumento nella domanda? Per potere soddisfare l'aumento nella sua domanda di beni, il panettiere deve avere dei mezzi di pagamento, cioè del pane per pagare le merci ed i servizi che desidera. Abbiamo visto che acquista cinque pomodori pagandoli con una pagnotta. Inoltre il calzolaio sostiene la sua domanda di dieci pomodori con un paio di scarpe. Il coltivatore di pomodori sostiene la sua domanda di pane e di scarpe con i suoi quindici pomodori risparmiati.

Una volta aumentata la fornitura di beni finali, questo consente un aumento nella domanda di beni. L'incremento nella produzione di pane permette al panettiere di aumentare la domanda per altre merci. In questo senso l'incremento nella produzione aumenta la domanda. In breve, la gente è occupata nella produzione per potere esercitare la domanda di beni per mantenere la loro vita ed il loro benessere.

Abbiamo visto che ciò che permette l'espansione nella fornitura dei beni di consumo finali è l'aumento di beni capitali o attrezzi e macchinari. Ciò che a sua volta consente l'aumento di attrezzi e macchinari è il risparmio reale. Possiamo così arguire che l'aumento nel consumo deve essere in conformità con l'incremento della produzione. Da questo possiamo anche dedurre che il consumo non induce la produzione ad aumentare di un multiplo dell'aumento nel consumo. L'incremento della produzione è conforme a ciò che la somma dei risparmi reali permette e non è imposto dalla domanda di beni di consumo come tale. La produzione non può espandersi senza il supporto della somma del risparmio reale, in altre parole niente può crearsi dal nulla.

Esaminiamo l'effetto di un aumento nella domanda governativa sul rendimento generale di un'economia. In un'economia, che è composta da un panettiere, un calzolaio ed un coltivatore di pomodori, entra in scena un altro individuo. Questo individuo è un impositore che esercita la sua domanda di beni per mezzo della forza.

Può tale domanda aumentare il rendimento, come da pensiero comune? Al contrario, impoverirà i produttori. Il panettiere, il calzolaio ed il coltivatore saranno costretti a dividere il loro prodotto in uno scambio contro niente e questo a sua volta indebolirà il flusso di produzione dei beni di consumo finali. Ancora, si può vedere, non soltanto l'aumento nella spesa del governo generale non aumenta il rendimento generale per un multiplo positivo, ma al contrario questo conduce all'indebolimento nel processo della generazione di ricchezza in generale. Secondo Mises,
[V]i è necessità di enfatizzare la realtà che un governo può spendere o investire soltanto ciò che sottrae ai suoi cittadini e che la sua spesa ed investimento supplementari riduce la quantità totale di spesa e investimento dei cittadini.[3]

L'iniezione di denaro rende possibile il moltiplicatore?

L'iniezione di denaro non altera le nostre conclusioni. Il denaro contribuisce soltanto a facilitare il commercio fra i produttori – non generano alcuna sostanza reale. In breve, il denaro è solo un diritto sui beni reali risparmiati. Mises era in accordo con Jean-Baptiste Say:
Le merci, disse Say, sono alla fine pagate non con il denaro, ma con altri prodotti. Il denaro è soltanto il mezzo di scambio comunemente usato; svolgono soltanto un ruolo intermedio. Ciò che il venditore desidera ricevere alla fine in cambio dei suoi prodotti sono altri prodotti.[4]
Quando un individuo aumenta la sua spesa di $100, tutto quello che significa è che ha abbassato la sua domanda di denaro di $100. Possiamo anche dire che l'individuo ha esercitato il suo diritto sui beni reali risparmiati per la somma di $100. Il venditore delle merci ha ora acquistato $100 di diritti sul risparmio reale. Possiamo anche dire che la domanda di denaro del venditore è aumentata di $100. Tutto questo, tuttavia, non provoca un aumento nel rendimento generale, come suggerito dal pensiero popolare. I diritti sul risparmio reale sono stati spostati da un individuo ad un altro. L'aumento in spesa monetaria non provoca alcun aumento nel reddito in economia. Alla stessa maniera se il venditore spenderà ora il 90% di $100, tutto quel che abbiamo è una situazione in cui la sua domanda di denaro è calata di $90, in altre parole, ha esercitato il suo diritto sulla somma attuale di beni reali nella misura di $90 (la domanda di denaro di qualcun altro è ora aumentata di $90).

Ancora, a parità di circostanze, se gli individui hanno aumentato la loro spesa per alcuni beni, saranno allora costretti a spendere di meno per altri. Questo significa che la spesa generale in un'economia rimane invariata.

Soltanto se la quantità di denaro nell'economia aumenta, a parità di circostanze, si avrà un aumento di spesa in termini monetari. Tuttavia, l'aumento di spesa in questo caso non è per causa di un certo moltiplicatore ma dell'aumento nella riserva monetaria. L'aumento nella spesa in denaro che deriva da un aumento nella riserva monetaria non può produrre espansione nel rendimento reale, contrariamente alla storia popolare.

Tutto ciò che viene generato è un rimescolamento dell'attuale quantità di risparmio reale. Arricchirà chi riceverà per primo il nuovo denaro a scapito degli ultimi. Ovviamente allora, una politica monetaria allentata puntata ad amplificare la domanda di beni di consumo non può amplificare la resa reale per un multiplo dell'aumento iniziale nella domanda di beni di consumo. Non soltanto una allentata politica monetaria non aumenta la produzione, ma al contrario, impoverisce i creatori di ricchezza esattamente nello stesso modo dell'impositore nel nostro esempio precedente.

Sommario e conclusione

I testi di John Maynard Keynes rimangono oggi influenti come lo erano settant'anni fa. Le sue idee continuano ad essere la forza guida dei responsabili delle decisioni politiche economiche della Fed e delle istituzioni di governo. Queste idee pervadono il pensiero ed i testi degli economisti più influenti a Wall Street e negli ambienti universitari.

Il cuore della filosofia keynesiana è che a guidare l'economia sia la domanda di beni e che le recessioni economiche siano principalmente il risultato di una domanda insufficiente. Nella struttura keynesiana, non soltanto un aumento nella domanda alza il rendimento generale, ma quel rendimento aumenta di un multiplo dell'aumento iniziale nella domanda. In questo quadro, qualcosa può essere creato dal nulla.

Nel mondo reale, una spinta artificiale nella domanda che non sia sostenuta dalla produzione conduce alla diluizione della somma del risparmio reale e, contrariamente alla visione keynesiana, ad un restringimento nel flusso della ricchezza reale. Il risultato è l'impoverimento economico.
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Note


[1] Ben S. Bernanke risponde alle domande nella sua testimonianza al Comitato del bilancio della Camera dei rappresentanti il 17 gennaio 2008.

[2] J.M. Keynes, Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta.

[3] Ludwig von Mises, Azione Umana.

[4] Ludwig von Mises, “Lord Keynes and Say's Law.” The Critics of Keynesian Economics. Henry Hazlitt (ed.). University Press of America (1983), p. 316.
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Frank Shostak è assistente dell'istituto di Mises e frequente contributore a Mises.org. È economista capo di M.F. Global. Mandagli una mail e vedi il suo eccezionale archivio di articoli quotidiani di Mises.org. Commenta sul blog.

Link all'articolo originale.

2 comments:

Anonymous said...

Bello. Veramente tanto bello.

Paxtibi said...

Sì, è ben fatto. E da' un'occhiata nel thread di Luogocomune linkato nel post precedente se vuoi renderti conto di quanto l'incantesimo sia forte.