Wednesday, February 13, 2008

«Aw, my balls!»

Ve lo dico subito: Idiocracy (Mike Judge '06) non è un gran film. Avrebbe forse potuto essere una simpatica commedia, invece dà l'impressione di un film pesantemente tagliato dalla produzione, che poi sembra essersi persino pentita del progetto, visto che, caso più unico che raro, non ha fatto la minima pubblicità al film; ha anche aggiunto una voce fuori campo che spiega tutto, come se gli eventuali spettatori fossero idioti come i personaggi del film. Sì, perché la trama si svolge 500 anni nel futuro, allorché l'umanità è irrimediabilmente rincretinita, incapace di risolvere anche il minimo problema. Peccato che non si approfitti dell'occasione per indagarne i motivi, a parte quello, piuttosto debole, secondo cui gli idioti si riproducono di più degli intelligenti: magari una lettura dei testi di John Taylor Gatto avrebbe potuto aggiungere solidità al soggetto, ma tant'è. Vale comunque la pena di vederlo, se non altro per la strana sensazione che si prova uscendo per strada o accendendo la tv dopo averlo visto: vien da chiedersi se quei 5 secoli non siano forse passati senza che ve ne siate resi conto. Come commenta uno spettatore americano sul sito IMDB:

“Just listen to the yahoos in your movie audience whooping it up for President Camacho's State of the Union just like their counterparts on screen, and you'll know that we're all doomed.”


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