Wednesday, February 13, 2008

Macroeconomics for dummies

Se avete sempre pensato che l'economia è una materia astrusa e noiosa, provate questa lezione di Gary North. (segnalata da Fabio Gallazzi.)
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Un'introduzione alla macroeconomia

Di Gary North


[Questa è la lezione di oggi ad una classe in macroeconomia in un'università il cui presidente non è stato avvertito che io avrei parlato e che non lo scoprirà fino a molto dopo che me ne sarò andato. Questa si chiama istruzione superiore “colpisci-e-fuggi.”]

Signore e signori. . . .

Sono stato invitato a parlare a questa classe dal vostro distinto professore che, non essendo di ruolo, probabilmente sta mettendo a rischio la sua carriera accademica. Ma, dal momento che è abbastanza anziano che, se mai gli venisse assegnata la cattedra, per allora risiederà in una casa di riposo, ha pensato: “perchè no?”

Questo è un corso sulla macroeconomia. Mi domando che cosa accadrebbe se, al vostro esame trimestrale, la prima domanda fosse questa:

Discuti la differenza fra microeconomia e macroeconomia, con esempi dal libro di testo.

Nessuno fa mai questa domanda ad un esame perché i due corsi non sono seguiti consecutivamente. Questo è un importante aspetto dell'insegnamento dell'economia moderna, poiché dagli allievi del primo anno non ci si aspetta mai che capiscano la differenza, né sono incoraggiati a capirla.

Come si è arrivati a questa situazione? Principalmente perché i macroeconomisti odiano la microeconomia quasi quanto i microeconomisti odiano la macroeconomia. Ciascun gruppo fa tutto il possibile nella facoltà per rimuovere l'altro corso dalla lista dei requisiti indispensabili per guadagnare una laurea in economia.

L'unica cosa che mantiene entrambi i corsi nella lista è che il reparto di economia ne ha bisogno per generare un numero sufficiente di allievi per raggiungere la quota di assunzione della facoltà. Ci può essere disaccordo sulla metodologia economica, ma c'è unanimità sull'obiettivo fondamentale della formazione universitaria, vale a dire, impedire di essere congedati.

Se comprendete l'economia, comprendete questo principio.

In effetti, potete capire la differenza fra microeconomia e macroeconomia comprendendo le ragioni per le quali c'è un'unanimità dipartimentale per quanto riguarda la politica di offrire sia la microeconomia che la macroeconomia.

Il microeconomista spiega l'azione umana in termini di interesse personale. Crede nell'efficacia della strategia di contrattazione conosciuta come “chi la fa l'aspetti,” una strategia che rende possibile la cooperazione a lungo termine dei competitori. Così, egli vota per mantenere il corso macro nel programma di studi, nella speranza che i macroeconomisti voteranno per mantenere il corso micro.

Anche il macroeconomista spiega l'azione umana in termini di interesse personale. È nel suo interesse mantenere il flusso di fondi dell'università nella facoltà, visto che, almeno per il momento, i macroeconomisti non hanno abbastanza voti per eliminare i microeconomisti. Il suo principio operativo non è “chi la fa l'aspetti,” è “aspettare il momento giusto.”


Definizioni

Questo mi conduce alle definizioni convenzionali di microeconomia e macroeconomia. Devo avvertirvi in anticipo. Se, all'esame di economia, vi venisse chiesto di scrivere un saggio su microeconomia e macroeconomia, non sarebbe saggio scrivere le mie definizioni. Sarebbe meglio se poteste rigurgitare una certa definizione convenzionale, possibilmente da Wiki. Ma se davvero desiderate capire cosa sono la microeconomia e la macroeconomia, le mie definizioni vi faranno risparmiare molto tempo di ricerca e memorizzazione.

Microeconomia: lo studio di chi ha i soldi e di come posso metterci le mani sopra.

Macroeconomia: lo studio di quale ente governativo ha la pistola e di come possiamo metterci le mani sopra.

Ci sono, naturalmente, posizioni intermedie. Nell'occidente, lo studio su queste posizioni intermedie è denominato economia politica. Ha due manifestazioni importanti: il capitalismo democratico ed il capitalismo socialdemocratico.

Capitalismo democratico: impresa cooperativa per guadagnare sufficiente denaro per comprare sufficiente influenza congressuale per ottenere il controllo delle pistole del governo in modo da ottenere ancor più denaro per il vostro gruppo di interesse particolare.

Capitalismo socialdemocratico: impresa cooperativa per promettere sufficienti benefici governativi ad un numero sufficiente di elettori per ottenere il controllo delle pistole del governo in modo da impedire a qualunque altro gruppo di interesse particolare di ottenere tanto potere quanto il vostro.

L'obiettivo sociale primario di entrambi i sistemi di economia politica è che uomini di mezza età attraggano donne piacenti più giovani di loro.

I capitalisti democratici credono che le giovani donne piacenti siano attratte principalmente dai soldi.

I capitalisti socialdemocratici credono che siano attratte principalmente dal potere.

In America, i capitalisti democratici sono principalmente repubblicani. I loro modelli sono Rudolph Giuliani e Newt Gingrich, ciascuno con tre mogli, anche se in sequenza. I capitalisti socialdemocratici sono principalmente democratici. Il loro modello è Bill Clinton, che non ha fatto sesso con quella donna, la sig.na Lewinsky, né ha inalato.


I principi della macroeconomia

La macroeconomia si basa su una serie di presupposti, nessuno dei quali è mai discusso in un testo del primo anno di economia. Questi rappresentano i principi di fondo della macroeconomia.

Ecco l'assunto primario: due dozzine di individui che si sono dimostrati incapaci di fare più di 60.000 dollari all'anno in un mercato libero non regolato possiedono la capacità, quando servono come membri di un comitato congressuale, di regolare una sottosezione dell'economia che genera almeno cento miliardi di dollari l'anno.

Si basa su un assunto secondario, vale a dire che, dopo che una disegno di legge congressuale è stato firmato, esso sarà fatto rispettare ragionevolmente ed efficientemente da impiegati stipendiati di uno o più enti federali, che sono apparentemente sotto l'autorità del presidente, ma i cui impiegati sono protetti dalla legislazione dell'amministrazione civile e non possono essere licenziati per alcun motivo tranne l'abuso d'ufficio, che nella maggior parte dei casi dev'essere al livello di aver lanciato involontariamente un missile nucleare.

Da nessuna parte nel vostro testo vi sarà indicato il principio operativo fondamentale di ogni burocrate. Soltanto in rari casi i burocrati discutono questo principio in pubblico. Un'eccezione è avvenuta nel 1976, nell'anno in cui facevo parte del personale per il membro del Congresso Ron Paul del Texas. Mi ricordo molto bene di questo avvenimento.

Una donna, considerata il burocrate con la massima anzianità di servizio a Washington, stava per andare in pensione. Questa sembrava un'interessante storia umana ideale, così un reporter del “Washington Star” – R.I.P. – venne inviato ad intervistarla.

Inevitabilmente, il reporter le fece la domanda standard fatta ad ogni superstite di lungo corso di qualcosa. “Come avete fatto a durare così tanto in questo dipartimento?” Visto che stava per andare in pensione, ella decise di rivelare il segreto fondamentale della sopravvivenza, che ha governato ogni burocrazia dall'era dei faraoni del Medio Regno.

“Qualunque cosa chiunque dall'esterno del dipartimento mi chiedesse se gli fosse permesso fare, la mia risposta era sempre ‘no’.”

Il reporter, non rendendosi conto di essere vicino alla pietra filosofale dell'amministrazione burocratica, chiese perché. La sua risposta risuonerà attraverso le ere. Sarà ancora riconosciuta come il principio operativo centrale di tutte le burocrazie di governo il giorno che i quattro cavalieri dell'apocalisse cavalcheranno sui loro stalloni. Ella disse:

“Dicevo inizialmente ‘no’ perché, se più tardi fossi stata costretta dalle regole a ritirarmi sul ‘sì’, mi sarei fatta un amico. Ma se fossi stata costretta a ritirarmi sul ‘no’ dopo aver detto ‘sì’, mi sarei fatta un nemico. Da queste parti, nessuno vuole farsi dei nemici inutilmente.”

Il quarto assunto della macroeconomia è che i cambiamenti in economia avverranno all'interno dei parametri presupposti dal Congresso come prontamente applicabili dal sistema di coercizione del governo. In un altro senso, esso assume che non avrà luogo alcun cambiamento da qualche parte nell'economia capace di distorcere imprevedibilmente la coordinazione della macroeconomia così che niente di pericoloso o nocivo potrà accadere prima che una nuova legislazione possa essere approvata e nuove regole amministrative pubblicate nel “Registro Federale.”

Ho distribuito una pagina campione del “Registro Federale.” Pochi americani ne hanno sentito parlare, e tanto meno ne hanno vista una pagina. Come potete vedere, è larga tre colonne. Il corpo 8 dei caratteri è più adatto a persone della vostra età che della mia. Ho selezionato una pagina dall'edizione del 31 dicembre 2007: 74193.

Notate: il “Registro Federale” non include virgole nella sua impaginazione, un'importante mossa verso l'efficienza commas in its pagination, in a major move toward tipocomposizione. Ogni piccolo bit è utile.

Voglio che sappiate che questo Sommario è più coerente della maggior parte dei sommari che ho letto nel “Registro Federale,” semplicemente perché si applica a qualcosa che è almeno vagamente immaginabile dai non specialisti: il test della droga per gli impiegati della ferrovia. Noi ne reciteremo ora tutti insieme il primo paragrafo. Pronti? Via:

Usando i dati dai rapporti annuali dei servizi informativi dell'amministrazione, il FRA ha determinato...

[qui il .pdf]

Ecco qua! Ritenete ora che più di 74.000 pagine all'anno di regolazioni ugualmente coerenti abbiano reso la vostra vita più sicura, più redditizia e possibilmente anche più piena di significato?

D'altra parte, pensate che leggere 20 di queste pagine al giorno ai prigionieri a Guantanamo potrebbe essere considerato equivalente del waterboarding e quindi proibito dalla convenzione di Ginevra? Il Procuratore Generale Mukasey non ha ancora reso un'opinione sull'una o l'altra pratica, ma io un'idea ce l'avrei.


Il problema delle SKU

Una delle abituali difese della macroeconomia è questa:

“A causa della crescente complessità di un'economia moderna, la società richiede un sistema imparziale di regolazioni, amministrato da esperti, per coordinare il sistema generale, per impedire grandi spaccature che avrebbero effetti negativi sugli economicamente indifesi.”

Questa discussione è fatta da gente per cui la complessità sono tre pagine nel “Registro Federale.” Non farà male considerare brevemente la complessità di un'economia di mercato.

I macroeconomisti sottovalutano lil livello di complessità del mercato. Offro i seguenti esempi da un recente libro di Eric Beinhocker, “L'origine della ricchezza.” Per per mantenere l'argomento all'interno dei limiti della comprensione umana, il dott. Beinhocker ha limitato la sua discussione a New York City.

I commercianti usano un sistema amministrativo di inventario chiamato "stock keeping unit" o SKU. Un numero è assegnato ad ogni articolo in magazzino. Per cinque tipi di jeans ci vogliono cinque SKU. Ci sono, naturalmente, molti più modelli di jeans – nessuno dei quali mi sta come al tempo in cui c'erano ancora i bottoni metallici al posto delle zip e un uomo elegante avrebbe portato un risvolto non più alto di 5 centimetri.

Secondo la valutazione dichiaratamente non scientifica del dott. Beinhocker, il numero di SKU nell'economia di New York City è qualcosa nella scala di 10 miliardi (p. 9).

Egli precisa che il sistema di SKU copre i prodotti. Non riguarda i servizi. La percentuale del settore dei servizi nell'economia americana è nella scala del 60%.

Complessità? Davvero.

I macroeconomisti ci assicurano che i comitati congressuali possono fornire, e lo fanno, la struttura giudiziaria generale che governa la coordinazione del mercato, che gli impiegati protetti del pubblico servizio possono quindi fare rispettare coerentemente, così da non rischiare le spaccature importanti.

I macroeconomisti inoltre ci assicurano che non inalano.


Legarsi le scarpe

La macroeconomia si basa su legislazione scritta applicabile in un tribunale o in una corte di legge amministrativa, che è il nome ufficiale dato ad un tribunale interno installato dalle agenzie esecutive per trattare presunte violazioni delle regole scritte dalle agenzie ed interpretate da giudici della legge amministrativa (viene in mente la frase “giudice, giuria e carnefice”).

La macroeconomia assume che le regole scritte devono essere chiare. Se non sono chiare, allora le agenzie possono fare rispettare una legge nel modo che ritengono giusto.

Come esercitazione nella pianificazione macroeconomica, formerei squadre di due persone. Sfiderei ogni membro a scrivere le regole per legarsi le scarpe. Quindi ciascuno passerebbe le istruzioni scritte all'altro, che è tenuto a legarsi le scarpe con nessun'altra procedura che quella scritta sul foglio.

Questa è la parte facile. Renderei le cose più realistiche formando le squadre con un destrorso e un mancino. Ogni membro sarebbe tenuto a scrivere le regole per una persona con una mano dominante differente. Le istruzioni della persona destrorsa dovrebbero essere seguite, parola per parola, da un socio mancino.

Non chiederei alla persona destrorsa di scrivere le regole per una persona mancina. Non mi aspetto i miracoli.

I macroeconomisti, d'altra parte, pensano che i comitati congressuali possano e scrivano un'efficace legislazione in grado di governare un'economia con (qualcosa come) 20 miliardi di prodotti e un numero sconosciuto di servizi.


Conclusione

La macroeconomia è diventata dominante nell'accademia dopo la pubblicazione del libro di John Maynard Keynes, la “Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta,” nel 1936. Non molte persone hanno letto la “Teoria generale.” Io l'ho fatto. Suggerisco quanto segue. Imparerete di più, pagina per pagina, leggendo il “Registro Federale.” Se rifiutate di seguire il mio consiglio a questo proposito, allora suggerisco ancor più fortemente che non leggiate il libro fumando a letto.

La premessa fondamentale della macroeconomia è che possiamo far affidamento sulla capacità dei membri del Congresso di passare legislazioni che esperti burocrati amministreranno ragionevolmente, coerentemente e sicuramente, così che il principio di ripartizione del mercato libero “l'offerta più alta vince” non possa trasformarsi nel principio governante della distribuzione economica.

Se pensate al cammello come ad un cavallo progettato da un comitato, comincerete a capire il funzionamento di un'economia amministrata sotto il controllo vigile delle agenzie regolatrici di governo, che alternativamente dirigono domanda ed offerta via dai disorientati offerenti alla grande asta americana e verso i banditori, che naturalmente sono autorizzati dal governo per proteggere i deboli.

D'ora in poi, quando pensate alla “macroeconomia,” pensate, “vengo per conto del governo e sono qui per aiutarvi.”

1 comment:

Anonymous said...

Fenomenale! Ti quoto :)