Sunday, February 1, 2009

Inflazione o deflazione?

Il problema principale nell'attuale crisi economica, a detta della gran maggioranza degli “esperti,” sembra essere la deflazione. È infatti per debellare questo biblico flagello che le rotative delle banche centrali stanno stampando soldi a ritmi sempre più serrati.

Ma un piccolo manipolo di economisti non condivide questa visione, e scuotendo sconsolati le teste essi avvertono che il nemico è un altro, e che si nutre proprio della carta colorata prodotta in immense quantità dalle banche centrali. Uno di questi è Gary North.
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Se la deflazione è in arrivo, vendetevi l'oro

Di Gary North


Il dibattito su inflazione contro deflazione sta procedendo negli ambienti dedicati alla moneta forte fin da circa il 1973. Il dibattito è andato avanti all'interno degli ambienti accademici per ben oltre un secolo. Gli economisti sono confusi quanto il grande pubblico, ma sono confusi in modo molto più specializzato. Loro trasformano la confusione in una scienza.

Sulla teoria monetaria io seguo la scuola austriaca di economia. Lo studio più importante sulla teoria della moneta nel campo della scuola austriaca è stato pubblicato nel 1912, nella Teoria della moneta e del credito, scritto da Ludwig von Mises. Potete scaricarlo liberamente da qui.

Libri più popolari e più leggibili sono stati scritti su questo tema dal suo discepolo, Murray Rothbard. Il suo libro, What Has Government Done to Our Money? (Lo stato falsario, Facco ed.) è la più chiara esposizione mai scritta. Potete scaricarlo liberamente da qui.

Anch'io ho scritto un breve libro sul soggetto, Mises on Money. Scaricatelo da qui.

Infine, c'è il mio libro più dettagliato, Honest Money.

Gli economisti della scuola austriaca definiscono l'inflazione come segue: “un aumento nella massa monetaria.” Tutte le altre scuole di pensiero definiscono l'inflazione come segue: “un aumento nel nostro indice dei prezzi preferito.”

Gli economisti della scuola austriaca definiscono la deflazione come segue: “una diminuzione nella massa monetaria.” Tutte le altre scuole di pensiero e definiscono la deflazione come segue: “una diminuzione nel nostro indice dei prezzi preferito.”

INDICI DEI PREZZI

Non potete comprare un indice dei prezzi. Comprate un prodotto o un servizio specifico. Non importa cosa dice l'indice dei prezzi se non potete permettervi di comprare granché.

Che cos'è un indice dei prezzi? È una costruzione statistica creata nei termini di una teoria su come funziona un'economia. Si presume che misuri gli aumenti e i cali dei prezzi. Fa questo. La domanda è: quali prezzi? Al dettaglio? All'ingrosso? Entrambi?

Quanti prezzi ci sono? Molto più del numero dei prodotti al minuto e dei servizi. In una stima recente del numero dei prodotti – non dei servizi (il 60% di economia degli Stati Uniti) – nella zona di New York City, un economista ha offerto questo numero: almeno 10 miliardi (Eric Beinhocker, The Origin of Wealth, p. 9). Questo non comprende i discounts, per i quali New York City è famosa.

Ora aggiungete Los Angeles, Chicago, Dallas ed Atlanta.

Vi siete fatti un'idea?

Cominciate da qui: “un indice dei prezzi è un'illusione statistica. Alcune illusioni sono più esatte di altre. Nessuno sa quali sono.”

Gli economisti, intesi come un comitato di economisti, cercano di giungere ad un certo accordo su quali prodotti e quali servizi in un'economia rappresentano il maggior numero di persone che vivono in quella economia. Non c'è un vero accordo su questo, ma qualcosa lo devono scovare. Oltre alla decisione su quali prodotti e servizi sono i più rappresentativi, devono anche trovare un sistema per assegnare la rilevanza, o il “peso.” Per esempio, devono decidere cos'è più importante per il presunto residente tipo: il cibo o il combustibile. Neanche su questo c'è accordo. Gli economisti fanno del loro meglio per esaminare le statistiche di quanti soldi sono stati spesi l'anno scorso e su quali articoli. Poi giungono ad un qualche accordo riguardo ai prodotti ed ai servizi da utilizzare nell'indice e a quanta importanza assegnare a ciascuno di essi.

Allora gli economisti girano la loro teoria agli statistici. Gli statistici, impiegati dal governo, creano analisi statistiche specializzate basate sul campione statistico. Quando hanno finito con questo campione (a spese del governo e obbligato per legge per gli interrogati), mettono insieme un indice dei prezzi per un particolare periodo di tempo.

Il problema qui dovrebbe essere evidente: il pubblico cambia i propri gusti col passare del tempo. Prodotti o servizi ampiamente usati in un dato periodo possono perdere popolarità. Similmente, un certo altro prodotto, possibilmente uno che neppure esisteva 10 anni fa, diventa sfrenatamente popolare. Pensate all'iPod.

Questo significa che gli statistici devono riunirsi con gli economisti e rimuginare di nuovo la questione in futuro. Non sappiamo quanto lontano debba essere questo futuro. Probabilmente dovrebbe essere di cinque anni. Ma chi lo sa? Il problema è che quando i prodotti nel “cestino” e l'importanza assegnata ad ogni prodotto cambiano, come potete confrontare l'indice dei prezzi di cinque anni fa con l'indice dei prezzi attuale?

Questo dibattito è andato avanti per decenni e continuerà finché ci saranno economisti che vogliono studiare i rapporti fra praticamente qualsiasi cosa, in particolar modo la moneta, e le variazioni dei prezzi. Un buon libro su questo è On the Accuracy of Economic Observations (1963) di Oskar Morgenstern, un allievo di Mises ma non un discepolo. Per un riassunto, leggete questo.

Gli economisti probabilmente sono meno d'accordo su cosa costituisca la moneta di quanto lo siano su cosa costituisca un adeguato cestino dei beni da usare come rappresentativo dei prezzi. Così, ve lo garantisco, gli economisti non concordano su questi argomenti. Nel migliore dei casi, c'è una specie di astiosa accettazione di un indice particolare.

L'indice dei prezzi più popolare negli Stati Uniti è l'Indice dei Prezzi al Consumo, o IPC. Io preferisco un indice rivale, l'IPC mediano, pubblicato dalla Federal Reserve Bank di Cleveland. Penso che sia più accurato, ma non spenderei troppo tempo per provare a dimostrarlo. La cosa importante è questa: selezionate un indice e quindi seguite il trend per quell'indice. Il trend è ciò che conta. Si possono fare delle modifiche su un indice ogni tot di anni, alcune delle quali sono legittime, ma il trend generale rifletterà i cambiamenti nell'economia. Il trend rifletterà come i cambiamenti nella massa monetaria cambiano i prezzi dei prodotti e dei servizi che un gran numero di persone acquista.

FLUTTUAZIONE DEI PREZZI

Ci può essere un'inflazione dei prezzi senza un aumento nella massa monetaria. Può accadere nel momento di un disastro. Per esempio, il prezzo dei beni aumenta durante un uragano, specialmente beni come acqua in bottiglia, benzina e cibo in scatola. Similmente, in tempo di produzione crescente, è possibile avere prezzi in calo. La massa monetaria rimane ragionevolmente costante ed il numero di beni e di servizi aumenta. Questa è una situazione che possiamo chiamare, “più beni alla caccia della stessa quantità di soldi.”

La deflazione dei prezzi a lungo termine esisterebbe in un'economia di mercato che avesse operato nei termini del requisito legale che tutte le ricevute di deposito per i metalli preziosi fossero state coperte al 100% dai metalli promessi dalle ricevute di deposito. Questo sarebbe un sistema bancario con riserva al 100%. È quello preferito da Murray Rothbard. I prezzi potrebbero scendere del 2% o 3% l'anno. Questa sarebbe una buona cosa per il consumatore. I prezzi in calo sono una buona cosa se questo arriva come conseguenza di un aumento della produzione. Se non ci credete, guardate il prezzo delle calcolatrici elettroniche o dei computer.

In quasi ogni paese occidentale durante gli anni che seguirono la Seconda Guerra Mondiale, i prezzi sono aumentati. Nelle nazioni industriali occidentali, i prezzi sono aumentati ovunque del 2% - 5% l'anno. Questo perché la massa monetaria in queste nazioni è aumentata. Un aumento costante e a lungo termine nel livello dei prezzi è sempre il risultato di un'espansione della base monetaria operata dalla banca centrale, che viene messa in circolazione e quindi si moltiplica attraverso il sistema bancario a riserva frazionaria. Nessun'altra spiegazione dell'inflazione dei prezzi a lungo termine ha mai trovato una convalida teorica o statistica. Su questo, virtualmente tutti gli economisti sono d'accordo (raro evento).

Quando un economista predice l'inflazione, intende qualcosa di più del normale 3% all'anno. Ogni volta che leggete una previsione che dice “si avvicina l'inflazione,” questa previsione non dice niente di speciale. Se qualcuno dice “si avvicina una massiccia inflazione,” è significativo. Se qualcuno dice “si avvicina un'iperinflazione,” è molto significativo. In ogni caso, nell'ultimo mezzo secolo, chiunque abbia fatto questa previsione è risultato aver sbagliato. C'è stata una previsione ancor più errata: la previsione del calo dei prezzi. L'ultima volta che questo è accaduto è stato a metà degli anni 50. Non è ancora accaduto negli Stati Uniti. L'indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,1% nel 2008. L'IPC mediano è aumentato del 2,9%.

Il grande dibattito oggi è su cosa costituisca la moneta. Se la moneta è M-1 e M-1 aumenta, c'è stato un aumento nella massa monetaria. Ma se, per un rifiuto delle banche di prestare, il moltiplicatore monetario cede, le due forze possono annullarsi.

Il moltiplicatore cede quando succede una di queste due cose: (1) la Riserva Federale aumenta il requisito di riserva legale della banca; (2) la Riserva Federale paga l'interesse sulle riserve tenute alla Fed. Questo non è mai stato fatto negli Stati Uniti fino all'ottobre 2008. Non è stato permesso legalmente che venisse fatto. La legge è stata cambiata in modo che fosse legale farlo, a cominciare dall'ottobre del 2011. Senza avvertimenti, la Riserva Federale ha deciso di saltare le tappe anticipando di tre anni. Ha cominciato a pagare alle banche gli interessi sulle riserve nell'autunno del 2008. Le riserve eccedenti sono aumentate rapidamente, in un range di 800 miliardi di dollari. Questo annulla l'effetto dell'aumento nella massa monetaria, come denominata da M-1. Potete vedere i due grafici qui.

Questo è stato un cambiamento intenzionale nella politica della Riserva Federale. È stato fatto specificamente per neutralizzare l'effetto del raddoppiamento della base monetaria operato dalla Riserva Federale, a partire da settembre 2008.

Il dibattito fra coloro che predicono l'inflazione dei prezzi e coloro che predicono la deflazione dei prezzi è operativamente senza senso se stiamo parlando soltanto del 2% o 3% nell'uno o nell'altro senso. Il campione statistico può produrre un errore di tale grandezza. Inoltre, la pesa del particolare indice dei prezzi può facilmente avere un errore di questa portata. Coloro che predicono l'inflazione o l'iperinflazione totale predicono qualcosa di significativo. Chiunque predichi una deflazione dei prezzi del 3% o 2% non predice nulla di molto significativo. Può accadere, anche se non è accaduto in più di mezzo secolo. Il dibattito non è sul 2% o 3% nell'uno o nell'altro senso. Il dibattito è se stiamo o non stiamo entrando in un periodo di tempo fondamentalmente differente, in cui l'inflazione tradizionale dei prezzi al 3% sarà soppiantata da qualcosa fondamentalmente differente.

L'argomento per la deflazione dei prezzi a due cifre è così debole che nessun economista la predice in pubblico. Non dico solo nessun economista, o non troppi economisti; dico che nessuno accademicamente qualificato con un dottorato in economia predice una deflazione dei prezzi paragonabile a quella avvenuta tra il 1930 e il 1933. Chiunque la predica, e la predica per diversi anni, si identifica per non essere un economista qualificato. Non sto esagerando; è proprio quello che intendo. Non esiste alcun economista siffatto. Se dovesse esistere, allora si è nascosto bene.

Non ci sono molti economisti che predicano un'inflazione dei prezzi del 10% o più all'anno. Ce ne sono alcuni, ma non sono famosi e sono quasi sempre economisti della scuola austriaca. Perché predicono questo? Perché osservano l'espansione della base monetaria, e sanno che le banche alla fine ricominceranno a prestare, il che moltiplicherà poi la massa monetaria secondo la teoria monetaria standard sulle attività bancarie a riserva frazionaria. Non c'è niente di unico nell'economia della scuola austriaca riguardo al funzionamento della riserva frazionaria. La differenza principale è questa: quegli economisti di scuola austriaca che seguono Rothbard (non tutti lo fanno) sostengono che la riserva frazionaria è immorale. La riserva frazionaria è una forma di furto con frode. Inoltre sostengono che la riserva frazionaria conduce al ciclo di boom e crisi. Questo li rende unici. Ma non c'è niente di unico nell'analisi di come il sistema funziona, come presentato nel libro di Rothbard The Mystery of Banking.

ORO CONTRO DEFLAZIONE

All'interno del movimento per la moneta forte, ci sono alcune persone, che seguono John Exter, che predicono la deflazione dei prezzi e un rialzo del prezzo dell'oro. Ho creduto per 35 anni che questo sistema non potesse essere difeso. Se c'è una severa deflazione dei prezzi, allora il bene monetario più forte al mondo è la valuta che si sta deflazionando. Se c'è una riduzione della massa monetaria, ci sarà una riduzione del livello dei prezzi. La moneta più forte in questa situazione risulta essere quella valuta nazionale la cui offerta si contrae maggiormente. Il prezzo dell'oro in un sistema valutario del genere scenderebbe. Tuttavia, tale sistema valutario non esiste.

Il fatto che i prezzi di alcuni beni del cadano in un momento di deflazione dei prezzi significa soltanto che questi prezzi erano prezzi attribuiti, che significa che l'ultima transazione fissa i prezzi. Questo è vero per i prezzi delle azioni. Questo è vero per i prezzi dei beni in un mercato a termine. Ma quando un particolare bene o prodotto è comprato su base regolare, come gli alimenti in un supermercato, la possibilità di errore nelle previsioni cala notevolmente. Questo perché la gente compra i prodotti in maniera regolare e così coloro che hanno attribuito i prezzi futuri basandosi sull'ultimo prezzo probabilmente non avranno commesso gravi errori, sia verso l'alto che verso il basso. Saranno confermati a breve nel mercato.

I prezzi delle case possono salire o scendere velocemente e bruscamente, ma questo perché la gente raramente vende la propria casa. Il prezzo di una casa in un isolato è attribuito a tutte le case dell'isolato. Questo può accadere in qualunque momento.

La massa monetaria non si restringe solo perché il prezzo della casa di qualcuno è sceso, o perché la casa di qualcun altro in fondo all'isolato è stata venduta per il 10% in meno rispetto all'anno scorso. La massa monetaria non è cambiata affatto. I soldi sono nel conto in banca di qualcuno. Se una persona perde dei soldi in una transazione, qualcun altro potrà comprare quella cosa il cui prezzo era sceso. La comprerà perché ha soldi in un conto bancario. Quando compila un assegno per comprare l'articolo, quei soldi sono trasferiti sul conto bancario del venditore. La massa monetaria non è cambiata.

È possibile che il prezzo dei beni capitali possano scendere a causa della leva finanziaria nel periodo di boom precedente. In altre parole, qualcuno ha stipulato contratti che non può adempiere. Quando lo fanno le banche, e non adempiono, ed è permesso che falliscano, questo restringe la massa monetaria. È accaduto nel 1930-33. Ma il punto è che la banca centrale non permette più che le banche falliscano in questo modo. La massa monetaria generata dal sistema bancario complessivamente non cambia perché la banca A fallisce ed i suoi beni sono acquistati dalla banca B.

Ogni volta che c'è la minaccia di una contrazione della massa monetaria perché le banche sono inadempienti, la banca centrale interviene. Così la Federal Deposit Insurance Corporation dispone che i beni dei depositanti siano trasferiti ad un'altra banca. I depositanti sono protetti ed i loro depositi continuano ad essere la base di un'espansione di prestiti. Ancora una volta: la massa monetaria non si restringe perché una banca va a gambe all'aria. La banca centrale interviene sempre per assicurare che la massa monetaria non si restringa.

Non si è ristretta finora. Poiché l'artificiosa disponibilità operativa delle riserve eccedenti, aumentata perché il sistema della Riserva Federale ha cambiato la sua politica ed ha cominciato a pagare l'interesse sulle riserve, non cambia il fatto che la base monetaria sia raddoppiata. Non cambia il fatto che la massa monetaria, sia essa M-1, M2, o MZM, aumenterà rapidamente quando le banche cominceranno a prestare i soldi attualmente bloccati nel Sistema della Riserva Federale. Le banche cominceranno a prestare presto, perché il Sistema della Riserva Federale ora paga 1/10 di 1% all'anno su questi soldi. Le banche stanno perdendo velocemente denaro perché devono pagare ai depositanti un tasso di interesse e non stanno prestando denaro alla Fed ad un tasso di interesse più alto. Così, non possono realizzare alcun profitto sulla differenza fra il tasso di interesse al debitore ed il tasso di interesse al depositante.

MONETA E PREZZI

Spero che questo chiarisca parte del dibattito fra coloro che predicono una seria inflazione dei prezzi e coloro che predicono una seria deflazione dei prezzi. Quando dico seria, intendo almeno il 10% l'anno nell'uno o nell'altro senso. Se qualcuno predice un'inflazione dei prezzi del 2% e qualcun'altro una deflazione dei prezzi del 2%, lanciate una moneta.

Se qualcuno predice una seria deflazione dei prezzi o una seria inflazione dei prezzi, chiedetegli che risponda a questa domanda: “nel tuo scenario, qual è il rapporto fra la base monetaria, la massa monetaria ed i prezzi?” Tutti i partecipanti a questo dibattito sanno che la base monetaria si è raddoppiata. Una domanda ancora insoluta è questa: “presteranno le banche i soldi che sono attualmente nella Riserva Federale sotto forma di riserve in eccesso per un guadagno di un decimo dell'un per cento?”

Poi chiedete questo: “quando le banche ritireranno i loro soldi dalla Fed allorché l'economia si sarà ripresa oppure perché a rischio di fallimento per l'interesse pagato ai depositanti, e quando quei soldi arriveranno al grande pubblico, quale sarà il risultato: inflazione o deflazione dei prezzi?” Accertatevi che queste siano le due questioni di cui la persona che predice una seria inflazione dei prezzi o una seria deflazione dei prezzi si occupa per iscritto. Se non capite la sua risposta, potete essere abbastanza certo che non la capisce neanche lui.

A proposito, i deflazionisti non hanno azzeccato una previsione in un solo anno dal 1967, quando cominciai a seguire questo dibattito. Potrebbero andare in estasi di gioia se, nel 2009, l'IPC scenderà dell'un per cento, se lo farà, e ne dubito. “Avevamo ragione!” Ma il dollaro valeva oltre sei volte tanto nel 1967 quando J. Irving Weiss (padre del deflazionista Martin Weiss) presentò per la prima volta la sua previsione deflazionista al primissimo congresso degli investimenti aurei, promosso da Harry Schultz, a cui fui presente. Il dollaro valeva quasi cinque volte tanto quando John Exter lanciò la sua teoria nel 1973. Potete verificare questi numeri qui. Usano l'IPC come indice.

Quando i prezzi scenderanno del 10% o più all'anno per tre anni consecutivi, sarò impressionato. Anche il 5% otterrà la mia attenzione. Sino a quel momento, lasciatemi dire questo: “L'immutabile previsione dei deflazionisti è stata errata dal 1967.”

CONCLUSIONE

Ciò che sto dicendo è questo: è più probabile che i prezzi salgano del 10% o più per tre anni consecutivi piuttosto che scendano del 5% per tre anni consecutivi. Aumenterò la puntata. È più probabile che salgano del 20% che scendano del 5% per tre anni consecutivi.

Per ulteriori prove da un professore di finanza in pensione, cliccate qui.

6 comments:

vincenzo said...

dire che è il proseguio di questo articolo http://www.lewrockwell.com/north/north677.html

North sta scavando a fondo nella questione dell'aumento della base monetaria e del perché fin adesso non ci sia stata inflazione. Interessante.

Santaruina said...

In effetti questo articolo chiarisce molti dubbi.

Quello che resta da capire, come accenna anche North, è quando le banche ricominceranno a prestare.

Anonymous said...

Ciao hai il testo di Rothbard dove spiega che il bilancio commerciale é una stronzata?

se sì, puoi spedirmelo su:

icio@sensemail.ch

Grazie

Paxtibi said...

Maurizio, credo tu ti riferisca a Man, Economy and State, che puoi scaricare dal Mises in pdf. Il capitolo in cui ne parla è questo.

Altrimenti c'è questa monografia, Protectionism and the Destruction of Prosperity, che prima o poi tradurrò.

Anonymous said...

Non ho ancora letto l'articolo, lo stamperò e leggerò con calma. Volevo solo dire che se le autorità -che ci vogliono taaanto bbeneee- dicono di vendere oro perché è in arrivo la deflazione, non so perché, ma mi viene spontaneo pensare che sarebbe meglio fare l'esatto contrario...

Aden Conrad said...

Good share