Niente di nuovo. Nessun cambiamento. La parola d'ordine è sempre la stessa: spendere, consumare. L'unica differenza rispetto al passato è il rivestimento ideologico del dogma: stavolta bisogna consumare non più per semplice edonismo, ma per “salvare l'economia.” A parità di idiozia, se non altro la vecchia dottrina era più onesta, nessuno pensava che lo “shopping therapy” potesse avere effetti taumaturgici addirittura sull'intera economia.
Purtroppo il nuovo commander in chief oltreoceano pare invece esserne convinto, crede davvero che basterà spargere un po' di terribiliardi e di spaventilioni di dollari per rendere tutti più ricchi e più felici. Michael Rozeff crede invece che Obama si sbagli di grosso, e io con lui.
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Di Michael S. Rozeff
Il governo federale sta per approvare una legge che autorizza circa 800 miliardi di dollari di nuove spese. Il ministro del Tesoro introdurrà oggi altre nuove misure. Altre simili sono in arrivo. In più, la politica monetaria della Fed sosterrà queste spese.
Queste misure non cambieranno l'economia in modo significativo. Il governo non può aprirci la strada verso una maggiore ricchezza a forza di spesa. I legislatori ed i burocrati sono autorizzati a fare delle leggi ed a farle rispettare. Non sono nella posizione di fare ciò che milioni di imprese fanno, che è scoprire cosa vogliamo, produrlo e lo distribuirlo ai prezzi accettabili. Non sono nella posizione di selezionare ed investire in beni capitali effettivi che rendano la produzione più efficiente e aumentino i salari reali e i redditi.
Non è che il governo non possa stampare i soldi e spenderli, e convincere altri a prenderli in prestito e spendere. Lo può fare. L'ha fatto. Lo farà. Il governo può far verniciare ogni ufficio postale negli Stati Uniti, se lo desidera. Può stimolare le vendite di pennelli e vernici, per un po'.
Non è che il governo non possa far apparire migliori le statistiche sulla disoccupazione (solitamente con un notevole ritardo). Lo può fare. Può assumere i disoccupati e dar loro dei pennelli. Chi li pagherà? Il governo? Come? Se tassa coloro che lavorano, essi produrranno di meno ed avranno meno da risparmiare e consumare. Trasferire la ricchezza non genera ricchezza; scoraggia la produzione di ricchezza. Se prende in prestito, c'è tanto meno a disposizione perché l'investimento privato possa soddisfare le esigenze reali. Se stampa soldi, impone una tassa d'inflazione a tutti coloro che possiedono beni monetari e scoprono che i prezzi stanno aumentando.
Non è che gli economisti di corte non possano alla fine trovare alcune statistiche di cui gloriarsi. Possono farlo e lo faranno.
Non è che i politici ed i giornalisti di corte non possano inventarsi delle storielle economiche plausibili ma fallaci e dare la colpa di tutti i mali economici al mercato libero. Possono farlo e lo faranno. C'è sempre la favola che ogni dollaro speso dal governo moltiplica magicamente la produzione. Ma se gli stipendi dell'imbianchino sono rubati o presi in prestito dalle forze produttive, quel passivo annulla la spesa dell'imbianchino.
E se l'imbianchino spende dei soldi stampati per l'occasione dal governo, il risultato non è migliore di quando un falsario spaccia le banconote a Wal-Mart e ne svuota il magazzino. Così facendo ruba da coloro che hanno prodotto le merci che stanno sugli scaffali di Wal-Mart. Perché quando arrivano al magazzino per comprare quelle merci con i soldi che hanno guadagnato producendole, trovano che gli scaffali sono vuoti! La loro produzione se n'è andata in cambio del nulla. Per ottenere quello che desiderano, dovranno lavorare un'altra settimana, esaurendo nel frattempo le loro scorte di cibo e di beni necessari. La fornitura inflazionistica di denaro ha tassato via la loro produzione ed ha svalutato i loro stipendi monetari.
Non è che tutti questi poteri del governo, dell'accademia e della stampa non possano ignorare la storia ed il chiaro pensiero delle menti grandi del passato, rimanendo attaccati alle loro ignoranti e distorte versioni dell'economia. Possono farlo. L'hanno fatto. Lo fanno, e lo faranno ancora.
È che queste persone dello stato, la loro retorica, le loro politiche, non sono orientate verso la creazione di una base solida e reale per una crescita dei redditi reali. Le loro politiche sono basate sul sottrarre con la forza le risorse di chi produce ed usarle per costruire una fragile capanna di paglia che crollerà al primo soffio di vento. Non offrono niente per incoraggiare il risparmio. In effetti, caricano il peso sul risparmiatore e sul produttivo. Dal momento che il risparmio è la fonte degli investimenti, non offrono combustibile per l'attività imprenditoriale. Dal momento che gli imprenditori sono la fonte dell'occupazione, non offrono sostegno per lavori che possano aumentare i redditi reali. Le loro politiche tentano, e possono riuscirci, di fissare gli investimenti sballati del passato mentre ne aggiungono di nuovi. Caricano l'economia americana di grandi aumenti di debito ed allo stesso tempo le fanno perdere competitività. Si assicurano che l'attività economica non riesca a soddisfare i bisogni reali del popolo americano. Come i venditori di olio di serpente, offrono falsi palliativi e pozioni mentre la vera malattia fa il suo corso e abbatte il paziente. Le loro politiche diminuiranno le scorte di beni capitali dell'economia e renderanno più poveri gli americani. Saremo meno in grado di mantenere i nostri marchi di fabbrica imprenditoriali: innovazione, spirito d'iniziativa, adattamento e flessibilità.
Abbiamo una scelta: teoria economica errata o teoria economica giusta. Abbiamo una scelta fra l'economia keynesiana e l'economia austriaca, che a sua volta è costruita su una lunga storia di economia corretta conquistata con molti travagli e dibattiti attraverso centinaia di anni. Lo Stimolo degli Abomini è costruito su di una teoria economica errata. È costruito sull'economia keynesiana, che è l'economia dominante del nostro tempo fra i politici. Si adatta convenientemente al loro ruolo come detentori di potere. È uno Stimolo degli Abomini per diversi motivi. Nuoce terribilmente agli americani. Prolunga la recessione. Continua le difettose politiche del passato. Manca totalmente di prendere di mira quelle politiche e di sostituirle con politiche migliori. Paga i gruppi di interesse favoriti. Asseconda i capricci del corpo governativo. Spreca sfacciatamente denaro. È agli antipodi della giusta teoria economica, che è il sudato prodotto di secoli di sforzi, e la sostituisce con l'errata teoria keynesiana. Fa partire la presidenza di Obama col piede sbagliato e affonda le speranze di molti. Pone le basi per un'ulteriore simile spesa.
Nel 2008, il governo federale ha passato le seguenti notevoli misure per affrontare i problemi economici del paese:
Il presidente ed i suoi consulenti economici hanno scelto la teoria keynesiana. Se credete in quella teoria, vi aspetterete un miglioramento della situazione economica con l'entrata in vigore delle misure dello stimolo di Obama. Vi aspetterete una ripresa del mercato azionario. Mentre sto scrivendo, il mercato azionario è giù del 4 per cento. È il giorno dopo la prima conferenza stampa di Obama. Il mercato azionario è un indicatore confuso, ma non è del tutto irrilevante. È sorprendente che il mercato azionario non sia ancora più giù. Forse gli investitori hanno già calcolato il danno che Obama è probabile infligga in futuro. Ne dubito, comunque.
La conferenza stampa di Obama esprime fin dall'inizio la teoria economica sbagliata. È la teoria per cui la spesa di consumo è il combustibile dell'economia e se non si brucia questo combustibile l'economia si arresta. Per contro, questa teoria dice che se il consumatore è alimentato con qualunque genere di lavoro o di denaro, allora può far ripartire l'economia e farla funzionare. Questa stessa idea, che è l'idea keynesiana, ha dominato il pensiero in tutto il mondo per decenni, a dispetto della sua falsità. Nell'ultima recessione, Greenspan mandò su di giri i consumatori stampando soldi. Uno dei risultati è stato un impulso nelle importazioni e un incredibile deficit commerciale sul bilancio corrente. Un altro è stato il boom ritardato che ci ha portati alle attuali condizioni dell'economia. La riparazione di Greenspan non era permanente. Non avrebbe potuto essere permanente. Stampare soldi non crea ricchezza. Distorce gli investimenti, tassa gli sforzi produttivi, conduce al consumo di capitale, causa un boom del credito e speculazione e, dopo un certo tempo, provoca il genere di crollo cui abbiamo assistito.
Obama vuole generare consumo. Lui lo chiama anche domanda. Questo è un metodo sbagliato costruito su di una teoria sbagliata. Il metodo giusto è di generare risparmio. Questo genera investimenti nelle zone della richiesta e del bisogno reali, che a sua volta genera posti di lavoro e redditi su una base non inflazionaria. In questo modo, i redditi reali possono aumentare. Non ci può essere consumo genuino senza la produzione che fornisca i mezzi per comprare il prodotto. I buoi devono stare davanti al carro e tirarlo, e quei buoi sono la produzione.
Obama ha rilasciato questa dichiarazione spaventosa: “Ma come abbiamo imparato molto chiaramente e conclusivamente negli ultimi otto anni, le riduzioni d'imposta da sole non possono risolvere tutti i nostri problemi economici – in particolar modo le riduzioni d'imposta indirizzate ai pochi americani più ricchi. Abbiamo provato ripetutamente quella strategia ed è servita soltanto a condurci alla crisi che affrontiamo ora.” La sua certezza è tanto spaventosa quanto è errata questa dichiarazione in ogni sua parte. Dà la colpa di questa crisi al nemico sbagliato, le riduzioni d'imposta, quando in realtà hanno contribuito a creare una certa rispettabile crescita negli ultimi anni. Quei tagli non sono stati indirizzati ai pochi americani più ricchi. Questa è demagogia. Inoltre, persino Bill Clinton ha promosso occasionalmente le riduzioni d'imposta. I problemi che manca di menzionare sono la spesa pubblica, che in questi ultimi 33 anni si è gonfiata a dismisura, e una politica di denaro a buon mercato che è continuata per la maggior parte di quel tempo e che ha rallentato soltanto fra il 2005 ed il 2007.
In mezzo a tanta confusione è apparso un raggio di luce che è stato quasi immediatamente spazzato via. Obama ha detto che il tasso di risparmio è diminuito (anche se non aveva idea del perché sia diminuito o del fatto che il governo ha avuto una qualche responsabilità in questo). Ha notato che non possiamo spendere indefinitamente senza produrre qulcosa. Ma poi è andato avanti sostenendo che spendere ora per creare 4 milioni di posti di lavoro ha la massima priorità, come se questo fosse l'unico modo possibile per alleviare la sofferenza dell'economia. Ed è così che la vede. Spendere o non far niente, un'alternativa che ha denunciato varie volte e che ha associato al partito di opposizione. Il sig. Obama non sembra realizzare i vasti effetti economici che deriverebbero dalla sua guida in altre zone. Il governo federale è un fattore enorme nell'economia a causa delle sue dimensioni, della sua spesa, dei suoi prestiti e, non meno importanti, delle sue politiche fiscali e delle sue regolazioni. Egli sembra accettare lo status quo in tutto ciò, mentre cerca il modo di ampliare la sanità ed i programmi per la creazione di posti di lavoro del governo. Sembra una visione notevolmente ristretta per un leader votato al cambiamento progressista.
Obama misura il suo successo sulla creazione di 4 milioni di posti di lavoro, tra le altre cose, ed è preparato a spendere sempre di più per raggiungere quell'obiettivo. Tali spese supplementari sono molto probabili perché la creazione di posti di lavoro è un indicatore ritardato che si presenta alla fine di una recessione o quando comincia una nuova espansione. Nell'ultima recessione, la somma totale dei salari non agricoli non ha raggiunto il picco del 2001 fino al 2005, 3 anni dopo la fine della recessione. Questa recessione è più profonda. I risultati non saranno rapidi. Se Obama insiste nel creare 4 milioni di posti di lavoro rapidamente, i costi saranno molto alti nella distorsione dell'economia e nell'impedirle di uscire da questa recessione con delle basi solide per una futura crescita.
A proposito, il mercato azionario è ora giù del 5,2 per cento.
Purtroppo il nuovo commander in chief oltreoceano pare invece esserne convinto, crede davvero che basterà spargere un po' di terribiliardi e di spaventilioni di dollari per rendere tutti più ricchi e più felici. Michael Rozeff crede invece che Obama si sbagli di grosso, e io con lui.
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Di Michael S. Rozeff
Il governo federale sta per approvare una legge che autorizza circa 800 miliardi di dollari di nuove spese. Il ministro del Tesoro introdurrà oggi altre nuove misure. Altre simili sono in arrivo. In più, la politica monetaria della Fed sosterrà queste spese.
Queste misure non cambieranno l'economia in modo significativo. Il governo non può aprirci la strada verso una maggiore ricchezza a forza di spesa. I legislatori ed i burocrati sono autorizzati a fare delle leggi ed a farle rispettare. Non sono nella posizione di fare ciò che milioni di imprese fanno, che è scoprire cosa vogliamo, produrlo e lo distribuirlo ai prezzi accettabili. Non sono nella posizione di selezionare ed investire in beni capitali effettivi che rendano la produzione più efficiente e aumentino i salari reali e i redditi.
Non è che il governo non possa stampare i soldi e spenderli, e convincere altri a prenderli in prestito e spendere. Lo può fare. L'ha fatto. Lo farà. Il governo può far verniciare ogni ufficio postale negli Stati Uniti, se lo desidera. Può stimolare le vendite di pennelli e vernici, per un po'.
Non è che il governo non possa far apparire migliori le statistiche sulla disoccupazione (solitamente con un notevole ritardo). Lo può fare. Può assumere i disoccupati e dar loro dei pennelli. Chi li pagherà? Il governo? Come? Se tassa coloro che lavorano, essi produrranno di meno ed avranno meno da risparmiare e consumare. Trasferire la ricchezza non genera ricchezza; scoraggia la produzione di ricchezza. Se prende in prestito, c'è tanto meno a disposizione perché l'investimento privato possa soddisfare le esigenze reali. Se stampa soldi, impone una tassa d'inflazione a tutti coloro che possiedono beni monetari e scoprono che i prezzi stanno aumentando.
Non è che gli economisti di corte non possano alla fine trovare alcune statistiche di cui gloriarsi. Possono farlo e lo faranno.
Non è che i politici ed i giornalisti di corte non possano inventarsi delle storielle economiche plausibili ma fallaci e dare la colpa di tutti i mali economici al mercato libero. Possono farlo e lo faranno. C'è sempre la favola che ogni dollaro speso dal governo moltiplica magicamente la produzione. Ma se gli stipendi dell'imbianchino sono rubati o presi in prestito dalle forze produttive, quel passivo annulla la spesa dell'imbianchino.
E se l'imbianchino spende dei soldi stampati per l'occasione dal governo, il risultato non è migliore di quando un falsario spaccia le banconote a Wal-Mart e ne svuota il magazzino. Così facendo ruba da coloro che hanno prodotto le merci che stanno sugli scaffali di Wal-Mart. Perché quando arrivano al magazzino per comprare quelle merci con i soldi che hanno guadagnato producendole, trovano che gli scaffali sono vuoti! La loro produzione se n'è andata in cambio del nulla. Per ottenere quello che desiderano, dovranno lavorare un'altra settimana, esaurendo nel frattempo le loro scorte di cibo e di beni necessari. La fornitura inflazionistica di denaro ha tassato via la loro produzione ed ha svalutato i loro stipendi monetari.
Non è che tutti questi poteri del governo, dell'accademia e della stampa non possano ignorare la storia ed il chiaro pensiero delle menti grandi del passato, rimanendo attaccati alle loro ignoranti e distorte versioni dell'economia. Possono farlo. L'hanno fatto. Lo fanno, e lo faranno ancora.
È che queste persone dello stato, la loro retorica, le loro politiche, non sono orientate verso la creazione di una base solida e reale per una crescita dei redditi reali. Le loro politiche sono basate sul sottrarre con la forza le risorse di chi produce ed usarle per costruire una fragile capanna di paglia che crollerà al primo soffio di vento. Non offrono niente per incoraggiare il risparmio. In effetti, caricano il peso sul risparmiatore e sul produttivo. Dal momento che il risparmio è la fonte degli investimenti, non offrono combustibile per l'attività imprenditoriale. Dal momento che gli imprenditori sono la fonte dell'occupazione, non offrono sostegno per lavori che possano aumentare i redditi reali. Le loro politiche tentano, e possono riuscirci, di fissare gli investimenti sballati del passato mentre ne aggiungono di nuovi. Caricano l'economia americana di grandi aumenti di debito ed allo stesso tempo le fanno perdere competitività. Si assicurano che l'attività economica non riesca a soddisfare i bisogni reali del popolo americano. Come i venditori di olio di serpente, offrono falsi palliativi e pozioni mentre la vera malattia fa il suo corso e abbatte il paziente. Le loro politiche diminuiranno le scorte di beni capitali dell'economia e renderanno più poveri gli americani. Saremo meno in grado di mantenere i nostri marchi di fabbrica imprenditoriali: innovazione, spirito d'iniziativa, adattamento e flessibilità.
Abbiamo una scelta: teoria economica errata o teoria economica giusta. Abbiamo una scelta fra l'economia keynesiana e l'economia austriaca, che a sua volta è costruita su una lunga storia di economia corretta conquistata con molti travagli e dibattiti attraverso centinaia di anni. Lo Stimolo degli Abomini è costruito su di una teoria economica errata. È costruito sull'economia keynesiana, che è l'economia dominante del nostro tempo fra i politici. Si adatta convenientemente al loro ruolo come detentori di potere. È uno Stimolo degli Abomini per diversi motivi. Nuoce terribilmente agli americani. Prolunga la recessione. Continua le difettose politiche del passato. Manca totalmente di prendere di mira quelle politiche e di sostituirle con politiche migliori. Paga i gruppi di interesse favoriti. Asseconda i capricci del corpo governativo. Spreca sfacciatamente denaro. È agli antipodi della giusta teoria economica, che è il sudato prodotto di secoli di sforzi, e la sostituisce con l'errata teoria keynesiana. Fa partire la presidenza di Obama col piede sbagliato e affonda le speranze di molti. Pone le basi per un'ulteriore simile spesa.
Nel 2008, il governo federale ha passato le seguenti notevoli misure per affrontare i problemi economici del paese:
- 13 febbraio 2008. Legge dello Stimolo Economico del 2008. Circa 160 miliardi di dollari in detrazioni fiscali. Aumenti nei limiti delle ipoteche.
- 30 luglio. Legge per il Recupero Economico e Immobiliare del 2008. FHA per garantire fino a 300 miliardi di dollari di nuove ipoteche. Fannie Mae e Freddie Mac posti sotto il controllo dell'Agenzia Federale della Finanza Immobiliare.
- 1° ottobre. Legge di Stabilità Economica d'Emergenza del 2008. Il ministro del Tesoro degli Stati Uniti autorizzato a spendere 700 miliardi di dollari nel sistema bancario.
- Il 13 febbraio, l'indice azionario S&P 500 era a 1364. Il 29 luglio, a 1288. Il 1° ottobre, 1161. Sette sessioni di mercato più tardi, era a 885, un crollo del 24 per cento. Attualmente, è a 871.
Il presidente ed i suoi consulenti economici hanno scelto la teoria keynesiana. Se credete in quella teoria, vi aspetterete un miglioramento della situazione economica con l'entrata in vigore delle misure dello stimolo di Obama. Vi aspetterete una ripresa del mercato azionario. Mentre sto scrivendo, il mercato azionario è giù del 4 per cento. È il giorno dopo la prima conferenza stampa di Obama. Il mercato azionario è un indicatore confuso, ma non è del tutto irrilevante. È sorprendente che il mercato azionario non sia ancora più giù. Forse gli investitori hanno già calcolato il danno che Obama è probabile infligga in futuro. Ne dubito, comunque.
La conferenza stampa di Obama esprime fin dall'inizio la teoria economica sbagliata. È la teoria per cui la spesa di consumo è il combustibile dell'economia e se non si brucia questo combustibile l'economia si arresta. Per contro, questa teoria dice che se il consumatore è alimentato con qualunque genere di lavoro o di denaro, allora può far ripartire l'economia e farla funzionare. Questa stessa idea, che è l'idea keynesiana, ha dominato il pensiero in tutto il mondo per decenni, a dispetto della sua falsità. Nell'ultima recessione, Greenspan mandò su di giri i consumatori stampando soldi. Uno dei risultati è stato un impulso nelle importazioni e un incredibile deficit commerciale sul bilancio corrente. Un altro è stato il boom ritardato che ci ha portati alle attuali condizioni dell'economia. La riparazione di Greenspan non era permanente. Non avrebbe potuto essere permanente. Stampare soldi non crea ricchezza. Distorce gli investimenti, tassa gli sforzi produttivi, conduce al consumo di capitale, causa un boom del credito e speculazione e, dopo un certo tempo, provoca il genere di crollo cui abbiamo assistito.
Obama vuole generare consumo. Lui lo chiama anche domanda. Questo è un metodo sbagliato costruito su di una teoria sbagliata. Il metodo giusto è di generare risparmio. Questo genera investimenti nelle zone della richiesta e del bisogno reali, che a sua volta genera posti di lavoro e redditi su una base non inflazionaria. In questo modo, i redditi reali possono aumentare. Non ci può essere consumo genuino senza la produzione che fornisca i mezzi per comprare il prodotto. I buoi devono stare davanti al carro e tirarlo, e quei buoi sono la produzione.
Obama ha rilasciato questa dichiarazione spaventosa: “Ma come abbiamo imparato molto chiaramente e conclusivamente negli ultimi otto anni, le riduzioni d'imposta da sole non possono risolvere tutti i nostri problemi economici – in particolar modo le riduzioni d'imposta indirizzate ai pochi americani più ricchi. Abbiamo provato ripetutamente quella strategia ed è servita soltanto a condurci alla crisi che affrontiamo ora.” La sua certezza è tanto spaventosa quanto è errata questa dichiarazione in ogni sua parte. Dà la colpa di questa crisi al nemico sbagliato, le riduzioni d'imposta, quando in realtà hanno contribuito a creare una certa rispettabile crescita negli ultimi anni. Quei tagli non sono stati indirizzati ai pochi americani più ricchi. Questa è demagogia. Inoltre, persino Bill Clinton ha promosso occasionalmente le riduzioni d'imposta. I problemi che manca di menzionare sono la spesa pubblica, che in questi ultimi 33 anni si è gonfiata a dismisura, e una politica di denaro a buon mercato che è continuata per la maggior parte di quel tempo e che ha rallentato soltanto fra il 2005 ed il 2007.
In mezzo a tanta confusione è apparso un raggio di luce che è stato quasi immediatamente spazzato via. Obama ha detto che il tasso di risparmio è diminuito (anche se non aveva idea del perché sia diminuito o del fatto che il governo ha avuto una qualche responsabilità in questo). Ha notato che non possiamo spendere indefinitamente senza produrre qulcosa. Ma poi è andato avanti sostenendo che spendere ora per creare 4 milioni di posti di lavoro ha la massima priorità, come se questo fosse l'unico modo possibile per alleviare la sofferenza dell'economia. Ed è così che la vede. Spendere o non far niente, un'alternativa che ha denunciato varie volte e che ha associato al partito di opposizione. Il sig. Obama non sembra realizzare i vasti effetti economici che deriverebbero dalla sua guida in altre zone. Il governo federale è un fattore enorme nell'economia a causa delle sue dimensioni, della sua spesa, dei suoi prestiti e, non meno importanti, delle sue politiche fiscali e delle sue regolazioni. Egli sembra accettare lo status quo in tutto ciò, mentre cerca il modo di ampliare la sanità ed i programmi per la creazione di posti di lavoro del governo. Sembra una visione notevolmente ristretta per un leader votato al cambiamento progressista.
Obama misura il suo successo sulla creazione di 4 milioni di posti di lavoro, tra le altre cose, ed è preparato a spendere sempre di più per raggiungere quell'obiettivo. Tali spese supplementari sono molto probabili perché la creazione di posti di lavoro è un indicatore ritardato che si presenta alla fine di una recessione o quando comincia una nuova espansione. Nell'ultima recessione, la somma totale dei salari non agricoli non ha raggiunto il picco del 2001 fino al 2005, 3 anni dopo la fine della recessione. Questa recessione è più profonda. I risultati non saranno rapidi. Se Obama insiste nel creare 4 milioni di posti di lavoro rapidamente, i costi saranno molto alti nella distorsione dell'economia e nell'impedirle di uscire da questa recessione con delle basi solide per una futura crescita.
A proposito, il mercato azionario è ora giù del 5,2 per cento.
1 comment:
Io attendo i fenomeni che fra un po', vedendo che le cose andranno a ramengo, diranno che non si è speso abbastanza. La fede è fede.
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