«Garibaldi fu ferito, fu ferito ad una gamba, Garibaldi che comanda, che comanda il battaglion!» Ahhh, la storia patria, i miti fondanti... che nostalgia: mi tornano in mente quei giorni da bambino, quando la maestra ci raccontava le gloriose gesta dell'eroe dei due mondi, e nella fantasia di noi bambini la sua figura si sovrapponeva a quella di Sandokan.
Il coraggio, l'avventura, le forze preponderanti dei nemici immancabilmente sconfitte, sorprese dall'audacia dell'eroe! Le popolazioni in festa, liberate dal giogo dell'oppressione, liete di unirsi finalmente con i loro fratelli del nord...
Pensate, ancora negli anni '70 i piemunteis non capivano un'acca di quel che dicevano i terùn venuti a lavorare alla FIAT, eppure era già così forte il desiderio di coesione un secolo prima: viva l'Italia!
Questa nobile epopea rivive oggi nel dispaccio del nostro inviato da Laputa, un pezzo da godersi di fianco al caminetto con un bel bicchierino di Marsala. Come sempre, buon fine settimana a tutti.
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Di Giovanni Pesce
C’è un curioso backstage dietro i movimenti garibaldini nei due mondi.
Un’ombra inglese anticipa e segue quasi sempre le azioni del nostro eroe ovunque egli operi sia in Italia, sia in Sud America, o a Caprera o a Londra.
E' impossibile illustrare questo concetto, senza dare un’occhiatina al quadro geo-politico di allora.
Negli anni dell’epopea garibaldina, l’Ammiragliato Inglese “dettava legge” nel Mediterraneo con la sua Mediterranean Fleet (il mare nostrum solcato dalle navi loro); e verso la fine della WWII le bandiere USA della Sesta Flotta sono subentrate alle Union Jack sui pennoni delle navi tra Gibilterra e Suez.
All’inizio del 800 l’ammiraglio Nelson se la suonava ad Abukir e Trafalgar mentre se la cantava a Palermo, Napoli e alla Maddalena.
I marinai mediterranei di allora mal sopportavano il fiato sul collo degli inglesi: anche l’ammiraglio napoletano Caracciolo ebbe a lamentarsi di un fastidioso “mal di collo inglese” e Nelson fu premiato per i suoi servizi al re di Napoli, con una ducea alle pendici dell’Etna, a Bronte.
Garibaldi, invece, sotto l’influenza del fascino della marineria inglese, decise di prendere contatto con alcune logge d’oltremanica ottenendone importanti vantaggi per i suoi servizi personali: John Temple, lord di Palmerston, preparò per lui l’azione più famosa, quella che portò 1000 uomini male armati a sconfiggerne 25.000 ben organizzati nel regno delle Due Sicilie.
L’oligarchia commerciale anglo-americana preparò la logistica con finanziamenti, copertura politica, blocco navale, fornitura di armi, acquisto di navi a vapore ed il comando militare piemontese aiutò l’azione con forniture di uomini e mezzi.
Non mi permetto di riassumere le azioni dei garibaldini e consigliandovi il commento di Antonella Randazzo, (grande blogger), vi accenno alcuni particolari.
La conquista del Regno delle Due Sicilie è un fatto che colpisce il sentimento degli italiani, ma per l'Ammiragliato è un'operazione di semplice routine come il ritorno delle isole greche al controllo greco nel 1864 o la battaglia dell'isola di Creta del 1941.
La prossima volta che andrete al supermercato, cercate una bottiglia di liquore Marsala così troverete marche Hopps, Ingham, Whitaker e Woodhouse; da quel momento nulla vi vieterà di pensare che in pratica Marsala sia stata nell ‘800 una colonia mercantile inglese; e se Garibaldi sbarcò a Marsala allora è ipotizzabile una collaborazione inglese, o come aiuto effettivo o per lo meno come non-ostacolo all’azione militare.
Garibaldi ricambiò il favore di Sua Maestà Britannica: a Bronte il feudo personale di Nelson, gestito dagli eredi, ebbe dai garibaldini un trattamento “particolare” e non seguì la storia standard siciliana, nel 1860 in quei luoghi i “nostri” fecero ferro e fuoco contro i poveri braccianti, difendendo le proprietà inglesi.
L’esilio a Caprera, a conclusione dell’azione, è spiegabile con il fatto che l’arcipelago della Maddalena era abitato da mercanti inglesi che consigliarono Garibaldi il trasferimento, vendendogli prima mezza isola e successivamente la seconda parte. Probabilmente l’Ammiragliato aveva in progetto di fare a La Maddalena una permanente base militare inglese.
Garibaldi, amico degli Inglesi, fu osteggiato invece dai Francesi che nel 1862, ne chiedono la testa, anzi la gamba al Governo Regio.
Si sa che il cuore tenero non è una dote di cui sian colmi i carabinieri del Re, e quella volta a Gambaria, località dell’Aspromonte nei pressi San Luca, i gendarmi fermarono malvolentieri il nostro eroe a colpi di fucile; se volete dare un’occhiata allo stivale conservato nel Museo del Risorgimento, vedrete la bruciatura del pelo dello stivale dovuta al colpo sparato a “bruciapelo”.
Se invece andate al Gianicolo non impressionatevi per la squadra ed il compasso scolpiti sul lato destro del monumento equestre al nostro eroe; quei luoghi sono saturi di fratellanza e sorellanza massonica, dal Vascello al monumento con “Roma o Morte”.
Torniamo a valutare le stranezze belliche dei vascelli della WWII come l'affondamento della flotta francese su preciso ordine di Winston Churchill o la mancata conquista di Malta.
E’ mia opinione che ci sia stato un accordo tra varie Naval Lodge, nel quale era riportato il numero di battaglie da intraprendere, il numero di colpi da sparare e pure il nome del vincitore e questo piano era condiviso da tutti.
Quindi i destini del Mediterraneo erano disegnati all'Ammiragliato e questi piani non erano sgraditi a Garibaldi che si recò nel 1864 a Londra a ricevere onori.
Se googlate “Loggia Garibaldi” troverete 171mila occorrenze e capirete il Grande Disegno.
Il coraggio, l'avventura, le forze preponderanti dei nemici immancabilmente sconfitte, sorprese dall'audacia dell'eroe! Le popolazioni in festa, liberate dal giogo dell'oppressione, liete di unirsi finalmente con i loro fratelli del nord...
Pensate, ancora negli anni '70 i piemunteis non capivano un'acca di quel che dicevano i terùn venuti a lavorare alla FIAT, eppure era già così forte il desiderio di coesione un secolo prima: viva l'Italia!
Questa nobile epopea rivive oggi nel dispaccio del nostro inviato da Laputa, un pezzo da godersi di fianco al caminetto con un bel bicchierino di Marsala. Come sempre, buon fine settimana a tutti.
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Di Giovanni Pesce
C’è un curioso backstage dietro i movimenti garibaldini nei due mondi.
Un’ombra inglese anticipa e segue quasi sempre le azioni del nostro eroe ovunque egli operi sia in Italia, sia in Sud America, o a Caprera o a Londra.
E' impossibile illustrare questo concetto, senza dare un’occhiatina al quadro geo-politico di allora.
Negli anni dell’epopea garibaldina, l’Ammiragliato Inglese “dettava legge” nel Mediterraneo con la sua Mediterranean Fleet (il mare nostrum solcato dalle navi loro); e verso la fine della WWII le bandiere USA della Sesta Flotta sono subentrate alle Union Jack sui pennoni delle navi tra Gibilterra e Suez.
All’inizio del 800 l’ammiraglio Nelson se la suonava ad Abukir e Trafalgar mentre se la cantava a Palermo, Napoli e alla Maddalena.
I marinai mediterranei di allora mal sopportavano il fiato sul collo degli inglesi: anche l’ammiraglio napoletano Caracciolo ebbe a lamentarsi di un fastidioso “mal di collo inglese” e Nelson fu premiato per i suoi servizi al re di Napoli, con una ducea alle pendici dell’Etna, a Bronte.
Garibaldi, invece, sotto l’influenza del fascino della marineria inglese, decise di prendere contatto con alcune logge d’oltremanica ottenendone importanti vantaggi per i suoi servizi personali: John Temple, lord di Palmerston, preparò per lui l’azione più famosa, quella che portò 1000 uomini male armati a sconfiggerne 25.000 ben organizzati nel regno delle Due Sicilie.
L’oligarchia commerciale anglo-americana preparò la logistica con finanziamenti, copertura politica, blocco navale, fornitura di armi, acquisto di navi a vapore ed il comando militare piemontese aiutò l’azione con forniture di uomini e mezzi.
Non mi permetto di riassumere le azioni dei garibaldini e consigliandovi il commento di Antonella Randazzo, (grande blogger), vi accenno alcuni particolari.
La conquista del Regno delle Due Sicilie è un fatto che colpisce il sentimento degli italiani, ma per l'Ammiragliato è un'operazione di semplice routine come il ritorno delle isole greche al controllo greco nel 1864 o la battaglia dell'isola di Creta del 1941.
La prossima volta che andrete al supermercato, cercate una bottiglia di liquore Marsala così troverete marche Hopps, Ingham, Whitaker e Woodhouse; da quel momento nulla vi vieterà di pensare che in pratica Marsala sia stata nell ‘800 una colonia mercantile inglese; e se Garibaldi sbarcò a Marsala allora è ipotizzabile una collaborazione inglese, o come aiuto effettivo o per lo meno come non-ostacolo all’azione militare.
Garibaldi ricambiò il favore di Sua Maestà Britannica: a Bronte il feudo personale di Nelson, gestito dagli eredi, ebbe dai garibaldini un trattamento “particolare” e non seguì la storia standard siciliana, nel 1860 in quei luoghi i “nostri” fecero ferro e fuoco contro i poveri braccianti, difendendo le proprietà inglesi.
L’esilio a Caprera, a conclusione dell’azione, è spiegabile con il fatto che l’arcipelago della Maddalena era abitato da mercanti inglesi che consigliarono Garibaldi il trasferimento, vendendogli prima mezza isola e successivamente la seconda parte. Probabilmente l’Ammiragliato aveva in progetto di fare a La Maddalena una permanente base militare inglese.
Garibaldi, amico degli Inglesi, fu osteggiato invece dai Francesi che nel 1862, ne chiedono la testa, anzi la gamba al Governo Regio.
Si sa che il cuore tenero non è una dote di cui sian colmi i carabinieri del Re, e quella volta a Gambaria, località dell’Aspromonte nei pressi San Luca, i gendarmi fermarono malvolentieri il nostro eroe a colpi di fucile; se volete dare un’occhiata allo stivale conservato nel Museo del Risorgimento, vedrete la bruciatura del pelo dello stivale dovuta al colpo sparato a “bruciapelo”.
Se invece andate al Gianicolo non impressionatevi per la squadra ed il compasso scolpiti sul lato destro del monumento equestre al nostro eroe; quei luoghi sono saturi di fratellanza e sorellanza massonica, dal Vascello al monumento con “Roma o Morte”.
Torniamo a valutare le stranezze belliche dei vascelli della WWII come l'affondamento della flotta francese su preciso ordine di Winston Churchill o la mancata conquista di Malta.
E’ mia opinione che ci sia stato un accordo tra varie Naval Lodge, nel quale era riportato il numero di battaglie da intraprendere, il numero di colpi da sparare e pure il nome del vincitore e questo piano era condiviso da tutti.
Quindi i destini del Mediterraneo erano disegnati all'Ammiragliato e questi piani non erano sgraditi a Garibaldi che si recò nel 1864 a Londra a ricevere onori.
Se googlate “Loggia Garibaldi” troverete 171mila occorrenze e capirete il Grande Disegno.
3 comments:
Invece del Marsala, come scusa per i Borboni, proporrei un bicchierino di "Bourbon".
ciao Gianni
Un bel Brindisi per i Borboni, allora: cin-cin!
:-P
questi articoli di Pesce sono tra le cose più interessanti che si trovino in lingua italiana su web.
detto questo aggiungo che le ipotesi dietrologiche e negazioniste qui esposte suscitano la mi completa e totlae indignazione.
:-P
Blessed be
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