Monday, November 19, 2007

Canali in secca

Un sondaggio della European Interactive Advertising Association, basato su 7.000 interviste telefoniche effettuate in Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna, Scandinavia, Belgio e Olanda, ha rivelato che 6 su 10 europei preferiscono usare internet piuttosto che accendere la TV.
Per la prima volta, i giovani tra i 16 e i 24 anni di età accedono a Internet più spesso di quanto guardino la televisione – l’82% di questo gruppo utilizza Internet tra 5 e 7 giorni alla settimana, mentre solo il 77% guarda la televisione con la stessa regolarità (5% meno dell’anno scorso). I giovani tra i 16 e i 24 anni passano 10% del tempo in più navigando su Internet che non sedendo davanti alla TV e quasi la metà di loro (48%) dichiara di guardare meno la TV proprio perché c’è Internet.
A conferma di un trend ormai sempre più accentuato, anche la notizia che non solo i giovani abbandonano la TV a favore di internet:
Internet è sempre più popolare anche tra gli anziani e tra le donne: sono questi i fattori che hanno determinato la crescita dell’online. Dal 2006, infatti, il numero degli over 55 che usano Internet ogni settimana è aumentato del 12%, mentre il numero delle donne è aumentato dell’8%.
Intanto anche negli Stati Uniti sempre più utenti abbandonano anche la carta stampata, preferendo l'informazione gratuita ma di qualità su internet. Secondo i dati dell’Audit Bureau of Circulations, la vendita dei giornali è calata del tre per cento in un anno. Insomma, aumenta il numero di persone che hanno ormai abbandonato l'idea di informarsi sui mezzi tradizionali, logica conseguenza della continua produzione di panzane di questi strumenti di propaganda.

Logico quindi che si cerchi di correre goffamente ai ripari bollando come
terroristi i liberi fornitori di informazione indipendente, sempre più spesso in aperto contrasto con quella ufficiale. Altrettanto logica sarebbe da parte di TV e carta stampata un'inversione di rotta nel tentativo di recuperare il pubblico perduto, provando a fare il loro lavoro così come lo fanno le migliaia di siti indipendenti in rete: in una logica di libero mercato, sarebbe l'unica mossa capace di salvarli dalla cosiddetta distruzione creativa.

Purtroppo, il mercato attuale è tutt'altro che libero e, forti del salvagente finanziario fornito gentilmente dallo stato, i media mainstream continueranno a tediarci con le loro leggende sui terroristi con le scarpe esplosive e le bombe al Gatorade, per non parlare dell'inflazione da combattere con iniezioni di liquidità.

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