Thursday, September 20, 2007

Qualcuno ci vuole morti

"Non puoi tenere un gregge che non riesci a nutrire. In altre parole la conservazione può esigere la cernita e l'eliminazione per mantenere l'equilibrio tra il numero di ciascuna specie in rapporto ad un dato habitat.
Mi rendo conto che si tratta di un argomento scottante, ma resta il fatto che l'umanità è parte del mondo vivente".

(Filippo d'Edimburgo fondatore e presidente del WWF)
I più smaliziati hanno già capito da tempo che il nobile scopo dei cosiddetti verdi – salvare l'ambiente – deve necessariamente passare per la drastica riduzione della popolazione. La buona notizia è che, se per loro il nemico è l'umanità, non devono considerare se stessi come parte di essa, e possiamo quindi passare alle vie di fatto cacciandoli come abbiamo sempre fatto con tutti gli animali nocivi e molesti, senza troppe remore di coscienza.

È già stato scritto molto – inutilmente, a quanto pare – sulla letale ingerenza di stati e organismi transnazionali nella produzione di biocarburanti, su come questa provocherà una scarsità di generi alimentari e il conseguente aumento dei prezzi, con immediati riscontri soprattutto tra le fasce più povere della popolazione. Ora però stanno venendo fuori notizie sempre più allarmanti – ne trovate un paio qua sotto – che indicano come lo stesso ambiente finirà per essere danneggiato gravemente dall'aumento di produzione del biocarburante. Evidentemente, l'unico ambiente gradito a queste malsane bestiole è quello ripulito dal loro nemico naturale: l'uomo.

Prima di passare alle ultime notizie facciamo un breve ma sempre utile ripassino sulle mortifere parole del ministro Pecoraro Scanio. Leggiamo:
E' evidente che noi dobbiamo o abolire la quota esente, o almeno abbassare significativamente le accise sui biocarburanti. Dobbiamo defiscalizzare il carburante usato in agricoltura e dobbiamo garantire agli agricoltori che una parte dei fondi Ue serva alla produzione di biocarburanti, che portrebbero essere usati dalle aziende di trasporto pubblico urbano, in modo da contribuire a migliorare la qualita' dell'aria nelle città.
Lo spettacolo può cominciare.
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Secondo gli esperti il biocarburante peggiora la siccità in Ungheria

BUDAPEST, 20 settembre (Reuters) - La produzione di biocarburanti e la combustione di sottoprodotti agricoli nelle centrali elettriche ha contribuito alla severa siccità verificatesi quest'anno in Ungheria, ha detto giovedì un esperto accademico.

La siccità ha ridotto drasticamente il raccolto del mais in Ungheria dalla metà di quest'anno ma il tempo asciutto avrebbe avuto un effetto minore sui raccolti se i coltivatori avessero lasciato i gambi delle piante e la paglia sui campi come protezione dal sole e dall'evaporazione, invece di venderla come biomassa.

“C'è un'abbondanza di biomassa da bruciare là fuori e molti lotti di campi a maggese per coltivare piante a fini energetici,” ha detto il professor Marta Birkas dell'università di Szent Istvan ad un congresso dell'agricoltura.

“Avverto tutti di non vendere la paglia ed i gambi alle centrali elettriche,” ha detto. “Il terreno ne ha bisogno come protezione dalla siccità.”

I produttori di biocarburanti trasformano le granaglie ed i semi oleiferi in benzina e molti bruciano i sottoprodotti dell'azienda agricola per soddisfare le esigenze energetiche dei loro impianti, spesso molto alte, per processi come la fermentazione.

I biocarburanti sono propagandati come un modo per ridurre l'emissione dei gas serra che contribuiscono al riscaldamento globale, ma Birkas ha detto che la produzione di biocarburante sta peggiorando i problemi causati dai fenomeni meteorologici estremi che molti imputano al cambiamento climatico.
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L'etanolo cerealicolo & le sue impreviste conseguenze sulla California

Lo sviluppo dell'industria dell'etanolo cerealicolo in California è carico di conseguenze non intenzionali, nessuna delle quali è di beneficio all'economia o all'ambiente dello stato. Comprendono gli effetti sulle nostre risorse idriche sovrasfruttate, sulla qualità della nostra aria, sul prezzo dei generi alimentari e sulla difficoltà finanziaria dei cittadini mentre gli investitori privati guadagnano.

Ci sono già 235 impianti per l'etanolo in costruzione o in fase di progettazione in tutta la contea, oltre a 111 impianti in funzione. E non c'è semplicemente abbastanza grano in giro. Se tutte le fabbriche in costruzione o progettate entrano in funzione, inghiottiranno nientemeno che la metà dell'intero raccolto di grano entro il 2008.

Tutti i sistemi idrici da cui lo stato dipende, servono sia l'agricoltura che il settore urbano, sono oltre la loro capacità. L'etanolo richiede grandi quantità di acqua sia per coltivare il cereale che per processarlo, mettendo il grano in concorrenza diretta con la nostra industria agricola che sfama metà della nazione con tutti i i suoi prodotti ortofrutticoli.

L'etanolo cerealicolo richiede 3,7 - 5 galloni di acqua per produrre appena un gallone di etanolo nel processo di fabbricazione. L'etanolo cellulosico da altre materie vegetali è lontano a venire e richiederà 6 galloni di acqua per ogni gallone di etanolo, benché la produzione di energia sia 4-5 volte più grande rispetto all'etanolo cerealicolo.

Stati ricchi d'acqua come il Minnesota e lo Iowa lamentano che l'industria dell'etanolo sta estraendo la loro acqua freatica, inducendo alcuni impianti a chiudere perché il rifornimento d'acqua freatica si è così esaurito. In molti posti in California, particolarmente nella valle di San Joaquin, la terra già si è abbassata di molti piedi a causa dell'estrazione mineraria di acqua freatica.

Circa il 14 per cento del grano negli Stati Uniti è irrigato e questa superficie in acri irrigata consuma quasi 18 milioni di acri cubici all'anno [1 acro cubico=1233,5 metri cubici, NdT] di acqua – molta della quale è prelevata dallo strato acquifero di Ogallala nei Great Plains. Per mettere questo fabbisogno d'acqua in prospettiva, il flusso annuale medio del Colorado River a Lee's Ferry è soltanto di circa 14 milioni di acri cubici all'anno.

Quasi tutta l'agricoltura della California dipende dall'irrigazione. Deviando milioni di galloni d'acqua dai poderi della California all'etanolo si impedirà la crescita dell'approvvigionamento di generi alimentari alla nazione poiché la coltivazione del grano richiede molta acqua ed inoltre peggiorerà il problema dello scolo dei fertilizzanti da combustibili fossili e degli antiparassitari che inquinano i nostri canali navigabili. Questo spostamento del nostro importante terreno coltivabile dalle verdure alla mono-coltivazione di grano sta già accadendo nella contea di Kern.
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Vedi anche:
Bioimbecilli, Il caropasta

2 comments:

Anonymous said...

Però, almeno fino ad ora:

http://www.coldiretti.it/docindex/cncd/informazioni/648_07.htm

carloooooo

Paxtibi said...

Questo vuol dire che gli effetti della produzione di biocarburante ancora non si sono fatti sentire sul mercato, e ci dobbiamo preoccupare il doppio, se già il pane costa così caro.

Per quanto riguarda il divario tra i prezzi, bisognerebbe sapere quanto sono aumentate pressione fiscale e spese vive sui panifici e quanto sui coltivatori dal 1985, per poter giudicare i dati della Coldiretti.