“Il sangue scorre, vendetta vuole,” questo lo slogan scandito dagli studenti greci nelle tante manifestazioni seguite all'uccisione da parte di un poliziotto del quindicenne Alexi Grigoropoulos. Ma la vendetta, non potendo compiersi sull'assassino, colpisce tutto ciò che la massa trova a portata di mano, senza far distinzione tra stazioni di polizia e negozi di privati cittadini, assumendo l'inquietante aspetto di un'autopunizione.
È il trionfo del caos, pervicacemente voluto dal potere che da tempo lavorava proprio per questo, aumentando, senza validi motivi, la presenza della polizia nel quartiere più frequentato da studenti e a più alta densità antiautoritaria in attesa dell'inevitabile scintilla, che puntuale è arrivata, dando il via alla rabbia ed alla violenza distruttrice che covavano, figlie di un crescente disagio, sotto la calma apparente della normalità.
Si può pensare che tutto ciò sia l'involontario risultato di una serie di errori e di coincidenze, e in una certa misura sicuramente è così. Ma è necessario anche chiedersi per quale motivo si è voluta creare e rendere percepibile una tale spaccatura tra i cosiddetti tutori dell'ordine e gli studenti, i primi reclutati nelle campagne disagiate, i secondi spesso figli di famiglie privilegiate – come la giovane vittima – praticamente “costretti” allo scontro dopo averli ammucchiati nello stesso quartiere.
Obbligati a specchiarsi gli uni negli altri hanno scoperto di odiarsi: per lo sbirro l'invidia del mondo studentesco ovattato e gaudente, per lo studente il disprezzo per l'ignoranza dello sbirro, per la sua sottomissione, e insieme la rabbia per la sua impunità. Nel quadriennio 2003-2007, su 238 denunce a carico di agenti di polizia, solo una è risultata nell'espulsione dal corpo, mentre solo 127 casi sono giunti alla fase del processo, per solo due condanne. Questo non è un caso, ma il risultato di scelte politiche ben precise.
Il “manuale” massonico A Bridge to Light (pubblicato nel 1988 dal Supremo Consiglio del Rito Scozzese) ci ricorda della teoria di Albert Pike secondo cui le crisi e i disordini “renderanno possibile, ed alla fine realizzeranno, il Sacro Impero della vera Fratellanza Massonica.” Da cui il motto massonico “Ordo ab Chao,” l'ordine dal caos. Un nuovo ordine che dovrà nascere dal travaglio provocato dal precedente, e che sarà alfine invocato dai suoi stessi sudditi, inermi e sconvolti dal crollo del sistema, e pronti a cedere ogni residua libertà in cambio di pace e sicurezza.
È il trionfo del caos, pervicacemente voluto dal potere che da tempo lavorava proprio per questo, aumentando, senza validi motivi, la presenza della polizia nel quartiere più frequentato da studenti e a più alta densità antiautoritaria in attesa dell'inevitabile scintilla, che puntuale è arrivata, dando il via alla rabbia ed alla violenza distruttrice che covavano, figlie di un crescente disagio, sotto la calma apparente della normalità.
Si può pensare che tutto ciò sia l'involontario risultato di una serie di errori e di coincidenze, e in una certa misura sicuramente è così. Ma è necessario anche chiedersi per quale motivo si è voluta creare e rendere percepibile una tale spaccatura tra i cosiddetti tutori dell'ordine e gli studenti, i primi reclutati nelle campagne disagiate, i secondi spesso figli di famiglie privilegiate – come la giovane vittima – praticamente “costretti” allo scontro dopo averli ammucchiati nello stesso quartiere.
Obbligati a specchiarsi gli uni negli altri hanno scoperto di odiarsi: per lo sbirro l'invidia del mondo studentesco ovattato e gaudente, per lo studente il disprezzo per l'ignoranza dello sbirro, per la sua sottomissione, e insieme la rabbia per la sua impunità. Nel quadriennio 2003-2007, su 238 denunce a carico di agenti di polizia, solo una è risultata nell'espulsione dal corpo, mentre solo 127 casi sono giunti alla fase del processo, per solo due condanne. Questo non è un caso, ma il risultato di scelte politiche ben precise.
Il “manuale” massonico A Bridge to Light (pubblicato nel 1988 dal Supremo Consiglio del Rito Scozzese) ci ricorda della teoria di Albert Pike secondo cui le crisi e i disordini “renderanno possibile, ed alla fine realizzeranno, il Sacro Impero della vera Fratellanza Massonica.” Da cui il motto massonico “Ordo ab Chao,” l'ordine dal caos. Un nuovo ordine che dovrà nascere dal travaglio provocato dal precedente, e che sarà alfine invocato dai suoi stessi sudditi, inermi e sconvolti dal crollo del sistema, e pronti a cedere ogni residua libertà in cambio di pace e sicurezza.
6 comments:
Pax debbo ammettere che questo anarcocapitalismo è strepitoso.Un prodotto quantomeno dignitoso dell'ultima parte dell'era oscura che pone in una lucidità di discernimento elevatissima rispetto ai canoni moderni.
Da ragazzo che cerca di riportarsi e ripensarsi nella Tradizione, in un senso pieno che hai avuto modo almeno di notare, faccio i miei auguri e ringrazio per gli appogi forniti; alché ho premura nell' esprimere chiaramente che la strada della Tradizione è oggi una quasi totale bufala.
A me, che non percorro alcuna Via, farà molto piacere approfondire questa posizione nei limiti delle capacità e del possibile, cercando di riscontrare la concordanza con l'universalità Tradizionale.
Grazie dello spazio
D.
Auguri a te per il cammino! :-)
I cosiddetti tutori dell'ordine e gli studenti, i primi reclutati nelle campagne disagiate, i secondi spesso figli di famiglie privilegiate.
Ottima analisi, equilibrata e - purtroppo - disperata.
In "Planet terror" hai detto ad un commentatore che, mettendo al mondo un figlio, ci si assume la responsabilità di rendere questo mondo migliore". È vero. Il guaio è che personalmente non so come fare, tranne pregare e dare il buon esempio (che so, non rubare, rispettare il padre e la madre, ecc.).
Io credo che già questo basti gentile agliuto, aggiungendoci semmai l'impengo nella diffusione della coscienza libertaria( poiché essendo più o meno fuori dalla Tradizione a ciò si può giungere, giammai alla divulgazione della conoscenza o gnosi, come è chiaro per forza di cose elitaria) e questa coscienza non si scosta che di pochissimo, nella sua radicalità e onestà, da una coerente, in base alle capacità e possibilità, testimonianza cristiana.
Riflettevo infatti caro Pax che La Santa Chiesa inevitabilmente dal Santo Concilio di Trento non può che annoverarsi tra le sane istituzioni( se prendiamo a parametro lo Stato o qualsiasi altra società o ente, non so come appellarlo, illegittimo ) che in qualche modo si sono macchiate di commmistione.
Questa corrente libertaria, l'unica libertaria pienamente per forza di cose, non può che salvare un'anima come la mia che spesso si impelaga in vuoti sentimentalismi.
La morale d'altronde è sentimentale, ci si scorda spesso che essa oltre che essere "adattiva" in alcune sue parti non assolutizzabili , per chiarirci, è principalment euna regola d'azione.
La stessa questione etica maschera l'intervento sentimentale ma, nell'anarcocpaitalismo, a mio vedere, riesce a contenerlo nel giusto ambito e limite in base alle poche visioni,capacità e dati che ho.La mia rispsta è : siamo occidentali, e per chi ha qualche dato Tradizionale ciò fornisce della chiarezza, su miei esposizioni che possono charamente essere erronee.
La tempra occidentale è più attiva che contemplativa, siamo più ksatrya che bramani.
Pensavo con molto interesse che, se il contratto, per venirti incontro, del matrimonio (intendendolo nell'unica possibile eventualità che merita tal nome cioé quello sacramentale o tradizionale) fosse rescindibile già questa sarebbe una barrirera in meno tra i cristiani, per quel che ho capito,che appoggiano tra voi la propria volontaria schiavitù.
D'altronde ciò è possibile nella Santa Chiesa d'Oriente mentre a Roma , fedeli all'ammonimneto che si è un'unica carne, si va avanti ad oltranza.
Ciò non posso che considerare corretto ma si scorda che Cristo pose come possibilità di svincolo il concubinato cioé l'adulterio.Il Ripudio antico era per varie cause, ma al cristiano dovrebbe quindi esser concessa questa possibilità, la scissione del sacramento basato sulla fedeltà poiché rotta.D'altronde all'atto della firma si accettano le più impensabili eventualità a patto della fedeltà.In definitiva ci si può sposare anche senza amore...( per me conta che sia in Chiesa affinché non sia disordine e peccato)
Gli Ortodossi correttamente slegano( e non annullano )il matrimonio ma errano nel proseguire e nel concedere nuove nozze, poiché la Carne è unica.
Fa molto riflettere questo poiché invece i cattolici estremizzano al lato opposto creando una shciavitù che solo la morte chiude e che quindi può risultare anti libertaria.
Ricordandosi che eventualmente dopo la morte del coniuge è possibile un nuovo matrimonio e ricordandosi che se si dimostrasse che al momneto del matrimonio ci sia stata omissione di verità fondamentali o coerciziona allaora si che il matrimonio possa risultare NULLO.
Ci si scorda poi che cristianamente lo slegare il vincolo matrimoniale non inficia la sua perpetuità; verrebbe semmai sancita una separazione che potrebbe(poiché avremmo da interrogarci al riguardo) ripristinare una libertà civile ed una indipendenza ma che lascerebbe sempre aperta la strada al perdono ed alla comprensione quindi alla riunione, tornando legati , ma giammai riproponendo il matrimonio che appunto rimarebbe in perpetuo nell'intrinseca essenza degli esseri come isnegna la Dottrina.
Credo infatti caro Pax che La Santa Chiesa si sia spinta avanti troppo imprudentemente, pretendendo di fare di tutti gli uomini dei Santi, cosa impossibile e d'altronde inevitabilmente violenta.
Spero venga intesa bene da chi, capitando qui, legga ciò.
Aspetto un tuo parere convinto che l'argomento ti possa aver affascinato almeno.Spero no annoiato!
Saluti
D.
Essere libertari significa riconoscere che solo nella libertà è possibile per l'uomo assumersi la responsabilità delle proprie scelte e azioni, che è fondamentalmente ciò che separa l'uomo dalle bestie. In questo libertarismo e cristianesimo sono in perfetto accordo: l'uomo dev'essere libero di peccare perché scegliere il bene sia un merito, giusto?
Io credo infatti che il motivo alla base della dissoluzione della famiglia sia l'attuale incapacità di assumersi responsabilità che l'assenza di libertà ha provocato.
Sì, forse il matrimonio cattolico potrebbe essere più “elastico”, ma in fondo si tratta di una scelta di cui si dovrebbe essere responsabili, e in fondo non è un caso se il problema si presenta ora, nell'epoca in cui lo stato è più pervasivo che mai: a mio avviso l'irresponsabilità diffusa e l'eliminazione dei vantaggi pratici forniti dal matrimonio sono i veri motivi della crisi del matrimonio cattolico, molto più della sua “rigidità.”
Chiaro Pax.
Si DEVE avere la libertà di peccare, che però non preclude la libertà di impedire il peccato.Sarebbe interessante proseguire al riguardo.
Sulla rigidità...mi ero interessato nell'esporre che la Dottrina se si irrigidisce o sistematizza è per via di una degenerazione che non può che tramutarsi in una violenza e privazione.Essa è chiaro che rimane se stessa, e non degenera per nulla poiché il suo deposito è immutabile,ed infatti è inutile ogni mio attegiamento quasi apologetico.
Convengo per forza di cosse con la tua analisi sul matrimonio, che si rivela chiaramente il risultato del progetto cospirativo.
Grazie ancora! buona ricerca :-)
D.
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