Dopo una breve periodo di malfunzionamento, dovuto probabilmente al grosso buco nel campo magnetico terrestre scoperto di recente, il trasmettitore che ci mantiene in contatto con il nostro inviato a Laputa ha ricominciato a funzionare, e ci ha consegnato un nuovo dispaccio telepatico del Pesce Volante.
L'argomento della settimana tratta di una ben nota famiglia europea e di una malsana località sul Mar Caspio, famosa oggi per la sua produzione di una preziosa materia prima: il petrolio. Ed è proprio attorno ai pozzi dell'oro nero che si incrociano le vite di alcune delle personalità più notevoli del secolo scorso, responsabili direttamente e indirettamente di grani quantità di sangue versato, spesso in nome della pace e della libertà.
Vi lascio allora alla lettura – da coaudiuvare senz'altro con un bicchierino di vodka – con i consueti auguri di buon fine settimana.
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Di Giovanni Pesce
L’argomento che a prima vista potrebbe sembrare uno scioglilingua, è, questa settimana, relativo alle storie intrecciate di avventurieri nelle regioni del Caspio.
I Fratelli Ludwig, Robert e Alfred Nobel, chimici provenienti dalla Svezia, dopo aver iniziato la loro attività, commercializzando petroli americani nel Nord Europa, ed in un secondo momento aver costruito laboratori di produzione armamenti militari, per allargare la propria produzione di forniture militari, si spinsero infine a Baku nella regione del Caspio con la motivazione ufficiale di cercare dei buoni legnami per i calci dei loro fucili. In quel luogo poco adatto all’insediamento umano, costruirono una loro residenza, Villa Petrolea.
Il luogo era infernale: un lago di bitume, con forti odori e nessuna vita animale o vegetale degna di questo nome; però i Nobel con grande intraprendenza organizzarono un commercio di petroli russi e bitumi, costruirono abitazioni anche per il personale della loro impresa e cercarono di migliorare l’ambiente cittadino. Dall’altra parte del Caspio a Tsaritsyn, costruirono delle raffinerie.
Anche un'altra famiglia famosa si stabilì a Baku con l’intenzione di commercializzare i prodotti petroliferi: Alfonse Rothschild, francese, partecipò alla costruzione (1897-1907) dell’oleodotto Baku-Batum sul Mar nero per trasportare il petrolio verso il Mediterraneo.
I Nobel, da veri imprenditori, con la diversificazione della loro produzione divennero celebri per la invenzione della dinamite, un composto esplosivo derivato dal fulmicotone e dalle nitroglicerine ma di più facile uso e trasporto tanto da permettere delle guerre con un miglior numero di morti e distruzioni.
Per sdebitarsi nei confronti della storia, sentendosi un po’ colpevole, Alfred Nobel finanziò nel suo testamento (1895) un’organizzazione che scegliesse un personaggio importante a cui assegnare un premio (Nobel) per alcune particolari attività, tra le quali spiccava la Pace.
Ma l’idea che i Nobel avevano rispetto all’argomento era quella particolare detta “La Pace Armata,” ovvero: se due eserciti in contrapposizione tra di loro dovessero capire che uno scontro porterebbe alla totale distruzione di entrambi, allora un regime di pace sarebbe il risultato contingente più vantaggioso. La certezza della mutua distruzione garantirebbe la pace.
Nulla di nuovo rispetto allo scenario MAD (Mutual Assured Destruction) reso celebre dal Dr. Stranamore (peace is our profession) o alla favola dei due scorpioni.
Torniamo a Baku dove nei primissimi anni del 1900, le tensioni economiche e sociali erano fortissime ed erano alimentate anche dal desiderio di oligarchi USA bramosi di entrare in quel mercato.
Nel 1912 i Rothschild passarono le proprietà a Samuel della Royal Dutch, e contemporaneamente Rocky fece dumping di prodotti petroliferi USA sul mercato russo nel 1916.
Si sussurra che Koba (l’indomabile) fosse un ragazzotto che, in quel periodo, fomentava disordini tra i lavoratori del petrolio per boicottare la produzione ed indebolire gli oligarchi di Baku. a favore di terzi.
Nell’Ottobre 1917 il compagno Lenin prese il potere e Koba cambiò il suo soprannome in Stalin, nick dal suono più vicino a quello di Lenin.
Koba aveva nel corso di quei primi anni di rivoluzione, fatto carriera procurando finanziamenti al partito bolscevico, e non si era mai fatto scrupolo che le sue fonti di denaro fossero “pulite,” infatti la gran parte dei proventi derivava ad rapine e da sfruttamento della prostituzione femminile.
Nel 1920 il Governo Bolscevico nazionalizzò tutte le imprese petrolifere e nel 1926 fu concesso alla sola Standard Oil di Walter Teagle un diritto di estrazione di petrolio a Baku, coronando un sogno trentennale di John D. Rockefeller di entrare nel mercato russo.
Nel 1927 Stalin superò ogni ostacolo per la conquista del Kremlino.
Anche la città di Tsaritsyn, alla foce del Volga, precedentemente conosciuta con il nome di “Nobel Town” per via delle installazioni dell’industria petrolifera dei fratelli Nobel, cambiò graziosamente nome e per un certo periodo fu chiamata Stalingrado.
Cosa sia realmente avvenuto da quelle parti è ancora misterioso.
L'argomento della settimana tratta di una ben nota famiglia europea e di una malsana località sul Mar Caspio, famosa oggi per la sua produzione di una preziosa materia prima: il petrolio. Ed è proprio attorno ai pozzi dell'oro nero che si incrociano le vite di alcune delle personalità più notevoli del secolo scorso, responsabili direttamente e indirettamente di grani quantità di sangue versato, spesso in nome della pace e della libertà.
Vi lascio allora alla lettura – da coaudiuvare senz'altro con un bicchierino di vodka – con i consueti auguri di buon fine settimana.
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Di Giovanni Pesce
L’argomento che a prima vista potrebbe sembrare uno scioglilingua, è, questa settimana, relativo alle storie intrecciate di avventurieri nelle regioni del Caspio.
I Fratelli Ludwig, Robert e Alfred Nobel, chimici provenienti dalla Svezia, dopo aver iniziato la loro attività, commercializzando petroli americani nel Nord Europa, ed in un secondo momento aver costruito laboratori di produzione armamenti militari, per allargare la propria produzione di forniture militari, si spinsero infine a Baku nella regione del Caspio con la motivazione ufficiale di cercare dei buoni legnami per i calci dei loro fucili. In quel luogo poco adatto all’insediamento umano, costruirono una loro residenza, Villa Petrolea.
Il luogo era infernale: un lago di bitume, con forti odori e nessuna vita animale o vegetale degna di questo nome; però i Nobel con grande intraprendenza organizzarono un commercio di petroli russi e bitumi, costruirono abitazioni anche per il personale della loro impresa e cercarono di migliorare l’ambiente cittadino. Dall’altra parte del Caspio a Tsaritsyn, costruirono delle raffinerie.
Anche un'altra famiglia famosa si stabilì a Baku con l’intenzione di commercializzare i prodotti petroliferi: Alfonse Rothschild, francese, partecipò alla costruzione (1897-1907) dell’oleodotto Baku-Batum sul Mar nero per trasportare il petrolio verso il Mediterraneo.
I Nobel, da veri imprenditori, con la diversificazione della loro produzione divennero celebri per la invenzione della dinamite, un composto esplosivo derivato dal fulmicotone e dalle nitroglicerine ma di più facile uso e trasporto tanto da permettere delle guerre con un miglior numero di morti e distruzioni.
Per sdebitarsi nei confronti della storia, sentendosi un po’ colpevole, Alfred Nobel finanziò nel suo testamento (1895) un’organizzazione che scegliesse un personaggio importante a cui assegnare un premio (Nobel) per alcune particolari attività, tra le quali spiccava la Pace.
Ma l’idea che i Nobel avevano rispetto all’argomento era quella particolare detta “La Pace Armata,” ovvero: se due eserciti in contrapposizione tra di loro dovessero capire che uno scontro porterebbe alla totale distruzione di entrambi, allora un regime di pace sarebbe il risultato contingente più vantaggioso. La certezza della mutua distruzione garantirebbe la pace.
Nulla di nuovo rispetto allo scenario MAD (Mutual Assured Destruction) reso celebre dal Dr. Stranamore (peace is our profession) o alla favola dei due scorpioni.
Torniamo a Baku dove nei primissimi anni del 1900, le tensioni economiche e sociali erano fortissime ed erano alimentate anche dal desiderio di oligarchi USA bramosi di entrare in quel mercato.
Nel 1912 i Rothschild passarono le proprietà a Samuel della Royal Dutch, e contemporaneamente Rocky fece dumping di prodotti petroliferi USA sul mercato russo nel 1916.
Si sussurra che Koba (l’indomabile) fosse un ragazzotto che, in quel periodo, fomentava disordini tra i lavoratori del petrolio per boicottare la produzione ed indebolire gli oligarchi di Baku. a favore di terzi.
Nell’Ottobre 1917 il compagno Lenin prese il potere e Koba cambiò il suo soprannome in Stalin, nick dal suono più vicino a quello di Lenin.
Koba aveva nel corso di quei primi anni di rivoluzione, fatto carriera procurando finanziamenti al partito bolscevico, e non si era mai fatto scrupolo che le sue fonti di denaro fossero “pulite,” infatti la gran parte dei proventi derivava ad rapine e da sfruttamento della prostituzione femminile.
Nel 1920 il Governo Bolscevico nazionalizzò tutte le imprese petrolifere e nel 1926 fu concesso alla sola Standard Oil di Walter Teagle un diritto di estrazione di petrolio a Baku, coronando un sogno trentennale di John D. Rockefeller di entrare nel mercato russo.
Nel 1927 Stalin superò ogni ostacolo per la conquista del Kremlino.
Anche la città di Tsaritsyn, alla foce del Volga, precedentemente conosciuta con il nome di “Nobel Town” per via delle installazioni dell’industria petrolifera dei fratelli Nobel, cambiò graziosamente nome e per un certo periodo fu chiamata Stalingrado.
Cosa sia realmente avvenuto da quelle parti è ancora misterioso.
2 comments:
Mi risulta "Nobles Town" fosse in San Pietroburgo:
«The Nobel Town»
The Nobel family of Swedish entrepreneurs set up in St. Petersburg in the 1830s. On the Vyborg side, Emil, Ludwig, Robert and Emmanuel Nobel manufactured cannons, bombs, internal combustion engines and oil—drilling equipment. Their brother Alfred, leaving Russia for France, invented dynamite and founded the renowned Nobel Prize. The “town” comprises Emil Nobel’s mansion (21 Lesnoi Prospect), a residential building and houses for workers and foundry workshops – all of this was built by the Nobels’ countryman, Fyodor Lidval, in 1910—1913. Other architects designed Ludwig Nobel’s mansion (19 Vyborgskaya Embankment) and factory buildings for the “Nobel Town.”
Anche a Pietroburgo esisteva una Nobel town; ma l'altra Nobel town era situata all'altro terminal fluviale di distribuzione dell'olio del Caspio; Tsaritsyn alla foce del Volga.
su:
http://www.oilru.com/or/33/643/
si legge:
The «Nobel oil towns»
A so-called Nobel oil town appeared on a vacant lot between two deep ravines in the north-eastern part of Tsaritsyn. Before long it grew in size considerably and included: 15 large storage tanks containing a total of 1,360,000 poods of petroleum products with pipelines between them and a lightning conductor on a special post; an iron quay berth with pontoons; a machine shop; a water supply line with a tower; a more than one kilometer long track leading up to the Gryaze-Tsaritsyn railroad with a weighbridge handling tank cars with kerosene and oil (a total of 125 cars a day); an office building with ten annexes; a raw-material storehouse, and some other facilities.
Russia's largest oil company, called The Nobel Brothers' Partnership for Oil Production (Branobel for short) usava degli schooners sul sistema fluviale russo per la distribuzione dei prodotti petroliferi.
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