Saturday, April 26, 2008

Guernica

Con la capsula temporale del nostro corrispondente da Laputa torniamo all'inizio della seconda guerra mondiale, in un paesino basco di cui mai avremmo avuto conoscenza se non fosse stato scelto come tappa fondamentale della nostra discesa all'inferno, e come tale ritratto in un celebre quadro di uno dei maggiori artisti del secolo appena trascorso. Il dispaccio telepatico di Giovanni Pesce arriva infatti da Guernica.

È sempre più forte l'impressione che la diffusione della conoscenza di determinati eventi tragici venga sfruttata per plasmare le menti e le opinioni delle masse, preparando il terreno a nuovi, inimmaginabili orrori: pare esserci davvero sempre un secondo scopo sottotraccia più importante di quello palese, in molti degli avvenimenti chiave degli ultimi secoli, questo sembrano suggerirci le incursioni temporali del nostro Pesce preferito.

Ricordando quelle vittime innocenti vi auguro anche questa settimana una buona lettura e – per chi se lo può permettere – un buon ponte lungo (sperando ovviamente che non venga bombardato).
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Di Giovanni Pesce


Uno dei miti della storia recente è imperniato su Guernica, citta basca distrutta da un bombardamento aereo, durante la guerra civile spagnola, il 26 Aprile 1937 .

Cosa sia successo veramente ormai è abbastanza chiaro; più difficile è ora ricostruire le motivazioni che produssero quell’evento.

Fin ad allora il bombardamento su cittadini inermi era “quasi” vietato: infatti era tollerato lo sterminio delle popolazioni civili nelle colonie; italiani ed Inglesi si erano dati parecchio da fare in tal senso.

Dal punto di vista teorico il generale italiano Douhet aveva proposto nel 1921 una dottrina su come utilizzare la nuova arma area bombardando i punti nevralgici di una nazione: porti, aeroporti, scali ferroviari, centri militari e così via..
Gli obiettivi da raggiungere erano due: quello immediato dell’annullamento del valore militare del manufatto e quello scenografico di instaurazione di un periodo di “terrore” nella popolazione civile.

Queste teorie erano state utilizzate dai dr. Strangelove dell’epoca, solo nelle colonie italiane ed inglesi, mentre i tedeschi non avevano avuto ancora possibilità di far esperienze di bombardamento “coloniale” in quanto erano stati privati dei territori d’oltremare al termine di WWI.

Niente paura: l’occasione di rifarsi viene subito con la guerra di Spagna, dove viene inviata la legione Condor comandata da Wolfram Von Richtofen, cugino di Manfred Von Richtofen il famoso “Barone Rosso.”
Il quadro operativo del 26 Aprile 1937 vede i gruppi italiani partecipare all’azione con 3 Savoia Marchetti 79 che alle ore 15,30 danno inizio all’operazione: obiettivo il ponte stradale sul fiume Oca verso il quartiere di Renterria.
Grazie all’inefficienza del bombardamento da 4000 metri di quota, il ponte non viene colpito.

Un'ora dopo un secondo assalto ad opera di Junkers 52 tedeschi colpisce il centro città con bombe dirompenti.

Dopo essere tornati alla base aeroportuale di Vittoria i bombardieri tedeschi imbarcano bombe incendiarie e ripartirono all’assalto del paesino; il risultato è un incendio quasi totale.

Il ponte e una fabbrica di armi situati a Guernica non vengono danneggiate.

Qualche giorno dopo i giornalisti inglesi annunciarono al mondo la strage a Guernica di 1650 persone, una cifra alquanto diversa da quanto accertato negli ultimi anni.

Picasso per 300mila peseta (500 mila euro attuali) preparò un quadro chiamato “Guernica” che venne esposto i primi di Giugno a Parigi; le dimensioni del quadro (7,8 x 3,5 m) fanno ipotizzare un periodo di composizione maggiore di quello dichiarato (30 gg. di maggio 1937).
Una teoria “di corridoio” afferma che Picasso avrebbe modificato in quattro e quattrotto un quadro che aveva quasi completato in ricordo di un suo amico torero deceduto in una corrida..

Sembrerebbe che il grande mainstream culturale abbia gestito la vicenda avendo come obiettivo finale l’accettazione psicologica di un bombardamento di popolazioni civili nel quadro generale di una preparazione degli animi umani a convivere con una serie di nuovi eventi che faranno tremare la terra. Coventry, Desdra, Amburgo, Tokio, Hiroshima sono quindi stati i passi successivi di questa demenza dove le uccisioni di massa e le rappresentazioni pubbliche delle stragi avrebbero terrificato tutti i nemici sia in essere che potenziali.

Ma questo è il modo di essere del nostro mondo.

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