Friday, August 17, 2007

Nuove mosse contro l'Iran

Mentre a Bischkek, capitale del Kirghizistan dove è riunita l'organizzazione per la cooperazione di Shangai (un'alleanza asiatica che aspira a bilanciare il predominio economico e politico dell'occidente) il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad – evidentemente in risposta alle notizie sul possibile inserimento della Guardia rivoluzionaria nella lista delle organizzazioni terroristiche – ha affermato che lo scudo spaziale statunitense è una minaccia per tutta l'Asia, dai comandi americani a Baghdad continuano ad arrivare accuse all'Iran.

BAGHDAD (Reuters) - di Ross Colvin
L'Ambasciatore statunitense in Iraq ha esposto le conseguenze di un eventuale ritiro delle truppe Usa dal paese, avvertendo che una simile mossa aprirebbe le porte ad "una grande avanzata iraniana" che potrebbe mettere in pericolo gli interessi di Washington nella regione. L'ambasciatore Ryan Crocker ha anche accusato Tehran di voler indebolire il governo iracheno guidato dalla maggioranza sciita, in modo da riuscire "a controllarlo in un modo o nell'altro". L'Iran continua a negare di aver contribuito ad addestrare le milizie sciite che operano in Iraq.
Ma su cosa si basa questa certezza dell'intensificazione del coinvolgimento iraniano nel conflitto iracheno? Leggiamo su Global Research:
Gli USA accusano l'Iran per le vittime dei suoi stessi attacchi
Di Gareth Porter
Nella sua conferenza stampa del 5 agosto, Odierno, comandante in seconda delle truppe degli Stati Uniti in Iraq, ha incolpato l'Iran dell'aumento nella quantità di vittime USA attribuibili alle milizie sciite, affermando che avrebbe “aumentato il suo supporto a questi gruppi, secondo il rapporto di settembre” – un riferimento al molto pubblicizzato rapporto del generale David Petraeus sulla strategia degli Stati Uniti. [...]

Ha ripetuto l'accusa in un'intervista con Michael R. Gordon che il New York Times ha pubblicato in prima pagina l'otto agosto sotto il titolo, “per gli Stati Uniti bombe fornite dall'Iran stanno uccidendo più truppe in Iraq.” In quell'intervista, ha dichiarato dell'Iran, “penso che desiderino influenzare la decisione che potenzialmente dovrebbe arrivare a settembre.”

Quello che Odierno ha inquadrato in termini di politica iraniana, tuttavia, può essere spiegato molto più semplicemente dal fatto che l'esercito degli Stati Uniti ha organizzato più operazioni contro l'esercito del Mahdi di Moqtada Al-Sadr durante la primavera e l'estate.

Il comando degli Stati Uniti non ha fornito alcuna statistica sugli obiettivi deile sue operazioni degli ultimi mesi, ma i resoconti su tali operazioni rivelano un grafico di aumentanti attacchi degli Stati Uniti al personale dell'esercito del Mahdi dal marzo 2007.

Fra il 26 aprile ed il 30 giugno, il comando degli Stati Uniti a Bagdad ha annunciato dozzine di operazioni militari a Bagdad – la vasta maggioranza a Sadr City – solamente allo scopo di catturare o uccidere sciiti appartenenti a quelle che sono state chiamate “cellule segrete” – un termine usato per descrivere le unità dell'esercito del Mahdi che si presumono essere sostenute dall'Iran.
E qui sarebbe bene chiedersi: ma davvero è necessario alla guerriglia sciita irachena il supporto esterno dell'Iran? Non c'è già in giro una certa abbondanza di esperti istruttori nelle tattiche militari da quando Bremer decise di sciogliere l'esercito iracheno (con conseguente licenziamento di 400.000 iracheni), e l'aumento di armi in possesso della resistenza non aveva forse un'altra origine, come è stato scoperto di recente? Del resto, non serve la logica quando si possono semplicemente ripetere le stesse panzane fino a farle accettare per vere, cosa che già Goebbels ben sapeva. Ma le mosse USA non si limitano alla propaganda. Infatti, lontano dai riflettori...
Gli Stati Uniti armano Ryiad
di Elisa Borghi
Si svolge tra le proteste di Teheran, il tour diplomatico in Medioriente del segretario di Stato americano Condoleezza Rice e del ministro della Difesa Robert Gates. Dalla capitale iraniana ieri si sono levate critiche durissime nei confronti dell'amministrazione Usa (e questa non è una novità) di fronte all'annuncio della stessa Rice che l'aiuto militare americano destinato allo stato di Israele, nel decennio 2008-2018 aumenterà sino a superare la somma dei 30 miliardi di dollari. In pratica 9 miliardi in più rispetto al decennio precedente. E che anche l'assistenza militare Usa destinata all'Egitto si gonfierà fino a quota 13 miliardi per lo stesso periodo. La notizia, attesa da giorni, era stata anticipata nel week end dai quotidiani americani New York Times e Washington Post che la legavano ad un'altra rivelazione, non confermata ma neppure smentita da Washington: quella di una serie di nuove, e ricchissime, commesse militari americane che interesserebbero cinque Paesi del Golfo Persico: le monarchie di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar, Bahrein et Oman.
La partita continua...

Update: anche la Russia alza la tensione. Dalla
Reuters:
Russia, Putin: riprenderanno voli bombardieri a lungo raggio
La Russia ripristinerà la pratica in uso ai tempi dell'Unione sovietica di far volare in modo permanente i suoi bombardieri a lungo raggio fuori dal proprio territorio, secondo quanto dichiarato dal presidente russo Vladimir Putin.

"Abbiamo deciso di ripristinare i voli strategici dell'aviazione russa in modo permanente", ha detto Putin ai giornalisti durante un'esercitazione militare fatta insieme alla Cina e a quattro stati dell'Asia centrale sulle montagne degli Urali.

4 comments:

Anonymous said...

Era inevitabile...

Del resto era abbastanza chiaro. Bisognava vedere se sarebbe toccato prima alla Siria o all'Iran.

Gli USA hanno bisogno di mantenere il dollaro ancorato a gas e petrolio, altrimenti la cina e il giappone si liberebbero all'istanti delle tonnellate di coriandoli verdi su cui hanno piramidato le loro valute e farebbero collassare il dollaro all'istante gettando gli USA in una recessione di 15 anni.

Gli usa non possono fare altro... la devono buttare in caciara con una grossa guerra.

C'e' un mostruoso rischio di iper inflazione dietro l'angolo.
O aspettano che arrivi o se la vanno a cercare contrastandone gli effetti.

In realta' la guerra non e' tra occidente e oriente, tra cattolici e mussulmani, tra terroristi e USA (che sono terroristi), ma e' una guerra per la liberazione del mondo dal dollaro come hard-currency.

E ovviamente agli USA non sta bene.

Con l'esplosione del sistema fiat-money ai livelli visti negli ultimi anni sta diventando chiaro a molti, forse troppi, che i dollari sono solo coriandoli, ma la FED continua a difendere a oltranza il sistema bancario che e' il braccio operativo per la propagazione del sistema.

In realta' non dovrei dire "ma". Non c'e' nulla di sorprendente. La FED non poteva che tagliare il tasso di sconto. Ma lasciando inalterato il tasso sui FED FUNDS libera la mano ancor di piu' alle magie della riserva differenziale.

Fiat-money, liquidita' illimitata, senza alterare i tassi di mercato.

Pura fanta-finanza.

Come se ne esce?

O stando seduti aspettando il cadavere del nemico (quello che sta facendo il giappone) o si va all'attacco: USA e Russia.

Vedremo... basta che non mi buttano una bomba sul mio casale... tanto io ho investito tutto in oro.

Paxtibi said...

temo anch'io che lo sbocco della crisi non possa essere che una nuova guerra. Stavo però leggendo Ximphora che ha un'opinione diversa. Non mi ha completamente convinto, ma certamente ha confuso maggiormente le mie idee.

Il link:

http://tinyurl.com/3bbe96

Anonymous said...

Interessante il pezzo su http://tinyurl.com/3bbe96

Soratutto il fatto che potrebbe essere l'esercito a ribellarsi alla lobby sionista a Washington.

Credo ci sia del vero. Dopo il disastro in Iraq, i generali potrebbero opporsi all'andare al macello in Iran.

Paradossalmente e' una speranza.
C'e' di positivo anche il fatto che alla fine del secondo mandato Bush non manca abbastanza tempo per lanciare questa guerra.

Il che secondo alcuni espone al rischio di una accelerazione, soprattutto alcuni predicono una seconda ondata di attentati tipo 9/11 in Europa, per poter accelerare l'entrata in guerra.

Ma c'e' da ricordare che la lobby sionista e' animata da un ideale. Gli interessi personali dei singoli sono relativamente secondari rispetto all'ideologia e, tante volte in passato, la lobby ha mostrato di saper attendere e di passare il testimone in attesa del momento giusto.

Rumsfeld, Rice, Cheney e Wlokwitz hanno lavorato alla preparazione del "New American Century" dai tempi di Regan, hanno atteso e lavorato nell'ombra durante i mandati democratici e potrebbe essere l'ora per loro di passare il testimone.

E soprattutto attendere il prossimo mandato presidenziale neo-con.

Ci sono comunque due percorsi paralleli animati dalla lobby sionista, mantenere l'attuale sistema monetario ed espanderlo nel mondo, e mantenere il dollaro principale hard currency.

La propagazione del sistema monetario fiat-money verso una economia di puro debito (vedi quello che sta succedendo al risparmio familiare...) mi sembra di gran lunga piu' pericoloso e piu' a buon punto.

Le due cose sono strettamente legate perche' il sistema fiat-money si basa sulla propagazione del dollaro usa, back-upato sul nulla dopo il 1971, come hard currency.

Anonymous said...

Sebbene la fonte sia tutt'altro che autorevole... http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/esteri/iraq-118/iraq-118/iraq-118.html