Friday, August 3, 2007

Tagliare i ponti

Questa è la classica notizia che, per la drammaticità dell'evento e delle immagini, conquista le prime pagine e i titoli dei telegiornali, per venir presto dimenticata e sostituita con nuove tragedie. Eppure, mai come in questo caso è evidente il valore simbolico del ponte che crolla a causa dell'inettitudine, del menefreghismo e dell'inefficienza dolosa della burocrazia di stato: la casta di parassiti che taglia i ponti con l'organismo che li ha nutriti, convinti di sopravvivergli e della propria raggiunta superiorità. I famosi “servizi” pagati a caro prezzo che si trasformano in trappole mortali, in efficientissime ghigliottine di questa rivoluzione al contrario, del padrone contro gli schiavi. Di chi si è arricchito alle spalle degli altri e ora li chiude nella nave che affonda.
Da ABC News:
I funzionari del Minnesota erano stati avvertiti fin dal 1990 che il ponte crollato sul fiume Mississippi era “strutturalmente carente,” tuttavia scelsero una strategia di rammendi e di controlli più frequenti. Durante gli anni '90, controlli successivi rivelarono crepe da affaticamento e corrosione dell'acciaio intorno ai giunti del ponte. Quei problemi furono riparati. A partire dal 1993, secondo lo Stato, il ponte è stato controllato annualmente anziché ogni due anni. Un controllo federale nel 2005 valutò il ponte carente anche strutturalmente, assegnandogli 50 su una scala di 100 per la stabilità strutturale. [...] Il governatore Tim Pawlenty ha risposto giovedì ordinando un controllo immediato di tutti i ponti dello stato con disegni simili, ma ha detto che lo Stato non fu mai avvertito che il ponte avesse bisogno di essere chiuso o riparato immediatamente.
Notare qui il difficile esercizio di contorsionismo linguistico del governatore:
“C'era l'opinione che per il ponte infine e finalmente stesse arrivando il momento della sostituzione,” ha detto. “Ma sembra dalle informazioni che abbiamo a disposizione che la timeline per questo non fosse immediata o imminente, ma più nel futuro.”
Nel dubbio ha preferito rinviare, confidando probabilmente che il ponte avrebbe retto almeno fino al termine del suo mandato. Leggiamo anche Repubblica, che riprende lo Star Tribune:
"Non significa che il ponte non fosse sicuro" - ha detto poi il segretario ai Trasporti Mary Peters - "Nessuno di quegli indicatori segnalava che ci fosse alcun tipo di rischio". E il governatore, Tim Pawlenty, ha ricordato che negli Stati Uniti sono circa 80mila i ponti inseriti nell'elenco di quelli con problemi strutturali.
Infatti, anche di governatori stronzi ce ne sono tanti, mica solo tu.
Le procedure per iniziare i lavori sarebbero dovute partite nei prossimi mesi, ma poi all'interno del dipartimento prevalse una linea diversa per paura che l'intervento potesse invece indebolire ancora di più il ponte e tutto venne bloccato. "Decidemmo di continuare invece con le ispezioni, iniziate a maggio" ha detto allo Star Tribune Dan Dorgan, ingegnere. "Credevamo di aver fatto tutto il possibile, ma ovviamente qualcosa è andato terribilmente storto".
Che sfiga, eh?

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