Saturday, January 12, 2008

Lend Lease Act

La capsula temporale di Laputa è ripartita con destinazione la Seconda Guerra Mondiale, evento chiave della nostra storia recente e territorio d'indagine preferito del nostro inviato Giovanni Pesce. Il documento di cui ci riferisce nel suo dispaccio telepatico settimanale è di grande interesse, in quanto aiuta a comprendere il perverso meccanismo grazie al quale il massacro e la distruzione diventano strumenti economici d'eccezione nel funzionamento della macchina dello stato.

Se la catena di montaggio introdotta dall'industrialismo vi è sempre apparsa disumanizzante, vi prego di considerare con la dovuta attenzione la “catena di smontaggio” in cui si è trasformata l'attività bellica nelle mani degli uomini di stato.

Mescolando il White Russian di prammatica, auguro ai lettori buona lettura ed un rilassante fine settimana.
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Di Giovanni Pesce


La storia economica magnifica molto gli effetti della ripresa produttiva USA degli anni ’30 dopo la crisi finanziaria del 1929, e suggerisce come attore principale di tale ripresa l’aumento delle spese governative; in effetti le grandi opere pubbliche come il Golden Gate Bridge o la Tennessee Valley Authority sono gli esempi classici che vengono indicati agli studenti di economia keynesiana.

Ma la vera chiave di volta della storia economica USA è stato il Lend Lease Act del 11 Marzo 1941; atto con il quale il governo Usa ha finanziato con affitti o prestiti la grande opera pubblica conosciuta con il fantasioso nome di WWII.

In pratica al Presidente è stato permesso di "vendere, trasferire, scambiare, affittare, prestare o altrimenti adoperare qualsiasi materiale di difesa a beneficio di ogni Paese la cui difesa fosse ritenuta vitale per la difesa degli Stati Uniti"; lo scenario di riferimento era quello dell’incendio della casa del vicino: in tale circostanza è vantaggioso offrire al vicino un aiuto “fraterno” per evitare che l’incendio si propaghi amche alla nostra casa.

Esisteva una serie di atti che imponevano agli Usa un obbligo di neutralità; i Neutrality Acts del 1936-1939; e questi atti imponevano un regime di “Cash and Carry” per la concessione di materiale bellico; ora in caso di prestito “in comodato d’uso” degli armamenti c’era la novità dell’impegno alla restituzione a fine conflitto.

È un po’ singolare la vicenda di restituzioni di materiale bellico: già le previsioni d’uso parlavano di tempi limitati (ad es. la vita operativa di uno Spitfire era prevista in 100 ore c.a.) in più occorreva prevedere il degrado tecnologico per il quale ogni anno era necessaria una sostituzione di gran parte del materiale di prima linea; con queste condizioni operative la restituzione di materiale bellico era un’operazione a costo economico ed operativo pesantemente negativo.

Ai più appassionati propongo di contare le versioni dell’inglese Spitfire in 60 mesi di attività bellica; ogni versione (da MK 1 a MK 24) era frutto di un continuo adattamento tecnologico ed evolutivo che naturalmente spingeva le versione vecchie verso il dimenticatoio; osservando anche il materiale americano si poteva notare lo stesso ritmo di aggiornamento tecnologico.

Nel trattato di Lend Lease erano compresi, per la prima volta della storia, anche i beni di sussistenza “any defense article”; a differenza di quanto veniva pensato in Europa, negli Usa anche i beni voluttuari come il chewing-gum, le bevande e le sigarette facevano parte del materiale bellico.

Molte nazioni usufruirono del Lend-Lease Act (GB, USSR, Francia Cina ed altri) e il costo totale dei materiali distribuiti ammontò a 48 miliardi di dollari dal 1941 al 1946.

Questa spesa, combinata con la spesa militare e l’arruolamento, costituì la chiave di volta per la piena occupazione USA, obiettivo tanto caro agli economisti keynesiani.

In realtà molti furono più contenti: i proprietari delle fabbriche con maggiori profitti, i lavoratori con maggior quantità di salario e pure i beneficiari degli aiuti Usa che si videro regalare armamenti abbastanza costosi. Più scontenti dovevano essere i contribuenti USA appesantiti da un maggior debito pubblico e gli abitanti dei paesi distrutti o depredati dalla WWII.

L’economista inglese Keynes, per perseguire uno scenario di questo tipo, proponeva, infatti, la teoria di far scavare ai disoccupati delle buche nel terreno e poi ricoprirle; gli americani, più pratici, organizzarono la più grande fabbrica d’armi del pianeta ed un sistema di distruzione delle stesse, catturando due piccioni con un'unica fava.

Quel materiale bellico prodotto è stato poi distribuito a tutto il mondo: sia ai combattenti sia ai privati con le vendite di surplus; tutti gli smanettoni di elettronica degli anni 50 hanno usufruito di radio provenienti da surplus militari (Anche Radio Alice di Bologna nel 1977 trasmetteva utilizzando surplus militare).

Così con questi affitti e prestiti, gli Usa riuscirono a risolvere, a loro favore, l’annoso debito nei confronti dell’United Kingdom. Nel Luglio 1944 gli economisti Usa organizzarono gli accordi di Bretton Wood con i quali si stabiliva un Nuovo Ordine Economico, e si gettavano le basi per il controllo monetario globale.

Il piano Lend-Lease fu bloccato il 2 Settembre 1945 e rimpiazzato con il Piano Marshall, abbastanza simile ma con l’esclusione dell’URSS e paesi satelliti; quest’ultimo piano sarà la base economica per il piano politico venticinquennale aka Cold War.

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