Sunday, June 14, 2009

Fascialismo: il nuovo sistema americano

“Il bene comune viene prima del bene privato.” Potrebbe essere lo slogan dell'amministrazione Obama ma, come ci ricorda Thomas DiLorenzo fu coniato nella Germania nazista. Con i concetti di bene comune, interesse nazionale, servizio alla collettività, costituisce la base dottrinaria di tutti i totalitarismi: negando la centralità dell'individuo si facilita la sua sottomissione all'autorità, che seppur formata da individui si presenta non come rappresentante di un'entità superiore, la “collettività.”

E se il genere di sistema economico può variare leggermente da caso a caso, la dissoluzione dell'individuo nella massa e la negazione della sua libertà sono una costante in tutti i regimi della storia, il passo necessario per garantire i privilegi del potere.

Almeno fino all'inevitabile implosione dell'economia.
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Di Thomas J. DiLorenzo


“Se il liberalismo classico si scrive individualismo, il fascismo si scrive governo.”
~ Benito Mussolini, La Dottrina del Fascismo

I due peggiori flagelli dell'umanità nel ventesimo secolo sono stati il socialismo ed il fascismo. Insieme, hanno rovinato gran parte dell'economia mondiale a causa della loro comune “presunzione fatale” (termine di F.A. Hayek) che i pianificatori centrali del governo fossero superiori alla proprietà privata ed ai mercati liberi. I governi fascisti e socialisti (non che ci sia una gran differenza fra loro) hanno ucciso oltre 100 milioni dei loro cittadini, come ha documentato il sociologo R.J. Rummel (vedi il suo libro, Death by Government), ed hanno istigato guerre che hanno causato altri milioni di morti.

Incredibilmente, il duopolio bipartitico che lungamente ha governato l'America ha adottato sia il fascismo che il socialismo come le caratteristiche che definiscono il nostro sistema economico. Chiamatelo fascialismo. È una ricetta per il suicidio economico delle nazioni.

Fascismo economico

Il fascismo economico come praticato in Italia e Germania negli anni 20 e ’ 30 permetteva alla proprietà ed all'impresa privata di esistere, ma soltanto se rigorosamente controllate e regolamentate dallo stato in modo che servisse “l'interesse pubblico” e non gli interessi privati. La filosofia del fascismo tedesco era espressa dallo slogan Gemeinnutz geht vor Eigennutz, che significa che “il bene comune viene prima del bene privato.” “L'Ariano,” scrisse Hitler in Mein Kampf, “subordina volontariamente il proprio ego alla comunità e, se l'ora lo richiede, lo sacrifica persino.” Suona molto simile al tema della campagna di John McCain “Prima il Paese” (prima dell'interesse personale), non è vero?

Naturalmente, è il governo a decidere cosa costituisce “il bene comune.” Ci sono dubbi che il governo ora definirà come costituenti “il bene comune” le attività bancarie e le fabbriche di automobili – e la sanità una volta completamente nazionalizzata?

La filosofia alla base del fascismo italiano era virtualmente identica. “La concezione fascista della vita,” scrisse Mussolini in La Dottrina del Fascismo, “esalta l'importanza dello Stato ed accetta l'individuo solo nella misura in cui i suoi interessi coincidono con quelli dello Stato.”

È notevole come le dichiarazioni contemporanee di politica economica siano così spesso identiche a quelle fatte dai fascisti europei all'inizio del ventesimo secolo. Mussolini si lamentò nel 1935, per esempio, perché l'intervento del governo nell'economia italiana era stato “troppo vario e dispersivo, contraddittorio. Ci sono stati . . . interventi, caso per caso, all'occorenza.” Il suo consigliere, Fausto Pitigliani, spiegò che sotto il fascismo la regolamentazione del governo avrebbe invece realizzato una certa “unità d'intenti.”

Esattamente in questo modo i poteri forti a Washington hanno diagnosticato la presente crisi finanziaria: c'è stata troppo poca regolamentazione del mercato finanziario, ci dicono, ed è stata, be', anche varia e contraddittoria. Quindi, hanno suggerito una Super Autorità Regolamentatrice che si suppone governerà, regolamenterà e controllerà ogni “rischio sistemico” nell'intera economia. L'unico dibattito è se, per realizzare questa “unità dello scopo,” debba esser creata un'agenzia interamente nuova o se dovrebbe essere data la responsabilità a quella Fed che è la prima causa dell'attuale crisi economica.

Le “associazioni” governo-impresa erano un segno distintivo sia del fascismo italiano che di quello tedesco. Tuttavia, come Ayn Rand notò una volta, in tali “associazioni” il governo è sempre il “socio principale.” La “collaborazione” di governo e impresa era presumibilmente necessaria nell'Italia fascista, spiegò Fausto Pitigliani nel suo libro del 1934, Lo Stato Corporativista Italiano, perché “il principio dell'iniziativa privata può essere utile soltanto al servizio dell'interesse nazionale.” È questo “servizio dell'interesse nazionale” il lavoro progettato per lo “Zar dell'auto” recentemente nominato dall'amministrazione Obama (insieme, finora, ad altri circa venti “Zar”). È inevitabile che come prodotto finale avremo le automobili peggiori del mondo, infinite sovvenzioni e prestiti, e un debito sbalorditivo caricato sulle spalle dei contribuenti. Tutto per pagare un debito da campagna elettorale al sindacato unitario dei lavoratori dell'automobile, che porta gran parte della responsabilità per la distruzione di General Motors e di Chrysler in primo luogo.

Il segno distintivo della politica economica dell'amministrazione Obama fino ad ora è un'“associazione” forzata con dozzine di grandi banche e con General Motors e Chrysler. Sta minacciando centinaia di altre “associazioni” in nome della regolamentazione ambientale. E questo appena nei primi cinque mesi. Mussolini avrebbe provato invidia.

Il fascismo italiano generò una gigantesca economia di salvataggi. Il critico sociale italiano Gaetano Salvemini scrisse nel suo libro del 1936 Sotto l'ascia del fascismo, che “È lo stato, cioè, il contribuente, ad essere diventato responsabile dell'impresa privata. Nell'Italia fascista lo stato paga gli errori grossolani dell'impresa privata.” “Il profitto è rimasto all'iniziativa privata,” scrive Salvemini, ma “il governo ha aggiunto le perdite al peso dei contribuenti. Il profitto è privato e individuale. Le perdite pubbliche e sociali.” Suona familiare?

Mussolini stesso si vantò nel 1934 che “tre quarti del sistema economico italiano era stato sovvenzionato dal governo,” scrive Salvemini. L'amministrazione Obama (con una spinta iniziale datale dall'amministrazione Bush) è sulla strada per superare questo livello di saccheggio.

Socialismo

Nell'introduzione all'edizione del 1976 del suo famoso libro, La Via della Schiavitù, F.A. Hayek ha scritto (p. xxiii) che quando il libro fu pubblicato per la prima volta nel 1944, il socialismo significava “senza ambiguità la nazionalizzazione dei mezzi di produzione e la pianificazione economica centrale che la rendeva necessaria.” Ma entro gli anni 70 “il socialismo è venuto a significare principalmente una vasta ridistribuzione dei redditi con le tasse e l'istituzione dello stato sociale.” Quindi, dagli anni 30 il partito democratico in America è stato il partito del socialismo, con poca o nessuna efficace opposizione da parte del partito repubblicano o, come nel caso dell'amministrazione del presidente George W. Bush, con complice partecipazione. L'amministrazione Bush ha ampliato notevolmente lo stato sociale, mentre Obama intende ampliarlo molto più velocemente, specialmente se riesce a realizzare il socialismo nella sanità e ad imporre livelli ancor più punitivi di tasse sul reddito ai cittadini più produttivi.

Obama promette il peggiore di tutti i mondi economici: una vasta espansione della forma di socialismo dello stato sociale, come definita da Hayek, con una dose pesante di socialismo stalinista antiquato, da primo ventesimo secolo, con nazionalizzazione delle banche, delle fabbriche aziende automobilistiche, della sanità e di qualsiasi altra cosa su cui possa mettere le mani. Il culto mussoliniano della personalità che gli è cresciuto intorno faciliterà questa disastrosa marcia verso il suicidio economico nazionale.

15 comments:

guru2012 said...

Sui guasti prodotti dai regimi fascisti e socialisti, c'è poco da dire, anche se parliamo di cose avvenute molti anni fa.

Voler accollare la disfatta del sistema economico iperliberista americano a un rigurgito socialista impersonato da Obama, è però, veramente incredibile.

Non si può stravolgere la realtà delle cose fino a questo punto.

Cerchiamo di riflettere.

Ashoka said...

ad un rigurgito fascista impersonato da Bush.

Definire l'amministrazione Bush iperliberista equivale a definire Travaglio comunista come fa Berlusconi.

Pippo said...

@guru

Scusa, non capisco proprio come tu possa, da bravo frequentatore del Gongoro, ritenere il sistema americano iperliberista.
Questo è veramente incredibile.
Come si fa a ritenere iperliberista un paese con un governo così potente e con un debito così assurdo?
Obama sarà solo il colpo di grazia, proprio perché il più socialista di tutti i presidenti.
Sembrerebbe proprio che dai testi economici che hai letto da queste parti non hai compreso molto.

z3ruel said...

Governare in deficit è iperliberismo? Sarà anche vero che c'è chi ha cercato di fare passare anche questa merda per liberismo, ma figa, ormai le parole non hanno più significato!

guru2012 said...

Sì, ma questo lo diciamo adesso, e solo un annetto fa, un intervento dello Stato per salvare le banche, o la Gm di turno, sarebbe stato inpensabile negli states.

E al famigerato stato sociale europeo si contrapponeva il modello amerikano, dove se non avevi una credit card non ti facevano entrare neache nei bagni pubblici.

Capisco che per i "puristi" queste possano sembrare castronerie, ma, che piaccia o no, era quello che arrivava "in strada".

La ricetta Obama non funzionerà, ma voi, amici del gongoro, cosa avreste fatto?

Lasciato fallire le banche?
Chiudere GM, mandando a casa migliaia di persone?
Smantellare definitivamente lo stato assistenziale pubblico?

O che altro?

Anonymous said...

"Voler accollare la disfatta del sistema economico iperliberista americano..."

Scusa? Dobbiamo ridere?

"E al famigerato stato sociale europeo si contrapponeva il modello amerikano, dove se non avevi una credit card non ti facevano entrare neache nei bagni pubblici."

Però ti facevano passare dal confine con il Messico a scodellare figli strategici a carico del contribuente, ho indovinato?

Pippo said...

Lasciato fallire le banche?

Puoi scommetterci!

Chiudere GM, mandando a casa migliaia di persone?

Certo che si!!

Smantellare definitivamente lo stato assistenziale pubblico?

Ecco magari avremmo iniziato... la terapia d'urto potrebbe essere fatale per il paziente. Ma certo un taglio deciso alla spesa pubblica è necessario.

Ma scusa, secondo te che possibilità abbiamo di uscire dalla crisi se non vengono eliminate le cause della crisi, ma anzi se si persevera alla stessa maniera?

Le banche devono fallire perché hanno prestato a chi non dovevano finanziando il settore sbagliato, la GM deve fallire perché obsoleta e inutile. Continuare a tenere in vita questi zombi alle spese del resto della società produttiva è semplicemente folle.

guru2012 said...

@ Pippo

Sulle banche.
Guarda io sono contrario alle politiche economiche basate sul debito e sopratutto, non credo nell'emissione e gestione privata della moneta.

Tra l'altro, ho l'impressione che la montagna di dollari che ci hanno pompato dentro non riuscirà a evitare il disastro.

Comunque guardo con interesse al fenomeno della north dakota bank. Ne sai qualcosa?

Su GM.
Obama parla di riconvertire l'industria automobilistica finalizzandola a un diverso modello di trasporto e viabilità.
Il che mi può anche andare bene.
Quello che non va, sono le dimensioni, che sono enormi, insostenibili.

Sulla sanità...
Prima di tagliare sulla sanità, comincierei a tagliare le spese militari.

Anonymous said...

Gli errori si accumulano e ce li si porta dietro nel tempo, ma continuare a spendere non è che aiuterà. Secondo te, se una azienda va male, perchè va male? Non sarà che non si compra il suo prodotto? Salvarla a cosa serve? E' come assumere le guardie forestali della Calabria.

E pensa che per fermare il deficit non è servito nemmeno arrivare ad incrementare il bilancio federale del 40% in dieci anni. Negli States, dal 97 al 2007 il furto di stato è aumentato di questa misura. La cazzata che non esiste stato sociale negli states è, per l'appunto una cazzata. I sistemi di assistenza sanitaria gratuita che premiano i free riders assieme alle varie indennità di disoccupazione li stanno mandando in aria.

Ed Schlecter said...

"Ma entro gli anni 70 “il socialismo è venuto a significare principalmente una vasta ridistribuzione dei redditi con le tasse e l'istituzione dello stato sociale.”

Grande Hayek. Se il socialismo negli anni '70 era questo, chissà allora cosa c'era in Russia in quel periodo.

Ma allora anche io posso fare un giochino simile!

Vediamo: se fino al XIX secolo il capitalismo è il regime economico che si sviluppa in una società di libero mercato, nel XX diventa la forma imprenditoriale che mira a privatizzare gli utili e a socializzare le perdite tramite l'intervento statale.

Quindi Hitler, Mussolini, Bush e Obama sono perfetti uomini politici filocapitalisti.

E' facile far quadrare i conti: basta darsi le definizioni da soli, e modificarle all'uopo.

Pippo said...

@ Ed Schlecter

In effetti è più semplice di quello che credi.
Socialismo ovviamente significa abolizione totale della proprietà privata dei mezzi di produzione.
Purtroppo quelli che si definiscono socialisti proprio perché hanno visto cosa succede dove questa follia viene massa in pratica in toto (vedi unione sovietica) hanno preferito un percorso più soffice, mantenendo la proprietà (di facciata) dedicandosi unicamente alla redistribuzione della ricchezza a loro piacimento. I danni sono solo leggermente inferiori e portano a quello che vedi ora.
In effetti Hitler e Mussilini avevano mantenuto la proprietà privata ma in pratica decidevano loro cosa si doveva produrre e a che prezzo (quello che in pratica succede ora in Europa e che vuole fare Obama). Gli industriali altro non sono che dei privilegiati dallo stato che possono godere di maggiore ricchezza, ma in sostanza non posseggono nulla, nel momento che non possono decidere cosa fare delle proprie aziende. (Le aziende agricole sono l'esempio lampante)

z3ruel said...

Un sistema in cui lo stato concede ai privati cittadini di gestire appena il 30 % del frutto del proprio lavoro come lo chiamate? E' questo un regime di proprietà privata o ne ha solo l'apparenza. E guardate che non ho esagerato con le cifre, se contate sia le tasse dirette che quelle indirette, si arriva davvero quasi al 70%. Vedete voi.

Iolao said...

L'ho letto anche io tempo fa, ma non ricordo dove, si trattava di un'indagine sulla pressione fiscale reale nel caso di un operaio con retribuzione lorda di circa 2600€ che finiva con avere netti poco più di 750€ al mese, tolti tutti i balzelli diretti e indiretti. La cosa più assurda è che quando parlo con persone a cui faccio presente la proporzione (punto più punto meno), a nessuno viene l'illuminazione di quale sia il male, tutti reagiscono con quell'espressione un po' scettica di chi pensa che le tasse siano un vincolo dato, PERCHE' E' GIUSTO, un po' come il sole che sorge al mattino. Che tristezza.

Anonymous said...

"Sulla sanità... Prima di tagliare sulla sanità, comincierei a tagliare le spese militari."

E poi come si fa a partecipare alle missioni di polizia mondiale che costituiscono il sacro dovere di ogni "paese" delle Nazioni Unite?

guru2012 said...

"E poi come si fa a partecipare alle missioni di polizia mondiale che costituiscono il sacro dovere di ogni "paese" delle Nazioni Unite?"

Semplice, non si partecipa.
Non saremmo i primi a farlo.

Chiaro che la cosa implicherebbe di avere al governo dei politici degni di questo appellativo.