Wednesday, June 17, 2009

La vita sta distruggendo il pianeta!

Pentitevi e uccidetevi: questi sembrano essere i comandamenti dei sacerdoti della nuova religione ambientalista, secondo la quale l'umanità è una minaccia per “la salute della terra.”

Butler Shaffer riflette su questi e altri deliri ormai diffusissimi in tutti gli strati della cultura. Probabilmente si tratta solo dei primi segni del processo autodistruttivo già in atto.

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Di Butler Shaffer

Recenti notizie ci avvisano di un altro fattore che contribuisce alla minaccia del riscaldamento globale, che proviene dalle flatulenze delle vacche. I processi metabolici del nostro amico bovino producono metano, uno dei gas serra contro cui il credente ecologo è sempre vigile. Il metano è anche prodotto dal collasso della materia organica (per esempio, concime, discariche) e da altre forme di vita. Nel suo libro Gaia, il rinomato chimico James Lovelock ha analizzato in che modo il metano, prodotto nelle budella delle termiti, sia un fattore essenziale nella natura auto-regolamentata dell'atmosfera della terra.

La nozione che “l'autoregolazione” potrebbe rivelarsi responsabile dell'ordine che si trova nei sistemi sociali, economici o biologici è un'eresia per i pusher di ogni fede dottrinale, compresa la teologia secolare dell'ambientalismo bigotto. Il pusher può essere visualizzato come una persona con un guinzaglio, alla ricerca di un cane. Come i camaleonti, possono subire cambiamenti superficiali per adattarsi alle circostanze in cui si trovano: la persecuzione delle streghe o degli infedeli, l'avanzata del socialismo di stato, o, moderno, la salvezza del pianeta. Non importa ai fanatici di ogni provenienza particolare che il loro sistema di fede sia fondato in una sostanziale verità; basta che fornisce una plausibile spiegazione razionale per l'imposizione dell'autorità sulla vita degli altri. I discepoli dell'ambientalismo sono passati dall'essere profeti di una “nuova glaciazione in arrivo,” al “riscaldamento globale,” al compromesso del “cambiamento climatico” mentre la base empirica dei loro proclami continua ad essere messa in dubbio dagli scienziati.

Se la flatulenza delle vacche è da considerarsi una minaccia da regolamentare – o persino proibire – dai pusher istituzionalizzati, quale sarà la prossima? I futuri obiettivi saranno i ristoranti messicani e i barbecue del Texas? Nei loro sforzi per sottomettere ogni sfaccettatura della dieta e dello stile di vita degli altri al loro attento scrutinio, questi sociopatici riveleranno alla fine la loro ambizione di comandare a tutta la creazione come un dio collettivo?

Fin dall'infanzia ho avuto un forte interesse alla geologia. Molto tempo fa ho appreso delle origini turbolente della terra; di come le placche tettoniche e la deriva dei continenti hanno modellato e rimodellato il pianeta; degli effetti provocati dall'invasione di comete, asteroidi, delle eruzioni solari e delle meteore; delle periodiche inversioni dei poli e dei periodi di glaciazione; e, la cosa più interessante, come la terra è stata abbastanza resistente per rispondere ad un simile tumulto. I molti che condividono questa comprensione di ciò che il nostro pianeta ha attraversato in miliardi degli anni possono apprezzare come l'ultimo George Carlin ha trattato quelle anime innocenti che vogliono “salvare il pianeta” da inconvenienti di importanza relativa come i sacchetti di plastica e le lattine d'alluminio!

L'attività vulcanica che ha introdotto grandi quantità di gas nell'atmosfera della terra deve essere attribuita al pianeta stesso e non alla presenza di vita organica. Questa conclusione è ancor più obbligata quando si considerano le cause della maggior parte delle condizioni disgreganti che sono occorse durante il periodo precambriano (cioè, prima che la vita apparisse sulla terra). Quindi, i sistemi viventi non possono essere ritenuti responsabili di tutti i “mali” del pianeta nella crescente lista di casi particolari degli ambientalisti.

Naturalmente, dobbiamo considerare che è contro l'umanità che gli ambientalisti si scagliano nella loro versione secolare del peccato originale. Quanto spesso sentiamo dire che l'umanità deve limitare la sua partecipazione al resto del creato affinché non “disturbiamo l'equilibrio della natura?” L'idea che la nostra specie debba essere divisa dal resto della natura riflette il carattere conflittuale di questa ideologia. Similmente, la continua critica della nostra “impronta ambientale” riflette il pensiero che siamo collettivamente trasgressori su questo pianeta, con gli ambientalisti sulla scena del crimine nel ruolo di poliziotti alla continua ricerca della prova delle nostre azioni criminali contro gli interessi di certi proprietari mal definiti.

Ma dacché l'umanità non può portare a termine i suoi misfatti contro il pianeta senza la complicità delle altre specie, è evidente che – come per la caccia ai “terroristi” – una rete molto più grande dev'essere lanciata più al largo. Quando le vacche che emanano gas diventano un'ulteriore minaccia per destare i riscaldamentoglobalisti, cominciate a percepire che questa nuova ortodossia ha, al suo cuore, un'ostilità per la vita in sé. Il processo della vita – sia esibito dagli esseri umani, da altri animali o dalle piante – coinvolge la trasformazione di ogni tipo di risorse per rispondere all'esigenza di ridurre l'entropia degli esseri viventi. La vita si alimenta di altra vita e, dato che nessuno di noi è al cento per cento efficiente in questo processo, finiamo invariabilmente per produrre dei sottoprodotti entropici – dell'energia non disponibile all'uso produttivo – che possono rivelarsi abbastanza favorevoli aper altre forme di vita. In modo simile le piante emettono ossigeno che, a sua volta, è inalato dagli animali che completano lo scambio con il mondo vegetale esalando l'anidride carbonica da cui dipendono.

Si penserebbe che, con un esempio simile, i rapporti simbiotici che esistono fra così tante specie sul pianeta potrebbe ispirare persino il fedele ambientalista a riconsiderare la sua ostilità verso i processi della vita. Una lettura del meraviglioso libro di Michael Pollan, The Botany of Desire, potrebbe rivelargli in che modo gli esseri umani si sono relazionati con la vita di piante come i tulipani, le mele, la marijuana e le patate, per il reciproco beneficio degli uni e degli altri. La descrizione e le analisi di Pollan su come queste specie hanno servito i loro interessi personali attraverso le altre, è in forte contrasto con l'interpretazione marxista dello “sfruttamento” umano della vita delle piante. I tulipani e le mele sono stati “sfruttati„ dall'umanità, o queste piante si sono impegnate nello “sfruttamento” rendendo le loro qualità attraenti così che gli esseri umani abbiano volessero coltivarle?

Gli ambientalisti non faranno mai tali domande, naturalmente, perché agire in tal modo sarebbe letale per i pusher, che dipendono dal nutrire l'atteggiamento mentale che i nostri rapporti reciproci siano inconciliabili. Un mondo in cui l'ordine fosse mantenuto dalla simbiosi, dall'autogoverno e dalla cooperazione non avrebbe bisogno della struttura che è il solvente universale offerto dalla classe politica affinché ogni circostanza sia sfruttata per i suoi interessi di potere.

E così, dobbiamo dimenticare che l'anidride carbonica che noi esseri umani – e gli altri animali – espelliamo nel nostro sforzo di continuare a sopravvivere si trasforma nell'alimentazione per le piante che producono tutto l'ossigeno e gran parte del cibo su cui possiamo contare. Presto potremmo arrivare a sentire dall'ala apocalittica della chiesa ambientalista che i rapporti fra le specie “animali” e “vegetali” costituiscono una minaccia contro il pianeta. Non siamo solo noi esseri umani a dover essere accusati, ma anche le piante e gli animali della terra che cospirano con noi per continuare con questo distruttivo ciclo ossigeno/anitride carbonica. È lo stesso processo della vita, vi informeranno tra poco gli ambientalisti, a minacciare la stabilità del pianeta.

Portato ai suoi limiti logici ed empirici, i dogmi ambientalisti conducono a guerre infinite contro i tentativi della forza dellla vita di manifestarsi e sostenersi sulla terra. Ma la vita è una forza disgregativa, che in perpetuo cambia l'ambiente in forme diverse. E tutto questo cambiamento, ci viene detto, è una minaccia contro il pianeta, che deve ora adattarsi – come ci ha ricordato George Carlin – per incorporare i sacchetti di plastica nella sua essenza.

L'assunto alla base di molto di ambientalismo è che mantenere l'equilibrio porta benefici ad un sistema. Questo è lo stesso atteggiamento che guida la maggior parte degli interessi delle imprese a voler stabilizzare le condizioni in cui si verificherà la concorrenza. Uno dei miei primi libri, In Restraint of Trade, documenta questo sforzo negli anni dal 1918 al 1938. Ma in tutti i sistemi viventi – che sia un individuo, un'impresa, o una civiltà – la stabilità è l'equivalente della morte. Nelle parole del celebre botanico Edmund Sinnott, “[c]ostanza e conservazione sono qualità dei senza vita, non della vita.” L'unica volta che il vostro corpo sarà in una condizione di equilibrio è quando sarete morti; il vostro sistema biologico avrà cessato di dare risposte vitali ai cambiamenti nel vostro ambiente. Neppure nel mercato si manifestano stati di equilibrio. La legge della domanda e dell'offerta tende verso l'equilibrio dei prezzi – un aumento nella domanda o una scarsità nella disponibilità aumenterà i prezzi che, a loro volta, incoraggeranno la maggior produzione che abbasserà i prezzi – ma senza mai realizzare la stabilità come condizione fissa.

Contrariamente a coloro che insistono sulla sterilizzazione del pianeta – vaccinandolo dal virus dell'umanità – posso suggerire una metafora alternativa, sottratta al biologo Lewis Thomas. Nel suo meraviglioso libro, The Lives of a Cell, Thomas propone una metafora più olografica che vede la terra non come l'icona meccanicistica e frammentata a cui il nostro pensiero politicizzato ci ha abituato, ma come un sistema integrato. Come una cellula che funziona per mezzo di interconnessioni orizzontali piuttosto che in una direzione strutturata verticalmente, il pianeta può essere visto come un sistema autoregolato, che sostiene la vita reciprocamente alimentato dalla spontaneità e dall'autonomia dei suoi vari partecipanti. Considerato questo, coloro che insistono nel dividere questa interconnessione e nel frammentare la vita in categorie di controllori e di controllati, pongono la più grande minaccia contro la capacità di vivere del pianeta.

69 comments:

Gatto rognoso said...

Vale sempre il vecchio suggerimento ai "leader" di questo filone di pensiero: Ci liberino della loro presenza dando così l'esempio - un dovere morale, vista la posizione che detengono - che poi li seguiremo nel caso vedessimo cambiamenti in meglio....
E' anche vero che il fatto stesso della loro dipartita sarà, di fatto, un cambiamento in meglio.... ehm... che casino sta venendo fuori ?? :D

Hiei said...

Poi non esageriamo nel senso opposto che non è che sacchetti di plastica - ma molto più altra robaccia e altre attività come l'eccessiva deforestazione dei problemi non li creino.

Tuttavia, mi chiedo sempre come mai questi che rompono i coglioni a me perchè respiro non sono minimamente preoccupati dall'uranio impoverito per esempio, e non vadano piuttosto a rompere ai vari eserciti che ne fanno uso.

Forse per la stessa ragione per cui non vedi mai gli animalisti che fanno campagne contro le pellicce andare a tarmare le bande di motociclisti vestiti di pelle?

Anonymous said...

Ragazzi ma scherzate?
Da che mondo e mondo!
Paragonare il fucile spara uranio (o fluoro) o una multinazionale farmaceutica al culo di una vacca...?
Ma dai! Poveri eserciti anzi, che non hanno ancora sviluppato armi piu´letali e povero mondo industriale che ha dovuto pagare di tasca propria per qualche filtro alle ciminiere!

Scusate l´amaro sarcasmo.

Scusate, ma c´e´veramente gente che sposa l altra corrente..

Complimenti vivissimi per l articolo!
andrea

Pike Bishop said...

Ma e' mai possibile che NESSUNO di questi stronzi rifletta mai, per esempio, sull'effetto ecologico dei bailout di Obama - che ce ne sarebbe motivo?

Sono senza dubbio d'accordo di fornire loro gratuitamente il kit "Do it yourself: Suicide!" anche se non hanno partecipato al premio Caligola.

guru2012 said...

Della flautolenza delle vacche ne ho sentito dire da rifkin in un video in occasione dell'ultimo G8 sull'alimentazione.

In effetti, a parte il lato comico della questione, non so quanto questo feneomeno possa incidere sullo stato di salute del nostro pianeta.

Per la cronaca, però, il discorso di rifkin non si fermava alle pernacchie delle vacche, ma invitava a prendere in seria considerazione la scelta di una diminuzione della quanntità di carni animali presente nella nostra alimentazione.

A parte i danni che una dieta ricca di carni (prodotta in filiera industriale) arreca al nostro organismo, rifkin faceva riferimento al fatto che l'allevamento intensivo brucia oggi gran parte della produzione agricola disponibile (un'altra bella fetta se ne va sui bio-combustibili), mentre c'è una consistente quantità della popolazione mondiale che ha difficoltà all'approvigionamento del cibo.

Tutto qui, si può essere daccordo o no, io sono daccordo.

L'articolo, poi, snocciola una serie di considerazioni sull'ambientalismo bigotto, che io, per la verità, non sono in grado di confutare.

Ma così a naso, mi sembra sempre della serie "io voglio fare quello che cazzo mi pare e al culo le sacchette di plastica".

Però detto con la metrica e la sintassi dell'intellettuale.

Pippo said...

@guru

Concordo sulle perplessita sul consumo di carne (tra l'altro sono vegetariano)... ma l'abuso del consumo di carne è dovuto principalmente all'abnormi sovvenzioni statali che tutta l'industria della carne riceve, direttamente e indirettamente.
Come tutte le scelte che vengono fatte dallo stato per noi, si dimostrano di essere alla lunga le più deleterie, anche per l'ambiente.
Per ridurre il consumo della carne non serve a nulla vietarla, basta, banalmente, smettere di sovvenzionarla.

Anonymous said...

Buondì,
trovo molto curiosi i feticci che spesso vengono innalzati a giustificazione delle battaglie ambientaliste.

Accanto ad autentiche chicche come le immagini delle dense volute bianche di vapore uscenti dalle torri evaporative degli impianti, spacciate invece per CO2, c'è l'onnipresente maledizione dei sacchetti della spesa additati a pericolosi inquinanti, quando è invece l'esatto opposto.

Riconoscerli è un modo molto rapido ed efficace per accertare l'incompetenza molesta dell'interlocutore.

Giorgio Venzo

guru2012 said...

@ Giorgio Venzo

"...c'è l'onnipresente maledizione dei sacchetti della spesa additati a pericolosi inquinanti, quando è invece l'esatto opposto."

Saranno forse le "dense volute bianche di vapore uscenti dalle torri evaporative degli impianti" che mi annebbiano i pensieri, ma non ho capito l'uscita sui sacchetti di plastica.

Fanno bene all'ambiente pure quelli?

Anonymous said...

Ciao Guru,
il male (od il bene) non lo fai certo all'ambiente: casomai alle persone che in esso vivono.

Riguardo ai sacchetti della spesa abbandonati: ci si lamenta che il polietilene di cui sono fatti abbia tempi di degrado così lunghi da comportare una prolungata permanenza sul suolo, con conseguente alto livello di inquinamento.

Ci sono tre errori in quella affermazione:
1) si confonde il fenomeno dell'inquinamento, che riguarda principalmente concentrazioni di specie chimiche diffondenti in aria, acqua o terreni, con l'ingombro fisico di rifiuti che, mostrandosi relativamente inerti, costituiscono principalmente un disagio estetico.
2) se il materiale dei sacchetti si mantiene integro tanto a lungo, ciò significa che le molecole che lo compongono non si disperdono nel terreno, dunque NON si ha inquinamento;
3) si suscita allarmismo proprio su quel tipo di materia plastica tra le più semplici, economiche ed utili nella vita comune... ma forse proprio per questi ultimi due punti l'ambientalismo ce l'ha col polietilene? ;-)

Giorgio Venzo.


P.S.: altro punto interessante... su quale particolare tipo di suolo "l'inquinamento da sacchetti" è tanto presente?

Hiei said...

Però dati i tempi di degrado così lunghi il sacchetto fa intempo a finre in pezzi sempre più piccoli, non in molecole magari, ma abbastanza da far danni.

Certo con la canapa si facevano i sacchi di iuta, molto più economici, estetici e pratici e senza inquinare (ci stiamo vagamente dimenticando nell'equazione la parte della produzione della plastica o sbaglio?) ma poi chissà perchè è diventata illegale...

Comunque non saranno i sacchetti di plastica a distruggere il mondo, però è sempre buono per distrarre e per dare la colpa a TE (visto che li usa la gente comune).

guru2012 said...

Ciao Giorgio,
grazie per aver spiegato meglio il concetto.
Hai mai sentito parlare del Pacific Trash Vortex?

"il male (od il bene) non lo fai certo all'ambiente: casomai alle persone che in esso vivono."

Ecco, questa frase mi aiuta a spiegare i motivi del mio disaccordo con l'articolo in questione.

L'ambiente non è cosa nostra, anzi, noi ne siamo parte integrante e perché le cose filino lisce bisogna che si stia ognuno al proprio posto.

I sacchetti di plastica sono, appunto, un feticcio, ma rivelano il nostro egoismo autolesionista.

Il nostro modello di sviluppo non è sostenibile a livello planetario ed è proprio in questi tempi dovremmo cominciare a rendercene conto.

Invece niente, si continua ad anteporre il soddisfacimento dei nostri bisogni, al mantenimento dell'ecosistema.

Si continua a insistere su questa bulimica orgia produttiva prostituendo le nostre vite per la smania del possesso.

E come un'ospite maleducato, quando la nostra permanenza terrena sarà finita, lasceremo questo pianeta sporco, pieno di sacchetti di plastica.

:D

Ashoka said...

Il nostro modello di sviluppo non è sostenibile a livello planetario ed è proprio in questi tempi dovremmo cominciare a rendercene conto.

Fino a quando avrai una moneta di carta stampabile a piacimento, una banca centrale che "stimola gli investimenti" abbassando il tasso di interesse e stampando denaro a volontà, un sistema bancario che espande il credito a dismisura, salvo poi chiedere a qualcun'altro di pagare il conto, come pretendi che ci sia uno sviluppo sostenibile?

Lo sviluppo sostenibile lo puoi avere solo in un sistema in cui la crescita economica c'è solo se qualcuno ha prima risparmiato (ovvero non consumato) e poi questi risparmi sono stati investiti. Sai come si chiama questo sistema?

Anonymous said...

Ciao Hiei e Guru,

Certo con la canapa si facevano i sacchi di iuta, molto più economici, estetici e pratici e senza inquinare...
Guarda che anche per manipolare le fibre di canapa serve un processo produttivo. In un'economia di scala la vecchina che ammorbidisce fibre masticandole sarebbe improbabile (...e chi li sente poi i sindacati?). :-)

Comunque non saranno i sacchetti di plastica a distruggere il mondo...
Vero: per quello ci sono già i SUV, o sbaglio? :-)

***

Si continua a insistere su questa bulimica orgia produttiva prostituendo le nostre vite per la smania del possesso.
Che cosa ha incentivato l'illusione di crescite indefinite e comportamenti come l'usa-e-getta, se non la spinta ad aumentare la frequenza degli acquisti e a delegare ad altri il compito di smaltirli a fine vita? E cosa ha spinto le persone a spendere più spesso, per timore che l'inflazione erodesse il risparmio? Perchè i sacchetti abbandonati sono un problema che riguarda esclusivamente i suoli pubblici?
Mah... :-)

Giorgio Venzo

Hiei said...

"Fino a quando avrai una moneta di carta stampabile a piacimento, una banca centrale che "stimola gli investimenti" abbassando il tasso di interesse e stampando denaro a volontà, un sistema bancario che espande il credito a dismisura"

...una manica di pirla che stanno al gioco e altri pirla che chiedono tassi negativi per assorbire la sovraproduzione in nome dell'abbondanza sostenibile...

Comunque sul discorso smaltimento rifiuti e residui tossici sono curioso di sentire risposta.
Sono tutte spese "inutili" per fare profitti, e non vedo come il mercato possa "autoregolarsi" in questo senso.

Pippo said...

Comunque sul discorso smaltimento rifiuti e residui tossici sono curioso di sentire risposta.
Sono tutte spese "inutili" per fare profitti, e non vedo come il mercato possa "autoregolarsi" in questo senso.


In effetti è abbastanza semplice: in una società di libero mercato dove la proprietà privata è tutelata e difesa sarebbe molto difficile sbarazzarsi di rifiuti tossici senza dover risarcire i danneggiati... semplicemente i rifiuti delle società più libere verrebbero smaltiti in qualche povero paese socialista corrompendo i tutori del bene collettivo. (il che purtroppo non è molto diverso da quello che accade ora) Al che verrebbe da pensare che in un mondo dove in tutti i posti la proprietà privata è difesa sarebbe molto costoso smaltire rifiuti tossici:
In pratica ci sarebbe molto meno inquinamento. (Tutto ovviamente IMVHO)

Hiei said...

"in una società di libero mercato dove la proprietà privata è tutelata e difesa"

A parte che la prima cosa non implica in alcun modo la seconda, come e da chi non mi è per niente chiaro come già fatto notare.

"sarebbe molto difficile sbarazzarsi di rifiuti tossici senza dover risarcire i danneggiati"

Il che vuol semplicemente dire che se il profitto dal non trattare le sostanze tossiche (molto costoso come detto) supera i risarcimenti, mi arrivano tranquillamente i camion o direttamente la tubatura che mi sversa in giardino.
Fico.

guru2012 said...

@ Ashoka

"Lo sviluppo sostenibile lo puoi avere solo in un sistema in cui la crescita economica c'è solo se qualcuno ha prima risparmiato (ovvero non consumato) e poi questi risparmi sono stati investiti. Sai come si chiama questo sistema?"

No, non lo so.
Per me il problema è un altro: udite, udite, non voglio crescita economica.

Ashoka, lo so che è dura da digerire, ma non sta scritto da nessuna parte che la crescita economica è obbligatoria.

Come fai solo a ipotizzare una crescita economica costante?

Se ci pensi bene è un concetto estremamente materialista e razionale, ma nella sostanza completamente surreale.


@ Giorgio Venzo.

"Che cosa ha incentivato l'illusione di crescite indefinite e comportamenti come l'usa-e-getta, se non la spinta ad aumentare la frequenza degli acquisti e a delegare ad altri il compito di smaltirli a fine vita?"

Secondo me è dipeso dal fatto che "la politica" ha finito col tradire la sua missione e s'è venduta per i soliti quattro danari.

In Italia poi, la mediazione è saltata del tutto e con l'avvento del Berlusca, il mondo dell'imprenditoria è sceso in campo in prima persona.


@ Pippo e Hiei

Io non tratterei la questione dei rifiuti dal punto di vista dela mercato. La tutela dell'ambiente non può essere un business, come del resto la sanità, l'istruzione, le comunicazioni, la viabilità e... la gnocca, come si dice qui al gongoro.

Pippo said...

Il che vuol semplicemente dire che se il profitto dal non trattare le sostanze tossiche (molto costoso come detto) supera i risarcimenti, mi arrivano tranquillamente i camion o direttamente la tubatura che mi sversa in giardino.
Fico.


No significa semplicemente che te consideri vantaggioso il fatto di concedere il tuo giardino come discarica di rifiuti tossici a fronte di un giusto compenso.
Attenzione che tutela della proprietà privata significa anche dover essere protetti da chi causa un danno alla nostra proprietà (e la prima e più importante è il nostro corpo, quindi la salute). Se il tuo vicino si ammala a causa dei veleni che hai permesso di scaricare nel tuo giardino è evidente che tu dovrai risarcire anche lui... non so fino a che punto diventa conveniente consentire a qualcuno di scaricare sostanze tossiche nel tuo giardino, penso che tu ti debba far pagare molto bene per questo.

Paxtibi said...

Non dimentichiamoci che tutto dev'essere gratis, e che le gazzelle, con slancio solidale, zompano di loro volontà nelle fauci dei grossi felini.

Pippo said...

La tutela dell'ambiente non può essere un business, come del resto la sanità, l'istruzione, le comunicazioni, la viabilità

Quindi tu conosci un modo per tutelare queste esigenze a prescindere dalle risorse effettivamente disponibili.
Affidarsi alla magia? Amministratori saggi e giusti? Dio? Berlusconi? Beppe Grillo?
(lo so benissimo che sono tutti sinonimi e nella realtà non esistono)

guru2012 said...

@ Pippo

No guarda, per me possiamo anche parlare di una libera comunità di cittadini, l'importante è che i servizi di base siano accessibili a tutti, indipendentemente dal livello di produttività.

In una società dove esistono ricchi e poveri, penso che sarebbero i primi a doversi accollare i costi.
Se la cosa non sembrasse loro conveniente, beh, potrebbero scegliere di diventare poveri anche loro, per godersi tutta quella manna di dio. :D

In quanto alle tue parole sui rifiuti tossici in giardino, capisco che si fa così per dire, ma lo scenario che tratteggi, a me, sembra quasi peggio di quello attuale.

@ il boss

"Non dimentichiamoci che tutto dev'essere gratis, e che le gazzelle, con slancio solidale, zompano di loro volontà nelle fauci dei grossi felini."

In effetti nella giungla del libero mercato, le gazzelle, con un cesto di banane, potrebbero pagare dei gorilla per difendersi.
:D :D

Pippo said...

Se la cosa non sembrasse loro conveniente, beh, potrebbero scegliere di diventare poveri anche loro, per godersi tutta quella manna di dio. :D

Infatti... con tutti i ricchi che diventano poveri, voglio proprio vedere chi riesce a produrre tutta quella manna di dio.
(Sei cosi ingenuo da credere che in realtà le risorse siano infinite e non serva un sistema economico per farle arrivare dove sono più necessarie?)

In quanto alle tue parole sui rifiuti tossici in giardino, capisco che si fa così per dire, ma lo scenario che tratteggi, a me, sembra quasi peggio di quello attuale.

e perché mai? a me invece sembra di granlunga migliore, dove chi produce rifiuti tossici è costretto a pensare o a non produrli proprio o a trattarli in maniera adeguata.
O vorresti credere che a un industriale converrebbe pagare tutte le spese mediche di chi danneggia? Adesso ti pare che chi inquina ha qualche obbligo nei confronti di chi danneggia?

Poi se vuoi parlare di una comunità libera di cittadini dove "volontariamente" si partecipa per il bene comune, sfondi una porta aperta.
In un sistema libero, nessuno impedisce a te e ai tuoi amici di fondare la tua comune dotata della tua moneta e della tua redistribuzione socialista, l'importante è che tu non obblighi gli altri a sottostare a queste idee.

Paxtibi said...

In un sistema libero, nessuno impedisce a te e ai tuoi amici di fondare la tua comune dotata della tua moneta e della tua redistribuzione socialista, l'importante è che tu non obblighi gli altri a sottostare a queste idee.

Tu non capisci, Pippo: che gusto c'è a fare il socialismo, se non puoi imporlo agli altri?

Ashoka said...

Ashoka, lo so che è dura da digerire, ma non sta scritto da nessuna parte che la crescita economica è obbligatoria.

Come fai solo a ipotizzare una crescita economica costante?

Se ci pensi bene è un concetto estremamente materialista e razionale, ma nella sostanza completamente surreale.


Io non ipotizzo un bel niente. Ho solo detto che se in una società non c'è nessuno che risparmia qualsiasi "crescita" economica sarà solo illusoria ed a danno del capitale preesistente (tra cui la natura).

Se ti riguardi questo esempio capisci cosa intendo.

Lì si aumentavano i consumi e si investiva nella "ricerca" senza aver risparmiato niente. Il risultato era il consumo del capitale (le barche e le reti).

Ashoka said...

Inoltre io con crescita economica non intendo assolutamente l'aumentare di valore di quel numero chiamato PIL ma piuttosto l'aumentare della quantità di beni e servizi disponibili per la popolazione (e ci sono dentro le mele che ti autocoltivi ma non le bombe ad esempio).

Crescere economicamente ed in modo sostenibile (dai risparmi) è auspicabile perché vi è ancora un intenso livello di povertà e non credo che sia intenzione di nessuno lasciar morire di fame tante persone, no?

La crescita sostenibile, però, presuppone che oggi io e te consumiamo meno in modo da investire le risorse risparmiate in progetti a lungo termine che ci permetteranno in futuro di avere più beni e servizi a disposizione.

Siccome io e te che risparmiamo siamo i capitalisti e chi investe è l'entrepreneur, gli facciamo pagare un interesse che non è altro che un premio per aver rinunciato al possesso dei nostri soldi per un certo periodo di tempo (la durata del prestito) più un premio per il rischio del progetto.

guru2012 said...

@ Pippo

"(Sei cosi ingenuo da credere che in realtà le risorse siano infinite e non serva un sistema economico per farle arrivare dove sono più necessarie?)"

No, io sostengo che un sistema economico basato sul profitto, quelle risorse, le fa arrivare non dove sono più necessarie, ma dove gli conviene di più.


"O vorresti credere che a un industriale converrebbe pagare tutte le spese mediche di chi danneggia? Adesso ti pare che chi inquina ha qualche obbligo nei confronti di chi danneggia?"

Il problema di fondo è sempre quello, non puoi basare ogni tuo ragionamento sulla convenienza individuale, a maggior ragione se parliamo di inquinamento (che poi è il tema del post).

Nella "terra dei fuochi", dove lo Stato fa un po' di fatica a far rispettare le sue oppressive leggi, il mercato si è regolato benissimo da sé.
Sempre secondo la legge della domanda e dell'offerta, naturalmente.

Per quel che riguarda il socialismo obbligatorio di cui parla Paxtibi, che dire, è un po' una sua fissazione, magari lui ha letto marx in gioventù, ma non io, i suoi libri avevano sempre dei titoli così noiosi...

guru2012 said...

@ Ashoka

Vedo adesso il tuo commento, ma non riesco a leggerlo.
Lo farò più tardi, dalle prime righe mi sembra mooolto interessante.

Saluti a te.

Hiei said...

"No significa semplicemente che te consideri vantaggioso il fatto di concedere il tuo giardino come discarica di rifiuti tossici a fronte di un giusto compenso."

No, significa che la tal ditta, se gli costa di meno sversarmi i liquami in giardino CONTRO la mia volontà e pagarmi poi un risarcimento che trattare i rifiuti che produce, lo farà a rigor di logica.

Nessuno mi ha ancora chiarito chi dovrebbe poi proteggere la proprietà privata come detto che mi sembra un punto abbastanza essenziale.

Pippo said...

No, significa che la tal ditta, se gli costa di meno sversarmi i liquami in giardino CONTRO la mia volontà e pagarmi poi un risarcimento che trattare i rifiuti che produce, lo farà a rigor di logica.

Ma allora vuol dire che questi rifiuti non erano cosi dannosi da giustificare un costoso trattamento (che avrebbe quindi sprecato risorse che potevano essere usate meglio).

In un sistema dove la proprietà privata è tutelata e le leggi prevedono la punizione di qualsiasi comportamento coercitivo nei confronti di chiunque (se sverzano contro la tua volonta commettono anche un reato grave, cosa che non accade ora dove i reati gravi sono quelli contro il pubblico, mai quelli contro il privato) Non basta un piccolo risarcimento. Gli avvocati della tua assicurazione sulla salute non esiterebbero a fare un culo così all'inquinatore e fargli pagare tutte le spese mediche. Ma questo può avvenire se la proprietà viene riconosciutà come valore e non come disvalore come accade adesso.
Per quanto riguarda chi debba difendere la proprietà privata, ci sono due possibilità: La prima è quella di affidare allo stato solo questo compito (il cosiddetto stato minimo), la seconda è affidarlo a sistemi privati di tribunali e sicurezza. In ogni caso a chiunque dovrebe essere lasciata la possibilità di potersi difendere dalla violenza altrui (che sia lo stato o meno)

Pippo said...

Tu non capisci, Pippo: che gusto c'è a fare il socialismo, se non puoi imporlo agli altri?

O forse non è questione di gusti ma hanno semplicemente paura che senza imporlo a tutti, semplicemente non reggerebbe mai il confronto con un sistemi economico liberista.
Se diventiamo tutti poveri, come facciamo ad accorgerci che si potrebbe stare meglio?
Poi, personalmente credo che una piccola comunità formata su base "volontaria" ha anche maggiori possibilità di funzionare rispetto ad una grande imposta con la violenza, e magari non sarebbe neanche un posto così brutto dove vivere. Però, chissà come'è, tutti quelli che hanno trovato il sistema per far star meglio l'umanità, abbiano questo irrefrenabile desiderio di imporlo a tutti... in definitiva, ci dicono, è per il nostro bene.

Ed Schlecter said...

Riguardo all'inquinamento il proprietarismo raggiunge livelli grotteschi.

Innanzi tutto, precisiamo che per "proprietà privata" non si intende solo il giardino di casa.

Anche un latifondo in Uzbekistan può essere un mia proprietà privata. Una proprietà privata talmente grande che nessuno, salvo gli autorizzati, sa che cosa ci succede all'interno.

In questa proprietà privata io posso sversare quel che mi pare e piace, non visto e indisturbato, e nessuno mi può dire alcunché, perché la proprietà privata è un valore assoluto.

L'unico rischio in cui incorro è una denuncia da chi si sia eventualmente ammalato a causa dei miei sversamenti tossici.

Ma, come dice Rothbard stesso, chi mi denuncia deve dimostrare che la sua malattia è dovuta ai miei sversamenti tossici.

Quindi, per avere rogne dovrebbe presentarsi la seguente situazione:

1. qualcuno sa che cosa butto nella mia proprietà;
2. qualcuno si ammala a causa dei miei sversamenti;
3. quella persona è abbastanza abbiente e ha tempo da perdere per riuscire a dimostrare in tribunale che si è ammalata per causa mia e per nessun'altra causa.

In sostanza, una situazione irrealizzabile.

Ashoka said...

Ed Schlecter:

Hai appena descritto quello che avviene normalmente in qualsiasi Stato con inceneritori, centrali nucleari, etc.

P.S. fino ai primi decenni dell'ottocento, in Inghilterra, molti contadini intentarono cause contro quegli industriali che edificavano ciminiere ed inquinavano l'aria sopra i loro campi. Le vinsero e gli industriali furono costretti a trasferire i loro stabilimenti. Poi arrivò lo Stato e si decise di "favorire l'industrializzazione" e da allora niente più cause accolte.

Ed Schlecter said...

Hai appena descritto quello che avviene normalmente in qualsiasi Stato con inceneritori, centrali nucleari, etc.

La solita lagna de "lo Stato è peggio."

Magati in Italia non sempre, ma in alcuni paesi più civili queste cose non succedono. Gli inceneritori tendono a non costruirili più e non puoi usare una buca come discarica dove cazzo ti pare solo perché il terreno è di tua proprietà.

P.S. fino ai primi decenni dell'ottocento, in Inghilterra, molti contadini intentarono cause contro quegli industriali che edificavano ciminiere ed inquinavano l'aria sopra i loro campi. Le vinsero e gli industriali furono costretti a trasferire i loro stabilimenti. Poi arrivò lo Stato e si decise di "favorire l'industrializzazione" e da allora niente più cause accolte.

L'inquinamento non si limita, come sembra fare Rothbard, al rumore e alla puzza nell'aria.

Come avrebbero fatto i contadini a far loro causa se invece delle visibilissime ciminiere si fosse trattato di un molto più discreto di percolato? In una società proprietaristica, chi avrebbe avuto il diritto di compiere delle ispezioni all'interno della proprietà per accertare eventuali inquinamenti della falda acquifera?

E comunque siamo nel XIX secolo, e dalle ciminiere non esce più fuliggine nera e maleodorante. Al giorno d'oggi, dell'esistenza dei rifiuti te ne accordi solo quando leggi il risultato della TAC.

Per questo, bisogna prevenire, altro che far causa ex post.

Ed Schlecter said...

Ovviamente ho ben chiaro che siamo nel XXI, non nel XIX secolo. :-)

Paxtibi said...

La solita lagna de "lo Stato è peggio."

Un altro schiavo contento.

guru2012 said...

@ Ashoka

Mi sono letto il pezzo di Murphy del quale mi hai fornito il link, non sono sicuro di averci capito molto, ma la favoletta dei cento isolani, quella sì, era chiara anche per uno come me, che di 'ste cose non se ne intende (e s'era capito, no?).

La chiamo favoletta perché, la sua estrema semplicità, ne inficia in qualche modo la trasposizione nel mondo reale.

Nell'isola, non si fa menzione del denaro, tutto avviene per scambio diretto e questo fa una grossa differenza.

Inoltre nell'isola che non c'è, non esistono sovrastrutture e l'unico bisogno da soddisfare è quello del cibo.

La nostra società, invece, che ci piaccia o no, è molto più complessa e gran parte della forza lavoro è ormai impiegata nella produzione di beni immateriali.

Certo le cose funzionerebbero meglio se vivessimo in piccole comunità interconnesse tra loro, ma siamo parecchio distanti da una situazione di questo tipo.

Mi vengono in mente gli indios dell'amazzonia peruviana, che proprio di questi giorni sono stati massacrati dalle forze governative perché reclamavano quella terra come loro.

Beh, io sto dalla parte degli indios.
E tu?


@ Pippo

Sulla questione rifiuti quoto la risposta di Ed Schlecter.

Ma ho un sassolino nella scarpa da togliere:

"O forse non è questione di gusti ma hanno semplicemente paura che senza imporlo a tutti, semplicemente non reggerebbe mai il confronto con un sistemi economico liberista."

Ma "...hanno sempicemente paura..." chi?
I socialisti?

Ma dai.

Pippo said...

Per questo, bisogna prevenire, altro che far causa ex post.

Sono d'accordo, ma non vedo come tu possa prevernirlo in un sistema socialista dove alcune persone decidono che magari per smaltire l'eccesso di sigarette prodotto ti obbligano a fumarle oppure per il sano interesse collettivo ti costruiscono una centrale a carbone o magari anche una mega diga senza che tu possa dire A.

Il contadino non deve necessariamente essere ricco per poter fare causa a chi lo danneggia, basterebbe la sua asicurazione sulla salute per difendersi... e se è povero ci potrebbero essere le associazioni volontarie a far valere i suoi diritti. Non ultimo lo stato avrebbe in teoria l'unico scopo di difendere la proprietà e quindi anche la salute del contadino, ma io su questo mi ci affiderei per ultimo, in quanto per definizione è corruttibile.

Quale deterrente migliore può esserci se non quello di essere certi di dover prima o poi pagare per i danni che vengono arrecati al prossimo? Attualmente non vedo nessun deterrente valido per i privati e tanto meno per il pubblico che è autorizzato, o a seconda del caso, autorizza ad inquinare in forza di legge.

In una società veramente libera nessuno si sognerebbe di costruire un inceneritore all'interno di una citta dove sicuramente diverse compagnie assicurative chiederebbero ingenti risarcimenti per tutelare la salute dei cittadini assicurati. Quando invece chi si deve occupare della salute del cittadino non ha alcun interesse che il cittadino stia in salute e magari preferisce prendere la mazzetta sia da chi costruisce l'inceneritore e sia da chi costruisce la clinica per curare i tumori non ho alcun dubbio su come verrà tutelato l'ambiente e la salute... e questo accade dove c'è lo stato, non dove c'è il mercato.

Ed Schlecter said...

Un altro schiavo contento.

Un'altra illazione psicologica non richiesta.

Sono d'accordo, ma non vedo come tu possa prevernirlo in un sistema socialista dove alcune persone decidono che magari per smaltire l'eccesso di sigarette prodotto ti obbligano a fumarle oppure per il sano interesse collettivo ti costruiscono una centrale a carbone o magari anche una mega diga senza che tu possa dire A.

Ecco di nuovo: "il sistema socialista è peggio!" Domanda: ho mai parlato di "sistema socialista"?

Il contadino non deve necessariamente essere ricco per poter fare causa a chi lo danneggia, basterebbe la sua asicurazione sulla salute per difendersi... e se è povero ci potrebbero essere le associazioni volontarie a far valere i suoi diritti.

Che esistano delle associazioni volontarie così efficienti e che tutti i bisognosi sarebbero da loro tutelati è una illazione.

E comunque, la parte lesa potrebbe fare causa a chi lo ha danneggiato solo dimostrando che esiste una dipendenza causale diretta tra l'inquinamento e il danno. Sarebbero quindi necessarie delle ispezioni preventive per stabilire che cosa l'azienda emetta e quanto inquini. Ma l'inviolabilità del diritto di proprietà impedisce questo.

Quindi o si spera che l'azienda che inquina sia impaurita dalle assicurazioni e dalle temibili associazioni volontarie (altra illazione), oppure bisogna aspettare il danno per fare causa. Ma se sono già malato dei (possibili) milioni me ne faccio poco.

In una società veramente libera nessuno si sognerebbe di costruire un inceneritore all'interno di una citta dove sicuramente diverse compagnie assicurative chiederebbero ingenti risarcimenti per tutelare la salute dei cittadini assicurati.

Questo è un ulteriore problema: ci sono medici che giurano che gli inceneritori fanno male, e altri che giurano che non fanno niente, e a questi ovviamente farebbe riferimento l'azienda costruttrice.

In caso - ad esempio - di tumore, come si potrebbe dimostrare la causalità diretta tra malattia e inceneritore?

Paxtibi said...

In caso - ad esempio - di tumore, come si potrebbe dimostrare la causalità diretta tra malattia e inceneritore?

Non so. Lo stato come fa?

Pippo said...

Domanda: ho mai parlato di "sistema socialista"?

In effetti potrebbe pure essere una monarchia assoluta o una tecnocrazia. Il fatto è che in un sistema dove la proprietà privata non è tutelata nessuno può impedire al governante di turno di piazzarti una centrale nucleare nel tuo giardino. Se tu hai in mente un sistema che non sia vagamente socialista e che riesca a fare a meno della proprietà privata sono in trepidante attesa di conoscerlo.

Che esistano delle associazioni volontarie così efficienti e che tutti i bisognosi sarebbero da loro tutelati è una illazione.

Ma non penso proprio! con tutta la gente preoccupata per i più deboli e i più poveri, sono strasicuro che nel momento che abbatti lo stato, faranno di tutto per mettere i propri servizi e le loro poche ricchezze al servizio dei più deboli.

Quindi o si spera che l'azienda che inquina sia impaurita dalle assicurazioni e dalle temibili associazioni volontarie (altra illazione), oppure bisogna aspettare il danno per fare causa. Ma se sono già malato dei (possibili) milioni me ne faccio poco.

Ma è ovvio che devi aspettare il danno o almeno il pericolo accertato (per difenderti devi essere prima attaccato... o sei della teoria che è sempre meglio un attacco preventivo?) Ma questo vale sempre e per tutte le cose... che facciamo i processi alle intenzioni???
Il deterrente funziona prima che avviene il danno, altrimenti non sarebbe deterrente. Io conto sul fatto che tu non cercherai di danneggiarmi perchè altrimenti ne pagherai le conseguenze.
Quello che dici tu avviene regolarmente adesso quando un privato o anche uno stato non ha affatto paura delle conseguenze dei suoi gesti.
La libertà prevede responsabilità, ma ormai nessuno è più abituato a questa parola.

Questo è un ulteriore problema: ci sono medici che giurano che gli inceneritori fanno male, e altri che giurano che non fanno niente, e a questi ovviamente farebbe riferimento l'azienda costruttrice.

Ma è irrilevante a chi fa riferimento l'azienda costruttrice, perchè in un eventuale processo quel medico dovra convincere il giudice che ha ragione lui invece che il medico dell'accusa e una volta che non hai più un sistema pubblico di bollini di autorità calati in cambio di favori e mazzette, ma hai solo l'autorevolezza dei tuoi risultati e dei meriti oggettivi è più verosimile credere che il medico migliore sia quello che abbia anche ragione.... perchè non dimentichiamoci che potrebbe pure aver ragione l'inceneritore.

Ashoka said...

La chiamo favoletta perché, la sua estrema semplicità, ne inficia in qualche modo la trasposizione nel mondo reale.

Nell'isola, non si fa menzione del denaro, tutto avviene per scambio diretto e questo fa una grossa differenza.


In realtà non c’è nessuno scambio diretto ma si divide.. cmq la semplicità non ne inficia il messaggio, ovvero che se delle risorse vengono destinate alla produzione di beni di consumo (i pescatori in più) mentre si aumentano gli investimenti (i tizi che tentano trovare il modo di distillare benzina), allora si va a consumare il capitale esistente (le reti e le barche) e dopo un primo boom in cui tutto sembra andare bene, subentra la crisi.

Poi se uno semplifica non va bene perché la realtà è complicata… se uno parla della realtà così com’è allora non va bene perché non si capisce…

Certo le cose funzionerebbero meglio se vivessimo in piccole comunità interconnesse tra loro, ma siamo parecchio distanti da una situazione di questo tipo

Non è quello il messaggio della storiella di Murphy…

Mi vengono in mente gli indios dell'amazzonia peruviana, che proprio di questi giorni sono stati massacrati dalle forze governative perché reclamavano quella terra come loro.
Beh, io sto dalla parte degli indios.
E tu?


Se mi fa questa domanda evidentemente non hai mai capito nulla di quello che ho scritto. Me ne rammarico.

Hiei said...

Quanto minchia avete scritto??

Per quanto il dibattito sia interessante (tranne quando arrivano risposte che non c'entrano niente come "E lo stato che fa? E i socialisti sono peggio..." almeno io sto cercando di farmi un'opinione - dello "scegliere il meno peggio" non mi va di sentir parlare ANCHE qui.

Ho visto risposte sensate ma non risolutive alle questioni che avevo posto:

Chi difenderebbe la proprietà privata? Non mi è tuttora chiaro, per niente.

Assicurazioni e tribunali privati. Risponderebbero alla logica del libero mercato? Domanda/offera - profitto etc.? In altre parole avremmo i migliori tribunali che il denaro può comprare?
Perchè tra me e una grossa ditta non ho dubbi chi parte avvantaggiato.

Stato minimo: e chi lo paga? Tasse? E la corruzione, allora? Non va d'accordo con quanto dice Pax poi...

Ancora su assicurazioni etc.: negli USA ti fai la tua assicurazione privata da quel che so, che dato che deve fare profitti, cerca di non pagarti un cazzo a colpi di clausole scritte in piccolo, cosa di cui ci sono ricchi esempi, tipo quello che perde due dita della mano sul lavoro e l'assicurazione candidamente dice di scegliere quale farsi riattaccare, perchè due non li copre...

Risarcimenti: qualcuno ha visto il "Fight Club"? Se no ricordo il lavoro del protagonista: fare perizie per una ditta di auto. Quando si scopre un difetto di fabbrica che causa o aggrava incidenti, tipo l'auto prende fuoco e incenerisce i passeggeri mandano lui, che calcola le statistiche degli incidenti, l'indennizzo medio che si andrà a pagare ai parenti dei cadaveri e fa una proiezione del totale.
Se il costo dell'indennizzo prospettato è inferiore al costo del ritiro di tutti i modelli difettosi prodotti, meglio pagare i parenti degli hamburger troppo cotti. Più profittevole.
Certo è un film, ma il discorso non fa una piega...

Poi come guerriero il discorso che si possa solo aspettare di subire un danno non è accettabile, devo essere in condizioni di evitare di subire danni qualora attaccato (senza bisogno di attacchi preventivi).
Mercanteggiare sulla pelle della gente mi sembra folle, facciamo così anche per gli stupri? "Sì signora, possono stuprarla ma se lo prendiamo poi la deve risarcire, c'è il deterrente, vada tranquilla..." - tranquilla 'sti cazzi sai cosa gliene fotte DOPO di essere risarcita.

Molte cose che sento sono sensate, altre assurde, come si possa pensare di monetizzare la vita, la dignità o l'orgoglio di chiunque...se qualcuno vuole contestare questa affermazione, risponda alle seguenti domande:

Quanto vale la tua vita, o il tuo corpo (in euro, dollari, once d'oro o quel che vi pare...)?

E quella della tua fidanzata/moglie/quelcheè?

Se siete in grado di rispondermi, sono curioso.

Poi altra cosa che non mi è chiara: chi stabilisce i risarcimenti, in base a che criteri?

Ci sarebbe altro, ma basta così per ora...

Ed Schlecter said...

Se tu hai in mente un sistema che non sia vagamente socialista e che riesca a fare a meno della proprietà privata sono in trepidante attesa di conoscerlo.

Diciamo che mi accontentere di una realtà in cui non devo pagare le conseguenze dell'assolutizzazione della proprietà.

Ma non penso proprio! con tutta la gente preoccupata per i più deboli e i più poveri, sono strasicuro che nel momento che abbatti lo stato, faranno di tutto per mettere i propri servizi e le loro poche ricchezze al servizio dei più deboli.

Ulteriore ipotesi non suffragata da prove.

Ma è ovvio che devi aspettare il danno o almeno il pericolo accertato (per difenderti devi essere prima attaccato... o sei della teoria che è sempre meglio un attacco preventivo?) Ma questo vale sempre e per tutte le cose... che facciamo i processi alle intenzioni???

A parte gli attacchi preventivi e i processi alle intenzioni, che c'entrano ben poco, non sono io a dire che il danno (e non il pericolo) deve essere accertato, e deve essere accertata anche l'origine di tale danno. Lo dice Rothbard.

Direi che più di attacco preventivo si tratta di principio di precauzione: se una cosa PUO' far male, è meglio evitarla. Questo principio non potrebbe sussistere in una società di libero mercato.

Rimane anche inevasa la domanda di prima: chi ha il diritto di controllare che cosa faccio nella mia proprietà?

Ma è irrilevante a chi fa riferimento l'azienda costruttrice, perchè in un eventuale processo quel medico dovra convincere il giudice che ha ragione lui invece che il medico dell'accusa e una volta che non hai più un sistema pubblico di bollini di autorità calati in cambio di favori e mazzette, ma hai solo l'autorevolezza dei tuoi risultati e dei meriti oggettivi è più verosimile credere che il medico migliore sia quello che abbia anche ragione.... perchè non dimentichiamoci che potrebbe pure aver ragione l'inceneritore.

Quindi in sede processuale la verità si ricaverebbe dai titoli che i medici possiedono?

En passant: a proposito di corruzione, chi garantisce l'incorruttibilità del giudice?

Hiei said...

No, ancora una, perchè è uno dei più grandi misteri che mi attanagliano.

Secondo la logica dell'efficienza del libero mercato, come cazzo si spiega Windows???

spanner said...

Diciamo che mi accontentere di una realtà in cui non devo pagare le conseguenze dell'assolutizzazione della proprietà.

Tu stai chiedendo spiegazioni a tutti, argomenta quindi quali sarebbero le conseguenze che ti preoccupano.

Ulteriore ipotesi non suffragata da prove.

Non basta il recente terremoto dell'Abruzzo?
La maggioranza degli aiuti e delle donazioni di beni di prima necessità arrivano, casualmente, dai privati.
(altro punto a sfavore del sistema odierno, in teoria doveva pensarci lo stato, non è stato creato apposta???)

Rimane anche inevasa la domanda di prima: chi ha il diritto di controllare che cosa faccio nella mia proprietà?

e io non capisco perchè nella tua proprietà (che avrai ottenuto in qualche modo, in cambio di qualcosa) dovrasti buttare qualsiasi cosa di "dannoso".

Pensa soltanto a quanto dovresti pagare gli addetti.

E poi,se ciò che hai da buttare non ti è piovuto dal cielo, produrre qualsiasi cosa che provoca un innalzamento del costo di produzione (in questo caso, la difficoltà di stoccaggio del materiale di scarto) tende a far scomparire l'idea di partenza, in ricerca di qualcosa di diverso.

O no?
Perchè, quando si parla di libero mercato, dobbiamo estremizzare tutto per renderlo meno efficente?

En passant: a proposito di corruzione, chi garantisce l'incorruttibilità del giudice?

il fatto che in sede di libero mercato, la giustizia viene vista in modo un pò diverso.

(hoppe?)

guru2012 said...
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guru2012 said...

Comunicazione di servizio per Ashoka

"Mi vengono in mente gli indios dell'amazzonia peruviana, che proprio di questi giorni sono stati massacrati dalle forze governative perché reclamavano quella terra come loro.
Beh, io sto dalla parte degli indios.
E tu?

Se mi fa questa domanda evidentemente non hai mai capito nulla di quello che ho scritto. Me ne rammarico."

Non ti devi rammaricare, lo so che sei dalla parte degli indios, il mio ragionamento era riferito al fatto che sempre, gli interessi economici, vanno in contrasto con la libertà degli uomini.

In questo caso è lo stato a esercitare l'oppressione, ma il mandante è il mercato, le risorse di quelle terre servono al mercato
per crescere e soddisfare bisogni.

Quando non esistevano gli stati e gli uomini vivevano in tribù, era la stessa identica cosa: si faceva la guerra per il possesso delle risorse.

Questo voglio dire.

Ashoka said...

In questo caso è lo stato a esercitare l'oppressione, ma il mandante è il mercato, le risorse di quelle terre servono al mercato
per crescere e soddisfare bisogni.


No, le risorse non servono "al mercato" e ad esercitare l'oppressione non è "lo Stato".

Ci sono degli individui ben precisi i quali utilizzano i mezzi messi loro a disposizione dalla struttura statale, ovvero il monopolio lecito della violenza, per realizzare i loro fini. Non esistono entità collettive con la propria volontà ma individui.

Quando non esistevano gli stati e gli uomini vivevano in tribù, era la stessa identica cosa: si faceva la guerra per il possesso delle risorse

...fino a quando alcune tribù di nomadi che periodicamente razziavano il villaggio vicino decisero che era meglio stabilirsi là e farsi mantenere tutto l'anno. E nacquero le città stato.

Ed Schlecter said...

Tu stai chiedendo spiegazioni a tutti, argomenta quindi quali sarebbero le conseguenze che ti preoccupano.

Ad esempio, quelle sull'ambiente.

Non basta il recente terremoto dell'Abruzzo? La maggioranza degli aiuti e delle donazioni di beni di prima necessità arrivano, casualmente, dai privati.

A parte che se una cosa vale per l'Abruzzo non è detto che valga sempre e comunque, hai una fonte per questa affermazione?

(altro punto a sfavore del sistema odierno, in teoria doveva pensarci lo stato, non è stato creato apposta???)

In primo luogo lo stato non è stato "creato", in secondo luogo il suo fine non è sicuramente quello.

e io non capisco perchè nella tua proprietà (che avrai ottenuto in qualche modo, in cambio di qualcosa) dovrasti buttare qualsiasi cosa di "dannoso".

Forse semplicemente perché mi costa meno?

E poi,se ciò che hai da buttare non ti è piovuto dal cielo, produrre qualsiasi cosa che provoca un innalzamento del costo di produzione (in questo caso, la difficoltà di stoccaggio del materiale di scarto) tende a far scomparire l'idea di partenza, in ricerca di qualcosa di diverso.

Oppure posso abbattere il costo di produzione diminuendo le spese di smaltimanto. Come? Comprandomi un bel pezzo di terra e gettandoci tutte le porcherie che producco.

Un po' come le aziende del Nord in Campania, solo che lo farebbero nella loro proprietà, senza violare quindi alcuna legge.

Anonymous said...

Ciao Hiei,
tu chiedi risposte ma dalle domande che hai scritto si stenta a capire cosa vuoi: cerchi un sistema le cui norme possano garantirti giustizia perfetta? Un'organizzazione che assicuri a ciascuno sicurezza totale e costante?

Presenti esempi puntuali di ingiustizie che poi sembri generalizzare a paradigma dell'improponibilità di un certo tipo di sistema... eppure quelle accadono anche nell'attuale ed è così perchè la loro esistenza non dipende dal particolare tipo di sistema ma da caratteristiche degli individui che detto sistema può premiare o punire, incoraggiare o meno.

La domanda da porsi a mio parere è: "Un sistema che addebiti al singolo la responsabilità delle proprie azioni è migliore di quello che invece gliela sottrae delegandola a terzi?". Quale dei due sistemi spinge ad una maggiore attenzione verso le conseguenze delle proprie azioni? E tale maggior attenzione gioverà ad un aumento oppure ad una diminuzione delle ingiustizie verso il prossimo?

Giorgio Venzo.

Hiei said...

La domanda da porsi a mio parere è: "Un sistema che addebiti al singolo la responsabilità delle proprie azioni è migliore di quello che invece gliela sottrae delegandola a terzi?". [...]

Che sono proprio i motivi alla base delle mie domande, riconosco che dovrei studiare meglio l'argomento ma me ne manca il tempo, quindi apprezzo eventuali risposte?

(Perchè "due" sistemi? Sempre alle prese col solito stupido giochetto delle false dicotomie? Side note: ho seri problemi di connessione al momento...).

Anonymous said...

...riconosco che dovrei studiare meglio l'argomento ma me ne manca il tempo, quindi apprezzo eventuali risposte.
La risposta è... no, non lo devi studiare meglio, così come non c'è alcun bisogno che qualcuno ti risponda se non per diletto: non occorre che si spieghi per filo e per segno come funzionerebbe la giustizia, le assicurazioni o le panetterie in un sistema non coercitivo. Il solo passo indispensabile è quello iniziale: comprendere l'importanza di una vita pacifica verso il prossimo e non perdere mai questa bussola. Dopodichè ci saranno, al pari di ora, persone che per preferenza useranno il proprio tempo studiando come risolvere i problemi da te sollevati: avvocati o magistrati in campo giuridico, chimici e ingegneri in quello dello smaltimento dei rifiuti, sociologi e docenti in quello dell'istruzione, etc...

Non esiste che ti si convinca (o ci si provi) a cambiare idea puntando sull'argomento "ma con l'altro sistema si farebbe molto meglio": quello attuale è sbagliato perchè basato sulla violenza contro il prossimo. E' sbagliato in sè, non rispetto ad un'alternativa.

(Perchè "due" sistemi?...
Perchè lo spartiacque è tra chi impiega o meno la coercizione, così come al mondo possono esistere solo persone bionde o non-bionde. Quella tra il votare DS o PDL è invece una dicotomia da asino di Buridano. :-)

Giorgio Venzo.

Anonymous said...

"In questo caso è lo stato a esercitare l'oppressione, ma il mandante è il mercato,"

Grasse risate! Ora salterà fuori che lo stato è un prodotto del mercato voluto dal mercato per fare un piacere a se stesso.

"le risorse di quelle terre servono al mercato per crescere e soddisfare bisogni."

Ah ecco.

E lo stimolo di Obanga a cosa serve?

guru2012 said...

"Grasse risate! Ora salterà fuori che lo stato è un prodotto del mercato voluto dal mercato per fare un piacere a se stesso."

Mio caro anonimo, puoi farti le grasse risate che vuoi, ti farà bene allo spirito.

Se ancora non hai capito chi comanda a questo mondo però, ti consiglio di darti una svegliata, tra una risata e l'altra.

Che altrimenti, quando avremo abbattuto gli stati nazionali e ti renderai conto di essere caduto dalla padella alla brace, poi magari, ci rimani male.


@ Giorgio Venzo.

"Il solo passo indispensabile è quello iniziale: comprendere l'importanza di una vita pacifica verso il prossimo e non perdere mai questa bussola. Dopodichè ci saranno, al pari di ora, persone che per preferenza useranno il proprio tempo studiando come risolvere i problemi da te sollevati: avvocati o magistrati in campo giuridico, chimici e ingegneri in quello dello smaltimento dei rifiuti, sociologi e docenti in quello dell'istruzione, etc..."

Cos'è un brano tratto da "Alice nel paese delle meraviglie"?


@ Ashoka

"...fino a quando alcune tribù di nomadi che periodicamente razziavano il villaggio vicino decisero che era meglio stabilirsi là e farsi mantenere tutto l'anno. E nacquero le città stato."

Già, a proposito, sai che Benetton s'è comprato un pezzetto di Patagonia?

Hiei said...

@Venzo

In due parole: non sai rispondere - ergo cedi il passo a chi sappia farlo.

"non occorre che si spieghi per filo e per segno come funzionerebbe la giustizia, le assicurazioni o le panetterie in un sistema non coercitivo."

Infatti le mie domande sono volte a capire quanto il sistema qui dibattuto si avvicini a questo, continui a fingere di non capire?

"comprendere l'importanza di una vita pacifica verso il prossimo"

E se io non volessi una vita pacifica? Non vorrai mica usare la coercizione per impedirmelo, brutto socialista??

Pippo said...

In due parole: non sai rispondere - ergo cedi il passo a chi sappia farlo.

Ma se le risposte che ti vengono date non ti piacciono, che ci possiamo fare? (e questo vale pure per Guru) Poi sinceramente quando si inizia a chiedere di portare le prove su quello che in realtà sono ragionamenti e supposizione... meglio lasciar perdere.
Io non ho intenzione di provarti che secondo me è meglio un sistema dove la gente non deve sottostare al tiranno di turno che agisce nell'interesse comune, per me è una cazzata e basta... ma magari per te è giusto così e tu sarai pure contento di essere al servizio della collettività.
Io so che questo sistema funziona male e ritengo a, differenza vostra, che la ragione del malfunzionamento non è il libero mercato, bensì la coercizione dello stato.
Possiamo stare a parlare per ore della centrale nucleare costruita nel vostro giardino, se per voi per il bene comune è giusto che Berlusconi abbia il potere di scegliere dove piazzarla, è inutile continuare a parlarne.

Hiei said...

"Io non ho intenzione di provarti che secondo me è meglio un sistema dove la gente non deve sottostare al tiranno di turno"

Infatti le domande che faccio sono volte a capire se il sistema che si sta discutendo può essere valido o meno in tal senso, insistiamo a fingere di non capire?

Continuare con la retorica marcia dell'evocare l'uomo nero quando vengono espressi dubbi (socialismo, comunismo, terrorismo o la minchiata del momento) esattamente come fa il tiranno di turno per intortare i sudditi non depone certo a favore.

Chiedere è lecito, rispondere è cortesia - se non c'è la volontà di rispondere nessuno è obbligato, ma risparmiatemi queste puttanate.

Non è questione che le risposte mi "piacciano" o meno ma se sono soddisfacenti o meno, e anche insistere a evitare ed eludere le domande che ho fatto non depone a favore (e rende sterile la discussione).

Ashoka said...

X Hiei

Qui han provato a rispondere alla tua domanda. Sinceramente gli ho dato solo una rapida occhiata x cui non saprei dirti

Cia

Anonymous said...

Ciao Hiei,
nel tuoi messaggi precedenti domandavi informazioni più specifiche su come avrebbe potuto funzionare un eventuale sistema libertario poichè una risposta semplicemente indicativa, hai affermato, non ti bastava (tuo post del 19 giugno, ore 21:53). Una volta stabilito come vincolante il principio di non aggressione, sono i singoli attori coinvolti nello scambio a decidere come relazionarsi con la controparte e questo significa che per un'identica situazione diverse coppie di attori possono scegliere diverse soluzioni. Questo è il motivo per cui ti ho scritto che non si può dare una risposta unica.

Nonostante il tuo sarcasmo, il criterio comune non può che essere davvero quello primo del rispetto della proprietà privata. L'idea che debba esistere "una" risposta in questo tema è l'errore di chi, abituato a riceverla fatta e finita dallo stato, ritiene che anche altrove non possa essere altrimenti.

Se però questo ancora non ti basta, il libro "L'etica della libertà" di Rothbard elenca alcune soluzioni più approfondite che l'autore ha ritenuto coerenti con il principio di non aggressione e che spaziano dalle assicurazioni all'ambiente, dalla tutela dei minori alla giustizia, etc...

Chiedere è lecito, rispondere è cortesia...
Ma a chi chiede si richiede un minimo di chiarezza e precisione nella domanda, altrimenti non si può lamentare che "nessuno lo capisca".

Giorgio Venzo.

Hiei said...

Dovrò proprio trovare il tempo di studiarmi la documentazione per conto mio...

"Ma a chi chiede si richiede un minimo di chiarezza e precisione nella domanda"

Riguardiamo le mie domande una per una e vediamo quanto erano imprecise?

Esempio: chi stabilisce i risarcimenti e secondo quali criteri?

...non mi sembra così vaga.

Pippo said...

Esempio: chi stabilisce i risarcimenti e secondo quali criteri?

Visto che non vuoi leggerti il documento postato da Ashoka, l'ho fatto io.
In un sistema senza stato ogni tipo di transazione che sia un po' più complessa di un acquisto di pane sarà regolata da contratti sottoscritti in forma volontaria, dove i risarcimenti in caso di inadempienza saranno già espressi nel contratto. Per quanto riguarda invece i danni causati a terzi questi verranno stabiliti in funzione dei risarcimenti che le assicurazioni si sono impegnati a rifondere ai propri assicurati, o nel caso uno non sia protetto da una assicurazione, il risarcimento sarà stabilito direttamente dal danneggiato. In caso di contestazione bisognerà rivolgersi ad un arbitrato accettato da entrambe le parti e molto probabilmente le parti saranno grosse assicurazioni, non il contadino contro la multinazionale, ma anche in questo caso deve essere accettato da entrambe le parti. Un assicurazione nel libero mercato non può permettersi il lusso di non rispettare le sentenze, e un giudice non può permettersi il lusso di emettere sentenze ingiuste... questo perché vengono scelti dal mercato in funzione dei meriti e della loro precedente storia. Un giudice che è famoso per favorire certe aziende o un assicurazione che si rifiuta di onorare i contratti e le sentenze di un tribunale, avranno difficoltà a trovare clienti.
Qualsiasi azienda industriale o meno sarebbe costretta a ricorrere a qualche tipo di assicurazione che faccia da garante nei confronti dei propri addetti, clienti e fornitori oppure nei confronti di terzi.

Provo a fare un esempio:

Se un azienda produce come scarto delle sostanze tossiche, l'assicurazione esigerà che tutto il processo produttivo sia il più sicuro possibile per evitare di dover risarcire pesantemente operai o anche terzi all'esterno dell'azienda, non solo, i materiali di scarto dovranno essere conferiti (dietro pagamento) ad un azienda che sia essa stessa garantita da una assicurazione e sarà questa a farsi carico dei controlli che le sostanze non vengano bellamente gettate nella tazza del cesso. Nel momento che si sottoscrive un contratto su base volontaria con un assicurazione, questa avrà il potere di entrare nella tua proprietà e verificare il tuo operato.
Tutte queste operazioni di controllo attualmente vengono fatte da costosi e arbitrari organismi governativi che non hanno nessun interesse nel fare bene il loro lavoro, ma hanno un grosso interessa ad intascare mazzette. Un eventuale controllore di un assicurazione che venga corrotto da un azienda per chiudere un paio di occhi, rischierebbe grosso, in quanto anche lui ha sottoscritto un contratto con i propri datori di lavoro e anche lui si è impegnato (tramite altra assicurazione) a risarcire i danni causati... e non scordiamoci che le assicurazioni fanno tesoro della tua storia, se tu sei famoso per non aver rispettato i tuoi obblighi, diventerà sempre più oneroso per te assicurarti e trovare nuovo lavoro. Non come accade ora dove al massimo ti arriva una ridicola multa e una pacca sulla spalla.

Spero che l'esempio sia abbastanza chiaro... in ogni caso il documento è li ed è probabilmente più comprensibile delle mie chiacchiere.

Pippo said...

Leggendo il testo di Murphy però mi sono venuti alcuni dubbi.
La parte dove spiega come dovrebbe funzionare la difesa da un nemico esterno non mi ha convinto molto.
In effetti come tutte le aziende che prevedono un ingete uso di capitali a lungo tempo (e un sistema difensivo dotato di armi pesanti lo è) tenderanno naturalmente verso un monopolio geografico, infatti col passare del tempo diventerebbe sempre più difficile se non impossibile per nuovi attori privati entrare nel mercato. In una situazione di monopolio l'interesse dell'agenzia sarebbe quello di mantenere o magari aumentare la propria posizione e per farlo potrebbe essere tentata (paradossalmente) di foraggiare e armare il nemico socialista, dove non essendoci il controllo del mercato, la corruzione permetterebbe tutte quelle distorsioni non posibili nella società anarchica.
In pratica si rischierebbe alla fine di ritrovarci in una situazione orwelliana dove il nemico è sempre pronto a cancellarci perchè teme il nostro sistema economico e le nostre idee che potrebbero farlo crollare internamente e ci costringe a sprecare risorse in una corsa agli armamenti foraggiando l'unica o le poche agenzie di difesa anarchiche.
Onestamente a questo punto non vedo molte differenze dalla guerra fredda USA-URSS... anche se in quel caso erano due stati socialisti in competizione.
L'unica soluzione sembrerebbe quella di adottare universalemnte il sistema anarchico, ma è ragionevole ritenere che nessuno potrebbe impedire a gruppi di persone di costituire nuclei collettivisti in grado di allargarsi. Qui a volte ci si dimentica che l'uomo non si muove solo dietro all'interesse materiale, la forza delle idee a volte riesce a far fare a qualcuno delle cose apparentemente irrazionali... gli schiavi contenti sono una realtà, sono anche un arma micidiale e molto economica.

guru2012 said...

@ Pippo

Le tue argomentazioni sono chiare, di facile comprensione.

Dunque, ogni nostro diritto sarà garantito da contratti volontari sottoscritti con agenzie di assicurazione.

Queste avrebbero tutto l'interesse a lavorare "onestamente" e s'innescherebbe un circolo virtuoso, etc. etc.

Bisognerebbe andarlo a raccontare alle persone che hanno messo il loro TFR in quei fondi assicurativi che hanno già perso un 20 per cento del loro valore.

Ma poi, santo dio, le assicurazioni, quelle con le clausoline capestro scritte in corpo 3 nella terz'ultima pagina del contratto.

Le assicurazioni, a mio avviso, dovrebbero essere autogestite dai cittadini con tanto di redistribuzione degli ultili.

Sono più di ventanni che pago profumatamente la mia assicurazione senza aver mai avuto un sinistro, né un destro.

Cerchiamo di stare con i piedi per terra.

"Un assicurazione nel libero mercato non può permettersi il lusso di non rispettare le sentenze, e un giudice non può permettersi il lusso di emettere sentenze ingiuste... questo perché vengono scelti dal mercato in funzione dei meriti e della loro precedente storia."

Già, e sempre secondo le leggi di mercato, il miglior giudice, sarà quello che costerà di più e che non mi potrò mai permettere.

No guarda, la giustizia e il mercato, hanno litigato da piccoli e proprio non si possono più vedere.

Se mi parli del servizio di smaltimento dei rifiuti, posso anche capire, affidiamolo alla libera concorrenza, a patto che vengano rispettate le normative vigenti.

Anche se, francamente, non vedo l'utilità di creare un profitto privato che fisce col gravare sulle spalle dell'intera comunità.

Ecco, vedi, io credo che questa logica del profitto sia superata e impedisca la crescita delle nostre società.

Infine, ti pongo la mia solita domanda alla quale nessuno risponde mai:

"Supponiamo che in un sistema come quello attuale la professione del medico garantisse (per legge) uno stipendio, diciamo, di 3.000 euri al mese, secondo de te avremmo una classe medica migliore o peggiore?"

Ciao Pippo.

guru2012 said...

Scusa Pippo, non avevo letto l'appendice al tuo ultimo commento.

Ora si spiega il tutto.

Il mondo si divide in due: da una parte i socialisti cattivi e dall'altra gli anarcoliberisti buoni.

Questa, però, mi pare di averla già sentita da qualche altra parte.

Uno schiavo (s)contento.

Hiei said...

"Visto che non vuoi leggerti il documento postato da Ashoka, l'ho fatto io."

La differenza fra "non voglio" e "non ho tempo adesso" te la spiego un'altra volta.

Colgo l'occasione per domandare: se mi faccio il mirror su disco di mises.org (per uso personale :'D ) per leggermi tutto il malloppo con calma s'incazza qualcuno secondo voi?

Pippo said...

@guru

Ma non puoi prendere come esempio le attuali assicurazioni che non competono nel libero mercato, ma in un sistema di regole e vincoli dove possono contare su una giustizia al proprio servizio e magari delle protezioni di categoria.
e poi aridalli con la redistribuzione... ma se abbiamo già visto che non funziona ed è deleteria!
Poi...
Il fatto che uno schiavo sia contento, non è di per se una cosa sbagliata. Se uno è contento vuol dire che sta bene... e cosa c'è di meglio se non raggiungere il proprio benessere?

Non sono d'accordo sulla visione di un mondo diviso tra socialisti ed anarchici... ma solo tra chi ritiene più o meno giusto obbligare ed essere obbligati ad agire contro la propria volontà. Ci sarà chi lo ritiene ingusto e non necessario, chi lo ritiene giusto e necessario e chi lo ritiene ingiusto ma a volte necessario.
Non esiste solo il bianco e il nero, ma a volte il grigio sembra essere la scelta peggiore.... ma anche l'unica possibile.
Io onestamente ancora non mi sono fatto un opinione completa.

Colgo l'occasione per domandare: se mi faccio il mirror su disco di mises.org (per uso personale :'D ) per leggermi tutto il malloppo con calma s'incazza qualcuno secondo voi?

Secondo me non s'incazza nessuno... però poi ci fai il riassunto. :-D

Pippo said...

"Supponiamo che in un sistema come quello attuale la professione del medico garantisse (per legge) uno stipendio, diciamo, di 3.000 euri al mese, secondo de te avremmo una classe medica migliore o peggiore?"

Secondo me peggiore, i medici più bravi farebbero altro, mentre quelli mediocri saranno contenti di ricevere più di quello che meritano.

Però se continui a parlare di "prezzi imposti per legge" come una soluzione praticabile significa veramente che non hai compreso nulla di come funzionino i prezzi e a cosa servino.
Oppure è una domanda a trabocchetto per vedere se abbiamo studiato Mises?

guru2012 said...

@ Pippo

Grazie per aver risposto alla mia domanda, che non era a trabocchetto, peraltro.

Dunque credi che le motivazioni di un medico siano riposte nella gratificazione economica.

Probabilmente è così.
Ed è anche il motivo per il quale abbiamo così tanti medici che non amano il loro lavoro e hanno intrapreso le loro carriere, appunto, spinti dalla motivazione economica.

Ottimi manager di se stessi, mercedes d'ordinanza, viaggi premio, corsi d'aggiornamento alle Maldive e tutto il resto.

Mentre la vera motivazione dovrebbe essere quella di avere il privilegio di prendersi cura della salute degli altri.

In quanto al funzionamento dei prezzi, hai ragione, non c'ho capito granché, ma qui stiamo parlando di lavoro retribuito e non del prezzo delle cose.

In ultimo, sulla redistribuzione.

Le compagnie assicurative forniscono un servizio standard e in questi ultimi decenni hanno accumulato utili incredibili.

Se quei guadagni fossero stati impiegati per fini di pubblica utilità, mettiamo la manutenzione delle strade, non credi che si starebbe tutti un po' meglio?

Poi se Dolce e Gabbana, fanno un jeans che butta così bene da giustificare il prezzo scritto sul cartellino, che ti devo dire, bravi loro, che si godano i loro soldi.

Ma fare profitto sulla vita delle persone, non mi sembra una trovata intelligente.

matthews said...

Molti non riescono, per quanto si sforzino, ad accettare il fatto che dalla pulsione egoistica di ciascuno possa discendere un vantaggio (anche) per tutti gli altri.
In un sistema di libero scambio ognuno è costretto a fornire agli altri buoni servizi a prezzi onesti se vuole continuare a fare affari.
In un sistema privo di protezioni politiche i truffatori finiscono prima o poi falliti o in galera.
La tentazione di fare il furbo fa parte della natura umana, come tanti altri tratti poco nobili, ed è ineliminabile, tuttavia un sistema economico puramente capitalistico, cioè privo di coercizione, contiene una quantità di feedback che tendono a minimizzare (eliminare è impossibile) i comportamenti negativi, in quanto essi tendono a ripercuotersi su chi li fa..
Tutti i servizi forniti da apparati coercitivi non possiedono questo tipo di feedback, ergo, i comportamenti negativi tendono a prolungarsi e aggravarsi.
Io non voglio affidare la qualità dei servizi che mi vengono forniti alla “bontà” del prossimo nei miei confronti, perché so che la “bontà” può non essere duratura, mentre il proprio vantaggio è qualcosa che la gente non smetterà mai di perseguire (rileggere Adam Smith…ecc).
Il discorso vale per qualunque professione, quindi anche i medici.
Sinceramente non capisco come si possa avere più fiducia nei servizi offerti da qualcuno che non deve rendere conto di ciò che fa, essendo protetto dal monopolio di stato, basta pensare ai giudici (vi è mai capitato di andare in tribunale? E’ un’esperienza illuminante)