Friday, April 23, 2010

Ferdinando Galiani, un precursore italiano degli austriaci

Articolo di Robert W. McGee pubblicato su Austrian Economics Newsletter della primavera 1987.
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Di Robert W. McGee


La scuola austriaca di economia non è nata dal nulla. Ha costruito sul lavoro di una quantità di altri economisti e filosofi risalenti fino ad Aristotele. Fra i precursori della scuola austriaca ci fu un certo numero di economisti scolastici spagnoli ed italiani.

Diversi tra i primi economisti italiani hanno influenzato lo sviluppo del pensiero economico dell'Europa continentale nei secoli prima di Carl Menger.

Gian Francesco Lottini (1512-1572) ebbe l'idea generica che le persone valutano i desideri presenti più di quelli futuri – la base della teoria della preferenza temporale. Bernardo Davanzati (1529-1606) applicò la teoria del valore soggettivo alla moneta e risolse il “paradosso del valore.” Notò inoltre che gli aumenti dei prezzi nel suo tempo erano stati causati dall'afflusso d'oro dall'America, anticipando così la teoria della quantità di moneta. Geminiano Montanari (1633-1687) aveva una teoria della quantità di moneta piuttosto ben sviluppata e capì che c'è un fattore soggettivo nella valutazione della moneta.

L'economista italiano che ha avuto forse la maggiore influenza sulla scuola austriaca è Ferdinando Galiani (1728-1787). Nato a Chieti, diventò una guida della scuola napolitana. Il suo pensiero economico fu influenzato, tra gli altri, da Aristotele, Davanzati, Locke e Montanari.

Galiani è noto soprattutto per il suo contributo alla teoria del valore, alla teoria dell'interesse ed alla politica economica, soggetti esplorati un secolo dopo da Menger, Böhm-Bawerk, Jevons, Walras, Marshall e dalla scuola storica tedesca.

Egli riconobbe che c'era una dicotomia fra utilità e scarsità, un concetto maltrattato dai filosofi fin dai tempi di Aristotele. Il suo studio più notevole, Della Moneta, lo scrisse appena ventenne, ma non ebbe larga diffusione allora perché disponibile soltanto in italiano. È quel trattato che comprende le sue teorie del valore soggettivo e dell'interesse.

A metà del XIX secolo, Francesco Ferrara, un altro italiano, ampliò la teoria del valore soggettivo e, secondo Buchanan, per certi aspetti superò i suoi teorici.


La teoria del valore

Galiani osservò che il prezzo di un prodotto regola il consumo, e che il consumo regola il prezzo. Quando il prezzo di un prodotto scende, la sua richiesta aumenta e viceversa. Se un paese che produce e consuma 50.000 barili di vino è improvvisamente invaso da un esercito straniero, il prezzo del vino salirà perché ora c'è più gente che lo beve.

Il valore di un bene non è intrinseco; è un calcolo o un rapporto fra i beni che le persone fanno in relazione ad altri beni. Gli uomini confrontano un bene con un altro e fanno uno scambio soltanto quando il loro livello di soddisfazione sarà uguale come conseguenza dello scambio (Adam Smith ed altri migliorarono questa idea, osservando che uno scambio avviene quando il valore dato è soggettivamente minore al valore ricevuto). Queste idee oggi sembrano elementari, ma non lo erano così tanto quando Galiani le espresse due secoli fa.

Egli riconobbe anche l'esistenza dell'elasticità della domanda. Se il prezzo delle scarpe aumenta, i consumatori possono ritardare l'acquisto di un nuovo paio e continuare a portare le scarpe che già possiedono finché il prezzo non scende. Ma se il prezzo del grano aumenta, i consumatori continueranno comunque a comprare il pane. Altrimenti, morirebbero di fame. La domanda delle scarpe è altamente elastica, mentre la domanda di grano è anelastica. Marshall fece una simile osservazione un secolo più tardi.

Galiani inoltre scoprì l'esistenza di un rapporto fra il prezzo di un bene e la sua domanda. I ricchi possono acquistare un bene che la gente più povera non può permettersi. Come il prezzo del bene diminuisce, la gente dalle classi meno abbienti cominciano a comprarlo, così aumentando la domanda totale. Se il prezzo aumenta, alcune di queste persone smetterà di comprarlo.

I ricchi fanno alcuni acquisti perché è di moda farlo, anche se il bene comprato ha poco o nessuna utilità. È di moda comprare i diamanti, e non lo è comprare l'acqua o l'aria. Questa è una ragione per la quale i diamanti hanno un prezzo elevato e l'acqua e l'aria un prezzo basso (o nessun prezzo). Questo esempio inoltre indica che c'è una differenza fra valore e utilità. Egli comprese che il valore non è intrinseco ma soggettivo. Il prezzo di un bene varia con il gusto ed il potere d'acquisto di ciascun individuo.

Galiani conosceva inoltre la legge dell'utilità marginale decrescente. Quando Davanzati dichiarò che un vitello vivo è sia più nobile che meno costoso di un vitello dorato, e che una libbra di pane è più utile di una libbra d'oro, Galiani rispose che “utile” e “meno utile” sono concetti relativi e dipende dalle diverse circostanze.

Per qualcuno che abbia bisogno sia di oro che di pane, il pane è più utile. La scelta dell'oro sul pane in questo caso porterebbe all'inedia. Ma una volta che l'individuo ha mangiato la sua porzione di pane, sceglierebbe l'oro rispetto ad altro pane. Un singolo uovo sarebbe stimato da un uomo affamato più di tutto l'oro del mondo e sarebbe stimato molto meno dallo stesso uomo quando avesse appena mangiato. Quindi, Galiani conosceva la classificazione e la sostituzione dei beni e l'utilità marginale decrescente, soggetti discussi da Gossen, Walras, Jevons e Menger cent'anni dopo. Menger era al corrente delle idee del Galiani, come provato dalla sua citazione di Galiani nei suoi Principi di Economia.


La teoria dell'interesse

Böhm-Bawerk segnalò che Galiani era stato il primo a vedere che l'interesse non è un surplus, quanto invece un supplemento necessario per livellare servizio e pagamento anticipato. Secondo Galiani, l'interesse livella i soldi presenti e futuri. È un mezzo per compensare le palpitazioni del cuore a cui un creditore deve resistere fino alla restituzione dei soldi. È un giusto pagamento ad un creditore per il rischio preso. Questo pagamento è per la convenienza del debitore e compensa il creditore dell'inconveniente in cui è incorso non avendo a disposizione quei soldi per un determinato periodo. I valori sono soggettivamente uguali, ma numericamente differenti perché separati dal tempo.

Böhm-Bawerk criticò la teoria di Galiani perché Galiani vedeva l'interesse soltanto come prezzo delle palpitazioni o dell'assicurazione. Böhm-Bawerk si espresse sull'aspetto della preferenza temporale dell'interesse, un campo che Galiani aveva trascurato.


Politica economica

Galiani credeva che il governo generalmente non avrebbe dovuto interferire nel naturale funzionamento dell'economia. Un governo che tenta di stimolare tutti i settori dell'economia, agricoli ed industriali, non stimola niente. Lo stimolo significa che ad un settore particolare è data la preferenza sugli altri settori, e come si può dare ad un settore essere dato la preferenza su di un altro se tutti i settori sono stimolati?

Un'altro aspetto della sua teoria economico-politica è che una politica economica deve essere formulata prendendo in considerazione tempo e luogo; una politica economica che può essere adeguata in un dato paese o in un dato momento può essere inadeguata in un altro.

Diversamente dai fisiocratici, Galiani sosteneva che l'agricoltura non deve sempre essere considerata suprema. L'idea che i modelli economici debbano essere aggiustati per tempo e luogo successivamente diventò uno dei principi di base della scuola storica tedesca, la scuola che più tardi dibatté la validità della metodologia di Carl Menger. Ma, diversamente della scuola storica tedesca, Galiani non rifiutò la teoria astratta.

2 comments:

LucaF. said...

Ciao Paxtibi ho un dubbio in merito all'affermazione di non interventismo dei governi portata avanti da Ferdinando Galiani.
Al di là che io l'ho conoscevo come un mercantilista.
Mi pare che abbia scritto anche i
"Dialoghi sul commercio dei grani" in cui, contro un indiscriminato liberismo, sostenne il carattere relativo delle istituzioni economiche e la necessità di considerare possibili interventi da parte del governo in relazione alle particolarità storiche, sociali e ambientali dei diversi paesi.
Sicuramente sulla moneta ha detto cose aventi ricadute interessanti anche sulla scuola austriaca.
Ma mi pare più su posizioni ancora neoclassiche per quanto riguarda il ruolo del governo.
Ciao da LucaF.

Paxtibi said...

Credo infatti che lo si consideri un precursore principalmente per le sue precoci intuizioni sulla moneta, che per la sua epoca erano senza dubbio rivoluzionarie.