“To act on the belief that we possess the knowledge and the power which enable us to shape the processes of society entirely to our liking, knowledge which in fact we do not possess, is likely to make us do much harm.”
(Friedrich August von Hayek)
Si racconta che a papa Innocenzo VIII, nel 1492, vecchio e malato, fu dato da bere il sangue di tre giovani, ricompensati con un ducato a testa, quale rimedio per il suo male. Il risultato fu la morte sua e degli incauti donatori, mentre il segaossa che aveva prescritto la cura si dileguò. Questa edificante storiella ricorda molto da vicino quella ben più attuale degli strabilioni di godzilliardi di meraviglioni di svariate valute iniettati a forza nelle vene di un'economia agonizzante senza che si sia potuto apprezzare il minimo miglioramento.
Nonostante ciò, gli aspiranti ricettori di tali sostanziose flebo di liquidità si moltiplicano, fanno la fila fuori dalla porta del dottore, come i tossici per la dose di metadone. I contribuenti salassati, d'altro canto, appaiono molto meno entusiasti, sarà perché il ducato di prammatica ancora non si vede, o perché non è del tutto chiaro in che modo tali punturoni dovrebbero risolvere la costipazione. Tuttavia anch'essi sposano la diagnosi del dottore: il malato ha difficoltà di assimilazione, colpa del mercato sregolato.
L'eccessiva libertà del mercato, questo quindi è il problema, individuato dai più titolati dottori in economia. Eppure, a ben guardare, di tutta questa libertà, di questa assenza di regole nei mercati non c'è traccia. E queste regole, caso strano, sono state stabilite dagli stessi dottori di cui sopra, che ne garantivano l'applicazione, affidata a organismi di controllo come quella SEC (Securities and Exchange Commission) che ha chiuso entrambi gli occhi di fronte al più grande schema di Ponzi della storia, quello dell'ex direttore del Nasdaq Bernard Madoff.
Il problema fondamentale di queste regole è che si tratta di interventi arbitrari e invasivi, fondati su una arrogante presunzione di conoscenza, che impediscono al mercato di sviluppare i propri efficaci anticorpi contro gli effetti di eccessi e sregolatezza. Come ci ricorda Michael Rozeff,
Le cronache raccontano che Darrel Dochow, direttore regionale della Costa Ovest all'Ufficio di Controllo del Risparmio, aiutò IndyMac a retrodatare un'iniezione di capitale di 18 milioni ricevuta in maggio in un rapporto che descriveva lo stato finanziario della banca alla fine di marzo. Dochow è stato rimosso dalla sua posizione ma continua a ricevere 230.000 dollari l'anno dal governo. La fiducia ciecamente riposta nel regolatore, ancora una volta, è stata tradita.
Questo è il vero male del mercato: non una fantomatica assenza di regole, che al contrario abbondano, ma il contagio del virus del malaffare che impesta gli uffici governativi.
La cura? A questo punto, l'amputazione, prima che si estenda la cancrena.
Nonostante ciò, gli aspiranti ricettori di tali sostanziose flebo di liquidità si moltiplicano, fanno la fila fuori dalla porta del dottore, come i tossici per la dose di metadone. I contribuenti salassati, d'altro canto, appaiono molto meno entusiasti, sarà perché il ducato di prammatica ancora non si vede, o perché non è del tutto chiaro in che modo tali punturoni dovrebbero risolvere la costipazione. Tuttavia anch'essi sposano la diagnosi del dottore: il malato ha difficoltà di assimilazione, colpa del mercato sregolato.
L'eccessiva libertà del mercato, questo quindi è il problema, individuato dai più titolati dottori in economia. Eppure, a ben guardare, di tutta questa libertà, di questa assenza di regole nei mercati non c'è traccia. E queste regole, caso strano, sono state stabilite dagli stessi dottori di cui sopra, che ne garantivano l'applicazione, affidata a organismi di controllo come quella SEC (Securities and Exchange Commission) che ha chiuso entrambi gli occhi di fronte al più grande schema di Ponzi della storia, quello dell'ex direttore del Nasdaq Bernard Madoff.
Il problema fondamentale di queste regole è che si tratta di interventi arbitrari e invasivi, fondati su una arrogante presunzione di conoscenza, che impediscono al mercato di sviluppare i propri efficaci anticorpi contro gli effetti di eccessi e sregolatezza. Come ci ricorda Michael Rozeff,
Nel 1975, la SEC creò una designazione per le agenzie di valutazione del credito: l'Organizzazione Statistica di Valutazione Nazionalmente Riconosciuta (NRSRO). Questa regolazione della SEC ha generato un cartello di 3 ditte: la Standard & Poor's Credit Market Services, la Moody's Investors Service, e la Fitch, Inc. – queste sono le uniche ditte che si sono qualificate per essere utilizzate dagli operatori per soddisfare un'altra delle regole della SEC sul capitale netto.In altre parole, l'intervento regolatore ha impedito la concorrenza in un campo fondamentale per il corretto funzionamento del mercato, quello dell'informazione e del controllo. In più, ha minato le basi stesse del mercato, fondate sulla fiducia, e sulla responsabilità personale. Scrive a questo proposito Philip Booth, ricordando la lezione di Hayek:
La crisi ci mostra con molti indizi che Freidrich Hayek aveva ragione. Hayek sosteneva che i mercati non regolati sviluppano istituzioni che assicurano che la fiducia e la reputazione si trasformino in merci di valore. Ma chi si preoccupa della fiducia e della reputazione quando crediamo che di tutto ciò si occuperanno i regolatori o le assicurazioni sui depositi?Già, chi si preoccupa più di riflettere sulle proprie azioni, se sull'intero mercato vegliano i regolatori del governo? Se la fiducia non è conquistata sul campo e garantita dall'esperienza, è una fiducia mal riposta, una mera emanazione dell'autorità e come tale non sottoposta a giudizio. Non è una sorpresa, allora, quando poi si scopre che almeno un funzionario del Tesoro americano ha permesso alla banca fallita IndyMac – e con ogni probabilità anche altri istituti – di falsificare i suoi registri finanziari per nasconderne le insalubri condizioni.
Le cronache raccontano che Darrel Dochow, direttore regionale della Costa Ovest all'Ufficio di Controllo del Risparmio, aiutò IndyMac a retrodatare un'iniezione di capitale di 18 milioni ricevuta in maggio in un rapporto che descriveva lo stato finanziario della banca alla fine di marzo. Dochow è stato rimosso dalla sua posizione ma continua a ricevere 230.000 dollari l'anno dal governo. La fiducia ciecamente riposta nel regolatore, ancora una volta, è stata tradita.
Questo è il vero male del mercato: non una fantomatica assenza di regole, che al contrario abbondano, ma il contagio del virus del malaffare che impesta gli uffici governativi.
La cura? A questo punto, l'amputazione, prima che si estenda la cancrena.
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