In un post su Azione Umana che tesse tra l'altro lodi quasi imbarazzanti al Gongoro (approfitto dell'occasione per ringraziare anche Libertysoldier ed El Boaro che avevano segnalato questo blog in precedenza) H.I.M. fa alcune riflessioni sulla difficoltà che spesso si incontra nel comunicare idee libertarie. Devo dire che le condivido in pieno, ed in effetti questo blog è nato con l'idea di diffondere informazione e tematiche libertarie in maniera agile, anche piacevole, per aggirare il muro che alcune parole – non per colpa loro – hanno il potere di evocare in gran parte delle persone.
Anarco-capitalismo, in particolar modo, è un termine formato da due parole che provocano immediata repulsione in persone di ogni credo politico, chi accetta il capitalismo inorridisce all'idea dell'anarchia, chi tollererebbe l'anarchia odia il capitalismo. Ci si trova spesso a discutere per ore solo per chiarire il significato dei termini, purtroppo associati ad una serie di immagini estreme e negative: l'anarchico bombarolo che desidera il caos, il capitalista rapace e privo di scrupoli.
In pratica si viene accusati da un lato di voler “distruggere la società” (o, alternativamente, di sognare un mondo futuro in cui gli uomini son tutti buoni), dall'altro di essere ricchi degenerati interessati solo al denaro e disposti a tutto per difendere i loro privilegi. Questo blog cerca di contrastare queste false associazioni di idee: l'ironia, la leggerezza alternata all'approfondimento, sono dei buoni strumenti per questo lavoro. Strumenti che la propaganda di regime usa quotidianamente per rendere appetibili almeno superficialmente le sue menzogne, strumenti che dobbiamo imparare ad usare anche noi.
Se l'immagine legata a certe idee è così negativa, al di là dell'opera di disinformazione del potere una parte di responsabilità è anche nostra, vuol dire che non comunichiamo in modo efficace le nostre idee, non creiamo “un ambiente attraente”. Forse facciamo troppo affidamento sulla loro solidità, fatto sta che troppe persone non studieranno mai a fondo – e soprattutto senza preconcetti – teorie da cui si sentano respinte a livello emotivo.
Diventa quindi prioritario, per conquistare l'attenzione dell'interlocutore, cancellargli dalla mente l'immagine lugubre dell'anarchico distruttore e nichilista o dello squalo della finanza feroce e spietato: io non sono né l'uno né l'altro, sono solo un uomo come tutti gli altri, con i suoi pregi e i suoi difetti, che 1) non vuole aggredire o derubare nessuno, e che si aspetta lo stesso trattamento dagli altri, e che 2) vuole essere libero di agire come crede meglio, nei limiti di cui al punto 1.
Tanto occorre per essere un libertario.
Anarco-capitalismo, in particolar modo, è un termine formato da due parole che provocano immediata repulsione in persone di ogni credo politico, chi accetta il capitalismo inorridisce all'idea dell'anarchia, chi tollererebbe l'anarchia odia il capitalismo. Ci si trova spesso a discutere per ore solo per chiarire il significato dei termini, purtroppo associati ad una serie di immagini estreme e negative: l'anarchico bombarolo che desidera il caos, il capitalista rapace e privo di scrupoli.
In pratica si viene accusati da un lato di voler “distruggere la società” (o, alternativamente, di sognare un mondo futuro in cui gli uomini son tutti buoni), dall'altro di essere ricchi degenerati interessati solo al denaro e disposti a tutto per difendere i loro privilegi. Questo blog cerca di contrastare queste false associazioni di idee: l'ironia, la leggerezza alternata all'approfondimento, sono dei buoni strumenti per questo lavoro. Strumenti che la propaganda di regime usa quotidianamente per rendere appetibili almeno superficialmente le sue menzogne, strumenti che dobbiamo imparare ad usare anche noi.
Se l'immagine legata a certe idee è così negativa, al di là dell'opera di disinformazione del potere una parte di responsabilità è anche nostra, vuol dire che non comunichiamo in modo efficace le nostre idee, non creiamo “un ambiente attraente”. Forse facciamo troppo affidamento sulla loro solidità, fatto sta che troppe persone non studieranno mai a fondo – e soprattutto senza preconcetti – teorie da cui si sentano respinte a livello emotivo.
Diventa quindi prioritario, per conquistare l'attenzione dell'interlocutore, cancellargli dalla mente l'immagine lugubre dell'anarchico distruttore e nichilista o dello squalo della finanza feroce e spietato: io non sono né l'uno né l'altro, sono solo un uomo come tutti gli altri, con i suoi pregi e i suoi difetti, che 1) non vuole aggredire o derubare nessuno, e che si aspetta lo stesso trattamento dagli altri, e che 2) vuole essere libero di agire come crede meglio, nei limiti di cui al punto 1.
Tanto occorre per essere un libertario.
4 comments:
parlo molto, ed è questo il motivo. In ogni discussione bisogna spendere decine di minuti solo sul significato delle parole. E se già il solo parlarne diviene difficile per problemi semantici mi sorge un sospetto...
le parole sono importanti, snatunarne l'essenza è il primo passo per dissimulare la verità.
Il lavoro che qui fai caro pax è ottimo, proprio perchè hai individuato il giusto punto di partenza.
Blessed be
Ci sono delle parole che già in se nascondono un inganno:
Liberator - I Bombardieri B24 che hanno liberato i cittadini italiani con milioni di tonnellate di bombe
Caporetto - A Caporetto non è succeso nulla, il crollo della difesa è stato a Tolmino, il cui comandante non gradiva era Badoglio.
Ustica- Ad Ustica non è successo nulla, l'incidente è avvenuto tra Ponza, Capri, Ustica.
Dicendo Ustica si è allontanato il problema dalle altre due località.
POtenza delle parole.
Effettivamente "la caduta di Caporetto" ha un valore simbolico aggiunto non indifferente...
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