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Wednesday, July 28, 2010

Pagina 33

Interrompo brevemente il giusto riposo del Gongoro per una breve comunicazione: la razzonave statale Collective Hope, da tempo data per dispersa, è stata avvistata oggi nella sezione “Cultura & Scienza” di Libero. Si ignorano i fini di questa missione.

(La pagina è – ovviamente – la 33...
)



A seguire il testo del trafiletto.


Le disastrose avventure dei burocrati dello spazio

Alcune strisce tratte dal fumetto “Collective Hope. Burocrati Nello spazio” (pp72, euro 9,99), firmato da Flavio Tibaldi, pubblicato sull'inserto settimanale “9” allegato a uno dei più prestigiosi quotidiani greci, Eleftherotypia, e ora diffuso in Italia dall'editore Leonardo Facco attraverso i siti www.movimentolibertario.it e www.usemlab.com. Il genere è quello, classico, della distopia che descrive società in cui l'individuo è solo un piccolo ingranaggio da sfruttare. Qui a dominare la scena è un governo mondiale guidato da un imprecisato leader che tutto controlla e tutto sorveglia. Ai suoi piedi vivacchia uno stuolo di funzionari baciapile adepti della “tecno-democrazia”. Un giorno questo super-Stato planetario tenta l'impresa immane di costruire un'astronave gigantesca a immagine e somiglianza del “Grande Leader” e della sua truppa, appunto la Collective Hope, per poi lanciarla alla ricerca di un nuovo pianeta dopo che la Terra è stata devastata da una guerra. Inutile dire che, invece di mettere in salvo l'umanità, l'utopia centralista infila una bêtise statalista dietro l'altra. Vuole prevedere tutto e non vede nulla. Per l'autunno è annunciato il secondo volume.


Infine, sul blog dell'autore dell'articolo, Marco Respinti, la versione “extended” del testo:

Il pensiero libertarian, anche a fumetti


Friday, June 4, 2010

La Guerra del Wall Street Journal Contro l'Oro

Se tra voi che leggete c'è qualcuno con dei soldi da parte, preoccupato per come fare a salvaguardarne il valore, non cerchi le risposte ai suoi problemi sul Wall Street Journal.

Piuttosto, legga
Gary North.
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Di Gary North


Brett Arends scrive per il Wall Street Journal. È il classico giornalista finanziario che appartiene all'establishment. Sono tutti ostili all'oro. Ho letto quello che scrive questa gente per 50 anni. Non cambiano mai. I loro argomenti non cambiano mai: sempre stupidi. Il loro timing non cambia mai: sempre sbagliato.

Ignorano l'oro quando il suo valore è basso. Lo ignorano quando il prezzo raddoppia. Quando triplica, scrivono articoli sul perché non è un buon investimento, o sul perché è in ipercomprato. Quando quadruplica, dicono che è in bolla.

Arends porta l'invettiva contro l’oro ad un nuovo livello. Chiama l'oro uno schema di Ponzi.

L'oro era a 105 dollari nel 1976. Raggiunse un picco a 850 per un giorno nel gennaio 1980. Non ricordo alcuna serie del Wall Street Journal di allora sul perché comprare oro.

Arends sta scrivendo adesso una serie in tre parti sull’oro per il Wall Street Journal, giornale che per tutto il corso della mia vita si è sempre schierato contro l'oro. Il fatto che il Wall Street Journal pubblichi una serie di articoli ostili all'oro non mi sorprende. E’ come se il New York Times si schierasse contro un surplus del budget federale.

La ragione principale per sostenere uno standard monetario in oro è semplice: non ci possiamo fidare né del governo degli Stati Uniti né del sistema della Federal Riserve: nelle loro mani, dal 1914 a oggi, il dollaro ha perduto il 96% del suo potere d'acquisto. Come Casey Stengel usava dire, lo potete ben vedere. A differenza di Casey, io vi mostrerò bene dove guardare. Qui!

La ragione per scegliere l’oro come strumento di investimento è differente. Innanzitutto l’oro protegge dall’inflazione nei lunghi periodi, anche se nel medio termine potrebbe non funzionare, come ad es. tra il 1980 e il 2001. Secondo, esso offre una protezione quando i mercati internazionali dei capitali sono parecchio agitati (o quando lo è il dollaro).

L’oro non protegge dalla deflazione. Lo ha fatto tra il 1930 e il 1933, quando era controllato dal Tesoro che lo comprava a 20$ l’oncia. Lo ha fatto tra il 1934 e il 1971 quando il Tesoro lo comprava a 35$ dalle banche centrali e dai governi stranieri. Adesso non più.

C'è un argomento legittimo contro un rialzo dell'oro in dollari nei prossimi mesi, basato sulla mossa recente della Federal Reserve che, insieme al Tesoro, sta cercando di ridurre il proprio bilancio (o base monetaria). Lo potete vedere qui in un grafico pubblicato dalla Fed di St. Louis.

Per capire Brett Arends, dovete leggere il suo articolo, riga per riga. Di seguito lo commenterò io punto per punto. Nota: ho sfidato Milton Friedman su questa materia in numerose occasioni. E Brett Arends non è certo Milton Friedman.

Cominciamo.

UN TRISTE, TRISTE GIORNO

L'articolo comincia: “Questo è un giorno molto triste per me.” Io spero di renderglielo ancora più triste.
Nella Parte Prima di questa serie (dal titolo: è l'oro in bolla?) ho sostenuto che l'oro potrebbe essere sulla rampa di lancio pronto a decollare e mi sono fatto un sacco di nuovi amici fra gli amanti del metallo. Adesso con quel che sto per scrivere li perderò tutti.

Anche se penso che l'oro potrebbe essere vicino al decollo, io non vi suggerisco di correre a mettere tutti i vostri soldi in lingotti d'oro o in fondi d'investimento che detengono lingotti.
Questo è un trucco retorico. Lo usano i sabotatori che hanno un'agenda nascosta che non vogliono rivelare. Lo utilizzano anche gli specialisti delle previsioni economiche alla buona, che vogliono coprirsi il fondoschiena quando il mercato va contro di loro – in un senso o nell'altro, verso l'alto o verso il basso.

Primo, usa la parola “potrebbe.” “L'oro potrebbe essere vicino al decollo” Vuole coprirsi il culo nel caso succedesse veramente. Dopo che sarà successo, potrà dire a tutti i critici, “visto? L'avevo detto che sarebbe potuto decollare”. Yuppy-dù. La vera questione invece è: “Brett, quando è che hai detto alla gente di comprare oro? A che prezzo? E quanto?”

Io ho detto alla gente di comprare nell'ottobre del 2001, subito dopo il 9-11. Bill Bonner, il mio editore, ha detto alla gente di comprare nel 2000. Allora potevate comprare oro sotto i 300 dollari. Chi ha suggerito l'oro dopo aver superato i 400 l'oncia è già tra gli ultimi arrivati.

Secondo, notate questa fioritura retorica: “Non vi suggerisco di correre a mettere tutti i vostri soldi in lingotti d'oro o in fondi d'investimento che tengono lingotti.”

Allarme boiata! Allarme boiata!

Brett crea un uomo di paglia: qualcuno che dice di mettere tutti i vostri soldi nei lingotti d'oro (i bullion, quelli da 400 once). Chi è questo qualcuno? E chi può permettersi dei lingotti da 400 once a 1.200 dollari l'oncia?

Non conosco alcun autore pro-oro che suggerisca ai suoi lettori di correre a mettere tutti i soldi oro. Ok, io l'ho fatto nel 1999. Misi il 90% dei miei soldi in monete d'oro. Ne vendetti la metà quando fecero il picco nella terza settimana del marzo 2008. Chiamai il picco entro 24 ore dal massimo di 1.033$. Avvertii i miei abbonati che i prezzi di oro e argento sarebbero calati. E’ scritto nero su bianco. I prezzi del metalli precipitarono. Nel 2008 capii che quando si fa il 300% su un investimento e si pensa che il prezzo abbia esaurito la corsa, è giunto il momento di raccogliere un po' di profitti. Tuttavia non ho mai detto ai miei abbonati di mettere il 90% dei loro soldi in oro. Lo feci io per fare una scommessa quasi d’azzardo.

Vinsi. Sì, avrei dovuto rimanere dentro, ma sono un conservatore. Seguo la regola di Jimmy Napier: “quando qualcuno vi mette un milione di dollari in mano, chiudete il pugno e prendeteveli” Inoltre, dissi ai miei abbonati di non vendere le monete d’oro, di vendere soltanto l'oro non in moneta.

Mi domando quale sia la storia del sig. Arends riguardo all'oro. Mi domando che percentuale del suo portafoglio sia in oro o se ne abbia mai comprato. Penso di sapere la risposta. Andiamo avanti:
E questo per un motivo semplice: A certi livelli, l'oro, come investimento, è assolutamente ridicolo.
Warren Buffett lo spiegato bene. “L'oro viene estratto in Africa, o da qualche altra parte, quindi lo fondiamo, scaviamo un altro buco, lo seppelliamo nuovamente e paghiamo della gente perché lo custodisca. Non ha alcuna utilità. Chiunque ci guardasse da Marte si gratterebbe la testa perplesso.”
Warren Buffett stava semplicemente citando Milton Friedman, che usò lo stesso identico argomento. Friedman odiò l'idea di uno standard aureo per la maggior parte della sua carriera. Per un buon riassunto della sua guerra contro l'oro, leggete il necrologio di Hans Sennholz.

Sennholz mi insegnò la teoria monetaria nel 1962. Ho sempre preso le sue parti contro la posizione di Friedman, favorevole invece alla moneta fiat, creata dal nulla.

Friedman sosteneva che uno standard monetario aureo è dispendioso. Il Wall Street Journal scrisse le stesse cose in un editoriale del 1969. Risposi a quella discussione nel 1969 con un articolo intitolato “Polvere d'oro.” Sostenni che l'oro ha una funzione economica importante: limitare il potere di creare denaro dal nulla che hanno governi e banche centrali. Questo mio articolo potete leggerlo qui.

Per tutta la sua vita Warren Buffett è stato in rivolta contro l'eredità politica di suo padre. Suo padre era il Ron Paul della fine degli anni '40. Nel secolo scorso abbiamo avuto soltanto due libertari nel congresso che si sono schierati a favore del gold-standard: Howard Buffett e Ron Paul. Warren Buffett ha sempre rifiutato la posizione del padre.

E lo stesso ha sempre fatto il Wall Street Journal, opponendosi sempre all'idea di un sistema monetario, legittimo e possibile, basato sull’oro. Questa ostilità verso l'oro è alla base dell'accettazione del moderno sistema bancario a riserva frazionaria. È alla base dell'accettazione delle banche centrali. È ostile all'idea che le masse possano controllare la politica monetaria attraverso uno standard basato sulle monete d'oro, uno standard generato dal libero mercato e fatto rispettare con le leggi che regolano i contratti.

Occasionalmente può succedere che il Journal pubblichi un articolo sull'oro come potenziale buon investimento, ad esempio questo, ma come politica il Journal ha sempre sostenuto uno standard monetario fiat, basato sul denaro cartaceo creato dal nulla.

Arends continua:
“E questa non è che la metà. L'oro è volatile. È difficile da valutare. Non genera reddito.”
Questo è un altro cliché standard contro l'oro. L'oro è volatile. Giusto. Così come il mercato azionario. Così come lo sono generalmente tutte le merci. E allora?

È difficile da valutare”. Ma davvero?
Non genera reddito.” Quale materia prima lo genera? La terra non paga dividendi.

Arends sa tutto questo. Come giustificazione offre questo:
Sì, è “un assett solido,” ma così come un sacco di altre cose – come la terra, dei sacchetti di riso, persino l'acqua in bottiglia.

È un “sostituto” monetario, ma è inutile. In prigione, almeno, usano le sigarette: se tutto il resto fallisce, possono fumarle. Immaginate un gruppo di salutisti in una prigione in cui sia vietato fumare che tentino di saldare i loro debiti con le sigarette. Questo è l'oro. Non ha senso.
State cominciando a percepire che due soggetti del rango di Arends non fanno un imbecille intero?

Noi non siamo in prigione. Siamo fuori dalla prigione. Se abbiamo dell'oro, abbiamo un bene divisibile e commerciabile. Con un mercato molto ampio. La terra, un sacchetto di riso, non hanno queste proprietà.
Per quanto riguarda l'essere “una riserva di valore,” chi avesse comprato oro verso la fine degli anni 70 e l'avesse tenuto avrebbe perso quasi tutto il suo potere d'acquisto nel corso dei 20 anni successivi.
Abbastanza vero. E chi lo ha comprato nel 2000 ha quadruplicato i suoi soldi. Brett, parlami invece del Dow, che dal 2000 a oggi è negativo. Parlami del Nasdaq, che è molto, molto più giù. Guardate con i vostri occhi.

Ha mai detto il Wall Street Journal ai suoi lettori di uscire del mercato azionario per entrare sull'oro nel marzo del 2000? No? Ha almeno detto loro nel febbraio e nel marzo 2000 che il mercato azionario era in bolla? Io ai miei abbonati l'ho detto. Il Nasdaq raggiunse il picco la settimana che ricevettero il mio REMNANT REVIEW di marzo che li avvertiva a riguardo.
Mi preoccupo quando vedo la gente puntare sull'oro a 1.200$ l'oncia. Che succederà se il prezzo tornasse dov'era solo pochi anni fa, a 500$ o a 600$ l'oncia? Ne comprereste ancora? O lo vendereste?
Me lo vedo, mentre si preoccupa per questo.Tanto, tanto preoccupato. Preoccupato più o meno come lo sono io per i fondi pensione degli imbroglioni anti-oro del Wall Street Journal quando l'oro sarà a quota 3.000 insieme al Dow, anch’esso a 3.000.
“Le mie preoccupazioni sull'oro vanno persino oltre.”
Ma davvero? Le meraviglie non finiscono mai!
“Facciamo un passo all'interno del mercato dell'oro per un momento.”
Sì. Facciamolo.
Tutti sanno che il prezzo è aumentato circa cinque volte nella decade passata. Ma questo non è dovuto a una qualche verità mistica o ad un atto magico di levitazione. È semplicemente perché ci sono stati più compratori che venditori.

Banale, ma vero – e a volte degno di essere ripetuto.
Banale e per niente degno di essere ripetuto. Banale perché l'imbroglione anti-oro non ha mai detto agli investitori di comprare, per tutto il tempo che è salito. Gli imbroglioni come lui hanno perso il treno. Se questi tipi sapessero qualcosa sull'oro, direbbero ai lettori di comprare sui minimi. Non lo fanno mai. Perché prestar loro attenzione quando dicono che è troppo alto?

Più compratori che venditori”. È questo che serve per guadagnare uno stipendio al “Wall Street Journal”? Quando si tratta di scrivere un pezzo contro l'oro, sì. È successo per oltre 40 anni.

La domanda importante è questa: PERCHÉ ci sono stati più compratori che venditori (al prezzo di ieri)? Che cosa è accaduto nei mercati internazionali per persuadere i compratori a puntare sul rialzo del prezzo dell'oro? Avevano capito cosa sarebbe accaduto all'euro ed alle finanze della UE meglio degli esperti del Wall Street Journal? (Nota: è una domanda retorica.)
“Se il prezzo di un bene aumenta sareste portati a pensare che ci sia scarsità di quel bene”.
Se aveste capito l'oro, no, non sareste portati a pensare questo!

La maggior parte dell'oro che è stato estratto in oltre 2.000 anni è ancora sopra la terra, nella cassaforte di qualcuno o addosso la moglie di qualcun altro. Il problema non è la scarsità. La questione è: la quantità offerta per la vendita al grande pubblico comparata alla domanda richiesta dal grande pubblico.

Se il prezzo è aumentato, allora c'era più domanda che disponibilità. O Adam Smith si è sbagliato riguardo a questa cosa della domanda e dell'offerta?
“Ma i dati forniti dal World Gold Council, un'organizzazione dell'industria, raccontano una storia interessante.”

In quel periodo il mondo ha prodotto – o, più esattamente, recuperato – molto più oro di quanto si volesse usare realmente. Dal 2002, per esempio, la domanda totale di oro di orafi e gioiellieri e dentisti e dell'industria in generale, è arrivata a circa 22.500 tonnellate.
Non mi dire, questo è davvero molto interessante. Tutti quei compratori d'oro là fuori stavano comprando più oro – e cito – “di quanto si volesse usare.” Questo fatto è talmente interessante che mette in dubbio una di queste due cose: (1) la teoria economica, o (2) l'abilità di ragionamento di Brett Arends. Sapete già quale è la risposta.
“Ma durante lo stesso periodo, più di 29.000 tonnellate sono arrivate sul mercato.”
In primo luogo, nessuno conosce quanto ne è arrivato sul mercato tramite i prestiti fatti dalle banche centrali, che non sono segnati come vendite quando in effetti lo sono.
L'eccedenza da sola è sufficiente per produrre circa 220 milioni di monete American Buffalo da un oncia d'oro. Questo in otto anni.
Arends ignora gli acquisti indiani. Ignora gli acquisti cinesi. Ignora gli acquisti delle banche centrali. Si concentra sulle monete americane, a malapena comprate da qualche americano (purtroppo).
“La maggior parte della nuova disponibilità è venuta dalla produzione mineraria. Una parte, benché in diminuzione, arriva dalle banche centrali.”
Non lo può sapere. Il GATA sta cercando di ottenere queste informazioni da 11 anni.
E un importo crescente è venuto dal riciclaggio di vecchi gioielli e simili che vengono fusi per lo scarto (questa è un questione perenne con l'oro. Non capirò mai perché i suoi fans pensino che l'incredibile durevolezza dell'oro – non si spreca o non si corrode – sia una proprietà favorevole al rialzo del suo prezzo. È il contrario). Così se la disponibilità di oro offerta ha superato costantemente la domanda degli utenti, come mai il prezzo dell'oro sta ancora aumentando?

In una parola, accumulazione.
Accumulazione! Orrore! C'è della gente là fuori che accumula oro. Ma quanti? Ci sono pochissimi negozi di monete d'oro. Ci sono pochissimi compratori attivi di monete di oro. Se la gente sta comprando dei lingotti da 400 once, è gente che ha molti più soldi dei giornalisti del Wall Street Journal. E' gente molto ricca, molto di buon senso e con molta ricchezza da proteggere. Hanno allocato una piccola percentuale della loro ricchezza nei lingotti d'oro.

Il sig. Arends, come autore stipendiato in un'industria morente, compara il prezzo dell'oro al suo stipendio ed alla sua futura pensione. Oh quanto costa l'oro, è così caro!

No, se siete un principe saudita, non è affatto caro.
Chi investe in oro, chi lo accumula, ha fatto tutta la differenza. È l'unico motivo per cui la “domanda” totale ha superato la disponibilità.
Ditemi perché questo principio non si dovrebbe applicare ad ogni categoria di investimento. Ha usato la parola “investire,” come appunto è giusto fare. La gente compra e mette da parte, sperando che il prezzo salga. Che concetto stupefacente!
Un sacco di gente sta comprando oro nella speranza che aumenti. Ma l'unico modo in cui può aumentare è se sempre più gente lo compra, sperando che aumenti ancora di più. Ecc.
E dovremmo credere che questo non si applichi ad ogni azione, ad ogni bond e ad ogni attività finanziaria di cui tratta il Wall Street Journal?

Questo uomo sta trattando i suoi lettori come degli imbecilli economici. Se i suoi lettori continuano a prenderlo sul serio dopo aver letto il suo articolo, allora sono davvero degli imbecilli economici.
Come chiamiamo uno schema di investimento dove i rendimenti dei membri attuali dipendono interamente dai nuovi soldi portati dai nuovi membri?

Uno schema di Ponzi.
Ci sono gli imbroglioni. Ci sono quelli molto confusi. Poi ci sono gli imbroglioni moralmente corrotti.

Uno schema di Ponzi è una situazione in cui il venditore di un investimento dice che l'investimento produrrà alti tassi di rendimento. Quindi usa ii soldi raccolti dai successivi compratori per pagare gli investitori iniziali. Si tratta di una frode. È qualcosa di illegale, tranne quando viene realizzata con i fondi dell'Assistenza Sanitaria statale e del sistema della Sicurezza Sociale.

Ci possono essere bolle di ogni tipo. Sono governate dalla teoria di investimento dell’ultimo arrivato, il più stupido di tutti. Ma una bolla non è uno schema di Ponzi. O Arends è moralmente corrotto oppure è un ignorante che non sa distinguere una bolla da uno schema di Ponzi. Decidete voi.
Sì, come ho scritto prima, l'oro può ben essere la prossima grande bolla. E questo può significare che si possono fare molti soldi con la speculazione.

Ma non ne ho fiducia come investimento.
Io invece non mi fido dell'abilità analitica di Brett Arends. Suggerisco che manteniate lo stesso scetticismo.
Come potete far quadrare questo cerchio dorato? Lo dirò nella Terza Parte.
Non vedo l'ora. Darò un altro colpo a questo imbroglione incompetente.

CONCLUSIONE

Nel mio libro The War on Gold, che offro gratuitamente, ho scritto a lungo su questo tipo di giornalismo ostile all’oro. Sono stato in guerra con esso per oltre 45 anni. Avrò un sacco di occasioni per combattere ancora di queste battaglie, eventualmente con gente dotata di maggior potenza di fuoco intellettuale di Brett Arends.

L'industria della stampa sta morendo. Gli imbroglioni come il sig. Arends dovranno trovare un'attività remunerata facendo qualcosa di più produttivo. Ma la guerra contro l'oro continuerà. Continuerà per la stessa ragione per cui è continuata finora: l'elevato odio di certa gente verso i tentativi del largo pubblico di proteggersi dalla distruzione monetaria orchestrata da banche centrali e governi.
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(Traduzione revisionata da Francesco Carbone)

Monday, May 24, 2010

Il pensiero fa marcire la mente!

Niente dà più fastidio alle autorità costituite di tutto ciò che è libero, tanto che ogni crisi, ogni problema che lo stato mostra di non saper risolvere viene regolarmente attribuito a quelle cose che in qualche misura si possono ancora considerare – o anche solo chiamare – libere.

Un esempio recente di questa attitudine è senz'altro la crisi economica, provocata, come i nostri benefattori non si stancano mai di ripetere, dal mercato libero, troppo libero anche se servirebbe un microscopio elettronico per riuscire a misurare i gradi di differenza tra il nostro attuale ambiente economico e quello della fu Unione Sovietica.

Ma se c'è una cosa - tra quelle libere – che fa davvero saltare i nervi ai gestori del potere, è senza dubbio il libero pensiero, quella pervicace attitudine dell'individuo che ogni governante della storia ha sempre cercato di estirpare, o almeno di far appassire negandogli il suo indispensabile nutrimento: il flusso libero dell'informazione. Butler Shaffer ci racconta degli attuali sforzi di Obama in questo senso.
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Di Butler Shaffer



“Senza censura, le cose possono diventare terribilmente confuse nella mente del pubblico.

~Gen. William Westmoreland

“È una fortuna per i governanti che gli uomini non pensino.

~Adolf Hitler


In un recente discorso di inaugurazione, il presidente Obama ha dichiarato che “le informazioni diventano una distrazione, una diversione” che mette “pressione sul nostro paese e sulla nostra democrazia.” Le innovazioni tecnologiche – internet compresa – producono “un ambiente mediatico 24 su 24 che ci bombarda con ogni genere di discussioni, alcune delle quali non si qualificano sempre così in alto sulla scala della verità.” Ha aggiunto che “con tante voci che reclamano attenzione sui blog, sui canali tv, sulle radio, può essere difficile, a volte, setacciare tutto – per sapere a cosa credere, per capire chi dice la verità e chi no.” Hillary Clinton espresse simili preoccupazioni alcuni anni fa quando suggerì di creare un “guardiano“ per internet, per impedire che proprio tutti potessero esprimere le loro opinioni in pubblico.

Un libro che sto attualmente scrivendo tratta della domanda epistemologica: come sappiamo ciò che sappiamo? Questa è senza dubbio la domanda più importante che l'umanità dovrà mai affrontare, una domanda che ciò nonostante non riusciamo a farci perché i nostri custodi mentali istituzionali trovano che una tale indagine sia troppo pericolosa e minacci il mantenimento dei loro interessi nello status quo. Se le istituzioni sono organizzazioni che sono diventate il loro stesso motivo di esistere, la nostra indagine su come siamo arrivati ad accettare un simile pensiero potrebbe essere devastante per questi sistemi.

La vita stessa dipende dalla nostra capacità di adattarci creativamente ad un ambiente che cambia. È dalla resilienza – non dalla rigidità – che dipende la vita. Ma per agire per realizzare fini favorevoli alla vita, dobbiamo potere identificare, analizzare ed agire in base alle condizioni che ci troviamo di fronte. Ecco perché la libertà è centrale per la sopravvivenza umana, dato che permette alle persone di rispondere alle circostanze secondo il consiglio del loro giudizio individuale. Ma la loro efficacia dipenderà dalla loro capacità di pensare liberamente, così come dalla natura realistica ed esatta delle informazioni sulla base delle quali devono agire.

Il problema che incontriamo è che l'informazione è molto ambigua, incompleta e di qualità definita soggettivamente. Ciascuno di noi cerca, scopre e valuta le informazioni in accordo con le domande delle nostre precedenti esperienze. Oltre a questo, lo studio del “caos” ci dice che il nostro universo è troppo interconnesso con reti di variabilità per permetterci di conoscere tutto ciò che influenza le nostre decisioni. La nostra capacità di predire risultati richiede una “sensibile dipendenza dalle condizioni iniziali,” che si traduce nel nostro essere in grado non solo di identificare tutti i fattori che influenzano gli eventi, ma anche di misurare il grado preciso della loro influenza (se ne dubitate, provate a predire i precisi eventi che si verificheranno nella vostra vita per i prossimi sette giorni).

Incerta com'è, la qualità delle informazioni a nostra disposizione è un fattore principale nel determinare come dobbiamo vivere. Una delle caratteristiche principali di un imprenditore si trova nella sua capacità di identificare ed agire sulla base di informazioni che gli altri non vedono. Se ho trovato una fonte di gingilli che posso comprare a 10 dollari l'uno e so di un consistente gruppo di persone che (a) non sia informato di questa fonte, (b) è disposto a pagarmi 20 dollari ogni gingillo e (c) i miei costi per farli arrivare a questo mercato ammontano a solo un dollaro l'uno, probabilmente farò un affare.

L'informazione è inoltre al centro del nostro agire sociale e politico. Un capo tribù basava la sua autorità sui nostri più primitivi antenati avvertendoli delle minacce esterne – note solo a lui – e del suo speciale contatto con gli dei che lo avrebbero assistito nel suo comando. Come abbiamo visto più di recente, la paura ci induce a radunarci intorno a coloro che ci promettono protezione. Ciò è dovuto alla nostra innocente credenza che i nostri presunti “protettori” abbiano a disposizione più informazioni di noi.

Nel tempo, le informazioni fornite non solo dagli altri, ma dalle nostre stesse esperienze, ci dicono non solo che coloro ai quali abbiamo affidato il potere non godono di un maggiore accesso alla “verità” ma, in più, che la maggior parte delle paure che ci incutono sono state fabbricate e propagandate dagli stessi cercatori di potere. Ricordate tutte quelle “armi di distruzione di massa” con le quali gli iracheni progettavano di attaccarci? Avete sentito parlare di quell'inventata “glaciazione in arrivo” (oops, “riscaldamento globale,” oops, “cambiamento climatico”) che continua ad essere modificata ed impiegata negli sforzi politici per controllare la nostra vita quotidiana?

Johann Gutenberg dimostrò al mondo che il flusso libero di informazioni è molto liberatorio. La sua invenzione dei caratteri mobili ha consentito ad uomini e donne di leggere ed informare le loro menti, senza bisogno di figure autoritarie che spiegassero loro la natura delle cose. Il lavoro di Gutenberg è responsabile non solo della Riforma, ma di gran parte del Rinascimento, dell'Illuminismo, dell'era scientifica e, infine, del più creativo e liberatorio di tutti i periodi, la Rivoluzione Industriale.

Col passare del tempo, gli esseri umani hanno cominciato a vedere quanto l'informazione fosse personalmente rilevante alla qualità delle loro vite. Allo stesso tempo, gli uomini del racket politico i cui interessi dipendevano dal fatto che le loro vittime rimanessero in una condizione d'ignoranza controllata istituzionalmente, hanno visto minacciato il loro potere. In una forma o nell'altra, i maniaci del controllo hanno abbracciato la censura e il bruciare libri. Furono le menti delle persone, non solo i loro corpi, ad essere bruciate sulle pire. Fahrenheit 451 di Ray Bradbury mostra fino a che punto uno stato totalitario potrebbe arrivare per conservare il proprio controllo sulla mente delle persone. Mark Twain espresse tale idea in modo più ironico quando disse: “La verità è la cosa di maggior valore che abbiamo. Usiamola con parsimonia.”

Le tecnologie computerizzate continuano ad inventare nuovi sistemi per la creazione e la comunicazione di informazioni, il più familiare dei quali è internet. Creato come rete interna per le agenzie militari, si è diffuso rapidamente – come un genio liberato dalla lampada – nel resto della società. In breve tempo decine di milioni di persone stavano comunicando con innumerevoli altri ogni materiale avessero scelto di trasmettere e ricevere. Il modello del flusso di informazioni strutturato verticalmente che si trova nelle scuole, nelle religioni, nei media e nel governo – basato sull'idea che “vi diremo noi quello che vogliamo che sappiate” è collassato in reti orizzontali gestite da nessuno che abbia un potere monopolista di controllarne i contenuti. Vostro zio Harlow o vostra nipote Marcia possono diventare fonti d'informazione per altri che scegliessero di leggere le loro opinioni.

Ma l'influenza liberatoria dell'informazione a flusso libero è risultata essere un disturbo per i membri dell'establishment dello stato corporativo la cui autorità sugli altri dipende dal mantenimento di una forma mentale subordinata. L'informazione porta le persone a riflettere sulla situazione della loro vita. Cominciano a vedere le bugie, la corruzione, le frodi, la violenza ed il saccheggio che sono stati impiegati – con l'aiuto della propaganda assicurata dalle scuole e dai mass media – per mantenerle nella loro condizione servile. Come gli abitanti disillusi della Fattoria degli Animali, le greggi hanno cominciato a disperdersi. Le pecore stanno abbandonando i loro ovili; il bestiame si precipita verso pascoli più verdi.

Il burattino presidenziale dell'establishment avverte gli americani che le “distrazioni” prodotte dal flusso libero di informazioni ed opinioni creerà più “pressioni.” Un dizionario definisce “pressione” come “l'azione di una forza contro una forza opposta.” Le classi dirigenti non possono tollerare simili influenze compensatrici che rovescerebbero lo status quo che vogliono mantenere. Perché farlo equivarrebbe a riconoscere la legittimità di interessi diversi dai loro. Del resto, lo sforzo per distinguere la “verità” dalla “falsità” impone una grave peso sulla mente individuale. La maggior parte di noi è contenta di permettere che altri sopportino questo peso per noi; di lasciare che le scuole e i media ci forniscano il livello ottimale di conoscenza e di comprensione con il quale possiamo funzionare nelle stalle a noi assegnate come utili servomeccanismi istituzionali. I custodi del nostro pensiero potrebbero riassumerci il loro messaggio con le parole implicite nel discorso del presidente Obama ai neodiplomati: “limitate il vostro pensiero a ciò che è nel nostro interesse farvi sapere. Noi vi terremo informati.”

Tuesday, May 4, 2010

Animal Farm

È online il nuovo aggregatore/tumblr dei blog libertari italiani, Animal Farm. Chi fosse interessato, su Snow Crash, nei commenti a questo post, troverà tutte le informazioni del caso.

Wednesday, March 31, 2010

Buona guerra, gente!

“The charismatic personality is a political and social anarchist … he is not an ethical conformist who just subjects himself to an external authority, which over powers and enslaves him.”
(Rabbi Soloveitchik, Emergence of Ethical Man)

Ogni tanto, almeno ogni tanto, sarebbe bene ricordarsi che siamo in guerra, anche se nelle nostre città non risuonano le sirene degli attacchi aerei né il fragore delle bombe a frammentazione. La guerra, invero, è stata bandita dalla discussione pubblica, per essere rivenduta sterilizzata e corretta con etichette quali “missione di pace” o “nation building,” i capolavori meglio riusciti della neolingua del regime: pensate, chiamare “pace” la strage di innocenti e “costruzione” la distruzione delle loro proprietà, nella generale indifferenza di chi paga il conto!

Ce lo ricorda allora John Pilger, uno dei pochi giornalisti salvatisi dall'estinzione e dalla mutazione genetica che ha trasformato la sua specie in compiaciute fotocopiatrici di veline di regime, forse che la vicinanza della Pasqua non possa suscitare in noi qualche piccolo sussulto della coscienza, un rigurgito di volontà di giustizia e verità. Perché è inutile scegliere tra Gesù e Barabba, quando il potere ha già deciso di ucciderli entrambi.
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Di John Pilger


Ecco le notizie dalla Terza Guerra Mondiale. Gli Stati Uniti hanno invaso l'Africa. Truppe degli Stati Uniti sono entrate in Somalia estendendo la loro guerra da Afganistan e Pakistan fino allo Yemen ed ora al Corno d'Africa. In preparazione all'attacco all'Iran missili americani sono stati piazzati in quattro stati del Golfo Persico e si dice che bombe “spacca-bunker” stiano per arrivare alla base americana sull'isola britannica di Diego Garcia nell'Oceano Indiano.

A Gaza la popolazione malata ed abbandonata, perlopiù bambini, è sepolta dietro mura segretamente fornite dagli americani per mettere in atto un assedio criminale. Nell'America Latina l'amministrazione Obama si è assicurata sette basi militari in Colombia, dalle quali portare una guerra di attrito contro le democrazie popolari in Venezuela, Bolivia, Ecuador e Paraguay. Nel frattempo il segretario della “Difesa” Robert Gates si lamenta che “il grande pubblico [europeo] e la classe politica” sono cosi' contrari alla guerra da costituire un “impedimento” alla pace. Ricordate che questo è il mese del Coniglietto Pasquale.

Secondo un generale americano, l'invasione e occupazione dell'Afganistan non e' tanto una guerra vera quando “una guerra di percezione.” Dunque la recente “liberazione della città di Marja” era pura Hollywood. Marja non è una città e non vi era alcun comando e stato maggiore dei Talebani.

Gli eroici liberatori hanno ucciso i soliti civili, i più poveri dei poveri. Per il resto era tutto falso. Una guerra di percezione significa provvedere false notizie per la gente rimasta a casa per far sembrare degna e patriottica un'avventura coloniale fallita come se il film The Hurt Locker fosse reale e la parata di bare avvolte nella bandiera attraverso la cittadina di Wooten Basset nel Wiltshire [ndt. In Inghilterra] non fosse un cinico esercizio di propaganda.

“La guerra è divertimento” scrivevano sugli elmetti in Vietnam con la piu' scoraggiante ironia, volendo dire che se una guerra si è rivelata non aver altro scopo che quello di giustificare il potere vorace per la causa di un fanatismo lucrativo quale quello dell'industria bellica il pericolo della verità è lì a segnalarlo. Questo pericolo puo' essere illustrato da come era percepito dai liberal Tony Blair nel 1997, qualcuno che “vuole creare un mondo [dove] l'ideologia ha ceduto interamente il passo ai valori” (Hugo Young, dal giornale The Guardian) comparata con la considerazione che oggi ha di lui il pubblico, un mentitore e un criminale di guerra.

Stati occidentali in guerra perenne come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna non sono minacciati dai Talebani o da nessun altro oscuro membro tribale in luoghi lotani ma piuttosto dall'istintiva repulsione per la guerra dei loro stessi cittadini. Considerate le sentenze draconiane amministrate a Londra a schiere di giovani che protestavano contro l'assalto di Israele su Gaza nel gennaio dell'anno scorso. A seguito di dimostrazioni nelle quali una polizia paramilitare ha “circoscritto” (radunato come bestiame) migliaia di manifestanti, chi è stato ritenuto colpevole senza precedenti penali ha ricevuto sentenze di due anni e mezzo in prigione per reati minori che normalmente non avrebbero portato ad una sentenza custodiale. Su entrambe le sponde dell'Atlantico il serio dissenso rivelatore di guerre illegali è diventato un grave crimine.

Il silenzio che proviene dalle alte autorità consente questo abominio morale. Artisti, letterati, giornalisti, uomini di legge e circoli liberal, pur essendosi allontanati prontamente dai detriti di Blair ed ora da quelli di Obama, continuano a gingillarsi dietro la loro indifferenza verso la barbarie e gli scopi criminali degli stati occidentali occupandosi retrospettivamente dei torti dei loro demoni di comodo come Saddam Hussein.

Dopo la scomparsa di Harold Pinter [ndt: commediografo, sceneggiatore, attore, regista teatrale, poeta e attivista politico inglese] provate a compilare una lista di scrittori, artisti e attivisti famosi i cui principi non siano stati usurati dal “mercato” o evirati dalla loro stessa celebrita'. Chi tra di loro ha alzato la propria voce contro l'olocausto in Iraq durante quasi vent'anni di letale embargo ed il susseguente attacco?

E tutto questo e' stato compiuto deliberatamente.

Il 22 gennaio 1991 lo spionaggio militare statunitense predisse con dettagli sorprendentemente accurati come un embargo avrebbe sistematicamente distrutto le riserve idriche dell'Iraq e condotto ad un “aumento di malattie, se non epidemie”. Così gli Stati Uniti prepararono l'eliminazione dell'acqua potabile per la popolazione dell'Iraq, una delle cause, annotava l'Unicef, della morte di mezzo milione di bambini iracheni sotto i cinque anni. Ma questo tipo di estremismo non sembra avere un nome.

Norman Mailer [ndt. famoso scrittore, saggista, giornalista e regista americano fondatore di The Village Voice e autore di Il Nudo e Il Morto] disse una volta di credere che gli Stati Uniti, nella loro perenne fame di guerra e dominazione, erano entrati in “un'era pre-fascista”. Mailer sembrava andare a tentoni, come se stesse cercanto di allertarci circa qualcosa che non riusciva a definire meglio. Il termine “fascismo” non è esatto perché invoca pigramente precedenti storici, collaborando ancora una volta all'iconografia della repressione tedesca ed italiana. D'altra parte l'autoritarismo americano, come ha fatto notare recentemente il critico culturale Henry Giroux [ndt. professore universitario americano] è “più sottile, meno teatrale, più astuto, meno preoccupato di controllare tramite modelli repressivi che con metodi che portino un consenso estorto con l'inganno.”

Questo e' americanismo, l'unica ideologia predatoria che neghi di essere un'ideologia. La crescita di multinazionali tentacolari che sono in effetti esse stesse dittature e quella di un apparato militare che è ora uno Stato nello Stato nascosti dietro alla facciata della miglior democrazia che 35.000 lobbisti di Washington possano comprare e dietro una cultura popolare programmata per divertire e instupidire, è senza precedenti. Piu' sottile, forse, ma i risultati sono familiari e non lasciano spazio ad ambiguità. Denis Halliday e Hans von Sponeck, gli alti ufficiali delle Nazioni Unite in Irak durante l'embargo anglo-americano, non hanno dubbi sul fatto di avere assistito ad un genocidio. Non hanno visto camere a gas. Insidiosa, non dicharata, addirittura culturalmente illuminata e presentata con spirito nella sua marcia, la Terza Guerra Mondiale con i suoi genocidi va avanti, essere umano dopo essere umano.

Nelle campagna elettorale che sta iniziando in Gran Bretagna i candidati menzioneranno questa guerra solo per tessere le lodi dei “nostri ragazzi.” I candidati sono mummie politiche avvolte nella bandiera britannica ed in quella a stelle e stricie pressapoco identiche fra di loro. Come Blair dimostrò con persino un po' troppo entusiasmo, l'élite britannica ama l'America perché l'America consente loro di maltrattare e bombardare gli indigeni e di definire se stessi “soci”. E noi dovremmo interrompere il loro divertimento.


(Traduzione di Gianni Elvezia)

Sunday, March 28, 2010

Cose causate dal global warming

La lista completa. Uno stupefacente campionario di propaganda.

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e tutto per 0.006 C° l'anno!

Per segnalare omissioni (con fonti) o link non funzionanti: warmlist@numberwatch.co.uk

Nota: tutti i link erano funzionanti quando sono stati postati. Inevitabilmente alcuni scompariranno, in particolare da Yahoo News.

The dead link collection

Africa hit hardest, Alaska reshaped, allergies increase, anxiety, Arctic tundra to burn, atmospheric defiance, bananas destroyed, beer shortage, blizzards, boredom, business opportunities, business risks, British gardens change, budget increases, cardiac arrest, cataracts, challenges and opportunities, cloud stripping, cold spells, cremation to end, damages equivalent to $200 billion, Darfur, dermatitis, desert life threatened, diarrhoea, disappearance of coastal cities, Dolomites collapse, drowning people, early marriages, early spring, Earth spinning out of control, Earth wobbling, extinctions (bats, pandas, pigmy possums, koalas, turtles, orang-utan, elephants, tigers, gorillas, whales, frogs, penguins,) fish catches rise, flames stoked, footpath erosion, glacial growth, global dimming, god melts, Gore omnipresence, harmful algae, hazardous waste sites breached, high court debates, HIV epidemic, human health improvement, ice shelf collapse, lightning related insurance claims, little response in the atmosphere, Lyme disease, marine dead zone, Maple production advanced, mental illness (Alberta), migration difficult (birds), mountains melting, mudslides, oceans noisier, oyster diseases, ozone loss, Pacific dead zone, plankton destabilised, plankton loss, plant viruses, polar bears cannibalistic, polar bears starve, psychosocial disturbances, rainfall reduction, riches, rivers dry up, rockfalls, skin cancer, snowfall reduction, squid aggressive giants, stick insects, stormwater drains stressed, teenage drinking, terrorism, tree beetle attacks, trees could return to Antarctic, tree growth increased, tsunamis, tundra plant life boost, uprooted - 6 million, walrus displaced, war, war between US and Canada, water stress, water supply unreliability, weeds, white Christmas dream ends.

Suggerimenti per la sostituzione di questi link sono i benvenuti.

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Last updated 24 March 2010