The whole visible universe is but a storehouse of images and signs to which the imagination will give a relative place and value; it is a sort of pasture which the imagination must digest and transform.
(Charles Baudelaire)
Sono leggermente in ritardo, ma voglio comunque segnalare questa notizia, perché per quanto inoffensiva possa sembrare, consente in realtà di misurare la diffusione della cultura della morte – condita peraltro di misticismo – attraverso l'utilizzo di simboli. Tra le tante immagini possibili per pubblicizzare una mostra di reperti egizi è stata scelta proprio quella di Anubis, il dio della morte:
Il Tower Bridge è stato aperto per permettere alla statua di Anubis alta 7,6 metri di giungere alla sua destinazione a Trafalgar Square.Non so voi, ma a me l'immagine del dio egizio della morte sullo sfondo del Tower Bridge appare piuttosto inquietante, oltre che insopportabilmente kitsch. La cultura è come uno specchio, nel quale possiamo distinguere i cambiamenti sul volto della società. E sono tempi davvero tristi e oscuri quando questo volto è il muso di uno sciacallo.
L'installazione serve a segnalare l'apertura della mostra Tutankhamun And The Golden Age Of The Pharaohs al O2 Bubble.
La statua di cinque tonnellate è arrivata a Londra dagli Stati Uniti in cui la mostra itinerante triennale dei tesori del faraone si è appena conclusa.
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