Si usa chiamare i dazi e le barriere commerciali in genere misure protezionistiche. È uno di quei casi in cui la neolingua mostra tutta la sua raffinatezza. Si tratta in effetti di protezione, ma non, come abitualmente la gente pensa, dai misteriosi pericoli del commercio internazionale, leggendario mostro dalle molte teste e dagli infiniti artigli: i dazi ci proteggono, sì, ma dai possibili vantaggi e benefici che il libero commercio – creatura ormai quasi estinta – è comunque in grado di portare.
Esemplare la storia di Liu Keli. Imprenditore cinese della provincia di Shanxi, che dimostra di conoscere e comprendere il mercato molto meglio dei nostri legislatori, Liu sta investendo 10 milioni di dollari nella Carolina del Sud, per una fabbrica di rulli da stampa che aprirà in autunno e darà lavoro a 120 operai. Sta facendo outsourcing, negli USA: i suoi amministratori hanno calcolato i costi dell'operazione, e Liu “è rimasto sbalordito dal confronto con quelli in Cina.”
Secondo quanto scrive il Los Angeles Times,
Poi, quando la micragna dilaga, la “colpa è del mercato.” Andate a raccontarlo a Liu.
Esemplare la storia di Liu Keli. Imprenditore cinese della provincia di Shanxi, che dimostra di conoscere e comprendere il mercato molto meglio dei nostri legislatori, Liu sta investendo 10 milioni di dollari nella Carolina del Sud, per una fabbrica di rulli da stampa che aprirà in autunno e darà lavoro a 120 operai. Sta facendo outsourcing, negli USA: i suoi amministratori hanno calcolato i costi dell'operazione, e Liu “è rimasto sbalordito dal confronto con quelli in Cina.”
Secondo quanto scrive il Los Angeles Times,
Liu ha speso circa 500.000 dollari per sette acri in Spartanburg – meno di un quarto di quanto costerebbe comprare la stessa quantità di terra in Dongguan, una città della Cina sudorientale in cui dirige tre stabilimenti. I tassi di elettricità degli Stati Uniti sono più bassi di circa il 75% e in Carolina del Sud, Liu non deve sopportare frequenti blackout.Dopo otto anni di Clinton e otto di Bush, la sorpresa è semmai che il gap ci sia ancora...
Praticamente l'unica cosa rilevante ad essere più cara a Spartanburg è il lavoro. Liu sta pensando di offrire 12 - 13 dollari l'ora, contro i circa 2 di Dongguan, esclusi vitto e alloggio. Ma Liu pensa di ammortizzare una parte del maggior costo dei lavoro con un rimborso di imposta sui redditi da lavoro dalla Carolina del Sud di 1.500 dollari per impiegato .
“Sono rimasto sorpreso,” ha detto il presidente 63enne del Shanxi Yuncheng Plate-Making Group. “Il gap non è vasto quanto pensavo.”
Liu fa parte di un'onda crescente di imprenditori cinesi che si espandono negli Stati Uniti. Da Spartanburg a Los Angeles stanno costruendo fabbriche, acquistando aziende ed investendo nel commercio e nei beni immobili.Tanto berciare per la piena occupazione, poi quando i meccanismi del mercato cominciano a fare la loro parte ci si affretta a prevenirli alzando barriere. I posti di lavoro persi dalle aziende meno efficienti vengono rimpiazzati da quelli delle aziende in crescita, i cinesi lo capiscono e si danno da fare. Dalle nostre parti si preferisce mantenere i posti di lavoro super-privilegiati di aziende cronicamente in perdita, scoraggiando al contrario gli investimenti di aziende in salute che potrebbero risollevare l'occupazione.
Poi, quando la micragna dilaga, la “colpa è del mercato.” Andate a raccontarlo a Liu.
1 comment:
Alla fine basta farsi due conti...
oltre a Liu Keli esistono altre realtà simili
http://www.autoblog.it/post/13004/bmw-tutta-la-gamma-x-sara-prodotta-a-spartanburg
Roberto
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